LE VITE DEGLI ALTRI: ITALIA-ROMANIA 3-0

31 Maggio 2010

Sabato 29 maggio 2010 – ore 20.30

L’occasione è troppo ghiotta: a Gioia del Colle si disputa il torneo di qualificazione ai campionati europei 2011 di pallavolo maschile.

Ancora devono giocarsi i Mondiali 2010 e già c’è il torneo di qualificazione agli Europei dell’anno successivo. Mah. A questo punto, facciamo anche le qualificazioni per le Olimpiadi del 2016 e così ci portiamo ancora più avanti con il lavoro…

Non mi è neanche molto chiaro il regolamento di questo torneo di qualificazione visto che la settimana prima se n’è giocato uno analogo in Turchia. Ce ne sarà un altro anche in Romania? E poi uno in Bielorussia? Si andrà avanti così fino a determinare la classifica in base al grado di sfinimento?

Comunque sia, quello che conta è veder giocare la nazionale.

Sabato si giocano due partite, Turchia-Bielorussia e Italia-Romania.

Non sarei imparziale sull’inno nazionale italiano e dunque lo escludo dalla valutazione, ma il caso ha voluto che a Gioia fossero eseguiti gli inni – a mio avviso – più belli del continente: quello turco e quello romeno.

Prima dell’incontro dell’Italia, infatti, scendono sul parquet Turchia e Bielorussia.

Il primo arbitro è serbo, il secondo è croato; speriamo che i giocatori non siano costretti a intervenire per dividerli in caso di litigio…

La Turchia vince il primo set, ma la Bielorussia pareggia e il pubblico inizia a crederci.

Parliamo del pubblico pugliese, ovviamente, visto che dal Paese governato dall’ultima dittatura europea non è venuto nessuno al seguito dei giocatori. Poiché è chiaro che l’unica avversaria credibile per gli azzurri è la Turchia, il pubblico tifa con un certo trasporto per la Bielorussia.

Gli atleti di coach Sidelnikov si gasano.

Forse in patria non se li è mai cacati nessuno e qui c’è un intero palazzetto ad incitarli con ardore, ad eccezione di una giovane spettatrice che ha individuato nel torneo internazionale il contesto più adatto per dedicarsi alla lettura…

Immagino che per lei sia stata una scelta difficile.

Tutto sommato, anche un concerto degli Iron Maiden avrebbe potuto garantire la stessa tranquillità; anche una fabbrica di antifurti avrebbe potuto essere presa in considerazione per immergersi nella lettura senza essere distratti dal baccano circostante…

La Bielorussia pareggia il conto dei set, vince il tie-break, trasforma in autostrada il ripido sentiero verso la qualificazione dell’Italia e poi presenta istanza alla Federazione per poter giocare a Gioia del Colle tutte le partite da oggi all’eternità.

Nel frattempo sono arrivati gli azzurri. Per proteggerli dal calore dei tifosi, un cordone di sicurezza divide in due gli spalti. Io, che proprio in quel momento dovrei andare a fare la pipì, mi trovo nella metà senza i gabinetti.

Dopo dieci minuti inizio a pensare che se Fei e compagni non entrano in campo o non tornano negli spogliatoi, se insomma non si libera il passaggio verso i gabinetti, mi vedrò costretto a ripetere le gesta del nostro esimio concittadino Filonide. Mentre tutti chiedono autografi agli azzurri; io piscerò loro in testa.

Fortunatamente, visto che Turchia-Bielorussia va per le lunghe, i giocatori italiani ritornano negli spogliatoi.

Tranne Mastrangelo.

Il centrale, fresco campione d’Italia, è infortunato e si accomoda a bordo campo. Molti ragazzi gli si avvicinano per farsi una foto o per avere un autografo, ma lui si nega: “Non è il momento”.

Secondo me, ha ragione, ma questo atteggiamento suscita un po’ di malumore tra i presenti e a me torna in mente il ritornello che gli dedicava l’Armata Jonica e che iniziava con “Mottolese…”

L’unica che riesce a farsi una foto con lui è Mina Annese. Come avrà fatto?

Immagino il dialogo tra l’addetto alla sicurezza e Mastrangelo:

“Gigi, c’è una ragazza che vorrebbe…”

“Ho già detto di non rompermi le…”

“Ma è Mina Annese”.

“Dov’è? Fatela passare…!”

Nel frattempo io ho tentato di farmi una foto con il mago di Turi, Vincenzino Di Pinto, ma Ljubomir Travica ha immortalato il soffitto del palazzetto.

Il riscaldamento viene interrotto e i giocatori di Italia e Romania si radunano nei pressi dei gabinetti. Non voglio pensare che stiano facendo il riconoscimento davanti ai cessi… Neanche in B2 ho visto cose del genere.

Può iniziare la partita.

Il palazzetto è stracolmo; non c’è spazio neanche per uno spillo. E neanche sui gradini.

Nei primi due set la squadra ospite resta agganciata all’Italia fino all’ultimo punto. Senza il rally point system, il 20-20 sarebbe stato un 2-2. Nelle fasi decisive dei parziali, comunque, gli atleti di Anastasi sanno sferrare i colpi che valgono il 2-0. Almeno questo, visto che per il resto mi è sembrata una nazionale lontana anni luce dalla generazione di fenomeni.

A proposito di generazione di fenomeni (pugliesi), in tribuna c’è anche Bruno De Mori, il grande capitano della Magna Grecia.

Nel frattempo Cernic è stato sostituito da Maruotti. Il martello friulano aveva sbagliato una pipe, cosa che a Gisela non è mai successa.

E’ equilibrato anche l’avvio del terzo set, ma dopo il primo time-out tecnico l’Italia prende il largo e si aggiudica la partita con il risultato di 3-0.

A questo punto gli azzurri possono scatenarsi alla ricerca dei loro idoli.

Alessandro Fei chiede un autografo a Pierpaola De Bonis (io ce l’ho già, tiè!), Cristian Savani chiede a Nazarena Presta di farsi una foto con lui, Valerio Vermiglio chiede a Federica Panti come si fanno i tocchi di seconda, Michal Lasko chiede a Bruna Clemente il numero di cellulare, Andrea Anastasi chiede ad Alfredo Litti quale tattica utilizzare contro la Turchia.


AUGURI, PRISCILLA

30 Maggio 2010


QUALCHE CURIOSITA’ STATISTICA

27 Maggio 2010

Scoutman è una parola grossa, almeno nel mio caso.

Io prendo solamente i punti, le battute vincenti, quelle sbagliate e i muri-punto e peraltro senza rapportarli ai tentativi. Troppo poco per esprimere valutazioni tecniche decenti, ma abbastanza per toglierci qualche semplice curiosità.

Cominciamo dai set giocati e dalle presenze (ricordo che la Palafiom ha giocato soltanto 29 partite e che per presenza intendo l’effettivo ingresso in campo, sia pure per un solo scambio).

Le stakanoviste sono Silvietta e Leo, che non hanno saltato neanche un set, seguite da Ale (che ha zompàto soltanto il primo set al PalaTedeschi):

GIOCATRICE SET PRES.
MASTANDREA Silvietta 114 29
LEONE Simona 114 29
CERTA Alessandra 113 29
RENNA Silvia 108 28
GALLO INGRAO Ivana 108 28
SCIALACOMO Gisela 85 22
ZONCA Cristiana 68 17
STUFANO Angela 67 20
BASILE Giulia 18 6
MEREU Simona 11 9
GUERRI Marika 5 2
PISANI Priscilla 2 2
TADDEI Katia 2 1

In totale, quindi, coach Marcello ha impiegato 13 atlete nel corso della stagione.

Le statistiche che seguono, evidentemente, sono fortemente condizionate dalla spaccatura che si può notare tra giocatrici che sono risultate piuttosto costanti ed altre che sono comparse pochissime volte (ed i cui scout sono quindi scarsamente consolidati).

Vediamo adesso i punti realizzati in assoluto e quelli per set.

Le migliori cinque realizzatrici sono:

GIOCATRICE PT
SCIALACOMO Gisela 346
RENNA Silvia 309
MASTANDREA Silvietta 298
ZONCA Cristiana 210
LEONE Simona 126

Fra l’altro, è di Gisela anche il record di punti in una partita (29 contro il Battipaglia, media di 7,25 a set).

E quella che segue è proprio la media punti/set (ovviamente, per questa e per le statistiche successive, non sono conteggiati i set giocati nel ruolo di libero):

GIOCATRICE

PT x SET

SCIALACOMO Gisela 4,07
ZONCA Cristiana 3,08
RENNA Silvia 2,86
GUERRI Marika 2,80
MASTANDREA Silvietta 2,61

Passiamo ai muri-punto, aggregando la media di muri vincenti per set ed il numero di muri vincenti dell’intero campionato. Le migliori cinque “muratrici” sono:

GIOCATRICE

MURI x SET

TOT

ZONCA Cristiana 0,86 59/68
RENNA Silvia 0,68 74/108
GUERRI Marika 0,40 2/5
BASILE Giulia 0,33 6/18
STUFANO Angela 0,22 15/67

Il record di muri-punto in una partita è condiviso da Cristiana (7 contro il Centro Ester) e da Silvia (7 contro la Volley Altamura). Ma è di Silvia la media migliore per set (2,33 sempre contro la Volley Altamura, cu’ tutt’ ca amma pers’…).

Servizi vincenti:

GIOCATRICE

ACE

x SET

TOT

MASTANDREA Silvietta 0,44 51/114
LEONE Simona 0,30 18/60
SCIALACOMO Gisela 0,28 24/85
CERTA Alessandra 0,20 23/113
GUERRI Marika 0,20 1/5

Brava Silvietta! Ci hai fatto vincere due set soltanto a botta di servizi…

Minor numero di servizi sbagliati per set. Le cinque giocatrici meno fallose al servizio sono state:

GIOCATRICE

E.B.x SET TOT
MEREU Simona 0,09 1/11
ZONCA Cristiana 0,11 8/68
CERTA Alessandra 0,16 19/113
BASILE Giulia 0,16 3/18
MASTANDREA Silvietta 0,17 20/114

Alessandra non ha sbagliato un servizio per 7 partite consecutive (ossia 26 set).

Nella tabelle che segue ho diviso i servizi vincenti per gli errori in battuta (il risultato di 1 esprime la coincidenza tra aces ed errori; sopra l’1 prevalgono gli aces, sotto prevalgono gli errori).

Il miglior rapporto tra servizi vincenti e sbagliati (escludendo Marika perché 1 diviso zero non si può fare) è di Silvietta:

GIOCATRICE RAPP.

ACES/

E.B.

MASTANDREA Silvietta 2,55 51/20
ZONCA Cristiana 1,50 12/8
SCIALACOMO Gisela 1,41 24/17
CERTA Alessandra 1,21 23/19
MEREU Simona 1,00 1/1

Ad maiora!


AL SALERNO IL TROFEO BIN LADEN 2010

22 Maggio 2010

E’ stato un trofeo Bin Laden all’insegna dell’austerity rispetto all’anno precedente (2mila euri in meno).

E’ vero, nel complesso le multe hanno superato quelle di due anni fa, ma c’è stata una multa “non-violenta” che da sola ha costituito il 46,8% delle uscite complessive di questa stagione.

Ad eccezione della multa decisiva per la vittoria, dunque, le altre sanzioni sono state piuttosto modeste.

Al Salerno è così bastato un colpaccio da 1.500 euri per assicurarsi il titolo stagionale: la rinuncia a giocare a Taranto è costata cara dalla società campana.

E’ abbastanza rassicurante che a determinare l’assegnazione del trofeo sia stata quest’anno una inadempienza piuttosto che una condotta aggressiva e aggiungiamo anche che quello del Salerno non è stato un “bidone” ma una rinuncia comunicata educatamente per tempo alla Federazione e alla società ospitante. Purtroppo, dico io, perché sarebbe stato meglio se il primo arbitro fosse venuto comunque a Taranto.

Questa è la classifica finale (invariata rispetto alla penultima giornata): Salerno 1.700,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano e San Pietro Vernotico 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, Taranto e AS Benevento 0,00.

Scorriamo l’albo d’oro della prestigiosa competizione:

2007-’08 – Scafati 1.350 euri

2008-’09 – Matera 1.330 euri

2009-’10 – Salerno 1.700 euri

Va precisato, però, che vengono prese in considerazione soltanto le multe del GUF relative agli incontri di campionato (sono dunque sfuggite nel corso degli anni altre sanzioni come quelle relative al caso Zuzù).

Taranto conferma un basso profilo, essendo stata multata soltanto di 40 euri in tre anni (l’illuminazione al Palafiom…):

Euri 0 nel 2007-08

Euri 40 nel 2008-’09

Euri 0 nel 2009-’10.

Ancora una volta il lancio del pupazzo non ha prodotto gli effetti sperati (mai un osservatore quando c’è bisogno…) ed anche l’espulsione del coach con il Battipaglia è risultata indolore.

Quello che più impressiona è il brusco calo del… volume di affari (-36% rispetto all’anno precedente). Vediamo le somme delle sanzioni pecuniarie comminate alle società nel triennio:

2007-’08 – Multe complessive per 3.435 euri.

2008-’09 – Multe complessive per 5.720 euri.

2009-’10 – Multe complessive per 3.625 euri.

Passiamo adesso ai provvedimenti a carico dei tesserati. Ancora una volta i dirigenti e gli allenatori fanno la parte del leone, lasciando alle atlete soltanto le briciole (22,7% dei provvedimenti).

Aggregando ammonizioni, espulsioni, diffide e squalifiche, risulta la seguente graduatoria:

Azzurra Molfetta e San Pietro Vernotico 4; Leonessa Altamura, V.Altamura, Sarno e Taranto 2; Salerno, ASCI Potenza, Oria, Acquaviva delle Fonti, Battipaglia e AS Benevento 1; Accademia BN, Arzano, Centro Ester NA e Livi Potenza 0.

In conclusione, soltanto due squadre sono rimaste completamente immuni da sanzioni disciplinari: Centro Ester Napoli e Livi Potenza.


TROVA 1.900 EURO E LI CONSEGNA ALLA QUESTURA

19 Maggio 2010

Chi sostiene che gli immigrati portino in Italia soltanto delinquenza è stato smentito da un episodio avvenuto a Taranto qualche settimana fa.

Un cittadino cingalese di 29 anni ha trovato 1.900 euro per strada e invece di intascarseli (“Non ci ho mai pensato” – ha detto), li ha consegnati alla Polizia.

Poco tempo dopo è stato individuato il proprietario, che ha offerto una ricompensa ritenuta eccessiva dall’onesto uomo della provvidenza. Costui, infatti, non ha voluto un centesimo di più rispetto a quanto previsto dalla legge in questi casi (il 10%).

Una bella notizia. E bene hanno fatto i giornali a darne il giusto risalto così da smentire certi luoghi comuni sugli stranieri.

Fra l’altro, la comunità cingalese di Taranto sembra perfettamente integrata nel nostro tessuto sociale. Anzi, non sono perfettamente integrati perché per esserlo dovrebbero commettere qualche reato, qualche rissa, fare casino la notte, sporcare per terra. Ma non lo fanno e questo costituisce un elemento di separazione dal tarantino medio… Confidiamo nella seconda generazione.

Vogliamo soltanto concludere dando un’informazione utile a tutte le persone oneste come il cittadino di cui abbiamo appena parlato: l’ufficio “Oggetti smarriti” ha recentemente cambiato sede; chiunque dovesse trovare per terra denaro o preziosi in quantità significative deve adesso rivolgersi a: AS Polisportiva Palafiom, via Golfo di Taranto 16…

NOTE:

La foto è tratta dalla Gazzetta del Mezzogiorno, ediz. di Taranto, 16 aprile 2010, pag. III.


AUGURI, CRIS E MARIKA!

18 Maggio 2010


LA FINESTRA SULLA C: TEMPESTA TA-BITONTO 3-0

16 Maggio 2010

Avevo timore di andare al Maria Pia.

Un po’ perché un’eventuale seconda retrocessione in due settimane sarebbe stata troppo deprimente.

E poi perché, dopo aver appreso da fonti interne alla Tempesta dell’esistenza di una “membrana cacatoria”, temevo che la mia vita sarebbe stata sconvolta da altre scoperte scioccanti…

Preferisco secretare la fonte che ha usato quest’espressione e per “secretare” non si intende il verbo che deriva da segreto ma quello che deriva da secreto

La pioggia e il vento della notte poi mi hanno convinto; li ho presi come un segno. La tempesta meteorologica sulla città mi invitava alla Tempesta che si sarebbe scatenata sul parquet del Maria Pia.

L’avversaria dei play-out è il Bitonto, squadra che incrocio per la prima volta.

Di Bitonto conosco soltanto l’ex-questore Raffaele Valla, una persona a cui Taranto dovrebbe erigere un monumento per i risultati ottenuti nella lotta contro la criminalità organizzata locale.

L’ex-questore tentò anche la carriera politica e – chissà – se non fosse stato travolto da quella grande ******* della Di Bello forse anche la situazione socio-economica di Taranto sarebbe stata diversa e non piangeremmo il peggior dissesto della storia d’Italia. Ottimi i suoi buffet elettorali, fra l’altro; per non parlare delle tre figlie, una più bella dell’altra.

Veniamo alla partita.

Luigi sistema diligentemente la pubblicità degli sponsor visto che qui hanno la fortuna di aver sponsor che pagano, una circostanza che, con rare eccezioni, a noi della Palafiom sembra straordinaria da un annetto a questa parte.

E’ iniziato il periodo in cui si inizia ad andare al mare e quindi non si capisce se alcune giocatrici siano abbronzate o siano cingalesi. E’ una riflessione che faccio osservando la scurissima palleggiatrice della squadra ospite.

Il Velasco dei Due Mari schiera Giusy D’Elia in palleggio, Rosanna Galiulo opposto, Francesca Cosa ed Eva D’Elia di banda, Bruna Clemente e Adriana Cardone centrali, Rosaria Toma libero.

Cofanetto è in tribuna, ma per settembre tornerà più forte di prima. Forza Federica!

L’avvio è molto equilibrato, ma c’è un punto che secondo me segnerà il destino della partita: la realizzazione in bagher della Cubana (5-5).

Lei e Rosanna sono irresistibili e la Tempesta inizia a distanziare le ospiti (12-9).

Grande difesa della squadra di coach Monopoli e duplice ace dell’unica esponente del clan delle fasanesi oggi sul parquet (19-13).

La Tempesta amministra bene il parziale e manda a segno praticamente tutte le proprie atlete (attacco di Eva, primo tempo di Bruna e di Adriana, colpaccio di Giusy a stoppare un’azione ospite).

Il primo set finisce 25-17.

La svolta nel secondo parziale è il punto del 2-5, assegnato alle ospiti tra le vibranti proteste delle tempestine e in particolare di coach Davide.

La rabbia protestataria viene incanalata nel sano agonismo con cui le rossoblu costruiscono un esaltante break da sette punti (9-5).

Molto positiva anche questa sera Adriana, un’autentica forza della natura, ma si sta mettendo in evidenza anche Eva D’Elia, non soltanto con le mani. Un suo salvataggio di piede, infatti, induce il commissario tecnico Lippi a rivedere la lista dei convocati per i Mondiali. Un po’ di estro, in effetti, ci starebbe bene in mezzo a tanti robot.

A proposito, ora e sempre: metti a Cassano!

Nonostante la grinta della “palleggiatrice cingalese” e l’ottima disposizione per i muri mostrata dalle centrali, il Bitonto non riesce a recuperare. Però si avvicina pericolosamente (19-17).

E’ una partita in cui non bisogna mai abbassare la guardia.

Sul 20-19 Davide introduce Federica Litti e dopo l’ennesimo ace di Rosanna (22-19), sono le senatrici rossoblu a conquistare definitivamente il parziale: doppio attacco di Cocca e magistrale tocco di seconda di Giusy, che sta facendo pesare tutta la sua esperienza ed il suo talento (25-19).

Nell’intervallo il primo arbitro legge il giornale…

Parte bene il Bitonto nel terzo set e sono i soliti muri a portare in vantaggio le ragazze baresi (0-3).

La Tempesta ottiene il pareggio prima che il set possa diventare più delicato del dovuto e cerca di distanziarsi con i punti conquistati dalle proprie, ammirevoli, centrali.

Sul 10-10 sale nuovamente in cattedra una grande protagonista della serata, Eva D’Elia. La schiacciatrice tarantina attacca da tutte le posizioni ed accumula una serie infinita di mani-fuori e di diagonali (strettissima quella dell’11-6).

Intanto in tribuna si è ricostituito lo storico terzetto della Tempesta più gloriosa della storia (Clara e le sorelle Passaro) ed è indubbio che cotanta magnificenza abbia influito sull’andamento della gara.

Massimo vantaggio delle padrone di casa sul 21-13, quando il tecnico ospite manda in campo la sosia di Zaby.

Il Bitonto reagisce, piazza qualche altro muro, ma ormai il destino del set è segnato e provvedono Cocca e Rosanna ad assicurare una conclusione favorevole (25-19).

Grande Tempesta: bel gioco e adeguata determinazione mentale; adesso in bocca al lupo per il ritorno!


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ (29)

15 Maggio 2010

Siamo portati a pensare alla dieta dello sportivo come ad un programma nutrizionale volto a garantire agli atleti la piena efficienza fisica, con un occhio particolare al peso-forma.

Ancora più rigorosa dev’essere l’assunzione di liquidi o di cibi nell’imminenza o nel corso di una partita.

Ai tempi dell’Alfieri ricordo di essere andato un paio di volte al bar di fronte per prendere un po’ di zucchero da sciogliere nell’acqua.

Spesso si utilizzano bevande specifiche, come gli integratori.

In Svezia ho notato e fotografato un’atleta della seconda serie nazionale che mangiava una banana durante un time-out, gesto un po’ anomalo ma certamente congruo dato che le banane contengono potassio.

Sulla panchina del Sarno, invece, ho notato ben altro a fine partita: una scatoletta di barrette Kinder…

Beh, Sarno-Taranto non era certamente una partita ordinaria; c’era più spumante che Gatorade nelle bottiglie delle padrone di casa e quindi non mi sorprende che ci sia stata qualche digressione in materia nutrizionale.

Ma indubbiamente l’immagine di giocatrici che scartano e divorano le barrette Kinder durante l’incontro ha il suo fascino.

Coach Loparco ne era al corrente o le barrette Kinder (confezione da 16) sono proprio sue…?


SARNO-TARANTO 3-1

10 Maggio 2010

Sabato 8 maggio 2010 – ore 19.00

Solo tre anni in serie B2, ma di esperienze alla fine dei campionati ne abbiamo provate tante, tutte diverse.

Nel 2007-08 ci salvammo con tre turni di anticipo e quella fu indubbiamente l’esperienza più divertente.

Andammo a giocare a Valenzano, capolista, con la serenità di chi ha raggiunto il proprio obiettivo e con l’entusiasmo di una squadra che aveva preso gusto a giocare bene e a vincere spesso e volentieri. Partimmo dallo 0-4 per noi; il Valenzano, per quanto superiore, appariva contratto e teso. Eravamo ancora in vantaggio sul 16-19 e poi sul 20-21, finché Cosentino & Co. non chiusero il primo set e presero il controllo della partita fino al termine.

Però la parte della squadretta dispettosa fu divertente anche se durò poco.

La settimana dopo, il Trani, virtualmente estromesso dai play-off dopo il rocambolesco 2-3 a Ostuni, non aveva molta voglia di scherzare e vinse senza tentennamenti sfogando, anzi, con la determinazione nel gioco la tensione accumulata nei giorni precedenti.

Chiudemmo in bellezza con il 3-1 finale sul Lanciano.

Passiamo al 2008-’09. L’anno scorso, ormai senza più obiettivi, ospitammo proprio al Palafiom la gara con cui il Trani ottenne la matematica promozione in B1. Perdemmo senza conseguenze un match per noi indolore e assistemmo alla grande festa delle nostre ospiti, accompagnate da una marea di tifosi biancazzurri.

Fu bella anche quella giornata nonostante la nostra sconfitta per 0-3.

Quest’anno c’è un’altra situazione particolare: Sarno è già matematicamente in B1 e vuole festeggiare insieme ai propri tifosi dato che la promozione è stata conquistata lontano da casa. Nella stessa giornata in cui il Sarno ha vinto il campionato noi abbiamo perso le ultime speranze di salvezza ed anche di ripescaggio. Non potrebbero incontrarsi due stati d’animo più diversi.

In pratica, è come se un corteo funebre entrasse nella sala in cui si festeggia un matrimonio…

A proposito, voglio ringraziare pubblicamente coloro che hanno speso parole di conforto e di incoraggiamento nei nostri riguardi.

Chi loda se stesso mi lascia perplesso – è vero – però mi sia consentita un po’ di autoreferenzialità: voglio attribuirmi un merito, che condivido con la società, anzi con il nucleo storico della società, quello che è rimasto al fianco delle giocatrici fino alla fine.

Ci sono squadre che fanno comunicati stampa soltanto quando vincono; noi abbiamo scritto sempre: nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E parliamo dei comunicati seri.

Non vi dico poi quanto è stato difficile portare avanti questo blog che ha lo scopo di far sorridere e di divertire. Nonostante strisce di sconfitte che sembravano infinite (da gennaio ad aprile) e nonostante la retrocessione, su Skanderblog non sono mancate cronache che tentavano di essere spiritose, fotofumetti, fotomontaggi, ecc.

Sdrammatizzare le sconfitte ed anche la retrocessione, per il bene dello sport: obiettivo raggiunto.

Beh, diciamo che mi ha un po’ aiutato la tendenza a considerare la felicità degli altri come consolazione piuttosto che come motivo di irritazione o di invidia. Questo mi aiuterà anche a Sarno.

Torniamo alla squadra e a quest’ultima trasferta.

Come se non bastassero tutte le vicissitudini già note, dobbiamo anche rinunciare alla nostra fuoriclasse Gisela, bloccata in Puglia da un piccolo impedimento. Nonostante l’anno a dir poco problematico per la squadra e nonostante l’infortunio di dicembre, comunque, Gisela ha chiuso con una media di 4,07 punti a set.

Marcello è costretto all’ultimo adattamento stagionale: Ivana torna a schiacciare da posto quattro, come la Leonessa (che nei programmi estivi doveva essere il libero). Come centrale titolare c’è ancora Giulietta, ormai “veterana” a 15 anni, e il ruolo di libero è assunto da Simona Mereu. Passano gli anni, cambiano le categorie, ma Simo c’è sempre.

In tutto le giocatrici sono otto, ovviamente senza pulmino perché dal Monte ormai non arrivano più neanche i soldi per pagare la tassa gara ed onorare l’ultima giornata di campionato.

Se non fosse stato per la mamma di Pocahontas, sarei rimasto a casa. Grazie, signò.

Lungo il tragitto, Simona sa come imporre le soste fisiologiche al proprio allenatore…

Taranto-Sarno: 278 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno.

Dal 14 novembre (AS Benevento-Taranto 2-3) di chilometri ne abbiamo percorsi ben 3.606 senza prendere un cavolo di punto.

Arrivati a Sarno, c’è tempo per un caffé, anche se dimentichiamo la garbata tradizione locale in base alla quale il caffé viene sempre offerto agli ospiti.

Il bar pasticceria è di Vincenti.

Ecco dove ha investito il premio-promozione la centrale salentina…

Che scenografia nel palazzetto: palloncini gialli e blu, nastri, striscioni, bandiere ed enormi lettere di polistirolo.

Le atlete dell’Aito recano la scritta B1 sul braccio destro e non sanno trattenersi dal festeggiare sin dal riscaldamento, quando il d.j. lancia “Il cielo è sempre più blu”, che ormai è diventata l’equivalente nazionale di “We are the champions”.

Questa atmosfera finisce con l’emozionare anche me. E anche Alfredo, che a fine partita ritraggo con la bandierina dell’Aito Volley…

Ma subentra anche la tristezza. Non tanto per “l’escursione emotiva” tra la gioia delle nostre avversarie e la nostra amarezza quanto perché – al contrario – penso che qui non torneremo più.

Penso a tutti i posti e alle persone che abbiamo conosciuto in questi tre anni, da Manoppello a Battipaglia, dal PalaCaliendo a Benevento; penso alla pallavolo di buon livello che abbiamo ammirato e di cui anche noi siamo stati protagonisti.

Coach Marcello mi fa notare: “Quando siamo stati promossi in B2 dicevi che ti dispiaceva lasciare la serie C…”

E probabilmente pensa (ma non esprime) lo stesso, ormai celebre, concetto che trovammo su una bustina dello zucchero in un bar di Trepuzzi: “Stai all’ombra e te manca lu sule, stai allu sule e te manca l’ombra; se po’ ssapìre cce cazzu uéi???”

C’è lo starting-six. Era da tempo che non veniva attuata questa procedura; se non erro, l’ultima volta è stato il celebre starting-one di Cristiana a Potenza…

Formazioni.

L’allenatore Luca Loparco manda in campo la palleggiatrice Tatiana Capriotti, l’opposto Annamaria Amitrano, le bande Raquel Santos e Vanessa Torrisi, le centrali Neide Pereira e Antonella Salvati, il libero Angela Castiello.

In panchina: Clara Palmieri, Arianna Amati, Tania Costantino e Daniela Polito.

Coach Marcello Presta ha poco da scegliere: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Simona Leone e Ivana Gallo Ingrao laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Simona Mereu libero.

In panchina c’è soltanto Priscilla Pisani, secondo libero. E c’è Gabriella. E c’è anche, in verità, un’addetta all’asciugatura del parquet. Può sempre tornare utile…

Primo set

Noi tiriamo fuori, loro tirano dentro: 4-0.

Amitrano, Torrisi e Santos martellano; tranne una doppietta di Leo, il Taranto stenta ad entrare in partita. Dopo un parziale di 10-2 le nostre avversarie conducono per 15-4.

I pensieri più nefasti affollano le nostre menti. Per carità, la nostra è una squadra d’emergenza e abbiamo di fronte la capolista, ma si prospetta una bruttissima quanto rapida serata.

Siamo come “un pulcino negli artigli del falco”, direbbe il Manzoni. [1]

E a poco ci aiuta il fatto che il falco abbia la capa a ‘u sciuech’ e non veda l’ora di festeggiare.

Entrano Palmieri e Polito per Santos e Pereira ed ogni sostituzione è piuttosto calorosa. Baci, abbracci, convenevoli, inviti a cena, scambio di indirizzi per l’estate…

Meno male che ogni tanto il Sarno sbaglia qualche battuta (quattro) e che Simona-la-Leonessa gioca con la consueta generosità altrimenti il “record” di Acquaviva sarebbe stato demolito (25-10).

Secondo set

Ivana si sblocca, ma la Palafiom è ancora lontana dall’entrare in partita; anche il secondo parziale inizia malissimo: 9-2 e poi 12-4 con Costantino e Polito in evidenza.

E’ inutile dire che anche in questo set coach Loparco sta concedendo a tutte le proprie atlete la meritata passerella.

Punti fermi della squadra sembrano essere Amitrano e Salvati; loro restano sul parquet per tutto l’incontro. Sono le uniche atlete che conosco un poco e che ho visto giocare in tutti questi tre anni di B2 (a Scafati, a Salerno e a Sarno); mi fa piacere che abbiano ottenuto questo importante risultato. A loro, in particolare, le mie felicitazioni più vive.

Intanto, però, il gioco della Palafiom langue. Sino al 21-10 ha fatto tutto il Sarno, inclusi 4 errori-punto e 3 battute sbagliate.

Entra in campo anche Arianna Amati, che deve servirsi dello stesso parrucchiere di Sonia Tinelli, anche se i suoi nastri hanno colori celebrativi.

Soltanto nel finale, Silvia e Silvietta danno segni di ripresa. Il set è compromesso (lo chiude Amitrano sul 25-16), ma la tardiva rianimazione può tornare utile per la prosecuzione del match. Astìpe a zampogna pe’ quann’ abbisògn’.

Anzi, citando gli esilaranti “Detti in tarantino tradotti in inglese” su Facebook: back your bag-pipe closely for when you’ll need it…

Terzo set

In effetti, è un altro Taranto quello del terzo set. Si parte da un muro di Silvia e da un ace di Silvietta.

Replicano le centrali gialloblu Polito e Salvati, ma tra una fast di Silvia, un ace della trepuzzina ed un mani-fuori di Leo, al primo time-out tecnico siamo in vantaggio noi (4-8).

La difesa è più aggressiva e adesso siamo noi a… fare anche i punti del Sarno.

Mani-fuori di Silvietta, punto del Sarno, attacco di Silvietta da posto due e poi il nostro giovane opposto va a servire. Dopo il primo ace, effettuerà altre sei battute grazie agli scambi conclusi efficacemente da Silvia ed erroneamente dalle attaccanti locali.

Dritt’ e stuert’ (straight and twisted…) abbiamo otto punti di vantaggio (11-20)!

La brasiliana Pereira adesso attacca da opposto, ma è il Taranto ad incrementare ulteriormente il vantaggio ed a chiudere con il punteggio di 15-25.

Indubbiamente la concentrazione non è la virtù più in voga stasera tra le giocatrici del Sarno, però il parziale ci permette di fare la nostra bella figura. Peccato non aver fatto la giocata alla Snai.

Quarto set

Silvia inaugura il set dei muri-punto tarantini. Saranno 5 in tutto; non basteranno a conquistare il parziale, ma le statistiche ne trarranno giovamento.

A proposito, abbiamo ricordato l’assenza di Gisela, ma quella di oggi è anche la prima partita che giochiamo senza Gisela e senza Cristiana contemporaneamente.

Giusto a titolo di curiosità: con Gisela e Cris abbiamo una media di 1,50 punti a partita, con Cris senza Gisela 0,85, con Gisela senza Cris 0,36.

Torniamo a Sarno-Taranto: vantaggio nostro per 1-4, rimonta di Torrisi e poi primo tempo di Pocahontas (5-6)!

L’Aito Sarno effettua il sorpasso con due azioni consecutive ben concluse dalla concittadina di Troisi, Antonella Salvati (7-6), poi c’è un attacco di Santos (9-7) e poi la reazione jonica con conclusione di Ivana e duplice muro (prima Silvia su Pereira, poi Ivana sul tocco di seconda di Capriotti): 9-10.

La svolta definitiva arriva subito dopo: doppietta di Santos e muro di Torrisi, almeno così mi pare (13-11).

Silvia replica per due volte ad Amitrano (14-13), ma poi il Sarno accelera (18-13).

Muro di Giulietta ed ace di Ale!

C’è spazio anche per il secondo libero Priscilla. Non è l’esordio assoluto in B2, ma un piccolo riconoscimento ad una bravissima ragazza, peraltro molto creativa. E’ tra le ideatrici dell’Isola di Formoso…

Quando non potrò più continuare il blog, sarà a lei che intendo trasmettere la password.

L’entusiasmo dei tifosi locali aumenta d’intensità ed i pollici iniziano a premere sui tappi degli spumanti. Santos ha fretta e sul 22-16 reputo che sia arrivato il momento del tradizionale lancio del pupazzo su Ale.

Viktor manca l’obiettivo, ma la palleggiatrice raccoglie con le sue mani fatate quanto le spetta per diritto divino.

Gli ultimi punti del Taranto sono di Silvietta, quelli del Sarno sono di SuperSantos (25-18).

Finisce 3-1. Il Taranto e il Sarno salutano la B2.

Detto così, suona più indolore…

Esplode la felicità delle giocatrici campane e sul parquet scorrono fiumi di spumante. Chi viene colpito dal tappo sarà il prossimo vincitore del campionato…? In tal caso avremmo dovuto metterci in posizione.

Piovono coriandoli e si accendono i fumogeni.

Il nome di questa città negli ultimi anni è stato spesso associato alla tragica frana del 5 maggio 1998, (quasi) esattamente dodici anni prima. Morirono nella sola Sarno 137 persone. Un risultato sportivo ovviamente non può cancellare una tragedia del genere né può restituire chi non c’è più.

Ma lo sport può offrire un’occasione di gioia e di festa ad una comunità e il merito è di questa società, dei suoi dirigenti, del suo staff, di coach Loparco e di un formidabile gruppo di atlete. Ancora complimenti e… ad maiora!

Ovviamente in bocca al lupo al San Pietro Vernotico e al Centro Ester per i play-off (se Catia mi vuole, vengo…).

Per quello che riguarda noi, si apre una fase di riflessione. La sola retrocessione non sarebbe un problema: è un verdetto maturato sul campo e va rispettato com’è nella natura dello sport. Le preoccupazioni riguardano piuttosto l’assetto societario; per la seconda estate consecutiva abbiamo difficoltà a leggere l’immediato futuro.

Ci sono soltanto due certezze.

La prima è che è meglio ritirarsi piuttosto che dipendere dalle promesse e dalle dubbie risorse di chi ha preso in giro una squadra per un anno intero.

La seconda è che dobbiamo tutti adottare il piano tariffario di telefonia mobile di Silvia Renna. Ha iniziato a conversare a Baronissi ed ha chiuso la telefonata all’altezza di Lido Azzurro…

Per concludere, grazie di cuore a tutti coloro che hanno mostrato un sincero attaccamento alla causa: le giocatrici, il coach, la famiglia Leone, Lisa, il dottor Formoso, Maurizio, Rocco, Giuseppe, il signor Priscillo, i tifosi, Michele-re-della-curva, i genitori, i fidanzati, Daniela, le “applicate” della Tempesta e in generale la Tempesta tutta, l’Armata Jonica lontana nello spazio ma vicina col cuore, l’unico sponsor che si è mostrato di parola e non di chiacchiere (Termoidraulica Nitti), gli sponsor del passato come La Semauto (ma sì!) e quelli del futuro (HDR), Giuseppe Di Cera che sa sempre conciliare la professionalità giornalistica con l’affetto per la squadra, il signor Ugo, l’unico vero presidente Marco Urago, i segnapunti che si sono succeduti e in particolare Christian, i lettori di questo blog.

Ursula K. Leguin, che non so chi cavolo sia, dice che “è bene avere una meta verso cui viaggiare; ma, alla fine, è il viaggio che conta”. [2]

Quest’anno la meta non è stata raggiunta e anche il viaggio ha fatto un po’ cacare. Ma ci sono stati i compagni di viaggio ad aver lasciato un bel ricordo, comunque sia andata.

‘A fava e ‘u scuèrcele (don’t mix rinds with broad beans…)

SILVIA: Fava per ieri sera, per l’intero campionato e per sempre. Se penso soltanto ai chilometri supplementari che si è sobbarcata alla fine di ogni trasferta guidando nel cuore della notte per raggiungere casa mentre noi eravamo già al calduccio dei nostri letti (o all’Oblò)… Come Gisela, ha dimostrato di essere una grande professionista. Ed oltre a giocare a rendimenti elevati, meritevoli di promozione e non di retrocessione, ha anche contribuito all’armonia dello spogliatoio grazie alla sua cordialità. Lei e Gisela non retrocederanno; le nostre strade sono destinate a dividersi. Ma, ovunque andranno, sarò sempre un loro tifoso. Grazie per tutto quello che avete dato.

VIKTOR: Ha mancato il bersaglio atterrando a quasi due metri di distanza da Ale ed è pure caduto di culo e non di pancia come programmato. A parte questo, però, bisogna riconoscere che forse è stato il miglior pupazzo-kamikaze della nostra storia. Che morbidezza. Degna del tocco di Mani Fatate.

Tabellino: Sarno-Taranto 3-1 (25-10, 25-16, 15-25, 25-18)

Sarno: Torrisi 9, Santos 11, Salvati 9, Capriotti 2, Pereira 3, Palmieri 2, Amati 0, Amitrano 11, Costantino 3, Polito 7, Castiello (L) – All. Loparco.

Aces 8, errori in battuta 11, muri-punto 6.

Taranto: Mastandrea 10, Gallo Ingrao 4, Basile 2, Renna 11, Certa 1, Leone 10, Mereu(L), Pisani (2L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 10, muri-punto 7.

Arbitri: Daniele Botti (NA) e Andrea Giova (AV).

Durata set: 15’, 19’, 22’, 22’ – Durata totale dell’incontro: 1.27’.

Altri risultati: Oria-San Pietro Vernotico 0-3, Centro Ester NA-ASCI Potenza 3-1, Battipaglia-Salerno 3-0, Azzurra Molfetta-V.Altamura 1-3, Livi Potenza-Arzano 3-2, Accademia BN-AS Benevento 2-3, Leonessa Altamura-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 75; San Pietro Vernotico 71; Centro Ester NA 69; Battipaglia 64; Azzurra Molfetta e Arzano 62; Livi Potenza 47; AS Benevento 45; V.Altamura 38; ASCI Potenza 36; Accademia BN 34; Oria 33; Leonessa Altamura 32; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: C’era soltanto da individuare l’ultima retrocessa: si salvano Volley Altamura e Accademia Benevento; retrocede in C l’Oria. …Salvo ripescaggi, come auspichiamo per Roxy e Mucci.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.700,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano e San Pietro Vernotico 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Dentro anche il San Pietro quasi all’ultima chance! Multa di 80 euri per gli insulti all’arbitro durante tutta la gara.

Salerno consolida il primato con altri 100 euri. Anche in questo caso, però, la sanzione alla società campana non dipende da intemperanze ma da un ritardo nell’inizio della partita.

Tradizione vuole che all’ultima giornata venga multata anche la nostra squadra; noi il nostro dovere l’abbiamo fatto…

Prossimo turno: No’ stè nisciùn’ prossim’ turne. Amma vedè, diss’ ‘u cecate (We will see, the blind said…).

NOTE:

(1) MANZONI, A., I promessi sposi, Capitolo XXV, 431-432.

(2) LEGUIN, U.K., in JACKSON, P., Basket & Zen, Libreria dello Sport, Milano, 2005 (1^ ed. 1998), pag. 76.


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ – 28

8 Maggio 2010

Ogni venerdì controllo le tacche della batteria della macchina fotografica digitale ed ogni volta tutto sembra essere sotto controllo: sono illuminate tre tacche su tre e quindi – penso – non c’è bisogno di ricaricare la batteria in vista della partita del giorno dopo.

Ripongo la macchina al suo posto e la lascio lì, senza usarla, fino al giorno dopo, ossia fino al momento in cui esco per andare in palestra. Quando la accendo, immancabilmente le tacche sono soltanto due.

Il grande quesito è: perché tra sabato, domenica, lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, le tacche restano invariate (e lo sono anche nell’eventualità di turni di pausa natalizi o pasquali) e proprio il giorno della partita, puntualmente, una tacca sparisce?!

Beh, vabbè – si potrebbe pensare – due tacche sono sempre due tacche.

E no! Per un altro inspiegabile mistero dell’umanità, la terza tacca ci mette giorni o settimane a spegnersi; la seconda e la prima, invece, reggono a stento cinque minuti e così la batteria si esaurisce proprio nel bel mezzo del primo set.

Perché tutto questo?


RETROCESSIONE: E’ TUTTA COLPA LORO

6 Maggio 2010

Ci sono due modi per affrontare le retrocessioni: uno costruttivo ed uno distruttivo.

Il primo è legato ad un ricordo di due stagioni fa. Dopo lo “spareggio” Ostuni-Centro Ester, vinto dalle brindisine al termine di una sfida tachicardica, salutammo un dirigente della formazione partenopea che aveva appena concluso un buon campionato e un’altrettanto valida partita:

“Pazienza – ci disse – è andata così. Ripartiremo dalle nostre ragazze e dal vivaio”.

Ad appena un anno di distanza, il Centro Ester non soltanto è tornato in B2, ma ha addirittura conquistato i play-off per la B1 (senza acquisto di titoli; tutto per meriti maturati sul parquet).

Il secondo modo per reagire alle retrocessioni è quello di cercare alibi, scuse, recriminazioni. E soprattutto dedicarsi allo scaricabarile e alla ricerca dei colpevoli.

Io scelgo questo secondo metodo.

Ho individuato alcuni responsabili su cui, a mio avviso, grava la colpa della nostra retrocessione.

VIVIANA VINCENTI

Per l’ennesima volta ha rifiutato il nostro corteggiamento estivo. A giudicare da come si sono sviluppati gli eventi sia a Sala Consilina che – soprattutto – a casa nostra, Viviana ha fatto bene: ha ottenuto un risultato consono alla sua bravura e si è risparmiata una stagione di amarezze e di mero volontariato nella Montescaglioso-Taranto ONLUS. Più passavano le settimane, più gli stipendi diventavano una pia illusione, più Sala Consilina vinceva e più pensavo: meno male ca non ‘ngi ha venùte chedda povera figghie… I suoi informatori devono essere stati migliori dei nostri.

E’ indubbio, però, che con lei, “la centrale più forte del reame”, le cose sarebbero andate diversamente nelle tante, troppe partite in cui abbiamo dovuto fare a meno di Cristiana. Quindi la nostra retrocessione un poco è colpa sua.

GLI SPERMATOZOI DI FEDERICO VIVIANI

Non si discute il giocatore, che anzi si è rivelato uno dei professionisti più seri e più bravi in questa mediocre stagione per la squadra di calcio del Taranto checché ne dica Bluff-D’Addario.

Ma si può mettere incinta una giocatrice nel mese di settembre? Marika aveva disputato una partita eccezionale a Potenza e un paio di giorni dopo è giunta la lieta novella. Lieta, dipende dai punti di vista…

Il problema non è stato tanto la rinuncia all’atleta toscana (che pure ha pesato, viste le qualità espresse al PalaCaliendo) quanto l’effetto-domino avviato dalla sua defezione: dopo la gravidanza di Marika, infatti, abbiamo registrato in rapida successione l’infortunio grave di Katia, quello parziale di Ivana, il trasferimento e le missioni navali di Cristiana, l’indisposizione temporanea di Gisela, la defezione di Angela. Una valanga originata da uno spermatozoo fuori controllo.

UMBERTO MANCUSO

L’efficientissimo e multimediale direttore sportivo del Sarno, alla fine di ogni partita della squadra campana, è solito raccogliere, sotto l’occhio di una videocamera, il parere di coach Loparco e quello dell’allenatore avversario.

Dopo il successo di Amitrano e compagne al Maria Pia, è stato dunque intervistato anche il nostro Marcello. Il dottor Mancuso ha esordito facendo i complimenti al Taranto per la combattiva partita che aveva appena portato a termine ed ha poi sentenziato che la squadra jonica, giocando così, si sarebbe sicuramente salvata. Un atto di cortesia che in teoria avremmo dovuto apprezzare, ma si sa com’è la scaramanzia in questo sport…

E’ anche vero che il Taranto non ha più “giocato così” (l’implicita condizione posta dal d.s.) e dunque in realtà le colpe sono nostre e non certo del dirigente campano. Nel video, che forse è tutt’ora visibile sul sito del Sarno, Marcello è inquadrato in primo piano e quindi sfugge il gesto inelegante presumibilmente posto in essere dal tecnico tarantino.

Però le parole di Umberto Mancuso non ce le siamo dimenticate. Per la partita di ritorno “ricusiamo” il simpatico dottor Mancuso e pretendiamo di essere intervistati nel salotto di Viridiana Myriam altrimenti sarà silenzio-stampa. E poi vogliamo anche gli avanzi della festa di Arte & Cioccolato come risarcimento simbolico…

LA NAVE ESPERO

Mi sono spesso chiesto perché alcune unità navali si chiamassero “fregate”. Consultando il Dizionario Etimologico Rusconi, leggo:

fregata: s.f. forse dal greco aphrakte naus e fregare nel senso di scivolare. Propriamente indicava una nave non protetta e quindi leggera e veloce che scivola nell’acqua (è una nave; dove c***o deve scivolare?! Sulle mattonelle del cesso?); poi nave da guerra, di scorta, con armi antiaereee e antisommergibili.

SIGNIFICATO in marina, nave da guerra, di scorta, con armi antiaeree e antisommergibili”.

Manderò una letterina alla casa editrice del Dizionario Etimologico per far presente che “fregata” ha un altro significato ed un’altra derivazione: le unità navali si chiamato “fregate” perché vi sono imbarcate le giocatrici… fregate dalla Marina alle squadre di pallavolo. Mocca a lei (lei, cioè la Marina)!

I GRATTA E VINCI

Vedere tante persone, talvolta anche di bassa estrazione sociale, che quotidianamente spendono decine e decine di euro per i Gratta e Vinci è uno spettacolo squallido.

Ci sono state persino delle rapine commesse allo scopo di procurarsi denaro per poter comprare altri bigliettini e non sono mancati neanche i ricoveri di chi ormai aveva compreso di aver sviluppato una dipendenza patologica. Quasi come per le macchinette dei videopoker.

Però, dobbiamo ammetterlo: anche noi abbiamo ceduto alla tentazione di tentare la fortuna con il Gratta e Vinci. Visto che quest’anno di entrate ne abbiamo viste poche, si è deciso di puntare su questa forma di azzardo legalizzato la cui eventuale vincita sarebbe stata devoluta alle esigenze della squadra. Ma i malefici cartoncini ci hanno tradito (con un’unica, modesta eccezione all’inizio del campionato) lasciandoci sul lastrico.

PINO RUSSO

Era lui a vantarsi l’anno scorso al Palafiom: “Con la mia musica si vince sempre…”

In effetti, con il titolare del Siddharta alla consolle durante il riscaldamento e gli intervalli, il rendimento del Taranto era notevole. Aveva il vizio di allontanarsi proprio un minuto prima dello starting-six, lasciandomi nei casini, ma, a parte questo particolare, i suoi cd caricavano le rossoblu.

Quest’anno non lo abbiamo proprio visto. Niente musica prepartita, niente stacchetti. E vabbè, oltre ad essere il responsabile del dissesto al Comune (vedi post Dissesto: la Di Bello non c’entra; è tutta colpa di Pino Russo del 13 maggio 2008, sul portale Dada), adesso Pino è anche colpevole per la nostra retrocessione.


TARANTO-AZZURRA MOLFETTA 2-3

2 Maggio 2010

Sabato 1^ maggio 2010 – ore 18.00

“Si, è bello viaggiare all’estero, ma ci sono tante cose da visitare anche in Italia…”

Quante volte abbiamo sentito questa frase (che non è del tutto inesatta anche se è importante allargare i propri orizzonti e confrontarsi con altre culture)?

Spesso visitiamo posti lontani, anche in altri continenti, e snobbiamo le bellezze artistiche, architettoniche e naturali di cui abbonda l’Italia.

Applicando lo stesso principio su scala nazionale: perché viaggiare in Italia quando la nostra regione, la Puglia, è così ricca di centri storici, spiagge e musei che colpevolmente trascuriamo?

Ecco, la Pallavolo Taranto ONLUS ha deciso di riscoprire la propria terra.

Rinunciamo alla trasferte in Campania, in Basilicata, in Abruzzo, regioni magnifiche, per carità, e che ci hanno regalato in questi tre anni immagini, emozioni e ricordi indelebili.

Ma il 2010-‘11 sarà la stagione della Puglia, approfittando del fatto che ci sarà un girone unico di serie C.

Dal Gargano a Leuca avremo modo di ritornare o di scoprire centri che in questi anni abbiamo colpevolmente trascurato.

Ecco perché siamo retrocessi. Non perché abbiamo perso tante partite, ma perché abbiamo deciso noi di retrocedere. Senz’altro. Certamente.

Solo così si spiega un girone di ritorno troppo brutto per essere vero: due sole vittorie sul campo, una vittoria a tavolino con il Salerno e tante sconfitte, alcune onorevoli ed altre ingloriose.

L’ultima (onorevole), quella che sancisce di fatto la retrocessione in serie C, è di oggi: Taranto-Azzurra Molfetta 2-3.

Alla vigilia del match, però, c’era ancora qualche esile speranza di salvezza, sia pure a condizione di compiere una straordinaria remuntada, giusto per copiare una recente espressione calcistica catalana.

Il Barcellona ha parlato di lasciare la pelle (senza sapere che in Italia lasciare la pelle significa perire…), Mourinho ha parlato di lasciare il sangue; noi che siamo meno cruenti e necrofili, usiamo l’espressione tarantina scittàr ‘u velen’ (buttare il veleno), che in verità è più che altro un’imprecazione. Nicola Gigante, autore di quella pietra miliare del nostro idioma locale che è il Dizionario critico etimologico del  dialetto tarantino, più precisamente la definisce “esclamazione di rabbia”. [1]

A proposito, io non sono interista, ma che pessima figura ha fatto un club glorioso come il Barcellona. Non tanto per il risultato sportivo quanto per le provocazioni, i petardi sotto l’albergo e soprattutto gli idranti nel settore del campo dove i giocatori dell’Inter festeggiavano.

Come se noi, al termine di Taranto-Volley Altamura 0-3 (la sconfitta – a mio avviso – decisiva), avessimo detto a Ugo di usare l’idrante dentro il Maria Pia contro le festanti atlete murgesi…

Anzi, l’amm’ pure offert’ ‘u buffet…

Ma veniamo a Taranto-Azzurra Molfetta.

Se perdiamo, siamo matematicamente retrocessi.

Se vinciamo 3-2, basterebbe lo scontato 3-0 dell’Oria sul Salerno a mandarci in serie C.

Se vinciamo 3-0 o 3-1, tutto dipenderebbe dai risultati di Volley Altamura e Accademia Benevento (viste come sono andate poi le cose, saremmo stati ancora in corsa, sia pure a condizione di vincere a Sarno e di attendere ulteriori risultati delle nostre dirette concorrenti).

Ci sarebbe, comunque, anche l’obiettivo del quintultimo posto in vista di ipotetici ripescaggi.

L’Azzurra, invece, non è riuscita a conquistare i play-off per la B1, sfumati proprio sabato scorso per mano del Centro Ester, e gioca per onore dello sport e per la propria dignità.

Al mio arrivo, i due tecnici stanno conversando amabilmente e quasi dimenticano che si sono fatte le 17.20 e che bisogna supervisionare il riscaldamento.

A proposito, nelle ultime due giornate le partite si disputano in contemporanea e l’orario del fischio d’inizio è fissato per tutti alle 18.00, ossia un’ora prima rispetto all’orario usuale dei nostri incontri domestici.

Forse è per questo che alle 17.55 gli spalti sono ancora semivuoti.

Vidìme quanta cristiàne tras’n alle 19…

Bisogna onorare una tradizione, il lancio del pupazzo su Alessandra, di cui mi permetto di fornire una spiegazione storica.

Nell’indimenticabile campionato della promozione in B2, il 2006-’07, la Palafiom non fu mai sanzionata ad eccezione dell’ultima partita di campionato a Tuglie, quando un nostro tifoso espresse rilievi critici all’arbitraggio. Siccome la multa coincise con la promozione, decidemmo che avremmo fatto in modo da essere multati in tutte le ultime giornate di campionato.

Già, ma in che modo? Insultando di nuovo gli arbitri? No, pare brutto.

La soluzione del problema ce la fornì il Trani, dove giocammo la penultima partita del successivo campionato 2007-’08. Alcune giocatrici locali furono premiate dai tifosi; bene, – pensammo – noi faremo lo stesso, però il premio lo lanceremo addosso alle destinatarie, durante l’ultimo incontro, e così saremo sanzionati per lancio di oggetti in campo.

Non so come si giunse alla conclusione che il terminale del lancio avrebbe dovuto essere Alessandra e che l’oggetto (poco) contundente sarebbe stato un pupazzetto di peluche.

La settimana dopo, alla fine di Palafiom-Lanciano, lanciammo alla nostra palleggiatrice il Winnie the Pooh dell’Under 18; nel 2008-’09 fu la volta di Cony, il coniglietto kamikaze; quest’anno arriva al Maria Pia la ranocchia Viktor.

Formazioni.

Nel Taranto “di ordinaria emergenza” è confermato il sestetto del PalaCaliendo: Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Simona Mereu e Priscilla Pisani.

Problemi per Annagrazia Matera: Guglielmi e Fortunato sono acciaccate ed è quindi necessaria qualche variazione: giocano Marilena Fracchiolla e Savina Binetti; quest’ultima è dirottata nell’inedito ruolo di libero.

Scendono, dunque, in campo: Virginia Alfieri palleggiatrice, Valeria Brattoli opposto, Simona Marasco e Marilena Fracchiolla laterali, Angela Tralli e Mara Racanati centrali, Savina Binetti libero.

A disposizione: la creativa Mariella Lasorsa, Marta De Gennaro, Brigida Infortunato, Sara Grassi e Barbara Guglielmi.

Colpo di scena: per la prima volta in assoluto al Maria Pia, la Palafiom inizia la partita a destra rispetto al punto di vista degli spettatori. L’Azzurra, infatti, ha scelto la metà campo opposta a quella su cui i raggi del sole arrivano dritti mminz’ all’uecchie.

La palleggiatrice ospite, forse, non sarà molto contenta, ma se questo storico cambiamento dovesse regalare buoni risultati alla Palafiom, sono sicuro che Marcello ne terrà conto in futuro in chiave scaramantica: o inizieremo sempre a destra oppure sottoporrà le atlete ad intense sedute di lampada.

Primo set

Ace di Silvietta (1-0).

Brava la creatura. Fanne altri 24 e poi altri 25 e poi ancora altri 25; impediamo che la partita venga giocata…

Due attacchi fuori dell’Azzurra, muro e fast di Silvia.

Sul 5-0 Annagrazia chiama il timeout e sostituisce Marasco con De Gennaro. Distinguendo le giocatrici tra occhi scuri e occhi chiari, De Gennaro – a mio avviso –ha gli occhi scuri più belli del torneo.

Silvietta continua a servire e Brattoli sbaglia una ricezione gridando: “Nooo!”

Un plauso alla ragazza. Sono anni che in casi analoghi sento gridare “cazzo”, “merda”, “vaffanculo”, “porca puttana” e simili; è la prima volta che una giocatrice commenta un proprio errore in modo pulito senza far ricorso al classico Vocabolario della pallavolista (dalla A di “All’anima di ci t’è muert’” alla Z di “Zoccola, l’hai toccata!”).

Pipe di Gisela e fast a pallonetto di Silvia: 9-1. E’ magnifico quello che sta avvenendo sul parquet. Saremmo portati a pensare che ci siamo comprati la partita se non avessimo la certezza di non avere neanche un centesimo da offrire come prezzo per la corruzione…

Poi l’Azzurra si sveglia e recupera punti: in evidenza la linea verde rappresentata da Fracchiolla e Brattoli.

Sul 14-10 le ospiti impongono uno sconcertante break da sei, con la nostra ricezione protagonista in negativo: nella striscia pro Molfetta, si rilevano due aces di Brattoli e due punti di Tralli.

E’ la sagra degli aces, in effetti: 3 Taranto, 4 Molfetta e siamo ancora a due terzi del primo set.

Una grande Silvia (5^ punto) ci riporta in parità, ma l’Azzurra piazza un secondo, micidiale break da cinque: De Gennaro, Fracchiolla due volte, De Gennaro, Racanati (18-23).

La Palafiom reagisce e sfiora il pareggio con Gisela ed Ale, ma l’ultimo punto è dell’opposto Brattoli (23-25), molto brava anche sul piano tecnico oltre che su quello della creanza.

Secondo set

Ho parlato di Brattoli come opposto perché è il suo ruolo tradizionale; in realtà, coach Matera apporterà vari cambiamenti in corso d’opera spostando spesso da destra a sinistra Brattoli, Fracchiolla e Marasco. Già da metà del primo set io non ci ho capito più niente.

Visto che ci siamo, faccio un’altra precisazione: per via di una struttura fisica somigliante e soprattutto a causa della mia miopia, ho avuto qualche difficoltà a distinguere Brattoli da Fracchiolla e Alfieri da Tralli (che peraltro andavano spesso a muro insieme); per gli scout delle nostre ospiti rimando dunque ai dati raccolti dallo scoutman molfettese e mi scuso con le interessate per le eventuali e probabili inesattezze.

Anche sulla maternità dei muri a due del Taranto conservo qualche dubbio.

Il secondo set inizia bene come il primo: Leo, Gise, Silvia e duplice ace di Leo: 5-0.

Annagrazia effettua il cambio inverso rispetto al parziale precedente: torna sul parquet Marasco, che va subito a segno e inizia una rincorsa fruttuosa (6-6).

Al primo time-out tecnico, per fortuna, siamo ancora avanti noi (8-6).

Bene Silvietta da posto due e dalla zona di battuta, ma in generale è un Taranto piuttosto spento, poco reattivo.

Nonostante il sole che filtra imperioso dalle finestre, la nostra squadra è sempre immersa in quello che il giornalista Lorenzo D’Alò definirebbe “autunno agonistico”.

E’ un autunno che ha iniziàte a novembre e non ‘ngi ha cchiù spicciàte…

C’è rassegnazione.

Encomiabili, come sempre, Gisela e Silvia. Hanno fatto tanti sacrifici quest’anno e continuano a lottare sul parquet da grandi professioniste. Sono cadute anche loro nella trappola ingannevole dell’uomo del Monte. C’è qualcuno, in effetti, che dovrebbe retrocedere in seconda divisione, in proporzione alle risorse messe a disposizione; Silvia e Gisela, per il loro rendimento, meriterebbero invece la B1. Come minimo.

Dopo il 14-14, l’Azzurra si accaparra il set: Marasco ha messo sei palloni a terra, Fracchiolla pure non scherza, Racanati mura.

Sul 15-19 si punta su Pocahontas, che piazza due primi tempi.

Attacco vincente di Silvietta (18-20). Il pallone finisce dalle parti di coach Matera, che si esibisce in un colpo di tacco alla Mancini davvero pregevole.

Gli interventi difensivi di Gisela vengono compromessi da tre attacchi fuori consecutivi; Brattoli è abbonata al punto finale del set (18-25).

Terzo set

Anche in questo parziale, la partenza della Palafiom è fulminante; abbiamo già perso un altro punto fatale per la remuntada, ma il cuor di Leonessa ci crede ancora.

L’arma segreta è il bagher d’appoggio: prima Simona e subito dopo Silvietta riescono a mettere in questo modo il pallone nel campo avversario. Più tardi ci proverà anche Ivana, ma la strategia viene sgamata dal Molfetta e il miracolo non si ripeterà.

Stiamo servendo bene: chiuderemo con 11 battute vincenti e 3 sbagliate. Ace di Ale (7-5).

Quando serve l’Azzurra, invece, si verifica uno strano fenomeno: appena la giocatrice in battuta tocca la palla e quindi ben prima che si possa capire l’esito del servizio, c’è una riserva che urla: “Sìììì!”

Da un esame del materiale fotografico, ho la sensazione che non sia proprio una riserva ma che si tratti di Mara Racanati quando cede il posto al libero.

La ragazza è maggiorenne e deve aver già votato almeno ad una consultazione referendaria, quella del 2009. Chissà se urla anche in cabina…

Doppio attacco di Silvietta e andiamo sul 10-6.

Poi c’è l’ennesima rimonta dell’Azzurra Molfetta (13-13) e il timore è che possa ripetersi il copione dei primi due set: fuga jonica e recupero ospite.

No, questa volta sul parquet si esibisce una Palafiom grintosa e reattiva: muro di Silvia, attacco di Gisela, muro Ale-Silvia, ace di Leo ed ulteriore attacco della banda appulo-argentina (19-13).

C’è il tempo per una doppietta di Fracchiolla, giusto per far pagare la cena al padre fotografo, e poi riprende la lunga marcia della Palafiom: fast lungolinea di Silvia, attacco di Gisela e mani-soffitto di Silvietta (22-16).

Time-out Molfetta.

Nel frattempo l’arbitro mi vieta l’uso del flash e il signor Fracchiolla ne approfitta per mostrarmi la sua macchina fotografica. Cavoli: ha un teleobiettivo proprio massiccio. Secondo me, durante la settimana, lo usano le ragazze in sala pesi.

Alla ripresa del gioco si lotta punto a punto. Il Taranto mantiene le distanze; Brattoli realizza, come al solito, l’ultimo punto ospite; ma l’ultimo punto del set questa volta è dell’eroica Simona Leone (25-20).

Quarto set

Il quarto set ha un andamento diverso rispetto ai primi tre; il Taranto non scatta come una lepre ed anzi sarà costretto a recuperare, ma questo parziale ci mostrerà una squadra che lotta con il cuore e che lascerà sul parquet la pelle, o il sangue, o il veleno, o quello che volete.

Gisela continua a martellare e Giulia impone un muro alle ospiti (6-3), poi salgono in cattedra Tralli e Marasco (9-9).

Simona si butta su ogni pallone e carica le compagne; dovremmo innalzarle un monumento in palestra.

Adesso sì, c’è intensità nel gioco.

Persino Gabriella entra in partita per recuperare un pallone. Lo spedisce contro il seggiolone dell’arbitro; diciamo che l’impegno c’è stato ma la mira è stata carente.

Sembriamo rigenerati, come se avessimo cambiato cartuccia da HDR, il negozio del nostro Paolo in via Golfo di Taranto. Scusate la “marchetta”, ma, visto che facciamo da mesi pubblicità gratuita a sponsor inadempienti, almeno la facciamo anche ad un’azienda del nostro staff…

Anche la presenza in tribuna di Désirée e di Paoletta ci sta aiutando.

Pipe nastro-culo di Gise, reazione azzurra ed ulteriore pipe della schiacciatrice australe, che inaugura un break da cinque: tre punti suoi intervallati da due attacchi di Silvietta (17-13).

In servizio c’è Ale e stiamo vivendo una parentesi di grande volley alla fine di quest’annus horribilis.

Dopo un muro di Tralli (ma potrebbe essere Alfieri: somiglianza fisica, somiglianza numerica e notevole bravura per entrambe), Silvietta va a segno per altre due volte e poi c’è un muro di Silvia (21-15).

Annagrazia si siede in panchina. Brutto segno per il Molfetta.

Entra Simona Mereu per servire e per puntellare la difesa e poi c’è finalmente un bel tocco di seconda di Ale (23-17). Era un po’ che non le riusciva.

La fast di Silvia ci porta al tie-break (25-18).

Tie-break

All’inizio dell’anno mi lamentavo dei numerosi tie-break: Centro Ester, Leonessa Altamura, Oria, Acquaviva delle Fonti… Poi improvvisamente sono finiti. L’ultimo era stato quello con la Livi Potenza all’andata (12 dicembre).

Gisela è fantastica: diagonale, pallonetto e lungolinea (senza contare le difese).

Ma sul 5-2 il Taranto deve subire la reazione ospite. Sul parquet è tornata Marta De Gennaro e il nastro ha deciso di favorire l’Azzurra: la somma di questi due fattori, unitamente alla precisione di Brattoli in battuta, provoca il sorpasso delle adriatiche. La laterale molfettese ottiene tre punti consecutivi (5-7).

Missile aria-terra di Gisela da posto due, ace dell’argentina e lungolinea di Silvietta: si va al cambio di campo in vantaggio (8-7)!

Purtroppo, proprio quando bisognerebbe compiere lo sforzo decisivo che ci terrebbe legati alla sia pur esile speranza di raggiungere almeno il quintultimo posto, il Taranto si spegne. Attacchi di Marasco e di De Gennaro, due tiri fuori nostri e due servizi vincenti di Racanati: 8-13.

Decidiamo di non far coincidere il lancio del pupazzo con la nostra matematica retrocessione; è un gesto goliardico che mal si concilierebbe con la tristezza del momento. Rinviamo l’operazione a sabato prossimo anche se avremmo preferito attuarla sul nostro parquet e non su quello altrui. Vabbè, eventuali multe giratele pure a noi.

Torniamo alla partita. Silvietta interrompe il black-out ma Marasco, a muro, si procura cinque palle-set.

La prima l’annulla Silvia, respingendo un pallone che percorre tutto il nastro (nuovamente amico nostro) lasciandoci col fiato sospeso e poi ricade nella metà campo ospite.

Segue uno scambio lunghissimo, infinito. L’ultima agonia.

Purtroppo a chiudere lo scambio è Angela Tralli con una fast (10-15).

L’Azzurra Molfetta ha fatto la sua partita, ha onorato il campionato ed ha ottenuto il ventunesimo successo stagionale.

Il Taranto retrocede senza appello in serie C dopo tre stagioni indimenticabili nella quarta categoria nazionale. Come già accennato, non è oggi che dobbiamo rimproverarci qualcosa; il campionato – secondo me – lo abbiamo perso nei tanti scontri diretti conclusi senza punti.

Savina Binetti, da ragazza educata, ci saluta dicendo “in bocca al lupo” ed ottiene una risposta irrituale: “Eh, è crepato ormai…”

Sabato si va a Sarno e per il secondo anno consecutivo ci imbuchiamo ad una festa visto che la formazione salernitana, vittoriosa a San Pietro e dunque già in B1, vorrà rendere partecipi i propri tifosi di questo successo.

L’anno scorso, di questi tempi, era il Trani a conquistare la B1 proprio sul nostro parquet e devo dire che fu una bella giornata di festa che ricordo ancora con piacere.

Ricordo anche che prima dell’ultimo scambio, i coach ospiti chiamarono un inedito time-out il cui scopo era quello di permettere alle giocatrici di infilare la t-shirt con la scritta B1.

Qualcuno parlò di un gesto poco rispettoso nei nostri confronti, ma, tutto sommato, nell’euforia della festa ci poteva stare.

Ecco, sabato dobbiamo fare la stessa cosa. A Sarno, prima dell’ultimo scambio e quale che sia il punteggio, coach Marcello dovrebbe chiamare un time-out. Soltanto che invece di infilare le magliette con la scritta B1, noi infileremo le magliette con la scritta C…

Questa sì che sarebbe originalità…!

Beh, gli auguri al Sarno li daremo di persona fra una settimana, ma possiamo già anticiparli a distanza: congratulazioni!

Lasciateci qualche pasticcino…

‘A fava e ‘u scuèrcele

DESIREE: Anche se gioca nel Noci, mi fa piacere considerare Truciolina come una nostra atleta. Dunque, lei è la fava sia perché il suo obiettivo l’ha raggiunto (play-off per la B2; in bocca al lupo!) e sia perché ha mantenuto la promessa di sostenere le sue ex-compagne al Maria Pia in questa sfida delicata. Ed è pure arrivata puntuale nonostante il cambio d’orario.

KATIA: Non vuoi vedere le partite e vabbè. Sappi, però, che questo era l’ultimo incontro casalingo, dopo di che recuperare la carta d’identità (abbandonata da novembre nel nostro portadocumenti) sarà un’impresa ben più ardua della salvezza… Finirà nel casino della macchina di Marcello, in mezzo a dvd, a fotocopie di tasse gara, sigarette e bottiglie di Ceres. Noi ti avevamo avvisata.

Tabellino: TARANTO-Azzurra Molfetta 2-3 (23-25, 18-25, 25-20, 25-18, 10-15)

Taranto: Mastandrea 16, Scialacomo 25, Mereu 0, Basile 3, Renna 15, Certa 5, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 11, errori in battuta 3, muri-punto 7.

Azzurra Molfetta: Racanati 12, Fracchiolla 12, Lasorsa NE, De Gennaro 11, Marasco 11, Fortunato NE, Grassi NE, Alfieri 4, Guglielmi NE, Tralli 14, Brattoli 16, Binetti (L) – All. Matera.

Aces 9, errori in battuta 12, muri-punto 11.

Arbitri: Dario Murra (BR) e Luca Garzia (LE).

Durata set: 22’, 20’, 17’, 25’, 14’ – Durata totale dell’incontro: 2.00’.

Altri risultati: San Pietro Vernotico-Sarno 2-3, AS Benevento-Centro Ester NA 3-1, Acquaviva delle Fonti-Battipaglia 3-1, Arzano-Accademia BN 3-1, V.Altamura-Livi Potenza 3-1, ASCI Potenza-Leonessa Altamura 1-3, Salerno-Oria 0-3.

Classifica: Sarno 72; San Pietro Vernotico 68; Centro Ester NA 66; Azzurra Molfetta 62; Arzano e Battipaglia 61; Livi Potenza 45; AS Benevento 43; ASCI Potenza 36; V.Altamura 35; Oria e Accademia BN 33; Leonessa Altamura 29; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: Sarno matematicamente in B1; San Pietro Vernotico e Centro Ester Napoli ai play-off (in bocca al lupo a entrambe!); ASCI Potenza salvo; Taranto e Leonessa Altamura in serie C.

L’ultimo verdetto da definire riguarda la salvezza: ci sono due posti per tre squadre (V.Altamura, Oria e Accademia).

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; San Pietro Vernotico, Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Anche Arzano perde la propria “purezza”: 80 euri per le offese del pubblico alla coppia arbitrale.

Prossimo turno: Sarno-Taranto, sabato 8 maggio 2010, ore 19.00, Palazzetto dello Sport, via Cannellone.

NOTE:

(1) GIGANTE, N., Dizionario critico etimologico del dialetto tarantino, Lacaita, Manduria (TA), 1986, pag. 577.