Domenica 12 maggio 2024 – ore 18.00
Le emozioni di domenica scorsa non si possono descrivere. Di solito siamo abituati a distinguere tra gioia e tristezza, tra gratificazione e rimpianto, tra sorrisi e lacrime. A fine partita si è mescolato tutto. Non sappiamo neanche noi quello che abbiamo provato. A un certo punto non sapevamo neanche se eravamo stati promossi o no, se abbiamo festeggiato o non abbiamo festeggiato, se eravamo contenti o tristi.
Di norma, prima si attendono i risultati, poi si festeggia. Noi prima abbiamo festeggiato e poi ci siamo posti il problema di Lecce-Bari. Ma forse festeggiamento non è la parola giusta. Credo che le nostre ragazze abbiano voluto onorare Matilde in presenza della sua famiglia. E potevamo farlo solo a casa nostra, con le persone che le vogliono bene, trasformando il rinnovato palazzetto in un grande cuore gialloblu proiettato verso la nostra stellina.
Ai risultati e alle classifiche si penserà domenica prossima.
Partiamo proprio dal palazzetto.
La capitana Annacarla ha contato i giorni dall’ultima partita casalinga fra questi muri (876). Correva l’anno 2021.
Il nuovo palazzetto è un gioiellino: pulito, luminoso e con un bel parquet chiaro. E soprattutto integro. Nel vecchio parquet c’erano pezzi a dir poco instabili; un altro paio di mesi e qualche squadra, entrando in campo, si sarebbe ritrovata al centro della terra. Ad ogni modo ricordiamo con affetto il teatro di tante battaglie e le tante nobili suole che l’hanno calpestato.
Forse non sarà più necessario venire con i guanti, le termocoperte e le stufette, ma questo lo scopriremo solo a dicembre.
Come tutte le nuove strutture, il palazzetto è ancora un po’ “asettico” e attende di essere colorato da striscioni, immagini, scritte, sponsor (venghino, venghino!).
Uno striscione c’è già, invero. Il più importante.
Adesso c’è lo spazio e il tempo per generare nuovi ricordi. Bisogna dire che come partita inaugurale il nuovo palazzetto non si può lamentare: in un’ora e mezza si sono concentrate le emozioni che normalmente si vivono in 10 anni.
Anche i bagni sono rinnovati e sembrano degni di un hotel a cinque stelle. Per ragioni a me oscure, sono stati invertiti: adesso a sinistra c’è quello dei gentili signori e a destra quello delle gentili signore. Dopo 15 anni di minzioni a destra non sarà facile cambiare abitudini, ma devo farmene una ragione.
Purtroppo non sono documentato sulle nostre avversarie di questa stagione e la cronaca sarà piuttosto generica. L’unico volto noto è la palleggiatrice Erica Milella. Noto per modo di dire. Se non me l’avesse detto suo padre, mai avrei potuto immaginare che la bambina di 5 anni presente sugli spalti del palazzetto di Valenzano ai play-out 2014-’15 oggi è la brillante regista del Putignano.
Ecco, quei play-out, anche se li perdemmo, sono uno dei bei ricordi che il vecchio parquet si è portato via. Anche uno dei più divertenti e movimentati, ma questo riguarda il Palazzetto di Valenzano e in particolare la mitica gara 3.
La New Volley Oria schiera Annacarla Cozzetto in palleggio, Barbara Maggi opposta, Nicole Orlando e Sara Zanzarelli di banda, Claudia Spina e Ginevra Distante centrali, Rebecca Palazzo e Giulia Spina liberi.
A disposizione di coach Tony Maggiore: Giorgia Dimola, Chiara D’Amicis, Miriam Valente, Alice Errico, Francesca Caliandro e Martina Spina.
In panchina anche il preparatore atletico Giovanni Marchetti.
Oggi è anche la festa della mamma. In tribuna c’è una mamma speciale, una mamma circondata dall’affetto di tutti i presenti e che regalerà abbracci che sono forza e conforto.
Il Putignano è fuori dalla lotta per la promozione diretta, ma è in piena corsa play-off e – piazzandosi al quarto posto – potrebbe beneficiare dell’ulteriore prolungamento del campionato. Siccome fino adesso è durato poco…
E’ una squadra giovane, alta, ben attrezzata, con un grande futuro davanti. E’ anche una squadra molto pericolosa; basti ricordare che nella stagione regolare ci ha rifilato un 3-0.
Da quando sono tornato a vedere le partite non ho mai nascosto la mia ammirazione per le attuali tigrotte. Sono tecnicamente brave, si muovono benissimo in campo con una grande armonia e un’ottima organizzazione di gioco. Manca certamente un po’ di esperienza e talvolta un po’ di cattiveria, ma Tony ha costruito un meccanismo perfetto.
L’eleganza nel gioco si riflette anche nell’eleganza dei gesti: Nicole beve dalla lattina con il mignolo alzato, come soltanto la “contessa” Sara Giuffrè sapeva fare.
L’avvio del primo set è difficile. Putignano gioca bene e le nostre sembrano contratte. Bisogna attendere il 13-13 per effettuare il sorpasso decisivo. Da quel momento in poi le nostre giocano come sanno: servizi insidiosi, difese generose, con la capitana Annacarla che dà il buon esempio, e attacchi determinati.
Putignano ha un buon muro, sottolineato da una danza delle riserve che sembra una via di mezzo tra l’haka neozelandese e il tuca tuca di Raffaella Carrà. Ma le tigrotte si fanno furbe e inaugurano una lunga serie di pallonetti. Quello di Barbara sul 20-17 è un’ipoteca sul set.
Amministriamo bene, valorizziamo il contributo di Giorgia nel finale e chiudiamo con un mani-fuori di Nicole (25-20).
Il secondo parziale sembra una fotocopia del primo: meglio Putignano in avvio, ma l’Oria, paziente e reattivo, uscirà alla distanza. L’iniziale svantaggio è recuperato grazie alla costante crescita di tutto il nostro sestetto.
Come spesso è avvenuto in questa stagione, il micidiale turno in battuta di Ginevra ci garantisce una rotazione proficua. E quando si alza il muro di Claudia prendiamo il volo. Per la verità, il gesto tecnico preferito dalla nostra centrale tra il secondo e il terzo set è la respinta nel campo avversario di ricezioni lunghe. Immagino che il giorno dopo abbia stoppato anche i tentativi del postino di recapitare lettere nella cassetta di casa.
Dal 19-15 l’Oria è una macchina da punti. Con un break da 6, impreziosito da un secondo tocco di Annacarla, voliamo dritti fino al 25-15.
Di solito al cambio di campo ci si raduna in un punto del terreno di gioco, ci si dà una pacca, si urla un incoraggiamento e poi ci si dirige in panchina per l’intervallo. Al termine del secondo set, invece, il sestetto del Putignano ascolta la conferenza di una centrale sulla distinzione tra reale ed esistente nella filosofia hegeliana.
Il terzo parziale è una cavalcata trionfale in cui sfioriamo la perfezione in tutti i fondamentali. Giochiamo talmente bene che, dopo aver spedito a lato un primo tempo, Ginevra non si capacita di aver sbagliato e si dirige in zona di battuta come se niente fosse. Annacarla deve chiedere la verifica della rotazione per convincere la compagna (“Dove vai?!”).
Nicole carica il braccio di dinamite e si concede dei muri che fanno esplodere il palazzetto, Barbara trasforma in oro, ossia in punto, tutto quello che tocca e Sara è l’equilibratrice della squadra (difende, attacca, mette sempre pressione alla ricezione avversaria). Ottima anche la prova dei liberi.
Ecco il meccanismo perfetto di Tony: una squadra efficace e bella anche a vedersi.
Sul 25-14 il palazzetto esplode di gioia. Non è la serie C, ma è una vittoria fondamentale.
Il presidente solleva la maglia di Matilde.
La commozione non risparmia nessuno, in campo e fuori. Ed è a questo punto che i sentimenti si mescolano: scopriamo che si può piangere con il sorriso, che si può esultare con le lacrime. Il dolore è ancora forte e non si spegnerà mai, ma Mati è con noi. Ci ha trasmesso il coraggio che ha trascinato le ragazze verso la vittoria. E se la nostra stella oggi sorride, asciughiamo le lacrime e sorridiamo con lei.