E’ FEMMINA! ORA SCEGLIAMO UN NOME PER LA FIGLIA DI MARIKA

31 gennaio 2010

L’ecografia non lascia dubbi: Marika avrà una bambina.

Dall’esame non si rileva quella protuberanza che fa la differenza e dunque si può già provvedere all’acquisto del fiocco rosa.

Come abbiamo già evidenziato, è la prima volta nella storia della Palafiom che una giocatrice resta incinta e pertanto viviamo tutti con partecipazione e con gioia questa gravidanza. Soprattutto coach Marcello…

Ma vogliamo anche fornire un contributo concreto alla nostra schiacciatrice, che starà già interrogandosi sul nome da attribuire alla creatura.

Come ai tempi della mascotte dei Mondiali di pallavolo, siamo tutti invitati a suggerire un nome; quelle che seguono sono le proposte di Skanderblog ma ognuno può esporre nuove idee.

Presta – Questo nome sarebbe una specie di risarcimento per un allenatore “sedotto e abbandonato” nell’arco di una settimana (sedotto dalla fantastica prestazione di Potenza e abbandonato dalla successiva e rapida notizia della gravidanza).

Potenza – Tanto per restare in tema. Onoriamo con il nome del capoluogo lucano il ricordo di quella partita. E valga anche come auspicio perché mamma Marika ripeta sul parquet exploit simili.

Daiana – Questo è un omaggio a quei nomi del cavolo che stanno diffondendosi nella nostra città. Non so se siano più stronzi i genitori oppure gli impiegati dell’Anagrafe che non sanno suggerire le dovute correzioni. Fatto sta che tante povere piccine restano marchiate da nomi sgrammaticati come questo.

Catalda – Questo, invece, è un omaggio alla città in cui la creatura è stata presumibilmente concepita. Cataldo è infatti il patrono di Taranto (Catalda, però, non l’abbiamo mai sentito da nessuna parte, per fortuna).

Viola – Non sappiamo se nascerà a Taranto (ormai improbabile), a Crotone o chissà dove, ma difficilmente la bambina vivrà i suoi primi mesi in Toscana (naturalmente noi auspichiamo che cresca a Taranto, ma tutto dipende dagli impegni professionali del padre e della madre). Viola è una compensazione per la lontananza dalla curva Fiesole a cui tanto tiene la mamma.

Viviana – Per fare pendant con il cognome.

Tai – Non è un richiamo alle arti marziali orientali. E’ un’induzione a ripercorrere la carriera della grande Aguero. Anche Taismary potrebbe andar bene, ma per gli impiegati dell’Anagrafe è un po’ troppo impegnativo.

Hatù – Il suono è esotico; sembra un nome polinesiano. Ma soprattutto è un nome utile: ogni volta che chiamerà la bambina, la mamma si ricorderà cosa fare per evitare altri ulteriori imprevisti che risulterebbero incompatibili con l’attività agonistica.


SUXHO AL MARIA PIA

29 gennaio 2010

Perché Donald Suxho dovrebbe venire al Maria Pia? Perché proprio lui e non altri?

La risposta – mi sia consentito – è un po’ autoreferenziale e mi permette anche di spiegare le ragioni per cui questo blog si chiama Skanderblog.

Il blog nacque nel lontano ottobre 2006, sul portale Dada, come un diario in cui avrei voluto commentare vicende politiche, aneddoti locali e qualunque altra cosa mi venisse in mente.

La specializzazione pallavolistica venne dopo e per caso.

Skanderbeg è lo pseudonimo che ho usato per fare vignette di satira, pubblicate in rare occasioni su riviste locali e in particolare su Nuovo Dialogo ai tempi di don Franco Mazza, il più coraggioso dei direttori che abbia avuto modo di conoscere. L’unico coraggioso, diciamo pure.

Scelsi questo pseudonimo al ritorno da un viaggio in Albania nel 1993.

Giorgio Castriota Skanderbeg è l’eroe nazionale del paese delle aquile ed è – a mio avviso – una figura “ecumenica”: cresciuto tra i turchi, è stato il principale condottiero che si oppose proprio all’occupazione ottomana divenendo così anche un simbolo della cristianità.

Parliamo del XV secolo.

Paradossalmente oggi la sua figura è il simbolo di un paese a maggioranza musulmana e ne è forse il più grande elemento di unione, che ha saputo superare differenze religiose e periodi politici drammatici ed oscurantisti. Penso, in particolare, alla criminale dittatura comunista, che però lasciò i monumenti di Skanderbeg al proprio posto.

Più volte Giorgio Castriota venne in Italia, sia per organizzare la resistenza agli ottomani in patria che per combattere al fianco di principi alleati.

Quando decisi di utilizzare Skanderbeg come pseudonimo, le sue battaglie mi interessavano poco; quello che mi colpiva di questa figura era soprattutto il ruolo di ponte tra Italia ed Albania, reso perpetuo dalla discendenza degli esuli albanesi che proprio a partire dal XV secolo si stabilirono in alcuni piccoli centri dell’Italia meridionale.

In quasi una cinquantina di essi, prevalentemente in Calabria e in Basilicata, si parla ancora un dialetto che è l’albanese dell’epoca (arbëreshë).

Tra i più noti, Piana degli Albanesi in Sicilia (dove c’è l’eparca), San Benedetto Ullano (dove c’è un ottimo gruppo folk) e Spezzano Albanese (dove ogni anno si tiene il festival della canzone arbëreshë, in cui primeggiano i fratelli Scaravaglione). Arbëreshë è anche Ururi, il paese molisano dove nacque l’ex-ministro Mario Tanassi, ma questo probabilmente non giova all’immagine delle comunità albanofone…

In provincia di Taranto c’è il più grande di questi Comuni, San Marzano di San Giuseppe, l’unico del nostro territorio nel quale si parla ancora l’arbëreshë.

Ma le varie piazze Skanderbeg o scuole Skanderbeg nei Comuni limitrofi (come Faggiano) sono la traccia di un’origine albanese di quelle località anche se poi San Marzano è l’unica in cui l’idioma illirico ha resistito nei secoli.

“Ben povero è il Paese che conta una sola razza e una sola lingua” – disse Santo Stefano d’Ungheria.

La cultura arbëreshë è dunque una ricchezza della nostra terra e per questo ho pensato di onorarla con la scelta di questo pseudonimo (che fra l’altro suona bene).

Quando l’ho scelto, inoltre, nel 1993, era ancora il “periodo delle navi”, che scaricavano sui moli della Puglia migliaia di albanesi, non più nobili condottieri o esuli in fuga da occupazioni straniere, ma semplici persone in cerca di opportunità di vita migliori rispetto a quelle a cui le aveva costrette un regime tanto folle quanto crudele. Un’esigenza verso cui un Paese di emigranti come il nostro non dovrebbe restare indifferente.

I Balcani sono complessi e gli ultimi decenni hanno posto in risalto questioni controverse come quella del Kosovo, in cui ritengo che a dover essere tutelata dalla prevaricazione e dalla violenza sia oggi la minoranza serba e non già (non più) la maggioranza albanese, ma qui il discorso si allarga troppo.

Torniamo a Donald Suxho.

Il palleggiatore della Prisma gioca nella nazionale statunitense, ma è nato in Albania, un Paese che non gode di grandi tradizioni in questo sport. In nessuno sport, veramente…

Gli Stati Uniti gli hanno offerto un’opportunità di realizzazione personale e lo hanno lanciato ai vertici della pallavolo mondiale.

Oggi Suxho è uno dei palleggiatori più forti del mondo e vederlo giocare al PalaMazzola è effettivamente uno spettacolo.

Il 25 settembre scorso Donald Suxho ha incontrato negli uffici dell’Amministrazione Provinciale alcuni rappresentanti della comunità arbëreshë di San Marzano.

Un bel gesto. La Prisma si è assicurata nuovi tifosi e Suxho si sente più a casa. Anche questo è il bello delle minoranze.

Se poi Suxho troverà il tempo di visitare San Marzano sarà colpito dalla toponomastica, dai monumenti e dai richiami alle origini illiriche di quel Comune.

Se si siederà su una panchina di piazza Milite Ignoto, affianco a un gruppo di anziani, sarà sorpreso nell’ascoltare l’albanese di mezzo millennio fa.

Un po’ come se noi andassimo, chessò, in Olanda e sentissimo parlare l’italiano dei tempi di Lorenzo de’ Medici.

Il tuffo di Suxho nelle proprie origini, però, non è completo se non viene al Maria Pia a sostenere una squadra che, pur priva di alcun legame etnico o linguistico con l’Albania, ha dedicato un blog all’eroe nazionale della sua terra…


eBAY FADINI (2) – GLI ORECCHINI DI SILVIA RENNA

27 gennaio 2010

Dopo la maglia rosata di Gisela Scialacomo (un rosa più prezioso di quello del Gronchi filatelico), la Pallavolo Taranto mette in vendita su eBay Fadini gli orecchini di Silvia Renna.

L’auspicio è ovviamente quello di recuperare un po’ di liquidità. D’altra parte, se ha funzionato l’asta per l’orecchino di Maradona, perché non dovrebbero esserci acquirenti disposti a fare follie per gli orecchini della nostra centrale? Cioè, ex-centrale.

Rispetto al campione argentino (parliamo di Maradona, non di Gisela), Silvia vanta dei meriti in più. La pallavolista, infatti, è molto più eclettica del calciatore. Silvia sa giocare da centrale, da opposto, da schiacciatrice e fino alla fine del campionato non è detto che non la si possa vedere impegnata anche in altri ruoli. Avete mai visto Maradona giocare da stopper o da terzino fluidificante? No.

Meh, e allora chi ha speso 25.000 euri per l’orecchino di Maradona ne metta il triplo per quelli di Silvia (visto che sono tre).


TARANTO-LEONESSA ALTAMURA 3-1

24 gennaio 2010

Sabato 23 gennaio 2010 – ore 19.00

Taranto e Leonessa Altamura sono divise in classifica da un solo punto (Leonessa 19, Taranto 18) ed è proprio quel punto che separa la zona salvezza dalla retrocessione. Anche se siamo soltanto alla 2^ giornata di ritorno, questa partita vale oro.

Le nostre ospiti, come abbiamo visto, sono la squadra più giovane del girone: età media 17 anni. Sotto certi aspetti, dunque, è l’unica “squadra minorenne”.

Minorenni pregiate, però. Non dico che è una specie di Club Puglia, ma sicuramente si tratta di ragazzine che sanno farsi valere.

Proprio ad Altamura avrebbe visto la luce la prima nata del 2010 su tutto il territorio nazionale (registrata alle ore 0.01 del 1^ gennaio).

Mi immagino le scene negli ospedali la notte di San Silvestro: medici e infermieri schierati attorno alle partorienti come se fosse un pit-stop di Formula Uno.

“Dottore, aiuto, sta uscendo!”

“Signora, attenda. Altri otto minuti ed è mezzanotte! Così è la prima ed usciamo tutti sul giornale…”

“Ma sta nascendo adesso!!!”

“Resista, signora!”

E poi alla mezzanotte tutti sulla signora per farla partorire in modo da vincere la speciale classifica.

Non sappiamo se sia successo così anche ad Altamura; fatto sta che il primato nazionale è della piccola Giada.

Presumo che solo per problemi burocratici legati al tesseramento non sia stato possibile far giocare Giada nella Leonessa Altamura questo 23 gennaio…

Nel Taranto una bella sorpresa: è tornata Gisela.

Non può giocare; è in panchina soltanto per fare terrorismo psicologico sulle avversarie e per sfoggiare una bella sciarpa celeste. Ma siamo sulla buona strada.

Anche questa settimana Cristiana fa la pendolare del volley.

Formazioni.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in regia, Silvia Mastandrea opposto, Silvia Rena e Simona Leone di banda, Cristiana Zonca e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina: Gisela Scialacomo, Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani.

Il sestetto di coach Claudio Marchisio: Silvia Marchisio palleggiatrice, Donatella Toscano opposto, Anna Abrescia e Graziana Caputo laterali, Nunzia Ragone e Angela Facendola centrali, Angela Dibenedetto libero.

Sui ruoli, veramente, non ci metto la mano sul fuoco. Questa squadra ha un mansionario flessibile e i ruoli si scambiano nell’arco di una stessa partita. Di uno stesso set. Di uno stesso scambio. A seconda di dove va la palla, si decide…

A disposizione: Valeria Cianciotta, Giulia Passaseo, Mina Cucinelli e Giorgia Faraone.

Anche nell’Altamura, quindi, manca la migliore cecchina, Enza Ragone.

Primo set

Si parte con un tocco di seconda di Silvia Marchisio. E brava, ha fatto la sorpresa, così a freddo…

Il Taranto replica con una striscia di 5 punti nei quali si evidenziano le fast di Cristiana e i servizi di Silvietta (5-2).

Bene anche Leo con un lungolinea da incorniciare.

Al primo time-out tecnico avvertiamo che manca la sirena tradizionale. Ci si arrangia con un fischietto da caccia portato all’uopo da Tony Manero.

Se si giocasse alle 7.30 di mattina, si potrebbe sfruttare la sirena dell’Arsenale (pover’ a ci abbit’ addà…).

Dopo la pausa sull’ 8-6 c’è tanto Taranto e poco Altamura. Silvietta piazza anche le pipe, Angela non spreca alcun pallone che vaga sulla rete, Leo e Silvia fanno il resto.

A un certo punto si sente un pernacchione nella metà campo della Leonessa. Non è una pernacchia di sfottò, né una pernacchia del genere arma chimica; è una pernacchia del genere sbuffo, come a dire “uffa”.

Sul 16-10 il Taranto sbaglia 4 attacchi consecutivi, ma anche l’Altamura non scherza. E’ una brutta fase di gioco (otto errori-punto in dieci scambi).

Quando si riprende a fare sul serio, le biancoblu si assicurano il primo parziale con gli attacchi di Simona, Silvia ed Angela (25-19).

Secondo set

Doppietta di Nunzia Ragone, brava e prolifica come la gemella, ma poi si ripete il copione del primo set: Silvietta va in battuta e la ricezione murgese passa dei brutti minuti (incluso il mezzo minuto del time-out).

Riceve Ale, palleggia Cris e Leo taglia la difesa avversaria (5-2).

Non è questo il caso, ma anche oggi Simona si è distinta per delle realizzazioni impossibili e molto creative.

Ragone tiene l’Altamura a galla fino al 10-8, poi il parziale diventa quasi un monologo del Taranto, che alza sempre più spesso il proprio muro inaugurando la serie con Angela e proseguendola con Cristiana.

Altro ace di Silvietta: 18-10.

Altro secondo tocco di Marchisio (18-11).

Il direttore di gara, Stefano Chiriatti, chiama a sé l’addetta agli arbitri. E’ già la terza volta quest’anno che l’arbitro leccese dirige un incontro del Taranto.

L’arbitro lamenta il disturbo provocato dal flash della mia fotocamera. Se alcune foto di questo post sono scure e granulose, sapete con chi prendervela…

Un ulteriore muro di Silvia incrementa il vantaggio e sul 23-13 Marcello regala una soddisfazione a Giulia, che fa il suo esordio in serie B2. La gioia è condivisa perché in settimana arriveranno altri pasticcini.

Pocahontas raggiunge la posizione e poi qual è la prima cosa che fa in serie B2?

Si passa la mano sul fondo della scarpa. Pure lei!

Io non so se questo sia un gesto istintivo o naturale come respirare, nutrirsi, dormire. Non credo. Secondo me, è appreso. E quindi bisognerebbe avviare una campagna di sensibilizzazione nei settori giovanili di tutte le società pallavolistiche per troncare sul nascere questa brutta abitudine. E che schifo!

Oppure bisognerebbe inserirla tra le irregolarità sanzionabili con l’ammonizione e il punto contro.

A proposito, oggi si discute (e si protesta) molto delle invasioni, ma ho l’impressione che parte del pubblico non conosca le novità: è vietato toccare il nastro, ma il resto della rete può essere usato anche come filo interdentale (a condizione di non interferire con il gioco). Ho un po’ semplificato, ma credo che in conclusione molte proteste fossero fuori luogo.

Fra l’altro ieri, proprio qui al Maria Pia, il giudice Gherardo Colombo, epico protagonista di quella meravigliosa primavera di legalità che è stata Mani Pulite, aveva presentato agli studenti il libro Sulle regole. Chissà se anche lui si è soffermato sull’argomento delle invasioni.

L’ultimo punto del secondo set è di Silvia Renna (25-15).

Peccato che Giulia non abbia fatto in tempo ad arrivare in zona di battuta; credo che ci avrebbe regalato soddisfazioni (oltre a quelle dei pasticcini).

Terzo set

Entrambe le squadre servono bene; entrambe ricevono in modo un po’ approssimativo.

Nel terzo set cresce la difesa della Leonessa e si assesta sui livelli a cui le murgesi sono abituate. Inoltre si alza il muro e Graziana Caputo entra prepotentemente in partita.

Si lotta punto a punto e il Taranto appare un po’ stanco.

Per fortuna c’è Angela che ci porta avanti con un muro ed un ace (14-12).

Show di Nunzia Ragone, protagonista di un break da 5 punti, e la Leonessa ribalta la situazione (15-17).

Altro bel lungolinea di Simona (16-17).

Inizia una fase molto intesa e combattuta della partita. Sembra l’A1 maschile: chi riceve fa sempre punto e si arriva così al 20-20.

L’alternanza si rompe con un primo tempo dell’ottima Facendola, un ace di Caputo ed una diagonale stretta di Abrescia (20-23).

Primo tempo di Angela; poi coach Marchisio osserva la figlia andare a segno e gioca la carta Cianciotta, inviata a servire la palla-set. La battuta della new entry è efficace e Taranto attacca male (21-25).

I giochi si riaprono.

Quarto set

Muro Marchisio, invasione jonica ed ace Facendola.

Sullo 0-3 Taranto vive il momento di massima sofferenza. Soffrono anche coloro che ricordano l’esito della partita d’andata (da 0-2 a 3-2 per la Leonessa).

A scacciare i fantasmi provvede la nostra fantastica centralona Cristiana.

Su servizio della solita impeccabile Silvietta, il sottotenente firma cinque degli otto punti che portano il Taranto sull’8-3. Due muri inclusi.

Un ulteriore muro vale il 9-4, ma la foto è venuta una cacata per colpa dell’arbitro.

E’ un guizzo che alla fine risulterà determinante, ma l’Altamura non si arrende ed offre filo da torcere fino al termine.

Ragone mura un secondo tocco di Ale e poi molte nostre imprecisioni in attacco contribuiscono al pericoloso avvicinamento delle ospiti (17-16).

Con la sensazione (e la tensione) di giocarsi un pezzettino di salvezza le due squadre lottano punto a punto.

Leo piazza una diagonale strettissima e Cris si toglie lo sfizio di fermare, finalmente, i secondi tocchi delle palleggiatrici murgesi.

Intanto Marchisio ha riproposto la carta Cianciotta, salvo poi reintrodurre la Facendola per il giro in prima linea.

Caputo sigla il 21-20.

Che stress. Che sofferenza.

Bomba di Renna, blocco di Silvietta su una ricezione lunga delle ospiti ed attacco fuori della Leonessa (24-20).

Sembra fatta, ma un errore in battuta nei momenti salienti non può mancare…

Se qualcuno potesse penetrare nella mente di Marcello credo che leggerebbe una sfilza di parolacce finché la Leonessa nostra, Simona, non schiaccia la palla che vale tre punti d’oro (25-21).

Abbiamo interrotto la serie negativa che durava ormai dal 28 novembre scorso. Quasi due mesi con molti apprezzamenti, ma senza vittorie e con un solo punto. Oggi bisognava fare punti, anche senza apprezzamenti, e l’obiettivo è stato centrato. Con apprezzamenti, comunque.

E la classifica respira visto che ci rimettiamo alle spalle l’Accademia e la stessa Leonessa.

‘A fava e ‘u scuèrcele

SILVIETTA: Molte fave questa sera. La scelta ricade su Silvietta un po’ come valutazione dell’intero campionato, che sta disputando ad ottimi livelli, un po’ per quello che ha fatto vedere oggi: sempre in partita, 16 punti ben distribuiti nei parziali e ben 5 servizi vincenti. Sempre così!

MARIKA: E’ pronta ‘sta maremma-maiala di intervista???

Tabellino: TARANTO-Leonessa Altamura 3-1 (25-19, 25-15, 21-25, 25-21)

Taranto: Zonca 15, Mastandrea 16, Scialacomo NE, Basile 0, Renna 14, Stufano 8, Certa 0, Mereu NE, Pisani NE, Leone 13, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 8, errori in battuta 5, muri-punto 7.

Leonessa Altamura: Abrescia 3, Toscano 10, Facendola 6, Cianciotta 0, N.Ragone 17, Passaseo NE, Caputo 9, Marchisio 7, Cucinelli NE, Faraone NE, Dibenedetto (L) – All. Marchisio.

Aces 5, errori in battuta 5, muri-punto 8.

Arbitri: Stefano Chiriatti (LE) e Vincenzo Gratis (LE).

Durata set: 23’, 22’, 23’, 23’ – Durata totale dell’incontro: 1.40’.

Altri risultati: Accademia BN-Sarno 1-3, San Pietro Vernotico-Centro Ester 3-0, Azzurra Molfetta-Livi Potenza 3-2, Arzano-Oria 3-0, V.Altamura-Battipaglia 0-3, Salerno-AS Benevento 0-3, ASCI Potenza-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 42; San Pietro Vernotico 39; Centro Ester Napoli 38; Azzurra Molfetta e Arzano 36; Battipaglia 35; AS Benevento 34; Livi Potenza 24; ASCI Potenza 23; TARANTO 21; Leonessa Altamura e Accademia BN 19; Oria 17; Acquaviva delle Fonti 14; V.Altamura 11; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; Sarno 120,00; Salerno 100,00; Molfetta 80,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN e Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Entra in classifica anche il Sarno: 120 euri perché il pubblico sostenitore, in seguito ad una decisione arbitrale, lanciava oggetti in campo e rivolgeva altresì, durante la gara, offese e minacce alla coppia arbitrale.

Poi c’è un richiamo, esente da sanzioni, al Centro Ester: seggiolone arbitrale inadeguato. Simona Leone ha avuto giustizia…

Prossimo turno: Taranto-ASCI Potenza, sabato 6 febbraio 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.

NOTE:

La foto della neonata di Altamura è tratta dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 2 gennaio 2010, pag. 7.


LA BUSTA DEL LATTE (5) – FABRIZIO CAFARO

22 gennaio 2010

“Verrò alla prossima partita; è una promessa”. Il conduttore televisivo Fabrizio Cafaro aveva assunto questo impegno nel corso del suo programma settimanale Sport & Sport, alla presenza delle nostre giocatrici ospiti. Però al Palafiom, in occasione dell’ultimo incontro dello scorso campionato, non lo abbiamo visto e per questo siamo costretti a mettere la foto sulla busta del latte. Siamo un po’ in pensiero.

Nel frattempo tanta acqua è passata sotto i ponti sia nel mondo pallavolistico che in quello dell’emittenza locale. Il mondo cambia, ma l’invito al palazzetto, anzi in palestra visto che adesso giochiamo al Maria Pia, rimane valido; Cafaro e Catucci sono sempre i benvenuti.


RISANATO IL DEFICIT DELLA PALLAVOLO TARANTO; PAGA NAPOLITANO

20 gennaio 2010

Si sa, la crisi economica ha colpito pesantemente anche il mondo dello sport.

E il Taranto non fa eccezione; è inutile negarlo: momenti difficili li abbiamo vissuti anche noi in attesa dell’annunciata ripresa.

Poche aziende, in questo periodo, sono disposte ad investire nelle sponsorizzazioni; tutti tirano la cinghia e questo è comprensibile. Lo staff appulo-lucano, però, non si è perso d’animo ed ha battuto ogni strada possibile. Anche le strade più audaci, anche quelle nei pressi di via Leonida (e il coach e Simona sanno a cosa mi riferisco…).

Molti dinieghi, qualche promessa, qualche rinvio, ma intanto le giocatrici stanno continuando ad esprimersi sul parquet con grande impegno ed attaccamento alla maglia.

Ai recenti segnali di ottimismo, si è aggiunto il colpo di genio risolutivo.

Ad ispirarlo è stata la visita a Bari del cosiddetto presidente della Repubblica, che venerdì ha partecipato alla cerimonia con cui è stata dedicata ad Aldo Moro l’università del capoluogo pugliese.

Tre giorni dopo il capo dello Stato ha partecipato ad un’altra cerimonia, a Roma, con cui ha fatto rivoltare nella tomba tutti i veri statisti del Paese.

Dismessi i panni istituzionali, Napolitano è tornato ad essere il leader della corrente migliorista del PCI, quella che negli anni Ottanta e Novanta scalpitava per fare accordi con il PSI di Craxi negli enti locali.

A questo punto è partita la manovra della Pallavolo Taranto.

Il cosiddetto presidente della Repubblica firma tutto: leggi ad personam, leggi che ci trasformano nello zimbello d’Europa, leggi che oltraggiano i valori costituzionali e quelli della decenza.

Se firma tutto – si son detti in società – perché non dovrebbe firmarci anche qualche assegno da destinare alle esigenze della squadra?

Un primo tentativo di essere ricevuti dal capo dello Stato è stato respinto dal portiere del Quirinale.

Poco dopo i dirigenti del Taranto hanno (ingannevolmente) fatto sapere ai funzionari della Presidenza di essere stati condannati in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito dei partiti nell’ambito delle inchieste sulle tangenti ENI-SAI e Metropolitana Milanese. Dieci anni di carcere in totale. Proprio come Craxi.

Nel curriculum lo staff del Taranto ha anche asserito di aver provocato crisi di governo da un camper e di aver garantito l’impunità e la fuga ad alcuni terroristi responsabili del sequestro di una nave e dell’uccisione di un anziano disabile sulla sedia a rotelle.

Di fronte a cotante credenziali, Napolitano non ha potuto esimersi dal ricevere la delegazione del Taranto dopo aver organizzato una cerimonia di Stato in loro onore.

Al termine del discorso ed approfittando dello stato di sonnolenza di tutti gli astanti, il tecnico del Taranto ha messo sul tavolo del cosiddetto presidente ben dieci assegni da 12.499 euro.

“Firma!” – gli ha intimato.

“Perché? Cosa sono?”

“Quando mai ti sei preoccupato del contenuto di quello che firmavi?! Firma pure questi, meh!”

Il presidente ha opposto un’ultima perplessità:

“Le leggi contro il riciclaggio impongono di non firmare assegni non trasferibili pari o superiori a 12.500 euro…”

“Appunto; questi sono da 12.499”.

“Sì, ma sono dieci. Stesso importo, stessa data, stessa firma… E’ evidente che c’è un raggiro della legge antiriciclaggio…”

“Non ti preoccupare: l’ha fatto anche Dell’Utri [1]; se ci sono problemi, diciamo che avevamo fretta. Ecco, firma. Ciao, buonanotte…”

Già da lunedì prossimo le atlete potranno ritirare gli importi dalla Cassa Depositi e Presta.

NOTE:

(1) Cfr. TRAVAGLIO, M., VELTRI, E., L’odore dei soldi, Editori Riuniti, Roma, 2001.


CENTRO ESTER NAPOLI-TARANTO 3-1

17 gennaio 2010

Sabato 16 gennaio 2010 – ore 19.00

Sembra, effettivamente, un’operazione militare con il PalaDennerlein al centro del mirino. Un mirino di natura agonistica, naturalmente.

Sulla cartina geografica tracciamo tre linee virtuali. La prima parte da Taranto e riguarda quasi tutte le atlete. La seconda parte da Matera, riguarda Angela e si congiunge alla prima nell’autogrill di Bucaletto. La terza parte da Novara, passa da Milano e riguarda il sottotenente Cristiana.

Tutte convergono su Barra, ma è evidente che a rendere incerta ed emozionante l’operazione è soprattutto la terza missione: riuscirà Cristiana a prendere la coincidenza del treno a Milano ed arrivare puntuale alla Stazione Centrale di Napoli (17.15)?

Riuscirà poi a raggiungere in tempo il PalaDennerlein?

E infine, riuscirà a giocare decentemente dopo una settimana in cui è stata costretta ad allenarsi con qualche principiante dell’oratorio di Novara?

Noi, intanto, ci stringiamo nel nuovo pulmino della ditta che ha gentilmente deciso di contribuire alle esigenze della squadra e che per questo ringraziamo.

Il posto che scotta è quello avanti a destra. Il posto due, per capirci. Ivana ci sta stretta e l’allungamento delle gambe impedisce al coach di guardare nello specchietto retrovisore. Dopo la prima sosta all’autogrill di Pisticci, i liberi si danno cambio visto che Priscilla è meno ingombrante.

Intanto i telefonini sono roventi.

Ore 15.00. Cristiana è sul treno, ma forse è più opportuno che raggiunga Barra da sola con la Circumvesuviana. I treni sono frequenti e così si dribblerebbe il traffico.

La nostra centralona esprime qualche riserva. La Circumvesuviana non gode di buona fama.

Antonella Cilento, che pure non ha scritto un trattato sulla devianza, racconta del furto di un cellulare ed anche due giovani protagonisti (questi sì, devianti) di un racconto di Andrej Longo la utilizzano come mezzo di locomozione. [1]

Chiediamo un parere a Silvia, che ha vissuto per due anni da quelle parti, ma la giocatrice salentina si avvale della facoltà di non rispondere.

Poiché la divisa da gioco di Cristiana ce l’abbiamo noi, coach Marcello tende a minimizzare il problema: dell’eventuale furto di effetti personali non ce ne può fregare di meno e dalle aggressioni fisiche la centralona può difendersi ,oltre che con il suo metro e ottantatre, asserendo di venire da Paolo VI. Però, per essere credibile, dovrebbe dirlo in dialetto nostrano.

“Prova, Cristiana. Io sto per aggredirti; tu cosa rispondi?”

“Ce vuè?”

“Brava. E comunque stai tranquilla: quelli sulla pericolosità della Circumvesuviana sono tutti pregiudizi infondati”.

Ore 17.15. Il treno di Cristiana è arrivato puntuale, noi siamo alle porte di Napoli e il gruppo lucano è già in città. Lasciamo perdere la Circumvesuviana; sarà Tony Manero a prendere Cristiana e ad accompagnarla a Barra. In questo modo, però, è a rischio-ingorgo anche l’altra centrale, Angela.

Ore 17.40. L’operazione accerchiamento è riuscita e la squadra può riunirsi al PalaDennerlein.

Ora si tratta… solo di giocare contro il Centro Ester.

I corridoi di questo palazzetto trasudano gloria. Ecco la foto della squadra della Coppa Italia, quella della Coppa CEV, Keba Phipps…

In un box ci sono ancora i giocattolini di Antonella Del Core.

Qui è cresciuta la regina del taping, Ilaria Cacace.

Qui è cresciuta Veronica Grimaldi, che oggi firma autografi in mezza Italia e fa le pubblicità per i parrucchieri.

Qui ha giocato Deborah Divertito, la sorella della grande giornalista Stefania, autrice di reportage in Bosnia e di inchieste sull’uranio impoverito, sull’amianto-killer e su Trenitalia. Rendiamo onore ai giornalisti veri in questi tempi di minzolinismo strisciante, dove strisciante è il verbo dei vermi.

E oggi c’è un gruppo di ragazze che sta onorando la tradizione di un fertile vivaio. Il Centro Ester, neopromosso dalla C, è secondo in classifica dopo 13 vittorie e 2 sconfitte.

Stranamente la squadra si allena con i palloni vecchi, quelli che usiamo anche noi per intenderci. Come mai?

Avendo vinto a Taranto la prima di campionato con questi palloni, hanno deciso di non sfidare la scaramanzia. Non immaginavamo di essere stati corresponsabili di una scelta felice agli occhi del fato…

Al PalaDennerlein arriva anche coach Nello Caliendo e una triade di allenatori di lusso può così posare per una foto ricordo.

Formazioni.

Coach Vitale punta su Ginevra Fidora in palleggio, Brigida Viscatale opposto, Marianna Iarnone e Carmen Imperato laterali, Annalaura Di Cristo e Valentina Russo centrali, Francesca Caggiula libero.

In panchina: Nunzia Buonandi, Tina Di Matteo, Luciana Lauro e Carlotta Voluttoso.

Marcello Presta ha poco da scegliere. Può solo divertirsi a scambiare i ruoli, ma questa sera conferma il sestetto che tanto bene ha giocato al cospetto del Sarno capolista: Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Silvia Renna e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

A disposizione: Giulia Basile e Priscilla Pisani.

In realtà una novità c’è: il numero di maglia di Silvietta che dal 13 è passata al 3. Anche nel suo caso si è trattato di un… lavaggio creativo.

Se non altro, chi studia la nostra squadra dai video di appena un mese fa non capisce una mazza: liberi e centrali che giocano da schiacciatrici, schiacciatrici che giocano da liberi, numeri che cambiano, colori che cambiano…

Primo set

Premetto che la mia vista non molto acuta non mi permette di distinguere bene Imperato da Iarnone e l’assegnazione dei punti potrebbe risultare assai imprecisa. Fisicamente si somigliano; potrebbero almeno usare un colore diverso per le ginocchiere…

Detto questo, l’avvio del Centro Ester è brillante. Le napoletane fanno tutto molto bene e le attaccanti sembrano non trovare resistenza.

Sino al 12-7 gli unici punti tarantini sono gli assalti della nostra centrale da sbarco e gli errori in battuta delle padrone di casa. Ecco, se proprio vogliamo cercare il pelo nell’uovo, il servizio è l’unico fondamentale che sta lasciando a desiderare (finché non arriveranno gli aces) e l’atleta Di Cristo è un po’ in ombra rispetto all’eccellente partita dell’andata. Per ora.

Taranto vivacchia, non riesce ad entrare in partita e le partenopee ne approfittano portandosi sul 18-10.

Molto brava Viscatale.

Si inizia a temere che sia una di quelle trasferte alla fine delle quali pensi: tanta strada e tanto tempo sprecato pe’ nijnd’… Forse era meglio non presentarsi, pagare la multa e avere i punti di squalifica.

Sbagliato!

Improvvisamente Taranto si scuote dal torpore e piazza un esaltante break da 0-6 che riapre addirittura il set. Un ace di Cristiana e 5 (cinque!) punti di Silvia, incluso un bel murazzo!

Silvia non si ferma e replica anche a Iarnone, che aveva bloccato l’emorragia.

Sul 19-17, però, il Centro Ester è bravo a rimettersi in carreggiata: lungolinea di Imperato, tocco di seconda “in rovesciata” di Fidora (uno dei punti più belli che ho visto quest’anno) e un ace-culo ancora di Imperato (22-17).

Va a segno anche Leo, che poi però incespica sulla base del seggiolone dell’arbitro e preannuncia una richiesta di risarcimento (22-19).

Anche noi in battuta commettiamo errori. Di meno del Centro, però noi quest’anno stiamo maturando una particolare abilità nel commetterli proprio quando è meno divertente.

Chiude Iarnone, ma il Taranto adesso c’è (25-20).

Secondo set

Cristiana accresce il proprio bottino personale ed Ale mette a terra un magnifico tocco di seconda dei suoi (2-2), ma anche questo parziale si apre all’insegna del Centro.

Da applausi la fast a pallonetto dell’atleta Di Cristo (6-3).

Simona protesta per un tocco del muro non visto e poi mette al lavoro la peculiare creatività inventando uno stranissimo servizio con parabola alta che ricade nei tre metri. Nei tre metri avversari, s’intende.

Sul 15-10 prende avvio la rimonta del Taranto. Si inizia con due attacchi di un’incontenibile Cristiana con in mezzo un tiro fuori di Viscatale, che cade male.

Come all’andata, una foto con le stelline non può mancare…

E come all’andata, la capitana coraggiosa riprende a giocare regolarmente.

Si apre una fase (molto spettacolare) in cui si ribatte colpo su colpo e in cui spiccano le azioni di Di Cristo e di Silvia (18-16).

Ogni volta che la nostra schiacciatrice si tocca il ginocchio sinistro, tre capelli di Angelo da neri diventano bianchi. A Marcello, invece, non succede niente; chissà come mai.

Sul 20-16 c’è un break da quattro per il Taranto: tre aiutini del Centro ed un bel servizio vincente di Angela; è pareggio (20-20)!

E’ addirittura vantaggio dopo una furba palletta di Simona ed un ace di Silvietta (21-22)!

Punto di Imperato a va a servire Viscatale.

“Brigida, non sbagliare!”

A gridare non è un tifoso qualunque, ma è un’altra figura leggendaria di questa società: don Mario, classe 1925, se ho ben capito.

Con una sedia presa in prestito dalla segreteria, don Mario si accomoda in prima fila ed osserva la partita. Da lontano sembra uno di quegli anziani che vengono parcheggiati nei palazzetti per far passare loro un po’ di tempo o perché non è opportuno che restino a casa da soli nel giorno libero della badante.

Macché.

Altro che parcheggiato: don Mario conosce tutte le giocatrici e non gli sfugge nulla di quello che succede in campo. Fra l’altro, vede molto meglio di me tanto che nel quarto set mi servirò dei suoi commenti per annotare gli scout delle ragazze campane.

Non solo Brigida non sbaglia il servizio, ma va anche a chiudere il punto con una pipe (23-22).

Splendido pallonetto di Cris, ma immediata replica di Imperato che si guadagna un primo set-point (24-23).

Il sottotenente concede il bis e il successivo attacco fuori del Centro permette adesso al Taranto di giocarsi una palla-set (24-25).

Doppietta di Iarnone e la situazione è nuovamente ribaltata (26-25).

Angela annulla il secondo set-point, ma Russo ne offre un terzo alla propria squadra.

Matò, quante emozioni…!

Imperioso muro di Silvia che costringe la difesa partenopea a toccare la palla quattro volte.

Nello scambio successivo Ivana riesce a difendere gli attacchi di Viscatale e poi viene fischiata un’invasione a Russo (27-28).

Il pubblico protesta. Don Mario urla all’arbitro: “Disgraziato!”

E le proteste montano anche quando Silvietta fa schizzare sul muro avversario l’attacco che vale la vittoria del set (27-29).

Grandi ragazze!

Terzo set

Silvietta aveva chiuso e Silvietta apre; poi Cristiana sembra prolungare il buon momento del Taranto (1-3).

Invece, arriva la mazzata.

Sul 7-5 va a servire Imperato (veramente potrebbe anche essere Iarnone; mi trovo sulla balconata a fondo campo e la miopia potrebbe ingannarmi…).

Chiunque sia a servire (ma io reputo che sia proprio Imperato) piazza ben quattro servizi vincenti e pone le condizioni per un break di otto punti per le padrone di casa (14-5).

La ricezione, buona in generale, sta vivendo i suoi cinque minuti di passione.

Silvietta ci crede e prova ad avviare un tentativo di rimonta (14-8), ma il Centro Ester non si lascia sorprendere ed incrementa il vantaggio: 21-10.

Purtroppo viene anche vanificato un miracoloso salvataggio di piede da parte di Silvia.

Gioca proprio bene il Centro Ester. E lo spettacolo nello spettacolo è rappresentato dalla palleggiatrice: precisa, costante, abile nel salvare palloni improbabili e a trasformare così i disagi in risorse, distribuzione intelligente con cui attiva sempre le giocatrici giuste nel momento giusto.

Io non so se Ginevra Fidora sia la migliore palleggiatrice del campionato; personalmente trovo che stasera abbia giocato come non avevo ancora visto giocare nessuna in questa stagione.

Altrettanto strepitosa è Cristiana, che anche in un momento non ottimale per la squadra, continua a macinare punti (chiuderà a 18).

Il presidente e Tony mi prescrivono di abbandonare la “balconata” per riprendere la posizione del secondo set, più efficace sul piano scaramantico.

Con il contributo di tutte le attaccanti, il gap diventa meno pesante, ma il set non è mai in discussione (25-18).

Bravissima Tina Di Matteo, anche se non gioca.

Quarto set

Il Centro Ester ha fretta di chiudere la pratica (4-1), ma Cristiana non soltanto non ha fretta ma non sa neanche come trascorrere l’attesa per il pullman di mezzanotte. Un buon modo sarebbe quello di continuare a giocare questa partita fino ai 5 set (6-7).

Lo spazio sopra la rete trova una nuova protagonista: Angela Stufano, autrice in questo set di ben tre muri-punto.

L’ace di Ale che vale il 7-11 induce coach Vitale a chiedere un tie-break.

E’ buona la reazione delle napoletane (Viscatale-Imperato-Russo), ma Silvietta e Cristiana difendono il lieve vantaggio sino al servizio vincente di Viscatale (14-14).

Nel frattempo è sparito Simone; anche lui ha cambiato posto per motivi scaramantici.

Punto Silvia, ace Cristiana e muro Angela: 15-18 e possiamo farcela!

A questo punto, sale in cattedra Valentina Russo: è lei a riportare nuovamente l’incontro in parità con un primo tempo al fulmicotone (19-19).

Ed è sempre lei a siglare il sorpasso (21-20).

Taranto replica con una sempre gagliarda Silvietta, ma sul 22-21 Russo interferisce su un’azione costruita da Ale. E’ questione di attimi. Per il Centro è un muro; per le joniche è un’irregolarità e contestano animatamente la decisione del direttore di gara. Che purtroppo è quella che vale (23-21).

A legittimare il successo napoletano sono l’ultimo attacco di Imperato e un primo tempo dell’atleta Di Cristo (25-21).

Il Centro Ester piomba a ridosso del Sarno, sconfitto dall’Arzano.

Per noi un’altra partita positiva, ma la striscia di sconfitte consecutive sale a cinque. Certo, le ultime tre ce le hanno imposte le prime della classe (Azzurra Molfetta, Sarno, Centro Ester) e in nessun caso abbiamo sfigurato. Però la classifica si è fatta precaria. E i punti non possono più attendere.

A fine partita scopro con un po’ di stupore e con molta soddisfazione  quanto sia seguito il blog da queste parti. Oltre che brave, quindi, queste ragazze mi stanno anche simpatiche.

E quanto sono belle viste da più vicino. Anche da lontano, veramente, ma da vicino si colgono meglio i particolari.

Don Mario, intanto, riporta la sedia in segreteria e mi spiega di aver vissuto molti anni a Taranto in quanto furiere della Marina Militare. A questo punto è d’obbligo la foto ricordo con il nostro sottotenente di vascello.

E’ finita la partita, ma non è finita l’avventura. Anzi, il bello comincia adesso.

Il pullman di Cristiana parte a mezzanotte (dai pressi della stazione, ma non siamo molto sicuri) e dobbiamo nutrirci.

Prima, però, c’è un dubbio morale da sciogliere: dobbiamo attendere la mezzanotte facendo compagnia a Cristiana o possiamo andarcene scaricandola in piazza Garibaldi visto che tanto la partita è finita? La seconda opzione viene presa in considerazione dall’allenatore, ma la risposta di Cristiana è di quelle che non giovano alla coesione dello spogliatoio…

Si scherzava, comunque.

A Napoli la pizza è d’obbligo. Per non allontanarci dalla stazione ci viene suggerita la pizzeria Trianon, che riusciamo a trovare con un po’ di fortuna. Meno fortunato è il parcheggio, ma comunque si riesce a stipulare un accordo con il posteggiatore abusivo anche se quest’ultimo resta piuttosto interdetto per i modi alquanto perentori dell’allenatore jonico.

Non siamo fortunati neanche quando chiediamo notizie sulla fermata ad una fonte che non appare molto attendibile e appare, invero, un personaggio dalle inclinazioni che non dispiacerebbero all’ex-presidente della Regione Lazio.

Dopo un caffé in corso Lucci, mi ricordo che da queste parti c’è una targa dedicata a Mario Merola e siccome mancano venti minuti a mezzanotte propongo alle giocatrici di andarla a vedere. Ci accorgiamo che il coach è rimasto davanti al bar, dove è parcheggiato il pulmino.

Quando ritorniamo, c’è una sorpresa: il coach è circondato da tre nigeriane che esercitano un mestiere molto antico ed evidentemente molto popolare a quest’ora nei pressi della stazione, oltre che nelle residenze dell’attuale presidente del Consiglio. Sembrano allegre sia loro che il coach; avranno fatto amicizia.

Marcello dirà che erano state loro a rivolgergli per prime la parola e che anzi, sulle prime, lui ha temuto che fosse un modo per distrarlo e derubarlo del marsupio.

Le ragazze indossano pantaloni molto aderenti e sono indubbiamente piuttosto alte e slanciate. Mmmh… Secondo me, le cose sono andate diversamente da come le racconta il coach. Secondo me, è stato lui ad avviare il dialogo:

“Scusate, ragazze, voi cosa sapete fare?”

“Noi sappiamo fare tutto, tesoro”.

“Anche in posto quattro? Mi servirebbe qualche posto quattro… E in ricezione come ve la cavate?”

“Tesoro, ho detto che noi sappiamo fare tutto. Tutti posti che vuoi. Riceviamo quello che vuoi… Basta che tu paga”.

“Ah, beh, per i soldi stiamo cercando un sponsor. Magari ora giocate e poi a fine mese dovrebbero arrivare i soldi. Forse. Magari…”

“No bene così, tesoro. Tu paga prima altrimenti niente”.

“Ma le altre non fanno così…”

“E allora tu vai con altre. Noi prima soldi, poi prestazione”.

E’ tempo di congedarci da Cristiana e di iniziare un viaggio che ci riporterà a Taranto soltanto alle quattro inoltrate (ma quello di Cris sarà ancora più lungo).

Alla periferia di Napoli ogni tanto spunta un casello autostradale. Questo è un mistero: non entriamo mai in autostrada eppure c’è una stazione d’uscita. Mah. La stessa cosa era capitata all’andata.

Alla prossima partita. Alla prossima avventura.

‘A fava e ‘u scuèrcele

CRISTIANA: La mattina della partita è a Novara; all’una di notte, dopo la partita, sarà di nuovo su un pullman in viaggio per il nord. A Napoli ci resta soltanto il tempo di schiacciare a terra 18 palloni in quattro set. Questo sì che è attaccamento alla maglia. Questo è amore per lo sport. Cristiana è già nella leggenda di una squadra a cui ha dimostrato di voler bene e che gliene vuole ancora di più.

TONY MANERO: Interferisce pesantemente sull’attività fotografica pretendendo foto da solo e in compagnia, anche durante la partita, e prescrivendo le posizioni scaramanticamente favorevoli. La scaramanzia ha fallito e nel blog preferisco dare spazio alle immagini di gioco. Magari a fine stagione, raccogliamo tutte le foto di Manero in un unico post e così accontentiamo tutti.

Tabellino: Centro Ester Napoli-Taranto 3-1

Taranto: Zonca 18, Mastandrea 12, Basile NE, Renna 15, Stufano 7, Certa 2, Pisani NE, Leone 8, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 6, muri-punto 9.

Centro Ester Napoli: Russo 11, Imperato 22, Iarnone 15, Viscatale 15, Buonandi NE, Di Matteo 5, Lauro NE, Voluttuoso NE, Di Cristo 13, Fidora 1, Caggiula (L) – All. Vitale.

Aces 9, errori in battuta 9, muri-punto 5.

Arbitri: Francesco Colamatteo (CE) e Giuseppe Della Gatta (CE).

Durata set: 24’, 32’, 24’, 26’ – Durata totale dell’incontro: 1.56’.

Altri risultati: Sarno-Arzano 1-3, Battipaglia-Azzurra Molfetta 3-1, Leonessa Altamura-San Pietro Vernotico 1-3, AS Benevento-ASCI Potenza 3-2, Livi Potenza-Accademia BN 3-2, Oria-V.Altamura 1-3, Acquaviva delle Fonti con Sabrina Cosentino-Salerno 3-0.

Classifica: Sarno 39; Centro Ester Napoli 38; San Pietro Vernotico 36; Azzurra Molfetta 34; Arzano 33; Battipaglia 32; AS Benevento 31; Livi Potenza 23; ASCI Potenza 20; Leonessa Altamura e Accademia BN 19; TARANTO 18; Oria 17; Acquaviva delle Fonti con Sabrina Cosentino 14; V.Altamura 11; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; Salerno 100,00; Molfetta 80,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN e Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutti fermi, ma noi siamo stati menzionati con un richiamo per mancanza del servizio di asciugatura. In un altro girone, ammonita Viviana Zonca (del Chieri). E’ parente?

Prossimo turno: Taranto-Leonessa Altamura, sabato 23 gennaio 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.

NOTE:

(1) Cfr. CILENTO, A., Napoli sul mare luccica, Laterza, Roma-Bari, 2006 (2^ ediz.), pag. 98, e LONGO, A., Dieci, Adelphi, Milano, 2007.


RITRATTI: KATIA TADDEI

15 gennaio 2010

SCHIACCIATRICE

Nata a Grottaglie (TA), 20 anni fa; vive a Taranto.

Segno zodiacale:

Ariete.

Quando hai iniziato a giocare a pallavolo?

A 13 anni, ma già dall’età di 6 anni palleggiavo con mio padre.

Anche tuo padre gioca a pallavolo?

A mio padre piacciono un po’ tutti gli sport; è un insegnante di educazione fisica. Gli piace giocare a pallavolo, basket, calcio, fare windsurf, canoa… un po’ tutto insomma!

Perché proprio il volley?

È uno sport che mi piace da quando ero bambina. Mi piace perché è un gioco di squadra in cui bisogna avere forza, tecnica e intelligenza.

E perché proprio da schiacciatrice?

Perché sono alta, ho una buona elevazione e poi adoro attaccare, cambiare i colpi, mi diverto tantissimo!

La tua carriera:

2002-’03 – Palafiom Taranto, serie C

2003-’04 – Palafiom Taranto, serie C

2004-’05 – Volley Massafra, serie C

2005-’06 – Palafiom Taranto, serie C

2006-’09 – relax

2009-’10 – Taranto, serie B2

Cos’altro fai nella vita?

Studio ingegneria ambientale.

Qual è la tua personale soluzione tecnica per il dramma ambientale di Taranto…

Non ci sono soluzioni definitive purtroppo, ma si potrebbe mettere in atto un piano di disinquinamento del golfo di Taranto e potenziare i sistemi di depurazione.

I tuoi hobbies?

Fare aerobica, step e andare a ballare in discoteca!

In discoteca la notte prima, la notte stessa o la notte dopo una partita?

La notte stessa.

L’ultimo libro che hai letto:

New moon di Stephenie Meyer.

L’ultimo film che hai visto:

Braveheart, l’avrò visto 50 volte ma lo adoro!

“Nello studio di un fisioterapista, fra molti mesi da adesso, sei sicura che non sognerai di barattare tutti i giorni che avrai vissuto a partire da oggi per avere l’occasione, solo un’altra occasione, di tornare sul parquet per urlare alle nostre avversarie che puoi lesionarti il crociato anteriore, ma questo non ti toglierà mai la voglia di giocare!”

Disse così Wallace o sbaglio?

Sì, disse proprio così! La voglia di giocare non passa per un crociato!

Il tuo cantante/gruppo preferito?

Ligabue e i Negramaro.

Il tuo piatto preferito:

Pizza e patatine fritte purtroppo!

Sapresti elencare i tuoi principali pregi?

Sono una persona molto paziente, cerco di dare del mio meglio in tutto ciò che faccio e sono sincera.

E i tuoi difetti?

Sono pigra e tante volte ho bisogno di essere spronata e sono abbastanza testarda.

Il più bel ricordo della tua carriera:

Il primo anno di serie C, avevo 13 anni, Marcello mi fece entrare in campo in posto 4, feci punto al primo scambio e chiudemmo il set. Marcello disse che fu la nota più positiva di tutta la partita, ero contentissima! Anche le selezioni regionali sono state un’esperienza stupenda!

Il più amaro:

Quando mi sono fatta male al ginocchio.

Quale difetto tecnico, se ritieni di averne, vorresti correggere?

In difesa e in ricezione ho parecchi problemi, sono lenta e leggo tardi la traiettoria della palla.

L’osservazione più ricorrente del coach nei tuoi riguardi:

Di muovermi velocemente in difesa, di non guardare la palla che cade senza provare a prenderla e di piegare le gambe.

Sei scaramantica? Compi “rituali” particolari prima, durante o dopo le partite?

No.

Il tuo soprannome:

Non ne ho.

Giocatore o giocatrice che ammiri di più:

Giba è un grande e la Piccinini.

Cosa ti piace di più del mondo della pallavolo?

Il gioco di squadra e il fatto che la pallavolo mi ha aiutato nella formazione del mio carattere e quindi a farmi diventare una persona più forte.

C’è, invece, qualcosa che ti infastidisce?

Nulla…forse solo che le partite sono durante il week end!

Ti sei allontanata dalle palestre per tre anni e quest’anno hai ripreso. Come è maturata la decisione di ritornare a giocare?

Mi mancava davvero tanto la pallavolo, l’adrenalina durante la partita, gli allenamenti, mi è capitato di sognare situazioni di gioco o Marcello che si arrabbiava e ho deciso di riprendere.

No, fammi capire: sogni Marcello che si arrabbia e questo, invece di indurti ad avviare un percorso terapeutico volto a rimuovere il trauma, contribuisce a farti decidere di riprendere…

Sì, perché quando un allenatore si arrabbia con te e pretende sempre di più è perché crede in te e sa che puoi fare meglio! Gli allenatori tranquilli e pacati non mi piacciono!

A Salerno c’è stato il tuo esordio in B2. Cosa hai provato in quel momento?

Ero felicissima, non vedevo l’ora di avere l’occasione di entrare in campo e grazie anche al supporto delle mie compagne non mi sentivo agitata.

Un punto al secondo scambio giocato. So’ soddisfazioni…

Sì, infatti, il mio motto quando entro in campo è sempre stato sin da piccola “tira e non avere paura!”

E poi in allenamento è arrivato questo infortunio maledetto: lesione al crociato anteriore e stagione finita. Fra l’altro sembravi destinata a giocare da titolare la domenica successiva. Cos’è successo?

Ricadendo da un attacco mi ha ceduto il ginocchio sinistro; mi dispiace tantissimo proprio perché avrei giocato titolare e non pensavo fosse così grave il problema… Che sfiga!

Dopo l’operazione, prevista per la settimana prossima, tornerai a giocare o prevedi altri tre anni di vacanza…?

Tornerò a giocare sicuramente; questo problema al ginocchio è per me una sfida da vincere!

Obiettivi e desideri personali per il tuo futuro:

Avere una famiglia e laurearmi.

Il tuo futuro lo immagini in questa martoriata città o altrove?

Per ora lo immagino qui a Taranto poi nella vita mai dire mai!

In bocca al lupo per l’intervento! Ti aspettiamo.


MONSIGNOR DI GRAZIO AGGREDITO DA UNA SQUILIBRATA

13 gennaio 2010

Panico nella Chiesa Madre di Montescaglioso. Mentre si apprestava a celebrare la Messa di Natale, monsignor Di Grazio è stato aggredito e trascinato a terra da una donna che aveva scavalcato la transenna. Nel parapiglia è caduto anche Tony Manero, l’assistente del monsignore, ma fortunatamente nessuno ha riportato lesioni significative.

Di Grazio ha potuto regolarmente celebrare la funzione solenne mentre Manero, nonostante una lieve contusione, ha officiato il karaoke.

Già in passato l’autrice del gesto aveva tentato di aggredire l’attuale presidente della Pallavolo Taranto, ma il servizio d’ordine era intervenuto scongiurando il peggio. Non si conoscono ancora le generalità della donna, che è di origine svizzera, ma dalle prime informazioni raccolte risulterebbe trattarsi di una ex-giocatrice del Montescaglioso.

Mentre veniva condotta in Questura, la donna ha spiegato le ragioni dell’attentato; in sostanza, ritiene di essere vittima di un’ingiustizia: al termine di una vittoria in trasferta tutte le giocatrici del Montescaglioso avevano ricevuto tre tranci di pizza capricciosa a testa; lei ne aveva ricevuti soltanto due (uno dei quali, peraltro, di semplice pizza margherita).

Ecco il motivo dell’aggressione al grido di “Voglio adesso il trancio che mi spetta!”

Gli inquirenti, però, non sono convinti della spiegazione fornita dalla donna. Il modo con cui ha superato i cordoni di sicurezza che proteggono monsignor Di Grazio non può essere frutto dell’iniziativa di una singola persona; si sospetta la complicità di altri attori.

In altre parole, adesso si cercano i mandanti.

Il pm John Woodcock ha parlato di menti raffinatissime e di potenti organizzazioni occulte che avrebbero interesse a indebolire la Pallavolo Taranto.

Non si esclude il coinvolgimento di entità straniere. In particolare si indaga sulla formazione terroristica turca dei Lupi Grigi, che avrebbe organizzato l’attentato come ritorsione per la posizione contraria all’ingresso della Turchia nell’UE espressa da alcuni membri dello staff appulo-lucano, e sui servizi segreti bulgari. E proprio la pista bulgara sembra attirare l’interesse degli inquirenti. Poche ore dopo l’aggressione, è stato perquisito l’appartamento montese di Sergei Antonov, un funzionario della compagnia aerea Balkan Air, ed è stata interrogata una giocatrice di Sofia di cui non è stato fornito il nome né una fotografia.

“Non vorremmo che la FIPAV utilizzasse la foto di gruppo con lo Slavia Sofia per danneggiarci un’altra volta…” – spiegano gli inquirenti.

Gesto isolato di una squilibrata o misterioso complotto internazionale?

Il dubbio sarà forse sciolto nelle prossime settimane. Nel frattempo monsignor Di Grazio ha già speso parole di comprensione per l’attentatrice richiamandosi ai sentimenti del perdono cristiano:

“Chess’ se n’ha sciout’ d’ capa… ‘U trancio d’ pizza s’ ‘u facess’ da’ da Tony Manero ca cud’ ve’ cercànne sembr’ occasion’ pe’ scì ret’ all’ femmine.

Ce cazz’ vol’ da me ca mangh m’ ricordo cchiù ‘u fatt’?”

NOTE:

La foto dell’aggressione a Di Grazio e quella dell’attentatrice sono tratte da http://www.repubblica.it; la foto di Sergej Antonov è tratta da http://www.big.bg.


TARANTO-SARNO 1-3

10 gennaio 2010

Sabato 9 gennaio  2010 – ore 19.00

I bookmakers danno la vittoria del Taranto 1 a 10.

I bookmakers che hanno visto allenarsi la squadra nelle vacanze di Natale danno la vittoria del Taranto 1 a 1000.

Non che l’impegno non sia mancato, per carità, ma tra infortuni, interventi chirurgici, chiamate alle armi, culi gonfi, spalle acciaccate, ginocchia doloranti e cose varie, il Maria Pia sembrava un campo di beach-volley piuttosto che un campo di pallavolo. Mancava solo la sabbia, ma per il resto le uniche partite possibili erano i due contro due, vista la media di presenza giornaliere.

Non c’è stato modo di provare la difesa e così coach Marcello si è limitato ad una lezione teorica che ricordava vagamente la dottrina del casino organizzato dell’allenatore del Lecce, Eugenio Fascetti.

Il tecnico diversamente irsuto, la cui inventiva è stata forse stimolata dal premio vinto ad una tombolata, brevetta così la difesa free, una teoria anarchica in cui ogni giocatrice è libera di fare il cavolo che vuole purché prenda la palla.

Secondo il politologo Piero Ignazi,

«agli italiani importa avere la sensazione/promessa di poter fare quello che vogliono, di non essere inibiti da dei “dover essere” calati dall’alto, di poter dar libero corso ai loro animal spirits» [1]

Berlusconi sfrutta questa tendenza istigando, soprattutto col cattivo esempio, all’illegalità e all’odio verso chi tenta di far rispettare le regole; l’allenatore tarantino tenta di trasformare una caratteristica (per non dire un difetto) della nostra gente in strategia tattica.

Col casino organizzato Fascetti bloccò la formidabile zona di Eriksson in un memorabile Roma-Lecce 2-3; con la difesa free si tenterà di limitare i danni con il formidabile Aito Sarno capolista in B2.

Alessandra, intanto, tenta di limitare i danni derivanti dal freddo.

Solo tre atlete giocano nel proprio ruolo: la palleggiatrice Alessandra Certa e le centrali Cristiana Zonca e Angela Stufano. Il ruolo di opposto lo occupa Silvia Renna, Silvia Mastandrea scala in posto quattro e Ivana Gallo Ingrao, per necessità fisiche, torna a vestire la maglia di libero.

Simona Leone riceve un “mandato esplorativo” per giocare da martello. A differenza di Boccia e dei trafficanti di poltrone e di potere del PD pugliese, la nostra Leonessa ci metterà anima e cuore, due parole ormai sparite dal vocabolario del centrosinistra.

E’ una formazione mai provata (neanche a Turi; lì, infatti, c’era Pocahontas al posto di Angela).

In panchina: Simona Mereu pro forma, Priscilla Pisani e Giulia Basile, quest’ultima fresca di sponsorizzazioni dopo l’exploit del triangolare…

La corazzata Aito Volley Sarno: Tatiana Capriotti in palleggio, Raquel Santos opposto, Vanessa Torrisi e Annamaria Amitrano schiacciatrici, Neide Pereira e Antonella Salvati centrali, Angela Castiello libero.

In panchina: Clara Palmieri, Arianna Amati, Tania Cosentino e Daniela Polito.

Il coach è Luca Loparco, “costruttore” di squadre sempre magnifiche (ricorderete l’Orion Napoli di due anni fa) e titolare di una dote statistica che non dovrebbe farci molto piacere: con noi ha vinto quattro volte su quattro.

Se non altro, non c’è la Grimaldi…

Primo set

Il primo pallone lo mette a terra Raquel Santos, però dopo uno scambio che dura quasi un minuto. La qual cosa sembra già un successo…

Dopo un errore in battuta di Capriotti, il Sarno va sull’1-4. Poi, però, pareggiamo con due fast di Cristiana e due attacchi fuori delle ospiti.

Mmmh… Chissà che, accanto alla strategia della free defense, non possa applicarsi anche quella delle pazienti formichine, come con l’Arzano.

Santos tenta di spappolare Simona con un attacco da cui sarebbe stato meglio allontanarsi a gambe levate e poi si alza per due volte di seguito il muro campano (Capriotti e Salvati).

Mura anche Torrisi e siamo 6-10.

Mura tanto il Sarno, ma sbaglia anche tanto: 9-10.

La ricezione tarantina è piuttosto sommaria e non mancano alcuni malintesi in fase di costruzione, ma la sensazione è che sia il Sarno a fare e disfare il set a proprio piacimento (10-14).

Si apre una parentesi di bel gioco: pochi errori, adesso, e scambi che si concludono con azioni efficaci su entrambi i fronti: una splendida Cristiana e uno spettacolare secondo tocco di Ale bilanciano le azioni di Santos e Amitrano (15-17).

Quando vedo Amitrano penso sempre all’Amitrano, emigrante lucano, interpretato da Carlo Verdone in Bianco, rosso e verdone e in particolare alla scena della dogana.

“Amitrano!… Rifatti la foto che sei peggiorato…”

Tutto si può dire di Annamaria, tranne che sia peggiorata.

E’ un parziale strano. La fase di bel gioco dura poco e adesso è una sagra di errori-punto: sette scambi consecutivi si concludono in questo modo.

L’immagine che mi viene in mente è questa: la corazzata Sarno solca il mare, ma noi, poveri naufraghi, in qualche modo restiamo aggrappati a una protuberanza dello scafo. Vediamo dove ci portano.

Il punteggio è infatti di 19-22; solo che a differenza della partita con l’Arzano manca in noi quell’intensità di gioco con cui riuscivamo a ribaltare le giocate delle ospiti, da pari a pari.

Oggi viviamo di espedienti, in un certo senso.

La fase finale del set è significativa.

Silvia difende un pallone (free defense…) che finisce indisturbato dentro il campo avversario per un errore di valutazione, Santos tira a lato, noi sbagliamo un servizio e lo sbaglia anche il Sarno, Capriotti appoggia sulla rete. In questo modo arriviamo al 23-24.

In pratica, è il set del culo. Il culo gonfio di Ivana da fisico sta diventando metafisico estendendosi all’intera palestra. Tutta la fortuna che ci è mancata nel girone d’andata si concentra in questo parziale.

Ma l’illusione svanisce quando viene servita a Santos la terza palla-set: l’opposto brasiliano non fallisce il colpo decisivo e Sarno vince 23-25.

Secondo set

Il secondo set entrerà nella storia della nostra squadra. Un po’ aleggia lo spirito di Putignano, un po’ quello della partita con il Valenzano di due anni fa (una sconfitta al tie-break che ebbe il sapore di una vittoria e rappresentò l’inizio della grande rimonta; speriamo…!).

Un fondamentale che nel primo parziale ha funzionato benissimo per il Sarno è stato il muro; adesso lo utilizziamo anche noi, soprattutto con Cristiana.

Il mandato esplorativo a Simona regala i primi frutti: splendido il pallonetto del 2-2.

Dopo l’ace di Pereira (3-4), il Taranto inizia a scrivere una delle pagine più belle di questa stagione: Silvia mura, guarda un lungolinea ospite terminare fuori e poi attacca due palloni consecutivi da posto quattro (7-4).

Forse anche l’attacco è diventato free adesso…

E comunque sia, questo è lo spirito animale che vogliamo!

Dopo un nostro servizio out, commettono due errori anche le ospiti, poi Ale ottiene un ace (10-5).

Coach Loparco inserisce Amati al posto di Capriotti.

“Ora l’arbitro le fischierà una doppia…” – profetizza Roberta in tribuna.

Dopo un muro di Silvia, la circostanza profetizzata si verifica…!

La senànghe di Roberta non era legata alla sfiducia nei riguardi dell’avversaria (anzi, ricordiamo che la Amati l’anno scorso ha conquistato la B1 con il Matera); è una questione statistica: gli arbitri tenderebbero a “puntare” le palleggiatrici che subentrano alle compagne.

Ho imparato una cosa nuova.

Per noi il problema non si pone piccé già è assai ca tinìme Alessandra…

Amati bilancia l’irregolarità con un tocco di seconda e Santos completa un break da quattro (12-9).

Ma il Taranto è encomiabile, ammirevole, commovente. Punto di Silvia, pallonetto di Silvietta ed ace-culo di Leo (15-9)!

La difesa del Taranto è splendida e adesso facciamo male anche in attacco e a muro. Soltanto la ricezione resta piuttosto problematica, ma il grande cuore rossoblu colma tutte le lacune.

Entra Polito per Salvati, ma c’è lo show di Silvietta: un attacco e due servizi vincenti consecutivi (19-11). Abbiamo messo 8 punti tra noi e la capolista!

Il vantaggio si riduce quando il pallone colpisce alla testa Cris, Santos ribatte in campo una ricezione lunga e Ivana, in un disperato (ma esteticamente gradevole) tentativo di risollevare un pallone, commette un’infrazione.

Marcello chiama il time-out ed urla: “Due cazzate!”

Urla così forte che la sua voce si sente in tutta la Puglia. A Bari, nella direzione regionale del PD, pensano che il riferimento sia all’alleanza con il partito di Cuffaro e al fatto che un personaggio come Alberto Tedesco non sia stato ancora cacciato a calci nel culo. Ma nulla ferma la classe dirigente del centrosinistra nel suo lungo cammino verso la dissoluzione morale ed elettorale.

Ace di Torrisi per un nostro errore di valutazione (19-15). Terza cazzata…

Magnifico muro di Cristiana e duplice attacco fuori misura delle salernitane (22-15). Ce la facciamo! Ce la possiamo fare!

Santos e poi Cris (23-16). Ancora due punti per entrare nella leggenda…

Un bolide di Santos, una doppia di Mani Fatate ed un bel lungolinea di Amitrano prolungano l’ansia (23-19).

Ma la voglia di vincere questo parziale è troppa: splendido attacco di Silvia (settimo punto personale nel set) e servizio vincente di Alessandra (25-19).

Abbiamo pareggiato!

E se l’equilibrio nel primo set è stato – a mio avviso – frutto soprattutto degli errori ospiti (16 errori-punto su 23), la conquista del secondo è tutto merito delle tarantine, tecnica e cuore!

Terzo set

“Non allenarsi fa bene…” – commenta una fonte anonima in tribuna.

Dalla difesa improvvisata si è già passati al non-allenamento come dottrina. Dai una mano e si prendono il braccio…

“Yes, we can” – auspica l’obamiano Michele.

Cristiana alza subito il muro, ma il rientro sul parquet del Sarno rivela cattive intenzioni (3-7). Adesso i set valgono punti in classifica e non saranno ammessi vuoti di gioco.

Se la difesa del Sarno concede meno spazi, il Taranto adesso sfrutta i muri ed i servizi (8 aces nell’intero incontro, ma purtroppo anche il record stagionale di errori: 14).

Lo svantaggio rimane (11-14), ma la capolista non prende il largo.

Il pubblico protesta per presunte invasioni non fischiate, ma a fine partita coach Marcello spiegherà con esempi pratici le nuove regole in materia, più tolleranti, assolvendo di fatto la direzione arbitrale.

Sul 13-17 una fiammata del Taranto: Silvietta e Silvia (ottime anche stasera) si alternano in attacco e conquistano il pareggio!

Dopo il time-out di mister Loparco, le ospiti si distraggono ed incorrono in un fallo di posizione (18-17).

Ad Amitrano replica una magnifica Silvietta (autrice di 5 punti solo in questo set).

Il vantaggio aumenta con un pallonetto di Leo, che definire mitico è limitativo, e con l’ennesimo, superbo muro di Cristiana: 22-20!

I cardiopatici escono dalla palestra.

Purtroppo, però, a questo punto c’è la svolta del set e della partita. Un’indecisione difensiva permette ad un tiro di Santos di planare comodamente a terra. Pereira pareggia opponendo un muro e dopo un ulteriore attacco di Santos, Marcello chiama il time-out (22-23).

Purtroppo non è finita perché Simona non trova le mani del muro avversario e spedisce fuori il pallone (22-24).

Subito dopo la Leonessa compie una magia trasformando una palla improbabile in una diagonale stretta che beffa la difesa sarnese (23-24).

Mamma mia, possiamo ancora giocarcela!

No, non possiamo più perché Torrisi, nonostante le misure prese nei suoi confronti dopo il primo set, liquida il parziale con un mani-fuori (23-25).

Ma su tre set giocati fino adesso con la capolista, uno l’abbiamo vinto e due li abbiamo contesi fino all’ultimo respiro.

Brave, raghe!

Quarto set

Uno sguardo alla tribuna Vip, dove Davide e Luigi presentano alla platea il nuovo libero della Tempesta, Stefania Natali.

Vi piacerebbe… Voless’ ‘a Marònn’…

Torniamo alla partita.

Il Taranto è stanco e gli acciacchi iniziano a farsi sentire. Sarno è implacabile: 0-4 e primo time-out.

Silvietta e Simona guidano la reazione (3-5) poi Pereira mette a terra un primo tempo da manuale. Da manuale è anche il fisico perfetto di questa ragazza.

Sul 5-7 termina, di fatto, la partita del Taranto.

Le giocatrici campane impongono un parziale di 1-10 sfruttando, in particolare, i servizi di Amitrano e le pipe di Santos (6-17).

E non va dimenticata un’altra atleta dal rendimento eccellente: il libero Angela Castiello.

I muri di Cristiana e le invenzioni di Simona attenuano il gap (11-19), ma ormai il Sarno ha la partita in pugno e il Taranto ha il fiato sempre più corto.

Muro di Antonella Salvati (11-21).

Come ogni volta che la affrontiamo, mi piace ricordare che Antonella è nata a San Giorgio a Cremano, il paese del grande Massimo Troisi. Già questo basta a renderla simpatica.

Secondo me, chi nasce a San Giorgio a Cremano dovrebbe avere un contributo statale vitalizio, una corsia preferenziale nei concorsi pubblici, l’esonero dalle tasse e tre punti in più negli scout.

Anche chi nasce a Laterza.

Raquel SuperSantos segna il 24^ ed ultimo punto personale della serata (peraltro, le sue realizzazioni sono distribuite in modo sostanzialmente equo nei quattro set), che è anche il 24^ punto del Sarno nel set: 12-24

Silvia e Silvietta schiacciano gli ultimi palloni del Taranto e poi c’è solo spazio per la firma in calce alla partita di Annamaria Amitrano, la donna-ragno (14-25).

Il riferimento non è soltanto all’agilità con cui si eleva sulla rete di pallavolo. Chi ha visto un certo filmato sa a cosa mi riferisco…

Io ho detto a tutti i parenti e gli amici di controllare bene gli antifurti di casa…

Il Taranto è stato encomiabile, data la situazione. Non c’è proprio nulla da aggiungere al meritatissimo applauso con cui il pubblico ha abbracciato le ragazze a fine gara. L’unico rammarico è che di questa “sconfitta bella” non resterà traccia in classifica (anche per questo sono convinto che almeno la differenza set debba prevalere sul numero delle vittorie in caso di parità di punti).

Sarno non ha certamente giocato la sua migliore partita, ma che si tratti di una formazione fortissima si vede eccome. Rimediare ad una serata storta ottenendo il massimo risultato è comunque un ottimo segnale.

Il fascino esotico di Santos e Pereira a fine partita attira come api sul miele mezzo staff del Taranto che si mette in fila per le foto ricordo.

“Le abbiamo prese apposta…” – è la battuta di un dirigente ospite (ma nelle sue mani ci sono i fogli con gli scout, che invece spiegano le vere ragioni per cui il Sarno ha ingaggiato queste due fuoriclasse).

Tra brasiliani ed argentini c’è un’accesa rivalità sportiva e forse questa nostra confidenza con le giocatrici del Sarno potrebbe causarci “incidenti diplomatici”, ma siccome Gisela è lontana e non può guardarci, possiamo approfittarne…

Ci si rivede a Palermo fra due settimane per la Coppa Italia.

Quanta fastidije, però. Visto che siamo qui tutti e due, non potremmo giocarla adesso la nostra partita così ci portiamo avanti col lavoro…?

Per concludere: sul nuovo sito del Sarno, alcune immagini della partita e le interviste agli allenatori: http://www.aitovolleysarno.com/

‘A fava e ‘u scuèrcele

SIMONA: E’ il simbolo di questa squadra che sa adattarsi alle necessità, oltre che a ruoli inconsueti, e compensa con la grinta e con il cuore i disagi derivanti da assenze ed infortuni. E’ stato difficile soltanto l’avvio, poi la Leonessa ha tirato in modo eccezionale riuscendo a gestire palloni che sembravano impossibili. Ha interpretato con fantasia un ruolo che è fatto soprattutto di potenza. Creatività al potere.

LA SPEZIA: Possa questa città affondare nelle viscere della terra entro la settimana prossima…

Tabellino: TARANTO-Sarno 1-3 (23-25, 25-19, 23-25, 14-25)

Taranto: Zonca 11, Mereu NE, Basile NE, Renna 14, Stufano 1, Mastandrea 12, Certa 4, Leone 9, Pisani NE, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 8, errori in battuta 14, muri-punto 10.

Aito Volley Sarno: Torrisi 10, Santos 24, Salvati 8, Capriotti 5, Pereira 8, Palmieri NE, Amati 1, Amitrano 12, Costantino NE, Polito 0, Castiello (L) – All. Loparco.

Aces 6, errori in battuta 11, muri-punto 9.

Arbitri: Vito Caragnano (BR) e Gianluca Mallardi (BA).

Durata set: 22’, 27’, 28’, 25’ – Durata totale dell’incontro: 1.51’.

Altri risultati: Arzano-Livi Potenza 3-0, Salerno-Battipaglia 0-3, AS Benevento-Accademia BN 3-1, Acquaviva delle Fonti-Leonessa Altamura 3-1, ASCI Potenza-Centro Ester Napoli 2-3, V.Altamura-AzzurraMolfetta 1-3, San Pietro Vernotico-Oria 3-0.

Classifica: Sarno 39; Centro Ester Napoli 35; Azzurra Molfetta 34; San Pietro Vernotico 33; Arzano 30; AS Benevento e Battipaglia 29; Livi Potenza 21; ASCI Potenza e Leonessa Altamura 19; TARANTO e Accademia BN 18; Oria 17; Acquaviva delle Fonti 11; V.Altamura 8; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; Salerno 100,00; Molfetta 80,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN e Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

La Puglia rafforza la propria posizione dominante. Multarella di 40 euro all’Acquaviva per insulti all’arbitro da parte di un isolato tifoso.

Prossimo turno: Centro Ester NA-TARANTO, sabato 16 gennaio, ore 19.00.

NOTE:

(1) IGNAZI, P., La fattoria degli italiani, Rizzoli, Milano, 2009, pag. 22.


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ – 26

8 gennaio 2010

Uno dei giocatori più amati della nuova Prisma di serie A1 è sicuramente il martello brasiliano Cleber de Oliveira. E’ forte tecnicamente, è grintoso ed è un trascinatore; non ci ha messo molto a diventare un beniamino dei tifosi.

Ha anche un’aria particolarmente simpatica. Se non fosse per la statura, guardandolo non penseresti a un giocatore di pallavolo ma piuttosto a un amicone con cui scambiare barzellette in un’osteria.

Ma c’è un altro aspetto di Cleber che salta all’occhio. Per coglierlo bisogna leggere i quotidiani locali. La carrellata di immagini qui sotto è tratta dal Corriere del Giorno e dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

Il quesito è presto detto: sarà mai possibile trovare sui giornali una foto di Cleber senza la lingua da fuori?

Attacco, muro, ricezione… quale che sia il fondamentale, Cleber ha sempre la lingua da fuori. Partita, allenamento, maglia rossa, maglia blu… la lingua è sempre all’aria aperta.

La mia domanda, però, ha finalmente trovato una risposta sulla Gazzetta di qualche giorno fa (28 dicembre scorso).

Come vedete, la lingua è al suo posto. Peccato che l’evento sia stato guastato dal titolo più sputtanato nel mondo dello sport: il famigerato “buona la prima”…

Ma se il riferimento è alla posizione della lingua del martello brasiliano, il “buona la prima” questa volta ci può stare…

L’argomento della Prisma rappresenta l’occasione gradita per salutare gli amici dell’Armata Jonica.


LA PALLAVOLO TARANTO SECONDA AL TORNEO DI TURI

6 gennaio 2010

Seconda.

Cioè penultima.

Ma anche seconda.

Insomma, interpretiamo il risultato come vogliamo; sta di fatto che la Pallavolo Taranto ha partecipato al triangolare Acqua Amata Volley Cup 2010 a Turi, superando la Leonessa Altamura nella prima partita e perdendo con il Turi nella seconda. La formazione di casa si è quindi aggiudicata il trofeo.

Andiamo con ordine.

Potrebbe essere una domenica libera nel periodo natalizio, ma alla fine la passione sportiva prevale su tutto e le giocatrici sono ben liete di sfruttare la lunga pausa natalizia per partecipare al torneo di Turi sfidando i rigori dell’inverno.

Ancora una volta non riusciamo a conciliare pallavolo e turismo. Non visitiamo il carcere che fu di Gramsci, Pertini e Scamarcio (Piero, non Riccardo…), non visitiamo il museo della pallavolo pugliese istituito nella casa natale di Vincenzo Di Pinto e non assaggiamo le polpette fritte con le uova della signora Lauretta.

Perdendoci nella città delle mitiche ciliegie Ferrovia attraversiamo un quartiere caratterizzato da ville particolarmente eleganti e fantastichiamo che tra queste possa esserci la dimora del Mago.

Quello che non sfugge all’occhio vigile dei trasfertisti è il bar, verso cui abbiamo solitamente un fiuto particolare. La pasticceria caffetteria Il Bacio merita un test dopo aver scaricato le giocatrici in palestra, un test superato brillantemente e rafforzato dal gradimento che questo locale sembra riscuotere anche tra le atlete della formazione di casa, che sono praticamente tutte lì.

Eccoci, quindi, nella palestra del Pertini, ultimo presidio in cemento prima dell’aperta campagna.

Il torneo prevede partite al meglio dei tre set.

TARANTO-LEONESSA ALTAMURA 2-1

La prima partita impegna le nostre ragazze contro la Leonessa del gigante Enza Ragone (in realtà – mi spiegherà una dirigente – la sua imponente statura di 1,93 è un errore dell’Annuario). Fra l’altro, se la vista non mi ha inganna, Enza non è nel sestetto titolare.

Il Taranto schiera una formazione che potrei definire “sperimentale”, anche se di solito le sperimentazioni sono prove che gli allenatori compiono intenzionalmente. Nel nostro caso, la situazione delle indisponibilità per infortuni e altri problemi è tale da poter concludere che stiamo nella cacca fino al collo e non abbiamo altre scelte a disposizione.

Detto così, però, suona brutto.

E suona anche ingeneroso verso un sestetto che disputerà una partita certamente non perfetta sul piano tecnico ma indubbiamente molto coriacea e per certi versi sorprendente.

Alessandra è in palleggio, Silvia è opposto, Silvietta e – clamoroso! – Simona Leone sono in posto quattro, Cristiana è al centro, Simona Mereu è libero. L’altra centrale è Giulia Basile, 15 anni, esordiente assoluta in una partita ufficiale.

La Leonessa Altamura conferma le caratteristiche che l’hanno portata al titolo virtuale di rivelazione del campionato, anche in considerazione dell’età media verdissima del roster (17 anni esatti). Grande compattezza, grande equilibrio e grande difesa.

Il primo set è loro: 20-25. Noi ci consoliamo con il primo muro-punto di Giulietta.

A proposito di Leonesse, cresce nel secondo e nel terzo set il rendimento della nostra Simona. Dopo l’ace della prima frazione (primo punto dopo anni da libero), Leo disputa una partita strepitosa. A parte gli attacchi che vanno nel segno, resto ammirato dal bello stile con cui salta e colpisce.

Quest’anno ha fatto il libero, la palleggiatrice e la schiacciatrice (a Benevento ha anche sostituito una centrale nel giro in seconda linea…); ora ho capito cosa vuol dire la parola “universale”.

Il secondo set è in equilibrio fino all’11-11.

A questo punto va a servire Giulia. La creatura non commette un errore e piazza la bellezza di otto servizi consecutivi, creando peraltro qualche problema alla ricezione murgese.

Désirée, Silvietta, Giulia… Tutte cresciute nella Palafiom, tutte bravissime in battuta. Io non so quali tecniche di allenamento o quale pozione magica utilizzi coach Marcello con le Under, ma qualche segreto sui servizi ci dev’essere. Silvietta vanta il più alto numero di aces stagionali nella squadra (19) ed anche il miglior rapporto tra servizi vincenti e sbagliati (19/8) e Giulia, qui a Turi, sta piazzando servizi a ripetizione con una traiettoria che ricorda quelle dei cartoni animati.

Alla giovanissima centrale esordiente, a fine partita, giungeranno i complimenti e le parole di elogio di Silvia Renna: “In allenamento non ne mette in campo una…”

E nel terzo set ne vedremo delle belle.

Nonostante gli attacchi di Dinamite-Caputo, il Taranto si aggiudica il secondo set sul filo di lana, grazie ad una Silvietta particolarmente prolifica (25-23).

Mentre un giornalista ingaggia un personale litigio con la catena divisoria del terreno di gioco, si disputa un altro set tirato e spettacolare.

Punto di Silvietta: 24-24.

Va in battuta Giulia.

Grande Cris, che probabilmente gioca con uno stato d’animo particolare, e grazie ad un suo primo tempo si arriva al primo match-point (25-24).

Sugli spalti sussurriamo l’auspicio di un bel servizio vincente e Giulia non ci delude: ace e punto decisivo per la vittoria finale (26-24)!

E’ vero, non ha attaccato, ma due muri, tre battute vincenti e sostanzialmente nessun errore all’esordio non sono male.

Non so se attenuare i meriti cu’ no’ sia ca mo s’ monta ‘a capa oppure se esaltarli a dismisura così la mettiamo subito sul mercato, la cediamo alla Foppapedretti e con il ricavato appianiamo i debiti…

Diciamo le cose come stanno, va’: la piccina è stata proprio brava.

Ora bisogna perfezionare due adempimenti: onorare la tradizione dei pasticcini e attribuirle un soprannome.

Alla tradizione provvede la signora Basile, che già nel corso della partita Turi-Altamura distribuisce fette di dolce alla crema e al cioccolato.

Per il soprannome dovremmo pensarci.

Alta, magra, capelli neri, piuttosto scura… Visto che si è parlato di cartoni animati, a me ricorda vagamente Pocahontas.

TURI-LEONESSA ALTAMURA 2-0

Adesso è il turno di Turi-Leonessa Altamura.

Gli organizzatori presentano al microfono il torneo ringraziando lo sponsor. E fatemi capire: la partita ca amma sciucàte apprìma ce cos’era…?! ‘N’introduzione? ‘Nu spettàchele d’ circh’ equestre…?

C’è una spiegazione. Il pubblico locale è comprensibilmente attirato dalle proprie beniamine ed è quindi soltanto adesso che il Pertini si è riempito, in effetti.

Una nostra dirigente ha un forte mal di denti che si estende alla mandibola destra.

Chissà se anche in questi casi funziona l’applicazione del ghiaccio – mi chiedo. La dirigente, di cui per discrezione non faccio il nome, potrebbe usare lo stesso ghiaccio che colloca sul sedile dell’auto per curare un’altra parte del corpo… L’importante è seguire un ordine cronologico hygienically correct: è meglio applicare il ghiaccio prima ai denti e poi alla chiappa piuttosto che il contrario…

Un problema al viso lo registra anche una giocatrice del Turi durante il riscaldamento. In pratica viene abbattuta da una pallonata.

Mentre è a terra, alcune compagne si sincerano delle sue condizioni; un’altra, invece, le tira ulteriori pallonate sulle gambe. Questa sì che è solidarietà…

La palestra piuttosto buia non si presta alle fotografie. E’ peggio del Maria Pia. Perché in realtà è un po’ più illuminata del Maria Pia.

Mi spiego meglio: il Maria Pia è rigorosamente buio e pertanto le foto si possono scattare soltanto con il flash e così vengono bene. Più o meno bene.

Il Pertini, invece, è piuttosto buio, ma non troppo: lo è abbastanza perché le foto senza flash vengano scure; non lo è  abbastanza perché le foto con il flash non vengano mosse.

Spostandomi in cerca di soluzioni, mi imbatto sia nella curva sud che nella curva nord.

Nel primo caso incontro sostenitori desiderosi di una foto ricordo e prontamente accontentati. Tutti piuttosto alti. Chissà che non siano gli attuali compagni di squadra dell’indimenticato Marcello Bruno, altra colonna della Magna Grecia di Vincenzino Di Pinto.

Generazione di fenomeni (locali) protagonisti di mille battaglie, promozioni entusiasmanti, salvezze grintose; Taranto non dimentica.

Oltre alla fotografia, sarei tentato di pubblicare anche una parte del discorso che ho involontariamente intercettato e che aveva ad oggetto una persona definita con una parola che inizia con la zeta e finisce con “ona”. Nulla a che vedere con le squadre in campo, comunque; era un discorso extrasportivo.

In curva nord, invece, ci sono tifose particolarmente appassionate e ricche di fiato. Urlano incitamenti e addirittura suggeriscono anche le sostituzioni. Vogliono che entri Betty Pastore e fanno pervenire il messaggio a Pierfrancesco in panchina. Con molta discrezione.

Tuttavia la passione per il Turi, per quanto accesa, in occasione della partita finale sarà posta in secondo piano rispetto ad altre esigenze un po’ più materiali: le tifose vorranno cenare ed auspicheranno una rapida conclusione della partita.

Anche Turi-Altamura è un incontro gradevolissimo. La Leonessa parte bene (8-12), ma una Fonsdituri incontenibile opera il sorpasso. L’anno scorso non mi pare che questa ragazza giocasse molto e forse occupava anche un altro ruolo; l’Annarita che vedo stasera è letteralmente sensazionale. Come si matura in fretta a quell’età.

Sarà premiata, meritatamente, come la miglior giocatrice del torneo.

Turi vince il primo set 25-22.

Nel secondo dilaga. Bene anche la centrale Laforgia e la regia dell’ottima Sanitate, che compie un miracolo difensivo e permette alla propria squadra di realizzare il punto del 25-13 che chiude set e partita.

TARANTO-TURI 0-2

Taranto-Turi acquista così il valore di una finale: chi vince si aggiudica il trofeo.

Due giocatrici del Turi (una ha i capelli biondi) si riscaldano con un uno contro uno atipico, a colpi di testa. Luca Toni, in confronto, è un dilettante.

Nel frattempo devo espletare un bisogno fisiologico.

Erroneamente entro in quella che dovrebbe essere l’infermeria. Qui scorgo una targa affissa in onore di Mary Ricciardi:

“In questa stanza si è provveduto a fornire le prime cure alla spalla destra di Mary Ricciardi mentre la giocatrice stessa definiva in modi qui irripetibili la parte del corpo dolorante. L’atleta, incurante del malanno, giocava eroicamente con la sacra maglia dell’ASP Turi. La cittadinanza pose a imperitura memoria”.

Ci sono novità nel Taranto: il ruolo di libero è assegnato a Ivana.

Vengono anche riesumate le maglie blu, quelle della Coppa Italia per intenderci.

Silvietta e Leo martellano, ma Turi replica colpo su colpo. Ottima anche la prestazione di Ale e quando non arriva la nostra palleggiatrice è Giulia a servire qualche assist a Silvia.

Tanto è ordinata la piccina quanto fa casino Ivana, che a un certo punto chiede a Cristiana di subentrare quando non è ancora il momento.

Il vantaggio di 8-4 viene rosicchiato dalle padrone di casa. Poi c’è il sorpasso con i soliti attacchi di Fonsdituri ed un sapiente pallonetto di Gassi.

Sul 20-24 viene assegnato e poi revocato un punto a Simona Leone, che esprime all’arbitro una disapprovazione con toni che mal si conciliano con quelli del partito dell’amore proposto dal presidente del Consiglio.

Le giocatrici baresi danno spettacolo anche nel secondo set e raggiungono un vantaggio di sette punti. Il gap è ridimensionato da un incredibile servizio di Cristiana con la palla che scende all’improvviso come se fosse telecomandata.

Muro di Giulia e siamo 18-19.

Agguantiamo anche il pareggio, a dimostrazione di una partita interpretata con intensità agonistica, ma poi c’è lo show finale del Turi: pallonetto Laforgia, muro Topputi e nostro attacco sull’asticella.

Vince Turi 21-25. Vince un Turi che ha espresso una pallavolo non solo efficace ma anche molto bella a vedersi.

Il Taranto sperimentale è stato caratterizzato da luci ed ombre. A parte l’esordio di Pocahontas, di cui abbiamo parlato diffusamente, le note positive riguardano la capacità di adattamento a ruoli inconsueti da parte delle nostre atlete.

Una mia vignetta del febbraio 2007, in cui si estraevano a sorte i ruoli delle giocatrici, forse si è rivelata profetica; ormai tutte possono fare tutto. E’ nata la squadra totalmente universale e Leo ne è il simbolo.

A tal proposito, il coach esprimerà un giudizio un po’ più disincantato, ma io preferisco gongolarmi nell’illusione di questo eclettismo esasperato alla massima potenza.

E’ il momento delle premiazioni.

Prima gli arbitri.

Poi il miglior libero, individuato nella turese Rosalia Guagnano.

Poi la miglior palleggiatrice del mondo e di tutti i tempi, individuata nella nostra Alessandra Certa.

Poi la miglior giocatrice, individuata in Annarita Fonsdituri.

E basta; poi si passa alle coppe per le squadre mentre le centrali e le attaccanti organizzano una manifestazione di protesta.


BUONA EPIFANIA!

5 gennaio 2010


CURIOSITA’ DALL’ANNUARIO

3 gennaio 2010

E’ stato pubblicato l’Annuario della pallavolo 2010, utile strumento per tutti gli addetti ai lavori. Tanto addetto ai lavori io personalmente non mi sento; sarà per questo che l’Annuario stuzzica soprattutto curiosità statistiche del tipo: quali sono le giocatrici più alte? Quali sono quelle meno alte? E le più giovani? E le meno giovani?

Altro non si può dedurre.

In realtà, per le atlete viene indicato soltanto l’anno di nascita e quindi la classifica “anagrafica” sarà piuttosto sommaria. Magari è più interessante calcolare l’età media delle squadre.

Ecco, comunque, i risultati.

Le giocatrici più giovani (età al 31 dicembre 2009)

1 Giulia Ventre C Salerno 12
2 Marianna Ferrara S Salerno 13
Marianna Maggipinto L Centro Ester Napoli 13
4 Floriana Bonifacio L Salerno 14
5 Giulia Basile S TARANTO 15
Mina Cucinelli C Leonessa Altamura 15
Angela Faiella C AS Benevento 15
Angela Falendola C Leonessa Altamura 15
Giorgia Faraone L Leonessa Altamura 15
Simona Galiero S Centro Ester 15
Giulia Passaseo O Leonessa Altamura 15

Le giocatrici più esperte

1 Annamaria Orefice U Salerno 39
2 Vaska Radkova A ASCI Potenza 38
3 Teresa Agozzino S AS Benevento 37
4 Loredana Corvino S San Pietro Vernotico 36
Annamaria Totaro S Arzano 36
6 Barbara Guglielmi S Azzurra Molfetta 35
Roberta Licata S Volley Altamura 35
8 Mara Di Martile A Livi Potenza 34
Catia De Nicola C San Pietro Vernotico 34
Angela Stufano C TARANTO 34
Maria Rosaria Stufano U Salerno 34

Bisogna dire che le succitate giocatrici esperte formerebbero uno squadrone formidabile. Manca il libero, ma quello lo possiamo mettere noi; ne conosciamo uno molto competitivo che ha 33 anni…

L’età media delle squadre

1 Sarno 25,4
2 San Pietro Vernotico 24,8
3 Arzano 24,5
Livi Potenza 24,5
5 TARANTO 24,3
6 Acquaviva delle Fonti 24,2
7 Oria 24
8 Volley Altamura 23,8
9 AS Benevento 23,7
10 Azzurra Molfetta 23,1
11 ASCI Potenza 23
12 Battipaglia 22,2
13 Salerno 22
14 Centro Ester Napoli 21,2
15 Accademia Benevento 20
16 Leonessa Altamura 17

Le giocatrici più alte

1 Enza Ragone S Leonessa Altamura 1,93?!
2 Emanuela Morrone O Battipaglia 1,90
3 Catia De Nicola C San Pietro Vernotico 1,88
Anna Silvia Piscopo C AS Benevento 1,88
Maria Russo C Arzano 1,88
6 Marilena Fracchiolla O Azzurra Molfetta 1,87
Valentina Russo C Centro Ester Napoli 1,87
8 Maria Muriello O AS Benevento 1,86

Seguono numerose giocatrici alte 1,85.

Veramente qui mi permetto di nutrire alcune perplessità. Enza Ragone l’abbiamo vista bene nella partita contro il Taranto (ahinoi, ci ha fatto 23 punti) e non mi è sembrata un gigante. Non sul piano della statura. Temo, quindi, che ci sia stato un errore e che lo scettro della più alta del reame vada assegnato a Emanuela Morrone. Nel suo caso, 1,90 è decisamente credibile.

Le 10 giocatrici più diversamente sviluppate in senso verticale

1 Marianna Maggipinto L Centro Ester Napoli 1,54
2 Angela Dibenedetto L Leonessa Altamura 1,62
3 Giorgia Faraone L Leonessa Altamura 1,63
Margherita Ferrulli O Volley Altamura 1,63
Annalisa Perrone L San Pietro Vernotico 1,63
6 Manuela Caramuta L ASCI Potenza 1,64
Marianna Santangelo L ASCI Potenza 1,64

A questo punto subentrerebbe il Taranto, ma le giocatrici alte 1,65 nel girone G sono troppe per essere elencate.

Prendo atto che in tutto il girone G ci sono soltanto 7 giocatrici (su 201) meno alte di me…

Precisiamo, comunque, che la Maggipinto ha soltanto 13 anni.

La statura media per squadra

1 Arzano 1,780
San Pietro Vernotico 1,780
3 Acquaviva delle Fonti 1,770
4 Azzurra Molfetta 1,769
5 AS Benevento 1,766
6 Sarno 1,760
7 Battipaglia 1,759
8 TARANTO 1,752
9 Accademia Benevento 1,750
10 Centro Ester Napoli 1,747
11 Leonessa Altamura 1,746
12 Oria 1,733
13 ASCI Potenza 1,725
14 Livi Potenza 1,723
15 Salerno 1,719
16 Volley Altamura 1,716

Qualche altra curiosità. Precisiamo, però, che abbiamo considerato i ruoli effettivi e non quelli indicati. Il riferimento è al San Pietro Vernotico che deve aver inteso la L di libero come L di laterale; a leggere l’Annuario, le brindisine avrebbero una batteria di liberi sensazionale: Perrone, Valente, De Mitri, Corvino e Ristits…

Allora, i liberi più alti sono:

Annamaria Tateo (Oria, 1,75) e Francesca Caggiula (Centro Ester, 1,73).

La centrale meno alta:

Maria Laura Lamparelli (Accademia Benevento, 1,68).

L’alzatrice più alta:

Virginia Alfieri (Azzurra Molfetta, 1,82).

Vediamo adesso le età medie del girone divise per ruolo:

1 Schiacciatrici 24,1
2 Opposti 23,8
3 Alzatrici 22,9
4 Centrali 22,3
5 Liberi 20,6

E le stature medie per ruolo:

1 Centrali 1,779
2 Opposti 1,779
3 Schiacciatrici 1,766
4 Alzatrici 1,723
5 Liberi 1,669

Le centrali vincono per 0,2 millimetri di differenza.