LA BUSTA DEL LATTE (3) – FEDERICA TONON

30 ottobre 2009

Due anni fa giocava nell’Ostuni. Resterà nella leggenda la sua prestazione contro il Centro Ester nella sfida che valse la permenenza nella categoria.

Lei è Federica Tonon, campionessa internazionale di beach-volley prestata (con risultati eccellenti, come abbiamo visto) al volley indoor, giocatrice veneta prestata alla Puglia.

Da quella stagione, però, non l’abbiamo più vista su un parquet. In un palazzetto sì, l’abbiamo vista, ma solo in veste di autorevole spettatrice a San Vito dei Normanni,.

Dove sarà adesso Federica Tonon? Magari si sta godendo un tramonto infuocato da una spiaggia delle Hawaii. Non sarebbe la prima volta, beata lei.


DOPO IL CASO AKRAGAS, DEDICA CHOC ANCHE A TARANTO: “QUESTA VITTORIA E’ PER ROSSANA DI BELLO”

28 ottobre 2009

Il mondo dello sport è scosso da un secondo scandalo dopo quello suscitato dal presidente della squadra di calcio dell’Akragas.

Ricordiamo che il presidente della formazione siciliana aveva dedicato la vittoria della propria squadra ad un boss mafioso arrestato pochi giorni prima, scatenando comprensibili e vivaci polemiche.

Questa volta è Taranto lo scenario di una nuova indecenza.

Dopo il successo per 3-2 sull’Acquaviva delle Fonti l’addetto stampa della locale squadra di pallavolo femminile si è espresso in questi termini: “Voglio dedicare questo successo ad una persona che non può essere presente al Maria Pia ma che ha fatto tanto per rendere famosa la nostra città: Rossana Di Bello. Quella con l’Acquaviva è stata una partita squallida, irritante, piena di tocchi irregolari, a tratti scandalosa; abbiamo dilapidato un patrimonio di punti e comunque alla fine siamo pure riusciti a farla franca. Ecco perché possiamo dedicare la vittoria all’ex-sindaco di Taranto…”

Il riferimento alla responsabile di un dissesto economico senza precedenti nella storia d’Italia ha immediatamente provocato polemiche e censure. Buona parte della città è indignata per questo riferimento che riporta il pensiero ad una stagione storica drammatica di cui si stanno ancora pagando le conseguenze.

La Procura della Repubblica sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo.

Durissimo il giudizio del questore: “E’ un messaggio gravissimo soprattutto in considerazione del fatto che proviene dal mondo dello sport, molto seguito dai giovani che avrebbero invece bisogno di riferimenti valoriali sani.”

L’attuale sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, si è detto sconcertato e non è escluso che alla squadra di pallavolo possa essere revocata l’autorizzazione all’uso della palestra.

L’AMIP, Associazione contro la Malapolitica e l’Indecenza Pubblica sta per proporre un boicottaggio della squadra biancoblu: “Quella donna non dovrebbe neanche essere nominata per via delle inchieste a cui è stata sottoposta e per i danni paurosi che ha allegramente causato alla città. Purtroppo duole osservare come vi sia un decadimento di valori soprattutto tra i giovani e l’etica pubblica abbia perso di significato.”

L’unica voce fuori dal coro è la Fondazione Pregiudicato Craxi: “Noi non vediamo nulla di strano in questa dedica. Rossana Di Bello è un riferimento per tutti e soprattutto per i socialisti e i voltagabbana. Anche lei, del resto, era di sinistra due settimane prima di aprire il club di Forza Italia…”

Il Taranto ha cambiato addetto-stampa. Il nuovo portavoce, Paolo Bonaiuti, ha dichiarato che il senso della dichiarazione del precedente addetto-stampa è stato frainteso.

NOTE:

Le immagini sono tratte da La Gazzetta del Mezzogiorno, ediz. di Taranto, 29-11-2008, pag. 13, e da Taranto Sera, 27/28-03-2007, pag. 5. Il Taranto non ha giocato benissimo, ma il post è volutamente esasperato per finalità satiriche.


TARANTO-ACQUAVIVA DELLE FONTI 3-2

25 ottobre 2009

Sabato 24 ottobre 2009 – ore 19.00

“A mezzanotte, uscite a mezzanotte…”

Nel gergo del tifo questo ritornello gridato dagli ultras di casa agli ultras ospiti significa: siete sotto assedio; soltanto verso mezzanotte la polizia sarà in grado di provvedere alla vostra evacuazione dallo stadio o dal palazzetto.

Per “evacuazione” si intende l’uscita in sicurezza; ci tengo a precisarlo perché vista la natura degli argomenti che ultimamente trattiamo in questo blog…

Bene, per i frequentatori del Maria Pia il ritornello degli ultras non suona come una minaccia ma come un auspicio. Magari uscissimo a mezzanotte…! Tre partite in casa e tre tie-break. Stasera si è giocato per due ore e un quarto. Non ne possiamo più… Serate in fumo, appuntamenti rinviati, giustificazioni che viaggiano sui cellulari.

Il Taranto fino adesso ha giocato più set di tutti: 28 set in 6 partite. Seguono, nella speciale classifica, Arzano e Oria a 26, Molfetta e Accademia 24. Mentre scrivo, non si conosce il risultato della Livi, che però, al massimo, potrebbe arrivare a 25. Dateci un bonus, un punto in classifica una tantum…

Veniamo all’incontro.

Verso le 17.45 arriva l’Acquaviva. Per essere precisi, arriva mezzo Acquaviva; l’altrà metà tarda a raggiungere la palestra. Ogni due minuti Pasqua Salviola va alla porta per scrutare l’orizzonte. Immagino la scena adesso che arriveranno le ritardatarie; Salviola agiterà in aria il matterello: “Vi sembra questa l’ora di arrivare?! Questa squadra non è un albergo! Vi tolgo le chiavi e da domani non si esce per una settimana…”

Le giocatrici baresi hanno il nome di battesimo scritto sulla schiena, tranne una che sul numero 8 presenta la scritta “Ananas”. Almeno voglio sperare che non sia il nome di battesimo… Da un controllo sul verbale di gara, in effetti, risulta trattarsi di Anastasia Komarova.

Sull’altro fronte, anche il Taranto deve affrontare un primo problema: la maglia di Gisela. Il trattamento con la candeggina non ha avuto efficacia e la divisa di gioco della schiacciatrice appulo-argentina ha semplicemente assunto un colore più rosato mentre i bordi blu tendono ormai al violaceo.

Ogni tanto, pensando a questo blog, mi fermo a riflettere e mi chiedo con preoccupazione: riuscirò a trovare sempre l’ispirazione per scrivere cose originali? E se non accadesse più niente di particolare?

Bene, ringrazio questa squadra che mi permette di vivere ogni nuovo giorno come una sorpresa. Quando penso che tutto sia stato già scritto, ecco che capita una cosa nuova. Sempre più strana. Oggi è il turno della maglia bianca messa nella bacinella con le lenzuola rosse.

Mi chiedo a questo punto: si ha notizia di episodi simili nelle altre squadre? E’ mai successo, ad esempio, che la mamma di Westphal abbia lavato la maglia del figlio insieme a capi colorati o che la figlia di Rivaldo abbia inguacchiato la maglia del padre giocando con i colori a spirito? A me non risulta.

Diego, pensaci bene… Diego, rifletti…!

Sta di fatto che la maglia numero 9 è ormai inutilizzabile. Nessuno l’ha comprata su eBay e a questo punto potremmo regalarla proprio al libero dell’Acquaviva visto che il colore è identico.

Il punto adesso è: quale maglia indosserà Gisela? Ci sarebbe la maglia numero 18 di Marika, la soluzione più naturale. E’ appartenuta ad una schiacciatrice, 18 è il doppio di 9 e soprattutto 18 può diventare 9 aggiungendo un più tra l’1 e l’8. Siccome, però, si tratta di una “maglia ingravidante”, coach Marcello pone il veto: se resta incinta pure Gisela siamo rovinati. E questo vale pure come avvertimento per una certa persona il cui nome è lo stesso del più grande calciatore del mondo.

Gisela indossa la maglia numero 4 mentre la 18 è in ballottaggio tra Priscilla e Simona. Alla fine il coach decide che a correre il rischio di restare incinta sarà Simona, anche se l’addetto agli arbitri non è molto d’accordo.

Così impara ad asciugare il portadocumenti sul mio giaccone.

Possiamo finalmente passare alla partita, non prima, però, di aver fatto menzione dell’allenatore in seconda del Taranto, Angelo Soranno, che abbiamo immortalato nella foto qui sotto. Come scavalca lui le transenne non le scavalca nessuno; la prossima foto lo rappresenterà mentre ripropone la pubblicità di Olio Cuore.

Formazioni.

Il Taranto di Marcello Presta schiera Alessandra Certa in regia, Silvia Mastandrea opposto, Gisela scialacomo e Ivana Gallo Ingrao laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Simona Leone libero.

In panchina: Katia Taddei, Giulia Basile, Angela Stufano, Simona Mereu e Priscilla Pisani.

L’Acquaviva delle Fonti: Nicla Marzano palleggiatrice, Raffaella D’Ambrosio opposto, Paola Armenise e Pasqua Salviola laterali, Marianna Lopane e Angela Ceo centrali, Daniela Caricato libero.

A disposizione di coach Francesco Bruno: Cesaria Ursini, Anastasia Komarova, Mary Miale, Ezia Salamida e Federica Marchesini.

Primo set

Un attacco fuori e un malinteso in fase di costruzione del gioco (0-2), recuperiamo con Gisela e Silvietta (3-2), ma poi mandiamo fuori una battuta ed un altro attacco (3-4). L’avvio di partita è sintomatico di quello che ci aspetta: un Taranto impreciso, confusionario e sempre in affanno.

Quando inizia a giocare anche l’Acquaviva sono cavoli amari: D’Ambrosio mette a terra un pallonetto ed un servizio vincente ed anche Ceo invia inequivocabili segnali di essere in buona forma (7-11).

In economia la sigla CEO indica Chief Executive Officer, in pratica amministratore delegato. Ora, però, non so dire se Ceo sia il cognome della brava centrale barese oppure la carica rivestita nell’organigramma.

Grande Ale, prima a muro e poi direttamente in battuta (9-11).

Sbaglia qualcosa anche l’Acquaviva e Silvietta, con due attacchi consecutivi, regala sollievo a un pubblico fino a quel momento piuttosto perplesso (14-12).

Nel difendere una cannonata tarantina, D’Ambrosio centra il neon del soffitto. Se non se ne accorge nessuno fino a lunedì, magari si potrà pensare che siano stati gli alunni del Maria Pia durante un’ora di educazione fisica, ma purtroppo mai come stasera Ugo non si è perso un solo scambio del match.

La partita non sarà ricordata negli annali della pallavolo mondiale; tra un errore e l’altro, comunque, arriviamo sul 21-17. Qui subentra l’autolesionismo delle biancoblu: Armenise va a segno e poi commettiamo una disdicevole sequela di errori (21-22).

Ahimé, tra questi c’è anche un tocco di seconda di Ale che finisce in rete. E’ una sensazione bruttissima. E’ come se al ristorante ti porgessero una mousse al cioccolato e poi, quando già i neuroni assaporano il piacere, il cameriere ci sputasse dentro.

La pipe di Gisela ha l’effetto di un’aspirina e il muro di Silvia, dopo un magnifico salvataggio mano a terra di Ivana, sembra mettere le cose a posto (24-22).

Sembra.

Angela Ceo annulla il primo set-point con una bomba che colpisce in mezzo ai sensi una nostra giocatrice (seguita dalle pronte scuse dell’amministratore delegato).

La stessa Ceo inventa un perfido servizio che atterra in posto quattro ed è seguito da un efficace mani-fuori di Salviola (24-24).

Seguono due attacchi fuori seguiti, invece, da qualche jastèma del pubblico locale (24-26).

Secondo set

Il Taranto che ritorna in campo sembra più determinato: Gisela va a segno per tre volte, Cristiana mura e palleggia, Silvietta completa l’opera (6-1).

Errori in battuta e palloni regalati (10-7); anche l’Acquaviva adesso sta giocando maluccio, il che è un bene per noi ma è un danno per lo spettacolo, già poco esaltante.

Viviamo di rendita del buon avvio di parziale; soltanto Silvietta, con 6 punti personali in questo set, regala soddisfazioni, ma anche Ivana sta offrendo un buon contributo con ulteriori salvataggi difensivi.

Il gioco langue. Meglio distrarsi con la tribuna dove c’è Paoletta che è sempre più bella.

Sul 18-13 Alessandra ripropone la mousse al cioccolato e questa volta non ci sputa sopra. Che magia.

A vivacizzare il set sono le proteste, che ormai tendono a susseguirsi su entrambi i fronti in modo – direi – equo.

Brividi di terrore: spinto da una Salviola strepitosa, l’Acquaviva infila un break di 4 punti (21-18). E’ sempre la schiacciatrice barese a realizzare il punto del 22-19 con una pipe mani-fuori.

Silvietta e una doppia ospite ci portano sulla soglia del traguardo. D’Ambrosio annulla il primo set-point; coach Bruno reintroduce Armenise, che era stata sostituita da Ursini, e vorrebbe spedire in campo anche Mary ma la domanda arriva fuori tempo massimo.

Per l’ultimo attacco il Taranto si affida a Gisela e l’argentina non delude le aspettative (25-20).

Terzo set

Il terzo parziale del Taranto è forse peggiore dei precedenti. Acquaviva passa in vantaggio per 0-3 e poi la nostra partita segue questo copione: un punto e un errore punto (ne elargiremo 10 nel solo parziale).

Ci si attende la svolta, il guizzo, la continuità capace di valorizzare tutte le energie spese (in parte) invano e invece sono le ospiti a premere sull’acceleratore: break da tre con Lopane, D’Ambrosio e Armenise (9-13).

Se l’Oria, nostra ospite due settimane fa, sembrava un esercito con divise perfettamente uguali (incluse le ginocchiere rosse, abbinate ai pantaloncini), l’Acquaviva si mette in evidenza per l’originalità delle scarpe che abbracciano tutte le tonalità dell’azzurro. In più c’è Angela Ceo che utilizza le scarpe del bowling.

Finalmente Taranto inizia a giocare in modo conforme alle proprie potenzialità: Ivana, Silvietta e Cristiana permettono il recupero (18-17), ma il vero incubo inizia adesso. Ale è insolitamente fallosa e l’Acquaviva va a segno da sinistra e dal centro (18-21).

Ivana arresta temporaneamente il tracollo ma è solo un’illusione perché le ospiti ci appioppano la mazzata finale. Gli ultimi due punti sono un ace-culo di Mary Miale, donna della provvidenza, e un muro del Chief Executive Officer (19-25).

Quarto set

Taranto dal rendimento altalenante: dopo il black-out della seconda metà del terzo set, adesso è il momento buono. La consapevolezza di aver già perso un punto sprona le ragazze a darci dentro: difendiamo come si deve, muriamo con Cristiana e poi c’è Gisela che conferma il suo rendimento eccellente (10-4).

Continuiamo a sbagliare in attacco, ma Silvia e Silvietta incrementano il vantaggio e la sola Salviola sembra in grado di replicare (17-9).

Girandola di sostituzioni per le ospiti. Entrano tutte o quasi: Ananas Komarova, (Lucr)Ezia Salamida, Mary Miale e Cesaria Ursini.

Perché non anche Marchesini, poverella?

Bisogna dire che le riserve non si limitano a fare atto di presenza in campo, ma realizzeranno ciascuna i propri buoni punti.

Comunque, Gisela non si ferma più ed anche Silvietta regala perle di bravura, come il pallonetto che vale il 20-11.

Acquaviva ritorna in partita ma ormai il set è in cassaforte; si tratta solo di amministrare fino al 25-15.

Tie-break

Si è fatto tardi e lo sa bene Gisela che rischia di perdere l’aereo. A proposito, buon viaggio! Divèrtiti, fai tante foto in quel meraviglioso Paese ricco di fascino e di suggestioni, mandaci una cartolina. Allènati. Portaci i dolci. Alla fine del matrimonio raccogli gli avanzi dicendo che sono per il cane.

Certo che tra ora solare e fusi orari tutti in un giorno… Se Gisela sistema l’orologio con la stessa attenzione con cui fa il bucato, partirà il 25 ottobre e arriverà il 5 settembre…

Intanto, comunque, ci sta conducendo verso la vittoria e questo è l’importante (4-2). Ace di Armenise con una ricezione di Ivana che mi ricorda quella del lontano 5 aprile 2006 proprio con l’Acquaviva… Beh, a parte questo episodio isolato, bisogna dire che stasera Ivana in difesa ha compiuto una serie incredibile di salvataggi.

Secondo tocco di Ale. Un’altra mousse (6-4).

A questo punto Pasqua Salviola, sorta di giocatrice e non solo di giocatrice, gela il Maria Pia: due punti che si sommano a quello dell’amministratore delegato e le ospiti passano avanti (6-7).

Ancora una mousse di Ale, poi un muro di Ivana e poi un punto furbetto di Silvietta che trova un buco in corrispondenza del posto cinque avversario (9-8). Sta diventando pure smaliziata la creatura.

Acquaviva ancora in vantaggio grazie al pallonetto di Armenise (10-11).

Poi, finalmente, scocca l’ora di Gisela. Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo. Lei è una di quelle giocatrici che, come si suol dire, escono sempre dal parquet con la maglia sudata. E pure macchiata.

Non solo: si stanno anche staccando i nastri taping dalle braccia. In questo momento Gisela sembra la protagonista di uno di quei film in cui gli zombie escono dalle tombe scrollandosi dalle braccia le ragnatele e i frammenti di tessuto dei vestiti.

Uno-due-tre! Un attacco meglio dell’altro e poi c’è anche la ciliegina del muro di Cristiana (14-11).

Acquaviva non si arrende mai: punto del Chief Executive Officer e palletta di Salamida, subentrata a Marzano per alzare il muro (14-13). Oltre al muro delle ospiti, si alza anche la preoccupazione sugli spalti, ma è nuovamente la fantastica laterale appulo-argentina a dire l’ultima parola in questa partita: 15-13!

Bah, più ombre che luci: molti errori-punto (28), molte battute sbagliate (11), gioco un po’ confuso e paurosi cali di tenuta. In compenso, c’è stata la capacità di raddrizzare una partita che poteva avere un esito ancora più triste e poi la prestazione di Gisela è stata imperiosa.

Non dimentichiamo i meriti dell’Acquaviva, squadra tutt’altro che in crisi ed anzi particolarmente cazzuta e vivace.

E infine due punti in classifica che però non tolgono i dubbi sulle nostre potenzialità: chi siamo? Dove possiamo arrivare?

Passiamo alla fava e allo scuèrcele.

SIMONA: Felicitazioni in anticipo per l’imminente gravidanza. Tanti cari auguri.

ALE: Sì, tre tocchi di seconda li ha spinti a terra. Però quello che è finito sulla rete è stato per me un trauma sconvolgente che difficilmente riuscirò a risolvere…

Tabellino: TARANTO-Acquaviva delle Fonti 3-2 (24-26, 25-20, 19-25, 25-15, 15-13).

Taranto: Zonca 12, Taddei NE, Scialacomo 28, Gallo Ingrao 12, Basile NE, Renna 6, Stufano 0, Mastandrea 18, Certa 5, Mereu NE, Pisani NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 3, errori in battuta 11, muri-punto 10.

Volley 2000 Acquaviva: Lopane 5, Armenise 10, Ursini 1, Ceo 11, Marzano 3, Komarova 1, Miale 1, Salamida 1, D’Ambrosio 14, Salviola 14, Marchesini NE, Caricato (L) – All. Bruno.

Aces 7, errori in battuta 9, muri-punto 4.

Arbitri: Luca Garzia (LE) e Dario Murra (BR).

Durata set: 27’, 27’, 26’, 24’, 18’ – Durata totale dell’incontro: 2.14’.

Altri risultati: Sarno-Oria 3-1, Arzano-Centro Ester NA 3-1, Molfetta-AS Benevento 3-0, Accademia BN-Battipaglia 1-3, Livi Potenza-Leonessa Altamura 3-0, San Pietro Vernotico-Salerno 3-0, V.Altamura-ASCI Potenza 0-3.

Classifica: Sarno 16; Centro Ester NA 14; Arzano 13; Battipaglia, Molfetta, ASCI Potenza e San Pietro Vernotico 12; Leonessa Altamura e AS Benevento 11; TARANTO 9; Oria 6; Accademia BN e Livi Potenza 5; Acquaviva delle Fonti 4; V.Altamura 2; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

Con una multa da 200 euri Oria balza in testa alla classifica. La sanzione è dovuta alle intemperanze di un tifoso che ha lanciato un oggetto contundente contro l’arbitro, non colpendolo, e poi ha minacciato e offeso lo stesso direttore di gara.

Prossimo turno: Salerno-TARANTO, sabato 31 ottobre 2009, ore 17.00.


eBAY FADINI (1) – LA MAGLIA DI GISELA

24 ottobre 2009

Oggi inauguriamo una nuova rubrica: “eBay Fadini”.

Il noto e caratteristico mercato di via Leonida angolo via Principe Amedeo offre il nome a quello che dovrebbe diventare una specie di mercatino dell’usato pallavolistico.

Il primo pezzo che mettiamo all’asta è una maglietta della nazionale olandese. Non sappiamo come se la sia ritrovata fra le mani la nostra schiacciatrice Gisela Scialacomo; in ogni caso adesso la maglia non le serve più, neanche per gli allenamenti.

La taglia è XL, il numero è il 9 e il colore ovviamente è l’arancione. E’ quasi nuova: è stata usata soltanto cinque volte ed è sempre stata lavata in lavatrice con uno speciale detersivo che ne preserva il colore. Garantisce una media da 7,25 punti a set.

Gli interessati possono contattare la schiacciatrice all’indirizzo della società che troverete sull’annuario. Si parte da un’offerta di euri 30.


SCHIACCIATE E MOLTIPLICATEVI

22 ottobre 2009

Lo sport e la vita sono al centro della nuova enciclica di Benedetto XVI, Ludus et vita.

Da tempo la Chiesa Cattolica si accosta con attenzione alla pratica sportiva a cui ha già dedicato diversi documenti. In essi lo sport è indicato come “una delle realtà più importanti per l’edificazione della civiltà dell’amore e della pace”. [1]

Si ricorderà, inoltre, il grande Giubileo degli sportivi del 2000, ulteriore occasione per focalizzare l’interesse del clero verso le discipline sportive, senza contare l’istituzione di un Ufficio Nazionale della CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport e senza contare soprattutto le attività degli oratori e delle organizzazioni come il CSI che si propongono di trasmettere ai giovani praticanti i valori della fede oltre che quelli “olimpici”.

Eppure c’era un tarlo nei pensieri di Sua Santità.

Eppure gli effetti dello sport sul benessere fisico e psichico degli atleti non bastavano a colmare la preoccupazione verso un aspetto dello sport che papa Ratzinger riteneva deprecabile.

L’enciclica Ludus et vita esprime apertamente questa inquietudine.

Lo sport contribuisce all’edificazione della civiltà dell’amore e della pace, e su questo ci siamo, ma quando sull’altare della pratica sportiva si sacrifica il valore della vita, frutto essa stessa dell’amore, allora vuol dire che qualcosa non va. In sostanza, il papa si scaglia contro le donne che rimandano la scelta della maternità sacrificandola alla continuità agonistica ed alla carriera.

“Non è bene – scrive Benedetto XVI nella Ludus et vita – che le atlete rinuncino a donare la vita per perpetuare lo svolgimento dell’attività agonistica. La donna – e dunque anche l’atleta – è chiamata a costruire quel santuario della vita le cui fondamenta sono costituite dall’amore tra l’uomo e la donna.

E’ esclusa dalla dottrina della Chiesa Cattolica ogni azione volta ad impedire la trasmissione della vita e quindi la procreazione. E per azione non si intende il mero ricorso alla contraccezione ma la stessa volontà di opporsi o di rinviare il progetto di una maternità responsabile. Lo scrisse Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae.

Spesso, invece, le atlete subiscono le pressioni castranti di dirigenti e allenatori senza scrupoli che le pongono dinnanzi al ricatto della prestazione o della carriera. Servono norme che sappiano tutelare la maternità anche in campo sportivo, ma serve soprattutto una nuova cultura che sottragga le donne alla tentazione secolare dell’egoismo personale a cui viene sacrificata la missione principale del dono della vita e dell’accudimento dei figli.”

Questo era un passaggio dell’enciclica. Ma in occasione dell’udienza di mercoledì scorso papa Ratzinger, dopo aver additato come esempio il Trani (“dimostrazione che maternità e competitività possono coesistere”), è risultato ancora più esplicito e rivolgendosi ad una delegazione di giocatrici di pallavolo presenti in sala Nervi, ha concluso con l’invito: “Schiacciate e moltiplicatevi!”

Coach Presta, vincitore del premio Don Bosco 2007, ha criticato la posizione vaticana denunciando l’ennesima intromissione del clero in campi che dovrebbero risultare avulsi da ingerenze religiose.

Sembra, tuttavia, che l’enciclica sia stata letta, studiata e presa fin troppo alla lettera nell’ambiente biancoblu. Voci incontrollate riferiscono di una schiacciatrice che risulterebbe già incinta ed almeno tre sue compagne sarebbero pronte a seguirne l’esempio (il libero titolare e due centrali, una delle quali si sarebbe già sottoposta all’ecografia).

Nello spogliatoio, infine, è stato scoperto e sequestrato un volantino elettorale della deputata Paola Binetti nascosto dietro l’appendiabiti.

Di fronte all’improvviso dilagare di questa crociata per la vita, la società sta tentando di correre ai ripari: probabile l’allestimento in palestra di distributori automatici di preservativi; è stato inoltre ordinato ad una ditta talebana un set di cinture di castità comode, pratiche e leggere.

NOTE:

(1) Uff. Naz. della CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport, Il Papa agli sportivi, Paoline Editoriale Libri, Torino, 2001, pag. 21.


BATTIPAGLIA-TARANTO 3-1

19 ottobre 2009

Domenica 18 ottobre 2009 – ore 18.00

Finalmente le giocatrici del Taranto indossano tute uniformi: parte superiore bianca con bordi blu, pantaloni blu con scritta “Faame” in bianco. Una scritta molto rappresentativa.

Ed anche il riferimento alla Magna Grecia è coerente con lo spirito del roster, laddove per “Magna” non si intende “grande” ma si intende la terza persona singolare del verbo magnare.

Sarà per l’orario, ma dopo appena due minuti che siamo saliti sul pulmino di Eustacchio già vengono aperti i primi panini.

Per riscaldarli qualcuna suggerisce di usare la tecnica involontariamente sperimentata dall’emigrante Amitrano nel film Bianco, rosso e Verdone, ossia panino per mezz’ora sotto l’ascella e tanti saluti al forno a microonde. Senza contare l’arricchimento aromatico.

Preferisco fermarmi qui per adesso, ma anche oggi gli argomenti tenderanno a non essere particolarmente filosofici.

Cristiana trova una cosa che le piace in un autogrill, ma ha dimenticato il borsellino sul pulmino. Le prometto che al ritorno gliela regalerò io a condizione che muri almeno tre volte una certa giocatrice del Battipaglia che non è Casale né Lombardo né El Gamal né Borrelli né Montemurro.

E’ un’altra, però, la grave dimenticanza del sottotenente. Ha lasciato a casa l’amuleto che tanto bene si era comportato con il Potenza e con l’Oria. Se stasera le cose andranno male, sappiamo già di chi sarà la colpa…

Battipaglia. Ecco il rondò dove si può abbandonare e poi ritrovare tranquillamente il telefonino ed ecco il bel palazzetto asimmetrico. Il tetto è spiovente. Se ricevi alto verso la parte più bassa, corri più rischi che il pallone finisca sul soffitto. A proposito, anche qui ci sono i palloni nuovi e in più non ci hanno ancora scritto sopra il nome della squadra.

Contrariamente a quelli del San Pietro, i palloni del Battipaglia potrebbero quindi essere rubati e ricettati più agevolmente.

Ma le nostre attenzioni vengono subito distolte dalla grande organizzazione di coach Nello Caliendo, che ha uno schemino (colorato) con le rotazioni e ne fa dono a Marcello così quest’ultimo potrà evitare in futuro di mandare in tilt la panchina come successe a Potenza.

Durante il riscaldamento le istruzioni alle padrone di casa vengono direttamente impartite dalla capitana Lombardo. Sembra una kapò. A proposito, oggi la sorella viene a giocare da queste parti, a Pontecagnano, ma Tatiana non rinuncia alla partita. Io le avrei consigliato il contrario; quando ricapita un’occasione così per salutare la sorella lontana? Niente da fare. E’ proprio vero che la famiglia non è più un valore.

Chi, invece, crede che la famiglia sia un valore prevalente sulla pratica agonistica è l’ex-libero della squadra campana, Marianna Granozio, presente sugli spalti e giunta all’ottavo mese di gravidanza. Sarà un maschietto.

Formazioni.

Mister Nello Caliendo propone Rossana Montemurro in palleggio, Tatiana Lombardo e Sara Casale schiacciatrici, Valentina Borrelli e Ratiba El Gamal centrali, Anna Maio libero (c’è il turn-over con Marianna: un anno è incinta una, un anno è incinta l’altra).

In panchina: Valentina Fusco, Emanuela Morone (che secondo me è bravissima e potrebbe giocare da opposto titolare), Giusy Palladino, Gerarda Giello e Federica Buonocore.

Taranto con lo stesso sestetto del derby: Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Ivana Gallo Ingrao schiacciatrici, Cristiana Zonca e Angela Stufano centrali, Simona Leone libero.

A disposizione di coach Marcello Presta: Katia Taddei, Silvia Renna e Simona Mereu.

Arbitrano due signori con cui abbiamo sempre perso. Ma è solo un’amara curiosità statistica; stasera dirigeranno una partita praticamente senza contestazioni. Saranno “trasparenti” e questo per gli arbitri non è certo un difetto.

Primo set

Sblocca il punteggio un magistrale primo tempo di Valentina Borrelli, una delle migliori centrali della categoria, una ragazza straordinaria.

Replica Silvietta e si va avanti in un equilibrio praticamente perfetto: solo break da due punti, se vogliamo chiamarli break, ed errori punto che si contano sulle dita di una mano.

Nel vero senso della parola.

Il sesto errore-punto delle due squadre, messe insieme, arriva al trentesimo scambio, sul 19-20. Senza il rally point system in quel momento saremmo ancora sul punteggio di 4-5. Forse qualcosa non va nelle difese, ma io tendo a credere che sia più bravura e concentrazione delle attaccanti.

E’ una bella partita, molto tecnica. Battipaglia manda a segno tutte le bocche di fuoco, soprattutto Casale e Lombardo, e valorizza il grande talento di Borrelli (3 punti personali in questa fase). Nel Taranto si mette in evidenza Ivana, che mette a terra quattro palloni.

Arriva nel palazzetto un signore che somiglia a Vinicio Capossela. Invece di cantare Ovunque proteggi, si impone come miglior urlatore della serata in una posizione di sostanziale monopolio. Bisogna dire che è un tifoso-positivo, non è un tifoso-contro; urla solo incitamenti alla propria squadra e mai una sillaba contro le ospiti. E’ simpatico; lo invitiamo ufficialmente a Taranto.

Sul 16-17 c’è un muro di Cristiana sull’opposto battipagliese, il primo, e così siamo finalmente avanti di due punti. Nello chiama immediatamente il time-out.

Il pareggio non tarda ad arrivare, grazie ad un’atleta che da lontano non riesco ad individuare (19-19), ma è ancora Cristiana a porre due lunghezze di distacco. Basteranno?

Proprio sul 21-22, nel momento più importante, l’unico break da tre del parziale: muro di Ale, muro di Silvietta (in entrambi i casi collabora Angela) e attacco sulla rete di Dello Monaco (21-25).

Che incontro tirato e intenso. Che bel gioco.

Secondo set

Errore in battuta delle ospiti (evento rarissimo; appena due nell’intero incontro), muro di Cristiana e siamo sul 0-2. Visto l’andazzo del primo set, è un bel patrimonio da gestire…

La musica, però, adesso cambia leggermente.

Prima Casale e poi un’ispiratissima Lombardo favoriscono un allungo significativo (11-7). Dopo San Pietro l’avevamo pensato (e scritto): per qualche giocatrice questa sarà la partita del riscatto ed eccole qua.

C’è un cambio nel Taranto: Marcello rischia la carta Renna (ancora fresca di ecografia) che si presenta con un errore in battuta (14-10) ma poi saprà farsi perdonare.

Battipaglia dilaga con un ace di Montemurro, sempre molto positiva, e un primo tempo di El Gamal, oggi non brillantissima ma sempre simpatica e comunque il suo lavoro l’ha fatto. Con un pallonetto e due muri di un’attaccante della squadra locale si arriva al 22-13.

Qui è Silvia che tenta il miracolo e per poco non ci riesce: quattro punti personali in un break da cinque e siamo 23-19.

Battipaglia, però, non perde la testa e controlla la conclusione del parziale (25-19).

Terzo set

Nello non ha ancora effettuato un solo cambio. Secondo me, lo sta facendo apposta perché non vuole dare soddisfazione a Marcello.

Parte bene Battipaglia con Lombardo e Casale in grande condizione e con una difesa sempre più solida (13-8).

Ci sono giocatrici efficaci, ci sono giocatrici eleganti e ci sono giocatrici efficaci ed eleganti allo stesso tempo. Sara Casale appartiene a questa terza categoria. Quello che più mi piace di Sonia è l’atterraggio. Sì, l’atterraggio. Dopo aver menato la sua bomba, infatti, la ragazza atterra e si coordina con movimenti molto leggiadri ed armonici. Che classe.

Il gioco del Taranto, invece, ha perso un po’ di densità: Ivana e Silvietta adesso hanno difficoltà a mettere la palla a terra mentre le centrali sono ben attenzionate (come scriverebbero i Carabinieri) dal muro locale. La povera Ale prende atto che l’unica exit-strategy possibile in questa fase si chiama Gisela Scialacomo.

Cavolo, quanti paroloni che sto usando: densità di gioco, exit-strategy, attenzionate… Le ripeterò ogni settimana.

La nostra schiacciatrice appulo-argentina sta disputando un incontro maestoso e negli ultimi due set realizzerà la bellezza di 18 punti (a parte gli 11 palloni già messi a terra). Cifre da fenomena.

Sul 15-9 ribaltiamo una situazione che sembrava particolarmente critica con un parziale di 1-8: quattro punti sono di Gisela, uno di Silvietta e c’è anche Ale piuttosto vivace sia a muro che con il suo secondo tocco fatato.

Si arriva così al 17-20.

Ecco il primo cambio di Nello, che osa sostituire l’amica mia con Federica Buonocore. Come si permette?! Rimitt’ ‘ngampo a Valentina o mo t’ fazz’ ‘a contestazione…!

Lombardo e Casale firmano la rimonta (21-21), ma Gisela sfodera una delle sue pipe che valgono nuovamente il vantaggio e soprattutto l’occasione di chiudere vittoriosamente anche questo set (21-23).

Ci manca la giusta cattiveria mentre Battipaglia, ancora una volta, dimostra una grande padronanza di nervi e non sbaglia nulla. Purtroppo spediamo fuori un lungolinea e poi non riusciamo a trovare le mani del muro avversario nell’ultimo, scomposto assalto (23-25).

Quarto set

Agghiacciante l’avvio del quarto parziale: 8-0 e questa volta la premiata ditta Lombardo & Casale ci mette solo lo zampino ma il grosso del lavoro lo realizza Federica Buonocore. Un tempo c’era un bravo cantautore napoletano che si chiamava Nino Buonocore e che aveva l’inconsueta caratteristica di non cantare in dialetto. Chissà che fine ha fatto. Che siano parenti? Le tue chiavi non ho…

Gisela blocca il tracollo, Cristiana mura Dello Monaco, ma Casale e Lombardo riprendono a martellare una difesa che pure si sta comportando egregiamente. Stiamo contando i punti di Casale (e sono tanti: 22), ma ci sono anche palloni difesi che meriterebbero una stele celebrativa: “Qui Simona Leone ha eroicamente tenuto in campo una perfetta diagonale di Sara Casale”.

Purtroppo, però – come cantava Buonocore – le chiavi non abbiamo per entrare nel campo avversario. Cioè, Gisela ce le ha, ma non ha fatto il duplicato per le compagne.

Zitti zitti, comunque, siamo arrivati al 14-11. C’è un altro muro di Buonocore ma anche qualche imprecisione offensiva della centralona campana.

Imprendibile la bomba di Casale che vale il 16-13, ma un’epica Gisela mette a terra una doppietta e sfioriamo così il pareggio (16-15).

Palletta Casale, ace Montemurro e mani-fuori Casale; la cosa si complica nuovamente (19-15).

La stella di Paranà schiaccia il settimo punto del parziale, poi però va in seconda linea.

Incredibile: anche da dietro continua a fare punti con le pipe. Ormai il Taranto segue uno schema fisso: proviamo a murare con Cristiana, difendiamo quello che possiamo e poi palla a Gisela e se la vede lei.

La cosa regge fino al 22-20, poi Montemurro spinge sulla collega di ruolo un pallone che non riusciamo a difendere e Lombardo realizza un ace che vale oro (24-20).

Silvia annulla il primo match-point con un magnifico pallonetto mani-fuori.

Cristiana annulla il secondo opponendo il terzo muro personale a Dello Monaco (il che le vale il premio-Trombetta quando ci fermeremo in autogrill).

Capossela invita alla calma e alla determinazione. Viene ascoltato perché un’autorevole Sara Casale pone legittimamente e meritatamente la propria firma in calce partita (25-22).

Una bella partita. Il risultato è giusto e brillano i meriti del Battipaglia piuttosto che i demeriti nostri. Tra questi ultimi forse c’è solo la mancanza di cattiveria nel terzo set (17-20 e poi 21-23) e il black-out all’inizio del quarto (anche se poi, rientrati in partita, l’impresa l’abbiamo sfiorata).

Ci resta la consolazione delle mozzarelle di bufala (che dovrò difendere da dodici tentativi di furto in tre ore e mezza), quella del rientro in campo di Silvia dopo l’infortunio e la gradevole consapevolezza di disporre di un’attaccante stellare come Gisela. Una… forza della natura che in quanto tale va lasciata libera di esprimersi.

A proposito, sull’esempio di Maradona, anche la nostra laterale prova a cimentarsi come allenatrice e propone l’entrenamiento secondo Gisela: quattro ore di allenamento due giorni prima della partita e riposo assoluto alla vigilia.

Il venerdì (o il sabato) libero rappresenta una buona base di discussione per il resto della squadra, ma vengono espresse perplessità circa le quattro ore dell’antivigilia.

“State tranquille, ragazze” – puntualizza Gisela. “Si dice quattro ore, ma in realtà un’ora se ne va col riscaldamento, un’altra ora con esercizi blandi (lei usa un’altra parola che inizia con la c e che forse sarebbe piaciuta al pibe de oro), mezz’ora di – …omissis… – e alla fine resta un’oretta e mezza scarsa…”

Da questa settimana sperimentiamo una nuova rubrica, sfacciatamente copiata da alcuni quotidiani. Indicherò quelle che a mio insindacabile giudizio saranno state la nota più positiva e quella più negativa della partita. La migliore e la peggiore. Semaforo verde e semaforo rosso.

Io direi che potremmo riferirci al noto proverbio dialettale, “Non mischiare scuèrcele e fave”, e indicheremo lo scuèrcele e la fava di ogni partita.

GISELA: 29 punti in 4 set (già questo basterebbe) e in più anche un futuro da allenatrice.

CRISTIANA: Ha dimenticato l’amuleto a casa. Ma come si fa? Sì, ha 6 muri-punto all’attivo, ma è lei la responsabile di questa sconfitta per il motivo appena espresso.

Tabellino: Battipaglia-TARANTO 3-1

Battipaglia: Borrelli 8, Fusco 0, Morone NE, Lombardo 20, Montemurro 6, Palladino NE, Casale 23, Giello NE, El Gamal 2, Buonocore 6, Maio (L) – All. Caliendo.

Aces 7, errori in battuta 2, muri-punto 6.

Taranto: Zonca 11, Taddei NE, Gallo Ingrao 5, Scialacomo 29, Renna 7, Stufano 1, Mastandrea 8, Certa 4, Mereu NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 3, errori in battuta 7, muri-punto 12.

Arbitri: Andrea Giova (AV), Daniele Botti (NA).

Durata set: 22’, 26’, 28’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.55’.

Altri risultati: Centro Ester NA-V.Altamura 3-0, Sarno-Molfetta 3-0, AS Benevento-Arzano 3-2, Leonessa Altamura-Accademia BN 3-0, Acquaviva delle Fonti-San Pietro Vernotico 0-3, ASCI Potenza-Salerno 3-1, Oria-Livi Potenza 2-3.

Classifica: Centro Ester NA 14; Sarno 13; Leonessa Altamura e AS Benevento 11; Arzano 10; San Pietro Vernotico, ASCI Potenza, Battipaglia e Molfetta 9; TARANTO 7; Oria 6; Accademia BN 5; Acquaviva delle Fonti 3; Livi Potenza e V.Altamura 2; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

I cessi e gli spogliatoi. Sono i cessi e gli spogliatoi la maledizione di Benevento, in particolare gli spogliatoi degli arbitri. La prima multa per l’Accademia (da euro 40,00) è dovuta infatti alla mancanza della chiave dello spogliatoio degli arbitri, oltre che per un servizio di asciugatura insufficiente.

Tutto questo mi ricorda l’indimenticato Massimo Troisi di Ricomincio da tre nella scena del bagno, quando si lamenta con Frankie della mancanza della chiave.

“E’ che io nun riesco a fa’… Cioè, mi blocco… Sto… Cioè, pure int’ ‘e gabinetti pubblici nun riesco mai a… Tengo sempre paura che entra qualcuno e mi blocco”

“Ma se ci siamo noi due soli… Io so che tu sei dentro!”

“Ah, già”.

Prossimo turno: Taranto-Acquaviva delle Fonti, sabato 24 ottobre 2009, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ – 24

17 ottobre 2009

Oggi inizia il campionato di serie C.

Compatibilmente con i nostri impegni, cercheremo, di tanto in tanto, di aprire qualche “finestra” sulla categoria visto che ci sono molte amicizie a cui rivolgiamo un caloroso in bocca al lupo.

Per ragioni storico-geografico-affettive è evidente che seguiremo con particolare interesse il cammino della Tempesta. Alla guida della squadra è stato confermato il Velasco dei Due Mari, Davide Monopoli, mentre il roster mi sembra una sapiente armonia tra conservazione e rinnovamento.

Le rossoblu di Luca Passaro dovranno rinunciare alle schiacciate di Désirée Fiore, così pesanti per la promozione dell’anno scorso (forza Desi!); in compenso è arrivata l’ex-Palafiom Sonia Tinelli con la sua potenza, la sua esperienza e la sua indiscussa simpatia.

Da tenere d’occhio anche la centrale cubana Adriana e il “clan delle fasanesi” che, prima ancora di modificare l’assetto tecnico della squadra, ne ha già arricchito l’idioma introducendo una sfilza di sangu nel patrimonio lessicale-jastemologico.

Confermata la capitana Francesca Cosa e qui sorge il grande quesito dell’umanità. Perché Francesca viene chiamata Cocca invece di Cosa?

Per anni ho pensato che Cocca fosse il vero cognome e se mi fossi occupato dei comunicati-stampa all’epoca dei derby in serie C, sicuramente l’avrei indicata come Cocca visto che il ricorso a questo soprannome era ed è sistematico e assoluto.

Qual è, dunque, l’origine storica della trasformazione da Cosa a Cocca?


LE VITE DEGLI ALTRI: SAN PIETRO VERNOTICO-BATTIPAGLIA 3-1

15 ottobre 2009

Non posso andare a vedere una partita senza che mi venga richiesto un resoconto; a questo punto facciamone una rubrica più o meno fissa.

“La partita degli altri” che andiamo a vedere è San Pietro Vernotico-Battipaglia. Il calendario è stato benevolo da certi punti di vista, inviando a San Pietro o a Oria (che giocano di domenica) molte delle nostre avversarie nell’imminenza delle partite contro di noi.

Ma lo scopo della trasferta è un altro.

Intanto, per l’ennesima volta, chiedo alla barista se si possa avere una mousse di caffé e per l’ennesima volta la ragazza mi risponde di no. Me ne scordo sempre. La prossima volta mi manderà direttamente affanculo.

Passiamo alla missione.

Punto uno: entrare nel palazzetto senza pagare. Due euro oggi, due euro domani… qua arriviamo a maggio senza un centesimo (finanziando, peraltro, la concorrenza). I dirigenti del San Pietro, fortunatamente, ci vengono incontro facendoci entrare dall’ingresso delle squadre. Tuttavia non si può fare a meno di passare dal cancello nei pressi della cassa e le occhiate che ci vengono rivolte sono simili a quelle dei controllori dell’autobus quando sgamano qualche “portoghese”.

Punto due: evitare di farsi vedere da Catia De Nicola finché non termina l’incontro. Se San Pietro perde, dovrò sgattaiolare via di nascosto; se San Pietro vince, potrò farmi vedere. Anzi, dovrò farmi vedere! A proposito, domenica io c’ero! Si sappia.

Punto tre: sostenere gli amici senza farsi notare dai nemici. In realtà, nemici non ce ne sono; non saprei per chi tifare questa sera. A San Pietro c’è Valentina, c’è Marcella, c’è la stessa Catia. Però a Battipaglia c’è Nello, c’è Bordy, c’è Tatiana.

E’ anche vero che a San Pietro c’è qualcuna che non è voluta venire da noi così come, d’altra parte, a Battipaglia c’è qualcuna che mi ha fatto uno sgarro. Beh, sarò neutrale. Anzi, potrei gridare “Forza Vale!” per tutta la partita. Se i battipagliesi mi guardano brutto, dirò che è per Borrelli; se mi guardano brutto i sanpietrani, dirò che è per De Mitri.

Ma quello che conta veramente è il punto quattro: dopo il richiamo degli arbitri di sabato scorso, occorre procurarsi almeno due palloni nuovi. Il riscaldamento è il momento più favorevole visto che ogni cinque minuti c’è un pallone che finisce nell’angolo (non presidiato) dei gabinetti. E’ fatta. Se fra due settimane qualcuno ci chiederà come mai c’è scritto “Skylo” sui nostri palloni nuovi, diremo che è il soprannome del direttore sportivo.

La partita è stata emozionante, anche se caratterizzata da qualche errore di troppo, soprattutto tra le ospiti. La vittoria delle brindisine è stata meritata e la ciliegina sulla torta è stata proprio l’ingresso in campo di Catia.

“Giochi?” – le chiesi tre settimane fa.

“Io? Noooooo! Do soltanto una mano in palestra…” – rispose.

S’ha viste. Le ultime parole famose. Buon per San Pietro, comunque.

A noi, però, interessava soprattutto guardare il Battipaglia, nostra prossima avversaria. Ecco, il Battipaglia ha dato la classica dimostrazione di grande squadra che ha vissuto una domenica al di sotto delle proprie possibilità. E’ la cosa peggiore che poteva capitarci perché di essere forti sono forti (e si è visto); in più adesso sono pure incavolate nere per la sconfitta e per la prestazione non ottimale di molte atlete. E con chi vorranno sfogarsi?

Ma noi ci faremo trovare pronti, e che cavolo!

Chiudo con una considerazione sull’A2 in cui ha esordito la nostra Vittoria Repice. Non solo ha giocato ma ha pure realizzato 10 punti. Siamo orgogliosi di lei e non dimentichiamo tutto quello che ci ha regalato lo scorso anno.

Qui, però, bisogna aggiungere una riflessione di Marcello. L’A2 è iniziata domenica; la B1 e la C non hanno ancora iniziato mentre noi si suda già da un sacco di tempo. Esattamente siamo già entrati nella quinta settimana. Marika in particolare. Non c’è giustizia a questo mondo.


TARANTO-ORIA 3-2

11 ottobre 2009

Sabato 10 ottobre 2009 – ore 19.00

Taranto-Oria, derby dei ricordi. Il riferimento è alle epiche sfide di serie C, ma soprattutto ai ricordi suscitati dalla presenza nella formazione brindisina di due nostre ex-giocatrici: Simona e Rossella.

Dopo la breve stagione del marketing d’immagine, ho la sensazione che quest’anno il core-business del Taranto sia tornato ad essere il “gioco giocato”. Siamo una squadra spartana; basti pensare al look. Le altre squadre si presentano sul parquet con tute e borsoni uniformi; tra le nostre ragazze c’è chi ha la tuta dell’anno scorso, chi la tuta di tre anni fa, chi la tuta degli All Blacks, chi la maglia del pigiama.

Per non parlare dei borsoni, le cui scritte abbracciano tutto l’Annuario della pallavolo 2007-’08: Massafra, Ostuni, Scafati…

Quando arrivo al Maria Pia sono in corso lavori di ristrutturazione. Ah no, è lo staff dell’Oria che sta piazzando la telecamera in una posizione strategica. A saperlo, avremmo potuto mettere a disposizione un ponteggio anche se nel caso specifico della squadra brindisina io avrei effettuato riprese ad altezza d’uomo da fondo campo. Alli vinti litri, come si dice nelle campagne della zona orientale della provincia…

Sorge un altro problema: i palloni non sono proprio conformi. Quest’anno bisognerebbe usare quelli più fichi, tutti gialli e blu. Giungiamo all’accordo che per questa volta usiamo ancora quelli vecchi, ma ritoccheremo le immagini con Photoshop in modo tale che in Federazione non se ne accorga nessuno.

La stessa Federazione in settimana aveva comunicato che ci sarebbe stato un minuto di silenzio inviando un fax direttamente a casa di Simona Leone onde evitare l’equivoco dell’esordio. Tre minuti di raccoglimento su quattro giornate di campionato; manco nel campionato di pallavolo irakeno…

In tribuna c’è una giocatrice olandese accompagnata da Tony Manero. Io l’avevo scritto l’estate scorsa che avevamo preso Debby Stam e nessuno mi voleva credere.

Aumentano i portafortuna per lo scaramanzometro: il segnapunti Enzo e il cagnolino di Giuseppe, ma in tribuna, nelle mani di Marika, c’è quello più importante.

Finite le chiacchiere, passiamo alle formazioni.

Nel Taranto non possono giocare Silvia Renna per via della caduta di domenica scorsa e Marika Guerri per via della… caduta di 3/4 settimane fa. La centrale è in panchina con Katia Taddei, Priscilla Pisani, Simona Mereu e la giovane under Giulia Basile.

Il sestetto di coach Marcello Presta è quindi formato da Alessandra Certa, Silvia Mastandrea, Gisela Scialacomo, Ivana Gallo Ingrao, Cristiana Zonca, Angela Stufano e il libero Simona Leone.

L’allenatore ospite, Massimo Parentela, schiera Lucia Sebastio in palleggio, Ida Taurisano opposta, Simona Mucci e Rossella Garaguso laterali, Mimma Ventruti e Monica Casalino centrali, Annamaria Tateo libero.

A disposizione: Annacarla Cozzetto, Francesca Parentela e Daniela Lonoce.

In tribuna la storia della pallavolo tarantina: Clara Clemente, Laura Passaro, Alessandra Passaro. Mi fa un certo effetto vedere Alessandra non-incinta. Vabbè, non tocchiamo questo tasto…

Ci sono anche Valentina Moro, Sonia Tinelli, Nazarena Presta e gli amici tifosi protagonisti di tante battaglie proprio in questa stessa palestra. Oggi sono venuti senza il tamburo rossoblu. Amma capìte tutte cose… Allora è per Rossella che venivate a fa’ ‘u tife, disgraziati…!

Con tante ex in campo e fuori, mi verrebbe da proporre una rimpatriata: la squadra attuale contro le ex-giocatrici, ma l’autorizzazione a modificare il programma non viene concessa.

Primo set

Si comincia con un riuscito tocco di seconda di Lucia Sebastio. Così, a freddo.

Simona-di-metallo incrementa il vantaggio e a nulla vale l’eroica mano stesa a terra da Leo.

Bisogna attendere l’1-8 per la reazione tarantina, ma lo spettacolo varrà il sacrificio dell’attesa.

Muro di Ale ed ace di Silvietta (4-8) e poi un break da quattro chiuso da un altro punto della nostra palleggiatrice (8-9). A parte Mucci a quota 3, le due alzatrici sono curiosamente le atlete più prolifiche fino a questo momento.

La marziana Taurisano atterra sul nostro pianeta realizzando il primo punto personale di una lunga serie, ma Ivana ed Ale, con un secondo tocco dei suoi, completano l’operazione sorpasso (11-10). Ci abbiamo messo meno delle più rosee previsioni.

A questo punto la partita prende una strana piega: le attaccanti dell’Oria si fanno un culo così ma le brindisine annullano tutto sbagliando una serie impressionante di servizi (7 nel solo parziale; 14 nell’intero incontro).

Sul 18-18 Ivana mette a terra due palloni d’oro; Rossella e Taurisano ottengono il pari (22-22) e poi chiudiamo con due falli delle ospiti ed un attacco efficace di Gisela nel mezzo (25-22).

Secondo set

E’ ancora Simona Mucci ad inaugurare il parziale (sarà così in 4 set su 5).

L’ultimo punto della precedente frazione era stata un’invasione delle brindisine; Gisela ritiene che anche in questo scambio ci sia stata una violazione di domicilio da parte della Sebastio: “E’ entrata con tutto il piede!”

Meh, vabbè, che razza di ospitalità è questa…?

Silvietta imita la marziana con una palletta ben piazzata e poi si scatena Gisela (6-5).

Entra prepotentemente in partita anche Monica Casalino mentre Ida Taurisano ci crea grossi problemi con il suo servizio lungo (8-13). Sonia, in tribuna, fa una previsione: il prossimo lo tira corto. Previsione azzeccata ma la marziana esagera un po’ e il pallone finisce in rete.

Serve molto bene anche Gisela, che trova un ace sporchino e permette a Silvietta di completare la rimonta (16-16).

Poi commettiamo qualche errore in attacco mentre Rossella e Taurisano non falliscono un colpo: è il break decisivo (16-21).

Tentiamo di recuperare con la schiacciatrice argentina, ma un mani-fuori di Rossella chiude la questione (21-25).

Terzo set

Magia di Ivana che mira al seggiolone dell’arbitro e riesce a centrarlo con un servizio preciso.

Ace di Silvietta (5-2).

Ho la vaga impressione che in battuta stiamo tirando sempre sulla stessa giocatrice. Non faccio nomi; dico solo che gioca da laterale, ha meritatamente vinto un’edizione di Miss Motors ed è riuscita a imporre l’utilizzo di ginocchiere rosse a tutte le compagne. Questa è una squadra che deve tenerci all’estetica.

La laterale in questione, comunque, si vendica in battuta perché crea grossi problemi alla nostra ricezione pur non servendo al salto come era solita fare con noi. Grazie alle sue battute e ai muri di Rossella e Ventruti, Oria si porta sul 5-7.

Inizia una fase emozionante ed intensa della partita con continui cambi-palla. Magnifica Silvietta, che schiaccia quattro palloni; molto bene anche Ivana.

Dall’altra parte vanno a segno Casalino e Mucci (12-14).

Break Taranto: Gisela, Ivana, errore ospite e Cristiana (16-14). Il sottotenente, finora poco prolifico, sta incrementando il proprio bottino personale. Molto efficace anche Simona Leone. E’ una bella partita.

Dopo un ace di Ale, Taurisano e Mucci riavvicinano l’Oria (21-20), ma a questo punto è il nervosismo che fa il proprio ingresso in campo. Proteste ospiti per una palla fuori di Taurisano e proteste ospiti per una palla dentro di Gisela; ne consegue un’ammonizione che offre al Taranto quattro palle-set.

Basta la prima perché le brindisine spediscono un attacco sulla rete (25-20).

Quarto set

Pittoresco il servizio di Monica Casalino: si pone di lato rispetto al campo, fa un mezzo giretto e poi scaglia la palla in un punto sempre diverso. A parte la potenza leggermente inferiore, lo stile ricorda quello di Sartoretti.

Muro e attacco di Silvietta (2-1), qualche errore-punto biancoblu, bomba di Gisela e break di 4 punti: mani-fuori Ivana, muro a cappuccio di Angela e doppio ace di Cristiana (8-7). Insomma, nel bene e nel male stiamo facendo tutto noi.

Poi ci blocchiamo.

Un pallonetto di Taurisano ed uno di Casalino sono il primo e l’ultimo punto di un parziale di 3-12 in cui, peraltro, i tre punti nostri sono i soliti errori in battuta delle ospiti. Siamo in serie difficoltà e Oria sta dando spettacolo, grazie anche ad una pipe di Simona-di-metallo, ad una splendida alzata di Sebastio per il proprio opposto e soprattutto ad una Rossella scatenata.

Come è noto, con noi la solare giocatrice manduriana giocava da centrale. Solo una volta ricordo che Marcello tentò di impiegarla come attaccante, ma i risultati non furono così brillanti (Manoppello, novembre 2007). E brava Roxy.

Sul 14-20 il colpo di grazia: ace Mucci, muro della marziana e punto finale di Rossella (15-25).

Tie-break

Uffa, un altro tie-break. E inizia pure male con Mucci che porta l’Oria sull’1-3.

Mentre inizio a pensare che potrei fare il copia e incolla con i precedenti articoli sui tie-break finiti male (Altamura, Centro Ester e Sarno l’anno scorso), prendono avvio i cinque minuti più travolgenti del Taranto 2009-’10.

E’ Cristiana che ottiene il cambio-palla con un primo tempo e così va a servire Silvietta.

“Salta, Simò!” – grida un’atleta dalla panchina ospite, ma la nostra Silvietta realizza subito un ace e inaugura una sequenza di servizi perfetti.

La grande protagonista è Gisela: quattro punti quasi consecutivi e si va sul 9-3. Al cambio di campo coach Parentela accoglie le proprie giocatrici con parole non particolarmente affettuose.

Gisela è inarrestabile: manda un pallone fuori, ma poi ne piazza altri due dentro e raggiunge così la marziana Taurisano a quota 22. Siamo 11-4.

La marziana, a proposito, non sta bene e deve ricorrere allo spray. L’ultima volta che l’abbiamo vista a Taranto stava decisamente… meno bene; fa piacere rivedere in buona forma una giocatrice che rende onore al volley e che riesce a fare punti con un’impressionante ed apparente facilità.

Simona-di-metallo interrompe il cedimento oritano (14-5) e poi è Ivana, brava e fortunata, a chiudere la partita con un punto-culo aiutato dal nastro (15-5).

Tabellino: TARANTO-Oria 3-2

Taranto: Zonca 11, Taddei NE, Gallo Ingrao 10, Basile NE, Scialacomo 22, Renna NE, Stufano 5, Mastandrea 16, Certa 4, Pisani NE, Mereu NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 8, errori in battuta 4, muri-punto 4.

Oria: Ventruti 3, Garaguso 19, Cozzetto NE, Casalino 8, Sebastio 8, Parentela NE, Mucci 19, Taurisano 22, Lonoce NE, Tateo (L) – All. Parentela.

Aces 5, errori in battuta 14, muri-punto 5.

Arbitri: Marco Colucci (MT) e Michele Labriola (PZ).

Durata set: 25’, 21’, 25’, 15’, 15’ – Durata totale dell’incontro: 2.05’.

Altri risultati: Salerno-Centro Ester NA 0-3, Arzano-ASCI Potenza 3-0, Livi Potenza-Sarno 0-3, San Pietro Vernotico-Battipaglia 3-1, Accademia BN-Molfetta 2-3, V.Altamura-Leonessa Altamura  1-3, Acquaviva delle Fonti-AS Benevento 0-0.

Classifica: Centro Ester NA 11; Sarno 10; Arzano e Molfetta 9; Leonessa Altamura 8; TARANTO 7; ASCI Potenza, AS Benevento*, Battipaglia e San Pietro Vernotico 6; Oria e Accademia BN 4; Acquaviva delle Fonti* 3; V.Altamura 2; Livi Potenza e Salerno 0.

(*) Acquaviva delle Fonti e AS Benevento, una partita in meno.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): ASCI Potenza 50,00; tutte le altre 0,00.

La prima multa è dell’ASCI Potenza. Un isolato tifoso ha rivolto ripetutamente una partita offensiva all’arbitro. Visto che era solo una parola, ci potevano pure togliere la curiosità…

Prossimo turno: Battipaglia-TARANTO, domenica 18 ottobre, ore 18.00.


LA CORTE COSTITUZIONALE FA CONFUSIONE: ZUZU’ PROCESSATA A MILANO, BERLUSCONI POTRA’ GIOCARE NEL TARANTO

9 ottobre 2009

Il lodo Alfano non era l’unico oggetto di discussione e di sentenza per la Corte Costituzionale che si è riunita in settimana.

Al vaglio della Corte c’era anche il ricorso dell’allora Montescaglioso avverso alla squalifica inflitta a Zdravka Boyadzhieva, detta Zuzù.

Come è noto l’atleta bulgara non avrebbe potuto giocare sino al 30 giugno 2011 per aver posato nella foto di gruppo dello Slavia Sofia e per essere, dunque, risultata tesserata allo stesso tempo per la federazione italiana e quella bulgara.

Ma Zuzù è figlia della globalizzazione, è cittadina del mondo, è multinazionale. Cosa saranno mai le nazioni nell’epoca attuale e nell’Europa unita? Un concetto superato dalla storia. La FIPAV, però, non ha voluto sentire ragioni e ha inflitto la pesante sanzione.

Il presidente Vittorio Di Grazio si era appellato, tra l’altro, agli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana (vedi CU del CAF n. 49 del 2008) e proprio martedì la Corte ha esaminato l’eccezione di incostituzionalità.

Gli illustrissimi magistrati, però, hanno una certa età e la vista non è più quella di una volta. Inoltre, le gravi carenze di risorse della giustizia italiana non hanno permesso la sostituzione dei cancellieri che sono andati in pensione nei mesi scorsi costringendo i giudici ad assolvere anche ai compiti di segreteria, fotocopie, verbalizzazioni, ecc.

Da qui è nata un po’ di confusione. I supremi giudici hanno confuso il ricorso relativo al lodo Alfano con quello di Zuzù e gli effetti di questo disdicevole equivoco sono adesso sotto gli occhi di tutti. Zdravka Boyadzhieva sarà imputata a Milano per frode fiscale nell’ambito della vendita dei diritti televisivi Fininvest e per corruzione giudiziaria nel processo Mills.

E’ stata, invece, ridotta la squalifica a Silvio Berlusconi, che già dalla prossima stagione potrà riprendere a giocare nei campionati italiani di pallavolo.

Marcello Presta è perplesso: “Cosa me ne faccio di un giocatore, maschio per giunta, che a stento arriva al metro e sessanta? A parte il fatto che è più alto che onesto.”

Durissima, invece, la reazione di Vittorio Di Grazio: “Più che dalla Corte Costituzionale sono deluso dalla condotta del Presidente della Repubblica. Ero certo che avrebbe influito sui giudici di sinistra per revocare la squalifica di Zuzù; avevo la sua parola. Adesso, invece, mi ritrovo la ragazza imputata per corruzione e per frode fiscale. Non solo: rischio pure di ritrovarmi Berlusconi nello spogliatoio della squadra, dove ci sono anche atlete minorenni…”

La società jonica sta organizzando una grande manifestazione di piazza per solidarizzare con Zdravka. “Lei è stata voluta dal popolo e il popolo saprà reagire a questa decisione illiberale di giudici politicizzati e comunisti.”


ASCI POTENZA-TARANTO 1-3

5 ottobre 2009

Domenica 4 ottobre 2009 – ore 18.00

El talismán de tu piel me cuenta

que tu destino caerá a mi puerta

(Rosana, El talismán)

Esistono due chiavi di lettura per questa partita e per questa vittoria.

La prima è razionale. Il Taranto ha giocato in modo impeccabile (ad eccezione del secondo set): attacchi incisivi, ottima distribuzione di gioco, muro-difesa come ai vecchi tempi, pochissimi errori e soprattutto grande carattere e determinazione. Direi proprio grande cuore, quello che ha permesso di superare anche il disagio tecnico-emotivo per l’infortunio di Silvia nel quarto set.

Poi c’è una chiave di lettura… esoterica, di cui però non possiamo fornire particolari. Diciamo solo che il fattore G può andare nel solaio; abbiamo compiuto il salto di qualità.

Ma andiamo con ordine e raccontiamo dall’inizio una delle trasferte più soddisfacenti ed anche più divertenti che io ricordi.

Il calendario non è stato tenero visto che l’ASCI Potenza (6 set vinti, nessuno perso) non appare proprio come l’avversario ideale per riscattarsi dopo i due tie-break persi in avvio di stagione. Si racconta di una squadra temibile. Si racconta di una Nolè che sta facendo faville (media di 9 punti a set la settimana prima).

Andiamo a Potenza con il pulmino di Eustacchio. Il culo di Simona è recuperato; manca soltanto Priscilla perché è impegnata con la nazionale italiana alla finale degli Europei.

Marika pianifica la scaletta delle conversazioni pre-partita, ma già qui preferisco stendere un velo di riservatezza così come è meglio non riferire dei commenti legati all’evolversi di Fiorentina-Lazio.

Quella di Potenza non sarà una partita normale. Nulla sarà più come prima da quando la schiacciatrice toscana ha preso l’iniziativa di avvalersi di una consulente esterna.

Ogni volta che viaggio con le giocatrici imparo una cosa nuova. Adesso, ad esempio, so che esiste il colore marrone normale e il colore marrone “cacca dopo la verdura” (qui Marika non c’entra).

Eustacchio è puntualissimo e alle 16.30 precise siamo al… PalaCaliendo.

Basilicata. Il giorno prima c’era stato anche il cosiddetto presidente della Repubblica, Giorgio Firmatutto Napolitano, che aveva elargito una lezioncina di diritto costituzionale a chi gli chiedeva, invece, un segnale di dignità morale, ossia astenersi dalla firma del condono fiscale salvaladri. Il re del Belgio abdicò pur di non firmare una legge che riteneva contraria ai propri princìpi, ma non si può pretendere tanto da uno come Napolitano.

Arriva Francesca Nolè, che oggi festeggia l’onomastico. Qualcosa ci dice che vorrà festeggiarlo in un modo che a noi non dovrebbe piacere affatto.

Lodevole il match program che la società lucana distribuisce ai tifosi e alle squadre ospiti.

La prima missione di questa trasferta è fotografare insieme le due Katie Taddei del girone.

Come è noto, la nostra schiacciatrice e la centrale potentina hanno lo stesso nome e cognome, oltre che quasi la stessa età e la stessa statura. E’ una circostanza un po’ insolita anche perché Taddei non è un cognome diffusissimo nelle nostre regioni ed anche Katia non è popolare come altri nomi.

La Katia Taddei locale acconsente con gentilezza alla foto, poi però la capitana Avena consulta il match program per controllare se è vero che hanno lo stesso nome e cognome o se per caso non stiamo raccontando studicarìe. Conoscendoci, tutto è possibile.

Formazioni.

ASCI Potenza: Viki Radkova in palleggio, Costanza Ghersetti opposto, Aurora Avena e Francesca Nolè laterali, Barbara Arras e Katia Taddei centrali, Marianna Santangelo libero.

In panchina con coach Massimo Telesca: Livia Di Camillo, Michela Prete, Morena Lancellotti, Daniela Ridolfo, Caterina Di Lucchio ed Emanuela Caramuta.

Mister Marcello Presta utilizza una carta a sorpresa: Marika Guerri. La schiacciatrice è schierata con la collega Gisela Scialacomo, l’alzatrice Alessandra Certa, le centrali Cristiana Zonca e Silvia Renna e il libero Simona Leone.

A disposizione: Katia Taddei, Ivana Gallo Ingrao, Angela Stufano e Simona Mereu, ca s’ stè scurdàve  ‘u documènd’ a casa.

Il momento più bello della serata lo viviamo prima che la partita inizi. Lo speaker elenca i nomi delle giocatrici e degli allenatori in prima, in seconda e in terza, partendo dal “numero uno Cristiana Zonca”. La nostra centralona è convinta che sia lo starting-six e corre al centro del campo distribuendo i consueti urli di incoraggiamento:

“Andiamo, raghe! Forza! Dài!…”

Le compagne, che per fortuna hanno capito, non la seguono. Cristiana resta diversi secondi al centro del campo finché una pietosa Silvietta non va a raccoglierla e a riaccompagnarla in panchina. Come gli interventi del 118 per calmare gli squilibrati.

Dopo la ricezione (perfetta, bisogna dire) di Simona in occasione del minuto di silenzio di due settimane fa, adesso ci siamo fatti due risate con lo… starting-one di Cristiana.

Primo set

Arras e poi Nolè (2-0).

Ecco, ha iniziato. Adesso l’ex-massafrese ci sommergerà di attacchi e incrementerà la propria media. Invece la schiacciatrice si defila dal set ed è Gisela Scialacomo ad esibire uno stato di grazia, anzi di… Grazio, invidiabile. Tre attacchi dell’argentina e siamo in vantaggio per 3-6.

Nolè va in seconda linea, ci rifila un ace e poi cede il ruolo di mattatrice alla sempre temibile Katia Taddei (muro e pallonetto). Molto brava questa ragazza, ed ha appena 19 anni (7-6).

Grande pipe di Gisela, muro di Cristiana e primo punto di Marika. L’aretina inizia il proprio show personale; disputerà un set meraviglioso con 8 palloni messi a terra e neanche un errore-punto. Avevamo un tesoro e non lo sapevamo.

Mani-fuori, pallonetto e diagonale: 9-13.

Arras ci insidia, ma Gisela e Cristiana mantengono le distanze.

Dopo un muro di Taddei (15-18) e dopo che coach Telesca sostituisce un’irriconoscibile Nolè con Lancellotti, si scatena di nuovo Marika. Inarrestabile. Quattro punti quasi consecutivi (l’ultimo è un lungolinea spettacolare) e in mezzo un ace del sottotenente (16-23).

Ma è tutto il Taranto a giocare benissimo: grinta, precisione, muro-difesa come e poi difendono tutte e talvolta palleggiano tutte. Solo Silvietta è un po’ in ombra, ma si riscatterà con una seconda metà di partita eccezionale.

Primi due punti di Aurora Avena, ma è tutto da rifare perché c’è un errore di rotazione del Potenza e così le joniche si ritrovano con 8 set-balls a disposizione. Il primo è annullato; il secondo lo schiaccia Gisela (17-25).

Secondo set

Cambia tutto nel secondo set. E’ un altro Potenza e purtroppo è anche un altro Taranto.

Nolè manda due palloni fuori, ma ne mette a terra quattro (6-3). Freme di rabbia agonistica. Adesso è riconoscibile. Secondo me, sta giocando addirittura meglio dell’anno scorso, il che è tutto dire.

Gisela e Marika, sempre toniche, tentano di mettere una pezza; purtroppo per noi, però, l’ASCI fa tutto bene: serve corto mettendoci in difficoltà, difende alla grande e in attacco non perdona.

Sono colmo d’ammirazione per l’organizzazione del Potenza: non solo il match program, non solo la scheda colorata per il sestetto da consegnare agli arbitri, non solo l’unico distributore automatico con i Maltesers; qui hanno anche le asciugatrici col numero sulla maglia. Nelle bancarelle degli stadi le loro maglie si vendono accanto a quelle di Ronaldinho e Sneijder.

Muro di Marika con urlo (13-7). Gli arbitri sono tolleranti e lasciano correre anche perché la ragazza si è limitata a sottolineare il punto con un “Sì!”. Avesse detto “Maremma puttanissima!” o cose del genere, forse sarebbe incorsa in un richiamo.

L’urlo della laterale, comunque, cade nel vuoto. Il set è senza storia. Avena e Taddei servono in modo insidioso; Nolè e Arras fanno il resto.

Coach Marcello introduce Ivana e Angela (esordio tarantino) mentre Telesca continua ad alternare Ghersetti e Di Camillo.

Mentre Taddei fa impazzire la ricezione dalla linea di fondo, Lisa ed io auspichiamo soltanto il raggiungimento della doppia cifra perché finire a 9 pare brutto. Nolè ci accontenta con un tiro di poco fuori, ma poi è lei stessa a chiudere la pratica: 25-10.

Terzo set

Nell’intervallo osservo che anche i secondi arbitri ogni tanto vanno in bagno (sono tenuti a chiedere l’autorizzazione ai primi arbitri o non è il caso di formalizzarsi?)

Taranto non si arrende e questo set sarà il capolavoro di Ale, che distribuisce il gioco con intelligenza, valorizza le centrali e favorisce il graduale ingresso in partita di Silvietta.

Dall’altra parte Nolè continua a cannoneggiare mentre aumenta il bottino di punti personali dell’esperta Avena, già opposto, quest’anno banda. Cambia il ruolo, non la qualità.

Sul 7-8 c’è una bella fast di Silvia e un mani-soffitto di Marika, poi siamo noi a mettere in difficoltà la ricezione lucana (9-13).

Nolè scaglia un missile che colpisce Simona e poi schizza fuori. L’importante è che il libero non venga colpito al culo, ancora nero per la caduta della settimana scorsa.

E’ l’ora di Silvietta: due attacchi da destra e poi due servizi vincenti intervallati da un ace di Silvia, due punti di Cristiana ed uno di Gisela (11-22).

Ci sono strani movimenti sulla panchina del Taranto. Angela e Ivana, in particolare, stanno confabulando e maneggiano un foglietto. O forse è una benda? Si è fatta male qualcuna nel secondo set?

No, è proprio un foglietto; stanno scrivendo qualcosa.

Forse fanno le parole crociate? – ci chiediamo Lisa ed io.

Il coach si volta frequentemente, ma non è infastidito da questa distrazione dal gioco; anzi, a un certo punto si avvicina e parla con loro.

Il mistero si infittisce.

Cosa ha detto il coach? Ha suggerito una voce delle parole crociate? Possibile?

Adesso sono le altre due riserve, Katia-nostra e Simona, ad avvicinarsi. Tutte e quattro sono riunite in circolo. Allora, è tutto chiaro: stanno giocando a scopone!

No – attenzione! – Angela e Ivana si allontanano verso l’angolo della palestra; Katia e Simona restano in panchina; coach Marcello continua a girarsi spesso.

Anche il secondo arbitro, a questo punto, vuole vederci chiaro e si avvicina alla panchina, senza tuttavia riscontrare violazioni al regolamento.

Incredibile: ora Angela e Ivana sono in ginocchio come se pregassero e una di loro tiene in mano il foglietto.

Allora si fa strada un’altra ipotesi: quella dei riti voodoo. E’ possibile, date le premesse pre-partita, ma perché proprio adesso? Sul parquet stiamo dilagando; abbiamo dieci punti di vantaggio…

E’ un grande mistero dell’umanità, un mistero che resta senza soluzione. Io, da cronista, posso soltanto mostrarvi la sequenza fotografica dello strano comportamento assunto dalla nostra panchina.

Ritorniamo al volley giocato. Coach Telesca fa rifiatare Viki Radkova inserendo Daniela Ridolfo. L’ASCI si ricompone ed infila 6 punti consecutivi, uno più bello dell’altro, bisogna dare atto (apre una bomba di Nolè, chiude un lungolinea di Avena).

Il nostro vantaggio, per fortuna, è troppo ampio perché ritornino i fantasmi di Altamura. Ci pensano Gisela, Ale ed un errore in battuta delle padrone di casa a garantirci il set ed almeno un punto (18-25).

Quarto set

E’ la fase più emozionante della partita; purtroppo è anche quella più angosciante perché si fa male Silvia. Gioia e dolore, come nella vita. Ma il carattere e il cuore delle ragazze, quello no, non è comune.

Si comincia con una Silvietta immensa, bravissima, poi Nolè lancia il sorpasso.

Sul 7-4 in tribuna scommettiamo che il prossimo punto sarà decisivo: o Potenza se ne va oppure restiamo in partita. Non uno, ma tre sono i punti di Silvia che ci tengono in partita ed anzi ci riportano in parità: fast, primo tempo e pallonetto (7-7)!

Che centrale d’oro.

Punto di Avena e replica di Gisela.

Punto di Avena e strepitosa doppietta di Silvietta (10-12), ma intanto Silvia è caduta male e resta a terra dolorante. L’arbitro interrompe uno scambio lungo e vivace, mentre il gelo cala sul parquet e sugli spalti occupati dai tifosi tarantini. I tifosi lucani, invece, mettono da parte la contestazione per una decisione del direttore di gara e abbracciano Silvia con un applauso mentre la centrale esce dal campo portata in spalla dal presidente e da Tony Manero.

Appena entra Angela, le ragazze si stringono in cerchio per darsi la carica: resistere! Anche per Silvia.

Sul pulmino del ritorno Gisela sarà meno epica e racconterà l’infortunio con queste testuali parole:

“Silvia si è fatta male su una palla che ha difeso… Sull’unica palla che ha difeso…”

I primi esami tendono a escludere conseguenze significative; vedremo i risultati dell’ecografia e poi vi diremo se Silvia è incinta o no.

Un’imponente Arras macina punti su punti e non basta una pipe di Gisela per arrestare il crescente gap nel punteggio, anche perché le lucane stanno difendendo tutto e Nolè e Avena non intendono sollevare il pedale dall’acceleratore (21-16).

Il finale sembra scontato: ora perdiamo il quarto set e poi figuriamoci se non crolliamo psicologicamente al tie-break…

Invece è adesso che inizia il batticuore.

Potenza ci mette del suo (tre errori-punto); Marika in battuta e Silvietta a muro completano una rimonta incredibile (21-21).

E’ niente ancora. Punto Avena e due attacchi fuori delle joniche. Perfette per quasi tutta la partita; proprio mo avèran’ a sbaglià…!

Tre palle-set a disposizione dell’ASCI che costruisce l’azione di attacco ma poi spedisce il pallone fuori per due volte di seguito (24-23). Credo che i tifosi locali abbiano formulato la stessa riflessione da me espressa in dialetto poco fa: errori-punto col contagocce, tranne che nella fase più delicata dell’incontro.

Ace sporco di Angela e nuova parità (24-24)!

Potenza attacca ancora ma Simona compie un miracolo difensivo e sul contrattacco va a segno Gisela (24-25)!

Le padrone di casa costruiscono l’ennesima azione offensiva, ma questa volta è il muro di Cristiana a stoppare l’attacco avversario e a regalare al Taranto la prima vittoria stagionale (24-26)!

Il suo urlo nel deserto dello starting-one aveva aperto la serata; il suo urlo di esultanza la richiude. In mezzo tanto bel Taranto, tecnica e cuore. Anche tanto bel Potenza, bisogna dire; è stata una magnifica partita.

L’ultima gaffe, però, è di Simona Leone, che rovescia su un avventore il vassoio del McDrive. Il presidente Di Grazio non sa se dispiacersi più per la doppia spesa alimentare del libero o se per la lunga attesa a cui lo costringe Tony Manero, che invece di portare i vassoi al tavolo si intrattiene amabilmente con la cassiera della paninoteca.

Ogni dispiacere viene, comunque, sopito dallo Zecchino d’Oro che prende avvio sul pulmino di Eustacchio: il televoto proietta in finale Gisela con la canzone El talismán e Marika con un brano che mi ricordo. Una bella sfida.

Tabellino: ASCI Potenza-Taranto 1-3

ASCI Potenza: Avena 13, Di Camillo 0, Prete ne, Ghersetti 4, Arras 14, Lancellotti 0, Taddei 8, Ridolfo 1, Nolè 19, Di Lucchio ne, Radkova 3, Santangelo (L), Caramuta (2L) – All. Telesca.

Aces 9, errori in battuta 5, muri-punto 7.

Taranto: Zonca 10, Taddei ne, Gallo Ingrao 0, Scialacomo 17, Renna 9, Stufano 1, Mastandrea 12, Certa 0, Guerri 13, Mereu ne, Leone (L) – All. Presta.

Aces 9, errori in battuta 3, muri-punto 5.

Arbitri: Vincenzo Sorrentino (SA) e Nadia Spagnuolo (CE).

Durata set: 30’, 20’, 24’, 27’ – Durata totale dell’incontro: 1.50’.

Altri risultati: Centro Ester NA-Acquaviva delle Fonti 3-0, Sarno-V.Altamura 3-0, Molfetta-Arzano 2-3, AS Benevento-San Pietro Vernotico 3-0, Leonessa Altamura-Salerno 3-0, Battipaglia-Livi Potenza 3-1, Oria-Accademia BN 3-0.

Classifica: Centro Ester NA 8; Sarno e Molfetta 7; ASCI Potenza, AS Benevento, Battipaglia e Arzano 6; Leonessa Altamura e TARANTO 5; Accademia BN e Oria 4; San Pietro Vernotico e Acquaviva delle Fonti 3; V.Altamura 2; Livi Potenza e Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Tutte 0,00.

Solo un richiamo “gratis” all’AS Benevento per l’annoso problema dei cessi degli arbitri. Evidentemente l’estate scorsa le ristrutturazioni non sono state fatte. A Benevento l’anno scorso io non c’ero; sicuramente quest’anno la prima cosa che andrò a visitare saranno proprio i gabinetti. La curiosità, a questo punto, è tanta.

Prossimo turno: TARANTO-Oria, sabato 10 ottobre, ore 19.00, palestra Maria Pia, via Galilei.


URAGO E’ RICOMPARSO

4 ottobre 2009

Il primo avviso sulla busta del latte ha funzionato.

Come ricorderete, un mese fa ci eravamo chiesti che fine avesse fatto l’ex-presidente della Palafiom. Grazie a un nuovo settimanale di Taranto, Wemag, Marco Urago è ricomparso.

Scusate per quella che in gergo viene definita “marchetta”, ma con tutte quelle che fanno i telegiornali di certe tv locali…

La rivista dedica un ampio spazio al dottore, che racconta la propria esperienza in Afghanistan, rievoca con un superiore distacco le vicende della ASL e ci racconta i suoi progetti. E’ un bell’articolo.

Ma un passaggio, in particolare, ha colpito lo staff del Taranto. Urago parla dei rischi di rapimento per gli stranieri che vivono in Afghanistan e sostiene che “il prezzo per la vita di un italiano si aggira sui 5 milioni di euro. (…) Se mi rapiscono spero che qualcuno paghi per me”. [1]

A noi non ci pensare proprio; è anche inutile dirlo. Con tutta la buona volontà, a quelle cifre non possiamo proprio avvicinarci.

Però abbiamo un’altra idea. Perché devono essere proprio i talebani a rapirti? Se la tariffa è di 5 milioni di euro, possiamo rapire noi il dottore, riscuotere il riscatto e investire nella squadra. Adesso c’è anche lo scudo fiscale a garantire il riciclaggio di denaro sporco. E’ giusto o non è giusto?

Dottore, preferisci farti rapire dai talebani o da noi?

NOTE:

(1) BACCARO, A., Dottor Afghanistan, “Wemag”, 2 ott 2009, pag. 32.


TARANTO, NELLO STAFF ARRIVA ROCCO SIFFREDI

2 ottobre 2009

Sport e sesso.

Da sempre ci si interroga sui condizionamenti reciproci di questi due mondi che inevitabilmente finiscono con l’intrecciarsi. Quanto il risultato sportivo e l’umore che ne consegue influenzano l’esuberanza o la depressione o la voglia di riscatto a letto? E’ un primo spunto di riflessione.

Ma il dubbio annoso e quello che più conta è: il sesso prima di una gara fa bene o fa male?

Spesso gli allenatori impongono clausura e astinenza ai propri atleti vietando contatti con mogli, fidanzate e – a maggior ragione – amiche occasionali. Talvolta leggiamo di regole ferree che devono essere rispettate per tutta la durata di una manifestazione (mondiali, europei, ecc.). Altri allenatori, invece, sono più tolleranti o addirittura favoriscono gli “sfoghi periodici” dei propri atleti, magari non alla vigilia di una partita. E’ il caso, ad esempio, della nazionale olandese di calcio degli anni Settanta, formazione piuttosto libertina in tal senso.

Il saltatore in lungo Bob Beamon ha raccontato che alla vigilia dello storico salto di 8,90 alle Olimpiadi di Città del Messico nel 1968 aveva trombato come un riccio. Il suo record (in pedana) rimase imbattuto per 23 anni.

Sarà che dipende anche dal tipo di sport: un conto è il salto in lungo o in alto; un altro conto è una maratona o una partita che richiede uno sforzo continuativo di due ore.

Adesso c’è una ricerca che fa luce sull’argomento. Secondo il sessuologo francese Jacques Waynberg, il sesso prima delle gare fa bene alle donne ma fa male agli uomini. La chiave di tutto è il testosterone. Dopo un rapporto sessuale l’ormone adrogeno (presente in minor misura nelle donne), che è funzionale all’attività sportiva, aumenta nelle donne e diminuisce negli uomini. Ad essere un po’ più grevi, diciamo che la donna si carica e l’uomo si spompa.

Sarà un caso, ma ai recenti mondiali di nuoto a Roma pare che Federica Pellegrini e Luca Marin, felicemente fidanzati, ci abbiano dato: lei ha conquistato medaglie e record; lui si è dovuto accontentare di un deludente settimo posto. [1]

La ricerca del professor Waynberg non è passata inosservata nel Taranto e la società pallavolistica femminile ha deciso di attrezzarsi anche al fine di invertire la rotta dopo le due sconfitte consecutive contro Centro Ester e Leonessa Altamura.

Le ragazze già fidanzate sono autorizzate, anzi caldamente invitate, a darsi da fare la sera prima e la mattina della partita; per le singles si è deciso di provvedere ingaggiando nientemeno che Rocco Siffredi, noto attore di film… tematici.

Siffredi è in difficoltà; avrebbe evaso le tasse, l’età avanza e il bisogno economico suggerisce al pornodivo di reperire opportunità di guadagno alternative e trasparenti per il fisco. Da oggi è a disposizione delle giocatrici del Taranto. Dopo la seduta video e l’allenamento in palestra, l’attore riceverà le atlete nello spogliatoio n. 5 del Palafiom.

“E’ un ulteriore sacrificio economico – hanno dichiarato fonti dirigenziali del Taranto – ma crediamo che una squadra tecnicamente valida da sola non sia sufficiente; per ottenere buoni risultati occorre che le giocatrici siano al massimo della condizione da un punto di vista olistico. Rocco Siffredi può garantirci un significativo travaso di testosterone da sfruttare in partita; non vogliamo lasciare nulla d’intentato.

Per adesso alle prestazioni del nuovo… membro dello staff si accederà volontariamente. Se la fase sperimentale darà buoni frutti, potremmo valutare l’obbligatorietà di tale prescrizione.”

La novità rappresentata da Rocco Siffredi è stata accolta con curiosità dalle atlete ma ha anche sollevato un po’ di malumore nello staff jonico: “E’ uno spreco di soldi. Si è andati in cerca di un consulente esterno quando tra i tesserati c’erano già le risorse e le professionalità utili a compiere questo salto di qualità”.

NOTE:

(1) Cfr. FARIAS, A, Sport & Sesso. Se fa bene solo a lei…, “Il Tempo”, 6 agosto 2009, pag. 8.

Le foto di Rocco Siffredi è tratta da http:// en.wikipedia.org; quella di Federica Pellegrini e Luca Marin da www .roma2009.com.