NARDO’-ORIA 3-0

14 aprile 2014

La sconfitta della controra

Sabato 12 aprile 2014 – ore 16.00

Quando alle 15, in piena controra e in piena digestione, in un’assolata giornata primaverile che è un’istigazione ad andare a oziare in qualche spiaggia, le due squadre si ritrovano di fronte, ho pensato che qualunque pretesto sarebbe stato lecito pur di non giocare. Una specie di presentimento.

Ce la saremmo potuta giocare alla play-station, ad esempio, o ai dadi. Avremmo potuto vendercela (ma c’è la crisi; ci è ca si la catta…?).

Perché siamo qui? Chi ce la fa fare?

L’indolenza di questo sabato pomeriggio e le tentazioni devianti vengono, però, accantonate da un richiamo nobile alla cultura della legalità: il tensostatico si trova proprio nella piazza dedicata a Renata Fonte, assassinata nel 1984 per non essersi piegata al malaffare e alle speculazioni. Il Cielo l’abbia sempre in gloria. E voglio approfittarne per ricordare che recentemente anche un libro a fumetti ha reso omaggio alla sua memoria (1).

Renata Fonte

Torniamo alla strana indolenza che aleggia nel tensostatico. Nardò e Oria, in verità, potrebbero dar vita ad una partita avvincente. Entrambe, infatti, avrebbero solide motivazioni: Oria impegnata in una difficilissima rincorsa alla salvezza, Nardò unica squadra del girone a poter ancora puntare ai play-off o a poter essere risucchiata nei play-out (primo obiettivo fattibile, seconda eventualità solo teorica). Entrambe, soprattutto il Nardò, vantano un ottimo potenziale tecnico. Oria è in un momento più favorevole, Nardò è leggermente in calo ma ha la possibilità di bilanciare il trend con il tradizionale cuore granata di atlete e tifosi.

Insomma, potrebbe essere una partita da fuochi d’artificio, ma così purtroppo non sarà perché soltanto il Nardò riuscirà a tradurre la propria motivazione in colpi efficaci.

Giorgia Mastria

L’Oria si concederà una pausa di riflessione dopo un’esaltante striscia di sei vittorie consecutive; il Nardò, pur giocando al di sotto delle proprie potenzialità, svolgerà diligentemente un compitino che si rivelerà più facile del previsto.

Torniamo, però, alla controra e ricominciamo dall’inizio.

Pur non giocando, Stefania Frasca ha fornito qualche spunto interessante grazie alla sua coscia fucsia che da lontano sembrava verniciata a mano. Invece era taping. La centrale non sarà della partita così come non sarà della partita la capitana ospite, Nocciolina, rimasta ad Oria.

Gamba fucsia

Dream Volley Nardò: Simona Ancora in palleggio, Federica Buccarella opposta, Carmen Vantaggiato e Sonia Spano laterali, Veronica Chirivì e Serena Ciriani centrali, Demelza Sanasi libero.

A disposizione di coach Gianni Dell’Anna: Alessandra Dell’Anna, Alessia Ciriani, Stefania Frasca, Silvia Tempesta e Martina Benassai.

New Volley Oria: Simona Leone in palleggio, Veronica Parisi opposta, Ivana Gallo Ingrao e Lucrezia Liace laterali, Giada De Pascalis e Sara Giuffrè centrali, Giorgia Mastria libero.

A disposizione di coach Marcello Presta: Carmen De Padova, Ornella Pezzarossa e Federica Muri.

Videocamere

Entrambe le videocamere sono piazzate davanti alle porte dei bagni (una delle quali è aperta). Se per effetto di una pallonata dovessero girarsi, non oso pensare al contenuto dei filmati…

Primo set

Sin dalle prime battute si osserva che qualcosa non quadra: l’Oria è molle in attacco e penetrabile in difesa; il Nardò fa quello che vuole ed esalta la vivacità offensiva di Carmen Vantaggiato (6-2).

E’ Veronica l’unica attaccante a mettere palla a terra su azione. E’ l’unica a non apparire “stitica” in senso realizzativo (del resto, con tutto quello che mangia…).

Veronica Parisi

Sul 7-6, però, il Nardò riprende a macinare gioco e punti.

Dopo 4 sconfitte in 5 turni, la formazione locale ritrova fiducia, ritmo e serenità. Ecco, non è tanto rabbia agonistica o voglia di riscatto quanto esigenza di ritrovarsi. Lo stanno facendo nel modo giusto.

Sanasi è la consueta calamita, Ancora una regista autorevole e le tre attaccanti, Vantaggiato, Spano e Buccarella, garantiscono percentuali molto positive. Le centrali verranno fuori alla distanza.

Carmen Vantaggiato

Tra l’ace di Lucrezia del 7-6 e l’attacco della stessa Zia che vale il pareggio (14-14), a beneficio dell’Oria ci sono solo 7 errori-punto delle salentine. In particolare, sembra che le ragazze granata si siano messe d’accordo per regalarci un servizio a testa (tranne Buccarella), cortesia che ricambieremo con un lieve interesse nel terzo set.

Poi, proprio quando sembrava risorta la mitica difesa oritana, il Nardò riprende a fare sul serio e ottiene quattro punti consecutivi (19-15).

Simona Ancora

Ivana va a segno (19-17), Dell’Anna entra per servire e a questo punto ci impantaniamo in una caterva di errori-punto: fallo di posizione, tiri fuori, un’invasione ed una battuta sbagliata. Finisce 25-18 e non è stato un bello spettacolo. Non per noi, almeno.

Secondo set

Non siamo ai livelli delle ultime splendide prestazioni, ma l’Oria del secondo set è certamente più reattivo ed efficace.

Dopo uno scambio di muri per le centrali (Chirivì e Sara), ci portiamo avanti con una palletta di Leo ed un attacco di Ivana (2-4).

Ivana Gallo Ingrao

In campo ci sono due palleggiatrici che normalmente non disdegnano i secondi tocchi, ma questa sera Ancora preferisce concentrare il proprio talento nelle alzate per le compagne mentre la Leonessa riversa aggressività e fantasia nel pugilato e nell’odontoiatria tirando un pugno a Ivana ed aggiustando l’apparecchio ad una compagna. Sono tentato di scendere in campo per farmi curare una carie.

Contavo di arricchire la mia collezione di secondi tocchi, ma non ho avuto manco questa consolazione. Solo Veronica non mi delude mai con i suoi salvataggi mano a terra. E so quanto le costano…

Giada De Pascalis

Sanasi difende anche l’indifendibile ed impedisce alle nostre bande di confermare le eccellenti medie degli ultimi due mesi; fortunatamente c’è Sara che riesce a passare spesso e volentieri risultando a fine partita la miglior realizzatrice dell’Oria insieme a Veronica.

In battuta si presenta Serena Ciriani. Mi fa una certa impressione quando si piega all’indietro per colpire la palla sia quando serve che quando attacca: si tende come un arco ed il suo turno di battuta permette al Nardò di andare in fuga (10-7).

Serena Ciriani

Grande difesa locale ed ottimi attacchi di Spano; la faccenda si complica ulteriormente (15-10).

Oria reagisce e va a segno con Sara, Ivana e Veronica (18-15).

La particolare ispirazione delle nostre centrali (muro di Sara e pallonetto di Giada) ci consente di sfiorare il pareggio, ma Demelza Sanasi si conferma un mito non soltanto per come difende ma anche per come riceve: facendo punto (20-17).

E’ la fase più intensa della partita, l’unica in cui si rileva un certo equilibrio, nonché quella con meno errori-punto su entrambi i fronti (appena 11 a fronte dei 24 nel set precedente e dei 21 in quello successivo, soprattutto nostri purtroppo).

Lucrezia Liace

Dopo gli attacchi di Lucrezia e di Ivana (21-20), coach Dell’Anna chiama il suo primo time-out della serata.

Sul 23-22 il Nardò riceve in modo critico e in panchina Alessandra dell’Anna, mettendosi le mani nei capelli, non appare molto fiduciosa sul buon esito dell’azione; il contrattacco dell’Oria, però, si schianta contro il muro di Ciriani e nell’azione successiva è Buccarella a scaricare a terra il pallone del set (25-22).

Preoccupata

La prestazione dell’opposta neretina è favolosa.

Terzo set

Dopo l’attacco di Buccarella, l’avvio del terzo set è uno strazio: 11 errori-punto in 12 scambi. Noi sbagliamo di più e sino al 10-6 qualunque oritana si presenti in battuta sbaglia (tranne Lucrezia, che rimanderà l’errore a una fase successiva).

Ce lo chiede Marcello

Si batte egregiamente soltanto Giorgia, che sta raccogliendo numerosi palloni difficili, al pari di Sanasi che chiude lo scambio dell’8-4 con una settantina di difese consecutive. Più o meno.

Pezza rileva Ivana, ma, conclusa la fase di volley da controra, è soltanto il Nardò a riprendere a giocare una pallavolo dignitosa. L’Oria appare fiacco, spento, incapace di rientrare in partita.

Vantaggiato, Buccarella e Chirivì trafiggono più volte la nostra difesa ed ipotecano il parziale con discreto anticipo (19-10).

Sara Giuffrè

Un break da 1-5 (Veronica, Lucrezia, ace di Sara e pipe di Pezza) tiene viva la speranza, ma ormai è troppo tardi (20-15). Anzi, è troppo presto perché sono ancora le 17 e forse si farebbe in tempo a raggiungere il Palazumbo per il big match di B2 Brindisi-Cutrofiano.

Improvvisamente si alza il coro “Trombetta, uno di noi”, un tributo che non avevo mai ricevuto in alcun palazzetto. Sono commosso. Altro che intimidazioni e minacce…

Simona Leone

Oltre a Sanasi, anche Dell’Anna e Buccarella offrono un contributo significativo in difesa finché Ancora non ci punisce direttamente in battuta (24-16). L’arbitra richiama la giocatrice salentina, probabilmente perché deve avere maggiore compassione per i vinti.

Rileviamo due inediti errori consecutivi in attacco per Buccarella, migliore in campo questa sera insieme al libero Sanasi. Forse, in vista della partita successiva, voleva provare l’elasticità della rete da posto due e da posto quattro.

Una palletta di Flexi-Ciriani regala al Nardò la salvezza matematica (25-18).

Federica Buccarella

Beh, in realtà, Nardò può ancora ambire ai play-off, ma in ogni caso l’obiettivo di inizio stagione è stato centrato brillantemente.

Per l’Oria una battuta d’arresto fisiologica che non svilisce lo straordinario girone di ritorno di Lucrezia & compagne. Qualche dato statistico: non perdevamo dal 16 febbraio (Oria-Galatina 2-3), non restavamo a secco di set dal 22 dicembre (Oria-Nardò 0-3). Una giornata storta può capitare e può anche capitare che i disagi proseguano oltre il fischio finale visto che pure il Tom Tom non dà soddisfazione a Marcello: “Da qui non si possono dare consigli di marcia” – avverte il navigatore con tono scostante all’altezza della frazione Boncore.

Difesa di Sara

Tabellino: Nardò-Oria 3-0 (25-18, 25-22, 25-18)

Dream Volley Nardò: Vantaggiato 12, Dell’Anna 0, Chirivì 7, Ciriani A. NE, Buccarella 13, Frasca 5 – anche se non ha giocato – quale riconoscimento per il talento artistico espresso con la gamba fucsia, Ciriani S. 4, Tempesta NE, Benassai NE, Spano 5, Ancora 1, Sanasi 1 (L) – All. Dell’Anna.

Muri-punto 4, ace 4, errori in battuta 12.

New Volley Oria: Parisi 8, De Padova NE, Pezzarossa 1, De Pascalis 2, Gallo Ingrao 7, Giuffrè 8, Muri NE, Leone 1, Liace 7, Mastria (L) – All. Presta.

Muri-punto 2, ace 3, errori in battuta 12.

Arbitri: Caterina Vanessa Malerba e Federica Cataldo.

Demelza Sanasi

Altri risultati: San Cassiano Galatina 0-3, Tempesta TA-Azzurra Lecce 3-0, Spongano-Pallavolo 80 Brindisi 2-3, Gioia del Colle-Castellana Grotte 0-3, Ostuni-Nike Lecce 3-2.

Riposa: Ugento Jr.

Classifica: Tempesta TA* 58; San Cassiano 55; Pallavolo 80 BR 49; Nardò 44; Galatina e Gioia del Colle* 35; Spongano* 34; Castellana Grotte 32; Oria 28; Nike Lecce 18; Ostuni 15; Ugento Jr. 9; Azzurra Lecce 2; Montescaglioso ritirato.

(*) Con l’asterisco le squadre che devono ancora effettuare un turno di riposo.

Veronica Parisi

Trofeo Memorial Bin Laden (multe in euro): Montescaglioso 900,00; San Cassiano 470,00; Tempesta TA 127,00; Castellana Grotte 100,00; Nardò 95,00; Ostuni 60,00; Gioia del Colle 27,50; Oria 25,00; tutte le altre 0,00.

Giornata salatissima! Con una multa di 270 euri il San Cassiano tenta una disperata rimonta nei confronti del Montescaglioso (ma mancano 430 euri e soltanto 4 giornate). Motivo della sanzione: l’utilizzo di un segnapunti non qualificato.

Con 70 euri di multa il Castellana Grotte guadagna due posizioni (un gruppo di tifosi ha insultato arbitri e dirigente accompagnatore della squadra avversaria) ma va dato atto alla società di aver preso le distanze in modo netto e convincente da questi comportamenti.

Il quarto posto, però, è insidiato dal Nardò, ad appena 5 euri di distacco (30 euri di multa per aver messo in dubbio l’imparzialità degli arbitri).

Prossimo turno: Oria-Ugento Jr., domenica 27 aprile, ore 18.30.

 

NOTE:

(1) FERRAMOSCA, I., DE FRANCISCO, G.M., Nostra madre Renata Fonte, 001 Edizioni, Torino, 2012.


E’ SEMPRE IN MARE E NEANCHE LA PAGANO!

8 aprile 2010

Che il governo Berlusconi sia soltanto un set cinematografico è evidente a chiunque non si lasci prendere per il culo dalle favole servili del TG1.

All’Aquila i cittadini tolgono le macerie da soli, le forze dell’ordine lamentano la mancanza di risorse nonostante i proclami sulla sicurezza, l’economia presenta cifre allarmanti (le peggiori da 30 anni: calo del pil del 5%, debito al 115,8%, tasse aumentate, disoccupazione da 7 a 8,6% nell’ultimo anno) e sorvoliamo sugli scandali e sulle classifiche relative alla corruzione e alla libertà di stampa.

Adesso si viene a sapere che anche la Marina Militare è in crisi: a causa “dell’incapienza dei fondi” non è possibile pagare i “compensi forfettari di impiego”. In altre parole, i marinai e gli ufficiali imbarcati non percepiscono da 6 mesi i 50 euri al giorno a cui avrebbero diritto in aggiunta al normale stipendio.

Il pensiero va naturalmente alla nostra centrale, che ha rinunciato a ben 9 partite (fino adesso) per niente. E’ uno scandalo!

Meno male che la nostra atleta può contare sul lauto stipendio che le viene garantito con ammirevole puntualità dal patron della Pallavolo Taranto e da sponsor tanto corretti quanto affidabili.

Ma adesso serve un segnale forte. Noi invitiamo la nostra giocatrice ad ammutinarsi e a ripetere così le gesta dei marinai della corazzata Potemkin, quella dell’omonimo film di Sergej Ejzenstein del 1925 (poi citato da Fantozzi con modalità non proprio lusinghiere…).

Nel film i marinai si ribellano quando notano vermi nella carne che sono costretti a mangiare e prendono possesso della nave. Ma la ribellione è pagata a caro prezzo: il leader degli ammutinati viene ucciso e il suo corpo è esposto nei pressi della scalinata di Odessa suscitando così lo sdegno del popolo. La polizia zarista compie una carneficina non risparmiando donne, anziani e bambini. E’ celebre la scena della carrozzella che precipita lungo la scalinata.

Ecco, noi ci rivolgiamo alla nostra centrale.

Abbandona la nave, dove ti sfruttano senza retribuirti! Oggi ti negano i compensi forfettari; domani troverai i vermi nella carne…

Torna con noi e gioca con noi! Salva la tua squadra e salva l’onore delle Forze Armate, che non hanno saputo l’arginare la dilagante catastrofe del precariato!

Ribellati a queste umiliazioni e se il popolo di Taranto si solleverà come quello di Odessa, sapremo opporci alla Questura, costi quel che costi.

Forse una carrozzella precipiterà dalla scalinata affianco al liceo Aristosseno, ma conquisteremo la salvezza e la dignità di un popolo e di una squadra che vogliono la salvezza e le retribuzioni pattuite.


“LA PALLAVOLO TARANTO HA VINTO IL CAMPIONATO”. LUCIDA ANALISI DI PIERLUIGI BERSANI

6 aprile 2010

Una settimana dopo il voto regionale il gruppo dirigente del Partito Democratico ha analizzato l’esito della consultazione elettorale ed anche – a sorpresa – quello del campionato di serie B2.

Per la conferenza stampa il segretario Pierluigi Bersani ha scelto l’insolita cornice del Museo Egizio di Torino: “Crediamo che questa regione rappresenti al meglio la nostra strategia vincente. Invece di dialogare con i grillini e di raccogliere alcune istanze condivisibili, li abbiamo snobbati additandoli come rozzi qualunquisti ed eversivi (la richiesta di un Parlamento pulito è per noi particolarmente eversiva…). I risultati sono evidenti”.

Questa considerazione, in realtà, in un primo momento non è stata raccolta dai giornalisti, che avevano avvicinato i microfoni alle mummie egizie presenti nelle sale adiacenti in quanto le avevano scambiate per il gruppo dirigente del PD, anche se effettivamente erano più vitali e sincere.

Chiarito l’equivoco, Bersani ha sviluppato la sua analisi del voto. Come sappiamo, il centrosinistra ha perso quattro regioni: due (Campania e Calabria) le ha regalate candidando gentaglia, una (il Lazio) l’ha persa contro un’avversaria priva della lista più forte e del Piemonte si è già parlato.

Solo per un caso, non ha perso la Puglia, ma l’autolesionismo e la demenza senile di un partito incartapecorito qui hanno raggiunto ugualmente le vette più elevate.

Nonostante tutto questo e nonostante i proclami della vigilia (“L’aria tira dalla nostra parte”), il segretario del PD ritiene che le regionali 2010 siano state un successo. [1]

Se anche la minoranza interna usa espressioni politichesi come “chiediamo di sciogliere i nodi strategici che abbiamo di fronte in rapporto con la società italiana”, vuol dire che veramente questo partito è morto anche se ancora non se n’è accorto. [2]

Ma Bersani è andato oltre ed ha espresso il proprio parere anche sul campionato di pallavolo di serie B2.

“Mi sembra evidente – ha affermato il leader del PD – che la Pallavolo Taranto abbia vinto il campionato di serie B2…”

“Segretario, che cazzo sta dicendo? Il Taranto è quintultimo…” – hanno obiettato i giornalisti.

“Noi dobbiamo considerare questo dato non in rapporto alle due precedenti stagioni ma in relazione ad un processo storico più ampio e più complesso. Appena otto anni fa la Palafiom era in serie D e pertanto l’attuale quintultimo posto in B2 si configura come un risultato apprezzabile.

Dobbiamo, inoltre, considerare che la squadra non gode di visibilità mediatica tanto che il suo simbolo non è mai apparso in video in quanto, come è noto, le principali televisioni sono occupate militarmente da altre entità in una situazione di grave lesione del pluralismo che impone una seria riflessione sull’opportunità di rivedere gli attuali assetti radiotelevisivi”.

“Scusi – è intervenuto un giornalista – ma perché voi non avete mai fatto una legge sul conflitto d’interessi quando eravate maggioranza parlamentare?”

“E chi ha parlato di voler fare una legge sul conflitto d’interessi?! Io ho parlato soltanto di riflessione.

Ma non ho concluso. La Pallavolo Taranto ha affrontato il campionato senza disporre dei mezzi economici delle altre formazioni, appoggiate da potenti lobbies finanziarie ed ecclesiastiche, ed aggiungo che in considerazione delle vicissitudini patite dalla squadra jonica e del disdicevole spoil-system che ci ha danneggiati, il risultato del 12^ posto non è una sconfitta.

La Pallavolo Taranto ha inoltre battuto l’Arzano, che a sua volta ha vinto a Sarno, che è la capolista. Per la proprietà transitiva, anche il Taranto è più forte del Sarno e quindi è la migliore squadra del girone. Peccato che il Sarno abbia perso la Coppa Italia altrimenti avrei detto che il Taranto è la squadra migliore d’Italia…”

“E’ impazzito… E’ completamente fuori dalla realtà…” – hanno sussurrato tra loro i giornalisti.

“Non va poi sottaciuto, e con questo mi avvio alle conclusioni, che ben tre società tarantine di serie C potenzialmente sottraggono atlete alla Pallavolo Taranto, che dunque è ben lontana dalla pretesa di esclusività della rappresentanza pallavolistica provinciale ma è aperta ad un confronto costruttivo e programmatico sotto un profilo riformistico nel rispetto dell’identità”.

“Ma se il Taranto ha vinto – lo ha incalzato un cronista – allora cosa dobbiamo dire del Sala Consilina nel girone F?”

“Il Sala Consilina ha ingaggiato un’atleta che si chiama Vincenti e come poteva non imporsi nel proprio girone con un cognome del genere?

Il confronto tra Taranto e Sala Consilina non è omogeneo in quanto viziato da questa disparità che condiziona pesantemente il risultato politico-sportivo.”

Terminata la conferenza al Museo Egizio, abbiamo contattato al telefono l’allenatore Marcello Presta, a cui abbiamo chiesto un parere sulle parole di Bersani.

“Samuele? Beh, credo che la canzone Giudizi universali esprima…”

“Non Samuele, Pierluigi Bersani. Ha appena detto che avete vinto il campionato. Complimenti”.

“La mia opinione è nota. Come ho dichiarato alcuni giorni fa, abbiamo un piede e mezzo in serie C (si sente un rumore in sottofondo) e Bersani, come tutti i leader del PD dice solo – censura – …”

NOTE:

(1) G.C., Bersani: “Premier nervoso, sa che l’aria tira da un’altra parte”, “La Repubblica”, 21 marzo 2010, pag. 6.

(2) PERNICONI, C., Bersani brinda a una “non sconfitta”, “Il Fatto Quotidiano”, 31 marzo 2010, pag. 9.


ALLA PALLAVOLO TARANTO I REGALI DESTINATI A FRISULLO

25 marzo 2010

In effetti, gli avvocati dell’ex-vicepresidente della Regione Puglia lo avevano detto: Sandro Frisullo è in carcere sulla base di equivoci e di scambi di persona.

Come è noto, l’esponente del PD (dove la D non indica più Democratico ma la qualifica di Tedesco, Frisullo, Delbono e altri -enti) è in custodia cautelare presso il carcere di Bari dopo essere stato tirato in ballo da Gianpi Tarantini quale percettore di tangenti in natura. Il titolare di Tecno Hospital ha infatti dichiarato agli inquirenti di aver fatto pervenire a Frisullo regali, escort e addirittura una specie di stipendio mensile da 12mila euro (negato dal politico dalemiano).

Qualche errore, in effetti, ci dev’essere stato.

Tre settimane fa un furgone è entrato nel cortile del Maria Pia, dove si stava allenando la Pallavolo Taranto, ed ha scaricato una dozzina di cappotti Burberry. Di fronte allo stupore del custode, il fattorino ha controllato i documenti e ha confermato: la consegna è per la Pallavolo Taranto, presso Maria Pia.

Piuttosto spazientito, il coach ha interrotto l’allenamento e stava per cacciare in malo modo il fattorino rappresentando che nessuno aveva intenzione di pagare tutti quei costosissimi cappotti, ma il fattorino ha assicurato che non c’era nulla da pagare. Si trattava di una donazione proveniente da Bari.

“Dev’essere il Molfetta – si è pensato in casa biancoblu –. Dopo aver ufficializzato la nuova sponsorizzazione con una banca, vogliono prenderci per il culo…”

Ma una lettura della quietanza ha permesso di verificare che il mittente era in realtà un certo Gianpi.

La settimana dopo un altro furgone ha scaricato al Maria Pia una dozzina di paia di scarpe rigorosamente Church.

Si è creato un capannello di giocatrici che hanno circondato il fattorino:

“Potete dire a questo misterioso Gianpi di portare anche abbigliamento da donna?”

“Gli dici di regalarci qualche gioiello?”

“Io vorrei una Smart!”

Pochi giorni dopo il fattorino ha scaricato pellicce e gioielli e questa volta c’era anche un biglietto:

“Caro Sandro, la tua richiesta di regalarti abiti da donna mi ha un po’ sorpreso; pensavo che fossi sulla nostra sponda, anche alla luce delle mignottone che ti ho procurato e che hai mostrato di apprezzare.

Comunque, non è un problema; noi trattiamo tutti i generi. Quello che ci tengo a ricordarti è che all’ospedale di – omissis – non hanno ancora liquidato le fatture delle protesi. Avanzo già 150mila euro, ca***! Vedi un po’ se telefoni a – omissis – per sollecitarlo a chiamare quel *** di – omissis –. Oppure chiama direttamente – omissis –. Abbiamo fatto tanto per lui e per quella vostra corrente di rapaci…

Tuo Gianpi.

PS: Un abbraccio da quella gran *** della ASL di – omissis.”

Alla fine l’equivoco è stato chiarito. Tutti i regali erano destinati a Sandro Frisullo, che, lasciati gli uffici del lungomare Nazario Sauro, aveva eletto come domicilio l’abitazione di una certa Maria Pia, una delle escort messe a disposizione dal magnaccia di Berlusconi.

La ditta di spedizioni ha fatto un po’ di confusione, invertendo i destinatari, e tutto il materiale è stato recapitato per sbaglio alla Pallavolo Taranto.

Sono invece finite della cassetta della lettere di Sandro Frisullo i solleciti dell’Enel per il pagamento di bollette insolute dal marzo 2009, un avviso di pignoramento, una raccomandata del CTP, un paio di lettere di avvocati, una cartolina da Montescaglioso, una contravvenzione della 2^ Municipalità di Napoli per sosta in tripla fila e una lettera con cui la Mikasa rifiuta la proposta di pagamento rateale di n. 2 palloni ufficiali (usati) in quanto non sono state offerte sufficienti garanzie.


EMERGENZA TARANTO: ARRIVA BERTOLASO

5 marzo 2010

Di fronte allo stato di emergenza in cui è piombata la Pallavolo Taranto dopo la sconfitta di sabato scorso ad Acquaviva delle Fonti, non si è fatto attendere l’intervento della Protezione Civile.

Guido Bertolaso è arrivato nella città dei Due Mari sin da lunedì ed ha sorvolato in elicottero la zona colpita dal disastro e in particolare i quartieri Salinella e Solito Corvisea.

Il capo della Protezione Civile ha assicurato aiuti immediati alla squadra tarantina attraverso procedure più snelle e veloci per l’assegnazione di appalti: in particolare saranno ricostruiti i muri, rafforzate le difese del suolo e si provvederà anche a sviluppare programmi di sostegno psicologico e motivazionale per le vittime di questa emergenza.

Sull’operato della Protezione Civile, tuttavia, sta indagando la Procura di Taranto; il sospetto è che sulla ricostruzione della classifica della formazione jonica vi siano state speculazioni.

Sono trapelate anche delle intercettazioni molto compromettenti tra un imprenditore destinato alla ricostruzione, Francesco Maria Piscicelli, e suo cognato Gagliardi (nulla a che vedere con il coach della Lore Lei Potenza).

Questa è la trascrizione di una telefonata intercetata dalla Procura alle 20.01 di sabato 27 febbraio, proprio mentre terminava Acquaviva-Taranto.

Gagliardi: “Oh, hai visto cosa è successo ad Acquaviva?”

Piscicelli: “Lo so, lo so… Ho parlato con Guido che era là a vedere…”

Gagliardi: “Minchia, 25-8 il quarto set!”

Piscicelli: “Eheheh (ride) E’ una catastrofe. Cioè, non si è mai visto…”

Gagliardi: “Occupati di ‘sta roba perché qui bisogna partire in quarta subito; non è che c’è un 25-8 ogni settimana”.

Piscicelli: “Lo so. Eheh (ride) E’ più divertente del terremoto dell’Aquila”.

Gagliardi: “Parla con Balducci, Anemone. Bisogna che venga dichiarato lo stato di calamità così magari è più facile prendere i soldi della ricostruzione”.

Piscicelli: “Potremmo anche fare la cresta usando il metodo Impregilo”.

Gagliardi: “Impreche?”

Piscicelli: “Impregilo. I delinquenti che hanno costruito l’ospedale dell’Aquila con la sabbia al posto del cemento…”

Successivamente le attenzioni degli imprenditori si sono spostate sugli appalti del G8, che è stato trasferito dalla Maddalena a Taranto. Dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, Diego Anemone avrebbe chiamato al cellulare Mauro Della Giovampaola.

Anemone: “Spostano il G8 dalla Maddalena alla palestra Maria Pia di Taranto; me l’ha detto Guido.”

Della Giovampaola: “Sono uno sbonno di soldi, di appalti”.

Anemone: “Sì, perché là è tutto da rifare, a cominciare dal cancello rotto. Verranno Obama, Merkel, Putin, tutti…”

Della Giovampaola: “Al Maria Pia, sì. Lì ci saranno le riunioni dei grandi. Ma poi stanno un sacco di altre cose: c’è da organizzare i trasporti, i servizi, il catering…”

Anemone: “Ma io ho sentito dire che vogliono andare a mangiare al Siddharta, tranne Obama, che ha chiesto espressamente dei panzerotti di Ernesto…”

Della Giovampaola: “Poi dovremmo interessarci dell’appalto degli impianti idraulici e termoidraulici”.

Anemone: “No, a Taranto c’è Termoidraulica Nitti. Con quelli non possiamo competere neanche truccando la gara…”

Della Giovampaola: “Beh, vabbè, poi sentiamo Guido. Sta per andare a Taranto a vedere”.

E proprio l’arrivo a Taranto di Bertolaso ha indotto i magistrati ad aprire un altro filone di indagini. Alcune intercettazioni lasciano supporre che Bertolaso si sia recato in Puglia anche per dei massaggi particolari.

Atterrato all’aeroporto Arlotta di Grottaglie, Bertolaso avrebbe telefonato a Simone Rossetti, il factotum di Diego Anemone:

Bertolaso: “Sono Guido, buongiorno”.

Rossetti: “Buongiorno”.

Bertolaso: “Io sono atterrato in questo istante dall’Aquila. Se oggi pomeriggio una ragazza lì al Maria Pia potesse… Cioè, le ho viste giocare ad Acquaviva e io a queste gliela darei volentieri una…”

Rossetti: “Ho capito, sì, ma non sono mica disponibili”.

Bertolaso: “Ah, no?”

Rossetti: “No. Tu frequenti Berlusconi e ormai ti sei convinto che tutte le donne siano zoccole, ma pare che non sia proprio così”.

Bertolaso: “Ah. Beh, allora cercate da qualche altra parte; basta che sia viva, che respiri e che abbia il bikini stretto. Io sto arrivando; vi richiamo fra venti minuti”.

Rossetti: “Bah, allora vai al Palafiom, non al Maria Pia. Può darsi che lì ci sia una che chiamano Flipper…”

Bertolaso: “Flipper… M’ispira. Organizzatemi qualche situazione”.

Poco dopo, però, Bertolaso avrebbe richiamato. Il Capo della Protezione Civile era piuttosto contrariato.

Bertolaso: “Andate a fan***!”

Rossetti: “Cosa c’è? Non ti è piaciuto il massaggino?”

Bertolaso: “Ma era una cagnetta, ca**o!”

Rossetti: “Ohu, quella abbiamo trovato. Tu avevi detto che bastava che fosse viva e respirasse…”

Bertolaso: “Ma siete proprio dei pezzi di ***!”

Rossetti: “E non sai quanto c’è voluto per infilarle quel bikini stretto…”

Bertolaso: “Vaff***. Torno al Salaria”.

Rossetti: “Facciamo sparire i preservativi…”

Fin qui le intercettazioni.

Le risate nella sera della sconfitta di Acquaviva hanno scatenato la rabbia della tifoseria tarantina: “E’ mostruoso: mentre noi perdevamo la partita, loro ridevano e si fregavano le mani”.

I sostenitori della squadra biancoblu sono scesi in piazza per protestare. Sui loro cartelli la scritta: “Alle 20.01 io non ridevo”.

NOTE:

Le vere intercettazioni relative ai massaggi di Bertolaso si leggono su http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/11/news/intercettazione_festa_bertolaso-2259142/

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/15/news/verbali_notte_con_bertolaso-2303052/


RISANATO IL DEFICIT DELLA PALLAVOLO TARANTO; PAGA NAPOLITANO

20 gennaio 2010

Si sa, la crisi economica ha colpito pesantemente anche il mondo dello sport.

E il Taranto non fa eccezione; è inutile negarlo: momenti difficili li abbiamo vissuti anche noi in attesa dell’annunciata ripresa.

Poche aziende, in questo periodo, sono disposte ad investire nelle sponsorizzazioni; tutti tirano la cinghia e questo è comprensibile. Lo staff appulo-lucano, però, non si è perso d’animo ed ha battuto ogni strada possibile. Anche le strade più audaci, anche quelle nei pressi di via Leonida (e il coach e Simona sanno a cosa mi riferisco…).

Molti dinieghi, qualche promessa, qualche rinvio, ma intanto le giocatrici stanno continuando ad esprimersi sul parquet con grande impegno ed attaccamento alla maglia.

Ai recenti segnali di ottimismo, si è aggiunto il colpo di genio risolutivo.

Ad ispirarlo è stata la visita a Bari del cosiddetto presidente della Repubblica, che venerdì ha partecipato alla cerimonia con cui è stata dedicata ad Aldo Moro l’università del capoluogo pugliese.

Tre giorni dopo il capo dello Stato ha partecipato ad un’altra cerimonia, a Roma, con cui ha fatto rivoltare nella tomba tutti i veri statisti del Paese.

Dismessi i panni istituzionali, Napolitano è tornato ad essere il leader della corrente migliorista del PCI, quella che negli anni Ottanta e Novanta scalpitava per fare accordi con il PSI di Craxi negli enti locali.

A questo punto è partita la manovra della Pallavolo Taranto.

Il cosiddetto presidente della Repubblica firma tutto: leggi ad personam, leggi che ci trasformano nello zimbello d’Europa, leggi che oltraggiano i valori costituzionali e quelli della decenza.

Se firma tutto – si son detti in società – perché non dovrebbe firmarci anche qualche assegno da destinare alle esigenze della squadra?

Un primo tentativo di essere ricevuti dal capo dello Stato è stato respinto dal portiere del Quirinale.

Poco dopo i dirigenti del Taranto hanno (ingannevolmente) fatto sapere ai funzionari della Presidenza di essere stati condannati in via definitiva per corruzione e finanziamento illecito dei partiti nell’ambito delle inchieste sulle tangenti ENI-SAI e Metropolitana Milanese. Dieci anni di carcere in totale. Proprio come Craxi.

Nel curriculum lo staff del Taranto ha anche asserito di aver provocato crisi di governo da un camper e di aver garantito l’impunità e la fuga ad alcuni terroristi responsabili del sequestro di una nave e dell’uccisione di un anziano disabile sulla sedia a rotelle.

Di fronte a cotante credenziali, Napolitano non ha potuto esimersi dal ricevere la delegazione del Taranto dopo aver organizzato una cerimonia di Stato in loro onore.

Al termine del discorso ed approfittando dello stato di sonnolenza di tutti gli astanti, il tecnico del Taranto ha messo sul tavolo del cosiddetto presidente ben dieci assegni da 12.499 euro.

“Firma!” – gli ha intimato.

“Perché? Cosa sono?”

“Quando mai ti sei preoccupato del contenuto di quello che firmavi?! Firma pure questi, meh!”

Il presidente ha opposto un’ultima perplessità:

“Le leggi contro il riciclaggio impongono di non firmare assegni non trasferibili pari o superiori a 12.500 euro…”

“Appunto; questi sono da 12.499”.

“Sì, ma sono dieci. Stesso importo, stessa data, stessa firma… E’ evidente che c’è un raggiro della legge antiriciclaggio…”

“Non ti preoccupare: l’ha fatto anche Dell’Utri [1]; se ci sono problemi, diciamo che avevamo fretta. Ecco, firma. Ciao, buonanotte…”

Già da lunedì prossimo le atlete potranno ritirare gli importi dalla Cassa Depositi e Presta.

NOTE:

(1) Cfr. TRAVAGLIO, M., VELTRI, E., L’odore dei soldi, Editori Riuniti, Roma, 2001.


CARO BABBO NATALE…

24 dicembre 2009

Caro Babbo Natale, non voglio tediarti con le solite dieci richieste che formulo ogni anno. Fra l’altro, dopo un brillante avvio, da un po’ di tempo stai perdendo colpi.

Sì, potrei chiederti un presidente del Consiglio che si richiami ai valori cristiani senza, allo stesso tempo, andare a puttane, oppure un PD pugliese diverso da quel nauseante manipolo di trafficanti di poltrone che non si fa scrupolo di portare gli inquisiti in Parlamento e di cambiare (forse) le leggi elettorali regionali per fare i propri porci comodi, oppure la capacità di capire se tra l’UDC e Patrizia D’Addario ci siano differenze (mi pare che entrambi siano disponibili ad andare con chiunque), oppure un tubo che trasporti le emissioni dell’ILVA direttamente nella gola (o nel culo, vedi tu) di Emilio Riva, oppure la salvezza per la nostra Pallavolo Taranto ed anche la salute per tutte le giocatrici, oppure la nascita di una razza di cane geneticamente modificata in modo tale da essere stitica per tutta la vita e da regalare a tutti i miei concittadini, oppure un terremoto selettivo che faccia crollare soltanto le ville dove abitano i costruttori che mettono sabbia al posto del cemento, oppure i palloni Mikasa nuovi ca m’ pare ca sijm l’unici ca ancora no’ l’ tenìme, oppure il Mondiale di pallavolo 2010 al Maria Pia, o infine uno sconto sull’Annuario che esiste grazie ai dati che noi stessi forniamo e poi lo dobbiamo pagare 21,50 euri (che mandino almeno una copia omaggio ad ogni società; l’anno prossimo proporrò uno sciopero di protesta…).

No, niente desideri quest’anno, anche perché quelli che avevo in mente non mi sembravano pensieri molto adatti al clima natalizio.

Scegli tu un regalo a piacere.

Anzi, se posso permettermi, con la crisi che c’è (anche) nella pallavolo, quest’anno il regalo perché non ce lo dai a soldi…?


DOPO IL CASO AKRAGAS, DEDICA CHOC ANCHE A TARANTO: “QUESTA VITTORIA E’ PER ROSSANA DI BELLO”

28 ottobre 2009

Il mondo dello sport è scosso da un secondo scandalo dopo quello suscitato dal presidente della squadra di calcio dell’Akragas.

Ricordiamo che il presidente della formazione siciliana aveva dedicato la vittoria della propria squadra ad un boss mafioso arrestato pochi giorni prima, scatenando comprensibili e vivaci polemiche.

Questa volta è Taranto lo scenario di una nuova indecenza.

Dopo il successo per 3-2 sull’Acquaviva delle Fonti l’addetto stampa della locale squadra di pallavolo femminile si è espresso in questi termini: “Voglio dedicare questo successo ad una persona che non può essere presente al Maria Pia ma che ha fatto tanto per rendere famosa la nostra città: Rossana Di Bello. Quella con l’Acquaviva è stata una partita squallida, irritante, piena di tocchi irregolari, a tratti scandalosa; abbiamo dilapidato un patrimonio di punti e comunque alla fine siamo pure riusciti a farla franca. Ecco perché possiamo dedicare la vittoria all’ex-sindaco di Taranto…”

Il riferimento alla responsabile di un dissesto economico senza precedenti nella storia d’Italia ha immediatamente provocato polemiche e censure. Buona parte della città è indignata per questo riferimento che riporta il pensiero ad una stagione storica drammatica di cui si stanno ancora pagando le conseguenze.

La Procura della Repubblica sta valutando la possibilità di aprire un fascicolo.

Durissimo il giudizio del questore: “E’ un messaggio gravissimo soprattutto in considerazione del fatto che proviene dal mondo dello sport, molto seguito dai giovani che avrebbero invece bisogno di riferimenti valoriali sani.”

L’attuale sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, si è detto sconcertato e non è escluso che alla squadra di pallavolo possa essere revocata l’autorizzazione all’uso della palestra.

L’AMIP, Associazione contro la Malapolitica e l’Indecenza Pubblica sta per proporre un boicottaggio della squadra biancoblu: “Quella donna non dovrebbe neanche essere nominata per via delle inchieste a cui è stata sottoposta e per i danni paurosi che ha allegramente causato alla città. Purtroppo duole osservare come vi sia un decadimento di valori soprattutto tra i giovani e l’etica pubblica abbia perso di significato.”

L’unica voce fuori dal coro è la Fondazione Pregiudicato Craxi: “Noi non vediamo nulla di strano in questa dedica. Rossana Di Bello è un riferimento per tutti e soprattutto per i socialisti e i voltagabbana. Anche lei, del resto, era di sinistra due settimane prima di aprire il club di Forza Italia…”

Il Taranto ha cambiato addetto-stampa. Il nuovo portavoce, Paolo Bonaiuti, ha dichiarato che il senso della dichiarazione del precedente addetto-stampa è stato frainteso.

NOTE:

Le immagini sono tratte da La Gazzetta del Mezzogiorno, ediz. di Taranto, 29-11-2008, pag. 13, e da Taranto Sera, 27/28-03-2007, pag. 5. Il Taranto non ha giocato benissimo, ma il post è volutamente esasperato per finalità satiriche.


LA CORTE COSTITUZIONALE FA CONFUSIONE: ZUZU’ PROCESSATA A MILANO, BERLUSCONI POTRA’ GIOCARE NEL TARANTO

9 ottobre 2009

Il lodo Alfano non era l’unico oggetto di discussione e di sentenza per la Corte Costituzionale che si è riunita in settimana.

Al vaglio della Corte c’era anche il ricorso dell’allora Montescaglioso avverso alla squalifica inflitta a Zdravka Boyadzhieva, detta Zuzù.

Come è noto l’atleta bulgara non avrebbe potuto giocare sino al 30 giugno 2011 per aver posato nella foto di gruppo dello Slavia Sofia e per essere, dunque, risultata tesserata allo stesso tempo per la federazione italiana e quella bulgara.

Ma Zuzù è figlia della globalizzazione, è cittadina del mondo, è multinazionale. Cosa saranno mai le nazioni nell’epoca attuale e nell’Europa unita? Un concetto superato dalla storia. La FIPAV, però, non ha voluto sentire ragioni e ha inflitto la pesante sanzione.

Il presidente Vittorio Di Grazio si era appellato, tra l’altro, agli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana (vedi CU del CAF n. 49 del 2008) e proprio martedì la Corte ha esaminato l’eccezione di incostituzionalità.

Gli illustrissimi magistrati, però, hanno una certa età e la vista non è più quella di una volta. Inoltre, le gravi carenze di risorse della giustizia italiana non hanno permesso la sostituzione dei cancellieri che sono andati in pensione nei mesi scorsi costringendo i giudici ad assolvere anche ai compiti di segreteria, fotocopie, verbalizzazioni, ecc.

Da qui è nata un po’ di confusione. I supremi giudici hanno confuso il ricorso relativo al lodo Alfano con quello di Zuzù e gli effetti di questo disdicevole equivoco sono adesso sotto gli occhi di tutti. Zdravka Boyadzhieva sarà imputata a Milano per frode fiscale nell’ambito della vendita dei diritti televisivi Fininvest e per corruzione giudiziaria nel processo Mills.

E’ stata, invece, ridotta la squalifica a Silvio Berlusconi, che già dalla prossima stagione potrà riprendere a giocare nei campionati italiani di pallavolo.

Marcello Presta è perplesso: “Cosa me ne faccio di un giocatore, maschio per giunta, che a stento arriva al metro e sessanta? A parte il fatto che è più alto che onesto.”

Durissima, invece, la reazione di Vittorio Di Grazio: “Più che dalla Corte Costituzionale sono deluso dalla condotta del Presidente della Repubblica. Ero certo che avrebbe influito sui giudici di sinistra per revocare la squalifica di Zuzù; avevo la sua parola. Adesso, invece, mi ritrovo la ragazza imputata per corruzione e per frode fiscale. Non solo: rischio pure di ritrovarmi Berlusconi nello spogliatoio della squadra, dove ci sono anche atlete minorenni…”

La società jonica sta organizzando una grande manifestazione di piazza per solidarizzare con Zdravka. “Lei è stata voluta dal popolo e il popolo saprà reagire a questa decisione illiberale di giudici politicizzati e comunisti.”