QUALCHE CURIOSITA’ STATISTICA

27 Maggio 2010

Scoutman è una parola grossa, almeno nel mio caso.

Io prendo solamente i punti, le battute vincenti, quelle sbagliate e i muri-punto e peraltro senza rapportarli ai tentativi. Troppo poco per esprimere valutazioni tecniche decenti, ma abbastanza per toglierci qualche semplice curiosità.

Cominciamo dai set giocati e dalle presenze (ricordo che la Palafiom ha giocato soltanto 29 partite e che per presenza intendo l’effettivo ingresso in campo, sia pure per un solo scambio).

Le stakanoviste sono Silvietta e Leo, che non hanno saltato neanche un set, seguite da Ale (che ha zompàto soltanto il primo set al PalaTedeschi):

GIOCATRICE SET PRES.
MASTANDREA Silvietta 114 29
LEONE Simona 114 29
CERTA Alessandra 113 29
RENNA Silvia 108 28
GALLO INGRAO Ivana 108 28
SCIALACOMO Gisela 85 22
ZONCA Cristiana 68 17
STUFANO Angela 67 20
BASILE Giulia 18 6
MEREU Simona 11 9
GUERRI Marika 5 2
PISANI Priscilla 2 2
TADDEI Katia 2 1

In totale, quindi, coach Marcello ha impiegato 13 atlete nel corso della stagione.

Le statistiche che seguono, evidentemente, sono fortemente condizionate dalla spaccatura che si può notare tra giocatrici che sono risultate piuttosto costanti ed altre che sono comparse pochissime volte (ed i cui scout sono quindi scarsamente consolidati).

Vediamo adesso i punti realizzati in assoluto e quelli per set.

Le migliori cinque realizzatrici sono:

GIOCATRICE PT
SCIALACOMO Gisela 346
RENNA Silvia 309
MASTANDREA Silvietta 298
ZONCA Cristiana 210
LEONE Simona 126

Fra l’altro, è di Gisela anche il record di punti in una partita (29 contro il Battipaglia, media di 7,25 a set).

E quella che segue è proprio la media punti/set (ovviamente, per questa e per le statistiche successive, non sono conteggiati i set giocati nel ruolo di libero):

GIOCATRICE

PT x SET

SCIALACOMO Gisela 4,07
ZONCA Cristiana 3,08
RENNA Silvia 2,86
GUERRI Marika 2,80
MASTANDREA Silvietta 2,61

Passiamo ai muri-punto, aggregando la media di muri vincenti per set ed il numero di muri vincenti dell’intero campionato. Le migliori cinque “muratrici” sono:

GIOCATRICE

MURI x SET

TOT

ZONCA Cristiana 0,86 59/68
RENNA Silvia 0,68 74/108
GUERRI Marika 0,40 2/5
BASILE Giulia 0,33 6/18
STUFANO Angela 0,22 15/67

Il record di muri-punto in una partita è condiviso da Cristiana (7 contro il Centro Ester) e da Silvia (7 contro la Volley Altamura). Ma è di Silvia la media migliore per set (2,33 sempre contro la Volley Altamura, cu’ tutt’ ca amma pers’…).

Servizi vincenti:

GIOCATRICE

ACE

x SET

TOT

MASTANDREA Silvietta 0,44 51/114
LEONE Simona 0,30 18/60
SCIALACOMO Gisela 0,28 24/85
CERTA Alessandra 0,20 23/113
GUERRI Marika 0,20 1/5

Brava Silvietta! Ci hai fatto vincere due set soltanto a botta di servizi…

Minor numero di servizi sbagliati per set. Le cinque giocatrici meno fallose al servizio sono state:

GIOCATRICE

E.B.x SET TOT
MEREU Simona 0,09 1/11
ZONCA Cristiana 0,11 8/68
CERTA Alessandra 0,16 19/113
BASILE Giulia 0,16 3/18
MASTANDREA Silvietta 0,17 20/114

Alessandra non ha sbagliato un servizio per 7 partite consecutive (ossia 26 set).

Nella tabelle che segue ho diviso i servizi vincenti per gli errori in battuta (il risultato di 1 esprime la coincidenza tra aces ed errori; sopra l’1 prevalgono gli aces, sotto prevalgono gli errori).

Il miglior rapporto tra servizi vincenti e sbagliati (escludendo Marika perché 1 diviso zero non si può fare) è di Silvietta:

GIOCATRICE RAPP.

ACES/

E.B.

MASTANDREA Silvietta 2,55 51/20
ZONCA Cristiana 1,50 12/8
SCIALACOMO Gisela 1,41 24/17
CERTA Alessandra 1,21 23/19
MEREU Simona 1,00 1/1

Ad maiora!


SARNO-TARANTO 3-1

10 Maggio 2010

Sabato 8 maggio 2010 – ore 19.00

Solo tre anni in serie B2, ma di esperienze alla fine dei campionati ne abbiamo provate tante, tutte diverse.

Nel 2007-08 ci salvammo con tre turni di anticipo e quella fu indubbiamente l’esperienza più divertente.

Andammo a giocare a Valenzano, capolista, con la serenità di chi ha raggiunto il proprio obiettivo e con l’entusiasmo di una squadra che aveva preso gusto a giocare bene e a vincere spesso e volentieri. Partimmo dallo 0-4 per noi; il Valenzano, per quanto superiore, appariva contratto e teso. Eravamo ancora in vantaggio sul 16-19 e poi sul 20-21, finché Cosentino & Co. non chiusero il primo set e presero il controllo della partita fino al termine.

Però la parte della squadretta dispettosa fu divertente anche se durò poco.

La settimana dopo, il Trani, virtualmente estromesso dai play-off dopo il rocambolesco 2-3 a Ostuni, non aveva molta voglia di scherzare e vinse senza tentennamenti sfogando, anzi, con la determinazione nel gioco la tensione accumulata nei giorni precedenti.

Chiudemmo in bellezza con il 3-1 finale sul Lanciano.

Passiamo al 2008-’09. L’anno scorso, ormai senza più obiettivi, ospitammo proprio al Palafiom la gara con cui il Trani ottenne la matematica promozione in B1. Perdemmo senza conseguenze un match per noi indolore e assistemmo alla grande festa delle nostre ospiti, accompagnate da una marea di tifosi biancazzurri.

Fu bella anche quella giornata nonostante la nostra sconfitta per 0-3.

Quest’anno c’è un’altra situazione particolare: Sarno è già matematicamente in B1 e vuole festeggiare insieme ai propri tifosi dato che la promozione è stata conquistata lontano da casa. Nella stessa giornata in cui il Sarno ha vinto il campionato noi abbiamo perso le ultime speranze di salvezza ed anche di ripescaggio. Non potrebbero incontrarsi due stati d’animo più diversi.

In pratica, è come se un corteo funebre entrasse nella sala in cui si festeggia un matrimonio…

A proposito, voglio ringraziare pubblicamente coloro che hanno speso parole di conforto e di incoraggiamento nei nostri riguardi.

Chi loda se stesso mi lascia perplesso – è vero – però mi sia consentita un po’ di autoreferenzialità: voglio attribuirmi un merito, che condivido con la società, anzi con il nucleo storico della società, quello che è rimasto al fianco delle giocatrici fino alla fine.

Ci sono squadre che fanno comunicati stampa soltanto quando vincono; noi abbiamo scritto sempre: nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E parliamo dei comunicati seri.

Non vi dico poi quanto è stato difficile portare avanti questo blog che ha lo scopo di far sorridere e di divertire. Nonostante strisce di sconfitte che sembravano infinite (da gennaio ad aprile) e nonostante la retrocessione, su Skanderblog non sono mancate cronache che tentavano di essere spiritose, fotofumetti, fotomontaggi, ecc.

Sdrammatizzare le sconfitte ed anche la retrocessione, per il bene dello sport: obiettivo raggiunto.

Beh, diciamo che mi ha un po’ aiutato la tendenza a considerare la felicità degli altri come consolazione piuttosto che come motivo di irritazione o di invidia. Questo mi aiuterà anche a Sarno.

Torniamo alla squadra e a quest’ultima trasferta.

Come se non bastassero tutte le vicissitudini già note, dobbiamo anche rinunciare alla nostra fuoriclasse Gisela, bloccata in Puglia da un piccolo impedimento. Nonostante l’anno a dir poco problematico per la squadra e nonostante l’infortunio di dicembre, comunque, Gisela ha chiuso con una media di 4,07 punti a set.

Marcello è costretto all’ultimo adattamento stagionale: Ivana torna a schiacciare da posto quattro, come la Leonessa (che nei programmi estivi doveva essere il libero). Come centrale titolare c’è ancora Giulietta, ormai “veterana” a 15 anni, e il ruolo di libero è assunto da Simona Mereu. Passano gli anni, cambiano le categorie, ma Simo c’è sempre.

In tutto le giocatrici sono otto, ovviamente senza pulmino perché dal Monte ormai non arrivano più neanche i soldi per pagare la tassa gara ed onorare l’ultima giornata di campionato.

Se non fosse stato per la mamma di Pocahontas, sarei rimasto a casa. Grazie, signò.

Lungo il tragitto, Simona sa come imporre le soste fisiologiche al proprio allenatore…

Taranto-Sarno: 278 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno.

Dal 14 novembre (AS Benevento-Taranto 2-3) di chilometri ne abbiamo percorsi ben 3.606 senza prendere un cavolo di punto.

Arrivati a Sarno, c’è tempo per un caffé, anche se dimentichiamo la garbata tradizione locale in base alla quale il caffé viene sempre offerto agli ospiti.

Il bar pasticceria è di Vincenti.

Ecco dove ha investito il premio-promozione la centrale salentina…

Che scenografia nel palazzetto: palloncini gialli e blu, nastri, striscioni, bandiere ed enormi lettere di polistirolo.

Le atlete dell’Aito recano la scritta B1 sul braccio destro e non sanno trattenersi dal festeggiare sin dal riscaldamento, quando il d.j. lancia “Il cielo è sempre più blu”, che ormai è diventata l’equivalente nazionale di “We are the champions”.

Questa atmosfera finisce con l’emozionare anche me. E anche Alfredo, che a fine partita ritraggo con la bandierina dell’Aito Volley…

Ma subentra anche la tristezza. Non tanto per “l’escursione emotiva” tra la gioia delle nostre avversarie e la nostra amarezza quanto perché – al contrario – penso che qui non torneremo più.

Penso a tutti i posti e alle persone che abbiamo conosciuto in questi tre anni, da Manoppello a Battipaglia, dal PalaCaliendo a Benevento; penso alla pallavolo di buon livello che abbiamo ammirato e di cui anche noi siamo stati protagonisti.

Coach Marcello mi fa notare: “Quando siamo stati promossi in B2 dicevi che ti dispiaceva lasciare la serie C…”

E probabilmente pensa (ma non esprime) lo stesso, ormai celebre, concetto che trovammo su una bustina dello zucchero in un bar di Trepuzzi: “Stai all’ombra e te manca lu sule, stai allu sule e te manca l’ombra; se po’ ssapìre cce cazzu uéi???”

C’è lo starting-six. Era da tempo che non veniva attuata questa procedura; se non erro, l’ultima volta è stato il celebre starting-one di Cristiana a Potenza…

Formazioni.

L’allenatore Luca Loparco manda in campo la palleggiatrice Tatiana Capriotti, l’opposto Annamaria Amitrano, le bande Raquel Santos e Vanessa Torrisi, le centrali Neide Pereira e Antonella Salvati, il libero Angela Castiello.

In panchina: Clara Palmieri, Arianna Amati, Tania Costantino e Daniela Polito.

Coach Marcello Presta ha poco da scegliere: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Simona Leone e Ivana Gallo Ingrao laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Simona Mereu libero.

In panchina c’è soltanto Priscilla Pisani, secondo libero. E c’è Gabriella. E c’è anche, in verità, un’addetta all’asciugatura del parquet. Può sempre tornare utile…

Primo set

Noi tiriamo fuori, loro tirano dentro: 4-0.

Amitrano, Torrisi e Santos martellano; tranne una doppietta di Leo, il Taranto stenta ad entrare in partita. Dopo un parziale di 10-2 le nostre avversarie conducono per 15-4.

I pensieri più nefasti affollano le nostre menti. Per carità, la nostra è una squadra d’emergenza e abbiamo di fronte la capolista, ma si prospetta una bruttissima quanto rapida serata.

Siamo come “un pulcino negli artigli del falco”, direbbe il Manzoni. [1]

E a poco ci aiuta il fatto che il falco abbia la capa a ‘u sciuech’ e non veda l’ora di festeggiare.

Entrano Palmieri e Polito per Santos e Pereira ed ogni sostituzione è piuttosto calorosa. Baci, abbracci, convenevoli, inviti a cena, scambio di indirizzi per l’estate…

Meno male che ogni tanto il Sarno sbaglia qualche battuta (quattro) e che Simona-la-Leonessa gioca con la consueta generosità altrimenti il “record” di Acquaviva sarebbe stato demolito (25-10).

Secondo set

Ivana si sblocca, ma la Palafiom è ancora lontana dall’entrare in partita; anche il secondo parziale inizia malissimo: 9-2 e poi 12-4 con Costantino e Polito in evidenza.

E’ inutile dire che anche in questo set coach Loparco sta concedendo a tutte le proprie atlete la meritata passerella.

Punti fermi della squadra sembrano essere Amitrano e Salvati; loro restano sul parquet per tutto l’incontro. Sono le uniche atlete che conosco un poco e che ho visto giocare in tutti questi tre anni di B2 (a Scafati, a Salerno e a Sarno); mi fa piacere che abbiano ottenuto questo importante risultato. A loro, in particolare, le mie felicitazioni più vive.

Intanto, però, il gioco della Palafiom langue. Sino al 21-10 ha fatto tutto il Sarno, inclusi 4 errori-punto e 3 battute sbagliate.

Entra in campo anche Arianna Amati, che deve servirsi dello stesso parrucchiere di Sonia Tinelli, anche se i suoi nastri hanno colori celebrativi.

Soltanto nel finale, Silvia e Silvietta danno segni di ripresa. Il set è compromesso (lo chiude Amitrano sul 25-16), ma la tardiva rianimazione può tornare utile per la prosecuzione del match. Astìpe a zampogna pe’ quann’ abbisògn’.

Anzi, citando gli esilaranti “Detti in tarantino tradotti in inglese” su Facebook: back your bag-pipe closely for when you’ll need it…

Terzo set

In effetti, è un altro Taranto quello del terzo set. Si parte da un muro di Silvia e da un ace di Silvietta.

Replicano le centrali gialloblu Polito e Salvati, ma tra una fast di Silvia, un ace della trepuzzina ed un mani-fuori di Leo, al primo time-out tecnico siamo in vantaggio noi (4-8).

La difesa è più aggressiva e adesso siamo noi a… fare anche i punti del Sarno.

Mani-fuori di Silvietta, punto del Sarno, attacco di Silvietta da posto due e poi il nostro giovane opposto va a servire. Dopo il primo ace, effettuerà altre sei battute grazie agli scambi conclusi efficacemente da Silvia ed erroneamente dalle attaccanti locali.

Dritt’ e stuert’ (straight and twisted…) abbiamo otto punti di vantaggio (11-20)!

La brasiliana Pereira adesso attacca da opposto, ma è il Taranto ad incrementare ulteriormente il vantaggio ed a chiudere con il punteggio di 15-25.

Indubbiamente la concentrazione non è la virtù più in voga stasera tra le giocatrici del Sarno, però il parziale ci permette di fare la nostra bella figura. Peccato non aver fatto la giocata alla Snai.

Quarto set

Silvia inaugura il set dei muri-punto tarantini. Saranno 5 in tutto; non basteranno a conquistare il parziale, ma le statistiche ne trarranno giovamento.

A proposito, abbiamo ricordato l’assenza di Gisela, ma quella di oggi è anche la prima partita che giochiamo senza Gisela e senza Cristiana contemporaneamente.

Giusto a titolo di curiosità: con Gisela e Cris abbiamo una media di 1,50 punti a partita, con Cris senza Gisela 0,85, con Gisela senza Cris 0,36.

Torniamo a Sarno-Taranto: vantaggio nostro per 1-4, rimonta di Torrisi e poi primo tempo di Pocahontas (5-6)!

L’Aito Sarno effettua il sorpasso con due azioni consecutive ben concluse dalla concittadina di Troisi, Antonella Salvati (7-6), poi c’è un attacco di Santos (9-7) e poi la reazione jonica con conclusione di Ivana e duplice muro (prima Silvia su Pereira, poi Ivana sul tocco di seconda di Capriotti): 9-10.

La svolta definitiva arriva subito dopo: doppietta di Santos e muro di Torrisi, almeno così mi pare (13-11).

Silvia replica per due volte ad Amitrano (14-13), ma poi il Sarno accelera (18-13).

Muro di Giulietta ed ace di Ale!

C’è spazio anche per il secondo libero Priscilla. Non è l’esordio assoluto in B2, ma un piccolo riconoscimento ad una bravissima ragazza, peraltro molto creativa. E’ tra le ideatrici dell’Isola di Formoso…

Quando non potrò più continuare il blog, sarà a lei che intendo trasmettere la password.

L’entusiasmo dei tifosi locali aumenta d’intensità ed i pollici iniziano a premere sui tappi degli spumanti. Santos ha fretta e sul 22-16 reputo che sia arrivato il momento del tradizionale lancio del pupazzo su Ale.

Viktor manca l’obiettivo, ma la palleggiatrice raccoglie con le sue mani fatate quanto le spetta per diritto divino.

Gli ultimi punti del Taranto sono di Silvietta, quelli del Sarno sono di SuperSantos (25-18).

Finisce 3-1. Il Taranto e il Sarno salutano la B2.

Detto così, suona più indolore…

Esplode la felicità delle giocatrici campane e sul parquet scorrono fiumi di spumante. Chi viene colpito dal tappo sarà il prossimo vincitore del campionato…? In tal caso avremmo dovuto metterci in posizione.

Piovono coriandoli e si accendono i fumogeni.

Il nome di questa città negli ultimi anni è stato spesso associato alla tragica frana del 5 maggio 1998, (quasi) esattamente dodici anni prima. Morirono nella sola Sarno 137 persone. Un risultato sportivo ovviamente non può cancellare una tragedia del genere né può restituire chi non c’è più.

Ma lo sport può offrire un’occasione di gioia e di festa ad una comunità e il merito è di questa società, dei suoi dirigenti, del suo staff, di coach Loparco e di un formidabile gruppo di atlete. Ancora complimenti e… ad maiora!

Ovviamente in bocca al lupo al San Pietro Vernotico e al Centro Ester per i play-off (se Catia mi vuole, vengo…).

Per quello che riguarda noi, si apre una fase di riflessione. La sola retrocessione non sarebbe un problema: è un verdetto maturato sul campo e va rispettato com’è nella natura dello sport. Le preoccupazioni riguardano piuttosto l’assetto societario; per la seconda estate consecutiva abbiamo difficoltà a leggere l’immediato futuro.

Ci sono soltanto due certezze.

La prima è che è meglio ritirarsi piuttosto che dipendere dalle promesse e dalle dubbie risorse di chi ha preso in giro una squadra per un anno intero.

La seconda è che dobbiamo tutti adottare il piano tariffario di telefonia mobile di Silvia Renna. Ha iniziato a conversare a Baronissi ed ha chiuso la telefonata all’altezza di Lido Azzurro…

Per concludere, grazie di cuore a tutti coloro che hanno mostrato un sincero attaccamento alla causa: le giocatrici, il coach, la famiglia Leone, Lisa, il dottor Formoso, Maurizio, Rocco, Giuseppe, il signor Priscillo, i tifosi, Michele-re-della-curva, i genitori, i fidanzati, Daniela, le “applicate” della Tempesta e in generale la Tempesta tutta, l’Armata Jonica lontana nello spazio ma vicina col cuore, l’unico sponsor che si è mostrato di parola e non di chiacchiere (Termoidraulica Nitti), gli sponsor del passato come La Semauto (ma sì!) e quelli del futuro (HDR), Giuseppe Di Cera che sa sempre conciliare la professionalità giornalistica con l’affetto per la squadra, il signor Ugo, l’unico vero presidente Marco Urago, i segnapunti che si sono succeduti e in particolare Christian, i lettori di questo blog.

Ursula K. Leguin, che non so chi cavolo sia, dice che “è bene avere una meta verso cui viaggiare; ma, alla fine, è il viaggio che conta”. [2]

Quest’anno la meta non è stata raggiunta e anche il viaggio ha fatto un po’ cacare. Ma ci sono stati i compagni di viaggio ad aver lasciato un bel ricordo, comunque sia andata.

‘A fava e ‘u scuèrcele (don’t mix rinds with broad beans…)

SILVIA: Fava per ieri sera, per l’intero campionato e per sempre. Se penso soltanto ai chilometri supplementari che si è sobbarcata alla fine di ogni trasferta guidando nel cuore della notte per raggiungere casa mentre noi eravamo già al calduccio dei nostri letti (o all’Oblò)… Come Gisela, ha dimostrato di essere una grande professionista. Ed oltre a giocare a rendimenti elevati, meritevoli di promozione e non di retrocessione, ha anche contribuito all’armonia dello spogliatoio grazie alla sua cordialità. Lei e Gisela non retrocederanno; le nostre strade sono destinate a dividersi. Ma, ovunque andranno, sarò sempre un loro tifoso. Grazie per tutto quello che avete dato.

VIKTOR: Ha mancato il bersaglio atterrando a quasi due metri di distanza da Ale ed è pure caduto di culo e non di pancia come programmato. A parte questo, però, bisogna riconoscere che forse è stato il miglior pupazzo-kamikaze della nostra storia. Che morbidezza. Degna del tocco di Mani Fatate.

Tabellino: Sarno-Taranto 3-1 (25-10, 25-16, 15-25, 25-18)

Sarno: Torrisi 9, Santos 11, Salvati 9, Capriotti 2, Pereira 3, Palmieri 2, Amati 0, Amitrano 11, Costantino 3, Polito 7, Castiello (L) – All. Loparco.

Aces 8, errori in battuta 11, muri-punto 6.

Taranto: Mastandrea 10, Gallo Ingrao 4, Basile 2, Renna 11, Certa 1, Leone 10, Mereu(L), Pisani (2L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 10, muri-punto 7.

Arbitri: Daniele Botti (NA) e Andrea Giova (AV).

Durata set: 15’, 19’, 22’, 22’ – Durata totale dell’incontro: 1.27’.

Altri risultati: Oria-San Pietro Vernotico 0-3, Centro Ester NA-ASCI Potenza 3-1, Battipaglia-Salerno 3-0, Azzurra Molfetta-V.Altamura 1-3, Livi Potenza-Arzano 3-2, Accademia BN-AS Benevento 2-3, Leonessa Altamura-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 75; San Pietro Vernotico 71; Centro Ester NA 69; Battipaglia 64; Azzurra Molfetta e Arzano 62; Livi Potenza 47; AS Benevento 45; V.Altamura 38; ASCI Potenza 36; Accademia BN 34; Oria 33; Leonessa Altamura 32; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: C’era soltanto da individuare l’ultima retrocessa: si salvano Volley Altamura e Accademia Benevento; retrocede in C l’Oria. …Salvo ripescaggi, come auspichiamo per Roxy e Mucci.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.700,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano e San Pietro Vernotico 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Dentro anche il San Pietro quasi all’ultima chance! Multa di 80 euri per gli insulti all’arbitro durante tutta la gara.

Salerno consolida il primato con altri 100 euri. Anche in questo caso, però, la sanzione alla società campana non dipende da intemperanze ma da un ritardo nell’inizio della partita.

Tradizione vuole che all’ultima giornata venga multata anche la nostra squadra; noi il nostro dovere l’abbiamo fatto…

Prossimo turno: No’ stè nisciùn’ prossim’ turne. Amma vedè, diss’ ‘u cecate (We will see, the blind said…).

NOTE:

(1) MANZONI, A., I promessi sposi, Capitolo XXV, 431-432.

(2) LEGUIN, U.K., in JACKSON, P., Basket & Zen, Libreria dello Sport, Milano, 2005 (1^ ed. 1998), pag. 76.


RETROCESSIONE: E’ TUTTA COLPA LORO

6 Maggio 2010

Ci sono due modi per affrontare le retrocessioni: uno costruttivo ed uno distruttivo.

Il primo è legato ad un ricordo di due stagioni fa. Dopo lo “spareggio” Ostuni-Centro Ester, vinto dalle brindisine al termine di una sfida tachicardica, salutammo un dirigente della formazione partenopea che aveva appena concluso un buon campionato e un’altrettanto valida partita:

“Pazienza – ci disse – è andata così. Ripartiremo dalle nostre ragazze e dal vivaio”.

Ad appena un anno di distanza, il Centro Ester non soltanto è tornato in B2, ma ha addirittura conquistato i play-off per la B1 (senza acquisto di titoli; tutto per meriti maturati sul parquet).

Il secondo modo per reagire alle retrocessioni è quello di cercare alibi, scuse, recriminazioni. E soprattutto dedicarsi allo scaricabarile e alla ricerca dei colpevoli.

Io scelgo questo secondo metodo.

Ho individuato alcuni responsabili su cui, a mio avviso, grava la colpa della nostra retrocessione.

VIVIANA VINCENTI

Per l’ennesima volta ha rifiutato il nostro corteggiamento estivo. A giudicare da come si sono sviluppati gli eventi sia a Sala Consilina che – soprattutto – a casa nostra, Viviana ha fatto bene: ha ottenuto un risultato consono alla sua bravura e si è risparmiata una stagione di amarezze e di mero volontariato nella Montescaglioso-Taranto ONLUS. Più passavano le settimane, più gli stipendi diventavano una pia illusione, più Sala Consilina vinceva e più pensavo: meno male ca non ‘ngi ha venùte chedda povera figghie… I suoi informatori devono essere stati migliori dei nostri.

E’ indubbio, però, che con lei, “la centrale più forte del reame”, le cose sarebbero andate diversamente nelle tante, troppe partite in cui abbiamo dovuto fare a meno di Cristiana. Quindi la nostra retrocessione un poco è colpa sua.

GLI SPERMATOZOI DI FEDERICO VIVIANI

Non si discute il giocatore, che anzi si è rivelato uno dei professionisti più seri e più bravi in questa mediocre stagione per la squadra di calcio del Taranto checché ne dica Bluff-D’Addario.

Ma si può mettere incinta una giocatrice nel mese di settembre? Marika aveva disputato una partita eccezionale a Potenza e un paio di giorni dopo è giunta la lieta novella. Lieta, dipende dai punti di vista…

Il problema non è stato tanto la rinuncia all’atleta toscana (che pure ha pesato, viste le qualità espresse al PalaCaliendo) quanto l’effetto-domino avviato dalla sua defezione: dopo la gravidanza di Marika, infatti, abbiamo registrato in rapida successione l’infortunio grave di Katia, quello parziale di Ivana, il trasferimento e le missioni navali di Cristiana, l’indisposizione temporanea di Gisela, la defezione di Angela. Una valanga originata da uno spermatozoo fuori controllo.

UMBERTO MANCUSO

L’efficientissimo e multimediale direttore sportivo del Sarno, alla fine di ogni partita della squadra campana, è solito raccogliere, sotto l’occhio di una videocamera, il parere di coach Loparco e quello dell’allenatore avversario.

Dopo il successo di Amitrano e compagne al Maria Pia, è stato dunque intervistato anche il nostro Marcello. Il dottor Mancuso ha esordito facendo i complimenti al Taranto per la combattiva partita che aveva appena portato a termine ed ha poi sentenziato che la squadra jonica, giocando così, si sarebbe sicuramente salvata. Un atto di cortesia che in teoria avremmo dovuto apprezzare, ma si sa com’è la scaramanzia in questo sport…

E’ anche vero che il Taranto non ha più “giocato così” (l’implicita condizione posta dal d.s.) e dunque in realtà le colpe sono nostre e non certo del dirigente campano. Nel video, che forse è tutt’ora visibile sul sito del Sarno, Marcello è inquadrato in primo piano e quindi sfugge il gesto inelegante presumibilmente posto in essere dal tecnico tarantino.

Però le parole di Umberto Mancuso non ce le siamo dimenticate. Per la partita di ritorno “ricusiamo” il simpatico dottor Mancuso e pretendiamo di essere intervistati nel salotto di Viridiana Myriam altrimenti sarà silenzio-stampa. E poi vogliamo anche gli avanzi della festa di Arte & Cioccolato come risarcimento simbolico…

LA NAVE ESPERO

Mi sono spesso chiesto perché alcune unità navali si chiamassero “fregate”. Consultando il Dizionario Etimologico Rusconi, leggo:

fregata: s.f. forse dal greco aphrakte naus e fregare nel senso di scivolare. Propriamente indicava una nave non protetta e quindi leggera e veloce che scivola nell’acqua (è una nave; dove c***o deve scivolare?! Sulle mattonelle del cesso?); poi nave da guerra, di scorta, con armi antiaereee e antisommergibili.

SIGNIFICATO in marina, nave da guerra, di scorta, con armi antiaeree e antisommergibili”.

Manderò una letterina alla casa editrice del Dizionario Etimologico per far presente che “fregata” ha un altro significato ed un’altra derivazione: le unità navali si chiamato “fregate” perché vi sono imbarcate le giocatrici… fregate dalla Marina alle squadre di pallavolo. Mocca a lei (lei, cioè la Marina)!

I GRATTA E VINCI

Vedere tante persone, talvolta anche di bassa estrazione sociale, che quotidianamente spendono decine e decine di euro per i Gratta e Vinci è uno spettacolo squallido.

Ci sono state persino delle rapine commesse allo scopo di procurarsi denaro per poter comprare altri bigliettini e non sono mancati neanche i ricoveri di chi ormai aveva compreso di aver sviluppato una dipendenza patologica. Quasi come per le macchinette dei videopoker.

Però, dobbiamo ammetterlo: anche noi abbiamo ceduto alla tentazione di tentare la fortuna con il Gratta e Vinci. Visto che quest’anno di entrate ne abbiamo viste poche, si è deciso di puntare su questa forma di azzardo legalizzato la cui eventuale vincita sarebbe stata devoluta alle esigenze della squadra. Ma i malefici cartoncini ci hanno tradito (con un’unica, modesta eccezione all’inizio del campionato) lasciandoci sul lastrico.

PINO RUSSO

Era lui a vantarsi l’anno scorso al Palafiom: “Con la mia musica si vince sempre…”

In effetti, con il titolare del Siddharta alla consolle durante il riscaldamento e gli intervalli, il rendimento del Taranto era notevole. Aveva il vizio di allontanarsi proprio un minuto prima dello starting-six, lasciandomi nei casini, ma, a parte questo particolare, i suoi cd caricavano le rossoblu.

Quest’anno non lo abbiamo proprio visto. Niente musica prepartita, niente stacchetti. E vabbè, oltre ad essere il responsabile del dissesto al Comune (vedi post Dissesto: la Di Bello non c’entra; è tutta colpa di Pino Russo del 13 maggio 2008, sul portale Dada), adesso Pino è anche colpevole per la nostra retrocessione.


TARANTO-AZZURRA MOLFETTA 2-3

2 Maggio 2010

Sabato 1^ maggio 2010 – ore 18.00

“Si, è bello viaggiare all’estero, ma ci sono tante cose da visitare anche in Italia…”

Quante volte abbiamo sentito questa frase (che non è del tutto inesatta anche se è importante allargare i propri orizzonti e confrontarsi con altre culture)?

Spesso visitiamo posti lontani, anche in altri continenti, e snobbiamo le bellezze artistiche, architettoniche e naturali di cui abbonda l’Italia.

Applicando lo stesso principio su scala nazionale: perché viaggiare in Italia quando la nostra regione, la Puglia, è così ricca di centri storici, spiagge e musei che colpevolmente trascuriamo?

Ecco, la Pallavolo Taranto ONLUS ha deciso di riscoprire la propria terra.

Rinunciamo alla trasferte in Campania, in Basilicata, in Abruzzo, regioni magnifiche, per carità, e che ci hanno regalato in questi tre anni immagini, emozioni e ricordi indelebili.

Ma il 2010-‘11 sarà la stagione della Puglia, approfittando del fatto che ci sarà un girone unico di serie C.

Dal Gargano a Leuca avremo modo di ritornare o di scoprire centri che in questi anni abbiamo colpevolmente trascurato.

Ecco perché siamo retrocessi. Non perché abbiamo perso tante partite, ma perché abbiamo deciso noi di retrocedere. Senz’altro. Certamente.

Solo così si spiega un girone di ritorno troppo brutto per essere vero: due sole vittorie sul campo, una vittoria a tavolino con il Salerno e tante sconfitte, alcune onorevoli ed altre ingloriose.

L’ultima (onorevole), quella che sancisce di fatto la retrocessione in serie C, è di oggi: Taranto-Azzurra Molfetta 2-3.

Alla vigilia del match, però, c’era ancora qualche esile speranza di salvezza, sia pure a condizione di compiere una straordinaria remuntada, giusto per copiare una recente espressione calcistica catalana.

Il Barcellona ha parlato di lasciare la pelle (senza sapere che in Italia lasciare la pelle significa perire…), Mourinho ha parlato di lasciare il sangue; noi che siamo meno cruenti e necrofili, usiamo l’espressione tarantina scittàr ‘u velen’ (buttare il veleno), che in verità è più che altro un’imprecazione. Nicola Gigante, autore di quella pietra miliare del nostro idioma locale che è il Dizionario critico etimologico del  dialetto tarantino, più precisamente la definisce “esclamazione di rabbia”. [1]

A proposito, io non sono interista, ma che pessima figura ha fatto un club glorioso come il Barcellona. Non tanto per il risultato sportivo quanto per le provocazioni, i petardi sotto l’albergo e soprattutto gli idranti nel settore del campo dove i giocatori dell’Inter festeggiavano.

Come se noi, al termine di Taranto-Volley Altamura 0-3 (la sconfitta – a mio avviso – decisiva), avessimo detto a Ugo di usare l’idrante dentro il Maria Pia contro le festanti atlete murgesi…

Anzi, l’amm’ pure offert’ ‘u buffet…

Ma veniamo a Taranto-Azzurra Molfetta.

Se perdiamo, siamo matematicamente retrocessi.

Se vinciamo 3-2, basterebbe lo scontato 3-0 dell’Oria sul Salerno a mandarci in serie C.

Se vinciamo 3-0 o 3-1, tutto dipenderebbe dai risultati di Volley Altamura e Accademia Benevento (viste come sono andate poi le cose, saremmo stati ancora in corsa, sia pure a condizione di vincere a Sarno e di attendere ulteriori risultati delle nostre dirette concorrenti).

Ci sarebbe, comunque, anche l’obiettivo del quintultimo posto in vista di ipotetici ripescaggi.

L’Azzurra, invece, non è riuscita a conquistare i play-off per la B1, sfumati proprio sabato scorso per mano del Centro Ester, e gioca per onore dello sport e per la propria dignità.

Al mio arrivo, i due tecnici stanno conversando amabilmente e quasi dimenticano che si sono fatte le 17.20 e che bisogna supervisionare il riscaldamento.

A proposito, nelle ultime due giornate le partite si disputano in contemporanea e l’orario del fischio d’inizio è fissato per tutti alle 18.00, ossia un’ora prima rispetto all’orario usuale dei nostri incontri domestici.

Forse è per questo che alle 17.55 gli spalti sono ancora semivuoti.

Vidìme quanta cristiàne tras’n alle 19…

Bisogna onorare una tradizione, il lancio del pupazzo su Alessandra, di cui mi permetto di fornire una spiegazione storica.

Nell’indimenticabile campionato della promozione in B2, il 2006-’07, la Palafiom non fu mai sanzionata ad eccezione dell’ultima partita di campionato a Tuglie, quando un nostro tifoso espresse rilievi critici all’arbitraggio. Siccome la multa coincise con la promozione, decidemmo che avremmo fatto in modo da essere multati in tutte le ultime giornate di campionato.

Già, ma in che modo? Insultando di nuovo gli arbitri? No, pare brutto.

La soluzione del problema ce la fornì il Trani, dove giocammo la penultima partita del successivo campionato 2007-’08. Alcune giocatrici locali furono premiate dai tifosi; bene, – pensammo – noi faremo lo stesso, però il premio lo lanceremo addosso alle destinatarie, durante l’ultimo incontro, e così saremo sanzionati per lancio di oggetti in campo.

Non so come si giunse alla conclusione che il terminale del lancio avrebbe dovuto essere Alessandra e che l’oggetto (poco) contundente sarebbe stato un pupazzetto di peluche.

La settimana dopo, alla fine di Palafiom-Lanciano, lanciammo alla nostra palleggiatrice il Winnie the Pooh dell’Under 18; nel 2008-’09 fu la volta di Cony, il coniglietto kamikaze; quest’anno arriva al Maria Pia la ranocchia Viktor.

Formazioni.

Nel Taranto “di ordinaria emergenza” è confermato il sestetto del PalaCaliendo: Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Simona Mereu e Priscilla Pisani.

Problemi per Annagrazia Matera: Guglielmi e Fortunato sono acciaccate ed è quindi necessaria qualche variazione: giocano Marilena Fracchiolla e Savina Binetti; quest’ultima è dirottata nell’inedito ruolo di libero.

Scendono, dunque, in campo: Virginia Alfieri palleggiatrice, Valeria Brattoli opposto, Simona Marasco e Marilena Fracchiolla laterali, Angela Tralli e Mara Racanati centrali, Savina Binetti libero.

A disposizione: la creativa Mariella Lasorsa, Marta De Gennaro, Brigida Infortunato, Sara Grassi e Barbara Guglielmi.

Colpo di scena: per la prima volta in assoluto al Maria Pia, la Palafiom inizia la partita a destra rispetto al punto di vista degli spettatori. L’Azzurra, infatti, ha scelto la metà campo opposta a quella su cui i raggi del sole arrivano dritti mminz’ all’uecchie.

La palleggiatrice ospite, forse, non sarà molto contenta, ma se questo storico cambiamento dovesse regalare buoni risultati alla Palafiom, sono sicuro che Marcello ne terrà conto in futuro in chiave scaramantica: o inizieremo sempre a destra oppure sottoporrà le atlete ad intense sedute di lampada.

Primo set

Ace di Silvietta (1-0).

Brava la creatura. Fanne altri 24 e poi altri 25 e poi ancora altri 25; impediamo che la partita venga giocata…

Due attacchi fuori dell’Azzurra, muro e fast di Silvia.

Sul 5-0 Annagrazia chiama il timeout e sostituisce Marasco con De Gennaro. Distinguendo le giocatrici tra occhi scuri e occhi chiari, De Gennaro – a mio avviso –ha gli occhi scuri più belli del torneo.

Silvietta continua a servire e Brattoli sbaglia una ricezione gridando: “Nooo!”

Un plauso alla ragazza. Sono anni che in casi analoghi sento gridare “cazzo”, “merda”, “vaffanculo”, “porca puttana” e simili; è la prima volta che una giocatrice commenta un proprio errore in modo pulito senza far ricorso al classico Vocabolario della pallavolista (dalla A di “All’anima di ci t’è muert’” alla Z di “Zoccola, l’hai toccata!”).

Pipe di Gisela e fast a pallonetto di Silvia: 9-1. E’ magnifico quello che sta avvenendo sul parquet. Saremmo portati a pensare che ci siamo comprati la partita se non avessimo la certezza di non avere neanche un centesimo da offrire come prezzo per la corruzione…

Poi l’Azzurra si sveglia e recupera punti: in evidenza la linea verde rappresentata da Fracchiolla e Brattoli.

Sul 14-10 le ospiti impongono uno sconcertante break da sei, con la nostra ricezione protagonista in negativo: nella striscia pro Molfetta, si rilevano due aces di Brattoli e due punti di Tralli.

E’ la sagra degli aces, in effetti: 3 Taranto, 4 Molfetta e siamo ancora a due terzi del primo set.

Una grande Silvia (5^ punto) ci riporta in parità, ma l’Azzurra piazza un secondo, micidiale break da cinque: De Gennaro, Fracchiolla due volte, De Gennaro, Racanati (18-23).

La Palafiom reagisce e sfiora il pareggio con Gisela ed Ale, ma l’ultimo punto è dell’opposto Brattoli (23-25), molto brava anche sul piano tecnico oltre che su quello della creanza.

Secondo set

Ho parlato di Brattoli come opposto perché è il suo ruolo tradizionale; in realtà, coach Matera apporterà vari cambiamenti in corso d’opera spostando spesso da destra a sinistra Brattoli, Fracchiolla e Marasco. Già da metà del primo set io non ci ho capito più niente.

Visto che ci siamo, faccio un’altra precisazione: per via di una struttura fisica somigliante e soprattutto a causa della mia miopia, ho avuto qualche difficoltà a distinguere Brattoli da Fracchiolla e Alfieri da Tralli (che peraltro andavano spesso a muro insieme); per gli scout delle nostre ospiti rimando dunque ai dati raccolti dallo scoutman molfettese e mi scuso con le interessate per le eventuali e probabili inesattezze.

Anche sulla maternità dei muri a due del Taranto conservo qualche dubbio.

Il secondo set inizia bene come il primo: Leo, Gise, Silvia e duplice ace di Leo: 5-0.

Annagrazia effettua il cambio inverso rispetto al parziale precedente: torna sul parquet Marasco, che va subito a segno e inizia una rincorsa fruttuosa (6-6).

Al primo time-out tecnico, per fortuna, siamo ancora avanti noi (8-6).

Bene Silvietta da posto due e dalla zona di battuta, ma in generale è un Taranto piuttosto spento, poco reattivo.

Nonostante il sole che filtra imperioso dalle finestre, la nostra squadra è sempre immersa in quello che il giornalista Lorenzo D’Alò definirebbe “autunno agonistico”.

E’ un autunno che ha iniziàte a novembre e non ‘ngi ha cchiù spicciàte…

C’è rassegnazione.

Encomiabili, come sempre, Gisela e Silvia. Hanno fatto tanti sacrifici quest’anno e continuano a lottare sul parquet da grandi professioniste. Sono cadute anche loro nella trappola ingannevole dell’uomo del Monte. C’è qualcuno, in effetti, che dovrebbe retrocedere in seconda divisione, in proporzione alle risorse messe a disposizione; Silvia e Gisela, per il loro rendimento, meriterebbero invece la B1. Come minimo.

Dopo il 14-14, l’Azzurra si accaparra il set: Marasco ha messo sei palloni a terra, Fracchiolla pure non scherza, Racanati mura.

Sul 15-19 si punta su Pocahontas, che piazza due primi tempi.

Attacco vincente di Silvietta (18-20). Il pallone finisce dalle parti di coach Matera, che si esibisce in un colpo di tacco alla Mancini davvero pregevole.

Gli interventi difensivi di Gisela vengono compromessi da tre attacchi fuori consecutivi; Brattoli è abbonata al punto finale del set (18-25).

Terzo set

Anche in questo parziale, la partenza della Palafiom è fulminante; abbiamo già perso un altro punto fatale per la remuntada, ma il cuor di Leonessa ci crede ancora.

L’arma segreta è il bagher d’appoggio: prima Simona e subito dopo Silvietta riescono a mettere in questo modo il pallone nel campo avversario. Più tardi ci proverà anche Ivana, ma la strategia viene sgamata dal Molfetta e il miracolo non si ripeterà.

Stiamo servendo bene: chiuderemo con 11 battute vincenti e 3 sbagliate. Ace di Ale (7-5).

Quando serve l’Azzurra, invece, si verifica uno strano fenomeno: appena la giocatrice in battuta tocca la palla e quindi ben prima che si possa capire l’esito del servizio, c’è una riserva che urla: “Sìììì!”

Da un esame del materiale fotografico, ho la sensazione che non sia proprio una riserva ma che si tratti di Mara Racanati quando cede il posto al libero.

La ragazza è maggiorenne e deve aver già votato almeno ad una consultazione referendaria, quella del 2009. Chissà se urla anche in cabina…

Doppio attacco di Silvietta e andiamo sul 10-6.

Poi c’è l’ennesima rimonta dell’Azzurra Molfetta (13-13) e il timore è che possa ripetersi il copione dei primi due set: fuga jonica e recupero ospite.

No, questa volta sul parquet si esibisce una Palafiom grintosa e reattiva: muro di Silvia, attacco di Gisela, muro Ale-Silvia, ace di Leo ed ulteriore attacco della banda appulo-argentina (19-13).

C’è il tempo per una doppietta di Fracchiolla, giusto per far pagare la cena al padre fotografo, e poi riprende la lunga marcia della Palafiom: fast lungolinea di Silvia, attacco di Gisela e mani-soffitto di Silvietta (22-16).

Time-out Molfetta.

Nel frattempo l’arbitro mi vieta l’uso del flash e il signor Fracchiolla ne approfitta per mostrarmi la sua macchina fotografica. Cavoli: ha un teleobiettivo proprio massiccio. Secondo me, durante la settimana, lo usano le ragazze in sala pesi.

Alla ripresa del gioco si lotta punto a punto. Il Taranto mantiene le distanze; Brattoli realizza, come al solito, l’ultimo punto ospite; ma l’ultimo punto del set questa volta è dell’eroica Simona Leone (25-20).

Quarto set

Il quarto set ha un andamento diverso rispetto ai primi tre; il Taranto non scatta come una lepre ed anzi sarà costretto a recuperare, ma questo parziale ci mostrerà una squadra che lotta con il cuore e che lascerà sul parquet la pelle, o il sangue, o il veleno, o quello che volete.

Gisela continua a martellare e Giulia impone un muro alle ospiti (6-3), poi salgono in cattedra Tralli e Marasco (9-9).

Simona si butta su ogni pallone e carica le compagne; dovremmo innalzarle un monumento in palestra.

Adesso sì, c’è intensità nel gioco.

Persino Gabriella entra in partita per recuperare un pallone. Lo spedisce contro il seggiolone dell’arbitro; diciamo che l’impegno c’è stato ma la mira è stata carente.

Sembriamo rigenerati, come se avessimo cambiato cartuccia da HDR, il negozio del nostro Paolo in via Golfo di Taranto. Scusate la “marchetta”, ma, visto che facciamo da mesi pubblicità gratuita a sponsor inadempienti, almeno la facciamo anche ad un’azienda del nostro staff…

Anche la presenza in tribuna di Désirée e di Paoletta ci sta aiutando.

Pipe nastro-culo di Gise, reazione azzurra ed ulteriore pipe della schiacciatrice australe, che inaugura un break da cinque: tre punti suoi intervallati da due attacchi di Silvietta (17-13).

In servizio c’è Ale e stiamo vivendo una parentesi di grande volley alla fine di quest’annus horribilis.

Dopo un muro di Tralli (ma potrebbe essere Alfieri: somiglianza fisica, somiglianza numerica e notevole bravura per entrambe), Silvietta va a segno per altre due volte e poi c’è un muro di Silvia (21-15).

Annagrazia si siede in panchina. Brutto segno per il Molfetta.

Entra Simona Mereu per servire e per puntellare la difesa e poi c’è finalmente un bel tocco di seconda di Ale (23-17). Era un po’ che non le riusciva.

La fast di Silvia ci porta al tie-break (25-18).

Tie-break

All’inizio dell’anno mi lamentavo dei numerosi tie-break: Centro Ester, Leonessa Altamura, Oria, Acquaviva delle Fonti… Poi improvvisamente sono finiti. L’ultimo era stato quello con la Livi Potenza all’andata (12 dicembre).

Gisela è fantastica: diagonale, pallonetto e lungolinea (senza contare le difese).

Ma sul 5-2 il Taranto deve subire la reazione ospite. Sul parquet è tornata Marta De Gennaro e il nastro ha deciso di favorire l’Azzurra: la somma di questi due fattori, unitamente alla precisione di Brattoli in battuta, provoca il sorpasso delle adriatiche. La laterale molfettese ottiene tre punti consecutivi (5-7).

Missile aria-terra di Gisela da posto due, ace dell’argentina e lungolinea di Silvietta: si va al cambio di campo in vantaggio (8-7)!

Purtroppo, proprio quando bisognerebbe compiere lo sforzo decisivo che ci terrebbe legati alla sia pur esile speranza di raggiungere almeno il quintultimo posto, il Taranto si spegne. Attacchi di Marasco e di De Gennaro, due tiri fuori nostri e due servizi vincenti di Racanati: 8-13.

Decidiamo di non far coincidere il lancio del pupazzo con la nostra matematica retrocessione; è un gesto goliardico che mal si concilierebbe con la tristezza del momento. Rinviamo l’operazione a sabato prossimo anche se avremmo preferito attuarla sul nostro parquet e non su quello altrui. Vabbè, eventuali multe giratele pure a noi.

Torniamo alla partita. Silvietta interrompe il black-out ma Marasco, a muro, si procura cinque palle-set.

La prima l’annulla Silvia, respingendo un pallone che percorre tutto il nastro (nuovamente amico nostro) lasciandoci col fiato sospeso e poi ricade nella metà campo ospite.

Segue uno scambio lunghissimo, infinito. L’ultima agonia.

Purtroppo a chiudere lo scambio è Angela Tralli con una fast (10-15).

L’Azzurra Molfetta ha fatto la sua partita, ha onorato il campionato ed ha ottenuto il ventunesimo successo stagionale.

Il Taranto retrocede senza appello in serie C dopo tre stagioni indimenticabili nella quarta categoria nazionale. Come già accennato, non è oggi che dobbiamo rimproverarci qualcosa; il campionato – secondo me – lo abbiamo perso nei tanti scontri diretti conclusi senza punti.

Savina Binetti, da ragazza educata, ci saluta dicendo “in bocca al lupo” ed ottiene una risposta irrituale: “Eh, è crepato ormai…”

Sabato si va a Sarno e per il secondo anno consecutivo ci imbuchiamo ad una festa visto che la formazione salernitana, vittoriosa a San Pietro e dunque già in B1, vorrà rendere partecipi i propri tifosi di questo successo.

L’anno scorso, di questi tempi, era il Trani a conquistare la B1 proprio sul nostro parquet e devo dire che fu una bella giornata di festa che ricordo ancora con piacere.

Ricordo anche che prima dell’ultimo scambio, i coach ospiti chiamarono un inedito time-out il cui scopo era quello di permettere alle giocatrici di infilare la t-shirt con la scritta B1.

Qualcuno parlò di un gesto poco rispettoso nei nostri confronti, ma, tutto sommato, nell’euforia della festa ci poteva stare.

Ecco, sabato dobbiamo fare la stessa cosa. A Sarno, prima dell’ultimo scambio e quale che sia il punteggio, coach Marcello dovrebbe chiamare un time-out. Soltanto che invece di infilare le magliette con la scritta B1, noi infileremo le magliette con la scritta C…

Questa sì che sarebbe originalità…!

Beh, gli auguri al Sarno li daremo di persona fra una settimana, ma possiamo già anticiparli a distanza: congratulazioni!

Lasciateci qualche pasticcino…

‘A fava e ‘u scuèrcele

DESIREE: Anche se gioca nel Noci, mi fa piacere considerare Truciolina come una nostra atleta. Dunque, lei è la fava sia perché il suo obiettivo l’ha raggiunto (play-off per la B2; in bocca al lupo!) e sia perché ha mantenuto la promessa di sostenere le sue ex-compagne al Maria Pia in questa sfida delicata. Ed è pure arrivata puntuale nonostante il cambio d’orario.

KATIA: Non vuoi vedere le partite e vabbè. Sappi, però, che questo era l’ultimo incontro casalingo, dopo di che recuperare la carta d’identità (abbandonata da novembre nel nostro portadocumenti) sarà un’impresa ben più ardua della salvezza… Finirà nel casino della macchina di Marcello, in mezzo a dvd, a fotocopie di tasse gara, sigarette e bottiglie di Ceres. Noi ti avevamo avvisata.

Tabellino: TARANTO-Azzurra Molfetta 2-3 (23-25, 18-25, 25-20, 25-18, 10-15)

Taranto: Mastandrea 16, Scialacomo 25, Mereu 0, Basile 3, Renna 15, Certa 5, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 11, errori in battuta 3, muri-punto 7.

Azzurra Molfetta: Racanati 12, Fracchiolla 12, Lasorsa NE, De Gennaro 11, Marasco 11, Fortunato NE, Grassi NE, Alfieri 4, Guglielmi NE, Tralli 14, Brattoli 16, Binetti (L) – All. Matera.

Aces 9, errori in battuta 12, muri-punto 11.

Arbitri: Dario Murra (BR) e Luca Garzia (LE).

Durata set: 22’, 20’, 17’, 25’, 14’ – Durata totale dell’incontro: 2.00’.

Altri risultati: San Pietro Vernotico-Sarno 2-3, AS Benevento-Centro Ester NA 3-1, Acquaviva delle Fonti-Battipaglia 3-1, Arzano-Accademia BN 3-1, V.Altamura-Livi Potenza 3-1, ASCI Potenza-Leonessa Altamura 1-3, Salerno-Oria 0-3.

Classifica: Sarno 72; San Pietro Vernotico 68; Centro Ester NA 66; Azzurra Molfetta 62; Arzano e Battipaglia 61; Livi Potenza 45; AS Benevento 43; ASCI Potenza 36; V.Altamura 35; Oria e Accademia BN 33; Leonessa Altamura 29; TARANTO 28; Acquaviva delle Fonti 24; Salerno -3.

Verdetti matematici: Sarno matematicamente in B1; San Pietro Vernotico e Centro Ester Napoli ai play-off (in bocca al lupo a entrambe!); ASCI Potenza salvo; Taranto e Leonessa Altamura in serie C.

L’ultimo verdetto da definire riguarda la salvezza: ci sono due posti per tre squadre (V.Altamura, Oria e Accademia).

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Arzano 80,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; San Pietro Vernotico, Centro Ester NA, Battipaglia, Livi Potenza, AS Benevento e TARANTO 0,00.

Anche Arzano perde la propria “purezza”: 80 euri per le offese del pubblico alla coppia arbitrale.

Prossimo turno: Sarno-Taranto, sabato 8 maggio 2010, ore 19.00, Palazzetto dello Sport, via Cannellone.

NOTE:

(1) GIGANTE, N., Dizionario critico etimologico del dialetto tarantino, Lacaita, Manduria (TA), 1986, pag. 577.


COSTRETTI A FARE I LAVAVETRI PER PAGARSI LE TRASFERTE

30 aprile 2010

La crisi è grave, la crisi è profonda.

C’è chi addirittura profetizza scenari greci e il mondo dello sport non è certamente immune dal disagio.

L’affitto delle palestre costa molto, in barba ai proclami delle scuole e delle amministrazioni locali che sbandierano l’importanza socio-educativa dello sport e poi taglieggiano le società con tariffe sconcertanti, salvo poi leccare il culo, in chiave elettorale, ai presidenti boriosi delle squadre di calcio, quelli che promettono traguardi favolosi e poi si ritrovano in zona play-out dopo aver cambiato quattro allenatori.

Le trasferte costano.

Le tasse gara sono quelle che sono.

Teoricamente ci sarebbero anche le giocatrici da pagare, ma quello non sembra essere un problema per le società. Nel senso che tanto non le pagano…

Per onorare fino in fondo la fine del campionato, lo staff della Pallavolo Taranto ha dovuto far ricorso ad un sistema di autofinanziamento che lascia sgomenti: il lavaggio dei tergicristalli ai semafori.

“Non è stato facile – ci spiega un dirigente – perché anche in questo settore, che pure non garantisce ampi margini di guadagno, la concorrenza è grande. Abbiamo dovuto conquistarci i nostri spazi affrontando le minacce di un gruppo di kosovari.

In giorni normali riusciamo a recuperare 30/35 euro, che, moltiplicati per sette, ci permettono quanto meno di pagare la tassa gara settimanale. Però a volte piove e con il maltempo nessuno, comprensibilmente, accetta di farsi lavare i vetri.

E’ un lavoro umile e faticoso, è vero, ma cos’altro possiamo fare? Dobbiamo garantire un futuro alle nostre piccine.

Resteremo ai semafori fino a maggio, poi si vedrà. La nostra vita è così, oggi qui, domani lì.

Speravamo di trovare asilo a Montescaglioso ma nessuno ci ha dato un aiuto. Promesse, parole, tante chiacchiere e adesso guardate come siamo ridotti…”


A MONTEPARANO RALLENTATE

29 aprile 2010

E giunse il giorno della mia prima multa per eccesso di velocità.

Poca cosa, s’intende: viaggiavo a 58 km/h, ma in ogni caso l’implacabile autovelox di Monteparano ha colpito ancora. Ho scoperto, infatti, di non essere l’unica vittima della polizia municipale del Monte, dove per Monte questa volta non s’intende Montescaglioso ma Monteparano.

Se ci fosse l’autovelox anche a Montescaglioso, il nostro vicecoach sarebbe rovinato per come ha guidato al ritorno da Arzano…

Beh, nulla da eccepire. Anzi, io sono d’accordo sul fatto che un ente locale rimpolpi le proprie casse sanzionando chi sbaglia. Magari si facesse lo stesso anche a Taranto, cominciando dai maiali che lasciano le cacate dei cani sui marciapiedi; il dissesto sarebbe definitivamente superato e gli autori di infrazioni pagherebbero servizi utili come gli asili, i trasporti locali, ecc.

Fra l’altro ho controllato la data e quel giorno, il 21 febbraio scorso, effettivamente ero transitato da Monteparano con destinazione San Pietro Vernotico, dove avrei poi assistito alla partita delle brindisine contro l’Acquaviva.

Non chiedetemi perché passo da Monteparano per andare a San Pietro; sarebbe troppo lungo da spiegare.

Fatto sta che il pensiero della Cosentino, evidentemente, deve avermi indotto a premere l’acceleratore più del dovuto; è proprio vero: la bellezza di una donna porta sempre a finire nei guai.

Ma non tutto il male viene per nuocere; questo episodio mi ha fatto venire un’idea.

Ecco dove potremmo giocare l’anno prossimo: a Monteparano!

Sul modello della PM Lore Lei Potenza (dove PM sta per Polizia Municipale) possiamo costruire un binomio invincibile: noi portiamo il volley nella ridente cittadina della nostra provincia e la Polizia Municipale ci finanzia a suon di multe.

Potremmo chiamarci PMP Monteparano, Polizia Municipale Palafiom Monteparano, e il ritorno di Clara sarebbe la sintesi perfetta tra volley di altissimo livello ed autofinanziamento mediante autovelox, tra fast che vanno in campo e auto troppo fast che vengono multate.

Pensiamoci.


LIVI POTENZA-TARANTO 3-1

26 aprile 2010

Domenica 25 aprile 2010 – ore 18.00

L’abbiamo tanto odiata a scuola, ma adesso la matematica è la nostra ultima speranza. La salvezza è ancora possibile: Accademia Benevento, Volley Altamura e magari anche l’Oria non dovrebbero più fare punti e noi dovremmo prenderne 6 vincendo contro l’Azzurra Molfetta e contro la capolista Sarno.

Bah, è un po’ difficilino.

Comunque, resta il dovere morale di provarci e di chiudere con dignità questo campionato travagliato.

A proposito di problemi, la nostra Cristiana non se la sente di disertare dalle Forze Armate ed è quindi costretta ad assentarsi dal parquet. Giocherà al suo posto Giulietta.

La novità più significativa, però, riguarda lo staff: si registra l’esordio su una panchina di B2 di Gabriella, che affianca così coach Marcello.

La signora Leone dev’essere, però, a disposizione degli arbitri e rinuncia così alla gita in centro del resto del gruppo. Una gita piuttosto lunga, si direbbe, e anche con qualche aspetto noir, come apprenderemo in seguito.

Lisa e compagnia bella arrivano al PalaCaliendo al termine del primo set.

Ufficialmente la palestra si chiamerebbe Caizzo; qualcuna legge male il cartello, saltando una vocale, diciamo così, e resta sorpresa dall’insolita denominazione; poi osserva meglio e scorge quella stretta lettera che prima era sfuggita.

Ho ancora la pistola giocattolo di Arzano e procedo al sequestro di Felice, il pupazzo di peluche che abitualmente si accomoda sulla panchina della Livi. Neanche il tempo di fotografare l’ostaggio e di consegnare la richiesta di riscatto che il presidente della squadra lucana riprende il pupazzo e lo riporta dalla nostra panchina a quella della Livi, accusandomi di essere un maleducato.

Formalmente non ha tutti i torti e rinnovo le mie scuse al buon Felice, ma in un contesto goliardico come quello in cui era maturato il sequestro a mano armata mi sembra un po’ eccessivo parlare di maleducazione.

Comunque ne prendo atto. Il problema è che anche questo blog ambisce ad avere un carattere scherzoso e a questo punto non vorrei urtare la suscettibilità delle nostre avversarie nel caso in cui mi sfuggisse qualche battuta maleducata. A scanso di equivoci, quindi, preferisco non nominarle affatto, se non per confermare che hanno coronato un’ottima stagione dimostrando di essere una squadra estremamente valida e ricca di atlete bravissime. I risultati, soprattutto nel girone di ritorno, parlano da soli.

Faccio un’eccezione per la nostra ex Michela: lei la conosciamo, le vogliamo bene e soprattutto sappiamo che sa stare allo scherzo; lei posso nominarla senza il timore che si offenda per la mia maleducazione. Almeno spero.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina Simona Mereu e Priscilla Pisani, sorvegliate da Gabriella perché non tocchino la crostata alla crema prima del tempo.

Primo set

Si inizia maluccio. Le nostre avversarie sembrano subito padrone della partita: loro fanno punti, loro concedono qualche errore (6-2).

Il nostro attacco, per il momento, non punge, ben contenuto da una difesa particolarmente reattiva.

Garantisce, però, buoni frutti la scelta di valorizzare la pipe di Gisela; nello scambio successivo c’è anche il muro di Pocahontas, in collaborazione con Silvietta. E’ pareggio: 8-8.

Michela inizia a scaldare il braccio e le padrone di casa ritornano in vantaggio (17-13).

La partita diventa sempre più intesa; si lotta punto a punto e poi il Taranto sfiora nuovamente il pareggio: muro di Silvietta e bella diagonale di Simona Leone, autrice di 5 punti in questo parziale (19-18).

Nuovo allungo lucano (21-18) e pronta reazione biancoblu: millimetrico lungolinea della Leonessa e pipe di Gisela con la palla che resta in bilico sul nastro e poi decide di atterrare dall’altra parte della rete dopo che i tifosi tarantini sono rimasti con il fiato sospeso per degli attimi sembrati infiniti (21-20).

Più che i tifosi tarantini, diciamo pure il signor Priscillo ed io, visto che gli altri stonn’ angòr’ a fa’ turisme…

Dopo un pallonetto potentino, spariamo fuori due attacchi consecutivi (24-20), Silvia annulla il primo set-point, ma poi subiamo un perentorio primo tempo che chiude il parziale (25-21).

Secondo set

Assisto ad un miracolo: coach Ivan Castillo senza il suo mitico berretto di lana.

L’esperto tecnico peruviano si accomoda in tribuna nell’intervallo tra il primo e il secondo set; poi, però, si allontana a conclusione del parziale e non lo vediamo più ritornare. Ha cambiato posto o se n’è proprio andato?

Che fortuna, comunque: ha assistito proprio al set vinto dal Taranto; avrà avuto una buona impressione della nostra squadra, avrà pensato che la classifica è bugiarda…

Una buona impressione ce la facciamo anche noi, in effetti: Silvia attacca, mura e con i tre punti della nostra centrale conduciamo 0-4.

Il vantaggio aumenta ulteriormente grazie ai mani-fuori e alle diagonali di Gisela, sempre molto efficace (2-8).

Ace della schiacciatrice appulo-argentina e ulteriore allungo del Taranto (3-10)!

L’allenatrice lucana corre ai ripari ed effettua una girandola di sostituzioni; i risultati le danno ragione perché la Livi rosicchia quasi tutto il gap (13-15).

Cambia anche la palleggiatrice e puntualmente si realizza la “legge di Roby” (Manzacca): doppia fischiata / all’alzatrice appena entrata. Che fa anche rima.

Bell’attacco di Silvietta da posto due ed ennesima pipe vincente di Gisela; il distacco è nuovamente rassicurante (15-21).

Michela dà libero sfogo alla propria creatività: adesso attacca da posto quattro piazzando la palla con due mani; nei set successivi verrà il momento dell’appoggio beffardo in bagher e delle celebri battute a uecchio.

Ma il Taranto è perfetto in questa fase: Silvietta infila pallette, Silvia mura e Gisela mette a terra la diagonale del 17-25.

E’ l’ora della riscossa o è il solito set che serve a prolungare l’agonia?

Terzo set

In questa partita chi ha fatto il primo punto ha poi sempre vinto il set. Oltre al primo, le nostre avversarie di punti ne fanno parecchi, sfruttando dal 4-2 in poi un turno in battuta particolarmente velenoso.

Il break, nel complesso, è di 8 punti e sull’11-2 è davvero difficile essere ottimisti.

Il cambio-palla proprio non riesce finché Ale non decide di azzardare la carta Pocahontas. Ed è proprio Giulietta a spezzare l’assedio con un bel primo tempo e a concedere il bis un minuto dopo (12-4).

Poi, però, le padrone di casa raggiungono il massimo vantaggio con un lungolinea di Michela (15-5).

In tribuna, iniziamo a pensare che il testamento biologico non sia poi una cattiva idea: adesso che ancora siamo in grado di ragionare potremmo decidere di interrompere le sofferenze prima che inizino a configurarsi come accanimento sportivo-terapeutico, così da non ripetere le lunghe agonie di Benevento, di Oria, a di Acquaviva, ad esempio.

Si dovrebbero consegnare in anticipo all’arbitro le proprie volontà, magari insieme alla formazione: se siamo sotto – chessò – di 9 punti, acconsentiamo a staccare la spina in anticipo; il set finisca lì anche se il punteggio è 13-4, per esempio.

Ma è il Taranto a smentirmi prima con il repertorio tradizionale (fast di Silvia, ace di Silvietta, pipe di Gisela) e poi con un inconsueto primo tempo di Leo (15-10).

Grande Silvietta con due attacchi consecutivi da seconda linea, ma quando il miracolo sembra avvicinarsi, le nostre avversarie impongono un parziale di 7-1, che ci tarpa le ali definitivamente.

Il punto del 24-14 è il citato bagher di Michela. Mi ricordo quando lo faceva in amichevole, seguito dalla chiassosa e caratteristica esultanza con ridarella annessa.

Ah, quanti ricordi. Quanta strada ha fatto ‘u cor’ d’ Tarand’…

Nell’annotare gli scout individuali mi confondo: cerco il nome di Michi nella parte di foglio con la tabella della nostra squadra.

Gisela annulla due palle-set, ma un lunghissimo scambio si conclude a favore della formazione locale: 25-17 ed è già un punto perso in classifica.

Quarto set

Il quarto set è emblematico di tante sconfitte subite in questa stagione: momenti di vuoto, in cui la squadra appare dimessa e deconcentrata, ma anche tanta dignità e tanto carattere con cui si riesce a sfiorare il risultato utile, salvo poi cedere nei momenti topici.

Purtroppo si parte dal 7-2 con Michela sempre più esplosiva nelle conclusioni ed una sua compagna particolarmente brava nel trovare il mani-fuori.

Spesso, in generale, non si riesce a capire se il mani-fuori sia voluto oppure se sia una botta di culo, ossia un attacco murato ma non abbastanza. Questa collega di Michela, invece, spinge proprio la palla sulle mani del muro avversario, cercandole – si vede. E trovandole quasi sempre.

I pallonetti e i servizi di Silvietta ci riportano a ridosso delle nostre avversarie, ma il punteggio degenera nuovamente con una Michela incisiva anche a muro (20-13).

Marcello ripropone il cambio Mereu-Pocahontas e la mossa si rivela azzeccata: Simo serve benissimo, trova un ace e difende; il muro di Silvia e gli attacchi di Silvietta fanno i resto. Improvvisamente la partita si è riaperta: 20-19.

Infrazione jonica e doppietta di Silvia: prima sfruttando una palla corretta in volo da Ale e poi andando nuovamente a muro. Siamo in parità (21-21)!

Sul più bello, quando la speranza sembrava rinascere, nuovo black-out del Taranto. Le attaccanti avversarie tagliano ripetutamente la nostra difesa e Michela realizza il 22^ punto personale (9^ nel set).

Finisce 25-21 e la nostra classifica rimane drammaticamente ferma.

Silvia si cosparge di benzina e tenta di darsi fuoco con un accendino.

L’ASCI, se mai fosse ancora da considerare in bilico, trova un punto d’oro a Battipaglia, l’Accademia ne prende due, la Volley Altamura uno, l’Oria addirittura tre (in attesa di affrontare il Salerno) e persino alle nostre spalle si muove la Leonessa (vittoriosa su un’AS Benevento che sembra essere ormai demotivata; no’ s’ potèvan’ demotivà già a u Maria Pia…?!). Giornata nera, insomma.

C’è ancora la matematica, è vero, ma forse a quest punto n’ servon’ pure a teologgie e l’astrologgie…

‘A fava e ‘u scuèrcele

GABRIELLA: Ligia ai doveri del dirigente accompagnatore: non perde i documenti, non insulta gli arbitri, sostiene le ragazze, non si siede sul posto riservato al coach e soprattutto non trasporta la borsa medica da una panchina all’altra in occasione degli intervalli. La crostata alla crema, inoltre, era una favola.

SIMONA: Ha giocato bene, attaccando molti palloni, concludendo in doppia cifra e dimostrando per l’ennessima volta di scendere sul parquet con il cuore e di uscirne senza fiato. Il problema è un altro. Mancano ancora tre giornate alla fine del campionato e già si è venduta il borsone al mercato della Salinella… Qua si smobilita prima del tempo.

Tabellino: Livi Volley Potenza-Taranto 3-1 (25-21, 17-25, 25-17, 25-21)

Taranto: Mastandrea 12, Scialacomo 19, Mereu 1, Basile 3, Renna 14, Certa 0, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 5, errori in battuta 4, muri-punto 6.

Arbitri: Francesco Colamatteo (CE) e Giuseppe Della Gatta (CE).

Durata set: 25’, 22’, 27’, 27’ – Durata totale dell’incontro: 1.50’.

Altri risultati: Sarno-Salerno 3-0, Arzano-San Pietro Vernotico 2-3, Azzurra Molfetta-Centro Ester NA 1-3, Battipaglia-ASCI Potenza 3-2, Leonessa Altamura-AS Benevento 3-1, Accademia Benevento-V.Altamura 3-2, Oria-Acquaviva delle Fonti 3-1.

Classifica: Sarno 70; San Pietro Vernotico 67; Centro Ester NA 66; Battipaglia 61; Azzurra Molfetta 60; Arzano 58; Livi Potenza 45; AS Benevento 40; ASCI Potenza 36; Accademia BN 33; V.Altamura 32; Oria 30; TARANTO 27; Leonessa Altamura 26; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici: Sarno e San Pietro Vernotico sono sicure – quanto meno – dei play-off; in pratica lo è anche il Centro Ester Napoli, a cui basta un solo punto; l’Azzurra Molfetta e l’Arzano sono fuori dalla corsa per la B1. Dovrebbe essere salvo l’ASCI Potenza (se ho calcolato bene, le manca solo un set).

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Campionato correttissimo, specie se si considera che la capolista deve il primato ad un’inadempienza piuttosto che all’irruenza.

Prossimo turno: Taranto-Azzurra Molfetta, sabato 1^ maggio 2010, ore 18.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ – 27

21 aprile 2010

La foto è stata scattata durante il 4^ set di Taranto-Accademia Benevento. Siamo sul 21-18, Gisela ha appena realizzato un ace e prova a fare il bis. Quello che mi colpisce di questa immagine, però, non è tanto il gesto tecnico della schiacciatrice appulo-argentina e neanche lo sguardo da lupi mannari di Gisela e Giulia quanto piuttosto lo stato contemplativo di Alessandra.

Mi chiedo, dunque: a cosa sta pensando la nostra palleggiatrice dalle mani fatate?

Ho formulato alcune possibili ipotesi:

A)    Potrei tentare il tocco di seconda.

B)     Pare brutto se inizio a chiedere il documento già da adesso?

C)    Il doppio turno alla francese può adattarsi al sistema istituzionale italiano?

D)    La realtà effettiva in senso hegeliano può davvero essere determinata dal pensiero logico oppure nasce da una volontà libera e non riconducibile alla mera razionalità?


TARANTO-ACCADEMIA BENEVENTO 3-1

18 aprile 2010

Sabato 17 aprile 2010 – ore 19.00

Ultima spiaggia.

La prima di una serie di finali.

Chiamiamola come vogliamo, ma questa con l’Accademia Benevento è una partita da vincere a tutti i costi: un successo pieno ci consentirebbe di sperare ancora; una sconfitta o una vittoria al tie-break sancirebbero la fine virtuale della stagione.

Ogni dettaglio è importante e la scaramanzia raggiunge livelli inauditi.

Per quello che mi riguarda, ho ancora la macchina in officina per il tagliando e proprio oggi ritorno da Roma. In mattinata, alle 6.01, ho avuto il piacere e l’onore di fare colazione al Caffé Trombetta, affianco alla stazione Termini.

Non ho capito piccé u cornett’ cu ‘a crem’ sullo scontrino viene definito “lieviti assortiti”…

Per la prima volta in assoluto raggiungo la palestra in autobus; in caso di vittoria so già che mi toccherà ripetere questa esperienza.

Non quella di andare a Roma prima della partita, s’intende, ma quella di usare l’autobus.

Angelo indossa una maglietta dal messaggio piuttosto esplicito. In caso di vittoria, dovrà indossarla di nuovo.

Ivana, prima della partita, tocca le tette di una compagna di squadra. In caso di vittoria, dovrà ripetere il palpeggiamento.

Non si potrebbe fare che Ivana viene con l’autobus e io tocco le tette delle giocatrici…? Magari vinciamo con meno patemi.

E poi che cavolo: cinque anni che seguo la squadra e nessuna mi ha mai fatto toccare niente; neanche una palpatina ad una chiappa…

Vorremmo abbandonare questi pensieri licenziosi e concentrarci sui contenuti tecnici della partita, ma la presenza in campo di Valeria Ricciardi non facilita questo percorso di purificazione mentale.

Gli spalti sono pieni di tifosi ospiti, un po’ perché lo staff è piuttosto nutrito e un po’ perché il gioiellino del Salento, Eleonora Carbone, ha attirato parenti e amici, giustamente orgogliosi della piccina.

Per fortuna il sonoro dei sostenitori jonici è affidato a Michele-re-della-curva con la trombetta azzurra.

E in ogni caso gli spettatori di prestigio non mancano: Clara Clemente (alla vigilia del suo compleanno) e Laura Passaro porteranno bene con la sola presenza. Le grandi campionesse si vedono anche da questo.

E c’è anche Rossella, ex Palafiom e oggi diretta avversaria nella lotta per la salvezza. Potremmo appiopparle un pestone sul piede in vista dell’incontro di domani oppure chiuderla nel bagno della scuola fino a lunedì…

Ma torniamo un attimo allo staff sannita.

Ho sempre additato questa società quale esempio di buon senso in un volley fin troppo affollato di millantatori e di bidonisti. All’Accademia hanno fatto programmi realistici rinunciando alla serie A2 e costruendo una squadra adeguata alle risorse reali. I risultati stanno dando loro ragione, senza contare che non hanno perso la faccia e la credibilità come certi personaggi pieni di parole e di promesse e poveri di soldi e di serietà.

Ma adesso ho un altro motivo per ammirare questa squadra: oltre all’organizzazione e a Valeria Ricciardi, devo sottolineare la multimedialità. Sono ben due le telecamere che riprendono la partita; tenuto conto che c’è anche la nostra, oggi il Maria Pia sembra la casa del Grande Fratello…

E poi c’è il celebre Renato Melillo, il miglior fotografo del campionato (oltre che uno dei più copiati…). Visto che finalmente avremo foto professionali, vi rimando al sito della società sannita: http://www.accademiavolley.it/home.asp

Nessuno, però, ci ha portato i cioccolatini Strega e questo è un errore che l’Accademia pagherà caro. Pagherà con la sconfitta.

Formazioni.

Il Taranto di Arzano è confermato in blocco: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Giulia Basile e Priscilla Pisani.

L’unica variazione di ruolo è la gastroenterite: Silvietta e Pocahontas l’hanno ceduta a Simona Mereu, che comunque è in tribuna.

L’allenatore Vittorio Ruscello ripropone Giuditta Tancredi, all’esordio da titolare sabato scorso, in diagonale con l’alzatrice Eleonora Carbone; Valeria Ricciardi e Daniela Stabile sono le bande, Anna Maria Ferrone e Rosa Principe le centrali, Emilia Gaudio il libero.

In panchina: Erica Lestini, Martina Labianca, Erika Mancini, Letizia Guadagnino, Roberta Basile ed Enrica Varricchio.

Primo set

Ottimo inizio; Taranto c’è e ci crede: fast di Silvia, doppio attacco di Gisela (con splendido pallonetto), magia di Ale, che piazza in rovesciata ad una mano un pallone vagante al centro della rete, e servizio vincente della nostra palleggiatrice (5-1).

Ma l’Accademia mura fin troppo frequentemente in questa fase: prima Ricciardi, poi Principe e infine Ferrone, a conclusione di un break da 5. Adesso siamo sotto (7-10).

E’ l’ora di Silvietta: prima schiaccia una perfetta alzata di Silvia e poi realizza due servizi vincenti consecutivi, il primo dei quali sfruttando il nastro-culo. Beh, non è detto che sia culo; ho sentito dire che alcuni giocatori mirano al nastro.

Certo è che Silvietta è una battitrice favolosa: questo è già il 41^ ace stagionale.

Le nostre centrali siglano il sorpasso, ma poi subiamo il pareggio di Ricciardi, autrice di un bel lungolinea (15-15).

Gisela è la protagonista della svolta del set: mura con Cris e poi attacca dalla banda, inaugurando e chiudendo un break da 4 (19-15).

Duplice attacco di Silvietta, reazione di Ferrone e poi una fast di Silvia, un ace di Simona ed un tiro fuori delle ospiti chiudono il primo parziale (25-20).

Secondo set

Coach Ruscello conferma Lestini, che alla fine del primo set era subentrata alla ragazza col turbante.

Quando trova spazio Ricciardi è micidiale, ma il nostro mitico sottotenente di vascello stoppa per due volte consecutive i tiri dell’avvenente schiacciatrice ospite (4-1).

Cristiana ha fretta di tornare alla base visto che il volo è stato cancellato per via della nube di cenere islandese.

Oggi ho capito cos’è la globalizzazione. Le eruzioni di uno sperduto vulcano dell’Islanda condizionano la presenza in campo di una giocatrice di pallavolo in una altrettanto sperduta palestra ai margini della Salinella…

Barack Obama ha annunciato che l’uomo andrà su Marte; chissà se – in un’ottica di globalizzazione – questo fatto avrà ripercussioni positive o negative sull’apertura di certi portafogli di Montescaglioso…

Torniamo alla partita. C’è una palla annullata tra le contestazioni.

Sul 5-3 (diagonale di Ricciardi) Taranto prende il volo con un parziale di 10-2 in cui c’è un po’ di tutto: primo tempo tostissimo di Cris, pipe di Gisela, ace nastro-culo di Silvietta (ha mirato) e fast di Silvia dopo una spettacolare alzata di Ale.

C’è stato anche un tentativo di secondo tocco da parte di Carbone. Non è riuscito, ma non ha neanche fatto danni. Nulla di irreparabile, insomma; però mentre la piccina lo eseguiva coach Ruscello è parso un po’ contrariato.

Perché gli allenatori non gradiscono i secondi tocchi? Io continuo a credere che sia la giocata più spettacolare della pallavolo.

Povere palleggiatrici; nessuno le capisce…

Con il quarto ace odierno di Silvietta il Taranto va sul 15-5 e il muro-difesa sta funzionando a meraviglia. Grandi centrali, ma molto brave anche Ivana e Gisela nelle retrovie.

Entra Varricchio per far rifiatare il gioiellino del Salento; l’Accademia rosicchia punti, ma Silvia offre alle compagne otto palle-set (24-16).

Le sannite ne annullano tre, ma Simona si allena a diventare la risolutrice del match (25-19).

Terzo set

Strepitosa Gisela che passa da sinistra e anche da destra, ma l’Accademia replica ad ogni colpo ed è in vantaggio alla prima pausa tecnica (6-8).

Tra le ospiti è rientrata Carbone, ma c’è una novità: Guadagnino junior al posto di Lestini. Il segnapunti prende un Moment dalla borsa medica del Taranto; mister Ruscello, infatti, non ci sta facendo capire più un tubo…

Anche sul parquet la situazione è critica: Benevento sta difendendo tutto e far cadere palla a terra è diventata un’impresa.

Ricciardi, Stabile e Principe aumentano il vantaggio (10-15).

Viene fischiata una doppia a Cristiana, che per cinque minuti buoni ha deciso di sperimentarsi come palleggiatrice. Non è male, ma purtroppo l’Accademia sta dominando.

Muro Ferrone, mani-fuori Stabile ed ace di Carbone (12-23) con urletto d’ordinanza.

Orgoglio tarantino (Silvietta, Leo e Silvia), ma è troppo tardi e a Stabile basta piazzare un tiretto nel vuoto della nostra metà campo per aggiudicarsi il set e per scatenare una certa irritazione di coach Marcello che non ha gradito il buco difensivo (16-25).

Quarto set

E’ un momento difficile. Il Taranto sembra stanco e l’Accademia ha perfezionato i meccanismi tattici. Il turno in battuta di Guadagnino è un ulteriore elemento di criticità per noi.

C’è uno scambio che dura tre quarti d’ora e che si conclude (a favore dell’Accademia) con un lungo applauso per tutte. Segue la richiesta di verifica delle formazioni ma è evidente che si tratta di una legittima scusa per rifiatare.

Sullo 0-5 Guadagnino junior serve di poco fuori. A fine partita, testimoni ben piazzati diranno che effettivamente era fuori; siccome, però, la sorella di Guadagnino è bona, io dico che era sulla linea…

Carbone smarca Principe che piazza la fast (3-6).

Gisela realizza il suo 300^ punto stagionale e Silvietta completa l’operazione sorpasso (8-6).

Miracolo Ricciardi su una bomba di Cristiana, ma il vantaggio del Taranto aumenta con Silvietta (13-9).

Diminuiscono le imprecisioni offensive delle ospiti e la difesa continua a viaggiare su rendimenti elevati; la conseguenza è che l’Accademia rimonta mentre il Taranto si innervosisce e si sfilaccia (14-16).

Ma è adesso che le ragazze compiono un capolavoro di cuore prima ancora che di tecnica. Perdere il set vuol dire perdere il campionato e nonostante la stanchezza dilagante, Gisela e compagne trovano le forze e l’orgoglio per reagire.

Ale pareggia con un ace (17-17), Cristiana scaraventa a terra un primo tempo al fulmicotone (19-18) e Gisela rafforza il vantaggio con l’ennesimo servizio vincente di squadra (21-18).

Vorrei che fosse già finita.

Facendo un paragone con i tempi gloriosi della serie C, qui non è come a Tuglie, una sfida da godersi in ogni istante, anche quando si è in svantaggio. Qui, semmai, è come a Corsano, una sofferenza da chiudere al più presto. E’ come un rigore che si preferisce non guardare.

Ferrone pareggia con un primo tempo (21-21).

Essendo l’ora del cuore, viene fuori una giocatrice dal grande carattere e dalla generosità infinita: Simona Leone.

E’ magnifica da posto quattro: ci riporta in vantaggio (22-21), replica a Ferrone (23-22) e poi piazza con grande precisione un pallone nell’incustodito posto uno avversario (24-22). Cuore di Leonessa!

L’Accademia attacca, ma il muro imperioso di Silvia respinge l’ultimo assalto e regala al Taranto la vittoria della speranza.

E’ inutile guardare la classifica. Dobbiamo vincere al PalaCaliendo con la Livi. Dura. Quasi impossibile sulla carta. Ma le partite “possibili” ci sono sfuggite di mano; se vogliamo salvarci adesso è l’ora dell’impresa.

A proposito di imprese, “Finalmente vincenti” è il titolo che esalta il nostro ritorno alla vittoria dopo tre lunghi mesi.

“Finalmente Vincenti” (con la V maiuscola) sono le mie personali congratulazioni a Viviana Vincenti, che in serata ci ha dato la notizia della promozione in B1. Il campionato era saldamente in pugno al Sala Consilina già da Natale, in pratica, ma il successo nello scontro al vertice con il Divino Amore Roma ha prodotto i punti che ancora mancavano alla matematica.

Ci fa piacere che Vivi abbia ritenuto opportuno rendere partecipi anche noi. Nel Taranto ci sono tanti suoi amici e altri ancora ce ne sono in provincia. Ovunque abbia giocato, Viviana ha lasciato ottimi ricordi perché è una grande giocatrice ed è soprattutto una splendida persona.

Tanti auguri, Vivi.

Siamo felici per te! Anzi, siamo… Felicetti.

‘A fava e ‘u scuèrcele

DANIELA: Oggi sarebbero tutte fave, in verità. Per non fare torto a nessuna delle atlete tecnica-e-cuore che abbiamo apprezzato stasera, vorrei rendere omaggio ad una ragazza che non indossa mai la maglia da gioco ma durante la settimana affida alla lavatrice un consistente numero di maglie da allenamento sudate. Non sappiamo come andrà a finire questa stagione; sicuramente Daniela ha già conquistato apprezzamento e riconoscenza. Senza contare che sa toglierci qualche castagna dal fuoco anche fuori dalla palestra.

SIMONA: Sei vittima del virus e vieni al Maria Pia a vedere la partita?! Non avresti dovuto essere qui. Io, al tuo posto, avrei fatto una visita di cortesia a casa di Michela visto che domenica prossima… Scherzo, Michi, lo sai che ti vogliamo bene.

Tabellino: TARANTO-Accademia Benevento 3-1 (25-20, 25-19, 16-25, 25-22)

Taranto: Zonca 12, Mastandrea 12, Scialacomo 14, Pisani NE, Basile NE, Renna 10, Certa 4, Leone 10, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 9, errori in battuta 7, muri-punto 6.

Accademia Benevento: Carbone 5, Ricciardi 13, Stabile 19, Lestini 0, Tancredi 0, Labianca NE, Mancini NE, Ferrone 13, Principe 9, Guadagnino 1, Basile NE, Varricchio 0, Gaudio (L) – All. Ruscello.

Aces 5, errori in battuta 6, muri-punto 7.

Arbitri: Vito Caragnano (BR) e Gianluca Mallardi (BA).

Durata set: 20’, 24’, 22’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.45’.

Altri risultati: Acquaviva delle Fonti-Sarno 1-3, San Pietro Vernotico-Azzurra Molfetta 3-1, Centro Ester NA-Leonessa Altamura 3-0, V.Altamura-Arzano 3-1, AS Benevento-Battipaglia 0-3, Salerno-Livi Potenza 0-3, ASCI Potenza-Oria 3-0.

Classifica: Sarno 67; San Pietro Vernotico 65; Centro Ester NA 63; Azzurra Molfetta 60; Battipaglia 59; Arzano 57; Livi Potenza 42; AS Benevento 40; ASCI Potenza 35; Accademia BN e V.Altamura 31; TARANTO e Oria 27; Leonessa Altamura 23; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici: Acquaviva delle Fonti retrocesso in C.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutto fermo.

Prossimo turno: Livi Potenza-Taranto, domenica 25 aprile 2010, ore 18.00, PalaCaliendo, via Cirillo 10.


ARZANO-TARANTO 3-1

11 aprile 2010

Sabato 10/domenica 11 aprile 2010 – ore 20.30

La notte più lunga del campionato.

E’ tardissimo (o prestissimo, dipende) quando si rientra a Taranto ed è notte fonda anche in senso metaforico con il Taranto che continua a precipitare in classifica. Però, sul piano del gioco e della determinazione, non è stato buio pesto; tutt’altro: la squadra ha mostrato una vitalità che mantiene integra qualche residua speranza.

Ad Arzano, come è noto, le partite si giocano alle 20.30 e questo consente di pranzare con calma a casa propria (anche se Pocahontas forse non lo sapeva ed ha portato una batteria di 15 panini imbottiti di cui non è rimasta una briciola), ma, dall’altro lato, impone un rientro quando già sta per albeggiare. Il che non è bello.

Se l’anno prossimo le nostre strade si incroceranno nuovamente, ci vendicheremo: la sola partita contro l’Arzano al Maria Pia avrà inizio alle 23.30; tutte le altre alle 19.00 come al solito.

Nel pulmino c’è un po’ di disordine; in confronto la macchina di Marcello è ordinata come la scrivania di un funzionario dell’impero austroungarico. Sotto i sedili si trova di tutto, inclusa una pistola giocattolo con il tappo rosso. Una regressione infantile piuttosto acuta mi induce a maneggiarla per l’intera durata del viaggio, comprese le soste in autogrill, dove ho rischiato di fare la fine di Re Cecconi. Ad Arzano – mi dicono – ho rischiato di peggio.

L’idea era di consegnarla a Marcello così da risultare più convincente in occasione delle discussioni con gli arbitri, ma è probabile che il coach l’avrebbe utilizzata per essere più convincente con le proprie atlete.

Che bello: dopo due mesi, ossia dopo otto turni senza di lei, c’è Cristiana.

Non si è mai allenata con la squadra, ma la sua sola presenza regala sicurezza e migliora l’umore, a prescindere da quello che farà in campo (giocherà anche molto bene, fra l’altro).

Purtroppo, però, ci sono due giocatrici convalescenti, Giulia e Silvietta.

Nel comunicato stampa avevo accennato genericamente ad un lieve infortunio; il giovane opposto, però, irride la mia volontaria inesattezza volta a non divulgare particolari poco eleganti.

E vabbè, visto che Silvietta ci tiene alla precisione, chiamiamo le cose con il loro nome: la gastroenterite, ossia il vomito e la cacarella che stanno martoriando in questi giorni la nostra città hanno colpito anche la Pallavolo Taranto. Silvietta, in particolare, ha lasciato tre chili nella tazza del gabinetto.

Le due atlete convalescenti vengono tenute a distanza da un cordone sanitario e dalla diffidenza delle compagne.

Un altro tipo di diffidenza è quella che induce Angelo a chiedere informazioni solo ai passanti che rispondono ad una sorta di requisito “etnico”; prima di chiedere dov’è la palestra che stiamo cercando, il vicecoach chiede all’interlocutore se è italiano…

Italiano o non italiano, il giovane a cui ci rivolgiamo è più affidabile di un Tom Tom ed il rintraccio del II circolo si rivela un gioco da ragazzi.

La passeggiata ad Arzano è breve ma interessante. La signora Pocahontas rimane colpita dalle trippe in bella mostra da Zi’ Rosa.

Per tutta la durata dell’incontro (ed anche dopo) la mamma della nostra giovane centrale non penserà ad altro, tanto da chiedere (invano) una pizza con la trippa.

Altrettanto suggestiva è la visione di un comitato per la festa patronale in cui una dozzina di persone, circondate da statue religiose, quadri e icone, è riunita attorno al televisore che trasmette la partita del Napoli. I commenti non sono proprio da ritiro spirituale, soprattutto dopo la rimonta subìta dagli azzurri.

Due ragazzine si affacciano sulla suglia della palestra.

“Ma che c’è? La partita?”

“Sì, – viene loro risposto – inizia alle 20.30”.

“Uffa, che palle…” – commentano prima di andarsene.

Mi sono chiesto cosa abbia determinato tanta delusione nelle ragazzine e cosa si aspettassero di trovare in una palestra, il sabato, intorno alle 20, ma non sono giunto ad altra conclusione se non che al II circolo di Arzano, quando non gioca la Guerriero Volley, il sabato sera si tengono rave-party.

L’incontro con Nunzia Campolo avviene nei corridoi adiacenti agli spogliatoi.

Io sono appena uscito da quello del Taranto, in cui ho fotografato le convalescenti con il cartello degli infettivi, Dissenten e la carta igienica (e ho ancora… l’attrezzatura in mano); la schiacciatrice sta mangiando i crostini. Il saluto tra uno con la carta igienica in mano ed una che non può parlare con la bocca piena non è di quelli che vengono rappresentati nei quadri o nei film, comunque i crostini sono proprio buoni.

Per quello che riguarda il vitto della Pallavolo Taranto, l’idea di mangiare la pizza prima della partita, dato l’orario, piuttosto che dopo, secondo me, sarebbe stata una sperimentazione scientifico-nutrizionale interessante.

Durante il riscaldamento il libero dell’Arzano, Santa Guida, si impegna a respingere di piede i servizi delle giocatrici ospiti. Bah, ognuno ha i propri metodi di allenamento.

Certo è che questa atleta mi ispira un’istintiva simpatia sia per il nome da protettrice degli automobilisti e delle scuole-guida e sia per i continui sorrisi che dispensa sul parquet, anche durante la partita, così da ricordarci che la pallavolo è pur sempre un bellissimo gioco.

Ho un debole per le giocatrici sempre sorridenti, lo ammetto.

Formazioni.

Coach Nico Borghesio schiera Margherita Cozzolino in palleggio, Maria Cristina Guadagnino opposto, Nunzia Campolo e Maria Grazia Sforza laterali, Elisabetta Piscopo e Maria Russo centrali, Santa Guida libero.

In panchina: Maria Musella, Annamaria Totaro, Carmela Petrella e Federica Severino.

L’allenatore ospite Marcello Presta replica con Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

A disposizione: Priscilla Pisani e Giulia Basile.

Primo set

Campolo: uno, due, tre, quattro, cinque… I primi punti dell’Arzano sono tutti suoi, ma in mezzo ci sono anche i punti del Taranto, che sorpendentemente conduce per 5-7 dopo un muro di Silvietta.

L’approccio è buono; ricorda un po’ la partita di andata con un Taranto concreto e attento ed un Arzano che non riesce a gestire la propria superiorità e commette errori per troppa foga.

Ad Ale vengono fischiati, con un eccesso di rigore, a mio avviso, molti tocchi irregolari e l’Arzano, spinto anche dai punti di Guadagnino, Sforza e Russo, si porta avanti (13-9).

Molto bene la nostra Gisela, ma il muro di Piscopo si oppone ad un attacco biancoblu (17-13).

Impresa del Taranto: pallonetto e muro di Cristiana, affondo di Gisela e duplice servizio vincente di Alessandra.

Adesso siamo avanti noi e il sogno di ripetere il miracolo dell’andata inizia ad affacciarsi tra i più ottimisti (17-19).

Purtroppo per noi, però, l’Arzano ha fatto tesoro dell’esperienza e replica al nostro break da 6 con una sequenza di azioni vincenti della stessa entità (23-19).

Da segnalare il pareggio di Maria Cristina Guadagnino che, nello stesso scambio, salva un pallone stendendo la mano a terra e poi va a concludere da posto due.

Gli ultimi due punti sono una diagonale stretta ed un ace di Nunzia Campolo (25-20).

Secondo set

Suona un po’ ingeneroso nei confronti delle compagne, ma giusto come semplificazione diciamo pure che il secondo parziale lo vince Nunzia. Dieci punti personali, che si sommano ai dieci del set precedente.

Invece di narrare il set, che evidentemente è stato monopolizzato dall’attaccante partenopea, soffermiamoci su qualche episodio significativo.

Non so se la gastroenterite abbia preso piede anche da queste parti; fatto sta che, a un certo punto, noto che il secondo allenatore dell’Arzano sta armeggiando con la carta igienica. O con qualcosa che le somiglia molto per forma e per colore.

Marcello se la prende con l’arbitro, reo di non apprezzare l’arte e in particolare il tocco fatato della nostra palleggiatrice. Il direttore di gara viene invitato ad utilizzare lo stesso metro di valutazione per le avversarie.

Silvia, nel tentativo di piazzare una fast, va a schiantarsi contro il seggiolone; lo scambio viene bloccato, ma per fortuna non si tratta di nulla di grave.

Qualche problema più serio deve averlo Sforza, che non rientrerà in campo dopo l’intervallo cedendo il posto a Totaro.

Il set di Nunzia finisce 25-20, ma poteva andare peggio se non avessimo recuperato qualche punticino nel finale.

Terzo set

Il Taranto più bello è quello del terzo set. Coach Marcello cambia le posizioni di partenza (me l’ha spiegato dopo; per due set io ero troppo occupato a capire se Totaro giocasse da opposto come a Taranto o da banda come Sforza) e il risultato più evidente è il contenimento di Campolo.

Eppure l’avvio non è promettente: 5-2.

Alessandra distribuisce il gioco in modo perfetto: comprende che non è il caso di puntare sulla debilitata Silvietta (preziosa a muro e in difesa, comunque), valorizza meglio le centrali, continua ad alimentare in modo costante ma non ossessivo la nostra fuoriclasse Gisela e nella fase decisiva del set farà entrare prepotentemente in partita un’encomiabile Leonessa.

Andando per gradi, il sorpasso avviene sul 6-5 con un break da sei (6-11).

Muro di Cris e reazione napoletana con Russo (10-13).

Splendida Gisela, a segno sia dalla banda che dalla zona di battuta (12-16).

A questo punto il duello è tra Campolo e Simona: l’atleta napoletana riprende i cannoneggiamenti, ma Leo replica colpo su colpo e si concede anche il primo muro-punto stagionale (14-19).

Molto belli i lungolinea di Guadagnino (molto bella anche lei, bisogna dire), ma il Taranto lotta con tecnica e cuore e il parziale viene messo in cassaforte con uno splendido pallonetto di Gisela ed un risoluto attacco del sottotenente di vascello: 18-25!

Quarto set

Un’ottima Silvia non basta a tener viva la speranza. Difesa e ricezione, grazie ad un’Ivana particolarmente precisa, contengono il volume di fuoco delle avversarie, ma in attacco siamo un po’ imprecisi.

Gisela è implacabile fino alla fine, ma i suoi punti e i muri di Cristiana riescono soltanto a tenerci agganciati fino all’11-9.

Guardo l’orologio: si sono fatte le 22.

E’ stranissimo guardare una partita a quest’ora. Più che un campionato di B2, mi sembra di assistere alla diretta televisiva di un’Olimpiade disputata in un continente distante qualche fuso orario, tipo Sydney o Pechino.

Una caratteristica simpatica è invece il segnalatore acustico dei time-out tecnici: una trombetta da stadio.

Con Russo in battuta, l’Arzano si porta sul 17-9: in evidenza una pipe di Totaro, un muro di Piscopo ed un mani-fuori di Campolo su cui stava accendendosi l’ennesima contestazione, subito spenta dall’onestà di Silvietta che ammette di aver toccato di striscio. Brava la piccina; abbiamo cresciuto una giocatrice di sani principi. Peccato che con questo nobile gesto si sia preclusa un’eventuale carriera in politica…

Arzano fa e disfa mentre il Taranto appare stanco.

L’ultima ad arrendersi è Gisela, che mette a terra due palloni di seguito (23-17), preludio agli ultimi attacchi con cui l’Arzano sigilla questo meritato successo: mani-fuori Totaro e fast Russo (25-17).

Contro una grande, l’ennesimo 1-3 che non ci serve a un tubo.

Accademia quasi salva; tre punti da spartire tra V.Altamura e Acquaviva; Oria che tenterà di valorizzare il fattore campo contro l’AS Benevento (sempre che Mauriello non ci dia un aiutino frantumando anche il parquet brindisino); insomma brutta situazione.

Le giocatrici joniche, comunque, hanno dimostrato di non aver gettato la spugna; la grinta e la crescita tecnica viste in Campania potranno tornare utili in questo delicatissimo finale di stagione.

Ora di cena. Tra il locale di Papi e Noemi nella vicina Casoria ed uno spartano ma apprezzato locale a pochi metri dalla palestra, si opta per la seconda soluzione.

Arriviamo a Taranto alle 4. Dopo aver accompagnato a casa Silvietta, veniamo fermati ad un posto di blocco dei Carabinieri.

“Dove state andando?”

“Andiamo a casa. Veniamo da una partita di pallavolo che abbiamo giocato a Napoli” – risponde Alfredo, che in quel momento è al volante.

Il maresciallo butta un occhio nel pulmino ed osservando la signora Basile, Lisa, l’unica giocatrice che non arriva a 1,65 e me non sembra molto convinto che siamo davvero una squadra di pallavolo… Solo Giulia, in effetti, ha le physique du role.

E meno male che non ha visto la rivoltella…

‘A fava e ‘u scuèrcele

GISELA: In pole-position (è proprio il caso di dire) c’era Angelo per come ha guidato all’andata. Al ritorno, però, nonostante il record del giro più veloce della Basilicata (anzi proprio per quello…), ha perso terreno. Meno male che Santa Guida ci ha protetto. Meglio, quindi, concentrarsi sulla partita. La scelta è difficile perché credo che tutte siano state molto brave. Gisela ha fornito un’ulteriore conferma di quanto meriterebbe di giocare in una squadra assai meno sfigata della nostra. E magari in un’altra categoria.

I SOLDI: Gli assenti hanno sempre torto. Ci hanno costretto ad un campionato penoso che è stato ed è una corsa ad ostacoli e in cui l’organizzazione delle trasferte non è neanche l’aspetto più deteriore. Più che il pulmino di una squadra, quello di oggi sembrava il pulmino di Little Miss Sunshine

Tabellino: Arzano-Taranto 3-1 (25-20, 25-20, 18-25, 25-17)

Arzano: Campolo N. 29, Guadagnino 6, Sforza 5, Cozzolino 0, Musella 0, Piscopo 8, Russo 9, Totaro 7, Petrella NE, Severino NE, Guida (L) – All. Borghesio.

Aces 1, errori in battuta 8, muri-punto 9.

Taranto: Zonca 8, Mastandrea 3, Scialacomo 18, Pisani NE, Basile NE, Renna 7, Certa 3, Leone 9, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 4, muri-punto 8.

Arbitri: Paolo Tropeano (AV) e Francesco Colamatteo (CE).

Durata set: 18’, 25’, 20’, 25’ – Durata totale dell’incontro: 1.38’.

Altri risultati: Sarno-ASCI Potenza 3-0, Livi Potenza-San Pietro Vernotico 2-3, Battipaglia-Centro Ester NA 2-3, Azzurra Molfetta-Leonessa Altamura 3-0, Oria-AS Benevento 3-0, Accademia BN-Salerno 3-0, V.Altamura-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 64; San Pietro Vernotico 62; Centro Ester NA e Azzurra Molfetta 60; Arzano 57; Battipaglia 56; AS Benevento 40; Livi Potenza 39; ASCI Potenza 32; Accademia BN 31; V.Altamura 28; Oria 27; TARANTO 24; Leonessa Altamura 23; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Giancaspro grande protagonista del torneo: terza squalifica stagionale, 160 euri di multa (con la collaborazione di un tifoso) e l’Azzurra vola al secondo posto dietro lo staccatissimo Salerno. Il presidente della società adriatica la prende con filosofia ed anzi lamenta il proprio “deprezzamento” a soli 15 giorni. Tornerà giusto in tempo per la gara con il Taranto. La multa non è un problema; si giri al nuovo sponsor…

Una piccola curiosità: anche quest’anno i dirigenti sono più focosi delle atlete. Ben il 75% delle sanzioni individuali (ammonizioni, squalifiche, ecc.) sono a loro carico.

Infine, tenuto conto delle sanzioni ai tesserati non pecuniarie (dunque, non valide ai fini del trofeo) inflitte nel corso della stagione a San Pietro, Taranto, Battipaglia e AS Benevento, sono rimaste soltanto in tre le squadre completamente “vergini” da provvedimenti pecuniari o a carico di tesserati: Centro Ester, Arzano e Livi Potenza. Ma c’è ancora un po’ di tempo per rimediare…

Prossimo turno: Taranto-Accademia Benevento, sabato 17 aprile 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


E’ SEMPRE IN MARE E NEANCHE LA PAGANO!

8 aprile 2010

Che il governo Berlusconi sia soltanto un set cinematografico è evidente a chiunque non si lasci prendere per il culo dalle favole servili del TG1.

All’Aquila i cittadini tolgono le macerie da soli, le forze dell’ordine lamentano la mancanza di risorse nonostante i proclami sulla sicurezza, l’economia presenta cifre allarmanti (le peggiori da 30 anni: calo del pil del 5%, debito al 115,8%, tasse aumentate, disoccupazione da 7 a 8,6% nell’ultimo anno) e sorvoliamo sugli scandali e sulle classifiche relative alla corruzione e alla libertà di stampa.

Adesso si viene a sapere che anche la Marina Militare è in crisi: a causa “dell’incapienza dei fondi” non è possibile pagare i “compensi forfettari di impiego”. In altre parole, i marinai e gli ufficiali imbarcati non percepiscono da 6 mesi i 50 euri al giorno a cui avrebbero diritto in aggiunta al normale stipendio.

Il pensiero va naturalmente alla nostra centrale, che ha rinunciato a ben 9 partite (fino adesso) per niente. E’ uno scandalo!

Meno male che la nostra atleta può contare sul lauto stipendio che le viene garantito con ammirevole puntualità dal patron della Pallavolo Taranto e da sponsor tanto corretti quanto affidabili.

Ma adesso serve un segnale forte. Noi invitiamo la nostra giocatrice ad ammutinarsi e a ripetere così le gesta dei marinai della corazzata Potemkin, quella dell’omonimo film di Sergej Ejzenstein del 1925 (poi citato da Fantozzi con modalità non proprio lusinghiere…).

Nel film i marinai si ribellano quando notano vermi nella carne che sono costretti a mangiare e prendono possesso della nave. Ma la ribellione è pagata a caro prezzo: il leader degli ammutinati viene ucciso e il suo corpo è esposto nei pressi della scalinata di Odessa suscitando così lo sdegno del popolo. La polizia zarista compie una carneficina non risparmiando donne, anziani e bambini. E’ celebre la scena della carrozzella che precipita lungo la scalinata.

Ecco, noi ci rivolgiamo alla nostra centrale.

Abbandona la nave, dove ti sfruttano senza retribuirti! Oggi ti negano i compensi forfettari; domani troverai i vermi nella carne…

Torna con noi e gioca con noi! Salva la tua squadra e salva l’onore delle Forze Armate, che non hanno saputo l’arginare la dilagante catastrofe del precariato!

Ribellati a queste umiliazioni e se il popolo di Taranto si solleverà come quello di Odessa, sapremo opporci alla Questura, costi quel che costi.

Forse una carrozzella precipiterà dalla scalinata affianco al liceo Aristosseno, ma conquisteremo la salvezza e la dignità di un popolo e di una squadra che vogliono la salvezza e le retribuzioni pattuite.


“LA PALLAVOLO TARANTO HA VINTO IL CAMPIONATO”. LUCIDA ANALISI DI PIERLUIGI BERSANI

6 aprile 2010

Una settimana dopo il voto regionale il gruppo dirigente del Partito Democratico ha analizzato l’esito della consultazione elettorale ed anche – a sorpresa – quello del campionato di serie B2.

Per la conferenza stampa il segretario Pierluigi Bersani ha scelto l’insolita cornice del Museo Egizio di Torino: “Crediamo che questa regione rappresenti al meglio la nostra strategia vincente. Invece di dialogare con i grillini e di raccogliere alcune istanze condivisibili, li abbiamo snobbati additandoli come rozzi qualunquisti ed eversivi (la richiesta di un Parlamento pulito è per noi particolarmente eversiva…). I risultati sono evidenti”.

Questa considerazione, in realtà, in un primo momento non è stata raccolta dai giornalisti, che avevano avvicinato i microfoni alle mummie egizie presenti nelle sale adiacenti in quanto le avevano scambiate per il gruppo dirigente del PD, anche se effettivamente erano più vitali e sincere.

Chiarito l’equivoco, Bersani ha sviluppato la sua analisi del voto. Come sappiamo, il centrosinistra ha perso quattro regioni: due (Campania e Calabria) le ha regalate candidando gentaglia, una (il Lazio) l’ha persa contro un’avversaria priva della lista più forte e del Piemonte si è già parlato.

Solo per un caso, non ha perso la Puglia, ma l’autolesionismo e la demenza senile di un partito incartapecorito qui hanno raggiunto ugualmente le vette più elevate.

Nonostante tutto questo e nonostante i proclami della vigilia (“L’aria tira dalla nostra parte”), il segretario del PD ritiene che le regionali 2010 siano state un successo. [1]

Se anche la minoranza interna usa espressioni politichesi come “chiediamo di sciogliere i nodi strategici che abbiamo di fronte in rapporto con la società italiana”, vuol dire che veramente questo partito è morto anche se ancora non se n’è accorto. [2]

Ma Bersani è andato oltre ed ha espresso il proprio parere anche sul campionato di pallavolo di serie B2.

“Mi sembra evidente – ha affermato il leader del PD – che la Pallavolo Taranto abbia vinto il campionato di serie B2…”

“Segretario, che cazzo sta dicendo? Il Taranto è quintultimo…” – hanno obiettato i giornalisti.

“Noi dobbiamo considerare questo dato non in rapporto alle due precedenti stagioni ma in relazione ad un processo storico più ampio e più complesso. Appena otto anni fa la Palafiom era in serie D e pertanto l’attuale quintultimo posto in B2 si configura come un risultato apprezzabile.

Dobbiamo, inoltre, considerare che la squadra non gode di visibilità mediatica tanto che il suo simbolo non è mai apparso in video in quanto, come è noto, le principali televisioni sono occupate militarmente da altre entità in una situazione di grave lesione del pluralismo che impone una seria riflessione sull’opportunità di rivedere gli attuali assetti radiotelevisivi”.

“Scusi – è intervenuto un giornalista – ma perché voi non avete mai fatto una legge sul conflitto d’interessi quando eravate maggioranza parlamentare?”

“E chi ha parlato di voler fare una legge sul conflitto d’interessi?! Io ho parlato soltanto di riflessione.

Ma non ho concluso. La Pallavolo Taranto ha affrontato il campionato senza disporre dei mezzi economici delle altre formazioni, appoggiate da potenti lobbies finanziarie ed ecclesiastiche, ed aggiungo che in considerazione delle vicissitudini patite dalla squadra jonica e del disdicevole spoil-system che ci ha danneggiati, il risultato del 12^ posto non è una sconfitta.

La Pallavolo Taranto ha inoltre battuto l’Arzano, che a sua volta ha vinto a Sarno, che è la capolista. Per la proprietà transitiva, anche il Taranto è più forte del Sarno e quindi è la migliore squadra del girone. Peccato che il Sarno abbia perso la Coppa Italia altrimenti avrei detto che il Taranto è la squadra migliore d’Italia…”

“E’ impazzito… E’ completamente fuori dalla realtà…” – hanno sussurrato tra loro i giornalisti.

“Non va poi sottaciuto, e con questo mi avvio alle conclusioni, che ben tre società tarantine di serie C potenzialmente sottraggono atlete alla Pallavolo Taranto, che dunque è ben lontana dalla pretesa di esclusività della rappresentanza pallavolistica provinciale ma è aperta ad un confronto costruttivo e programmatico sotto un profilo riformistico nel rispetto dell’identità”.

“Ma se il Taranto ha vinto – lo ha incalzato un cronista – allora cosa dobbiamo dire del Sala Consilina nel girone F?”

“Il Sala Consilina ha ingaggiato un’atleta che si chiama Vincenti e come poteva non imporsi nel proprio girone con un cognome del genere?

Il confronto tra Taranto e Sala Consilina non è omogeneo in quanto viziato da questa disparità che condiziona pesantemente il risultato politico-sportivo.”

Terminata la conferenza al Museo Egizio, abbiamo contattato al telefono l’allenatore Marcello Presta, a cui abbiamo chiesto un parere sulle parole di Bersani.

“Samuele? Beh, credo che la canzone Giudizi universali esprima…”

“Non Samuele, Pierluigi Bersani. Ha appena detto che avete vinto il campionato. Complimenti”.

“La mia opinione è nota. Come ho dichiarato alcuni giorni fa, abbiamo un piede e mezzo in serie C (si sente un rumore in sottofondo) e Bersani, come tutti i leader del PD dice solo – censura – …”

NOTE:

(1) G.C., Bersani: “Premier nervoso, sa che l’aria tira da un’altra parte”, “La Repubblica”, 21 marzo 2010, pag. 6.

(2) PERNICONI, C., Bersani brinda a una “non sconfitta”, “Il Fatto Quotidiano”, 31 marzo 2010, pag. 9.


TARANTO-VOLLEY ALTAMURA 0-3

28 marzo 2010

Sabato 27 marzo 2010 – ore 19.00

Un cappotto di 6-0 ci può stare.

Anzi, è una specie di tradizione: ogni anno c’è sempre una squadra, una sola, che ci rifila un 3-0 all’andata e un 3-0 al ritorno. Due anni fa fu l’ASCI Potenza, l’anno scorso l’AS Benevento, quest’anno ci sono già il San Pietro Vernotico e la Volley Altamura (ed è a rischio anche il confronto con l’Azzurra Molfetta, ma solo quello).

La novità è un’altra: oltre al 6-0, la peculiarità della Volley Altamura è che non ci ha preso soltanto tutti i punti disponibili, ma anche tutte le birre. Sul cibo le atlete baresi si sono mantenute – bisogna riconoscerlo – ma le birre sono sparite in un batter d’occhio con grave sconcerto per lo staff e per le giocatrici tarantine presenti visto che i punti-salvezza e le birre Ceres costituivano la comune preda della serata.

Della partita non ho molta voglia di parlare; quindi parto volentieri dalla fine.

Il nostro Paolo ha fissato per questo sabato la festa per l’inaugurazione del suo negozio di assistenza e riparazioni di computer nonché rigenerazione di cartucce. Si chiama HDR ed è ubicato in una traversa di via Golfo di Taranto.

Non soltanto gli faccio pubblicità gratuita ma intendo anche considerarlo come una specie di sponsor virtuale, però soltanto in caso di vittoria. Quando perdiamo, come oggi, preferisco associare il nome della squadra a Planitalia, Faames, Morano.

Stiamo ancora aspettando.

Aridàtece il signor La Sorsa…!

Sapevamo dell’invito, ma dopo il tracollo sul parquet gli umori non erano più adatti all’evento mondano. Alfredo, però, è riuscito a trasmetterci ottimismo e buonumore e ha pensato bene di allargare l’invito anche alle nostre avversarie, a cui, comprensibilmente, l’ottimismo e il buonumore già non mancavano.

Lo sport è amicizia, lo abbiamo sempre sostenuto.

Dopo la partenza delle nostre gentili ospiti, Paolo, nel suo discorso, rimarcherà questo aspetto e spenderà ulteriori parole di compiacimento per la cortese partecipazione della Volley Altamura. Dopo il partito dell’amore (che, in verità, fu fondato da Cicciolina e non da Berlusconi), nasce la pallavolo dell’amore…

Il profondo discorso di Paolo, però, sarà interrotto da qualcuno (di cui non faccio il nome) che spegnerà con alcuni commenti caustici la magia dello sport vissuto come amicizia e condivisione di gioia:

“Grazie al c***o che hanno voluto partecipare alla festa: hanno appena vinto 3-0 e ci hanno spodestato dalla zona salvezza…!”

E ancora:

“Dove sono finite le Ceres? Non mi dite che si sono bevute tutte le Ceres…! Non bastavano i tre punti…”

A parte le battute, diciamo che un facilitatore di questo momento di lieta condivisione è stato l’ex-allenatore della Tempesta, Carlo Festa, una persona di cui sento parlare bene in modo unanime dall’inizio dell’anno e che ha evidentemente lasciato un ottimo ricordo in città. Ma di lui sento parlare bene ovunque.

Del resto, sulle giocatrici e sullo staff tecnico di questa squadra non c’è niente da dire.

Il caso vuole che oggi festeggi il compleanno la centrale brasiliana Aninha Branco, a cui rivolgiamo tanti complimenti per la prestazione sul parquet e tanti cari auguri per questo genetliaco.

Mettendo da parte la pallavolo dell’amore e cambiando leggermente tono, è giunto il momento di fare un passo indietro e di parlare di questa stramaledetta e fottutissima partita.

Cristiana è in mare e la sua nave bastarda va direttamente dalle acque della Sicilia al porto di La Spezia; quindi il sottotenente non può giocare.

Più passa il tempo e più ci rendiamo conto di quanto sia importante la nostra centralona piemontese; i numeri parlano da soli: con lei abbiamo una media di 1,20 punti a partita (18 punti in 15 incontri); senza di lei la media cala a 0,33 (3 punti in 9 incontri), senza contare che è la seconda realizzatrice della squadra (3,16 punti a set) e la miglior “muratrice” (0,88 muri a set).

D’altra parte, non ha senso prendersela con la Marina Militare: le Forze Armate ce l’hanno tolta ma senza le Forze Armate difficilmente i destini di Cris avrebbero incrociato quelli della nostra città.

Erano invece impreviste le assenze di Angela e di Simona Mereu. All’ultimo momento coach Marcello si vede così costretto a lanciare nella mischia la quindicenne Giulia Basile. Non è l’esordio assoluto in B2: la creatura aveva giocato 4 scambi con la Leonessa Altamura e 5 scambi con l’AS Benevento (mentre Leo jastemàva il ghiaccio in panchina); è però la prima partita da titolare.

Anche il tecnico ospite non dispone di una panchina lunghissima; in compenso è completo il modello CAMP3 (ci sono finanche Vantaggiato ed Evangelisti).

Non ho mai capito perché alcune squadre portano i nomi di chi sicuramente non sarà presente; giusto pe’ complicà ‘a vita all’ segnapùnd’…

Formazioni.

Il Taranto scende sul parquet con Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con Marcello Presta la sola Priscilla Pisani.

Volley Altamura: Simona Ancora in palleggio, Sara Giogli opposto, Roberta Licata e Ilenia Di Blasi laterali, Ana Branco e Debora Zicari centrali, Anna Simonetti libero.

In panchina con il tecnico Carlo Festa la sola Margherita Ferrulli.

Primo set

Il Maria Pia è sempre più vuoto, almeno finché non sopraggiungono i rinforzi della Tempesta. Katia non ‘ngi ha v’nùte mangh’ stavota.

Prima che il silenzio venga squarciato dalle trombette, si sente nitidamente la frase pronunciata da un’atleta del Taranto: “Non disperiamo”…

‘Azz’, a questo punto stiamo…?!

All’inizio fa tutto la Volley Altamura: due muri, un attacco ed anche due punti nostri (errori in battuta).

Il primo punto “costruito” del Taranto è un muro di Giulietta, proprio lei, che in questo modo rompe subito il ghiaccio e può affrontare la partita con la giusta sicurezza (3-5).

Purtroppo, però, siamo troppo precipitosi in attacco e pur interpretando bene la gara sul piano tattico, concediamo vantaggio alle ospiti (9-15).

Molto positiva Debora Zicari: quarto punto personale e massimo distacco per le murgesi (11-18).

Gisela mette a terra tre palloni, ma Branco mantiene le distanze (14-21).

Il time-out chiamato da Marcello è proficuo: muriamo per due volte gli attacchi ospiti e contrattacchiamo con Simona, poi Silvia mette giù una ricezione lunga della Volley Altamura su servizio di Pocahontas (18-21).

Attacco Di Blasi e muro di Branco (18-23), ma c’è un’altra fiammata tarantina con Silvia e Silvietta (quest’ultima direttamente in battuta): 21-23.

E’ un’illusione: Di Blasi mura una nostra fast e Licata, una delle rare giocatrici che disdegnano le ginocchiere, schiaccia a terra il pallone che vale il primo set (21-25).

Secondo set

Anche nel secondo parziale concediamo alle ospiti un vantaggio iniziale che – col senno di poi – si rivelerà fatale (4-8).

Non stiamo giocando male, in verità: c’è qualche cazzatina, come la ribattuta su un’altra ricezione ospite lunga vanificata da un’invasione, ma riceviamo discretamente e costruiamo buone azioni. Purtroppo è la difesa della Volley Altamura ad impossessarsi di molti palloni e quando giochi bene, attacchi e non fai punto, si insinua una sensazione di impotenza.

Le ospiti sbagliano quattro servizi, ma Licata e Di Blasi martellano incessantemente dalle bande (6-12).

Dopo un ace di Gisela, la nostra Leo mette a terra quattro palloni quasi consecutivi. Il pareggio sembra vicino (12-14).

Grande Silvia (fast e muro), grande salvataggio di Ivana e grande attacco di Gisela: meno uno (15-16)!

Di Blasi allunga con una bella diagonale ed un mani-soffitto, ma le nostre ragazze continuano crederci e tanta generosità viene premiata: splendido attacco di Silvietta nell’angolino del posto uno e secondo ace di Gisela: 20-20!

Dopo una doppietta di Licata (20-22), è un muro di Silvia a rappresentare – finalmente – la prima situazione di vantaggio per il Taranto (23-22).

A questo punto, si ripete un copione già visto: nei momenti topici dei set, le biancoblu scarseggiano di cattiveria e non riescono a chiudere il parziale a proprio beneficio. Zicari conclude uno scambio intenso e lunghissimo, poi spediamo sulla rete un pallone alquanto delicato e nuovamente Zicari mette a terra il primo tempo del 23-25.

Terzo set

Volti cupi nella panchina jonica durante l’intervallo.

Ma nessuno ha voglia di arrendersi. Questa volta è il Taranto a portarsi in vantaggio grazie ad una Silvia sempre superlativa (muro, fast ed ace): 7-6.

Nonostante il buon approccio con il parziale, però, si rileva un crollo che sembra psicologico prima ancora che tecnico. Dall’altra parte della rete Zicari e Licata sono le protagoniste di un pesantissimo break di 1-11.

Adesso soffre anche la nostra ricezione, finora piuttosto positiva, ma è soprattutto la Volley Altamura a giocare una partita perfetta.

Subentra anche un po’ di nervosismo quando un lungolinea di Di Blasi viene giudicato dentro. A me, onestamente, era sembrato fuori ma eravamo già sull’8-15 e non sarebbe stato certamente questo episodio a cambiare i destini della partita. Lo stesso Alfredo-della-Tempesta appare piuttosto remissivo stasera.

E’ Ivana a protestare più vivacemente e ad essere sanzionata dal cartellino giallo (8-17).

Durante il time-out, Michele-re-della-curva fa effettuare il riscaldamento alla nipotina di 12 anni.

Ma il Taranto sa riprendersi senza ulteriori innesti: lottiamo punto a punto, replicando in tal modo agli attacchi di Branco.

Sul 14-23 otteniamo un mini-break da 3 grazie a Gisela, che supera anche questa sera i 4 punti a set, e al secondo muro-punto di Giulia, che non fa rimpiangere chi è assente.

Gisela va ancora a segno, annullando la prima palla-set delle murgesi, ma la firma in calce alla partita è di Sara Giogli, a cui basta appoggiare sapientemente il pallone in una zona incustodita del campo (18-25).

Le dirette concorrenti restano ferme (nonostante un’ottima prova dell’Acquaviva che costringe per due volte ai vantaggi l’Azzurra in una partita che dev’essere stata particolarmente emozionante).

E’ dunque proprio la Volley Altamura a trarre grandi benefici da questa giornata, scalzando il Taranto dall’ultimo posto utile per la salvezza.

Mancano ancora cinque giornate; il campionato resta aperto sia al vertice che in coda e ci sarà da lottare fino alla fine. Non è detta l’ultima parola.

‘A fava e ‘u scuèrcele

SILVIA: Nonostante la sconfitta per 0-3 ci sono molte candidate al ruolo di fava e poche al ruolo di scuèrcele. Come fava vedrei bene Paolo per il suo negozio ed i suoi pasticcini, Alfredo per la sportività con cui ha invitato le avversarie ad associarsi ad un nostro momento di festa (chiaramente non legato alla pallavolo), Giulia per il buon esordio da titolare, Leo per la consueta combattività, Gisela per la consueta dignità da fuoriclasse indiscussa, Gabriella per le calzature alla Joss Stone. Difficile scegliere: a me è piaciuta molto la partita di Silvia, per tecnica e carattere. Non è una novità.

TROMBETTA: Come scuèrcele ci sarebbero la torta di Paolo (non all’altezza dei pasticcini) o la mamma di Giulia, ca s’ha sorbìte tanta trasferte in cui la figlia faceva semplice atto di presenza e poi arriva tardi proprio nel giorno dell’esordio in B2 dal primo minuto. Mi autonomino non tanto per l’ulteriore ampliamento della panza a botte di pasticcini quanto per l’errata previsione (rivolta ad una giocatrice che non risulterà particolarmente brillante) prima del fischio d’inizio: “Sento che oggi sarà la tua partita, sento che oggi scriverai la storia di questa società…”

Tabellino: TARANTO-V.Altamura 0-3 (21-25, 23-25, 18-25)

Taranto: Mastandrea 4, Scialacomo 13, Pisani NE, Basile 3, Renna 13, Certa 0, Leone 6, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 4, errori in battuta 7, muri-punto 7.

V.Altamura: Spinelli NE, Ferrulli NE, Zicari 11, Branco 9, Giogli 6, Ancora 1, Di Blasi 12, Licata 16, Simonetti (L) – All. Festa.

Aces 4, errori in battuta 10, muri-punto 7.

Arbitri: Luca Garzia (LE) e Dario Murra (BR).

Durata set: 22’, 26’, 23’ – Durata totale dell’incontro: 1.17’.

Altri risultati: AS Benevento-Sarno 0-3, San Pietro Vernotico-Accademia BN 3-0, Centro Ester NA-Oria 3-0, Acquaviva delle Fonti-Azzurra Molfetta 1-3, Leonessa Altamura-Battipaglia 0-3, Salerno-Arzano 0-3, ASCI Potenza-Livi Potenza 3-1.

Classifica: Sarno 61; San Pietro Vernotico 60; Centro Ester NA 58; Azzurra Molfetta 57; Battipaglia 55; Arzano 54; AS Benevento 40; Livi Potenza 38; ASCI Potenza 32; Accademia BN 28; V.Altamura 25; TARANTO e Oria 24; Leonessa Altamura 23; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici: l’AS Benevento è la prima squadra senza più obiettivi: nella stessa giornata è matematicamente fuori sia dalla prospettiva B1 che da quella C. Idem (in pratica) per la Livi Potenza. Con questo finiscono i verdetti banali e adesso restano soltanto gli obiettivi veri.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Leonessa Altamura 400,00; Azzurra Molfetta 310,00; ASCI Potenza 255,00; Oria 200,00; V.Altamura e Sarno e Accademia BN 120,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Turno tranquillo.

Prossimo turno: Arzano-Taranto, nella notte tra sabato 10 aprile e domenica 11 aprile 2010, II Circolo Didattico, piazza dei Martiri.


TARANTO-AS BENEVENTO 0-3

21 marzo 2010

Sabato 20 marzo 2010 – ore 19.00

Prendi un respiro,

lasciati andare,

prendi la spinta

per saltare.

(…) Ora credimi ancora,

cambia il destino,

non ti voltare

(se vuoi salvarti)

e non ci pensare

(Marco Mengoni, Credimi ancora)

E’ una sconfitta pesante anche se dalla classifica non si evince la gravità della situazione. Per coglierla appieno bisogna dare uno sguardo anche al calendario.

Mancano sei partite: i miracoli ad Arzano, a Potenza, a Sarno e con l’Azzurra Molfetta bisogna cercarli, ma francamente sembrano di difficile realizzazione; restano gli scontri diretti casalinghi con la Volley Altamura e con l’Accademia. Intanto, questi scontri diretti bisogna vincerli entrambi (e si tratta di avversarie toniche e motivate); poi arriveremmo a 30 punti.

Basteranno? Basterebbero?

L’anno scorso all’Azzurra Molfetta non bastarono 39 punti (anche se poi fu ripescata in qualità di miglior quintultima).

Insomma, nulla è perduto e si lotterà fino alla fine, ma la sconfitta con l’AS Benevento è una mazzata di non poco conto. Siamo sull’orlo del baratro, come disse qualcuno. A tenere viva la speranza è la consapevolezza che nella nostra squadra ci sono giocatrici che possono compiere grandi imprese.

Le sannite si sono dimostrate superiori e la loro vittoria è limpida e meritata, ma duole essere stati in vantaggio in tutti i tre set di questa partita delicatissima (23-18 nel primo, 17-13 nel secondo, 22-21 nel terzo) e non essere poi riusciti a chiudere i parziali con la dovuta “cattiveria”. E dire che ad essere privo di stimoli avrebbe dovuto essere il Benevento, troppo lontano dalla B1, già ampiamente al sicuro dalla C.

Il Maria Pia ritrova la trombetta, affidata ad un altro Michele, nuovo re della curva. Ahimé, non è bastata neanche la riesumazione della trombetta.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina: l’assistant coach Angelo Soranno, Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani.

L’AS Benevento è privo della campionessa europea Over 15, Teresa Agozzino (che saluto con stima e affetto), e della palleggiatrice Chiara Lonardo.

Mister Vincenzo Feleppa adatta al ruolo di alzatrice Anna Silvia Piscopo (con buoni risultati, vedremo) e le affianca Maria Mauriello opposto, Mara Napolitano e Alessandra Ricci laterali, Miriam Napolitano e Giovanna Bernardi centrali e Valentina Musto libero.

A disposizione: Valeria Leone, Angela Faiella ed Eleonora Balducci.

Due parole sulla statura: Piscopo in palleggio giocherà molto bene, ma, al di là delle alzate, costituirà con la sola presenza un’arma psicologica terribile. La squadra gialloblu, infatti, presenta prime linee che sembrano il muro costruito tra Israele e i territori palestinesi. Fanno impressione.

Escludendo i liberi, la statura media del sestetto tarantino è 1,76 (con l’ingresso di Giulia guadagneremo un centimetro); quella del sestetto ospite è 1,82.

Altra curiosità: l’atleta meno alta del Benevento è una centrale, Bernardi: “appena” 1,75, distanziata di ben 5 cm dalla penultima. Vabbè, ma quando si è il giocatore più forte del XX secolo, i centimetri contano fino a un certo punto.

A mio modesto avviso, per concludere con l’argomento, i 12 muri-punto delle sannite sono spiegabili anche con questa evidente differenza di statura.

Primo set

Subito un muro di Mara e Benevento avanti con Mauriello e Ricci (1-4).

Errore in battuta di Ale, che comunque merita un encomio per una serie positiva di ben sette partite senza imprecisioni in battuta. L’ultimo servizio sbagliato risaliva al girone d’andata, Taranto-Sarno, secondo set, 9 gennaio. Brava la piccina nostra. E tanti auguri per l’onomastico, fra l’altro.

Altro muro subìto, altro errore in battuta: siamo 4-7.

A questo punto si incartano sia il tabellone elettronico che l’AS Benevento; Taranto entra prepotentemente in partita.

Break da 7 avviato da un pallonetto di Silvietta e proseguito con un ace di Angela, due irregolarità delle ospiti, un primo tempo ed un muro di Silvia e un attacco della Leonessa (11-7). Brava Angela, che con  suoi servizi ai limiti del campo sta creando qualche disagio alla ricezione avversaria.

Il Benevento riprende a murare (Miriam e Bernardi), ma Silvia in questa fase è a dir poco fantastica (altri 3 punti) e Silvietta fa il resto.

Dal 16-11 sono tutti cambi-palla. La partita diventa più equilibrata ma lo spettacolo stenta a decollare. Molti errori punto.

Da segnalare un attacco di Mauriello dentro la linea dei tre metri che più che un attacco è un tentativo di trivellazione del parquet.

La partita viene interrotta per cinque minuti in attesa che una squadra di operai ricostruisca la pavimentazione.

Bellissimo il lungolinea di Gisela che avrebbe dovuto costituire l’ipoteca del Taranto sul set (23-18).

Purtroppo le cose vanno diversamente: un muro di Bernardi ed una stratosferica Mauriello recuperano tutto lo svantaggio ed offrono addirittura un set-point alle ospiti (23-24).

Gisela l’annulla, ma Mauriello ottiene un mani-fuori (povere le mani di ci è capitàte…) e noi mandiamo a lato l’ultimo pallone (24-26).

Ci siamo giocati un set e – facendo le dovute grattate – speriamo di non esserci giocati altro.

Secondo set

Ogni volta che al Maria Pia c’è coach Lo Re, la domanda sorge spontanea: chi sarà venuto ad osservare?

Ogni volta che al Maria Pia c’è coach Lo Re, facciamo figure di merda e così, quali che fossero i suoi interessi, temiamo che il tecnico sia ritornato a San Vito senza grandi soddisfazioni.

Però ogni volta, quasi ogni volta che io vado al Palamacchitella, il San Vito dei Normanni vince e questo non è mica giusto: non c’è reciprocità…

A impressionare tutti favorevolmente è la solita Mauriello, che con i suoi bolidi lancia il secondo parziale (2-7).

Anche questa volta, però, il Taranto reagisce: Gisela va a segno per tre volte, Silvia compie un salvataggio miracoloso e Silvietta infila la difesa ospite con un bel lungolinea.

Ace di Alessandra (9-8)!

L’equilibrio si spezza sul 13-13: fast di Silvia, muro “sporco” di Gisela e duplice ace di Simona (17-13).

Sul più bello c’è un altro black-out: ben tre muri gialloblu, un attacco di Mauriello, ma soprattutto quattro errori-punto nostri costituiscono il parziale di 8-0 per il Benevento (17-21).

L’ingresso di Paoletta in tribuna porta un raggio di luce in cotanta tenebra ed il Taranto non si dà per vinto: recuperiamo due punti, ma poi non riusciamo a costruire un’azione per via di due giocatrici che si scontrano in campo (19-22).

Con Paoletta c’è anche la più stimata dietologa di Taranto, Anna Rita Mascellaro, e così le facciamo un po’ di pubblicità gratuita anche se il suo primato è insidiato dal professionista a cui si è recentemente rivolta una nostra atleta. Ignoriamo come si chiami; sappiamo, però, che si è specializzato ad Auschwitz.

Un po’ in disparte fino adesso, Alessandra Ricci si assume la responsabilità di schiacciare a terra con determinazione due palloni fondamentali (19-25).

Terzo set

Implacabile Mauriello: sei dei primi otto punti del Benevento sono suoi (5-8). Prima della pausa tecnica, però, succede altro.

Silvietta continua a piazzare pallonetti, ma Leo cade male e deve abbandonare il parquet per qualche minuto.

Entra Pocahontas.

Su un attacco di Mauriello, proprio Giulietta oppone il primo muro vincente della carriera. E’ un muro a due – ad essere sinceri – e sia Giulia che Silvia hanno toccato il pallone.

Il punto lo assegniamo volentieri a Giulia così in settimana si sentirà in obbligo di portare altri bigné per festeggiare il primo muro vincente in B2 in comproprietà (e ci riserviamo il diritto di chiedere ulteriori bigné per il primo muro esclusivo…).

Anzi mettiamo pure la foto in una cornicetta celebrativa come quelle dei quaderni di prima elementare.

Prima e dopo il muro ci sono altre due fast da manuale di Silvia, a mio avviso la migliore delle biancoblu.

Al time-out tecnico Leo è già rientrata in campo.

Bel Taranto e bella partita in questa fase: ennesima fast di Silvia, pallonetto di Gisela ed ace della centrale salentina (9-8).

Doppietta di Silvietta, che fa anche rima (12-10).

Le nostre ci hanno provato; non c’è nulla da dire.

Nel Benevento, però, si segnala un’ottima Bernardi, grande protagonista del parziale, ed anche le nipotine del presidente della Repubblica contribuiscono al vantaggio ospite (12-16).

Taranto resta a galla con ulteriori attacchi di Silvietta e con una pipe di Gisela.

La schiacciatrice argentina trascorre una serata molto impegnativa: riceve, difende, attacca, mura anche. Non so se stia stata lei a riparare il cancello d’ingresso alla palestra tra un set e l’altro.

Pallonetto di Ricci, errore in battuta tarantino e il destino sembra segnato: 17-21.

Invece no; c’è l’ennesima reazione che – col senno di poi – servirà soltanto a prolungare l’illusione e dunque a rendere più amara l’agonia.

Mani-fuori di Gisela, muro Silvietta-Angela, pallonetto Silvietta e tiro fuori delle ospiti dopo che Ivana ha perso una taglia di reggiseno per difendere un attacco di Mauriello.

Siamo in vantaggio per 22-21, ma la nostra partita finisce qui: attacco a lato, ace di Miriam con grave incertezza della nostra ricezione, primo tempo di Bernardi e ultimo tiro fuori delle biancoblu (22-25).

E adesso siamo un po’ come il PD pugliese: entrambi nella merda, entrambi per nostre responsabilità; l’unica differenza è che noi non ci siamo arricchiti con i 12mila euro al mese di Frisullo. Anzi…

Benevento si conferma “bestia nera” del Taranto, con l’eccezione della partita d’andata di quest’anno. Veniva da quattro sconfitte consecutive, ma anche questa volta siamo riusciti a risolvere crisi altrui.

Sembra che il ministro del Tesoro greco abbia già chiesto un appuntamento alla società tarantina; altro che aiuti dall’UE.

‘A fava e ‘u scuèrcele

GIUSEPPE: Non soltanto dedica parte del suo tempo libero agli allenamenti; decide anche di condividere con la squadra le caratteristiche zeppole nel giorno del suo onomastico. Un bel gesto.

KATIA: Aveva detto che sarebbe venuta alla prossima partita in casa, cioè questa, ma poi nisciùne l’ha viste. T’amma a mettere sus’ ‘a bust’ d’ ‘u latte pure a te…?!

Tabellino: TARANTO-AS Benevento 0-3 (24-26, 19-25, 22-25)

Taranto: Mastandrea 13, Scialacomo 13, Mereu NE, Basile 1, Renna 13, Stufano 2, Certa 1, Pisani NE, Leone S. 4, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 5, errori in battuta 9, muri-punto 5.

AS Benevento: Ricci 4, Leone V. NE, Faiella NE, Mauriello 19, Bernardi 8, Piscopo 3, Balducci NE, Napolitano Mi. 7, Napolitano Ma. 4, Musto (L) – All. Feleppa.

Aces 3, errori in battuta 7, muri-punto 12.

Arbitri: Giuseppe Valente (BR) e Maria Luisa Traversa (BA).

Durata set: 21’, 24’, 26’ – Durata totale dell’incontro: 1.17’.

Altri risultati: Sarno-Centro Ester 3-1, V.Altamura-San Pietro Vernotico 0-3, Azzurra Molfetta-Salerno 3-0, Arzano-Battipaglia 1-3, Livi Potenza-Acquaviva delle Fonti 3-0, Accademia BN-ASCI Potenza 3-1, Oria-Leonessa Altamura 3-0.

Classifica: Sarno 58; San Pietro Vernotico 57; Centro Ester NA 55; Azzurra Molfetta 54; Battipaglia 52; Arzano 51; AS Benevento 40; Livi Potenza 38; ASCI Potenza 29; Accademia BN 28; TARANTO e Oria 24; Leonessa Altamura 23; V.Altamura 22; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Leonessa Altamura 400,00; Azzurra Molfetta 310,00; ASCI Potenza 255,00; Oria 200,00; V.Altamura e Sarno e Accademia BN 120,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Multa da 150,00 all’ASCI Potenza e all’Azzurra Molfetta perché a causa di un tentativo di rissa si rendeva necessario sospendere la partita per cinque minuti.

Prossimo turno: Taranto-V.Altamura, sabato 27 marzo 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


SAN PIETRO VERNOTICO-TARANTO 3-0

15 marzo 2010

Domenica 14 marzo 2010 – ore 18.00

Nella giornata dei testa-coda non ci sono sorprese: vincono le grandi, perdono le squadre di bassa classifica. Solo la Volley Altamura, espugnando Salerno, fa un bel passo avanti e adesso sono quattro le squadre che soffiano sul collo della Pallavolo Taranto da distanza assai ravvicinata.

A San Pietro Vernotico il pronostico viene rispettato e sul campo la partita termina 3-0. Sul campo.

Anche questa settimana, però, per l’omologazione bisognerà attendere la valutazione del giudice sportivo. Al Palazzetto nessuno si è accorto di niente; la partita è sembrata regolarissima. Anzi, in oltre dieci anni che seguo la pallavolo è la prima volta in assoluto che non c’è stata neanche una minima contestazione, tanto che verso la fine del terzo set gli arbitri hanno iniziato a fare le parole crociate per tenersi impegnati.

Ma qualcosa di grave è successo. E’ successo prima della partita.

Il Fatto Quotidiano ha pubblicato alcune intercettazioni che sarebbero state acquisite casualmente dalla Procura di Sarno nell’ambito di una vecchia inchiesta sul parrucchiere di Veronica Grimaldi, indagato per crimini contro l’umanità e pettinature oscene in luogo pubblico. Gli inquirenti si sono imbattuti in una telefonata fatta dall’addetto-stampa del Taranto ad un imprecisato dirigente del San Pietro.

Addetto-stampa Taranto (TA): “Buongiorno, avrei una proposta da farvi…”

Dirigente San Pietro (SP): “Prego, si tratta della presa elettrica? Il solito sconto sul biglietto d’ingresso…?”

TA: “No, ecco, si tratta di altro. Il campionato sta per entrare nella fase decisiva ed è interesse di tutti evitare sorprese e fatiche inutili. Ci capiamo, vero…?”

SP: “Non tanto, veramente…”

TA: “Ecco, noi si pensava ad un 3-0 in vostro favore, tranquillo, senza patemi… Può essere anche l’occasione per far riposare le titolari e per dare spazio alle ragazzine…”

SP: “Ma…”

TA: “ Quello che per noi è importante sono i parziali. Dobbiamo arrivare a 15 in tutti e tre i set. Veniamo da una brutta esperienza ad Acquaviva; non vogliamo ripeterla… Siamo tutti uomini di mondo, lei mi capisce… Al giorno d’oggi si specula persino sui terremoti; cosa sarà mai una partita di B2…? Si tratta solo di accordarci sul prezzo…”

SP: “Beh, ma… non è… Cioè, noi non compriamo le partite…”

TA: “Mica voi! La compriamo noi per non fare figure di merda; tutto qui… Vi paghiamo per batterci ma in modo dignitoso; dovete farci arrivare a 15… Per quanto riguarda i soldi, noi attendiamo 750 euro da un’altra società; appena arrivano li giriamo a voi da un conto che abbiamo aperto alla Bank of Dubai…”

Fin qui le intercettazioni pubblicate su Il Fatto.

Sarno, Centro Ester, Molfetta, Arzano e Battipaglia hanno presentato un ricorso in Federazione.

Il San Pietro Vernotico, comunque, dovrebbe uscirne pulito visto che ha respinto il tentativo di corruzione. Anche la Pallavolo Taranto si è detta danneggiata dall’operato dell’addetto-stampa, da cui ha preso le distanze (“Avrebbe pagato per farci perdere; è contro i nostri interessi. Noi siamo parte lesa”).

E’ probabile, alla fine, che il risultato sarà omologato e che l’addetto-stampa, noto nell’ambiente con il nome di Trombetta, possa andare incontro ad una pesante squalifica.

Soltanto il TG1 ha difeso l’operato del tesserato jonico ed ha parlato di una barbara gogna mediatica orchestrata da giudici comunisti che non si fanno mai i cazzi loro.

Questa era la doverosa premessa.

Passiamo adesso al pomeriggio di domenica. La tradizionale sosta al bar di Vanessa viene onorata e ne conseguono due benefici: uno è la sosta in sé; il secondo beneficio è il chiarimento definitivo all’annoso dubbio sul nome degli abitanti di San Pietro Vernotico. Si chiamano sanpietrani o sanpietresi? Un manifesto elettorale di fronte al bar chiarisce tutto, finalmente: si dice sanpietrani.

All’interno del palazzetto, però, sorge un altro dubbio. Cosa saranno mai i “servizi generici” promessi da uno dei principali sponsor della società locale?

Solitamente le aziende, al pari dei professionisti, considerano la specializzazione, non la genericità, un motivo di vanto; invece la Nubile ci tiene a qualificarsi come impresa di “servizi generici”.

Fra l’altro ero convinto che la scritta “Nubile” sulle maglie indicasse lo stato civile delle giocatrici, ma evidentemente mi sbagliavo.

Sono sempre venuto volentieri a San Pietro: cultura sportiva, pubblico caloroso e competente, staff organizzato, un apprezzato ed aggiornato d.j. e squadre sempre in grado di esprimere bel volley (soprattutto questa). Leggendo il match-program scopro un altro motivo di simpatia verso questo ambiente: la stima espressa dal vice-coach nei confronti del più grande statista del XX secolo, Nelson Mandela.

Durante il riscaldamento, soltanto due palloni finiscono in tribuna ed entrambi sul piede operato di Lisa. Per tutelarsi la nostra addetta agli arbitri raccoglie una protezione che si era staccata dal tubo divisorio degli spalti.

Formazioni.

San Pietro col sestetto tipo: la nostra ex Marcella Scaglioso in palleggio, Emanuela Cafarella opposto, Michela Ristits e Loredana Corvino laterali, Claudia Carrozzo e Silvia Antonaci (quando si candiderà alle Regionali pure lei scopriremo se l’accento va sulla “o” oppure sulla seconda “a”) centrali, Valentina De Mitri libero.

In panchina con coach Vincenzo Lapertosa: Sara Barba (sempre più somigliante alla Cosentino), Sabrina Ferraro, Annalisa Perrone, Catia De Nicola e Giorgia Valente.

Taranto. Coach Marcello Presta propone Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina, Simona Mereu e Priscilla Pisani.

Primo set

Dopo un bell’intervento difensivo di Valentina De Mitri, Silvia mura un attacco della Ristits. E’ bellissimo cominciare così.

Attacco vincente di Silvietta ed ace di Silvia: 0-3!

Ecco, al posto di Marcello, io chiamerei un time-out e andrei a trattare il prezzo con la panchina ospite…

Purtroppo la Ristits si vendica nello scambio successivo e Carrozzo trova due aces consecutivi (3-3).

Antonaci interferisce (e viene per questo sanzionata col punto contro) su un’alzata di Ale e poi schiaccia un primo tempo; seguono due ulteriori servizi vincenti di Marcella ed uno di Gisela (7-6).

Il gioco è molto spezzettato. Anzi, sono quasi esclusivamente i servizi a determinare il punteggio. Servizi mirati ed insidiosi; altro che “Servizi generici”…

Dopo il primo time-out tecnico, termina lo sciopero di quattro minuti indetto dalla ricezione del San Pietro, ma non quello della ricezione del Taranto, che è iscritta evidentemente ad un altro sindacato.

Approfittando di questa lacuna, San Pietro dilaga spinto da una Carrozzo stratosferica: primo tempo perfetto, duplice blocco su una ricezione lunga del Taranto ed ulteriore attacco dal centro della rete. Ci sarebbe anche un muro a due con Marcella, ma nel dubbio assegno il punto alla nostra concittadina per motivi etnici.

Poi Marcella piazza anche un tocco di seconda tutto suo (17-8).

Torniamo in partita con un bel pallonetto di Silvia, encomiabile anche stasera, ma Carrozzo realizza il suo settimo punto personale del set. Che partitona.

Gisela replica agli attacchi delle brindisine, che commettono qualche errore in battuta ma, per contro, iniziano ad alzare il loro muro micidiale con Marcella, Antonaci e Cafarella.

Proprio l’opposto del San Pietro firma l’ultimo punto del parziale dopo un bell’attacco di Silvietta che aveva illuso la tifoseria jonica sulla possibilità di raggiungere quota 15. Purtroppo finisce 25-14. Per un pelo, peccato.

Secondo set

Ristits è un diesel; adesso che sta carburando sono cavoli amari (6-3). Sull’altro fronte, però, sfruttiamo bene il fondamentale del servizio: ace di Silvietta, di Silvia e di Ale; quest’ultimo vale il pareggio (7-7).

Vanno a segno le tre C della squadra locale (Carrozzo-Corvino-Cafarella), ma Silvietta e Gisela ci tengono agganciate alla formazione che in casa ha ottenuto sino a questo momento 31 punti sui 33 disponibili.

La difesa jonica si è ben assestata e i lividi causati dagli attacchi delle bocche di fuoco brindisine valgono come medaglie al valore.

Tuttavia, Ristits e Cafarella continuano a macinare punti (18-13).

A questo punto arriva al palazzetto e si accomoda in tribuna il sosia di Mourinho. E’ impressionante; è proprio identico!

Gisela e Silvietta salvano l’onore del Taranto, ma dal 19-15 in poi si alterna un errore in attacco nostro ad un punto di Michela Ristits, il penultimo dei quali reso possibile da un miracolo difensivo di una determinata Valentina De Mitri che tiene in gioco una palletta maligna di Angela.

Termina 25-15.

Finiremo questa partita con “zero parziali” – direbbe il Mourinho del Salento – ma stiamo giocando con dignità.

Terzo set

Dopo un punto di Ristits c’è la replica di Silvietta (2-1), che va a servire.

Ace!

Se la creatura riuscisse a piazzare altre 23 battute vincenti, potremmo riaprire la partita…

Il nostro giovane opposto serve meravigliosamente e Taranto si porta in vantaggio (2-5), ma il time-out di Lapertosa e un pallonetto di Carrozzo interrompono il trend.

Splendida Silvia: fast strettissima e muro su una pipe brindisina (3-7).

Lungo e spettacolare lo scambio che purtroppo si conclude con un nostro errore offensivo (5-7). Ma ce la stiamo giocando.

Punto di Angela e bel pallonetto di Leo, che replica alla solita Carrozzo (11-11).

A questo punto il Taranto si spegne e il San Pietro si scatena. O viceversa: il San Pietro si scatena e quindi il Taranto si spegne.

Una giocatrice di cui non faccio il nome tira un servizio (generico) sotto la rete. E’ punto contro; che palle.

Quanti formalismi… E’ passata la palla sì o no? Meh, e quello è l’importante…

Ristits in lungolinea, Carrozzo a muro e Corvino direttamente in battuta (16-11).

Silvia non si arrende e replica ad un bolide di Ristits, ma a questo punto si mette in evidenza uno dei gioiellini del San Pietro: Silvia Antonaci.

Coach Marcello l’aveva adocchiata alle semifinali Under 18, quando la centrale salentina faceva ancora parte del fertile vivaio della signora Laudisa.

“Se me la vendi, la faccio giocare subito in B2” – disse all’epoca il tecnico tarantino. Poi, però, non ci si accordò sulla contropartita perché l’allora presidente Urago non volle mollare il Suv che avevamo proposto come anticipo.

Antonaci, ben alimentata da Marcella, mette a terra tre palloni in questa fase dominata dalle brindisine (22-13).

Silvietta difende un pallone precipitandosi sulla panchina; Simo e Priscilla sono leste a farsi da parte, ma la nostra difesa non ci ha creduto e l’impresa viene vanificata.

Il nostro ultimo punto è di Gisela, che stasera ha fatto quello che ha potuto (23-14); chiude le danze Cafarella (25-14).

‘Azz’… non siamo arrivati a 15; l’idea della corruzione non era proprio campata in aria, anche se di poco.

Vittoria netta, senza storia, senza sostituzioni, senza contestazioni. Un po’ mi dispiace non aver visto giocare Catia, ma mi solleva constatare che il suo talento e le sue lunghe braccia continuano ad essere valorizzate…

Vabbè, è andata come si prevedeva. In trasferta non prendiamo un punto dal lontano 14 novembre (AS Benevento) e gli ultimi impegni sembrano piuttosto proibitivi: Arzano in casa è spietato come San Pietro, la Livi è in formissima e con il Sarno l’unica speranza sarebbe l’eventuale stato di ubriachezza delle atlete locali nell’eventualità di una promozione già acquisita e festeggiata per una settimana intera. In subordine, un’epidemia di diarrea, se dovessero riproporre – come mi auguro – la manifestazione “Arte & Cioccolato”.

Ci si proverà, è chiaro, ma realisticamente la salvezza del Taranto passa dal Maria Pia. E’ qui che dobbiamo fare di tutto per battere l’AS Benevento sabato prossimo ed è qui che ospiteremo due scontri diretti vitali contro la Volley Altamura e contro l’Accademia.

Adesso non si può più sbagliare.

Intanto ci consoliamo con un’ammirevole tradizione sanpietrana: i pasticcini a fine partita. Squisiti.

Vorremmo condividerli con le nostre ragazze, sconfitte con onore, ma purtroppo sulla porta dello spogliatoio è affisso un cartello inequivocabile: “Lo spogliatoio è attualmente utilizzato da ragazze: si prega di non entrare. Grazie”. Pazienza.

Il secondo motivo di consolazione è un’apparizione.

Improvvisamente dall’Olimpo del Volley si manifesta nel palazzetto Alessandra Piccione, accompagnata dal marito Emilio. La Fenomena invita a pregare e a tifare per il Taranto perché i tempi sono cupi ma la redenzione e la salvezza sono ancora possibili.

Quale segno tangibile della sua benevolenza, Alessandra mi consegna una maglia della Stamplast e stende le mani sulla squadra per effondere il suo spirito.

Stretto riserbo del Vaticano sull’apparizione, ma sembra che molte parrocchie stiano già organizzando dei pellegrinaggi verso il luogo dell’apparizione. Pellegrini a San Pietro…

Osservando bene la felpa, noto che uno sponsor secondario del San Vito era “Idea Sposa”. Chissà se c’è mai stata un’amichevole tra Idea SPOSA e NUBILE Servizi Generici… Più che una partita, un confronto tra due scelte di vita…

Mancano solo Progetto Convivente, Impresa Zitella e Azienda Vedova.

Sempre meglio del derby di A1 gli assorbenti della Lines Altamura e i pannoloni della Tena Santeramo (e quello si è giocato sicuro).

Visto che lo abbiamo nominato, chiudiamo con una citazione di Nelson Mandela:

“La virtù e la generosità vengono sempre ricompensate, sebbene in modi a noi sconosciuti”. [1]

Dedicata a coloro le cui virtù e la cui generosità in campo e a bordo campo purtroppo non vengono ricompensate con il mantenimento degli impegni assunti.

Ai tifosi e agli amici della Pallavolo Taranto non sfuggono i sacrifici e la dedizione di questi mesi travagliati. In attesa – speriamo – di qualcosa di più concreto, c’è sicuramente già la riconoscenza per questo impegno e un affetto che vi porterete sempre con voi.

Soprattutto se, nonostante tutto, ci regalate questa benedetta salvezza.

Forza ragazze!

‘A fava e ‘u scuèrcele

SIMONA M.: In realtà il titolo di fava andrebbe condiviso tra Simona e Priscilla. Entrambe, infatti, sono scattate in piedi e si sono allontanate tempestivamente dalla panchina dove erano accomodate permettendo a Silvietta di recuperare un pallone disperato. In tal modo hanno dimostrato di essere concentrate e reattive.

SIMONA L.: Sono già tre mesi che indossa la maglia n. 18 di Marika, meglio nota come “maglia ingravidante” e ancora non si vedono i risultati.

Tabellino: San Pietro Vernotico-Taranto 3-0 (25-14, 25-15, 25-14)

San Pietro Vernotico: Antonaci 7, Barba NE, Ferraro NE, Perrone NE, Carrozzo 13, Scaglioso 8, Corvino 5, De Nicola NE, Cafarella 11, Ristits 15, Valente NE, De Mitri (L) – All. Lapertosa.

Aces 5, errori in battuta 6, muri-punto 7.

Taranto: Mastandrea 8, Scialacomo 7, Mereu NE, Renna 9, Stufano 2, Certa 1, Pisani NE, Leone 2, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 4, muri-punto 3.

Arbitri: Gianluca Mallardi (BA) e Lorenzo De Pascale (BA).

Durata set: 16’, 22’, 20’ – Durata totale dell’incontro: 1.04’.

Altri risultati: Centro Ester NA-Accademia BN 3-0, Leonessa Altamura-Sarno 0-3, ASCI Potenza-Azzurra Molfetta 1-3, Acquaviva delle Fonti-Arzano 0-3, Battipaglia-Oria 3-0, AS Benevento-Livi Potenza 1-3, Salerno-V.Altamura 0-3.

Classifica: Centro Ester NA e Sarno 55; San Pietro Vernotico 54; Azzurra Molfetta e Arzano 51; Battipaglia 49; AS Benevento 37; Livi Potenza 35; ASCI Potenza 29; Accademia BN 25; TARANTO 24; Leonessa Altamura 23; V.Altamura 22; Oria e Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici (ancora piuttosto banali): Battipaglia salvo, ASCI fuori dalla lotta per la B1.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Multarella all’ASCI Potenza per le frasi offensive rivolte agli arbitri da un isolato spettatore. Ma il colpo che rivoluziona la classifica è del Salerno: 1.500 euri (di cui 750 a noi, che se non ce li danno pignoriamo lo stock di palloni nuovi…) per la rinuncia a giocare la partita di sabato scorso. La squadra campana balza al vertice e distanzia di oltre 1.000 euri le inseguitrici.

I danni morali al sottoscritto per il mancato arbitraggio saranno quantificati in separata sede.

Prossimo turno: Taranto-AS Benevento, sabato 20 marzo 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.

NOTE:

(1) MANDELA, N., Lungo cammino verso la libertà, Feltrinelli, Milano, 2004, 8^ ediz. (1^ ediz. 1995), pag. 20.


RITRATTI: GISELA SCIALACOMO

12 marzo 2010

SCHIACCIATRICE

Nata a Paranà (Argentina) il 17 febbraio 1980; vive a Brindisi.

Segno zodiacale:

Acquario.

Quando hai iniziato a giocare a pallavolo?

A 6 o 7 anni.

Perché proprio la pallavolo?

Perché facevo tutto quello che faceva mio fratello. Ha iniziato dal calcio, ma lì non potevo seguirlo; poi è passato alla pallacanestro e anche lì non potevo seguirlo; infine si è dedicato alla pallavolo e lì sono riuscita a inserirmi.

Hai sempre giocato da schiacciatrice?

Sì, tranne due anni in cui ho fatto il libero.

La tua carriera:

Sono cresciuta nel settore giovanile del Club Patronato, dove sono rimasta fino a 14 anni, poi ho giocato tre stagioni nel Paranà Rowing Club, partecipando ai campionati nazionali (in Argentina ci sono campionati regionali o nazionali, senza le varie categorie A, B, C, ecc.).

Dai 18 ai 20 anni ho giocato nel Club Atletico Estudiantes a Paranà. In più ho partecipato alle selezioni regionali in tutte le categorie.

E poi sono venuta in Italia:

2001-’02 – Cosenza, serie A2

2002-’03 – Cosenza, serie B1, e poi Amelia, serie C (dopo il fallimento del Cosenza).

2003-’04 – Amatori Brindisi, serie B1

2004-’05 – Amatori Brindisi, serie B1

2005-’06 – Amatori Brindisi, serie B1

2006-’07 – Volley Massafra, serie B2

2007-’08 – Autoluna Salerno, serie B2

2008-’09 – Autoluna Salerno, serie B2

2009-’10 – Pallavolo Taranto, serie B2

Cos’altro fai nella vita?

Lavoro e studio Scienze Politiche a Brindisi.

I tuoi hobbies, ammesso che abbia tempo?

Leggere.

L’ultimo libro in italiano che hai letto:

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano. E adesso ho appena iniziato Venuto al mondo di Margaret Mazzantini.

L’ultimo libro in spagnolo:

Angeles y demonios di Dan Brown.

L’ultimo film in italiano che hai visto:

Avatar.

L’ultimo film argentino:

Besos en la frente.

Il tuo cantante/gruppo preferito?

Manà e Ricardo Arjona.

Il tuo piatto italiano preferito:

Spaghetti con le vongole.

Il tuo piatto argentino:

Asado.

Sapresti elencare i tuoi principali pregi?

Sincerità, fedeltà e onestà.

E i tuoi difetti?

Sono permalosa. E molto testarda.

Il più bel ricordo della tua carriera:

Sono tanti. Ma non penso a singoli campionati in modo specifico. I bei ricordi sono le partite vinte in modo inatteso, contro ogni pronostico, magari in trasferta e al cospetto di una tribuna piena che ha tifato contro. Mi piace questo tipo di situazioni.

E poi ci sono i campionati vinti in Argentina e la qualificazione alle Final Four di Coppa Italia con il Brindisi nel 2004 e con il Salerno lo scorso anno.

Il più amaro:

Il più recente è la sconfitta nella finale play-off per la promozione in B1 con il Salerno, non tanto per la sconfitta, che fa parte dello sport, ma per la situazione che si era creata.

L’osservazione più ricorrente del coach nei tuoi riguardi:

Dice che sono una rompipalle. E che sono acida.

Bah. Il tuo soprannome:

Ce l’avevo in Argentina: Yiyo.

Giocatore o giocatrice che ammiri di più:

Emanuel Ginobili, in assoluto. In ambito pallavolistico… Silvia Renna.

Qual è stata la partita più gratificante della tua carriera?

Nella carriera ce ne sono parecchie; invece quest’anno la vittoria per 3-0 con l’Arzano.

E la partita che vorresti cancellare?

In questo caso ce ne sono parecchie quest’anno: Altamura, Benevento (Accademia), Oria…

Gli scontri diretti persi 3-0, insomma…

Ma non per la sconfitta. Per il modo con cui si è perso, per le figuracce che abbiamo fatto e perché sono dipese da noi.

Si dice che i messicani discendano dagli Aztechi, i peruviani (come Castillo) dagli Inca, gli argentini… dalle navi.

Chi furono i tuoi avi che scesero dalle navi?

I miei bisnonni siciliani, originari di Leonforte, nei pressi di Catania. Salparono dal porto di Napoli nel 1902 e conserviamo ancora i documenti relativi al loro arrivo.

Cosa ricordi con più piacere degli anni pallavolistici trascorsi in Argentina?

Devo fare una premessa: in Argentina il mondo delle società sportive è completamente diverso. I club nei quali sono cresciuta sono grandi polisportive in cui trascorrevamo intere giornate e persino le estati (nel caso di Paranà il club ha una spiaggia sul fiume).

Tutta la mia famiglia era legata al club e in particolare alla pallavolo; i miei genitori ci lavorano ancora oggi. In questo preciso momento, mentre rispondo alle tue domande, loro sono lì. Il club era ed è la mia seconda casa; nella prima ci andiamo solo per dormire e a volte per mangiare.

Nel club sono nate le mie amicizie più vere e più profonde, quelle che rimangono ancora oggi, superando le distanze.

Hai un messaggio per loro che vuoi divulgare pubblicamente?

Anche se io non chiamo mai e non scrivo mai, penso sempre ai miei amici del club con gratitudine per tutto l’affetto che mi hanno dato e che continuano a darmi.

Come è maturata la decisione di trasferirti in Italia?

Attraverso il procuratore ho ricevuto la proposta di giocare a Cosenza in serie A2. Non ci ho pensato due volte e nell’arco di un paio di settimane ho organizzato la mia partenza: passaporto, valigia, tutto.

Devo aggiungere che è stato fondamentale l’appoggio dei miei genitori. Lo è stato all’epoca della partenza e lo è ancora oggi: il loro affetto rimane un sostegno importante per la mia vita.

Una scrittrice italiana che viaggia spesso nel tuo Paese, Laura Pariani, ha affermato: “Qui in Argentina, dovunque vada, mi sento stranamente a casa”. [1]

Vale lo stesso per te in Italia? Hai avuto difficoltà ad ambientarti?

Soltanto all’inizio, ma non a causa dell’Italia, che mi è sembrata subito molto accogliente, bensì per il distacco da casa. Però ho sempre incontrato persone che mi hanno accolto con cordialità, ovunque sia stata.

Cosa ti aiuta ad attenuare la nostalgia dall’Argentina (a parte la birra Quilmes che ordini periodicamente)?

Avere accanto una persona come Diego mi dà la forza per andare avanti e per raggiungere i nostri obiettivi. E poi mi sento molto spesso con i miei, soprattutto adesso che ci si possono scambiare sms intercontinentali.

La tua famiglia riesce a seguire a distanza le tue imprese sportive?

Tramite internet: loro seguono tutto. E poi – come ho appena detto – ci sono gli sms; dopo ogni partita li aggiorno.

Al protagonista di un romanzo di Vazquez Montalban viene chiesto: “Cosa ne sa di Buenos Aires?”

Lui risponde: “Maradona, desaparecidos, tango” (un po’ come la triade “pizza, mafia, mandolino” che identifica l’Italia). [2] Analizziamoli uno per uno.

Maradona. Può un giocatore tecnicamente sensazionale ma con una vita privata disordinata diventare un allenatore autorevole e credibile per gli atleti che allena?

Maradona sì. Secondo me, Maradona in Argentina può fare tutto quello che vuole: lui sarà sempre amato e sarà sempre criticato.

Desaparecidos. Per tenere buoni i militari, sono state promulgate due leggi che rappresentano una sorta di amnistia, Obediencia debida e Punto final, poi rimesse in discussione. E’ giusto raggiungere in questo modo la pacificazione nazionale oppure credi che nessun torturatore debba morire comodamente nel proprio letto?

Nessun torturatore dovrebbe morire comodamente nel proprio letto. E’ giusto che paghino per quello che hanno fatto.

Tango. E’ un genere musicale che (meritatamente) è sempre più apprezzato e ballato anche in Italia. Quando capitano spettacoli dalla parti di Taranto o di Brindisi ci vai?

Sì, se riusciamo a saperlo per tempo. Fra l’altro anche a Diego piace molto.

Ma lo sapete anche ballare?

Io lo sapevo ballare perché in Argentina si insegna anche nelle scuole.

Cosa potrebbero imparare gli italiani dagli argentini e gli argentini dagli italiani?

Noi argentini sappiamo essere autoironici, sappiamo ridere dei nostri difetti e dei nostri problemi più degli italiani. In compenso gli argentini dovrebbero imparare… a cucinare meglio la pasta e la pizza.

Con tutti gli italiani che ci sono lì…!

Il problema è che per la pizza manca proprio la “materia prima”. La mozzarella, ad esempio, non è la stessa che c’è in Italia.

Nativi, spagnoli, italiani, polacchi, ebrei, tedeschi… Le diverse nazioni d’origine costituiscono una delle caratteristiche che rendono il tuo Paese così affascinante e che ne fanno – credo – uno dei più riusciti esempi di convivenza. Qual è il segreto?

Noi abbiamo un forte senso di appartenza e di nazionalità. Ti faccio il mio esempio personale: sono di origine italiana, vivo in Italia da anni e mi trovo benissimo. Qui sono felice e qui sto progettando il mio futuro. Però mi sento argentina e non so se riuscirò mai a sentirmi italiana quanto mi sento argentina.

Non è facile da spiegare.

Non sei l’unica giocatrice argentina del nostro girone e – più in generale – nei campionati italiani. Con quali colleghe tue connazionali ti senti o ti vedi più spesso?

In realtà, sfortunatamente, non ho mai giocato accanto ad altre argentine, tranne l’anno scorso quando a Salerno è arrivata Norma Ruggiero. Ed è con lei, in effetti, che ho instaurato un rapporto più stretto.

Torniamo al Taranto. Com’è stato possibile perdere 3-0 ad Altamura e battere 3-0 l’Arzano nell’arco di sei giorni?

E’ la dimostrazione che alterniamo pallavolo di alto livello a pallavolo da principianti. E’ proprio questa mancanza di continuità che ci ha penalizzato in tutto il campionato e ci ha spinto nella situazione critica in cui ci troviamo adesso.

Quando non ci si allena insieme con continuità ci sono giornate in cui può andarci tutto bene, ma ci sono giornate in cui i limiti si evidenziano.

Siamo sestultimi; qual è la strada per la salvezza?

Lavorare. Allenarsi quanto più possibile, badando alla qualità oltre che alla quantità, per trovare la giusta intesa. Non mollare e crederci fino alla fine.

Obiettivi e desideri personali per il tuo futuro:

In primo luogo, formare una famiglia e un passo importante lo abbiamo già fatto andando a vivere insieme. Poi un figlio…

(Non adesso…!)

…Poi laurearmi e finire la carriera nel migliore dei modi, vincendo finalmente un campionato.

NOTE:

(1) PARIANI, L., Il Paese dei sogni perduti, Effigie, Milano, 2004, pag. 37.

(2) VAZQUEZ MONTALBAN, V., Quintetto di Buenos Aires, Feltrinelli, Milano, 5^ ediz. 2005 (1^ ediz. 1999), pag. 12.


CALCOLIAMO IL TASSO DI DOMESTICITA’

9 marzo 2010

Non sono abbastanza esperto di pallavolo per sapere se esiste già o se si tratta di una mia invenzione. Presumo che esista già. In ogni caso io lo definirei “tasso di domesticità”.

Ho cercato di stabilire con un criterio matematico quale fosse la squadra del nostro girone più condizionata dal fattore campo. Mi sono venuti in mente due metodi, ma il primo mi sembra più attendibile.

METODO A

Il primo metodo è questo: si calcola l’efficienza di ogni squadra in casa (percentuale della somma dei punti vinti rispetto a quelli disponibili nelle partite interne), poi si calcola l’efficienza in trasferta (percentuale della somma dei punti vinti rispetto a quelli disponibili in incontri esterni) e infine si calcola la differenza.

Ad esempio, il Taranto ha giocato in casa 11 partite (dunque, 33 punti in palio) ed ha ottenuto 15 punti (in realtà sono 12, ma diamo per scontato che il giudice sportivo domani ce ne assegni altri 3). In questo caso, il Taranto ha conquistato il 45,4% dei punti distribuiti al Maria Pia.

Diciamo che la soglia di sufficienza sarebbe il 66,6% (ovvero la media di 2 punti su 3), ma è chiaro che dipende dagli obiettivi di ogni formazione.

In trasferta il Taranto ha giocato 11 partite (33 punti disponibili) ed ha ottenuto 9 punti, ossia il 27,2%.

Il Taranto ha dunque un tasso di domesticità di 18,2, che scaturisce dal calcolo 45,4 – 27,2 = 18,2. Questo è il peso rivestito dal fattore campo per la nostra squadra.

Ho fatto lo stesso calcolo per tutte le formazioni del girone.

Prima di arrivare ai risultati, però, prendiamo in esame l’efficienza interna di tutte le squadre, da cui si evincono le squadre più “spietate” tra le mura amiche.

Il calcolo della tabella seguente è elaborato così: si considerano tutti i punti a disposizione negli incontri casalinghi e tra questi si calcola la percentuale di quelli vinti dalle varie squadre.

EFFICIENZAIN CASA % CASA PT CASA
San Pietro Vernotico 93,9 % 31/33
Arzano 93,9 % 31/33
Battipaglia 87,8 % 29/33
Centro Ester NA 84,8 % 28/33
Sarno 84,8 % 28/33
Azzurra Molfetta 81,8 % 27/33
AS Benevento 78,8 % 26/33
Livi Potenza 57,5 % 19/33
Oria 51,5 % 17/33
Leonessa Altamura 51,5 % 17/33
Acquaviva delle Fonti 46,6 % 14/30
TARANTO 45,4 % 15/33
ASCI Potenza 39,3 % 13/33
Accademia BN 39,3 % 13/33
Volley Altamura 30,5 % 11/36
Salerno 0 % 0/33

I fortini (quasi) inespugnabili sono, dunque, quelli di San Pietro Vernotico e di Arzano (93,9%). Le brindisine hanno ceduto soltanto 2 punti alla Livi Potenza; le arzanesi 2 punti al Sarno.

Le nostre prossime trasferte, guarda caso, sono proprio a San Pietro e ad Arzano, la qual cosa è piuttosto inquietante…

Non scherza neanche il Battipaglia (87,8%).

Le squadre più vulnerabili in casa sono, invece, il Salerno (0%), la Volley Altamura (30,5%) e l’ASCI Potenza (39,3%).

Ora vediamo i rendimenti in trasferta.

EFFICIENZAFUORI CASA % FUORI PT FUORI
Centro Ester NA 72,7 % 24/33
Sarno 72,7 % 24/33
Azzurra Molfetta 63,6 % 21/33
San Pietro Vernotico 60,6 % 20/33
Arzano 51,5 % 17/33
Battipaglia 51,5 % 17/33
ASCI Potenza 48,4 % 16/33
Livi Potenza 39,3 % 13/33
Accademia BN 36,3 % 12/33
AS Benevento 33,3 % 11/33
TARANTO 27,2 % 9/33
Volley Altamura 26,6 % 8/30
Acquaviva delle Fonti 19,4 % 7/36
Leonessa Altamura 18,1 % 6/33
Oria 12,1 % 4/33
Salerno 0 % 0/33

Le squadre più efficienti fuori casa sono il Sarno e il Centro Ester, che hanno conquistato il 72,7% dei punti in palio (e non sarà un caso che si tratti anche delle due squadre in testa alla classifica). Segue l’Azzurra Molfetta (63,6%).

Chiudono la graduatoria il Salerno (0%), l’Oria (12,1%) e la Leonessa Altamura (18,1%).

A questo punto, possiamo, calcolare il cosiddetto tasso di domesticità:

TASSO DI DOMESTICITA’ DIFF. % CASA – % FUORI
AS Benevento 45,5
Arzano 42,2
Oria 39,4
Battipaglia 36,6
Leonessa Altamura 33,4
San Pietro Vernotico 33,3
Acquaviva delle Fonti 27,2
Azzurra Molfetta 18,2
Livi Potenza 18,2
TARANTO 18,2
Centro Ester NA 12,1
Sarno 12,1
Volley Altamura 3,9
Accademia BN 3,0
Salerno 0
ASCI Potenza – 9,1

La squadra più “casalinga”, quella cioè che vanta (o denuncia, dipende dai punti di vista) la maggior differenza tra rendimento interno ed esterno, è dunque l’AS Benevento (ha il 78,8% di efficienza interna e il 33,3% di efficienza esterna), seguita dall’Arzano (42,2) e dall’Oria (39,4).

A testimonianza dell’importanza rivestita dal fattore campo anche nella pallavolo, c’è solo una squadra che, sino a questo momento, ha ottenuto risultati migliori lontano dalle mura amiche (l’ASCI Potenza).

METODO B

Il secondo criterio di valutazione offre risultati molto interessanti, ma credo che sia più valido il primo. I risultati tra i due metodi sono un po’ discordanti anche se i trend delle varie squadre sono sostanzialmente analoghi.

Il metodo B considera i punti ottenuti in casa da una formazione e li rapporta ai punti complessivi ottenuti dalla stessa formazione, calcolandone la percentuale.

Per esempio, il Taranto sino a questo momento ha (o meglio, da domani dovrebbe avere) in classifica 24 punti, di cui 15 conquistati in incontri casalinghi e 9 in incontri fuori casa. I 15 punti costituiscono il 62,5% del totale di 24. Il Taranto – secondo il metodo B – avrebbe dunque un tasso di domesticità del 62,5%.

La squadra più casalinga, secondo questo criterio, sarebbe, al momento, l’Oria, che ha ottenuto tra le mura amiche oltre l’80% dei propri punti, seguita dalla Leonessa Altamura (73,9%) e dall’AS Benevento (70,3%). Con la vittoria piena di sabato scorso, l’Acquaviva delle Fonti ha abbassato la propria percentuale.

La squadra meno condizionata dal fattore campo è sempre l’ASCI Potenza, l’unica del girone ad aver conquistato fuori casa più punti rispetto a quelli ottenuti al PalaCaliendo.

TASSO DI DOMESTICITA’METODO B % PT CASA SU PT TOT PT CASA + PT FUORI (TOT)
Oria 80,9 % 17+4 (21)
Leonessa Altamura 73,9 % 17+6 (23)
AS Benevento 70,3 % 26+11 (37)
Acquaviva delle Fonti 66,6 % 14+7 (21)
Arzano 64,5 % 31+17 (48)
Battipaglia 63,0 % 29+17 (46)
TARANTO 62,5 % 15+9 (24)
San Pietro Vernotico 60,7 % 31+20 (51)
Livi Potenza 59,3 % 19+13 (32)
Volley Altamura 57,8 % 11+8 (19)
Azzurra Molfetta 56,2 % 27+21 (48)
Centro Ester NA 53,8 % 28+24 (52)
Sarno 53,8 % 28+24 (52)
Accademia BN 52,0 % 13+12 (25)
ASCI Potenza 44,8 % 13+16 (29)
Salerno NC 0+0 (0)

Va precisato, comunque, che, sebbene la maggior parte delle squadre abbia disputato 11 partite in casa ed altrettante in trasferta, la Volley Altamura ha giocato 12 partite in casa e 10 in trasferta e l’Acquaviva 10 in casa e 12 in trasferta.

Ovviamente le valutazioni saranno complete e attendibili solo a fine stagione, visto che gli impegni in casa o fuori possono presentare difficoltà mutevoli a seconda dei rispettivi calendari.

Era solo una curiosità.

A proposito di fine stagione, lo scorso anno la vincitrice Trani chiuse con queste percentuali: punti in casa 95,5%, punti fuori 88,8%, tasso di domesticità 5,7 (ossia, sostanziale indifferenza tra casa e trasferta). Vabbè, non è il caso di fare paragoni; quella era una squadra galattica.

L’ultima piazza utile per la salvezza la occupò il Tuglie: punti in casa 51,1%, punti fuori 42,2%.

Nonostante i 39 punti in classifica, non ce la fece in prima battuta l’Azzurra Molfetta: il rendimento molto buono in casa (57,7%) fu compromesso da una certa sofferenza in trasferta (28,8%).

Noi chiudemmo con efficienza in casa 64,4%, fuori 55,5% e quindi domesticità 8,9.

Ancora più ridotto era il peso del fattore campo nell’anno della nostra prima salvezza in B2 (2007-’08): efficienza in casa 48,7%, fuori 41%, domesticità 7,7 ed una squadra che effettivamente scrisse in trasferta quasi tutte le pagine più belle della storia di quel campionato.

NOTE:

Il disegno in alto è di Lele Luzzati.


TARANTO-SALERNO: NON DISPUTATA

7 marzo 2010

Sabato 6 marzo 2010 – ore 19.00

No, in realtà non è bello vincere facile.

Indubbiamente 3 punti in più in classifica fanno comodo, soprattutto in questo momento e soprattutto perché ci riportano in zona salvezza, ma la mancata presentazione di una squadra ad un incontro è sempre una sconfitta per lo sport.

Ognuno sape l’ fatt’ sue e non entro nel merito di vicende che non conosco; credo che sia stata una scelta dolorosa soprattutto per il Salerno.

Certo è che la pallavolo scricchiola e forse si rendono necessarie garanzie maggiori prima di iniziare un campionato, sia verso “l’esterno” che verso “l’interno”, ossia verso le atlete e lo staff del proprio stesso club (non sto pensando al Salerno, ovviamente, ma a qualcosa di molto più vicino).

Detto questo, il Maria Pia apre soltanto per una sessione di allenamento.

Salerno ha avuto il garbo di avvisare tutti in anticipo e noi, a nostra volta, abbiamo informato per tempo gli organi di informazione locali. Se qualche spettatore si è presentato in palestra perché ha letto del programma della partita su un dato giornale, ci dispiace ma non è colpa nostra.

Speriamo che la rinuncia a questa partita sia un fatto episodico e che la regolarità del campionato non venga viziata. Dovrebbe essere così; il Salerno non si ritira.

Anzi, è stato fatto anche un tentativo per recuperare questa partita attraverso un decreto legge varato frettolosamente dal Consiglio del Ministri. Il presidente della Repubblica, però, non lo ha voluto firmare.

“L’esclusione del Salerno dalla partita di oggi al Maria Pia – ha dichiarato il portavoce del Governo – costituisce una violazione del diritto di giocare, che è un diritto universale. Non si può danneggiare una squadra soltanto per una indisponibilità temporanea. Abbiamo varato un decreto che non si configura come una nuova legge ma si limita ad interpretare le precedenti”.

L’IDV ha parlato di golpe ed aveva minacciato l’avvio della procedura di impeachment per il presidente della Repubblica qualora avesse firmato il decretino. Minaccia resa inutile da un improvviso abbiocco del Capo dello Stato, già troppo provato dalla firma di un alto decretino relativo alle liste elettorali nel cuore della notte.

A proposito, chissà perché le persone a 65 anni sono considerate pensionabili rispetto a tutti i lavori normali mentre a 85 anni sono considerate ancora idonee per fare il presidente della Repubblica…

Tornando alla rinuncia del Salerno, la Pallavolo Taranto ha assunto una posizione più morbida: “Se dalla Campania dovessero portarci le mozzarelline di bufala, crediamo anche noi che si possa concordare un rinvio della partita. Altrimenti le regole della FIPAV parlano chiaro”.

In settimana le autorità federali dovrebbero assegnare al Taranto la vittoria per 3-0 a tavolino. La classifica che segue anticipa questa risoluzione ed in tal caso la retrocessione matematica del Salerno sarebbe il primo verdetto della stagione.

Altri verdetti talmente scontati che mi viene da ridere soltanto a riferirli: Sarno, Centro Ester, San Pietro Vernotico, Azzurra Molfetta e Arzano sono… matematicamente salve (coach Vitale ha raggiunto l’obiettivo dichiarato; lo ha raggiunto trovandosi al vertice della classifica); Accademia Benevento, Taranto, Leonessa Altamura, Oria, Acquaviva e V.Altamura sono… ehm… matematicamente fuori dalla lotta per la B1.

‘A fava e ‘u scuèrcele

MONTAGNA: Tornava nella nostra palestra a distanza di tre anni dall’ultima volta (Taranto-Ugento) e proprio stasera… bah! Comunque, prendiamo atto che anche questa volta l’arbitraggio è stato privo di errori e della benché minima contestazione.

GISELA: Incredibile: non ha messo un pallone a terra… Proprio lei che, anche in una stagione travagliata come questa, viaggia su medie estremamente positive. Per l’esattezza: 4,01 punti a set (nonostante i tempi di recupero dopo i due mesi di assenza), con punte di 7,65 a Battipaglia e 5,60 contro l’Acquaviva all’andata.

Tabellino: Taranto-Salerno non disputata.

Altri risultati: Sarno-Battipaglia 3-2, Livi Potenza-Centro Ester NA 0-3, San Pietro Vernotico-ASCI Potenza 3-0, Arzano-Leonessa Altamura 3-0, Azzurra Molfetta-Oria 3-1, V.Altamura-AS Benevento 3-0, Accademia BN-Acquaviva delle Fonti 0-3.

Classifica: Centro Ester NA e Sarno 52; San Pietro Vernotico 51; Azzurra Molfetta e Arzano 48; Battipaglia 46; AS Benevento 37; Livi Potenza 32; ASCI Potenza 29; Accademia BN 25; TARANTO* 24; Leonessa Altamura 23; Oria e Acquaviva delle Fonti 21; V.Altamura 19; Salerno 0.

(*) Taranto: punteggio presunto, in attesa delle determinazioni del Giudice Federale.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutti buoni. La crisi è crisi.

Prossimo turno: San Pietro Vernotico-Taranto, domenica 14 marzo, ore 18.00.


EMERGENZA TARANTO: ARRIVA BERTOLASO

5 marzo 2010

Di fronte allo stato di emergenza in cui è piombata la Pallavolo Taranto dopo la sconfitta di sabato scorso ad Acquaviva delle Fonti, non si è fatto attendere l’intervento della Protezione Civile.

Guido Bertolaso è arrivato nella città dei Due Mari sin da lunedì ed ha sorvolato in elicottero la zona colpita dal disastro e in particolare i quartieri Salinella e Solito Corvisea.

Il capo della Protezione Civile ha assicurato aiuti immediati alla squadra tarantina attraverso procedure più snelle e veloci per l’assegnazione di appalti: in particolare saranno ricostruiti i muri, rafforzate le difese del suolo e si provvederà anche a sviluppare programmi di sostegno psicologico e motivazionale per le vittime di questa emergenza.

Sull’operato della Protezione Civile, tuttavia, sta indagando la Procura di Taranto; il sospetto è che sulla ricostruzione della classifica della formazione jonica vi siano state speculazioni.

Sono trapelate anche delle intercettazioni molto compromettenti tra un imprenditore destinato alla ricostruzione, Francesco Maria Piscicelli, e suo cognato Gagliardi (nulla a che vedere con il coach della Lore Lei Potenza).

Questa è la trascrizione di una telefonata intercetata dalla Procura alle 20.01 di sabato 27 febbraio, proprio mentre terminava Acquaviva-Taranto.

Gagliardi: “Oh, hai visto cosa è successo ad Acquaviva?”

Piscicelli: “Lo so, lo so… Ho parlato con Guido che era là a vedere…”

Gagliardi: “Minchia, 25-8 il quarto set!”

Piscicelli: “Eheheh (ride) E’ una catastrofe. Cioè, non si è mai visto…”

Gagliardi: “Occupati di ‘sta roba perché qui bisogna partire in quarta subito; non è che c’è un 25-8 ogni settimana”.

Piscicelli: “Lo so. Eheh (ride) E’ più divertente del terremoto dell’Aquila”.

Gagliardi: “Parla con Balducci, Anemone. Bisogna che venga dichiarato lo stato di calamità così magari è più facile prendere i soldi della ricostruzione”.

Piscicelli: “Potremmo anche fare la cresta usando il metodo Impregilo”.

Gagliardi: “Impreche?”

Piscicelli: “Impregilo. I delinquenti che hanno costruito l’ospedale dell’Aquila con la sabbia al posto del cemento…”

Successivamente le attenzioni degli imprenditori si sono spostate sugli appalti del G8, che è stato trasferito dalla Maddalena a Taranto. Dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, Diego Anemone avrebbe chiamato al cellulare Mauro Della Giovampaola.

Anemone: “Spostano il G8 dalla Maddalena alla palestra Maria Pia di Taranto; me l’ha detto Guido.”

Della Giovampaola: “Sono uno sbonno di soldi, di appalti”.

Anemone: “Sì, perché là è tutto da rifare, a cominciare dal cancello rotto. Verranno Obama, Merkel, Putin, tutti…”

Della Giovampaola: “Al Maria Pia, sì. Lì ci saranno le riunioni dei grandi. Ma poi stanno un sacco di altre cose: c’è da organizzare i trasporti, i servizi, il catering…”

Anemone: “Ma io ho sentito dire che vogliono andare a mangiare al Siddharta, tranne Obama, che ha chiesto espressamente dei panzerotti di Ernesto…”

Della Giovampaola: “Poi dovremmo interessarci dell’appalto degli impianti idraulici e termoidraulici”.

Anemone: “No, a Taranto c’è Termoidraulica Nitti. Con quelli non possiamo competere neanche truccando la gara…”

Della Giovampaola: “Beh, vabbè, poi sentiamo Guido. Sta per andare a Taranto a vedere”.

E proprio l’arrivo a Taranto di Bertolaso ha indotto i magistrati ad aprire un altro filone di indagini. Alcune intercettazioni lasciano supporre che Bertolaso si sia recato in Puglia anche per dei massaggi particolari.

Atterrato all’aeroporto Arlotta di Grottaglie, Bertolaso avrebbe telefonato a Simone Rossetti, il factotum di Diego Anemone:

Bertolaso: “Sono Guido, buongiorno”.

Rossetti: “Buongiorno”.

Bertolaso: “Io sono atterrato in questo istante dall’Aquila. Se oggi pomeriggio una ragazza lì al Maria Pia potesse… Cioè, le ho viste giocare ad Acquaviva e io a queste gliela darei volentieri una…”

Rossetti: “Ho capito, sì, ma non sono mica disponibili”.

Bertolaso: “Ah, no?”

Rossetti: “No. Tu frequenti Berlusconi e ormai ti sei convinto che tutte le donne siano zoccole, ma pare che non sia proprio così”.

Bertolaso: “Ah. Beh, allora cercate da qualche altra parte; basta che sia viva, che respiri e che abbia il bikini stretto. Io sto arrivando; vi richiamo fra venti minuti”.

Rossetti: “Bah, allora vai al Palafiom, non al Maria Pia. Può darsi che lì ci sia una che chiamano Flipper…”

Bertolaso: “Flipper… M’ispira. Organizzatemi qualche situazione”.

Poco dopo, però, Bertolaso avrebbe richiamato. Il Capo della Protezione Civile era piuttosto contrariato.

Bertolaso: “Andate a fan***!”

Rossetti: “Cosa c’è? Non ti è piaciuto il massaggino?”

Bertolaso: “Ma era una cagnetta, ca**o!”

Rossetti: “Ohu, quella abbiamo trovato. Tu avevi detto che bastava che fosse viva e respirasse…”

Bertolaso: “Ma siete proprio dei pezzi di ***!”

Rossetti: “E non sai quanto c’è voluto per infilarle quel bikini stretto…”

Bertolaso: “Vaff***. Torno al Salaria”.

Rossetti: “Facciamo sparire i preservativi…”

Fin qui le intercettazioni.

Le risate nella sera della sconfitta di Acquaviva hanno scatenato la rabbia della tifoseria tarantina: “E’ mostruoso: mentre noi perdevamo la partita, loro ridevano e si fregavano le mani”.

I sostenitori della squadra biancoblu sono scesi in piazza per protestare. Sui loro cartelli la scritta: “Alle 20.01 io non ridevo”.

NOTE:

Le vere intercettazioni relative ai massaggi di Bertolaso si leggono su http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/11/news/intercettazione_festa_bertolaso-2259142/

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/15/news/verbali_notte_con_bertolaso-2303052/


ACQUAVIVA DELLE FONTI-TARANTO 3-1

28 febbraio 2010

Sabato 27 febbraio 2010 – ore 18.30

La grinta di Pasqua Salviola, unitamente alla classe immensa di Sabrina Cosentino, è uno degli aspetti che hanno fatto la differenza tra Taranto ed Acquaviva sul piano caratteriale.

Da un lato una formazione agguerrita che ha avuto il merito di non arrendersi mai, al punto da annullare sei palle-set nell’unico parziale perso (che forse, paradossalmente, è stato quello della svolta).

Dall’altro lato una formazione spenta, quasi rassegnata, per l’ennesima volta spettatrice della rivitalizzazione di un’avversaria in deficit di punti (era già successo con la V.Altamura, con l’Accademia Benevento e con l’Oria).

Non è stato soltanto questo, ovviamente. L’Acquaviva ha giocato un’ottima partita dal punto di vista tecnico e tutte le atlete hanno contribuito in ugual misura a questo successo.

Al Taranto restano due buoni set giocati in equilibrio, una soglia salvezza che è rimasta invariata ed un finale di partita troppo brutto per non reclamare un riscatto immediato e totale.

Ma torniamo al pomeriggio di sabato.

Così come a Turi, scopriamo che anche ad Acquaviva il palazzetto rappresenta l’ultimo presidio urbano prima dell’aperta campagna. Oltre il PalaCosentino non c’è più nulla.

Poiché la nostra addetta agli arbitri è reduce da un intervento al piede, riprendiamo le auto per raggiungere il bar mentre le nostre atlete si accontentano del distributore creativo.

Lisa cammina in modo spedito e – con la scusa che deve tenere il piede alzato – ogni tanto si esibisce in qualche passo di danza appoggiandosi a cofani di macchine o a divani abbandonati. Farò una bella relazione per il medico che l’ha operata…

Il bar prescelto sembra uscito da un film americano anche se il ricorso alle carte napoletane da parte degli avventori ci riporta alle nostre tradizioni.

Quando torniamo al PalaCosentino notiamo una signora che lavora all’uncinetto dentro una Clio scura.

Finalmente ho modo di rivedere da vicino la mitica Sabri, sempre più bona. Niente foto insieme altrimenti tutti la commenterebbero con la frase più ovvia e inflazionata che ho letto ai tempi del Valenzano: la bella e la bestia…

Durante il riscaldamento una giocatrice locale viene praticamente mummificata: due compagne la avvolgono in uno strato di tessuto blu scuro. Forse era a questo che stava lavorando la signora nella Clio.

L’Acquaviva rinuncia alla guerra tattico-fisiologica e il bambino presente a San Pietro può godersi la partita senza dover bere due litri d’acqua a set; in compenso la direzione del gabinetto è indicata da Winnie the Pooh, un personaggio che non contribuisce al buon umore di coach Marcello. Questa sarà un’altra chiave di lettura della sconfitta.

Formazioni.

Coach Francesco Bruno punta su Sabrina Cosentino in palleggio, Raffaella D’Ambrosio opposto, Paola Armenise e Pasqua Salviola laterali, Angela Ceo e Lucrezia Salamida centrali, Daniela Caricato libero.

In panchina: Cesaria Ursini, Nicla Marzano, Anastasia Komarova e Maria Antonietta Miale.

Il Taranto schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

Fanno compagnia a coach Marcello Presta: Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani, oltre ovviamente ad Angelo Soranno, unico esponente montese questa sera.

Primo set

Gisela presenta il biglietto da visita con due attacchi consecutivi, ma i servizi di Paola Armenise ci fanno capire che anche oggi la ricezione jonica vivrà momenti difficili (5-3).

Come a San Pietro, si alza spesso e volentieri il muro delle baresi e gli attacchi di Silvietta non bastano a recuperare lo svantaggio.

Il pareggio lo conquista la nostra fuoriclasse appulo-argentina (11-11) e viene mantenuto da un mani-soffitto di Silvietta.

Scambio di primi tempi light, ossia con atleta sospesa nell’aria che attende l’ultimo istante prima di appoggiare dolcemente la palla a terra (Ceo da un lato, Angela dall’altro).

Entra in partita Salviola e Sabrina Cosentino ottiene un ace favorito dal nastro (17-14).

Poco dopo, però, l’arbitro commette un gesto sacrilego fischiando una doppia alla palleggiatrice catanese (io, veramente, avevo notato un’invasione di piede, ma si sa che la vista non è proprio il mio forte specie quando gli occhi sono distratti da cotanta meraviglia estetica).

Tre attacchi di Gisela (sette punti nel set) e un bel mani-fuori di Angela, molto positiva stasera, ci portano per la prima volta in vantaggio (20-21).

Dopo l’ennesimo bell’attacco di Silvietta (22-23), c’è la prima manifestazione di autolesionismo del Taranto, che manca di cattiveria e si impantana proprio ad un passo dal traguardo: vada per l’attacco di Salviola, ma i due tiri fuori consecutivi richiedono un’immediata confessione dal parroco di fiducia (25-23).

Non solo: gli ultimi sei punti dell’Acquaviva sono stati errori nostri (un servizio e quattro attacchi). C’è materia di riflessione.

Secondo set

Dopo due belle fast di Silvia e di Angela ed un muro di Silvietta (l’unico nostro muro-punto di tutta la partita, ahimé), scatta avanti l’Acquaviva grazie alle sue bocche di fuoco (Armenise, D’Ambrosio, Salviola).

Sul 7-5 c’è la reazione della Pallavolo Taranto ONLUS: due attacchi di Leo, un ace di Silvietta, un pallonetto delizioso di Gisela e una fast tosta di Silvia (7-11).

Altro punto di Silvia, che poi va a servire e lo fa egregiamente: grazie anche alle sue battute, questa volta il break è di sette punti, con Gisela martello implacabile.

Nel corso della striscia vincente, Silvietta si tuffa alla Del Piero e con la mano stesa sul parquet riesce a salvare l’azione; l’arbitro prima assegna il punto alle padrone di casa, poi ha l’onestà intellettuale di correggersi.

La serie positiva è chiusa da una magia di Angela: fast a pallonetto che spiazza il temibile muro locale ed atterra con precisione in posto quattro (10-19).

Coach Bruno effettua un cambio che non condivido assolutamente, anche perché la panchina è dalla parte opposta rispetto agli spalti. Molto lontana. Ma forse ha voluto concedere una standing-ovation alla sua giocatrice più rappresentativa.

Anche Gisela ottiene un punto creativo appoggiando nei pressi della linea di fondo.

Angela Chief Executive Officer sbaglia un servizio e concentra venticinque imprecazioni in due secondi netti. Nel quarto set le sue battute fungeranno da traino per il successo; intanto, però, siamo sul 16-24 ed abbiamo otto palle-set a disposizione.

Qui finisce virtualmente la partita del Taranto e si registra il secondo episodio di autolesionismo.

Punto di Salviola con urletto redarguito dall’arbitro, ace Marzano, attacco nostro sulla rete, muro D’Ambrosio, altro ace Marzano e mani-fuori Salviola. L’Acquaviva ha annullato sei palle-set e soltanto un’incertezza difensiva pone fine ad una situazione che stava diventando pericolosa (22-25).

Il set è nostro, ma nel finale è l’Acquaviva ad essersi caricato sul piano emotivo ed agonistico; forse è il caso di dire che la nostra è stata una classica vittoria di Pirro.

Terzo set

Silvia Renna è l’ultima ad arrendersi. Ben alimentata da Ale, la nostra centrale salentina scarica tre fast risolute nella metà campo delle padrone di casa; quella che vale l’8-6 costituisce, però, il canto del cigno biancoblu.

Da adesso in poi c’è soltanto una squadra sul parquet e purtroppo non è la Pallavolo Taranto ONLUS.

Due punti di Salviola, una pipe nastro-culo di Armenise, un muro di Salamida fanno parte del parziale di 7-0 con cui l’Acquaviva mette le mani sul set (15-6).

Con l’ingresso di Simona Mereu, coach Marcello tenta di sistemare una ricezione ed una difesa che stanno lasciando un po’ a desiderare.

Purtroppo Cosentino e compagne non si fermano più e ci riservano un altro break da quattro (21-9).

Se avessimo una radiolina e se le partite di serie C fossero trasmesse dalla RAI, potremmo almeno consolarci con l’impresa della Tempesta, che al Maria Pia sta battendo l’Ostuni.

Se, invece, fossimo dei rincoglioniti come Morgan, potremmo usare un po’ di cocaina come antidepressivo, ma per fortuna abbiamo un maggior rispetto della nostra vita e della nostra intelligenza.

Armenise e Ceo chiudono il terzo set; a noi non resta che confidare nel quarto, ignorando che sarà una delle pagine più infelici della storia del Taranto di B2.

Quarto set

Al rientro in campo, Raffaella D’Ambrosio si allaccia la scarpa.

Si comincia con un 3-0 frutto di una doppia, di un muro di Salamida e di un ace della Cosentino.

Angela attenua il distacco (3-2), ma poi riprende la marcia trionfale dell’Acquaviva (7-2).

I nostri attacchi si infrangono sul solido muro della squadra celeste (4 nel set; 12 nell’intero incontro) o sulle mani attente e reattive del libero Caricato.

I servizi delle padrone di casa cadono spesso e volentieri nei buchi di una ricezione distratta e confusa (6 aces nel set; 14 nell’intero incontro).

Tira Silvietta e la difesa locale non riesce a contrattaccare (8-5), ma ad ogni nostro punto segue una striscia di azioni efficaci dell’Acquaviva: primo tempo di Ceo e caratteristico “puntazzo” dell’opposto D’Ambrosio (12-5).

La fast di Silvia che vale il 13-8 è l’ultimo punto del Taranto. Con Angela Ceo in servizio, inizia una lenta e inesorabile tortura: tiri fuori biancoblu e tiri dentro dell’Acquaviva; anche Sabrina si concede un attacco da posto due (18-8).

Salviola appoggia abilmente la palla sulle mani del muro jonico e poi, un po’ meno abilmente, indrùppica a terra (19-8).

Poco più tardi avrà modo di lanciare l’ultimo urlo della serata (21-8).

Ceo ottiene il terzo ace grazie all’ennesimo errore di valutazione di una ricezione in tilt e le fast mani-fuori di Salamida pongono finalmente fine a questa sofferenza (25-8).

Non so in serie C, ma in B2 non eravamo mai rimasti fermi ad 8 punti in un set.

I parziali peggiori della storia erano tre 25-10:

a Trani nel 2007-’08;

a Benevento (AS Volley) quest’anno;

a Potenza (ASCI) quest’anno.

Beh, questi riferimenti “storici” un po’ mi consolano: sia a Benevento che a Potenza, dopo aver perso un set 25-10, poi abbiamo vinto la partita.

Conoscendo il carattere delle nostre ragazze, sono sicuro che sapranno riscattarsi ancora. Oggi l’unico obiettivo che è sfumato matematicamente è… la promozione in B1, ma la salvezza resta lì a 2 punti di distanza, esattamente dov’era prima.

E so che le nostre giocatrici lotteranno con le unghie per prendersela.

L’altra consolazione è verificare, a fine partita, che Sabrina Cosentino esiste veramente e non è un’illusione ottica. Fortunata la Puglia ad aver ritrovato una campionessa così.

Concludo con un piccolo grande mistero dell’umanità: se Giulia e Priscilla sono le uniche a non aver giocato (e quindi sudato), perché sono le ultime ad uscire dallo spogliatoio e a far aspettare così tanto tempo il signor Priscillo? Mah.

‘A fava e ‘u scuèrcele

ANGELA: Si è rivelata una buona soluzione offensiva per buona parte della gara, coronando la sua prestazione con otto punti personali di pregevole fattura. La chicca è stata il pallonetto piazzato nel posto quattro avversario nel corso del secondo set. Anche il nuovo look ideato dal parrucchiere merita un apprezzamento.

LISA: Caro medico dell’ospedale di Siena che hai appena operato al piede la nostra addetta agli arbitri, ecco cosa se ne fa la signora dei tuoi consigli: passeggia, corre, salta. Poco c’è mancato che scendesse anche in campo per giocare. Poi si lamenta che le dita sono nere e gonfie. Tanto si comunica in vista del controllo.

Tabellino: Acquaviva delle Fonti-Taranto 3-1 (25-23, 22-25, 25-11, 25-8)

Acquaviva delle Fonti: Cosentino 4, Armenise 18, Ursini NE, Ceo 14, Marzano 2, Komarova NE, Miale NE, Salamida 12, D’Ambrosio 9, Salviola 15, Caricato (L) – All. Bruno.

Aces 14, errori in battuta 10, muri-punto 12.

Taranto: Mastandrea 7, Scialacomo 15, Mereu 0, Basile NE, Renna 11, Stufano 8, Certa 1, Pisani NE, Leone 3, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 3, errori in battuta 3, muri-punto 1.

Arbitri: Giuseppe Stallone (FG) e Gianluca Delvecchio (FG).

Durata set: 20’, 24’, 20’, 18’ – Durata totale dell’incontro: 1.31’.

Altri risultati: Oria-Sarno 2-3, Centro Ester NA-Arzano 3-1, Salerno-San Pietro Vernotico 0-3, AS Benevento-Azzurra Molfetta 0-3, Battipaglia-Accademia BN 3-0, Leonessa Altamura-Livi Potenza 1-3, ASCI Potenza-V.Altamura 1-3.

Classifica: Sarno 50; Centro Ester NA 49; San Pietro Vernotico 48; Azzurra Molfetta, Battipaglia e Arzano 45; AS Benevento 37; Livi Potenza 32; ASCI Potenza 29; Accademia BN 25; Leonessa Altamura 23; TARANTO e Oria 21; Acquaviva delle Fonti 18; V.Altamura 16; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Classifica ferma. Al Taranto è andata bene visto che il coach ha rimediato soltanto una diffida. Se si resta a quota zero, aumentano le possibilità del consueto lancio di peluche ad Ale in occasione dell’ultima partita di campionato…

Prossimo turno: Taranto-Salerno, sabato 6 marzo 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


TARANTO-BATTIPAGLIA 1-3

21 febbraio 2010

Sabato 20 febbraio 2010 – ore 19.00

Rosso come il cartellino esibito a coach Marcello.

Rosso come il colore delle maglie del Battipaglia, vincitore (con merito) di questa partita.

Rosso come il conto in banca delle nostre atlete.

Rosso come la passione delle nostre atlete, protagoniste di una gara ammirevole e ben giocata.

Ma forse è meglio perdere come a Oria: 0-3 netto, senza storia, punto e basta.

Invece ecco l’ennesimo 1-3 al cospetto di una grande squadra: tanta fatica, una buona prestazione, la speranza di guadagnare almeno un punto e poi comunque non ti resta niente in classifica. Era già successo – recentemente – con il Sarno e con il Centro Ester. Che nervi.

Comunque, le ragazze sono state encomiabili.

Per quello che mi riguarda, è anche una partita che mi lascia dell’aggressività repressa.

Vorrei dire due paroline sull’arbitraggio, ma devo restare fedele ai miei sani propositi di non contestazione.

Mi ero prefisso di criticare il sostituto di Caliendo per solidarietà con il tecnico campano, ma scopro che è il marito di Norma Ruggiero e quindi devo contenermi per rispetto a una giocatrice che stimo.

Quasi quasi mi rimangio la pace stipulata con Dello Monaco così almeno mi posso sfogare su qualcuno…

No, devo trovare altre soluzioni. Mah, mi sa che domani compro un modellino del Duomo di Milano e lo tiro addosso all’ex-assessore al Bilancio del Comune di Taranto, se è ancora a piede libero (è difficile che venga Berlusconi a Taranto; tocca accontentarsi).

A proposito di lesioni, Valentina Borrelli porta ancora sulla mano i segni di un attacco di Simona Marasco. Chissà se tra un livido e l’altro le giocatrici di pallavolo ogni tanto non coltivano il desiderio di dedicarsi a sport più posati come il curling o il burraco.

Oggi al Maria Pia ci sono un’assenza ed una presenza particolari. L’assenza è quella di Vinicio Capossela. Avevamo preparato l’impianto audio per consentirgli di tenere un concerto al termine della partita, ma il noto cantautore ha preferito restare a Battipaglia.

La presenza particolare è quella di Emanuela Morone. Secondo l’Annuario della Pallavolo è la giocatrice più alta del girone (dopo che è stato appurato il refuso relativo ad Enza Ragone). Sono le stesse compagne di Emanuela ad esprimere qualche riserva.

In effetti, anche noi abbiamo un po’ imbrogliato con l’Annuario, ma l’abbiamo fatto con le giocatrici “più diversamente alte” e non con le “più effettivamente alte”.

L’unico modo per verificare il primato del giovane opposto battipagliese è misurarla con il metro. Mi dà una mano Ratiba perché io lassù non ci arrivo e – colpo di scena – Emanuela Morone è alta “solo” 1,83. Forse qualcosa in più perché non stava proprio dritta, ma, insomma, non è alta 1,90.

A questo punto il primato sarebbe condiviso da Catia De Nicola (San Pietro Vernotico), Anna Silvia Piscopo (AS Benevento) e Maria Russo (Arzano), tutte alte 1,88. Dobbiamo ancora affrontarle tutte e tre nel girone di ritorno, ma non credo che io possa permettermi di importunare col metro così tanta gente.

La tribuna del Maria Pia è piuttosto vuota anche oggi, la qual cosa permetterà di ascoltare alcune frasi pronunciate dalle panchine nei momenti salienti della gara. Tutte frasi piuttosto volgari, è chiaro.

Come ogni volta che sto per metterlo sulla busta del latte, compare tra gli spettatori il dottor Formoso.

Formazioni.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina: Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani.

Nel Battipaglia c’è Rossana Montemurro in palleggio, Emanuela Morone opposto, Tatiana Lombardo e Sara Casale laterali, Valentina Borrelli e Ratiba El Gamal centrali, Anna Maio libero.

A disposizione: Valeria Procida, Valentina Fusco, Maria Antonietta Dello Monaco, Giusy Palladino, Federica Buonocore.

Norma Ruggiero, fortunatamente, è in tribuna.

Il nuovo tecnico è Antonio Jimenez, ma qui si vuole ricordare Nello Caliendo, esonerato dopo la più brillante prestazione stagionale (3-1 al San Pietro Vernotico).

Lascia da vincente.

Primo set

Doppiette di Lombardo e Borrelli (un muro) e il Battipaglia è già in fuga sul 2-6. Il timore è che possa essere un’altra serata nefasta.

Massimo vantaggio sul 3-9, dopo un attacco di Casale.

Ma qui c’è la prima bella reazione del Taranto, che costringerà il coach ospite a consumare entrambi i time-out a disposizione.

Silvietta è magnifica: firma tre punti, inclusi due bellissimi pallonetti, e nel mezzo ci sono un attacco di Leo e un ace di Gisela. Siamo in parità (9-9) e stiamo difendendo ogni pallone con le unghie.

Battipaglia si ritrova e va a segno con Casale e Morone (11-12).

Proprio oggi che avrei esaltato il talento di Dello Monaco, l’atleta brindisina è in panchina. Si vede che era destino.

Grande Leonessa: un attacco e un servizio vincenti.

Dopo il muro di Borrelli, avanziamo con una diagonale di Silvietta e un pallonetto di Gisela (16-13).

Ottima Ivana in difesa e perfetto lungolinea di Silvietta.

Il nostro opposto sta disputando probabilmente il miglior set della sua carriera: non sbaglia nulla e piazza sette palloni sul parquet.

Il caso vuole che i genitori non siano presenti; arriveranno durante il secondo parziale.

Sul 19-14 il sostituto di Nello introduce Palladino per Montemurro, ma il Taranto dilaga con Gisela, Simona e con un incredibile ace a pallonetto di Angela Stufano. Sì, stiamo anche servendo in modo egregio (nessun errore in battuta fino a questo momento, tra l’altro).

Il set termina 25-16.

Secondo set

“Stiamo facendo una figura di merda” – dice una giocatrice campana durante l’intervallo per motivare le proprie compagne. Nel silenzio del Maria Pia – come ho già detto – si sente quasi tutto. Però si dice il peccato e non la peccatrice, che riveste un ruolo di responsabilità nella squadra e non è proprio campana, in verità.

Gisela è tornata in forma, ma dall’altra parte brilla la stella di Sara Casale.

Quanto mi piace l’atterraggio di questa ragazza dopo che colpisce la palla; che classe.

Sale il bottino di punti di Morone e Lombardo; il Taranto è costretto ad inseguire.

C’è un fatale break di sei punti, la metà dei quali realizzati dall’ex-Tempesta Ratiba El Gamal (7-20).

Nel libro dell’Esodo le acque del Mar Rosso si richiudono sugli egiziani; qui al Maria Pia, invece, gli egiziani non trovano molti ostacoli sul loro inseguimento. I due soli muri-punto del Taranto sono, in effetti, una delle poche note dolenti di questa serata. A questo riguardo credo che l’assenza di Cristiana si sia fatta sentire.

Ma le biancoblu hanno carattere e non alzano bandiera bianca: fast a pallonetto di Angela, muro di Gisela e lungolinea di Silvietta, i cui genitori sono nel frattempo arrivati al Maria Pia, ma vengono allontanati da uno scostumato che collega il loro arrivo con il brusco calo di rendimento della figlia.

A parte gli scherzi, questa partita è la dimostrazione che in posto due quest’anno ci sono diverse “promesse mantenute”: Silvietta e Morone, appunto, ma anche Brattoli, per fare un altro nome.

Battipaglia arriva a giocarsi 14 palle-set, un po’ troppe. Silvietta annulla la prima.

Gisela realizza un ace con un beffardo pallonetto che costringe Anna Maio a catapultarsi fin quasi sotto rete. E meno male ca so’ amiche…

Tatiana Lombardo chiude la questione (13-25).

Terzo set

Questa volta sono le padrone di casa a partire bene ed il servizio continua ad essere un fondamentale ricco di soddisfazioni: ace di Leo, ace di Ale e ace di Gisela.

Ma prima del servizio vincente l’argentina mette a terra altri 4 palloni.

Sull’8-7 c’è un break da 5 aperto da Borrelli e chiuso da Montemurro (8-12).

Coach Jimenez sostituisce temporaneamente Morone con Dello Monaco, che si rivela determinante nell’ulteriore allungo della squadra campana (9-14). Io non so come si possa lasciare in panchina una giocatrice del genere.

Grande cuore biancoblu: break da 6 con lungolinea di Leo, fast di Silvia e doppio ace di Silvietta (un tiro a sinistra e uno a destra). Adesso siamo in vantaggio noi (15-14).

Secondo tocco di Montemurro, fast di Silvia (16-16), ma purtroppo da adesso il Taranto esce di scena e il palcoscenico viene monopolizzato da coach Marcello.

Prima urla un “ma vaffanculo!” che è un incitamento motivazionale rivolto alla propria squadra. Poi, però, la stessa parolina la rivolge anche alla coppia arbitrale, tanto fiscale con le invasioni di piede di Jimenez oltre la linea dell’allenatore quanto tollerante con quelle delle giocatrici salernitane in occasione dello scambio del 16-19.

Tra tarantine e battipagliesi, in realtà, ci sono molti legami d’amicizia incrociati; evidentemente non si trattava di invasioni ma di visite di cortesia. Anzi, secondo me, sono state maleducate le nostre a non aver offerto neanche un té con i biscottini alle ospiti…

Marcello viene ammonito (16-20) e nello scambio successivo, dopo aver ribadito il concetto di cui sopra (quello che inizia con “v” e finisce con “ulo”), viene espulso.

Il primo cartellino rosso della carriera. Tocca a lui adesso portare i pasticcini in palestra?

Rimpiango solo di essere nei pressi dell’altra metà campo.

Il tecnico non si perde una bella fase della partita: molti errori-punto, soprattutto nostri, e Battipaglia che sa gestire con autorevolezza questa situazione confusa.

Gli ultimi punti sono di Lombardo e Morone (17-25).

Quarto set

Buon Taranto in avvio di quarto set, favorito anche da qualche errore di troppo delle ospiti.

Gisela è implacabile. Lo è stata in tutta la partita: 6 punti nel primo set, 5 nel secondo, 5 nel terzo e 6 nel quarto.

Sul 7-3 Palladino sostituisce nuovamente Montemurro, questa volta fino al termine della gara.

Le ospiti ribaltano il risultato spinte da Morone e soprattutto da El Gamal, padrona del centro della rete in questa fase (9-12). La stessa Palladino saprà ritagliarsi uno spazio positivo in questo set contribuendo al successo finale.

Montemurro indubbiamente non si discute, ma è un peccato vedere questa ragazza in panchina.

Nel frattempo mi sono seduto affianco al dottor Formoso, che commenta l’incontro facendo ricorso a raffinate metafore filosofiche.

Dall’11-13 l’incontro è palpitante: è una perfetta alternanza di cambi-palla: Scialacomo/Lombardo, Renna/Casale, Scialacomo/Casale, errore in battuta/Morone, Mastandrea/Morone.

E’ una fase bellissima della partita.

Palladino trova il coraggio per rischiare un tocco di seconda, ma un successivo errore in battuta vanifica la prodezza della palleggiatrice.

Sul 19-20 la svolta. Silvia schiaccia una fast, ma gli arbitri rilevano un’invasione della nostra centrale. Il possibile 20-20 diventa così 19-21 tra le vibranti proteste delle atlete joniche e del pubblico locale.

Don Lorenzo Milani, già negli anni Sessanta, auspicava una società e un mondo in cui si potesse invece “ridere dei sacri confini delle patrie”. [1]

L’Europa, in seguito, ha cancellato molte delle sue frontiere e qui stiamo ancora a sindacare sulle invasioni di un campo di pallavolo…

Ammesso che ci fosse l’invasione.

Ace di Lombardo e mani-fuori di Casale (19-23).

Valentina Borrelli, protagonista di un’ottima prestazione, offre al Battipaglia quattro palle-set (20-24).

Gisela annulla la prima siglando il 22^ punto personale (top-scorer dell’incontro) e Battipaglia manda a lato il successivo contrattacco (22-24).

Purtroppo, però, Sara Casale non fallisce l’attacco che vale la vittoria (22-25).

Battipaglia conferma di essere una squadra competitiva. D’altra parte, oltre a un parco atlete di ottimo livello, c’è la mano di un grande coach come Nello Caliendo.

Le polemiche su alcune decisioni arbitrali non offuscano certamente i meriti di questa formazione. Le attaccanti sono tutte in doppia cifra (Super Casale a quota 20); la coppia di centrali è probabilmente la migliore del campionato e Anna Maio può vantare sia una partita reattiva e precisa che una figlia magnifica presente in tribuna. E’ risultata un po’ sotto tono rispetto agli ottimi standard abituali la palleggiatrice, ma la sostituta Palladino ha saputo assumersi degnamente responsabilità delicate.

Il Taranto esce a testa alta da questa partita. Da dimenticare soltanto il secondo set e la parte finale del terzo. Per il resto, le ragazze sono state encomiabili e tra tante note positive c’è il ritorno a livelli di eccellenza della nostra fuoriclasse appulo-argentina.

Il carattere di combattenti copre i mille disagi che certamente non sono imputabili alle nostre ragazze. E’ una squadra di cui essere orgogliosi.

Però, che cavolo: abbiamo perso 1-3 (giocando bene) col Sarno, col Centro Ester, col Battipaglia… Almeno un punto di bonus una tantum in classifica ce lo meriteremmo…

‘A fava e ‘u scuèrcele

SILVIETTA: Le candidate a fava sono molte. Penso, in particolare, a Gisela, efficace e costante in tutti i parziali, compreso quello in cui cala il resto della squadra. Penso a Ivana, baluardo difensivo e protagonista di interventi miracolosi. Penso anche ad Angelo, che questa volta è stato più posato del coach. La Silvietta-fava è quella del primo set. Non ha sbagliato nulla e ha messo a terra di tutto: diagonali, pallonetti, lungolinea. Il 7 marzo ci sarà la cerimonia per i premi Oscar a Los Angeles; mandiamo il filmato del primo set e la statuetta di miglior attrice protagonista è assicurata. Però anche la continuità non guasterebbe.

GIULIA: Il riscaldamento viene interrotto per il riconoscimento e le atlete del Taranto si disfano dei palloni per raggiungere lo spogliatoio dell’arbitro. Pocahontas ha il cestino dei palloni a un metro di distanza. Riesce a mancarlo. In settimana ci saranno allenamenti mirati.

Tabellino: TARANTO-Battipaglia 1-3 (25-16, 13-25, 17-25, 22-25)

Taranto: Mastandrea 14, Scialacomo 22, Mereu NE, Basile NE, Renna 3, Stufano 2, Certa 1, Pisani NE, Leone 9, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 9, errori in battuta 6, muri-punto 2.

Cofimar Battipaglia: Procida 0, Borrelli 9, Fusco NE, Morone 12, Lombardo 13, Montemurro 4, Dello Monaco 33 (sono gli arretrati…), Palladino 2, Casale 20, El Gamal 9, Buonocore NE, Maio (L) – All. Jimenez.

Aces 6, errori in battuta 7, muri-punto 6.

Arbitri: Mancini (BA) e Salvemini (BA).

Durata set: 20’, 20’, 27’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.46’.

Altri risultati: Azzurra Molfetta-Sarno 3-0, V.Altamura-Centro Ester NA 0-3, Arzano-AS Benevento 3-1, San Pietro Vernotico-Acquaviva delle Fonti 3-1, Livi Potenza-Oria 3-1, Salerno-ASCI Potenza 0-3, Accademia BN-Leonessa Altamura 3-1.

Classifica: Sarno 48; Centro Ester NA 46; Arzano e San Pietro Vernotico 45; Azzurra Molfetta e Battipaglia 42; AS Benevento 37; ASCI Potenza e Livi Potenza 29; Accademia BN 25; Leonessa Altamura 23; TARANTO 21; Oria 20; Acquaviva delle Fonti 15; V.Altamura 13; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutti buoni anche se c’è stato un gravissimo fatto di cronaca di cui parleremo diffusamente nei prossimi giorni.

Prossimo turno: Acquaviva delle Fonti-Taranto, sabato 27 febbraio 2010, ore 18.30, PalaCosentino, via Saragat.

NOTE:

(1) MILANI, L., Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, ediz. 1996, pag. 22.


LA PALLAVOLO TARANTO SI AFFIDA AL FENG SHUI

18 febbraio 2010

Feng Shui in casa Taranto.

No, non è stata ingaggiata la sorella di Feng Kun, la straordinaria palleggiatrice della nazionale cinese. Né Feng Shui è il nuovo soprannome di Silvia Renna, che resta sempre Sciù Sciù.

Il Feng Shui nasce effettivamente in Cina ma è un’arte geomantica. Viene usata per costruire, orientare ed arredare le abitazioni in modo tale da valorizzare appieno quelli che secondo il taoismo sono i princìpi che guidano lo sviluppo degli eventi naturali.

Qualche esempio concreto: il lato nord della casa dovrebbe essere destinato alla carriera ed al successo; le scale interne non dovrebbero essere orientate verso la porta d’ingresso perché l’energia positiva potrebbe uscire ogni volta che la porta viene aperta; ad est dovrebbe essere posizionato un drago verde (non chiedetemi perché).

Se queste teorie funzionano per le case – ci si è detti alla Pallavolo Taranto – perché non dovrebbero funzionare anche sul parquet?

Da questa riflessione, la decisione di applicare il Feng Shui alla squadra che scende in campo, anche a costo di rivoluzionarne i ruoli. Tanto ormai più rivoluzionati di così…

Il nord-ovest, ossia il posto quattro, è il luogo degli scambi e dei viaggi: potrebbero giocarci indifferentemente Gisela, Silvia e Angela, le pendolari della squadra.

Il nord, quindi il posto tre, generalmente occupato dalla palleggiatrice, si riflette positivamente sulla carriera e se parliamo di carriera il pensiero corre al sottotenente di vascello Cristiana Zonca.

L’ovest è il luogo della famiglia e del matrimonio e quindi ci resterà Marika, ma è anche il luogo della creatività, ragion per cui i cinesi ci piazzano la stanzetta dei bambini. Lì giocheranno Giulia e Silvietta. Quest’ultima, quindi, abbandonerà il ruolo di opposto, ossia l’est.

L’oriente, infatti, ossia il posto due, evoca conoscenza ed illuminazione ed è adatto per chi studia all’università, quindi ci giocheranno Alessandra, Ivana e Katia.

Il sud, il posto sei, la retroguardia, è il settore della saggezza. Nelle case sarebbe la stanza del nonno; la Pallavolo Taranto potrebbe schierare – senza offesa – Angela, che è esperta e saggia.

Tornando a est, si è detto che bisognerebbe piazzarci un drago verde; anche un… leone, però, potrebbe andare bene e quindi Leo giocherà alle spalle degli opposti, come centrale.

E a proposito di centro, il Feng Shui sostiene che questa zona della casa deve permettere la circolazione delle energie e quindi non ci dovrebbero essere ostacoli ingombranti. Il ruolo di centrale, a rigor di geomantica cinese, dovrebbe essere rivestito da Priscilla e da Simona Mereu.

Riepiloghiamo. Il nuovo organigramma del Taranto adattato al Feng Shui è il seguente.

Palleggiatrice: Zonca.

Opposti: Certa, Gallo Ingrao e Taddei.

Schiacciatrici: Basile, Guerri, Mastandrea, Renna e Scialacomo.

Centrali: Leone, Mereu e Pisani.

Libero: Stufano.