ORIA-ADRIATICA TRANI 3-1

15 Maggio 2017

Domenica 14 maggio 2017 – ore 18.30

Primo turno di play-off: New Volley Oria-Adriatica Trani.

La partita unica ha un certo fascino, ma mette anche un po’ d’angoscia.

Il fascino è quello della sfida senza appelli, senza possibilità di rivincite. Bisogna dare tutto. Bisogna essere pronti mentalmente, fisicamente, tecnicamente. Non c’è una rete di salvataggio. Entro un paio d’ore circa ci saranno soltanto un vincitore e un vinto.

Ma in questa peculiarità c’è anche l’angoscia: una sola partita determina il destino di una squadra. Tanto impegno e tanti sacrifici possono andarsene in fumo in una giornata storta.

L’Adriatica ha un problema: Raffaella Ayroldi si è infortunata giovedì: è al PalaCrocifisso, ma cammina con una stampella. E temo che con la stampella non si possa giocare. Che sfortuna farsi male proprio alla vigilia della partita che vale una stagione.

Problemi anche in casa oritana: mancano Luisa (per infortunio) e Dalhis (per globalizzazione).

In bocca al lupo per entrambe.

In compenso c’è un nuovo arrivo: Mimma Ventruti, già opposta della Tampesta Taranto e non nuova da queste parti.

Tra le ospiti ho visto giocare Liviana Milillo ai tempi d’oro del Valenzano e dell’Aquila Azzurra Trani e – più recentemente – Nadia Volpe in occasione dei play-out contro il Bisceglie nel 2014.

E poi c’è Valeria Brattoli, un investimento di Anna Grazia Materia ai tempi dell’Azzurra Molfetta. Era alta, era bella, era giovane, era promettente. E’ ancora alta, è ancora bella, tutto sommato è ancora giovane; ora bisogna solo vedere se le promesse di allora sono state mantenute (risposta di fine partita: sì, nda).

Ma entriamo in clima partita.

Grande atmosfera, belle coreografie e buona risposta di pubblico (colorato e caloroso). Nutrita anche la rappresentanza di tifosi ospiti. Adrenalina a mille.

Formazioni.

New Volley Oria: Miriam Greco in palleggio, Mimma Ventruti opposta, Amy Leone e Chiara Limonta di banda, Giada De Pascalis e Monica Casalino centrali, Giorgia Mastria libero.

A disposizione di coach Ida Taurisano: Martina Medico, Sara Zanzarelli, Claudia De Paola, Cristina De Paola e Luana Turchiarulo.

Adriatica Trani: Serena Abbattista in palleggio, Liviana Milillo opposta, Nadia Volpe e Valeria Brattoli di banda, Valeria Gorgoglione e Raffaella Papagno centrali, Simona Sollecito libero.

A disposizione di coach Mauro Mazzola: Claudia D’Aniello, Serena Lamanuzzi, Chiara Galentino, Miriana Pasculli, Raffaella Ayroldi e Anna Cosentino.

In realtà, non ho visto il Camp3 e potrebbe esserci qualche altra giocatrice che non conosco; eventualmente me ne scuso con le interessate.

Primo set

Ace di Abbattista, attacco di Milillo, muro e attacco di Gorgoglione (0-4).

Peggio di così non avremmo potuto iniziare. Sembriamo un po’ incartati. Che sia un problema di vertigini da play-off? Eppure partite importanti ne abbiamo già affrontate quest’anno e abbiamo sempre fatto bella figura.

Il nostro primo punto lo realizza l’ultima arrivata, Mimma, ed è cosa buona e giusta così la ragazza rompe subito il ghiaccio, ma l’alta centrale ospite Gorgoglione piazza un altro muro ed un ace, due fondamentali che esaltano chi li realizza e demoralizzano chi li subisce (2-7).

Finalmente entriamo in partita con la Vichinga, ma l’Adriatica è davvero una squadra tosta e mantiene il vantaggio sino al 6-10.

Break oritano con Chiaretta, Mimma e Giada ed è il sorpasso (13-10)!

Su un bagher di Giorgia c’è un velo di Miriam che inganna la difesa ospite (16-14). Se c’è stato un tocco della nostra palleggiatrice, è stato impercettibile. Nel dubbio, assegno il punto a Giorgina, che ha meno occasioni…

Miriam difende, Mimma attacca (ed è già al quinto punto personale): 18-14.

La partita diventa sempre più intensa. L’Adriatica Trani gioca molto bene: grande organizzazione, palleggiatrice bravissima e generosa, libero spettacolare. Nell’Oria non tutto sembra girare per il verso giusto: potrebbe essere un problema di “assestamento” legato alle assenze di Dalhis e di Luisa; in ogni caso, siamo avanti nel punteggio e va bene così.

Oltretutto, in fatto di difese, anche noi stiamo contribuendo ad allungare gli scambi e Giorgia conferma lo stato di forma eccellente.

Volpe riduce lo svantaggio con 3 attacchi quasi consecutivi (19-17).

Secondo tocco di Miriam e secondo tocco di Abbattista in rapida successione (20-18).

Bah. In questo set si giocheranno 62 scambi e soltanto 2 di essi si chiuderanno con un secondo tocco. Può essere una coincidenza che questi due secondi tocchi siano consecutivi? E qui devo rispolverare la mia teoria del territorio da marcare: quando fa il secondo tocco una palleggiatrice, sente il dovere di farlo anche la collega avversaria. Per marcare il territorio. O magari perché si sente stimolata e incoraggiata a farlo dal buon esempio della collega avversaria. Chissà.

Punto per Brattoli, fast di Monica e doppia pipe di Amy (24-20).

Quattro palle-set a nostra disposizione.

E qui avviene il patatrac: prima subiamo l’attacco di Milillo, poi tiriamo fuori un pallone improbabile, poi tiriamo di nuovo fuori e infine subiamo un ace con due giocatrici che cozzano al primo tocco e due giocatrici che cozzano al terzo tocco, quello con cui avremmo dovuto semplicemente rimettere la palla nell’altro campo (24-24).

I pensieri che scorrono nella testa di Ida non devono essere propriamente poesie romantiche.

Un bolide di Milillo ribalta addirittura la situazione a vantaggio delle nostre coriacee ospiti (25-26).

Contrattacchiamo ripetutamente, ma l’Adriatica difende tutto finché Amy non piazza la botta vincente (26-26). Botta è il termine appropriato perché il pallone transita dolorosamente dal volto di Volpe prima di cadere a terra.

Pur mezza intontita, la schiacciatrice tranese riesce, subito dopo, a regalare un nuovo set-point alla propria squadra.

Primo tempo vincente di Monica (27-27), grande difesa di Giorgia e attacco efficace di Amy: sorpasso oritano (28-27)!

Infrazione tranese e nuova opportunità grazie ad una fast di Monica (29-28).

Purtroppo concentriamo nel finale molti errori in battuta e l’Adriatica ne approfitta con un attacco di Brattoli (29-30).

Ancora una fast di Monica; ancora parità (30-30)!

Quante emozioni!

Il finale, ahimé, non è degno dello spettacolo ammirato sino adesso: sbagliamo un servizio e incorriamo in un’infrazione. Il primo set, dunque, è del Trani (30-32).

Sì, la partita è bellissima, ma adesso l’adrenalina si sta trasformando in cacarella (e non me la posso permettere se a fine partita voglio gustare quello che c’è da gustare).

Secondo set

Grandissimo equilibrio anche nel secondo parziale; rileviamo un cambio palla dopo l’altro: per Trani vanno a segno praticamente tutte; per noi Mimma e soprattutto Amy (7-7).

La Vichinga sta per disputare un parziale stratosferico con la bellezza di 12 punti personali (sui suoi 33 finali).

Miriam prova ad attaccare di piede; Amy utilizza strumenti più tradizionali sebbene con ampia gamma di traiettorie (10-8).

Le fughe in questo set non sono concesse: l’Adriatica pareggia, sorpassa di nuovo, viene raggiunta e poi è ancora parità. Mai più di due punti di distacco. Niente fughe, dunque, ma tanto spettacolo e tanti scambi tenuti in vita da salvataggi strepitosi. I due liberi meriterebbero una statua ciascuna davanti all’ingresso dei rispettivi spogliatoi, ma non c’è una sola atleta che oggi si stia risparmiando in difesa.

La Vichinga attacca anche dal centro; Brattoli replica con un pallonetto e poi riusciamo finalmente a prenderci 3 punti di distacco con Amy e con Chiaretta, che attacca da opposta (21-18). Non ci sto capendo più niente: Chiara fa l’opposta, Amy fa la centrale, Giorgia fa i punti…

Si ripete il copione del terzo set: abbiamo un tesoro in cassaforte (3 punti di vantaggio) e lo buttiamo nel gabinetto concentrando in 4 scambi altrettante studicarìe: errore in battuta che fa diventare il volto di Ida di colore verde Hulk, ace di Cosentino (saggiamente introdotta un attimo prima), tiro fuori misura ed infrazione in fase di costruzione del gioco. Da 21-18 a 21-22.

In confronto a noi, Timone d’Atene è un risparmiatore accorto.

Sbaglia anche il Trani (23-22).

Palletta di Papagno dopo l’ennesimo miracolo di Sollecito (23-23).

Mi sento male. E non è per la glicemia. Quella verrà più tardi.

Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo: ricezione perfetta di Amy, alzata magistrale di Miriam e fast alla dinamite di Monica Casalino, leggenda vivente del volley pugliese.

Non è finita. Ricezione incerta delle ospiti con palla che vaga verso il centro della rete e Monica anticipa la palleggiatrice ospite spingendo la palla a terra. Senza indugi e senza irregolarità.

25-23.

La paura è passata, ma quanta sofferenza.

Terzo set

Nell’intervallo Ida non si limita a parlare alle proprie atlete; le avvolge in un abbraccio ricco di empatia e di rassicurazione.

Vediamo cosa succede nell’altra panchina. Nel momento in cui io sento il bisogno di una camomilla, se non proprio di un defibrillatore, l’allenatore ospite decide di prendere un caffè, conferendo poi il bicchiere di carta nel cestino, con senso civico.

A giudicare da quello che abitualmente si trova nei pressi delle panchine alla fine di ogni partita (bottiglie rovesciate, buste di merendine, fazzolettini di carta, assorbenti, ecc.), mi ero fatto la convinzione che sul parquet la raccolta dei rifiuti fosse un concetto astratto. Mister Mazzola è l’unico presidio di civiltà. Nell’aspetto mi ricorda vagamente l’allenatore serbo Zoran Terzic.

Degno della nazionale serba è anche l’avvio del terzo set della sua squadra: muro di Gorgoglione, attacchi di Milillo e di Volpe (5-7).

Due set sono sufficienti a dare consapevolezza ad entrambe le squadre che la partita sarà dura sino alla fine e sarà necessario dare il massimo.

Sale la tensione agonistica, nascono alcune discussioni, restano elevate l’intensità e la bellezza del gioco.

E’ naturale che alcune espressioni di esultanza, nostre e loro, risultino molto particolari.

Noto qualche progresso nell’Oria: giochiamo con più determinazione, sbagliamo di meno e miglioriamo in alcuni fondamentali (i servizi adesso sono più insidiosi).

Uno dei volti di questa vittoria è quello di Giada. Lei sa fare di meglio e stasera non ha iniziato bene, ma adesso viene fuori il suo talento. E sapersi rialzare è forse il più grande merito che possa avere un giocatore.

Dopo un lungolinea del gioiello di San Pancrazio, Monica piazza una fast millimetrica e un muro.

Mani-fuori di Brattoli e slash di Monica che sposta la palla di lato e poi indica imperiosamente col dito, a scanso di contestazioni, che il suo tocco è finito dentro.

Quando fa così, mi mette un po’ di paura…

Chiara difende, Amy martella, ma Brattoli tiene il Trani agganciato (12-11).

Giorgia compie un salvataggio in scivolata e le avversarie non riescono a ricostruire; sarei tentato di assegnare al nostro fantastico libero anche questo punto, ma risulterebbe una forzatura visto che il pallone è stato rigiocato.

Tris vichingo in 4 scambi e voliamo sul 16-11.

Volpe si toglie lo sfizio di un muro (16-13).

L’Oria sancì la retrocessione del suo Bisceglie tre anni fa; l’Oria sta per fermare la corsa del suo Trani oggi. Secondo me, ogni volta che sente nominare Oria, la ragazza compie qualche gesto scaramantico qui irriferibile.

Primo tempo cazzuto di Giada e attacco vincente di Chiara dopo l’ennesimo salvataggio di Giorgia (19-14).

Sollecito difende, Volpe attacca (19-17).

Dopo la palletta di Giada, Ida introduce Saretta per servire. Visto l’andamento dei primi due set, non c’è da stare tranquilli anche se abbiamo un lieve vantaggio. Ma la mano di Saretta non trema. Anzi, la creatura effettuerà una serie di battute perfette su cui costruiremo il rush finale.

Break di 6-0 con punti per Monica, Amy e Mimma. E ciliegina finale con l’ace di Sara che sigilla il parziale (25-17)!

Felicità nella nostra metà campo; un po’ di spavento tra le ospiti dato che Sollecito resta carponi sul parquet. Nulla di grave, per fortuna. La ragazza continuerà a difendere egregiamente anche nel parziale successivo.

Quarto set

Fast di Papagno, secondo tocco di Miriam, ace di Abbattista e un paio di cacatine nostre (2-5).

Ida ferma il gioco e le sue urla si sentono fino in Albania.

Recuperiamo grazie a un felice turno in battuta di Amy: due ace per lei e punteggio sul 7-6.

Butto l’occhio sulla panchina. In assenza di Martina Bacca, chi ha il compito di organizzare i talk-show? Saretta, si direbbe.

E perché le sorelle De Paola sono accosciate? E’ un rito scaramantico come quelli di Spongano?

Esiste poi una giocatrice pugliese che non abbia ancora indossato la maglia di Aurora Capone? Una settimana fa ce l’aveva Noemi; oggi la indossa Claudia. Direi che mercoledì possiamo farla provare anche a un’avversaria o magari all’arbitro o al segnapunti. Giusto per variare ancora.

Ma torniamo alla partita perché c’è ancora equilibrio e c’è ancora da lottare.

Ace volpino per l’11-12, ma si tratta dell’ultimo vantaggio ospite. Da adesso in poi l’Oria girerà come un meccanismo perfetto.

Doppietta di Amy e punto per Brattoli (14-13).

Alzata “creativa” di Miriam e perentorio attacco della Vichinga; segue mani-fuori di Chiara, che ormai vola da una parte all’altra del campo come un aereo della Ryan Air (16-13).

Monica vede la difesa ospite spiazzata e la infilza con un millimetrico disimpegno di prima battuta che termina nell’angolino del posto 5 (19-14).

L’Adriatica sta perdendo un po’ di lucidità e mister Mazzola tenta di rimediare con un paio di sostituzioni.

Ormai siamo in dirittura d’arrivo. Concediamo un errore in battuta e voliamo verso la vittoria con una striscia finale di 5 punti consecutivi: pallonetto di Monica, murazzo di Monica, ace di Mimma, invasione ospite e puntonzo finale di Miriam, anche lei brillante protagonista di questa magnifica gara (25-15).

Vinciamo 3-1 e accediamo alla fase successiva dei play-off.

Il parquet si allega di lacrime: lacrime di gioia, lacrime di tensione da scaricare, lacrime di chi conclude qui la stagione ma lo fa con la consapevolezza di aver giocato magnificamente lottando sino alla fine.

Gli applausi, invece, si somigliano. Dai tifosi oritani e dai tifosi tranesi gli applausi sono il comune tributo alla generosità e alla bravura delle rispettive squadre.

Poi c’è la scena più bella della serata. E’ stata una partita agonisticamente tirata, ma adesso le due squadre decidono spontaneamente di condividere sia le lacrime che gli applausi. Le atlete si abbracciano, si consolano, si congratulano, si uniscono in cerchio e vanno a prendersi gli applausi di quello che ormai è un solo pubblico. E così piange anche chi ha vinto e sorride anche chi ha perso.

Queste sono le giocatrici delle nostre squadre; questo è il nostro sport. E noi ne siamo orgogliosi.

Tabellino: Oria-Adriatica Trani 3-1 (30-32,  25-23,  25-17,  25-15)

New Volley Oria: Medico NE, Ventruti 8, Turchiarulo NE, Greco 3, Casalino 20, Zanzarelli 1, Leone 33, De Pascalis 4, Limonta 7, De Paola Cl. NE, De Paola Cr. NE, Mastria (L) 1 – All. Taurisano.

Muri-punto 3, ace 5, errori in battuta 14.

Arianna ha preso 30 in composizioni artistiche di frutta.

Adriatica Trani: Gorgoglione 8, Volpe 14, Milillo 11, Brattoli 12, Papagno 4, Abbattista 4, D’Aniello 0, Lamanuzzi NE, Galentino NE, Pasculli NE, Ayroldi NE, Cosentino 1, Sollecito (L) – All. Mazzola.

Muri-punto 5, ace 7, errori in battuta 9.

Arbitri: Cosi e Resta.

Trofeo Memorial Bin Laden (multe in euro): Casarano 72,00; Noci 55,00; Nardò 45,00; Monteiasi e Trepuzzi 35,00; Ostuni 30,00; Oria 25,00; Castellaneta 20,00; Cutrofiano 20,00; tutte le altre (Putignano, Frascolla TA, Mesagne, Tuglie e Spongano) 0,00.

Nessun provvedimento nell’ultima giornata; quella che vedete, dunque, è la classifica definitiva. Vince Casarano al termine di una stagione correttissima. Il totale delle multe è di appena 337 euro, un record (lo scorso anno erano state 1075 e poi, andando a ritroso, 1160, 1614, 1728 e 944).

Oria chiude al 7^ posto con 25 euri.

Ben 5 squadre non hanno subìto sanzioni economiche e 3 (Mesagne, Tuglie e Spongano) neanche un provvedimento disciplinare grave (squalifiche, sospensioni, ecc.).

Prossimo turno: Oria-Primadonna Bari, mercoledì o giovedì ad una certa ora. La finale di Coppa dei Campioni sarà una partita loffia che finirà 0-0 dopo i tempi supplementari senza neanche un tiro in porta. Venite a Oria tanto i rigori li tireranno dopo le 23.


SARNO-TARANTO 3-1

10 Maggio 2010

Sabato 8 maggio 2010 – ore 19.00

Solo tre anni in serie B2, ma di esperienze alla fine dei campionati ne abbiamo provate tante, tutte diverse.

Nel 2007-08 ci salvammo con tre turni di anticipo e quella fu indubbiamente l’esperienza più divertente.

Andammo a giocare a Valenzano, capolista, con la serenità di chi ha raggiunto il proprio obiettivo e con l’entusiasmo di una squadra che aveva preso gusto a giocare bene e a vincere spesso e volentieri. Partimmo dallo 0-4 per noi; il Valenzano, per quanto superiore, appariva contratto e teso. Eravamo ancora in vantaggio sul 16-19 e poi sul 20-21, finché Cosentino & Co. non chiusero il primo set e presero il controllo della partita fino al termine.

Però la parte della squadretta dispettosa fu divertente anche se durò poco.

La settimana dopo, il Trani, virtualmente estromesso dai play-off dopo il rocambolesco 2-3 a Ostuni, non aveva molta voglia di scherzare e vinse senza tentennamenti sfogando, anzi, con la determinazione nel gioco la tensione accumulata nei giorni precedenti.

Chiudemmo in bellezza con il 3-1 finale sul Lanciano.

Passiamo al 2008-’09. L’anno scorso, ormai senza più obiettivi, ospitammo proprio al Palafiom la gara con cui il Trani ottenne la matematica promozione in B1. Perdemmo senza conseguenze un match per noi indolore e assistemmo alla grande festa delle nostre ospiti, accompagnate da una marea di tifosi biancazzurri.

Fu bella anche quella giornata nonostante la nostra sconfitta per 0-3.

Quest’anno c’è un’altra situazione particolare: Sarno è già matematicamente in B1 e vuole festeggiare insieme ai propri tifosi dato che la promozione è stata conquistata lontano da casa. Nella stessa giornata in cui il Sarno ha vinto il campionato noi abbiamo perso le ultime speranze di salvezza ed anche di ripescaggio. Non potrebbero incontrarsi due stati d’animo più diversi.

In pratica, è come se un corteo funebre entrasse nella sala in cui si festeggia un matrimonio…

A proposito, voglio ringraziare pubblicamente coloro che hanno speso parole di conforto e di incoraggiamento nei nostri riguardi.

Chi loda se stesso mi lascia perplesso – è vero – però mi sia consentita un po’ di autoreferenzialità: voglio attribuirmi un merito, che condivido con la società, anzi con il nucleo storico della società, quello che è rimasto al fianco delle giocatrici fino alla fine.

Ci sono squadre che fanno comunicati stampa soltanto quando vincono; noi abbiamo scritto sempre: nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E parliamo dei comunicati seri.

Non vi dico poi quanto è stato difficile portare avanti questo blog che ha lo scopo di far sorridere e di divertire. Nonostante strisce di sconfitte che sembravano infinite (da gennaio ad aprile) e nonostante la retrocessione, su Skanderblog non sono mancate cronache che tentavano di essere spiritose, fotofumetti, fotomontaggi, ecc.

Sdrammatizzare le sconfitte ed anche la retrocessione, per il bene dello sport: obiettivo raggiunto.

Beh, diciamo che mi ha un po’ aiutato la tendenza a considerare la felicità degli altri come consolazione piuttosto che come motivo di irritazione o di invidia. Questo mi aiuterà anche a Sarno.

Torniamo alla squadra e a quest’ultima trasferta.

Come se non bastassero tutte le vicissitudini già note, dobbiamo anche rinunciare alla nostra fuoriclasse Gisela, bloccata in Puglia da un piccolo impedimento. Nonostante l’anno a dir poco problematico per la squadra e nonostante l’infortunio di dicembre, comunque, Gisela ha chiuso con una media di 4,07 punti a set.

Marcello è costretto all’ultimo adattamento stagionale: Ivana torna a schiacciare da posto quattro, come la Leonessa (che nei programmi estivi doveva essere il libero). Come centrale titolare c’è ancora Giulietta, ormai “veterana” a 15 anni, e il ruolo di libero è assunto da Simona Mereu. Passano gli anni, cambiano le categorie, ma Simo c’è sempre.

In tutto le giocatrici sono otto, ovviamente senza pulmino perché dal Monte ormai non arrivano più neanche i soldi per pagare la tassa gara ed onorare l’ultima giornata di campionato.

Se non fosse stato per la mamma di Pocahontas, sarei rimasto a casa. Grazie, signò.

Lungo il tragitto, Simona sa come imporre le soste fisiologiche al proprio allenatore…

Taranto-Sarno: 278 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno.

Dal 14 novembre (AS Benevento-Taranto 2-3) di chilometri ne abbiamo percorsi ben 3.606 senza prendere un cavolo di punto.

Arrivati a Sarno, c’è tempo per un caffé, anche se dimentichiamo la garbata tradizione locale in base alla quale il caffé viene sempre offerto agli ospiti.

Il bar pasticceria è di Vincenti.

Ecco dove ha investito il premio-promozione la centrale salentina…

Che scenografia nel palazzetto: palloncini gialli e blu, nastri, striscioni, bandiere ed enormi lettere di polistirolo.

Le atlete dell’Aito recano la scritta B1 sul braccio destro e non sanno trattenersi dal festeggiare sin dal riscaldamento, quando il d.j. lancia “Il cielo è sempre più blu”, che ormai è diventata l’equivalente nazionale di “We are the champions”.

Questa atmosfera finisce con l’emozionare anche me. E anche Alfredo, che a fine partita ritraggo con la bandierina dell’Aito Volley…

Ma subentra anche la tristezza. Non tanto per “l’escursione emotiva” tra la gioia delle nostre avversarie e la nostra amarezza quanto perché – al contrario – penso che qui non torneremo più.

Penso a tutti i posti e alle persone che abbiamo conosciuto in questi tre anni, da Manoppello a Battipaglia, dal PalaCaliendo a Benevento; penso alla pallavolo di buon livello che abbiamo ammirato e di cui anche noi siamo stati protagonisti.

Coach Marcello mi fa notare: “Quando siamo stati promossi in B2 dicevi che ti dispiaceva lasciare la serie C…”

E probabilmente pensa (ma non esprime) lo stesso, ormai celebre, concetto che trovammo su una bustina dello zucchero in un bar di Trepuzzi: “Stai all’ombra e te manca lu sule, stai allu sule e te manca l’ombra; se po’ ssapìre cce cazzu uéi???”

C’è lo starting-six. Era da tempo che non veniva attuata questa procedura; se non erro, l’ultima volta è stato il celebre starting-one di Cristiana a Potenza…

Formazioni.

L’allenatore Luca Loparco manda in campo la palleggiatrice Tatiana Capriotti, l’opposto Annamaria Amitrano, le bande Raquel Santos e Vanessa Torrisi, le centrali Neide Pereira e Antonella Salvati, il libero Angela Castiello.

In panchina: Clara Palmieri, Arianna Amati, Tania Costantino e Daniela Polito.

Coach Marcello Presta ha poco da scegliere: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Simona Leone e Ivana Gallo Ingrao laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Simona Mereu libero.

In panchina c’è soltanto Priscilla Pisani, secondo libero. E c’è Gabriella. E c’è anche, in verità, un’addetta all’asciugatura del parquet. Può sempre tornare utile…

Primo set

Noi tiriamo fuori, loro tirano dentro: 4-0.

Amitrano, Torrisi e Santos martellano; tranne una doppietta di Leo, il Taranto stenta ad entrare in partita. Dopo un parziale di 10-2 le nostre avversarie conducono per 15-4.

I pensieri più nefasti affollano le nostre menti. Per carità, la nostra è una squadra d’emergenza e abbiamo di fronte la capolista, ma si prospetta una bruttissima quanto rapida serata.

Siamo come “un pulcino negli artigli del falco”, direbbe il Manzoni. [1]

E a poco ci aiuta il fatto che il falco abbia la capa a ‘u sciuech’ e non veda l’ora di festeggiare.

Entrano Palmieri e Polito per Santos e Pereira ed ogni sostituzione è piuttosto calorosa. Baci, abbracci, convenevoli, inviti a cena, scambio di indirizzi per l’estate…

Meno male che ogni tanto il Sarno sbaglia qualche battuta (quattro) e che Simona-la-Leonessa gioca con la consueta generosità altrimenti il “record” di Acquaviva sarebbe stato demolito (25-10).

Secondo set

Ivana si sblocca, ma la Palafiom è ancora lontana dall’entrare in partita; anche il secondo parziale inizia malissimo: 9-2 e poi 12-4 con Costantino e Polito in evidenza.

E’ inutile dire che anche in questo set coach Loparco sta concedendo a tutte le proprie atlete la meritata passerella.

Punti fermi della squadra sembrano essere Amitrano e Salvati; loro restano sul parquet per tutto l’incontro. Sono le uniche atlete che conosco un poco e che ho visto giocare in tutti questi tre anni di B2 (a Scafati, a Salerno e a Sarno); mi fa piacere che abbiano ottenuto questo importante risultato. A loro, in particolare, le mie felicitazioni più vive.

Intanto, però, il gioco della Palafiom langue. Sino al 21-10 ha fatto tutto il Sarno, inclusi 4 errori-punto e 3 battute sbagliate.

Entra in campo anche Arianna Amati, che deve servirsi dello stesso parrucchiere di Sonia Tinelli, anche se i suoi nastri hanno colori celebrativi.

Soltanto nel finale, Silvia e Silvietta danno segni di ripresa. Il set è compromesso (lo chiude Amitrano sul 25-16), ma la tardiva rianimazione può tornare utile per la prosecuzione del match. Astìpe a zampogna pe’ quann’ abbisògn’.

Anzi, citando gli esilaranti “Detti in tarantino tradotti in inglese” su Facebook: back your bag-pipe closely for when you’ll need it…

Terzo set

In effetti, è un altro Taranto quello del terzo set. Si parte da un muro di Silvia e da un ace di Silvietta.

Replicano le centrali gialloblu Polito e Salvati, ma tra una fast di Silvia, un ace della trepuzzina ed un mani-fuori di Leo, al primo time-out tecnico siamo in vantaggio noi (4-8).

La difesa è più aggressiva e adesso siamo noi a… fare anche i punti del Sarno.

Mani-fuori di Silvietta, punto del Sarno, attacco di Silvietta da posto due e poi il nostro giovane opposto va a servire. Dopo il primo ace, effettuerà altre sei battute grazie agli scambi conclusi efficacemente da Silvia ed erroneamente dalle attaccanti locali.

Dritt’ e stuert’ (straight and twisted…) abbiamo otto punti di vantaggio (11-20)!

La brasiliana Pereira adesso attacca da opposto, ma è il Taranto ad incrementare ulteriormente il vantaggio ed a chiudere con il punteggio di 15-25.

Indubbiamente la concentrazione non è la virtù più in voga stasera tra le giocatrici del Sarno, però il parziale ci permette di fare la nostra bella figura. Peccato non aver fatto la giocata alla Snai.

Quarto set

Silvia inaugura il set dei muri-punto tarantini. Saranno 5 in tutto; non basteranno a conquistare il parziale, ma le statistiche ne trarranno giovamento.

A proposito, abbiamo ricordato l’assenza di Gisela, ma quella di oggi è anche la prima partita che giochiamo senza Gisela e senza Cristiana contemporaneamente.

Giusto a titolo di curiosità: con Gisela e Cris abbiamo una media di 1,50 punti a partita, con Cris senza Gisela 0,85, con Gisela senza Cris 0,36.

Torniamo a Sarno-Taranto: vantaggio nostro per 1-4, rimonta di Torrisi e poi primo tempo di Pocahontas (5-6)!

L’Aito Sarno effettua il sorpasso con due azioni consecutive ben concluse dalla concittadina di Troisi, Antonella Salvati (7-6), poi c’è un attacco di Santos (9-7) e poi la reazione jonica con conclusione di Ivana e duplice muro (prima Silvia su Pereira, poi Ivana sul tocco di seconda di Capriotti): 9-10.

La svolta definitiva arriva subito dopo: doppietta di Santos e muro di Torrisi, almeno così mi pare (13-11).

Silvia replica per due volte ad Amitrano (14-13), ma poi il Sarno accelera (18-13).

Muro di Giulietta ed ace di Ale!

C’è spazio anche per il secondo libero Priscilla. Non è l’esordio assoluto in B2, ma un piccolo riconoscimento ad una bravissima ragazza, peraltro molto creativa. E’ tra le ideatrici dell’Isola di Formoso…

Quando non potrò più continuare il blog, sarà a lei che intendo trasmettere la password.

L’entusiasmo dei tifosi locali aumenta d’intensità ed i pollici iniziano a premere sui tappi degli spumanti. Santos ha fretta e sul 22-16 reputo che sia arrivato il momento del tradizionale lancio del pupazzo su Ale.

Viktor manca l’obiettivo, ma la palleggiatrice raccoglie con le sue mani fatate quanto le spetta per diritto divino.

Gli ultimi punti del Taranto sono di Silvietta, quelli del Sarno sono di SuperSantos (25-18).

Finisce 3-1. Il Taranto e il Sarno salutano la B2.

Detto così, suona più indolore…

Esplode la felicità delle giocatrici campane e sul parquet scorrono fiumi di spumante. Chi viene colpito dal tappo sarà il prossimo vincitore del campionato…? In tal caso avremmo dovuto metterci in posizione.

Piovono coriandoli e si accendono i fumogeni.

Il nome di questa città negli ultimi anni è stato spesso associato alla tragica frana del 5 maggio 1998, (quasi) esattamente dodici anni prima. Morirono nella sola Sarno 137 persone. Un risultato sportivo ovviamente non può cancellare una tragedia del genere né può restituire chi non c’è più.

Ma lo sport può offrire un’occasione di gioia e di festa ad una comunità e il merito è di questa società, dei suoi dirigenti, del suo staff, di coach Loparco e di un formidabile gruppo di atlete. Ancora complimenti e… ad maiora!

Ovviamente in bocca al lupo al San Pietro Vernotico e al Centro Ester per i play-off (se Catia mi vuole, vengo…).

Per quello che riguarda noi, si apre una fase di riflessione. La sola retrocessione non sarebbe un problema: è un verdetto maturato sul campo e va rispettato com’è nella natura dello sport. Le preoccupazioni riguardano piuttosto l’assetto societario; per la seconda estate consecutiva abbiamo difficoltà a leggere l’immediato futuro.

Ci sono soltanto due certezze.

La prima è che è meglio ritirarsi piuttosto che dipendere dalle promesse e dalle dubbie risorse di chi ha preso in giro una squadra per un anno intero.

La seconda è che dobbiamo tutti adottare il piano tariffario di telefonia mobile di Silvia Renna. Ha iniziato a conversare a Baronissi ed ha chiuso la telefonata all’altezza di Lido Azzurro…

Per concludere, grazie di cuore a tutti coloro che hanno mostrato un sincero attaccamento alla causa: le giocatrici, il coach, la famiglia Leone, Lisa, il dottor Formoso, Maurizio, Rocco, Giuseppe, il signor Priscillo, i tifosi, Michele-re-della-curva, i genitori, i fidanzati, Daniela, le “applicate” della Tempesta e in generale la Tempesta tutta, l’Armata Jonica lontana nello spazio ma vicina col cuore, l’unico sponsor che si è mostrato di parola e non di chiacchiere (Termoidraulica Nitti), gli sponsor del passato come La Semauto (ma sì!) e quelli del futuro (HDR), Giuseppe Di Cera che sa sempre conciliare la professionalità giornalistica con l’affetto per la squadra, il signor Ugo, l’unico vero presidente Marco Urago, i segnapunti che si sono succeduti e in particolare Christian, i lettori di questo blog.

Ursula K. Leguin, che non so chi cavolo sia, dice che “è bene avere una meta verso cui viaggiare; ma, alla fine, è il viaggio che conta”. [2]

Quest’anno la meta non è stata raggiunta e anche il viaggio ha fatto un po’ cacare. Ma ci sono stati i compagni di viaggio ad aver lasciato un bel ricordo, comunque sia andata.

‘A fava e ‘u scuèrcele (don’t mix rinds with broad beans…)

SILVIA: Fava per ieri sera, per l’intero campionato e per sempre. Se penso soltanto ai chilometri supplementari che si è sobbarcata alla fine di ogni trasferta guidando nel cuore della notte per raggiungere casa mentre noi eravamo già al calduccio dei nostri letti (o all’Oblò)… Come Gisela, ha dimostrato di essere una grande professionista. Ed oltre a giocare a rendimenti elevati, meritevoli di promozione e non di retrocessione, ha anche contribuito all’armonia dello spogliatoio grazie alla sua cordialità. Lei e Gisela non retrocederanno; le nostre strade sono destinate a dividersi. Ma, ovunque andranno, sarò sempre un loro tifoso. Grazie per tutto quello che avete dato.

VIKTOR: Ha mancato il bersaglio atterrando a quasi due metri di distanza da Ale ed è pure caduto di culo e non di pancia come programmato. A parte questo, però, bisogna riconoscere che forse è stato il miglior pupazzo-kamikaze della nostra storia. Che morbidezza. Degna del tocco di Mani Fatate.

Tabellino: Sarno-Taranto 3-1 (25-10, 25-16, 15-25, 25-18)

Sarno: Torrisi 9, Santos 11, Salvati 9, Capriotti 2, Pereira 3, Palmieri 2, Amati 0, Amitrano 11, Costantino 3, Polito 7, Castiello (L) – All. Loparco.

Aces 8, errori in battuta 11, muri-punto 6.

Taranto: Mastandrea 10, Gallo Ingrao 4, Basile 2, Renna 11, Certa 1, Leone 10, Mereu(L), Pisani (2L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 10, muri-punto 7.

Arbitri: Daniele Botti (NA) e Andrea Giova (AV).

Durata set: 15’, 19’, 22’, 22’ – Durata totale dell’incontro: 1.27’.

Altri risultati: Oria-San Pietro Vernotico 0-3, Centro Ester NA-ASCI Potenza 3-1, Battipaglia-Salerno 3-0, Azzurra Molfetta-V.Altamura 1-3, Livi Potenza-Arzano 3-2, Accademia BN-AS Benevento 2-3, Leonessa Altamura-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 75; San Pietro Vernotico 71; Centro Ester NA 69; Battipaglia 64; Azzurra Molfetta e Arzano 62; Livi Potenza 47; AS Benevento 45; V.Altamura 38; ASCI Potenza 36; Accademia BN 34; Oria 33; Leonessa Altamura 32; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: C’era soltanto da individuare l’ultima retrocessa: si salvano Volley Altamura e Accademia Benevento; retrocede in C l’Oria. …Salvo ripescaggi, come auspichiamo per Roxy e Mucci.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.700,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano e San Pietro Vernotico 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Dentro anche il San Pietro quasi all’ultima chance! Multa di 80 euri per gli insulti all’arbitro durante tutta la gara.

Salerno consolida il primato con altri 100 euri. Anche in questo caso, però, la sanzione alla società campana non dipende da intemperanze ma da un ritardo nell’inizio della partita.

Tradizione vuole che all’ultima giornata venga multata anche la nostra squadra; noi il nostro dovere l’abbiamo fatto…

Prossimo turno: No’ stè nisciùn’ prossim’ turne. Amma vedè, diss’ ‘u cecate (We will see, the blind said…).

NOTE:

(1) MANZONI, A., I promessi sposi, Capitolo XXV, 431-432.

(2) LEGUIN, U.K., in JACKSON, P., Basket & Zen, Libreria dello Sport, Milano, 2005 (1^ ed. 1998), pag. 76.


TARANTO-AZZURRA MOLFETTA 2-3

2 Maggio 2010

Sabato 1^ maggio 2010 – ore 18.00

“Si, è bello viaggiare all’estero, ma ci sono tante cose da visitare anche in Italia…”

Quante volte abbiamo sentito questa frase (che non è del tutto inesatta anche se è importante allargare i propri orizzonti e confrontarsi con altre culture)?

Spesso visitiamo posti lontani, anche in altri continenti, e snobbiamo le bellezze artistiche, architettoniche e naturali di cui abbonda l’Italia.

Applicando lo stesso principio su scala nazionale: perché viaggiare in Italia quando la nostra regione, la Puglia, è così ricca di centri storici, spiagge e musei che colpevolmente trascuriamo?

Ecco, la Pallavolo Taranto ONLUS ha deciso di riscoprire la propria terra.

Rinunciamo alla trasferte in Campania, in Basilicata, in Abruzzo, regioni magnifiche, per carità, e che ci hanno regalato in questi tre anni immagini, emozioni e ricordi indelebili.

Ma il 2010-‘11 sarà la stagione della Puglia, approfittando del fatto che ci sarà un girone unico di serie C.

Dal Gargano a Leuca avremo modo di ritornare o di scoprire centri che in questi anni abbiamo colpevolmente trascurato.

Ecco perché siamo retrocessi. Non perché abbiamo perso tante partite, ma perché abbiamo deciso noi di retrocedere. Senz’altro. Certamente.

Solo così si spiega un girone di ritorno troppo brutto per essere vero: due sole vittorie sul campo, una vittoria a tavolino con il Salerno e tante sconfitte, alcune onorevoli ed altre ingloriose.

L’ultima (onorevole), quella che sancisce di fatto la retrocessione in serie C, è di oggi: Taranto-Azzurra Molfetta 2-3.

Alla vigilia del match, però, c’era ancora qualche esile speranza di salvezza, sia pure a condizione di compiere una straordinaria remuntada, giusto per copiare una recente espressione calcistica catalana.

Il Barcellona ha parlato di lasciare la pelle (senza sapere che in Italia lasciare la pelle significa perire…), Mourinho ha parlato di lasciare il sangue; noi che siamo meno cruenti e necrofili, usiamo l’espressione tarantina scittàr ‘u velen’ (buttare il veleno), che in verità è più che altro un’imprecazione. Nicola Gigante, autore di quella pietra miliare del nostro idioma locale che è il Dizionario critico etimologico del  dialetto tarantino, più precisamente la definisce “esclamazione di rabbia”. [1]

A proposito, io non sono interista, ma che pessima figura ha fatto un club glorioso come il Barcellona. Non tanto per il risultato sportivo quanto per le provocazioni, i petardi sotto l’albergo e soprattutto gli idranti nel settore del campo dove i giocatori dell’Inter festeggiavano.

Come se noi, al termine di Taranto-Volley Altamura 0-3 (la sconfitta – a mio avviso – decisiva), avessimo detto a Ugo di usare l’idrante dentro il Maria Pia contro le festanti atlete murgesi…

Anzi, l’amm’ pure offert’ ‘u buffet…

Ma veniamo a Taranto-Azzurra Molfetta.

Se perdiamo, siamo matematicamente retrocessi.

Se vinciamo 3-2, basterebbe lo scontato 3-0 dell’Oria sul Salerno a mandarci in serie C.

Se vinciamo 3-0 o 3-1, tutto dipenderebbe dai risultati di Volley Altamura e Accademia Benevento (viste come sono andate poi le cose, saremmo stati ancora in corsa, sia pure a condizione di vincere a Sarno e di attendere ulteriori risultati delle nostre dirette concorrenti).

Ci sarebbe, comunque, anche l’obiettivo del quintultimo posto in vista di ipotetici ripescaggi.

L’Azzurra, invece, non è riuscita a conquistare i play-off per la B1, sfumati proprio sabato scorso per mano del Centro Ester, e gioca per onore dello sport e per la propria dignità.

Al mio arrivo, i due tecnici stanno conversando amabilmente e quasi dimenticano che si sono fatte le 17.20 e che bisogna supervisionare il riscaldamento.

A proposito, nelle ultime due giornate le partite si disputano in contemporanea e l’orario del fischio d’inizio è fissato per tutti alle 18.00, ossia un’ora prima rispetto all’orario usuale dei nostri incontri domestici.

Forse è per questo che alle 17.55 gli spalti sono ancora semivuoti.

Vidìme quanta cristiàne tras’n alle 19…

Bisogna onorare una tradizione, il lancio del pupazzo su Alessandra, di cui mi permetto di fornire una spiegazione storica.

Nell’indimenticabile campionato della promozione in B2, il 2006-’07, la Palafiom non fu mai sanzionata ad eccezione dell’ultima partita di campionato a Tuglie, quando un nostro tifoso espresse rilievi critici all’arbitraggio. Siccome la multa coincise con la promozione, decidemmo che avremmo fatto in modo da essere multati in tutte le ultime giornate di campionato.

Già, ma in che modo? Insultando di nuovo gli arbitri? No, pare brutto.

La soluzione del problema ce la fornì il Trani, dove giocammo la penultima partita del successivo campionato 2007-’08. Alcune giocatrici locali furono premiate dai tifosi; bene, – pensammo – noi faremo lo stesso, però il premio lo lanceremo addosso alle destinatarie, durante l’ultimo incontro, e così saremo sanzionati per lancio di oggetti in campo.

Non so come si giunse alla conclusione che il terminale del lancio avrebbe dovuto essere Alessandra e che l’oggetto (poco) contundente sarebbe stato un pupazzetto di peluche.

La settimana dopo, alla fine di Palafiom-Lanciano, lanciammo alla nostra palleggiatrice il Winnie the Pooh dell’Under 18; nel 2008-’09 fu la volta di Cony, il coniglietto kamikaze; quest’anno arriva al Maria Pia la ranocchia Viktor.

Formazioni.

Nel Taranto “di ordinaria emergenza” è confermato il sestetto del PalaCaliendo: Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Simona Mereu e Priscilla Pisani.

Problemi per Annagrazia Matera: Guglielmi e Fortunato sono acciaccate ed è quindi necessaria qualche variazione: giocano Marilena Fracchiolla e Savina Binetti; quest’ultima è dirottata nell’inedito ruolo di libero.

Scendono, dunque, in campo: Virginia Alfieri palleggiatrice, Valeria Brattoli opposto, Simona Marasco e Marilena Fracchiolla laterali, Angela Tralli e Mara Racanati centrali, Savina Binetti libero.

A disposizione: la creativa Mariella Lasorsa, Marta De Gennaro, Brigida Infortunato, Sara Grassi e Barbara Guglielmi.

Colpo di scena: per la prima volta in assoluto al Maria Pia, la Palafiom inizia la partita a destra rispetto al punto di vista degli spettatori. L’Azzurra, infatti, ha scelto la metà campo opposta a quella su cui i raggi del sole arrivano dritti mminz’ all’uecchie.

La palleggiatrice ospite, forse, non sarà molto contenta, ma se questo storico cambiamento dovesse regalare buoni risultati alla Palafiom, sono sicuro che Marcello ne terrà conto in futuro in chiave scaramantica: o inizieremo sempre a destra oppure sottoporrà le atlete ad intense sedute di lampada.

Primo set

Ace di Silvietta (1-0).

Brava la creatura. Fanne altri 24 e poi altri 25 e poi ancora altri 25; impediamo che la partita venga giocata…

Due attacchi fuori dell’Azzurra, muro e fast di Silvia.

Sul 5-0 Annagrazia chiama il timeout e sostituisce Marasco con De Gennaro. Distinguendo le giocatrici tra occhi scuri e occhi chiari, De Gennaro – a mio avviso –ha gli occhi scuri più belli del torneo.

Silvietta continua a servire e Brattoli sbaglia una ricezione gridando: “Nooo!”

Un plauso alla ragazza. Sono anni che in casi analoghi sento gridare “cazzo”, “merda”, “vaffanculo”, “porca puttana” e simili; è la prima volta che una giocatrice commenta un proprio errore in modo pulito senza far ricorso al classico Vocabolario della pallavolista (dalla A di “All’anima di ci t’è muert’” alla Z di “Zoccola, l’hai toccata!”).

Pipe di Gisela e fast a pallonetto di Silvia: 9-1. E’ magnifico quello che sta avvenendo sul parquet. Saremmo portati a pensare che ci siamo comprati la partita se non avessimo la certezza di non avere neanche un centesimo da offrire come prezzo per la corruzione…

Poi l’Azzurra si sveglia e recupera punti: in evidenza la linea verde rappresentata da Fracchiolla e Brattoli.

Sul 14-10 le ospiti impongono uno sconcertante break da sei, con la nostra ricezione protagonista in negativo: nella striscia pro Molfetta, si rilevano due aces di Brattoli e due punti di Tralli.

E’ la sagra degli aces, in effetti: 3 Taranto, 4 Molfetta e siamo ancora a due terzi del primo set.

Una grande Silvia (5^ punto) ci riporta in parità, ma l’Azzurra piazza un secondo, micidiale break da cinque: De Gennaro, Fracchiolla due volte, De Gennaro, Racanati (18-23).

La Palafiom reagisce e sfiora il pareggio con Gisela ed Ale, ma l’ultimo punto è dell’opposto Brattoli (23-25), molto brava anche sul piano tecnico oltre che su quello della creanza.

Secondo set

Ho parlato di Brattoli come opposto perché è il suo ruolo tradizionale; in realtà, coach Matera apporterà vari cambiamenti in corso d’opera spostando spesso da destra a sinistra Brattoli, Fracchiolla e Marasco. Già da metà del primo set io non ci ho capito più niente.

Visto che ci siamo, faccio un’altra precisazione: per via di una struttura fisica somigliante e soprattutto a causa della mia miopia, ho avuto qualche difficoltà a distinguere Brattoli da Fracchiolla e Alfieri da Tralli (che peraltro andavano spesso a muro insieme); per gli scout delle nostre ospiti rimando dunque ai dati raccolti dallo scoutman molfettese e mi scuso con le interessate per le eventuali e probabili inesattezze.

Anche sulla maternità dei muri a due del Taranto conservo qualche dubbio.

Il secondo set inizia bene come il primo: Leo, Gise, Silvia e duplice ace di Leo: 5-0.

Annagrazia effettua il cambio inverso rispetto al parziale precedente: torna sul parquet Marasco, che va subito a segno e inizia una rincorsa fruttuosa (6-6).

Al primo time-out tecnico, per fortuna, siamo ancora avanti noi (8-6).

Bene Silvietta da posto due e dalla zona di battuta, ma in generale è un Taranto piuttosto spento, poco reattivo.

Nonostante il sole che filtra imperioso dalle finestre, la nostra squadra è sempre immersa in quello che il giornalista Lorenzo D’Alò definirebbe “autunno agonistico”.

E’ un autunno che ha iniziàte a novembre e non ‘ngi ha cchiù spicciàte…

C’è rassegnazione.

Encomiabili, come sempre, Gisela e Silvia. Hanno fatto tanti sacrifici quest’anno e continuano a lottare sul parquet da grandi professioniste. Sono cadute anche loro nella trappola ingannevole dell’uomo del Monte. C’è qualcuno, in effetti, che dovrebbe retrocedere in seconda divisione, in proporzione alle risorse messe a disposizione; Silvia e Gisela, per il loro rendimento, meriterebbero invece la B1. Come minimo.

Dopo il 14-14, l’Azzurra si accaparra il set: Marasco ha messo sei palloni a terra, Fracchiolla pure non scherza, Racanati mura.

Sul 15-19 si punta su Pocahontas, che piazza due primi tempi.

Attacco vincente di Silvietta (18-20). Il pallone finisce dalle parti di coach Matera, che si esibisce in un colpo di tacco alla Mancini davvero pregevole.

Gli interventi difensivi di Gisela vengono compromessi da tre attacchi fuori consecutivi; Brattoli è abbonata al punto finale del set (18-25).

Terzo set

Anche in questo parziale, la partenza della Palafiom è fulminante; abbiamo già perso un altro punto fatale per la remuntada, ma il cuor di Leonessa ci crede ancora.

L’arma segreta è il bagher d’appoggio: prima Simona e subito dopo Silvietta riescono a mettere in questo modo il pallone nel campo avversario. Più tardi ci proverà anche Ivana, ma la strategia viene sgamata dal Molfetta e il miracolo non si ripeterà.

Stiamo servendo bene: chiuderemo con 11 battute vincenti e 3 sbagliate. Ace di Ale (7-5).

Quando serve l’Azzurra, invece, si verifica uno strano fenomeno: appena la giocatrice in battuta tocca la palla e quindi ben prima che si possa capire l’esito del servizio, c’è una riserva che urla: “Sìììì!”

Da un esame del materiale fotografico, ho la sensazione che non sia proprio una riserva ma che si tratti di Mara Racanati quando cede il posto al libero.

La ragazza è maggiorenne e deve aver già votato almeno ad una consultazione referendaria, quella del 2009. Chissà se urla anche in cabina…

Doppio attacco di Silvietta e andiamo sul 10-6.

Poi c’è l’ennesima rimonta dell’Azzurra Molfetta (13-13) e il timore è che possa ripetersi il copione dei primi due set: fuga jonica e recupero ospite.

No, questa volta sul parquet si esibisce una Palafiom grintosa e reattiva: muro di Silvia, attacco di Gisela, muro Ale-Silvia, ace di Leo ed ulteriore attacco della banda appulo-argentina (19-13).

C’è il tempo per una doppietta di Fracchiolla, giusto per far pagare la cena al padre fotografo, e poi riprende la lunga marcia della Palafiom: fast lungolinea di Silvia, attacco di Gisela e mani-soffitto di Silvietta (22-16).

Time-out Molfetta.

Nel frattempo l’arbitro mi vieta l’uso del flash e il signor Fracchiolla ne approfitta per mostrarmi la sua macchina fotografica. Cavoli: ha un teleobiettivo proprio massiccio. Secondo me, durante la settimana, lo usano le ragazze in sala pesi.

Alla ripresa del gioco si lotta punto a punto. Il Taranto mantiene le distanze; Brattoli realizza, come al solito, l’ultimo punto ospite; ma l’ultimo punto del set questa volta è dell’eroica Simona Leone (25-20).

Quarto set

Il quarto set ha un andamento diverso rispetto ai primi tre; il Taranto non scatta come una lepre ed anzi sarà costretto a recuperare, ma questo parziale ci mostrerà una squadra che lotta con il cuore e che lascerà sul parquet la pelle, o il sangue, o il veleno, o quello che volete.

Gisela continua a martellare e Giulia impone un muro alle ospiti (6-3), poi salgono in cattedra Tralli e Marasco (9-9).

Simona si butta su ogni pallone e carica le compagne; dovremmo innalzarle un monumento in palestra.

Adesso sì, c’è intensità nel gioco.

Persino Gabriella entra in partita per recuperare un pallone. Lo spedisce contro il seggiolone dell’arbitro; diciamo che l’impegno c’è stato ma la mira è stata carente.

Sembriamo rigenerati, come se avessimo cambiato cartuccia da HDR, il negozio del nostro Paolo in via Golfo di Taranto. Scusate la “marchetta”, ma, visto che facciamo da mesi pubblicità gratuita a sponsor inadempienti, almeno la facciamo anche ad un’azienda del nostro staff…

Anche la presenza in tribuna di Désirée e di Paoletta ci sta aiutando.

Pipe nastro-culo di Gise, reazione azzurra ed ulteriore pipe della schiacciatrice australe, che inaugura un break da cinque: tre punti suoi intervallati da due attacchi di Silvietta (17-13).

In servizio c’è Ale e stiamo vivendo una parentesi di grande volley alla fine di quest’annus horribilis.

Dopo un muro di Tralli (ma potrebbe essere Alfieri: somiglianza fisica, somiglianza numerica e notevole bravura per entrambe), Silvietta va a segno per altre due volte e poi c’è un muro di Silvia (21-15).

Annagrazia si siede in panchina. Brutto segno per il Molfetta.

Entra Simona Mereu per servire e per puntellare la difesa e poi c’è finalmente un bel tocco di seconda di Ale (23-17). Era un po’ che non le riusciva.

La fast di Silvia ci porta al tie-break (25-18).

Tie-break

All’inizio dell’anno mi lamentavo dei numerosi tie-break: Centro Ester, Leonessa Altamura, Oria, Acquaviva delle Fonti… Poi improvvisamente sono finiti. L’ultimo era stato quello con la Livi Potenza all’andata (12 dicembre).

Gisela è fantastica: diagonale, pallonetto e lungolinea (senza contare le difese).

Ma sul 5-2 il Taranto deve subire la reazione ospite. Sul parquet è tornata Marta De Gennaro e il nastro ha deciso di favorire l’Azzurra: la somma di questi due fattori, unitamente alla precisione di Brattoli in battuta, provoca il sorpasso delle adriatiche. La laterale molfettese ottiene tre punti consecutivi (5-7).

Missile aria-terra di Gisela da posto due, ace dell’argentina e lungolinea di Silvietta: si va al cambio di campo in vantaggio (8-7)!

Purtroppo, proprio quando bisognerebbe compiere lo sforzo decisivo che ci terrebbe legati alla sia pur esile speranza di raggiungere almeno il quintultimo posto, il Taranto si spegne. Attacchi di Marasco e di De Gennaro, due tiri fuori nostri e due servizi vincenti di Racanati: 8-13.

Decidiamo di non far coincidere il lancio del pupazzo con la nostra matematica retrocessione; è un gesto goliardico che mal si concilierebbe con la tristezza del momento. Rinviamo l’operazione a sabato prossimo anche se avremmo preferito attuarla sul nostro parquet e non su quello altrui. Vabbè, eventuali multe giratele pure a noi.

Torniamo alla partita. Silvietta interrompe il black-out ma Marasco, a muro, si procura cinque palle-set.

La prima l’annulla Silvia, respingendo un pallone che percorre tutto il nastro (nuovamente amico nostro) lasciandoci col fiato sospeso e poi ricade nella metà campo ospite.

Segue uno scambio lunghissimo, infinito. L’ultima agonia.

Purtroppo a chiudere lo scambio è Angela Tralli con una fast (10-15).

L’Azzurra Molfetta ha fatto la sua partita, ha onorato il campionato ed ha ottenuto il ventunesimo successo stagionale.

Il Taranto retrocede senza appello in serie C dopo tre stagioni indimenticabili nella quarta categoria nazionale. Come già accennato, non è oggi che dobbiamo rimproverarci qualcosa; il campionato – secondo me – lo abbiamo perso nei tanti scontri diretti conclusi senza punti.

Savina Binetti, da ragazza educata, ci saluta dicendo “in bocca al lupo” ed ottiene una risposta irrituale: “Eh, è crepato ormai…”

Sabato si va a Sarno e per il secondo anno consecutivo ci imbuchiamo ad una festa visto che la formazione salernitana, vittoriosa a San Pietro e dunque già in B1, vorrà rendere partecipi i propri tifosi di questo successo.

L’anno scorso, di questi tempi, era il Trani a conquistare la B1 proprio sul nostro parquet e devo dire che fu una bella giornata di festa che ricordo ancora con piacere.

Ricordo anche che prima dell’ultimo scambio, i coach ospiti chiamarono un inedito time-out il cui scopo era quello di permettere alle giocatrici di infilare la t-shirt con la scritta B1.

Qualcuno parlò di un gesto poco rispettoso nei nostri confronti, ma, tutto sommato, nell’euforia della festa ci poteva stare.

Ecco, sabato dobbiamo fare la stessa cosa. A Sarno, prima dell’ultimo scambio e quale che sia il punteggio, coach Marcello dovrebbe chiamare un time-out. Soltanto che invece di infilare le magliette con la scritta B1, noi infileremo le magliette con la scritta C…

Questa sì che sarebbe originalità…!

Beh, gli auguri al Sarno li daremo di persona fra una settimana, ma possiamo già anticiparli a distanza: congratulazioni!

Lasciateci qualche pasticcino…

‘A fava e ‘u scuèrcele

DESIREE: Anche se gioca nel Noci, mi fa piacere considerare Truciolina come una nostra atleta. Dunque, lei è la fava sia perché il suo obiettivo l’ha raggiunto (play-off per la B2; in bocca al lupo!) e sia perché ha mantenuto la promessa di sostenere le sue ex-compagne al Maria Pia in questa sfida delicata. Ed è pure arrivata puntuale nonostante il cambio d’orario.

KATIA: Non vuoi vedere le partite e vabbè. Sappi, però, che questo era l’ultimo incontro casalingo, dopo di che recuperare la carta d’identità (abbandonata da novembre nel nostro portadocumenti) sarà un’impresa ben più ardua della salvezza… Finirà nel casino della macchina di Marcello, in mezzo a dvd, a fotocopie di tasse gara, sigarette e bottiglie di Ceres. Noi ti avevamo avvisata.

Tabellino: TARANTO-Azzurra Molfetta 2-3 (23-25, 18-25, 25-20, 25-18, 10-15)

Taranto: Mastandrea 16, Scialacomo 25, Mereu 0, Basile 3, Renna 15, Certa 5, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 11, errori in battuta 3, muri-punto 7.

Azzurra Molfetta: Racanati 12, Fracchiolla 12, Lasorsa NE, De Gennaro 11, Marasco 11, Fortunato NE, Grassi NE, Alfieri 4, Guglielmi NE, Tralli 14, Brattoli 16, Binetti (L) – All. Matera.

Aces 9, errori in battuta 12, muri-punto 11.

Arbitri: Dario Murra (BR) e Luca Garzia (LE).

Durata set: 22’, 20’, 17’, 25’, 14’ – Durata totale dell’incontro: 2.00’.

Altri risultati: San Pietro Vernotico-Sarno 2-3, AS Benevento-Centro Ester NA 3-1, Acquaviva delle Fonti-Battipaglia 3-1, Arzano-Accademia BN 3-1, V.Altamura-Livi Potenza 3-1, ASCI Potenza-Leonessa Altamura 1-3, Salerno-Oria 0-3.

Classifica: Sarno 72; San Pietro Vernotico 68; Centro Ester NA 66; Azzurra Molfetta 62; Arzano e Battipaglia 61; Livi Potenza 45; AS Benevento 43; ASCI Potenza 36; V.Altamura 35; Oria e Accademia BN 33; Leonessa Altamura 29; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: Sarno matematicamente in B1; San Pietro Vernotico e Centro Ester Napoli ai play-off (in bocca al lupo a entrambe!); ASCI Potenza salvo; Taranto e Leonessa Altamura in serie C.

L’ultimo verdetto da definire riguarda la salvezza: ci sono due posti per tre squadre (V.Altamura, Oria e Accademia).

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; San Pietro Vernotico, Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Anche Arzano perde la propria “purezza”: 80 euri per le offese del pubblico alla coppia arbitrale.

Prossimo turno: Sarno-Taranto, sabato 8 maggio 2010, ore 19.00, Palazzetto dello Sport, via Cannellone.

NOTE:

(1) GIGANTE, N., Dizionario critico etimologico del dialetto tarantino, Lacaita, Manduria (TA), 1986, pag. 577.


SCHIACCIATE E MOLTIPLICATEVI

22 ottobre 2009

Lo sport e la vita sono al centro della nuova enciclica di Benedetto XVI, Ludus et vita.

Da tempo la Chiesa Cattolica si accosta con attenzione alla pratica sportiva a cui ha già dedicato diversi documenti. In essi lo sport è indicato come “una delle realtà più importanti per l’edificazione della civiltà dell’amore e della pace”. [1]

Si ricorderà, inoltre, il grande Giubileo degli sportivi del 2000, ulteriore occasione per focalizzare l’interesse del clero verso le discipline sportive, senza contare l’istituzione di un Ufficio Nazionale della CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport e senza contare soprattutto le attività degli oratori e delle organizzazioni come il CSI che si propongono di trasmettere ai giovani praticanti i valori della fede oltre che quelli “olimpici”.

Eppure c’era un tarlo nei pensieri di Sua Santità.

Eppure gli effetti dello sport sul benessere fisico e psichico degli atleti non bastavano a colmare la preoccupazione verso un aspetto dello sport che papa Ratzinger riteneva deprecabile.

L’enciclica Ludus et vita esprime apertamente questa inquietudine.

Lo sport contribuisce all’edificazione della civiltà dell’amore e della pace, e su questo ci siamo, ma quando sull’altare della pratica sportiva si sacrifica il valore della vita, frutto essa stessa dell’amore, allora vuol dire che qualcosa non va. In sostanza, il papa si scaglia contro le donne che rimandano la scelta della maternità sacrificandola alla continuità agonistica ed alla carriera.

“Non è bene – scrive Benedetto XVI nella Ludus et vita – che le atlete rinuncino a donare la vita per perpetuare lo svolgimento dell’attività agonistica. La donna – e dunque anche l’atleta – è chiamata a costruire quel santuario della vita le cui fondamenta sono costituite dall’amore tra l’uomo e la donna.

E’ esclusa dalla dottrina della Chiesa Cattolica ogni azione volta ad impedire la trasmissione della vita e quindi la procreazione. E per azione non si intende il mero ricorso alla contraccezione ma la stessa volontà di opporsi o di rinviare il progetto di una maternità responsabile. Lo scrisse Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae.

Spesso, invece, le atlete subiscono le pressioni castranti di dirigenti e allenatori senza scrupoli che le pongono dinnanzi al ricatto della prestazione o della carriera. Servono norme che sappiano tutelare la maternità anche in campo sportivo, ma serve soprattutto una nuova cultura che sottragga le donne alla tentazione secolare dell’egoismo personale a cui viene sacrificata la missione principale del dono della vita e dell’accudimento dei figli.”

Questo era un passaggio dell’enciclica. Ma in occasione dell’udienza di mercoledì scorso papa Ratzinger, dopo aver additato come esempio il Trani (“dimostrazione che maternità e competitività possono coesistere”), è risultato ancora più esplicito e rivolgendosi ad una delegazione di giocatrici di pallavolo presenti in sala Nervi, ha concluso con l’invito: “Schiacciate e moltiplicatevi!”

Coach Presta, vincitore del premio Don Bosco 2007, ha criticato la posizione vaticana denunciando l’ennesima intromissione del clero in campi che dovrebbero risultare avulsi da ingerenze religiose.

Sembra, tuttavia, che l’enciclica sia stata letta, studiata e presa fin troppo alla lettera nell’ambiente biancoblu. Voci incontrollate riferiscono di una schiacciatrice che risulterebbe già incinta ed almeno tre sue compagne sarebbero pronte a seguirne l’esempio (il libero titolare e due centrali, una delle quali si sarebbe già sottoposta all’ecografia).

Nello spogliatoio, infine, è stato scoperto e sequestrato un volantino elettorale della deputata Paola Binetti nascosto dietro l’appendiabiti.

Di fronte all’improvviso dilagare di questa crociata per la vita, la società sta tentando di correre ai ripari: probabile l’allestimento in palestra di distributori automatici di preservativi; è stato inoltre ordinato ad una ditta talebana un set di cinture di castità comode, pratiche e leggere.

NOTE:

(1) Uff. Naz. della CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport, Il Papa agli sportivi, Paoline Editoriale Libri, Torino, 2001, pag. 21.