SPEZZANO ALBANESE-ORIA 3-1

13 febbraio 2011

Sabato 12 febbraio 2011 – ore 18.30

Questo era il momento.

La seconda giornata del girone di ritorno avrebbe potuto – e forse avrebbe dovuto – essere un’opportunità per l’Oria. Turni facili per noi non ce ne saranno mai e tanto meno avrebbe potuto esserlo quello con una squadra avanti di 10 punti, ma se vogliamo salvarci è in queste partite che occorre giocare come se fosse la finale di Coppa dei Campioni.

Più semplicemente, se solo avessimo ripetuto la prestazione perfetta con il Castellammare, qualche speranza di espugnare Spezzano l’avremmo potuta nutrire.

Invece, lasciamo la Calabria malconci, senza punti e dopo aver disputato la peggiore partita dell’anno. E come se non bastasse, Trepuzzi conquista un punto d’oro a Caserta mentre Lavello compie un’impresa vincendo a Benevento.

Non che cambi molto essere ultimi o penultimi visto che la corsa dobbiamo farla sulla quintultima. Però, vedersi laggiù, in fondo alla classifica, ha il suo impatto a livello psicologico.

La prima ed unica trasferta in Calabria era iniziata nella routine, ad eccezione delle assenze di Annacarla e Giulia: Ivana ha cucito il cuscino, Stefania si è controllata le doppie punte, Simona ha sbloccato il ginocchio (ma questo non le permetterà comunque di scendere sul parquet).

Ci sarebbe un’altra occupazione a cui è solita dedicarsi Ivana in trasferta, ma preferisco non divulgare informazioni riservate. Lascio che se ne occupi Wikileaks.

Raggiungere Spezzano è facile, ma il palazzetto non si trova. Sapere che è in via Nazionale non aiuta, dato che questa strada taglia tutto il paese e finisce a Villa San Giovanni…

Per fortuna, ci viene incontro una gentile signorina che ci accompagna in auto sino all’impianto in cui gioca la Kermes.

Siamo nel cuore dell’Arberia, le comunità albanofone che dal XV secolo si sono insediate nell’Italia meridionale. La più popolosa è nella nostra San Marzano, ma è in Calabria che si conta il maggior numero di Comuni in cui il dialetto è ancora l’albanese dei tempi di Skanderbeg.

A pochi chilometri da qui, a San Demetrio Corone, si svolge ogni estate il festival della canzone arbëreshë; forse proprio a Spezzano vivono i fratelli Scaravaglione, straordinari interpreti del genere; a Civita viene stampata la rivista Katundi Ynë; a Lungro c’è l’eparchia. Tutto qui vicino.

E’ ovvio che l’autore di un sito che si chiama Skanderblog non può restare indifferente a questo richiamo e così, durante il riscaldamento, scendo in paese. Come canta Emiliana Oriolo:

Da una finestra, quando esco di casa,

mi si apre luminoso il vicinato

con le stradine, le porte e sopra una sedia

un telaietto con un rotolo d’oro” [1]

Per ascoltare l’idioma locale, medito di pedinare a distanza ravvicinata qualche gruppo di vecchietti, ma non ce n’è bisogno; l’arbëreshë si parla diffusamente e devo dire che questa immersione è piuttosto emozionante. Molto più che vedere un quadro famoso in un museo. Questi tesori culturali costituiti dalle minoranze linguistiche, infatti, sono vivi e vitali; che l’Italia possa preservare e valorizzare per sempre questa ricchezza.

Ovviamente, mi riferisco a tutte le minoranze linguistiche (grika, slovena, catalana, ecc.), anche quelle non tutelate dalla legge del 1999. Eccetto quella dei crucchi che non festeggiano l’unità d’Italia…

Quando ritorno al palazzetto c’è un’altra sorpresa: abbiamo una tifosa che è venuta da Civita. Giocare con tifosi della tua città che ti accompagnano in trasferta credo che sia sempre incentivante per chi pratica uno sport; avere, però, tifosi che ti aspettano sul posto, magari dove mai avresti immaginato di averne, è probabilmente ancora più bello. Soprattutto nel caso specifico.

L’arbitro mi dà il permesso di fotografare da bordo campo; credo che sia implicita la prescrizione di non fare casino e quindi non aprirò bocca.

Intanto le squadre scendono sul parquet e salutano la tribuna vuota prima di girarsi dalla parte dove ci sono gli spettatori. Vabbè, questo è il protocollo e va rispettato; mi permetto, tuttavia, di suggerire un po’ di senso pratico: perché non limitarsi a salutare verso le uniche tribune in cui c’è gente? Vedere due squadre e due arbitri che salutano dove non c’è nessuno mi fa un po’ sorridere.

Se non si è capito, sto allungando il brodo per non parlare della partita, ma ora è arrivato il momento del dovere.

Formazioni.

La Kermes Spezzano schiera Roberta Calculli in palleggio, Gloria De Kunovich opposto, Ilaria Barbaro e Ilenia Buonfiglio laterali, Valentina Rotundo e Sue Ellen Perrelli centrali, Luana Scalise libero.

In panchina con coach Mario Pellegrino: Vattimo, Adamo, La Pietra, Pagano, Laurito e Occhinero.

Non conosco i nomi di battesimo di tutte e spesso ho fatto fatica a distinguerle in campo per via di numeri non leggibilissimi (per un bighìno); anche gli scout sono puramente indicativi, diciamo.

Icost Oria: Stefania Guacci in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Ivana Gallo Ingrao e Valentina De Tommaso laterali, Lucrezia Liace e Daniela Lonoce centrali, Priscilla Pisani libero.

A disposizione: Giorgia Mastria.

Simona Leone prende gli scout delle ricezioni.

Primo set

Lucrezia, il martello-centralizzato, c’è e batte tre colpi ben piazzati. Il problema è che, per ora, c’è poco altro.

Spezzano è già avanti di cinque punti al primo time-out tecnico e la ricezione brindisina desta subito qualche preoccupazione.

Recuperiamo con Daniela, con un ace di Stefania e con un mani-fuori di Silvietta (9-7), ma la prosecuzione del parziale è angosciante.

La squadra calabrese ci rifila un break da sette sfruttando l’ottimo servizio di De Kunovich e l’efficienza al centro della rete di Rotundo (15-7).

L’intesa tra Stefania e Daniela sembra particolarmente buona, ma sul 17-11 c’è un ulteriore affondo delle padrone di casa, avviato da un nostro impappinamento difensivo e caratterizzato da due ace e ben tre muri (24-11).

Dentro Giorgia per Priscilla, nel frattempo.

Stefania annulla il primo di tredici set-point, ma per i miracoli non siamo attrezzati (nonostante la protezione del patrono delle centrali più volte invocato da Lucrezia, insieme ad altre citazioni meno spirituali) anche se l’errore in battuta finale avremmo potuto evitarlo (25-12).

Secondo set

E’ un altro Oria, per fortuna, quello che ritorna sul parquet per la seconda frazione di gioco: Lucrezia va a segno, Stefania stoppa una difesa lunga e Silvietta piazza un ace dei suoi (0-4).

Il tecnico locale fa un ampio ricorso alle sostituzioni. In generale, non soltanto in questo parziale. In quattro set sarà entrato sul parquet il 40% degli abitanti di Spezzano…

C’è una rara eccezione: Pellegrino non butta… La Pietra in campo. Che bella battuta, eh…?

In questa fase cambia anche il libero, ma un ace di Lucrezia lo induce a riproporre la Scalise (4-8).

Muro di Silvietta, bel primo tempo di Daniela (a mio avviso, positiva stasera), ma una De Kunovich stratosferica ci costringe a soffrire più del dovuto.

Però, se la ricezione continua a presentare qualche inestetismo, adesso almeno stiamo difendendo bene.

A muro Lucrezia sigla il settimo sigillo personale (10-16), ma a questo punto prende corpo la rimonta dello Spezzano, nelle cui file ha fatto ingresso per alcuni scambi la pugliese Claudia Pagano.

Rotundo prende le misure al nostro martello centralizzato e la mura per due volte di seguito (14-17), Ivana ci tiene avanti, ma un break da quattro delle calabresi perfeziona il sorpasso (19-18).

Si mette malissimo quando un ace di Rotundo affonda il coltello nella piaga di una ricezione non impeccabile (21-19).

L’onda calabra ci sta travolgendo. Rotundemente.

Ma qui viene fuori il grande cuore celeste. Ivana va a servire in modo egregio e il Koala fa le scelte giuste. Prima insiste opportunamente su Silvietta, che per tre volte ripaga della fiducia accordatale (bellissimo il pallonetto del 21-23).

Poi è Daniela a murare un attacco ospite dopo che la nostra difesa ha recuperato di tutto.

Infine, Stefania chiude da sola il parziale con un secondo tocco tanto coraggioso quanto preciso (21-25).

Terzo set

Il terzo parziale si sviluppa in tre fasi. Nella prima prevale l’autolesionismo dell’Oria, anche in attacco: dei primi 11 punti locali, 6 sono errori nostri (11-3).

Poi c’è il ritorno delle brindisine: si continua a sbagliare qualcosa, ma c’è più intensità di gioco e l’attacco sfrutta più soluzioni (gli attacchi di Ivana, i primi tempi di Daniela e i fendenti di Silvietta).

Diciamo che il cuore supplisce all’organizzazione visto che in alcuni scambi nella nostra metà campo va in scena il casino più totale: alzatrici che ricevono, centrali che palleggiano, liberi che murano, attaccanti che staccano i biglietti all’ingresso…

Beh, non proprio tutto quello che ho detto, ma quasi.

Una doppietta di Lucrezia, cui il patrono regala dall’alto un nastro benevolo, ci porta a ridosso dello Spezzano: 15-13.

Ogni tanto c’è qualche accenno di recriminazione con palla ancora in gioco, ma gli arbitri riescono a dare efficaci spiegazioni gestuali “in diretta”. In generale, è stata una partita ben gestita e decisamente corretta.

La terza ed ultima fase del set vede una sola squadra in campo e purtroppo non è la nostra. La Celeste si spegne e la Kermes impone un break di 10-2 (inclusi ben tre servizi vincenti) con cui si assicura il vantaggio di due set a uno (25-15).

Quarto set

Le cose vanno ancora peggio nel quarto set. Senza contare il fatto che le foto mi stanno venendo una schifezza.

Lucrezia sfrutta una buona difesa di Priscilla e Silvietta replica agli attacchi di Rotundo (5-6).

Lo Spezzano torna avanti grazie a Buonfiglio e a De Kunovich.

Il cognome dell’opposto locale mi incuriosisce e il casuale incontro in pizzeria un’ora dopo mi permetterà di chiederle spiegazioni.

Questa è la serata degli esotismi linguistici…

La mia ipotesi è che il forte opposto dello Spezzano possa essere una discendente degli esuli istriani o dalmati.

Negli anni più bui del secolo scorso i Balcani e il nostro Nordest hanno subito ondate di slavizzazioni e di italianizzazioni. Mentre in Italia si imponeva alla minoranza slovena di assumere cognomi italiani, ai giuliano-dalmati della Jugoslavia si facevano terminare i cognomi in “ich” (con il ch al posto della ć perché restasse comunque riconoscibile l’origine italiana). [2]

Gloria sta iniziando a spiegarmi che effettivamente i suoi antenati sono croati, poi però arrivano le pizze e le esigenze primarie annullano le curiosità storico-genealogiche.

Torniamo alla partita, purtroppo.

Con lo stimolo delle giovani ultras presenti sugli spalti, lo Spezzano dilaga dopo aver subito l’ennesima magia di Stefania (che rappresenta, però, l’ultimo cenno di vita dell’Oria).

Sul 12-10, Buonfiglio e Adamo (in battuta) martellano senza pietà una ricezione che fa atterrare servizi in spazi ampi come le mutande di Giuliano Ferrara. Dal centro della rete Barbaro completa l’opera. Se non fosse stato per un errore di Buonfiglio, ben 14 scambi consecutivi si sarebbero conclusi a favore dello Spezzano.

Finisce 25-11 e presumo che la nostra tifosa locale non sia rimasta molto soddisfatta.

Tabellino: Spezzano Albanese-Oria 3-1 (25-12, 21-25, 25-15, 25-11)

Kermes Spezzano Albanese: Perrelli 2, Barbaro 13, Adamo 4, Occhinero 0, La Pietra NE, Pagano 0, Buonfiglio 9, De Kunovich 16, Laurito NE, Calculli 4, Rotundo 15, Scalise (L), Vattimo (2L) – All. Pellegrino.

Muri-punto 9, Aces 13, errori in battuta 4.

Punti-fatti: 63 (67%), errori-punto avversarie 31 (33%).

Icost Oria: Guacci 5, Gallo Ingrao 6, De Tommaso 1, Lonoce 6, Mastandrea 12, Liace 18, Leone NE, Pisani (L), Mastria (2L) – All. Presta.

Muri-punto 5, aces 6, errori in battuta 6.

Punti fatti 48 (76,2%), errori-punto avversarie 15 (23,8%).

Fette di torta” su 157 scambi: PF Spezzano 40,1%, PF Oria 30,6%, EP Oria 19,7%, EP Spezzano 9,6%.

Arbitri: Lorenzo De Pascale e Antonio Colapietro.

Altri risultati: Turi-Arzano 0-3, San Pietro Vernotico-Battipaglia 3-0, Stabia-Livi Potenza 3-0, Accademia BN-Lavello 2-3, ASCI Potenza-Gricignano 3-0, Caserta-Trepuzzi 3-2.

Classifica: Arzano 45; San Pietro Vernotico 42; Stabia 35; Accademia BN 30; Caserta 29; Gricignano 28; Livi Potenza 21; ASCI Potenza 19; Spezzano 18; Battipaglia e Trepuzzi 13; Turi 11; Lavello 6; Oria 5.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Caserta 150,00; Turi 50,00; ASCI Potenza e Oria 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutto fermo.

Prossimo turno: Gricignano-Oria, sabato 19 febbraio, ore 19.00.

 

NOTE:

(1) ORIOLO, E., Ka një dritesore, 2009, testi, musiche e arrangiamenti di Agostino Sofis e dei fratelli Scaravaglione.

(2) Cfr. DEL RE, E., Balcani, lingue come armi, “I quaderni speciali di Limes”, n. 3, dic 2010, pag. 140.