Domenica 14 maggio 2017 – ore 18.30
Primo turno di play-off: New Volley Oria-Adriatica Trani.
La partita unica ha un certo fascino, ma mette anche un po’ d’angoscia.
Il fascino è quello della sfida senza appelli, senza possibilità di rivincite. Bisogna dare tutto. Bisogna essere pronti mentalmente, fisicamente, tecnicamente. Non c’è una rete di salvataggio. Entro un paio d’ore circa ci saranno soltanto un vincitore e un vinto.
Ma in questa peculiarità c’è anche l’angoscia: una sola partita determina il destino di una squadra. Tanto impegno e tanti sacrifici possono andarsene in fumo in una giornata storta.
L’Adriatica ha un problema: Raffaella Ayroldi si è infortunata giovedì: è al PalaCrocifisso, ma cammina con una stampella. E temo che con la stampella non si possa giocare. Che sfortuna farsi male proprio alla vigilia della partita che vale una stagione.
Problemi anche in casa oritana: mancano Luisa (per infortunio) e Dalhis (per globalizzazione).
In bocca al lupo per entrambe.
In compenso c’è un nuovo arrivo: Mimma Ventruti, già opposta della Tampesta Taranto e non nuova da queste parti.
Tra le ospiti ho visto giocare Liviana Milillo ai tempi d’oro del Valenzano e dell’Aquila Azzurra Trani e – più recentemente – Nadia Volpe in occasione dei play-out contro il Bisceglie nel 2014.
E poi c’è Valeria Brattoli, un investimento di Anna Grazia Materia ai tempi dell’Azzurra Molfetta. Era alta, era bella, era giovane, era promettente. E’ ancora alta, è ancora bella, tutto sommato è ancora giovane; ora bisogna solo vedere se le promesse di allora sono state mantenute (risposta di fine partita: sì, nda).
Ma entriamo in clima partita.
Grande atmosfera, belle coreografie e buona risposta di pubblico (colorato e caloroso). Nutrita anche la rappresentanza di tifosi ospiti. Adrenalina a mille.
Formazioni.
New Volley Oria: Miriam Greco in palleggio, Mimma Ventruti opposta, Amy Leone e Chiara Limonta di banda, Giada De Pascalis e Monica Casalino centrali, Giorgia Mastria libero.
A disposizione di coach Ida Taurisano: Martina Medico, Sara Zanzarelli, Claudia De Paola, Cristina De Paola e Luana Turchiarulo.
Adriatica Trani: Serena Abbattista in palleggio, Liviana Milillo opposta, Nadia Volpe e Valeria Brattoli di banda, Valeria Gorgoglione e Raffaella Papagno centrali, Simona Sollecito libero.
A disposizione di coach Mauro Mazzola: Claudia D’Aniello, Serena Lamanuzzi, Chiara Galentino, Miriana Pasculli, Raffaella Ayroldi e Anna Cosentino.
In realtà, non ho visto il Camp3 e potrebbe esserci qualche altra giocatrice che non conosco; eventualmente me ne scuso con le interessate.
Primo set
Ace di Abbattista, attacco di Milillo, muro e attacco di Gorgoglione (0-4).
Peggio di così non avremmo potuto iniziare. Sembriamo un po’ incartati. Che sia un problema di vertigini da play-off? Eppure partite importanti ne abbiamo già affrontate quest’anno e abbiamo sempre fatto bella figura.
Il nostro primo punto lo realizza l’ultima arrivata, Mimma, ed è cosa buona e giusta così la ragazza rompe subito il ghiaccio, ma l’alta centrale ospite Gorgoglione piazza un altro muro ed un ace, due fondamentali che esaltano chi li realizza e demoralizzano chi li subisce (2-7).
Finalmente entriamo in partita con la Vichinga, ma l’Adriatica è davvero una squadra tosta e mantiene il vantaggio sino al 6-10.
Break oritano con Chiaretta, Mimma e Giada ed è il sorpasso (13-10)!
Su un bagher di Giorgia c’è un velo di Miriam che inganna la difesa ospite (16-14). Se c’è stato un tocco della nostra palleggiatrice, è stato impercettibile. Nel dubbio, assegno il punto a Giorgina, che ha meno occasioni…
Miriam difende, Mimma attacca (ed è già al quinto punto personale): 18-14.
La partita diventa sempre più intensa. L’Adriatica Trani gioca molto bene: grande organizzazione, palleggiatrice bravissima e generosa, libero spettacolare. Nell’Oria non tutto sembra girare per il verso giusto: potrebbe essere un problema di “assestamento” legato alle assenze di Dalhis e di Luisa; in ogni caso, siamo avanti nel punteggio e va bene così.
Oltretutto, in fatto di difese, anche noi stiamo contribuendo ad allungare gli scambi e Giorgia conferma lo stato di forma eccellente.
Volpe riduce lo svantaggio con 3 attacchi quasi consecutivi (19-17).
Secondo tocco di Miriam e secondo tocco di Abbattista in rapida successione (20-18).
Bah. In questo set si giocheranno 62 scambi e soltanto 2 di essi si chiuderanno con un secondo tocco. Può essere una coincidenza che questi due secondi tocchi siano consecutivi? E qui devo rispolverare la mia teoria del territorio da marcare: quando fa il secondo tocco una palleggiatrice, sente il dovere di farlo anche la collega avversaria. Per marcare il territorio. O magari perché si sente stimolata e incoraggiata a farlo dal buon esempio della collega avversaria. Chissà.
Punto per Brattoli, fast di Monica e doppia pipe di Amy (24-20).
Quattro palle-set a nostra disposizione.
E qui avviene il patatrac: prima subiamo l’attacco di Milillo, poi tiriamo fuori un pallone improbabile, poi tiriamo di nuovo fuori e infine subiamo un ace con due giocatrici che cozzano al primo tocco e due giocatrici che cozzano al terzo tocco, quello con cui avremmo dovuto semplicemente rimettere la palla nell’altro campo (24-24).
I pensieri che scorrono nella testa di Ida non devono essere propriamente poesie romantiche.
Un bolide di Milillo ribalta addirittura la situazione a vantaggio delle nostre coriacee ospiti (25-26).
Contrattacchiamo ripetutamente, ma l’Adriatica difende tutto finché Amy non piazza la botta vincente (26-26). Botta è il termine appropriato perché il pallone transita dolorosamente dal volto di Volpe prima di cadere a terra.
Pur mezza intontita, la schiacciatrice tranese riesce, subito dopo, a regalare un nuovo set-point alla propria squadra.
Primo tempo vincente di Monica (27-27), grande difesa di Giorgia e attacco efficace di Amy: sorpasso oritano (28-27)!
Infrazione tranese e nuova opportunità grazie ad una fast di Monica (29-28).
Purtroppo concentriamo nel finale molti errori in battuta e l’Adriatica ne approfitta con un attacco di Brattoli (29-30).
Ancora una fast di Monica; ancora parità (30-30)!
Quante emozioni!
Il finale, ahimé, non è degno dello spettacolo ammirato sino adesso: sbagliamo un servizio e incorriamo in un’infrazione. Il primo set, dunque, è del Trani (30-32).
Sì, la partita è bellissima, ma adesso l’adrenalina si sta trasformando in cacarella (e non me la posso permettere se a fine partita voglio gustare quello che c’è da gustare).
Secondo set
Grandissimo equilibrio anche nel secondo parziale; rileviamo un cambio palla dopo l’altro: per Trani vanno a segno praticamente tutte; per noi Mimma e soprattutto Amy (7-7).
La Vichinga sta per disputare un parziale stratosferico con la bellezza di 12 punti personali (sui suoi 33 finali).
Miriam prova ad attaccare di piede; Amy utilizza strumenti più tradizionali sebbene con ampia gamma di traiettorie (10-8).
Le fughe in questo set non sono concesse: l’Adriatica pareggia, sorpassa di nuovo, viene raggiunta e poi è ancora parità. Mai più di due punti di distacco. Niente fughe, dunque, ma tanto spettacolo e tanti scambi tenuti in vita da salvataggi strepitosi. I due liberi meriterebbero una statua ciascuna davanti all’ingresso dei rispettivi spogliatoi, ma non c’è una sola atleta che oggi si stia risparmiando in difesa.
La Vichinga attacca anche dal centro; Brattoli replica con un pallonetto e poi riusciamo finalmente a prenderci 3 punti di distacco con Amy e con Chiaretta, che attacca da opposta (21-18). Non ci sto capendo più niente: Chiara fa l’opposta, Amy fa la centrale, Giorgia fa i punti…
Si ripete il copione del terzo set: abbiamo un tesoro in cassaforte (3 punti di vantaggio) e lo buttiamo nel gabinetto concentrando in 4 scambi altrettante studicarìe: errore in battuta che fa diventare il volto di Ida di colore verde Hulk, ace di Cosentino (saggiamente introdotta un attimo prima), tiro fuori misura ed infrazione in fase di costruzione del gioco. Da 21-18 a 21-22.
In confronto a noi, Timone d’Atene è un risparmiatore accorto.
Sbaglia anche il Trani (23-22).
Palletta di Papagno dopo l’ennesimo miracolo di Sollecito (23-23).
Mi sento male. E non è per la glicemia. Quella verrà più tardi.
Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo: ricezione perfetta di Amy, alzata magistrale di Miriam e fast alla dinamite di Monica Casalino, leggenda vivente del volley pugliese.
Non è finita. Ricezione incerta delle ospiti con palla che vaga verso il centro della rete e Monica anticipa la palleggiatrice ospite spingendo la palla a terra. Senza indugi e senza irregolarità.
25-23.
La paura è passata, ma quanta sofferenza.
Terzo set
Nell’intervallo Ida non si limita a parlare alle proprie atlete; le avvolge in un abbraccio ricco di empatia e di rassicurazione.
Vediamo cosa succede nell’altra panchina. Nel momento in cui io sento il bisogno di una camomilla, se non proprio di un defibrillatore, l’allenatore ospite decide di prendere un caffè, conferendo poi il bicchiere di carta nel cestino, con senso civico.
A giudicare da quello che abitualmente si trova nei pressi delle panchine alla fine di ogni partita (bottiglie rovesciate, buste di merendine, fazzolettini di carta, assorbenti, ecc.), mi ero fatto la convinzione che sul parquet la raccolta dei rifiuti fosse un concetto astratto. Mister Mazzola è l’unico presidio di civiltà. Nell’aspetto mi ricorda vagamente l’allenatore serbo Zoran Terzic.
Degno della nazionale serba è anche l’avvio del terzo set della sua squadra: muro di Gorgoglione, attacchi di Milillo e di Volpe (5-7).
Due set sono sufficienti a dare consapevolezza ad entrambe le squadre che la partita sarà dura sino alla fine e sarà necessario dare il massimo.
Sale la tensione agonistica, nascono alcune discussioni, restano elevate l’intensità e la bellezza del gioco.
E’ naturale che alcune espressioni di esultanza, nostre e loro, risultino molto particolari.
Noto qualche progresso nell’Oria: giochiamo con più determinazione, sbagliamo di meno e miglioriamo in alcuni fondamentali (i servizi adesso sono più insidiosi).
Uno dei volti di questa vittoria è quello di Giada. Lei sa fare di meglio e stasera non ha iniziato bene, ma adesso viene fuori il suo talento. E sapersi rialzare è forse il più grande merito che possa avere un giocatore.
Dopo un lungolinea del gioiello di San Pancrazio, Monica piazza una fast millimetrica e un muro.
Mani-fuori di Brattoli e slash di Monica che sposta la palla di lato e poi indica imperiosamente col dito, a scanso di contestazioni, che il suo tocco è finito dentro.
Quando fa così, mi mette un po’ di paura…
Chiara difende, Amy martella, ma Brattoli tiene il Trani agganciato (12-11).
Giorgia compie un salvataggio in scivolata e le avversarie non riescono a ricostruire; sarei tentato di assegnare al nostro fantastico libero anche questo punto, ma risulterebbe una forzatura visto che il pallone è stato rigiocato.
Tris vichingo in 4 scambi e voliamo sul 16-11.
Volpe si toglie lo sfizio di un muro (16-13).
L’Oria sancì la retrocessione del suo Bisceglie tre anni fa; l’Oria sta per fermare la corsa del suo Trani oggi. Secondo me, ogni volta che sente nominare Oria, la ragazza compie qualche gesto scaramantico qui irriferibile.
Primo tempo cazzuto di Giada e attacco vincente di Chiara dopo l’ennesimo salvataggio di Giorgia (19-14).
Sollecito difende, Volpe attacca (19-17).
Dopo la palletta di Giada, Ida introduce Saretta per servire. Visto l’andamento dei primi due set, non c’è da stare tranquilli anche se abbiamo un lieve vantaggio. Ma la mano di Saretta non trema. Anzi, la creatura effettuerà una serie di battute perfette su cui costruiremo il rush finale.
Break di 6-0 con punti per Monica, Amy e Mimma. E ciliegina finale con l’ace di Sara che sigilla il parziale (25-17)!
Felicità nella nostra metà campo; un po’ di spavento tra le ospiti dato che Sollecito resta carponi sul parquet. Nulla di grave, per fortuna. La ragazza continuerà a difendere egregiamente anche nel parziale successivo.
Quarto set
Fast di Papagno, secondo tocco di Miriam, ace di Abbattista e un paio di cacatine nostre (2-5).
Ida ferma il gioco e le sue urla si sentono fino in Albania.
Recuperiamo grazie a un felice turno in battuta di Amy: due ace per lei e punteggio sul 7-6.
Butto l’occhio sulla panchina. In assenza di Martina Bacca, chi ha il compito di organizzare i talk-show? Saretta, si direbbe.
E perché le sorelle De Paola sono accosciate? E’ un rito scaramantico come quelli di Spongano?
Esiste poi una giocatrice pugliese che non abbia ancora indossato la maglia di Aurora Capone? Una settimana fa ce l’aveva Noemi; oggi la indossa Claudia. Direi che mercoledì possiamo farla provare anche a un’avversaria o magari all’arbitro o al segnapunti. Giusto per variare ancora.
Ma torniamo alla partita perché c’è ancora equilibrio e c’è ancora da lottare.
Ace volpino per l’11-12, ma si tratta dell’ultimo vantaggio ospite. Da adesso in poi l’Oria girerà come un meccanismo perfetto.
Doppietta di Amy e punto per Brattoli (14-13).
Alzata “creativa” di Miriam e perentorio attacco della Vichinga; segue mani-fuori di Chiara, che ormai vola da una parte all’altra del campo come un aereo della Ryan Air (16-13).
Monica vede la difesa ospite spiazzata e la infilza con un millimetrico disimpegno di prima battuta che termina nell’angolino del posto 5 (19-14).
L’Adriatica sta perdendo un po’ di lucidità e mister Mazzola tenta di rimediare con un paio di sostituzioni.
Ormai siamo in dirittura d’arrivo. Concediamo un errore in battuta e voliamo verso la vittoria con una striscia finale di 5 punti consecutivi: pallonetto di Monica, murazzo di Monica, ace di Mimma, invasione ospite e puntonzo finale di Miriam, anche lei brillante protagonista di questa magnifica gara (25-15).
Vinciamo 3-1 e accediamo alla fase successiva dei play-off.
Il parquet si allega di lacrime: lacrime di gioia, lacrime di tensione da scaricare, lacrime di chi conclude qui la stagione ma lo fa con la consapevolezza di aver giocato magnificamente lottando sino alla fine.
Gli applausi, invece, si somigliano. Dai tifosi oritani e dai tifosi tranesi gli applausi sono il comune tributo alla generosità e alla bravura delle rispettive squadre.
Poi c’è la scena più bella della serata. E’ stata una partita agonisticamente tirata, ma adesso le due squadre decidono spontaneamente di condividere sia le lacrime che gli applausi. Le atlete si abbracciano, si consolano, si congratulano, si uniscono in cerchio e vanno a prendersi gli applausi di quello che ormai è un solo pubblico. E così piange anche chi ha vinto e sorride anche chi ha perso.
Queste sono le giocatrici delle nostre squadre; questo è il nostro sport. E noi ne siamo orgogliosi.
Tabellino: Oria-Adriatica Trani 3-1 (30-32, 25-23, 25-17, 25-15)
New Volley Oria: Medico NE, Ventruti 8, Turchiarulo NE, Greco 3, Casalino 20, Zanzarelli 1, Leone 33, De Pascalis 4, Limonta 7, De Paola Cl. NE, De Paola Cr. NE, Mastria (L) 1 – All. Taurisano.
Muri-punto 3, ace 5, errori in battuta 14.
Arianna ha preso 30 in composizioni artistiche di frutta.
Adriatica Trani: Gorgoglione 8, Volpe 14, Milillo 11, Brattoli 12, Papagno 4, Abbattista 4, D’Aniello 0, Lamanuzzi NE, Galentino NE, Pasculli NE, Ayroldi NE, Cosentino 1, Sollecito (L) – All. Mazzola.
Muri-punto 5, ace 7, errori in battuta 9.
Arbitri: Cosi e Resta.
Trofeo Memorial Bin Laden (multe in euro): Casarano 72,00; Noci 55,00; Nardò 45,00; Monteiasi e Trepuzzi 35,00; Ostuni 30,00; Oria 25,00; Castellaneta 20,00; Cutrofiano 20,00; tutte le altre (Putignano, Frascolla TA, Mesagne, Tuglie e Spongano) 0,00.
Nessun provvedimento nell’ultima giornata; quella che vedete, dunque, è la classifica definitiva. Vince Casarano al termine di una stagione correttissima. Il totale delle multe è di appena 337 euro, un record (lo scorso anno erano state 1075 e poi, andando a ritroso, 1160, 1614, 1728 e 944).
Oria chiude al 7^ posto con 25 euri.
Ben 5 squadre non hanno subìto sanzioni economiche e 3 (Mesagne, Tuglie e Spongano) neanche un provvedimento disciplinare grave (squalifiche, sospensioni, ecc.).
Prossimo turno: Oria-Primadonna Bari, mercoledì o giovedì ad una certa ora. La finale di Coppa dei Campioni sarà una partita loffia che finirà 0-0 dopo i tempi supplementari senza neanche un tiro in porta. Venite a Oria tanto i rigori li tireranno dopo le 23.