Domenica 19 maggio 2024 – ore 18.00
Si va a Novoli per l’ultimo impegno stagionale seguendo varie correnti di pensiero. C’è chi ritiene che, anche sulla base del risultato del Lecce, l’Oria sia già in serie C. Calcolando la differenza set in caso di catastrofe, però, io temo che ci manchi ancora un parziale per la certezza matematica: perdendo 3-0 a Novoli avremmo la stessa differenza set del Lecce e a quel punto non so se contino i punti, la posizione in regular season, le pagelle scolastiche, il minor numero di carie…
Due cose sono sicure: bisogna evitare non tanto la permanenza in serie D quanto l’ulteriore prosecuzione dei play-off, ma qui noi non abbiamo più scelta: o saliamo in C o andiamo avanti a giocare fino a Ferragosto.
La seconda certezza è che le squadre vincitrici dei gironi meriterebbero la promozione diretta, come accadeva ai bei tempi. Mi faccio promotore di una raccolta di firme per indire un referendum. Perché votare su argomenti futili come l’aborto, il nucleare, la legge elettorale? Votiamo per limitare i play-off: “Volete voi che venga abrogata la disposizione che impone anche alle squadre vincitrici dei rispettivi gironi di disputare i play-off?”
Viaggiando verso Novoli, mi pongo un’altra domanda: la play-list che sta ascoltando Claudia potrebbe influire sul suo rendimento in campo? In attesa della risposta sul rendimento, prendo atto che già c’è un condizionamento sulla nostra centrale, che col passare dei minuti tende a esprimersi e a gesticolare come un gangster del Bronx.
Hey, bro!
La New Volley Oria schiera Giorgia Dimola in palleggio, Barbara Maggi opposta, Nicole Orlando e Sara Zanzarelli di banda, Claudia Spina e Ginevra Distante centrali, Rebecca Palazzo e Giulia Spina liberi.
A disposizione di coach Tony Maggiore: Annacarla Cozzetto, Chiara D’Amicis, Miriam Valente, Alice Errico e Francesca Caliandro.
In panchina il preparatore atletico Giovanni Marchetti.
Primo set. Come contro il Putignano, l’Oria fatica ad entrare in partita. Se domenica scorsa i problemi erano stati superati entro la metà dei primi due parziali, stasera le difficoltà sembrano maggiori. Il merito è certamente di un Novoli che si dimostra degno di ben altre posizioni in classifica, ma le nostre tigrotte ci stanno mettendo del loro, giocando a un cilindro e mezzo.
A fine campionato spesso le squadre sulla carta più deboli ma più motivate riescono a fare risultato contro squadre più forti ma già proiettate alle vacanze. Qui succede il contrario. Le atlete del Novoli sembrano più serene e rilassate: hanno già raggiunto il loro obiettivo e giocano solo per l’onore. Le brindisine, invece, sembrano soffrire la pressione e appaiono un po’ confuse. E più Novoli gioca bene, più ci innervosiamo.
Lo svantaggio del 9-6 viene recuperato, ma ogni volta le padrone di casa ripassano avanti (18-16, 22-20) fino a piazzare la zampata finale chiudendo il set addirittura con un muro, fondamentale che non giova all’autostima di chi lo subisce (25-21).
Neanche il tasso di esperienza garantito nel finale da Annacarla si è rivelato risolutivo.
Nel secondo parziale registriamo un bel punto del libero Rebecca e soprattutto una buona reazione dell’intera squadra.
Questa volta siamo noi ad andare in vantaggio 6-10 e a consolidare il punteggio servendo in modo insidioso, difendendo bene e martellando con le nostre bocche da fuoco.
Permane un palpabile nervosismo, attestato anche da un cartellino giallo rifilato a una giocatrice oritana; poco dopo la nostra capitana incanala l’aggressività in un riuscito tocco di seconda (12-19). Nel frattempo il Novoli si dedica alle gomitate, che però sono autodirette e soprattutto non sono frutto di aggressività, ma di un incidente fortuito di cui fa le spese il povero libero locale.
Molto brava Barbara in questa fase, ma – direi – in tutta la partita. Anzi, direi in tutto il campionato.
Il primo tempo di Claudia potrebbe essere il punto della promozione (15-25), ma – come ho già accennato – il momento esatto in cui andiamo in serie C resterà avvolto dal mistero come l’assassinio di Kennedy e l’esistenza del mostro di Loch Ness.
L’Oria gioca discretamente anche nel terzo set.
Rebecca compie un miracolo difensivo ma lo scambio se lo aggiudica il Novoli con un tocco di seconda e la nostra piccina si dispera. In effetti, dev’essere deprimente questo tipo di situazione per un libero: è come portare la macchina all’autolavaggio e trovarci una cacata di piccione mezz’ora dopo. Tanta fatica per niente. Mi scuso per la metafora non particolarmente raffinata.
Un attacco di Nicole corre lungo tutto il nastro e poi atterra nella parte giusta. La fortuna aiuta gli audaci.
Nel corso della gara sia Novoli che Oria incappano in fasi caratterizzate da serie di errori evitabili. Ora tocca alle salentine. Buon per noi che chiudiamo il set con una palletta di Nicole (16-25).
Novoli è dottor Jekyll e mister Hyde: lunghe pause, ma anche fasi in cui esibisce un ottimo muro-difesa, una regia impeccabile, attacchi efficaci e soprattutto un carattere encomiabile.
Al termine dei time-out il pugno chiuso di Tony è una specie di invito all’urlo di battaglia per le nostre tigrotte. A me ricorda anche una celebre frase dell’attore Mario Brega in un film di Verdone e ho la vaga sensazione che il nostro coach, oggi particolarmente contrariato dalla prestazione delle oritane, abbia fatto la sua scelta (più fero che piuma).
Il quarto parziale è il più combattuto; bisogna arrivare ai vantaggi per designare la squadra vincitrice: purtroppo è Novoli, che anche in questo caso chiude con un muro (28-26).
Due set li abbiamo vinti (ne bastava uno, forse nessuno), un altro punto in classifica l’abbiamo guadagnato, ma perché non chiudere questa stagione con un’ultima, bella vittoria? Oltretutto le tigrotte sono state accompagnate a Novoli da un pubblico piuttosto numeroso, a testimonianza del fatto che questa squadra ha toccato i cuori dei tifosi e si è conquistata simpatia e ammirazione.
E le ragazze non deludono neanche questa volta mentre a bordo campo si inizia a preparare una scenografia con i palloncini (di cui il coach farà un uso creativo…).
Il tie-break non è una passeggiata, ma Barbara e compagne non si fanno sorprendere da un pur combattivo Novoli. Giorgia, da tempo rientrata in campo, piazza due palloni a terra e orchestra diligentemente le compagne, agevolata dalle valide ricezioni e difese di Rebecca, di Giulia e di Sara. Nicole e Barbara continuano a martellare, Ginevra e Claudia realizzano punti preziosi ed anche Francesca offre un valido contributo (servizi, punti e difese).
Novoli va al cambio campo in vantaggio (8-7), ma le tigrotte ci tengono a dare ai propri tifosi l’ultimo regalo: vince Oria 12-15 con un attacco finale della nostra valente opposta.
“Mati, Ci siamo” è la scritta sui palloncini gialloazzurri.
La promessa è stata mantenuta.
E’ stato un anno tragico e credo che le nostre ragazze siano state eroiche. Su un bigliettino affisso nella bacheca del tensostatico c’era scritto “Grazie, Mati, per averci dato la forza di giocare”.
Sono scese in campo quattro giorni dopo il funerale. Non riesco a immaginare quello che hanno provato durante il minuto di silenzio disposto dalla Federazione proprio per Matilde. Non riesco a immaginare come si possa giocare con le lacrime agli occhi. Sì, sono state eroiche. Se Mati è nel cuore delle sue compagne, questa squadra resterà per sempre nei cuori dei tifosi. Non dimenticheremo quello che avete fatto.
Un pensiero speciale va a Tony, che ha dovuto affrontare anche un grave lutto familiare ed ha saputo gestire una situazione delicata e straziante come la perdita di Matilde. Ha tenuto unito il gruppo, l’ha motivato, ha trasformato il dolore delle sue atlete in esperienza di crescita.
Annacarla quest’anno non è stata solo una capitana. E’ stata talvolta anche “supplente”, allenatrice e motivatrice in campo. Soprattutto è stata un esempio.
E infine Mino, Tiziana, tutti i collaboratori. Gestire una società sportiva è già un’impresa; farlo durante e dopo una pandemia continuando ad essere un riferimento per lo sport e per la gioventù della città è un altro atto eroico.
La notte di Oria è stata movimentata da un corteo festante con palloncini e clacson.
Sotto la luce di una luna quasi piena.
E sotto la luce della nostra stella.