TARANTO-ARZANO 3-0

29 novembre 2009

Sabato 28 novembre 2009 – ore 19.00

Io, per primo, non ci credevo e vi chiedo perdono.

Avevo assicurato che mi sarei liberato presto dall’impegno al Maria Pia, ma non certo perché mi aspettavo l’esito che poi si è determinato. Che poi tanto presto la partita non è finita visto che i tre set sono stati tiratissimi.

Ho tentato di corrompere le fuoriclasse avversarie non perché perdessero ma perché non ci umiliassero e ci facessero arrivare almeno a 10 punti nei tre set previsti (i soldi offerti, però, erano pochi).

Ed ero in buona compagnia visto che – osservando Campolo e Sforza menare come bombardieri durante il riscaldamento – qualcuno evocava “culi a tarallo” che l’Arzano era in procinto di farci.

Insomma, vista dall’esterno, l’atmosfera era quella delle pecorelle in fila per entrare nel mattatoio; in realtà delle pecorelle le nostre giocatrici avranno soltanto il colore bianco delle maglie da gioco (bianco rosato nel caso della maglia numero 9…). Il cuore, invece, sarà quello delle tigri. Di tigri ferite e quindi incazzate nere.

Probabilmente, ancora una volta, ad aver interpretato correttamente la situazione è il giornalista del Corriere del Giorno, Giuseppe Di Cera: dopo lo storico “puff” con cui aveva descritto meglio di ogni trattato la dissoluzione del progetto Nati a Taranto, in mattinata aveva usato l’immagine delle “montagne russe” per descrivere il nostro strano campionato, fatto di successi importanti e di tracolli indecorosi. [1]

Vinciamo a Benevento e poi crolliamo ad Altamura, tanto per fare gli esempi più recenti.

Oggi batteremo l’Arzano senza cedere neanche un set (e mai quest’anno avevamo vinto 3-0…).

Visto che l’imprevedibilità del Taranto ormai è diventata… prevedibile, vi preannunciamo che perderemo male a Benevento con l’Accademia, batteremo la Livi Potenza, usciremo sconfitti da Molfetta, vinceremo nettamente con il Sarno.

In mattinata la gente di Taranto era scesa in piazza per ricordare di essere la città più inquinata d’Europa e ovviamente per esprimere il desiderio di non esserlo più. Quindicimila cittadini contro un inquinatore pregiudicato e contro i suoi rozzi pretoriani allergici ai microfoni e alla libertà di informazione. In piazza c’era anche parte della Palafiom, ad eccezione delle giocatrici che avevano preferito fare jogging al parco Cimino. Almeno così avevano detto.

L’Arzano arriva in città con congruo anticipo ma va al Palafiom invece che al Maria Pia. Alla Tekla Scafati questo equivoco portò bene.

Qui, come spesso accede nella vita, siamo di fronte ad una scelta etica: essere onesti danneggiando noi stessi oppure essere disonesti pur di trarre un bieco ma notevole beneficio immediato? Come scelta non avremmo dubbi, ma manca il tempo di renderla esecutiva. In sostanza, l’idea è quella di raccogliere dieci ragazze e di vestirle con la divisa del Taranto e poi di prendere due volontari compiacenti che, fingendosi arbitri, dirigerebbero una partita-farsa contro l’Arzano. Nel frattempo, al Maria Pia, i veri arbitri prenderebbero atto del mancato arrivo della squadra napoletana assegnandoci la vittoria a tavolino. L’idea non è male, ma – dicevo – manca il tempo per realizzarla; nell’immediato futuro dovremmo dotarci di una task-force di pronto intervento.

Tante novità, invece, al Maria Pia: una nuova segnapunti, l’acqua frizzante per il coach anche per le partite in casa, una nuova penna con cui annotare il sestetto, Michele in tribuna, Gabriella alla videocamera, Ivana con le treccine.

Dopo una settimana in cui ci si è allenati con una media di tre giocatrici a sessione, coach Marcello Presta non ha molto da scegliere: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Ivana Gallo Ingrao schiacciatrici, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Simona Leone libero.

In panchina: Priscilla Pisani, Simona Mereu con la schiena bloccata e Giulia Basile con la schiena di gomma.

Guerriero Arzano.

Margherita Cozzolino in palleggio, Annamaria Totaro opposto, Nunzia Campolo e Maria Grazia Sforza schiacciatrici, Maria Russo ed Elisabetta Piscopo centrali, Santa Guida libero.

Santa Guida è un nome meraviglioso. Dev’essere la patrona degli automobilisti. Se qualcuno si azzardesse a chiederle provocatoriamente chi le abbia dato la patente, alla giocatrice arzanese basterebbe esibire un documento: “Come ti permetti? Santa Guida c’è scritto qui, toh!”

In panchina con coach Nico Borghesio: Maria Musella, Carmela Petrella, Federica Severino e la splendida Maria Cristina Guadagnino.

Primo set

Taranto impreciso e Totaro implacabile: quattro nostri errori-punto e quattro conclusioni dell’opposto partenopeo. Coach Borghesio esprime con un certo trasporto la propria personale riconoscenza alla Totaro.

Siamo 2-8 e Nunzia e Sforza non hanno ancora toccato un pallone. Telefono agli amici e dico che sarò da loro ancora prima del previsto.

Ma c’è già qualcosa di diverso nel Taranto rispetto a sei giorni prima: la difesa. Simona e le compagne si buttano su ogni pallone come delle assatanate.

Le ospiti attaccano in modo scomposto, ma sembrano avere ancora il controllo della partita, che comunque è già gradevole per via del bel gioco espresso in campo.

Santa Guida respinge un pallone che cade nella nostra metà campo grazie anche alla fatale indecisione di due nostre giocatrici (11-13). E’ un punto subìto, ma ogni occasione è buona per esprimere ammirazione a tutti i liberi che mettono il pallone a terra.

Ace Campolo e siamo ancora sotto (12-15). A questo punto non è più soltanto la difesa del Taranto a meritarsi applausi; anche l’attacco: Angela, Silvietta a muro, Ivana e Gisela (16-15). Andiamo al secondo time-out tecnico in vantaggio ed è già un successo.

Approfitto del minuto di pausa per spostarmi e cambiare angolazione; voglio fare qualche foto dal gradino più in alto approfittando del fatto che stasera la palestra è meno affollata del solito.

Al rientro delle squadre sul parquet, lo spettacolo decolla. Un punto ciascuno, un batti e ribatti emozionante e si arriva al 20-19. Poi c’è una doppietta di Nunzia, che scaglia bolidi sconvolgenti (20-21).

Taranto non va in tilt. Come diligenti formichine, le ragazze riprendono a lavorare alacremente e soprattutto a non commettere errori. L’importante è arrivare agli ultimi scambi in una posizione di parità; quello sarà il momento per tirare fuori le unghie. Sbaglia, infatti, l’Arzano: errore in battuta e doppia (22-21).

Le unghie le tira fuori Ivana, che va a segno due volte da posto due con intermezzo di Totaro (24-22). E’ ancora la nostra “laterale storica” che va a servire e a piazzare una battuta vincente!

Secondo set

Il copione sembra ripetersi: SuperSforza e Arzano scatta in avanti (1-5), ma Taranto c’è e recuperiamo subito qualcosa (3-5).

Simona Leone sta salendo di livello e passa dalla reattività ai veri e propri miracoli mentre la nostra Ale passa, invece, in infermeria. Dagli spalti non comprendiamo il problema, ma notiamo un po’ di movimento attorno alle mani fatate della nostra alzatrice. La nostra apprensione sarà immotivata perché si tratta di una lievissima escoriazione; le mani della regista continueranno a dispensare opere d’arte.

Splendida fast di Silvia ed anomala serie di errori-punto napoletani (9-6).

Show di Nunzia Campolo, che prima stoppa un tocco di seconda di Ale causandomi un profondo dolore e poi spara una fucilata con urlo sul nostro libero (9-10).

Inizio a immaginare mentalmente il contenuto dell’articolo che devo preparare: grande Taranto per un set e mezzo poi viene fuori l’Arzano.

“Per paura di restare deluso, non mi abbandonai ad una generosa speranza”. [2]

Ale sbaglia il servizio e suo padre, riferendosi alle cure mediche di qualche minuto prima, fa la battutina: “Avrà perso sensibilità…”.

Di solito i genitori sono peggio degli hooligans quando si tratta di difendere le figlie; il signor Certa è l’unico che invece si diverte a fare del sarcasmo sugli errori della piccina.

In realtà, di errori stasera Alessandra ne farà ben pochi ed anzi sta per disputare uno degli incontri più brillanti e lodevoli della sua carriera. Non ho più aggettivi per definire questa palleggiatrice.

Pipe-culo di Gisela, aiutata dal nastro, muro di Russo e palla messa a terra di pugno dalla fuoriclasse Campolo (13-18).

La prestazione del Taranto è stata positiva nel suo complesso, ma si arriva ad un momento dei set in cui le biancoblu non sbagliano più niente o quasi. Ho fatto un calcoletto: prendendo in esame gli ultimi 20 scambi di ciascun set, Taranto ha commesso soltanto 2 errori-punto (Arzano 16). Due errori-punto in 60 scambi; non so se mi spiego.

Silvia Renna lancia l’ennesima rimonta e Gisela dimostra che le cannonate sa tirarle anche lei (18-19). La nostra centrale continua a giocare con un rendimento eccellente mentre il martello appulo-argentino è stato strepitoso in difesa e costante, come sempre, in attacco (4 punti nel primo set, 5 nel secondo, 4 nel terzo).

Troppa foga nelle azioni offensive partenopee e così, come sperato, si arriva agli ultimi scambi da una posizione di parità (21-21).

Gisela compie un salvataggio impossibile e poi va lei stessa a chiudere con successo lo scambio (24-22)!

Punto di Sforza e poi un altro scambio che sintetizza la partita: Simona Leone difende ben quattro attacchi ospiti e Silvietta conclude con un autorevole mani-fuori (25-23).

E’ il più bel Taranto della stagione.

Terzo set

Santa Guida viene sostituita da Maria Musella, circostanza che comporta un’annotazione sul referto.

Russo e Sforza pareggiano le azioni vincenti di Silvietta (3-3); Gisela spedisce un pallone addosso alla segnapunti, che inizia a pentirsi di aver fatto il corso trattandosi di un’attività a rischio.

Veramente sono due settimane che a provocare rischi per l’incolumità di terzi è la nostra schiacciatrice…

Forse dovremmo deciderci a nominare un referente della ex-626 (la legge sulla sicurezza negli ambienti di lavoro) e metterlo alle calcagna dell’atleta 24 ore su 24.

Doppio muro dell’Arzano e doppia realizzazione di una fantastica Silvia: prima spinge di pugno un pallone nei pressi della linea di fondo ospite, poi va a segno direttamente su battuta (6-8).

Fa un ace anche Ale, le cui mani devono aver ritrovato sensibilità.

Angela smorza spesso gli attacchi ospiti, Gisela riesce a contenere una bomba di Nunzia e poi Silvietta chiude lo scambio  del 10-9. Sto godendo.

Vorrei scendere a scattare fotografie da altre angolazioni, ma siccome la mia posizione in piedi sull’ultimo gradino ha portato bene, mi viene impedito di scendere. Questa è violenza privata…

Finché lo impongono a me che sono dell’ambiente va ancora bene; il guaio è quando le postazioni scaramantiche vengono imposte con la forza anche ai giornalisti.

Andiamo avanti. Usiamo i pugni (uniti) anche in ricezione e Marcello non gradisce; nell’unico istante di silenzio in palestra echeggia nitidamente il suo urlo di rimprovero: “Ma che c***o…!!!”

Eppure facciamo punto anche alla fine di uno scambio nato in questo modo alquanto creativo. Un po’ di culo non guasta; questa è proprio una serata felice.

Di più: la ricezione a pugni chiusi è il primo passo di un favoloso break da sei punti in cui Gisela fa la parte del leone (con la elle minuscola).

L’Arzano, che – ci tengo a sottolinearlo – sta dimostrando di essere una bella squadra, non una buona squadra, ha un’arma segreta: Elisabetta Piscopo. La bionda centrale piazza quattro conclusioni in una fase favorevole per la propria squadra. Sul 19-17 viene giudicata fuori una conclusione di Nunzia, che non la prende bene (e a mio modesto parere, non aveva tutti i torti).

Servizio di Sforza con Gisela che si abbassa di proposito assicurandosi così la gaffe della serata (20-20).

Sul 20-22 Marcello nota qualche criticità in ricezione e decide di far riscaldare Simona Mereu; Lisa, allarmata, chiama sia il 118 che la Questura.

Ma non c’è bisogno né di Simona (né del 118 e della Questura) perché l’Arzano si complica la vita da solo: due errori-punto e siamo di nuovo in parità (22-22).

Poi è Silvietta a spingere a terra una palla vagante e a garantirci il primo (ed unico) match-ball. Il nostro giovane opposto ha realizzato 6 punti nel terzo set assumendosi responsabilità delicate.

Fuori l’ultimo attacco delle napoletane (25-23). Abbiamo vinto! Abbiamo vinto 3-0!

Questa è una delle partite che resteranno negli annali della Palafiom, una partita magnifica dal punto di vista tecnico-tattico e addirittura commovente sul piano caratteriale.

Prima del terzo tempo, la squadra, allenatore incluso, si raccoglie come se dovesse commemorare qualcuno che non c’è più e poi esplode nella canzone goliardica dei Righeira: No tengo dinero… In effetti, si commemora qualcosa che non c’è mai stato, per ora.

Beh, se la scaramanzia è una scienza esatta, se a me m’avìte tenùte appès’ a ‘u mure pe’ n’ora e ‘mminz’, a questo punto, per coerenza, bisogna continuare a giocare nelle stesse condizioni economiche.

Come direbbe l’uomo del Monte? No s’ cangia sciuech quann’ s’ vince…

‘A fava e ‘u scuèrcele

MARCELLO: Tutte fave questa sera: Alessandra per la regia impeccabile, Silvietta per la determinazione nei momenti delicati della partita e non solo in quelli, Gisela per l’ormai consueta caterva di punti distribuiti con costanza nei set (4-5-4), Ivana magnifica in difesa e decisiva soprattutto nel primo parziale, Silvia punto fermo della squadra, Angela che ha smorzato a muro parecchi attacchi avversari e Simona Leone, vero simbolo di questa riscossa grazie ad una partita fatta di grinta e concentrazione. Per sintetizzare la vittoria del gruppo scegliamo allora l’immagine del coach. Lui solo conosce le difficoltà che ha dovuto affrontare anche in questa settimana.

ALFREDO: Nulla da eccepire sulla sua preziosa multifunzionalità: programma la videocamera, fa da tutor alla nuova segnapunti e rende il parquet lindo come un piatto appena lavato. Il punto è proprio questo: a casa è altrettanto servizievole? Chiederemo a Gabriella se anche nei lavori domestici l’efficienza viaggia sugli stessi standard.

Tabellino: TARANTO-Arzano 3-0 (25-22, 25-23, 25-23)

Taranto: Scialacomo 13, Gallo Ingrao 7, Basile 0 in condotta, Renna 11, Stufano 2, Mastandrea 9, Certa 2, Pisani NE, Mereu NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 5, errori in battuta 2, muri-punto 3.

Arzano: Campolo 18, Guadagnino NE, Sforza 13, Cozzolino 0, Piscopo 6, Russo 5, Totaro 11, Guida 1 (L), Petrella NE, Severino NE, Musella (L) – All. Borghesio.

Aces 4, errori in battuta 9, muri-punto 6.

Arbitri: Vincenzo Gratis (LE) e Giuseppe Russo (LE).

Durata set: 25’, 27’, 31’ – Durata totale dell’incontro: 1.29’.

Altri risultati: Centro Ester NA-Battipaglia 3-0, Leonessa Altamura-Molfetta 0-3, AS Benevento-Oria 3-0, Salerno-Accademia BN 1-3, Acquaviva delle Fonti-V.Altamura 3-1, ASCI Potenza-Sarno 1-3, San Pietro Vernotico-Livi Potenza 2-3.

Classifica: Centro Ester NA 28; Molfetta e Sarno 27; San Pietro Vernotico 24; Arzano 21; Battipaglia 19; ASCI Potenza e AS Benevento 18; TARANTO 17; Leonessa Altamura 16; Livi Potenza 13; Accademia BN 12; Oria 9; V.Altamura 8; Acquaviva delle Fonti 7; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutto fermo.

Prossimo turno: Accademia BN-TARANTO, sabato 5 dicembre, ore 18.30.

NOTE:

(1) Cfr. DI CERA, G., “Montagne russe” Palafiom: le ioniche sono alla ricerca della forma migliore, “Corriere del Giorno”, 27 nov 2009, pag. 41.

(2) BORGES, J.L., La memoria di Shakespeare, in Il libro di sabbia, Adelphi, Milano, 2004, pag. 137.


LA PATRIA CI STRAPPA CRISTIANA

27 novembre 2009

Giovani braccia impegnate a coltivare i campi e strappate alle loro famiglie per indossare la divisa di una Patria che si ricorda di loro soltanto per armarle di un fucile.

Studenti che accantonano i libri e gli studi perché è scoccata l’ora suprema in cui si decidono le sorti delle nazioni.

E adesso anche giocatrici di pallavolo che si sfilano la maglia da gioco per indossare la divisa militare e si distaccano dalla palestra, dalle compagne, dalla passione di una vita.

Sono strazianti le scene a cui abbiamo assistito sulla banchina della base militare di Taranto, da dove domenica scorsa sono salpate le unità di combattimento della Marina. Madri in lacrime, mogli e mariti che agitavano i fazzoletti umidi, bambini che rivedranno i loro genitori quando saranno già adolescenti. E allenatori incavolati neri.

Non sono mancati momenti di tensione che hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine soprattutto quando un signore con un giaccone su cui c’era scritto Magna Grecia ha tentato di assaltare una fregata della Marina per riprendersi la propria centrale.

Ma nulla possono la rabbia e la disperazione delle persone quando la Patria muove passi decisi e solenni lungo il sentiero della storia. Dopo le inutili invasioni da servi al guinzaglio degli Stati Uniti, finalmente l’Italia ha deciso di intraprendere l’unica guerra giusta: l’annessione della Repubblica di San Marino, colpevolmente dimenticata dai Savoia e da Garibaldi. Uno staterello che non ha motivo di esistere se non quello di accumulare denaro sottratto al fisco dello Stato italiano e di allenare le nazionali estere nei gironi di qualificazione delle più importanti competizioni internazionali.

La dichiarazione di guerra è stata consegnata, in banca, all’ambasciatore e già lunedì, mentre la flotta navale raggiungeva le spiagge di Rimini per iniziare l’invasione terrestre, i caccia dell’aviazione hanno messo fuori uso le serrature dei caveau della Repubblica del Titano.

La contraerea di San Marino ha risposto al fuoco scagliando sugli aerei lingotti d’oro e conti correnti appallottolati, senza tuttavia causare perdite.

La Palafiom ha inviato un saluto e un appello al proprio sottotenente: “Visto che ti trovi là, vedi se annùsci qualche cosa di soldi”…


LA FINESTRA SULLA C: TEMPESTA-CEGLIE 0-3

26 novembre 2009

Dopo la trionfale e inattesa vittoria per 3-0 sul Corsano (parziali incredibili, 25-0, 25-0, 25-0, frutto di una gara senza alcun errore), la Tempesta è impegnata nella difficile partita interna contro il Ceglie.

Coach Monopoli schiera la nuova palleggiatrice Giusy D’Elia (che tuttavia è in condizioni di salute precarie), l’opposto Rosanna Galiulo, le bande Eva D’Elia e Francesca Cosa, le centrali Bruna Clemente e Adriana Cardone, il libero Federica Cofano.

Nei pressi del parquet di via Galilei ci sono ancora i segni lasciati dal gesso della scientifica dopo la sparatoria di mercoledì.

Purtroppo la turnazione delle squadre che si allenano al Maria Pia talvolta è motivo di divergenze.

A nessuno fa piacere allenarsi alle 20 ed è quindi normale che sorgano delle discussioni risolte con le abituali prassi locali.

In avvio di partita la Tempesta impone un buon muro in diverse occasioni ma questo non impedisce alle ospiti di portarsi avanti per 9-14.

Pesano, ahimé, i numerosi servizi sbagliati dalle rossoblu.

Il vantaggio cegliese aumenta (10-17) e il primo parziale viene così conquistato abbastanza agevolmente da Cristofaro e compagne (16-25).

Purtroppo il Ceglie del mitico Rampino migliora ulteriormente e si dimostra una squadra tostissima: difesa impressionante, ottimo libero e bande che fanno male.

Ma la Tempesta non resta a guardare; le joniche esprimono la propria carica agonistica mediante il gioco e mediante il linguaggio. Di parolacce sui parquet ne ho sentite a bizzeffe, di solito come imprecazioni per un punto subìto oppure, al contrario, come forma di rinforzo verbale dopo un punto realizzato. Sempre dopo, però. Per la prima volta nella mia vita ascolto nitidamente una parolina di cinque lettere (c***o!) urlata nel momento stesso in cui si schiaccia la palla. Ha portato bene.

Dato l’insolito silenzio del pubblico del Maria Pia, non ci vuole molta concentrazione neanche per ascoltare le indicazioni del Velasco dei Due Mari durante i time-out. Soprattutto sul 2-8.

L’incitamento tecnico è utile perché ad una diminuzione degli errori tarantini corrisponde un incremento delle irregolarità ospiti e così Cocca e compagne riescono ad assaporare la gioia del vantaggio (16-15).

Subito dopo, però, le brindisine ottengono un break decisivo e vanno a vincere anche il secondo set (20-25).

Il terzo parziale è più spettacolare e resta in equilibrio per quasi tutta la sua durata. Si parte dal 6-6 e si prosegue con gli ottimi primi tempi di Bruna Clemente (14-14).

Ceglie, dal canto suo, ricorre con ammirevole frequenza ai palloni piazzati in palleggio nei pressi della linea di fondo. Creatività al potere.

E’ a questo punto che si impongono le ragazze di coach Rampino grazie ad un break di quattro punti (14-18) che non sarà più recuperato dalle pur generose tempestine.

NOTE:

L’articolo di giornale nella foto, con qualche modifica, è della Gazzetta del Mezzogiorno, ediz. di Taranto, 19 nov 2009, pag. I.


V.ALTAMURA-TARANTO 3-0

23 novembre 2009

25 novembre – giornata internazionale contro la violenza sulle donne

“Violence against women has been hidden in a culture of silence. With this campaign we are breaking the silence and ensuring that women’s voices are heard. We need strong and sustained leadership to change norms and attitudes. It is time to end complicity and impunity.

We all have a role to play. Men and boys can make a tremendous contribution by using their power for positive change. Together with them, we will create a world where both girls and boys are raised in a culture of mutual respect, responsability and equal opportunity”.

Thoraya Ahmed Obaid


Domenica 22 novembre 2009 – ore 18.00

La partita, per varie ragioni, non ispira molta voglia di scherzare e il risultato finale deludente è soltanto uno dei fattori che non agevolano l’umorismo. Chi si attende il solito post può già chiudere la connessione.

Il Taranto è in difficoltà: Cristiana è stata precettata dalla patria, Katia si è infortunata e gli allenamenti settimanali sono risultati piuttosto problematici.

Ma anche sull’altro fronte i problemi in settimana non sono mancati e li conosciamo tutti. Le ragazze murgesi saranno particolarmente brave a concentrarsi sulla partita sfoderando una prestazione encomiabile sia sul piano tecnico che su quello caratteriale.

Coach Carlo Festa utilizza Simona Ancora in palleggio, Sara Giogli opposto, Carmen Vantaggiato e Roberta Licata laterali, Grazia Spinelli e Ana Branco Rocha centrali, Anna Simonetti libero.

In panchina: Margherita Ferrulli e Debora Zicari.

Il tecnico tarantino Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Gisela Scialacomo laterale, Ivana Gallo Ingrao e Silvia Mastandrea che si scambiano i ruoli di laterale e di opposto, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Simona Leone libero.

In panchina: Giulia Basile, Priscilla Pisani e Simona Mereu.

In tribuna una folta rappresentanza di tifosi jonici, per lo più genitori, che hanno sfidato la nebbia pur di sostenere le biancoblu. Il rammarico è rappresentato dalla chiusura domenicale dei panifici che ha impedito la degustazione della celebre focaccia locale, quella che ha fatto chiudere il McDonald’s per manifesta superiorità ispirando il film Focaccia blues.

Si registra il ritorno in pista di Tony Manero.

Primo set

La centrale Grazia Spinelli è la protagonista della fase iniziale dell’incontro: prima piazza un muro e poi un servizio vincente. Anche la nostra Silvia mura, ma negli altri fondamentali siamo in grosse difficoltà (8-4).

Poi è Ana Branco Rocha (Aninha, diciamo, attenendoci alla scritta riportata sulla schiena) ad ergersi quale padrona assoluta del centro rete.

Sul 12-7 si blocca Carmen Vantaggiato, ex-schiacchiatrice del Sala Consilina. E’ piegata e si tocca il ginocchio. Viene accompagnata in panchina e non sarà più in grado di rientrare in partita. Ovviamente l’auspicio è che non si tratti di nulla di grave.

Al suo posto entra Debora Zicari, ma la musica sul parquet non cambia. Il Taranto ricorda quello del primo set di Benevento (evanescente e distratto), mentre Grazia Spinelli incrementa il proprio bottino personale di punti assestandosi a quota 6 in questo parziale.

L’arbitro Valeria Montagna blocca il gioco per un secondo incidente, occorso questa volta ad una giocatrice del Taranto, Silvia Renna. La centrale si tocca il volto. Cos’è stato? Una pallonata? Una gomitata? Un moscerino nell’occhio? Un tentativo di strangolamento? Nulla di tutto questo, per fortuna; dopo qualche istante Silvia può riprendere a giocare.

Gli ultimi due punti per le padrone di casa sono firmati da Roberta Licata, anche lei in ottima forma (25-17).

Secondo set

E’ un Taranto più reattivo quello che affronta il secondo set anche se bisogna rilevare che molti punti ospiti sono frutto di errori delle murgesi, particolarmente imprecise in battuta (6-10). Quando, però, i servizi superano la rete, la nostra ricezione continua ad essere in affanno.

Chi non sbaglia praticamente nulla è il libero della squadra locale, Anna Simonetti: perfetta.

Nonostante il vantaggio, fatichiamo a mettere il pallone a terra: merito dell’eccellente difesa biancorossa ma anche di attacchi che risultano piuttosto spuntati rispetto a quanto siamo abituati a vedere.

Angelo Soranno fa troppo casino in panchina e per due volte il secondo arbitro è costretto a riprenderlo. Ha fatto bene; sono solidale con l’arbitro.

In qualche modo riusciamo a mantenere il vantaggio di quattro punti fino al 14-18; poi le baresi recuperano e si portano ad una sola lunghezza (17-18).

Sale l’ansia, ma Silvietta e compagne ribattono a tutti i colpi delle avversarie. L’equilibrio del set dovrebbe essere un indice di spettacolo, ma non sono queste le sensazioni che proviamo fuori dal rettangolo di gioco: ci sentiamo come dal dentista quando non vediamo l’ora che l’intervento finisca.

Sul 20-21 Marcello rafforza la difesa introducendo Simona Mereu, ma tra le murgesi è scoccata l’ora di Sara Giogli. La ragazza salernitana mette a terra tre palloni d’oro, incluso un bel lungolinea; un ace di Spinelli ed un primo tempo di Aninha fanno il resto (25-24)

Ultimo scambio: Simonetti compie un salvataggio spettacolare su un attacco di Silvia e poi concede il bis su una conclusione di Silvietta; la palla giunge a Licata che anche questa volta non fallisce il tiro decisivo (26-24).

Terzo set

La svolta non arriva. Ci sono segnali di risveglio da parte di Gisela (3-4), ma Licata, Zicari e Giogli continuano a perforare muro e difesa del Taranto (9-5). Sara Giogli si conferma uno degli opposti più efficaci del campionato e sul 16-9 abbiamo la sensazione che questa serata sia tristemente segnata.

Invece, sul 18-10, il Taranto infila un break di sei punti. Fast lungolinea di Silvia, muro di Ale ed ulteriori tre muri consecutivi della stella di Trepuzzi, seguiti da un errore-punto delle padrone di casa (18-16).

Silvia Renna sarà la miglior realizzatrice del Taranto con 14 palloni messi a terra (ben 7 a muro).

La squadra murgese sfrutta la serata di grazia di Giogli (20-16), ma poi commette tre errori consecutivi permettendo così a Ivana di raggiungere un pareggio che pochi minuti prima sembrava una chimera (20-20).

Ma forse sarebbe stato meglio continuare ad affondare; questo sussulto, questa speranza riaccesa e poi subito stutàta non fa altro che rinnovare la sofferenza generando un’ulteriore delusione.

Sul 21-21, infatti, il Taranto si blocca fatalmente; Licata realizza il suo diciassettesimo punto personale e Aninha chiude l’incontro con un sintomatico servizio vincente (25-21).

Per il Taranto è probabilmente la peggiore prestazione stagionale; è la prima volta quest’anno che torniamo da una trasferta senza aver conquistato neanche un set.

E’ anche la prima partita saltata da Cristiana in due anni di militanza tarantina e non è un’assenza da poco dato il rendimento costantemente elevato della nostra centralona. Però il muro stasera è andato bene ed abbiamo peccato in difesa, in ricezione e dalle bande, tutte fasi di gioco nelle quali Cristiana non è determinante; dunque la sua precettazione per la patria non è affatto una scusante.

Capaci di tutto, nel bene e nel male, avevamo scritto l’altra volta. Beh, questa volta è stata nel male.

La serata negativa, ovviamente, non ci fa dimenticare alcune imprese compiute nel corso della stagione, come la vittoria a Potenza e quella a Benevento. Abbiamo i mezzi per risollevarci, ma probabilmente adesso faremmo bene a guardarci soprattutto alle spalle.

‘A fava e ‘u scuèrcele

GLI ARBITRI: La fava del Taranto dovrebbe essere Silvia Renna (14 punti, compresi 7 muri), ma una volta tanto rendiamo merito ai direttori di gara, il cui livello è generalmente molto buono anche quest’anno. Questa sera sono stati perfetti: neanche una contestazione e persino i complimenti finali al primo arbitro, Valeria Montagna, da parte della squadra che ha perso 3-0. Le decisioni in tutte le circostanze dubbie sono apparse corrette, le interruzioni in occasione degli infortuni sono state tempestive e la gestione della partita è risultata autorevole e allo stesso tempo serena. In un volley privo di certezze economiche, morali, etiche, ecc., ci sono ancora dei punti fermi.

ANGELO: Comportamento discolo che ha indotto il signor Argese a richiamarlo per ben due volte. Al prossimo atto di indisciplina sarà costretto a mettersi col banco vicino alla cattedra in modo da essere costantemente sotto controllo. A questo punto dovremmo affittare il signor Argese anche per i tragitti in automobile, quando il vice-coach dà il peggio di sé strombazzando ed uscendo al casello sbagliato…

Tabellino: Volley Altamura-TARANTO 3-0 (25-17, 26-24, 25-21)

Taranto: Scialacomo 6, Gallo Ingrao 4, Basile NE, Renna 14, Stufano 4, Mastandrea 9, Certa 1, Mereu 0, Pisani NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 4, errori in battuta 4, muri-punto 9.

Volley Altamura: Spinelli 9, Ferrulli NE, Zicari 5, Branco 9, Giogli 14, Ancora 3, Vantaggiato 0, Licata 17, Simonetti (L) – All. Festa.

Aces 3, errori in battuta 10, muri-punto 8.

Arbitri: Valeria Montagna (BR) e Vladimiro Argese (BR).

Durata set: 27’, 27’, 27’ – Durata totale dell’incontro: 1.27’.

Altri risultati: Oria-Centro Ester 0-3, Sarno-AS Benevento 3-0, Molfetta-Acquaviva delle Fonti 3-0, Accademia BN-San Pietro Vernotico 0-3, Arzano-Salerno 3-0, Battipaglia-Leonessa Altamura 3-0, Livi Potenza-ASCI Potenza 1-3.

Classifica: Centro Ester NA 25; Sarno e Molfetta 24; San Pietro Vernotico 23; Arzano 21; Battipaglia 19; ASCI Potenza 18; Leonessa Altamura 16; AS Benevento 15; TARANTO 14; Livi Potenza 11; Oria e Accademia BN 9; V.Altamura 8; Acquaviva delle Fonti 4; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

Salerno multata di 100 euri perché l’ultima partita casalinga è iniziata in ritardo. E’ inutile ricordare che questo trofeo tiene conto soltanto delle sanzioni pecuniarie irrogate dalla Federazione.

Prossimo turno: TARANTO-Arzano, sabato 28 novembre, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


I CONSIGLI DI TOPO GIGIO PER LE PALLAVOLISTE

22 novembre 2009

L’influenza A dilaga e il panico si diffonde anche tra le giocatrici di pallavolo e soprattutto tra i loro allenatori. Vaccino sì, vaccino no. Pericolo sì, pericolo no. Tra tanti dubbi e tante versioni discordanti, per fortuna si è rifatto vivo Topo Gigio per fare un po’ di chiarezza.

Come è noto, il governo ha deciso di utilizzare l’amato pupazzo come testimonial dei consigli diramati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per prevenire l’influenza. Qualcuno sostiene che anche la guerra alla criminalità organizzata la stiamo facendo con Topo Gigio piuttosto che con le Forze dell’Ordine (sempre più prive di risorse e recentemente prese per il culo, durante un convegno, anche dal ministro degli Interni) ma lasciamo stare.

Topo Gigio ha fornito 5 consigli specifici alle pallavoliste:

1) Lavatevi le mani tutte le volte che toccate un pallone. Immediatamente. Se schiacciate una volta, poi non potete schiacciare più. Cavoli della palleggiatrice.

2) Giocate con una mascherina. Limiterete i rischi di contagio e potrete gridare in faccia alle avversarie quanto volete; difficilmente potranno individuarvi.

3) Non bevete dalla stessa bottiglia. Ciascuna scriva il proprio nome sulla bottiglia ed utilizzi soltanto quella autografata. Vale per l’acqua e per gli integratori durante la partita; vale anche per le birre dopo.

4) Non esultate abbracciandovi o stringendovi in cerchio. Meglio ricorrere a gesti come il pollice alzato o comunque a gesti di rallegramento che non comportino il contatto fisico. Ovviamente niente pacche sul culo. Prima la salute, poi la scaramanzia.

5) Evitate il terzo tempo. Meglio una sanzione disciplinare per esservi rifiutate di stringere le mani alle avversarie piuttosto che aumentare i rischi di contagio. Però, potete sempre provare a cavarvela facendo “ciao ciao” con la manina a debita distanza.


A SUA IMMAGINE

20 novembre 2009

Sono già due volte che l’articolo della Gazzetta del Mezzogiorno sulla partita del Taranto è accompagnato da una foto di Gisela con la maglia del Massafra. La schiacciatrice appulo-argentina effettivamente militò in quella formazione tre anni or sono.

In più, il 31 ottobre scorso, lo stesso quotidiano ha riferito della partita del Massafra in un pezzo preceduto dall’occhiello (si chiama così?): “Volley B2 femminile: destini opposti per i due team” (i due team sarebbero il Massafra e la Mira Taranto, che però giocano in C).

Due lapsus freudiani (anzi tre, visto che la foto di Gisela nell’Eurobios è stata riproposta) che lascerebbero intendere il desiderio da parte della Gazzetta di un Massafra effettivamente in B2. Fermo restando che in questo momento noi abbiamo i cavoli nostri per la testa, l’auspicio di rivedere la squadra massafrese in un campionato nazionale è ovviamente condiviso sia per ragioni localistiche che per la stima e l’affetto nei riguardi del presidente Conforti e di alcune sue giocatrici, come Zaby e Valentina.

A parte gli scherzi, gli errori possono capitare, per carità, soprattutto se si tiene conto dei ritmi di lavoro frenetici che caratterizzano le redazioni.

L’uso dell’immagine di Gisela-massafrese, però, mi ha stuzzicato alcune curiosità. Come vengono catalogate le foto nei giornali? Ogni giornalista ha un proprio archivio fotografico personale oppure l’archivio è condiviso dall’intera redazione?

Ricordo che quando fu approvata dal Parlamento l’istituzione della sesta provincia pugliese, l’edizione regionale della Repubblica pubblicò una foto dei barlettani che festeggiavano l’evento con caroselli d’auto e bandiere al vento. Almeno questo era quello che riferiva la didascalia perché in realtà l’immagine ritraeva nazionalisti serbi di Banja Luka che esultavano per i risultati elettorali in Bosnia Erzegovina.

Ma l’abbinamento articolo-foto più curioso risale al 24 agosto scorso.

La Gazzetta del Mezzogiorno, nelle pagine nazionali, intervista lo scrittore Emiliano Sbaraglia, cha ha appena pubblicato La scuola siamo noi, un testo di riflessioni e testimonianze sullo stato dell’istruzione pubblica italiana.

Il titolo è “La scuola siamo noi” e non siamo ancora morti.

C’è anche una foto che ritrae due giovani insegnanti mentre dialogano con altrettante alunne in grembiule: “Scuola viva. Docenti e alunne delle elementari” – riporta la didascalia.

Sullo sfondo c’è un canestro e forse non è un caso. Le presunte docenti sono infatti Flavia Prado e Monica Bonafede, due giocatrici del CRAS Taranto (ex nel caso della Bonafede)…

Ora, non posso escludere che la Prado e la Bonafede siano insegnanti nelle scuole elementari e giochino a pallacanestro nel tempo libero e credo, inoltre, che i bambini sarebbero ben felici di avere docenti del genere, date anche le straordinarie doti umane della Prado in particolare. Ma la ragione mi dice che forse la foto (che si riferisce ad un’iniziativa di promozione dello sport in ambito scolastico) è stata scelta a uecchio. Chi non è di Taranto e chi non segue il basket l’avrà trovata perfettamente coerente con l’articolo, ma definire Prado e Bonafede “docenti” è certamente improprio.

E questo aumenta la mia curiosità aumenta: forse gli archivi di immagini dei giornali sono organizzati per argomento?


RITRATTI: SILVIA RENNA

18 novembre 2009

CENTRALE

Nata a Campi Salentina (LE), 29 anni fa; vive a Trepuzzi (LE).

Segno zodiacale:

Leone.

Quando hai iniziato a giocare a pallavolo?

A 13 anni.

Perché proprio la pallavolo?

Non c’è un motivo particolare. Diciamo che si è trattato di un caso.

Perché proprio da centrale?

Inizialmente giocavo in posto quattro; poi, salendo di categoria, gli allenatori mi hanno impiegata praticamente in tutti i ruoli o quasi. Giocare da centrale alla fine non è stata una mia scelta. Anzi, se potessi tornare indietro, non mi dispiacerebbe giocare da opposto.

La tua carriera:

1999-’00 – Pink Volley, serie D

2000-’01 – Pink Volley, serie C

2001-’02 – Maglie, serie C

2002-’03 – Volley Tuglie, serie C

2003-’04 – Volley Tuglie, serie B2

2004-’05 – Volley Tuglie, serie B2

2005-’06 – Pallavolo Ostuni, serie B2

2006-’07 – Pallavolo Ostuni, serie B1

2007-’08 – Autoluna Salerno, serie B2

2008-’09 – Tekla Scafati, serie B2

2009-’10 – Taranto, serie B2

Cos’altro fai nella vita?

Pallavolo a tempo pieno.

I tuoi hobbies?

Nessuno. Il volley mi impegna completamente.

L’ultimo libro che hai letto:

Mille splendidi soli di Khaled Hosseini. Però non lo consiglio; troppo triste.

L’ultimo film che hai visto:

Cinderella man.

Il tuo cantante preferito?

Renato Zero. Anche Liga e Vasco, ma Renato Zero è il numero uno.

Il tuo piatto preferito:

Pasta in bianco.

Che?!

Il sabato di sicuro. Probabilmente è un retaggio scaramantico.

Sapresti elencare i tuoi principali pregi?

Non dovrei farlo io. Posso riferirti quello che sento dire dagli altri: simpatica e altruista.

E i tuoi difetti?

Dicono che sono troppo permalosa. E anche l’altruismo può diventare un difetto.

Il più bel ricordo della tua carriera:

La promozione in serie B1 con l’Ostuni. Al di là del risultato tecnico, mi resta soprattutto il ricordo di un gruppo di atlete magnifico. C’era molta coesione. E poi sono convinta che quella promozione sia stata “aiutata” da qualcuno che era in Cielo.

Il più amaro:

Non esserci salvate dalla retrocessione nel campionato successivo. La matematica ci condannò al penultimo turno, dopo una sconfitta in Sardegna. Quanta amarezza.

Quale difetto tecnico, se ritieni di averne, vorresti correggere?

Stando a quello che dice il mister, sono troppo aggressiva a muro; anticipo troppo.

L’osservazione più ricorrente del coach nei tuoi riguardi:

Non c’è una frase specifica. In questo periodo sta insistendo sulla necessità di migliorare l’intesa con Ale. Devo armonizzare meglio i miei tempi di rincorsa con quelli dei suoi passaggi.

Sei scaramantica? Compi “rituali” particolari prima, durante o dopo le partite?

Adesso non tanto. Quando, però, gli arbitri ci dicono “in bocca al lupo” al termine del riconoscimento, la toccata sopra è automatica…

Il tuo soprannome:

A Ostuni mi chiamavano Terminator. Credo dipendesse dal mio atteggiamento aggressivo in campo e dal mio modo di esultare.

Giocatore o giocatrice che ammiri di più:

Simona Gioli e Gigi Mastrangelo.

Qual è stata la partita più gratificante della tua carriera?

Quella decisiva per la promozione in B1 con l’Ostuni. Ricordo l’entusiasmo e un tifo mai visto. Mi veniva la pelle d’oca ogni volta che toccavo un pallone.

E la partita che vorresti cancellare?

Una delle più recenti: quella contro l’Acquaviva. Può capitare di giocare male, ma è l’atteggiamento ad essere stato troppo superficiale.

Cosa ti piace di più del mondo della pallavolo?

Il rapporto con le compagne quando si riesce a costruire un clima positivo e sincero. Quest’anno credo che siamo già sulla buona strada.

C’è, invece, qualcosa che ti infastidisce?

L’ipocrisia. Ma naturalmente non è un problema che riguarda soltanto la pallavolo.

Perché due anni fa hai deciso di trasferirti in Campania e perché adesso hai deciso di tornare nella tua Puglia?

Decisi di andare a Salerno per assumermi responsabilità diverse; volevo mettermi alla prova e vedere come sarei riuscita a cavarmela lontano da casa. Sul passaggio da Salerno a Scafati, invece, hanno influito altri fattori, come il desiderio di restare vicina al gruppo di ex-compagne conosciute a Salerno e l’offerta interessante che mi era stata proposta dalla società scafatese.

Cosa ti resta dell’esperienza a Salerno e a Scafati?

Il bellissimo gruppo che avevamo costituito a Salerno. Sono stata troppo bene; non ci sono aggettivi. Ma anche a Scafati ho trovato delle ottime compagne di squadra. Sul piano tecnico, credo che gli insegnamenti di coach Castillo mi abbiano aiutata a migliorare.

Trepuzzi ha una squadra di pallavolo femminile; ti piacerebbe un giorno giocare nella squadra della tua città, a prescindere dalla categoria?

Sì, mi piacerebbe. Però… non prescindo dalla categoria e quindi non è il momento.

Qual è la rinuncia più gravosa a cui ti costringe la pallavolo?

In passato mi pesava il poco tempo che potevo dedicare ai miei amici. Adesso mi dispiace non poter stare abbastanza con i miei genitori.

Obiettivi e desideri personali per il tuo futuro:

Non ne ho a lungo termine perché a me piace vivere giorno per giorno ed affrontare le cose con gradualità. Penso a far bene quest’anno, poi si vedrà.


AS BENEVENTO-TARANTO 2-3

15 novembre 2009

Sabato 14 novembre 2009 – ore 18.30

Capaci di tutto.

Capaci di tutto nell’arco di una sola partita: perdere un set in modo disastroso e giocarne quattro di altissimo livello, senza peraltro esprimersi al 100% viste le sofferenze in ricezione e il mancato apporto di punti di qualche giocatrice.

Capaci di infrangere il tabù della nostra “bestia nera” sannita che sino a ieri ci aveva imposto soltanto tracolli indecorosi.

Capaci di tutto anche nel complesso del campionato: soffrire con l’ultima in classifica, cedere un punto in casa alla penultima, ma toglierne anche uno all’attuale capolista e vincere nella palestra “Alberti” riuscendo laddove quest’anno non era ancora riuscito nessuno.

Insomma, la classifica non ci sorride, ma adesso sappiamo di poter fare qualsiasi cosa, nel bene e nel male. Suona minaccioso, forse, ma io preferisco cogliere l’aspetto stimolante di questa sensazione: giocando al massimo della concentrazione e della determinazione, questo Taranto non deve avere paura di nessuno.

La parola “capace”, poi, ha un altro significato. Vuol dire – come abbiamo visto – “essere in grado di”, ma vuol dire anche “che può contenere”. Bene, siamo capaci di tutto anche da questo punto di vista. Possiamo, cioè, contenere tutte quelle Ceres che scandalizzano il nostro presidente (“Ce cazz’ d’ birr’ jé?”) e soprattutto una quantità illimitata di dolci di ogni tipo. E la pasticceria “Massimo” ne ha avuto una dimostrazione inequivocabile: dopo il nostro passaggio, sembrava che fosse stata invasa dagli Unni.

Proprio il contesto ambientale è il primo punto da approfondire in questo post. Turismo e sport hanno ripreso a fondersi con successo e l’autorevole consulenza di Sua Medaglia d’Oro Teresa Agozzino ha permesso di ottimizzare i tempi. Benevento merita; è stata una bella sorpresa.

Il lancio di monetine tra i resti architettonici romani che si trovano affianco al Duomo evidentemente avvantaggia i forestieri e la visita del Teatro Romano tre ore prima di una partita stuzzica idee folli: come sarebbe bello poter giocare su un parquet allestito ai piedi di queste antiche tribune. Come i gladiatori. Fra l’altro un… Leone ce l’abbiamo sia noi che l’AS Benevento.

Ma tutto il centro del capoluogo sannita è gradevole: l’Arco di Agozzino, costruito in poche settimane per celebrare la conquista di Loutraki; la chiesetta di Sant’Ilario; corso Garibaldi; l’Hortus Conclucus e non illuminatus ed anche la stradina che lo collega a Santa Sofia.

Per non parlare delle pasticcerie e dei dolci. Il Caffé Strega aveva già attirato la mia attenzione, ma il successivo arrivo dello staff ha comportato un piacevole “richiamo”. I torroncini e la mela della Strega ci stavano quasi facendo dimenticare che eravamo lì per una partita. E sarebbe stato un peccato perdersela visto com’è andata. Se al risultato sportivo aggiungiamo che non abbiamo incontrato Clemente Mastella, credo che un bilancio migliore di questa trasferta non avremmo potuto desiderarlo.

Non c’è Eustacchio ma torna Gisela. Con tutto il rispetto per il nostro garbatissimo autista, direi che tra i due è meglio rinunciare al primo…

Manca anche Tony Manero. Come si suol dire, tira più un – …omissis… – che la passione per la squadra del cuore. Aspettiamo la giustifica scritta.

Un’assenza nell’AS Benevento: l’allenatore Vincenzo Feleppa è temporaneamente impossibilitato a dirigere la squadra ed al suo posto siede in panchina Francesco Franzese. Siede nel senso che non può proprio alzarsi durante il gioco, almeno così mi hanno detto e la condotta assunta dal vicecoach, in effetti, è rispondente a questa prescrizione. Se è vero che un allenatore in seconda può stare in panchina ma non può alzarsi, si tratta di uno degli strani bizantinismi del regolamento.

Mister Franzese tiene in panchina Sua M.d’O. Teresa Agozzino e schiera un sestetto dai ruoli intercambiabili. Già la mia cultura pallavolistica è quella che è; con una squadra così eclettica non chiedetemi di riconoscere i ruoli. Poniamola in questo modo: Chiara Lonardo palleggiatrice, Valentina Musto libero, Maria Mauriello universale, Giovanna Bernardi universale, Anna Silvia Piscopo universale, Miriam Napolitano universale, Mara Napolitano universale.

In panchina, oltre a Sua M.d’O. Teresa Agozzino: Alessandra Ricci, Valeria Leone, Angela Faiella ed Eleonora Balducci.

Classico Taranto da trasferta (ossia senza le atlete soggette all’obbligo scolastico), più o meno: Alessandra Certa palleggiatrice, Ivana Gallo Ingrao opposto, Silvia Mastandrea e Gisela Scialacomo laterali, Silvia Renna centrale, Cristiana Zonca palleggiatrice a latere, Simona Leone libero.

Fanno compagnia a coach Marcello Presta: Katia Taddei ed Angela Stufano.

Primo set

Due errori in attacco di Gisela, che probabilmente sta smaltendo il jet-lag (o forse il dulce de leche), e ben tre servizi vincenti di Chiara Lonardo. Cominciamo molto male (5-0).

E proseguiamo ancora peggio. L’AS Benevento celebra la festa dell’ace (partecipano anche Mara e Piscopo) mentre il Taranto è completamente estraneo alla partita. Sul 12-4 break da 6 punti delle padrone di casa con ben tre-muri-tre di Miriam Napolitano. Quando superiamo il muro tiriamo fuori o tocchiamo la rete. E’ agghiacciante.

Il Benevento-squadra mi sembra un sestetto molto equilibrato e potente; sarà che a noi hanno rifilato sempre mazziatoni, ma mi sono sempre chiesto e continuo a chiedermi come mai non si trovino a lottare in zona play-off.

Il Benevento-società mi ricorda un po’ la nostra attuale e storica Palafiom: essenziale, spartana, senza fronzoli. Giocatrici, staff, palloni e parquet. Stop. Quello che serve a giocare e qualche panca per gli spettatori; il resto sono orpelli superflui. A cominciare dai cessi per il pubblico e per gli arbitri. Come all’Alfieri.

A fare le spese di questa mentalità basata sulla concretezza è la scout-girl locale che, poverina, è costretta a sedersi per terra e a tenere il portatile sulle gambe. Fa tenerezza la creatura.

Battiamo un colpo sul 17-4 con una striscia positiva di 4 punti, ma si tratta soltanto di un’attestazione di esistenza in vita; in campo respiriamo ma non giochiamo affatto. C’è solo l’AS Benevento, che indubbiamente gioca bene e offre una dimostrazione di forza e di bel gioco con Piscopo e con le nipoti del presidente della Repubblica.

Finisce 25-10 in 15 minuti.

Dei 10 punti nostri, 2 sono di Gisela, uno di Ivana e gli altri 7 sono errori in attacco (o in battuta) delle padrone di casa. E’ un disastro. Sembra la prosecuzione della partita dell’anno scorso.

Secondo set

Per fortuna usciamo dalla nebbia (salvo ritornarci a Gioia del Colle). Sono le centrali a svegliarsi per prime da questo incubo angosciante.

Le sannite continuano a servire con malizia (5-3), ma Silvia mette a terra quattro palloni e Cristiana firma il pareggio con un bel primo tempo (10-10).

Il Benevento continua a martellare e particolarmente micidiali sono i missili aria-terra dell’opposto Mauriello, ma il Taranto cresce velocemente: la ricezione resterà un problema per tutto l’incontro, ma la difesa è combattiva ed elegge Simona Leone a simbolo di cotanta reattività. Bene il muro, bene gli attacchi, ottimo l’atteggiamento mentale.

Terminato il festival degli aces del Benevento, c’è la sagra dei servizi sbagliati a cui partecipano entrambe le squadre. Finisce sul 16-14 dopo 5 errori in 6 scambi.

Coach Franzese, in particolare, manifesta alle proprie atlete un certo disappunto per questi errori.

Nel frattempo il libero Musto approfitta di ogni passaggio in panchina per spruzzarsi sulla gamba lo spray antidolorifico. In due ore avrà consumato almeno quattro bombolette.

Il turno in battuta di Lonardo è sempre proficuo: la palleggiatrice piazza il pallone in modo teso e preciso (19-17).

Sul 21-20 un passaggio-chiave della partita. Sull’orlo del tracollo (non più in termini di gioco adesso, ma soltanto di risultato) il Taranto mostra una saldezza di nervi ed un’autorevolezza che dovremmo conservare fino a maggio e ribalta lo svantaggio. C’è un tiro fuori che viene considerato toccato, decisione che francamente sorprende noi spettatori oltre che le giocatrici sannite. Poi Silvia e Gisela alzano un muro da encomio (21-22).

Mauriello c’è (22-22), ma Gisela ha imparato a scardinare la difesa giallo-azzurra e passa per due volte. Il punto finale è un muro di Cristiana (22-25).

Un set al Benevento l’abbiamo finalmente strappato; è già qualcosa.

Terzo set

Perché fermarsi adesso? La partenza-sprint questa volta è delle joniche (0-4), ma l’AS Benevento supera velocemente il momento di sbandamento e sul 5-5 è già tutto da rifare.

L’incontro vive la fase di maggiore equilibrio ed intensità; adesso si gioca colpo su colpo e le due squadre offrono al pubblico uno spettacolo tecnico da applausi.

A proposito di pubblico, se si riuscisse a riempire la palestra, credo che vincere a Benevento risulterebbe ancora più arduo. Gli spettatori sono pochi, sproporzionati rispetto al valore della squadra e comunque tutti molto corretti.

Fra l’altro ho l’impressione che il 50% siano fotografi piuttosto professionali a giudicare dalle macchine evolute. Nei giorni scorsi ho cercato in rete notizie sull’AS Benevento e ricostruire il roster non è stato facilissimo; figurarsi l’abbinamento giocatrici-numeri di maglia. A questo punto mi chiedo: dove ca**o finiscono tutte le foto che stanno scattando questa sera?

Mah.

Intanto la solita implacabile Mauriello porta la propria squadra in vantaggio al secondo time-out tecnico (16-15). Il minuto di pausa dev’essere risultato proficuo per le joniche, non so se in ragione delle indicazioni del coach o del talismano applicato alla borraccia passata di mano in mano. Fatto sta che una splendida Silvia lancia una fuga che risulterà decisiva (16-19). C’è stato anche un bell’attacco di Ivana che è riuscita a trafiggere il muro a due giallo-azzurro.

“Sono in P2!” – urla all’arbitro Simona Leone.

Non intende dire che Lonardo e compagne sono iscritte alla stessa loggia massonica coperta che ha avuto tra i propri affiliati Berlusconi (tessera n. 1816) e criminali vari; il nostro libero sta semplicemente indicando la corretta rotazione del sestetto campano. Non glielo aveva chiesto nessuno.

Mara Napolitano accorcia le distanze (20-21) ma poi il Benevento commette qualche errore in attacco e Gisela ne approfitta per assestare il colpo finale (21-25).

Quarto set

Novità nel Benevento: c’è Sua M.d’O. Teresa Agozzino, una scelta che si rivelerà decisiva per il parziale.

Ma è il Taranto a partire bene con un muro che per tre volte si alza a bloccare gli attacchi locali (4-7).

Nonostante i punti di Agozzino, stiamo giocando talmente bene che si diffonde la sensazione di poter tornare a Taranto con i bottino pieno. Magie di Cristiana (fast a pallonetto e primo tempo) e classica pipe made in Argentina. Siamo 7-11 e teniamo sino al 9-13 (muro di Silvia).

Ancora una volta Simona Leone, a cui i fantastici miracoli difensivi non tolgono evidentemente il fiato, segnala all’arbitro la corretta rotazione delle avversarie:

“P4!” – grida questa volta.

A questo punto interviene anche Marcello (“Simona, la finisci?!”) e l’arbitro non sembra gradire la consulenza fornita gratuitamente dal nostro libero. Ale, con la consueta diplomazia, scongiura l’estrazione del cartellino giallo.

Rientra Mara Napolitano ed esce Piscopo.

Break da 6 per l’AS Benevento, che dunque ribalta il risultato e poi incrementa il vantaggio portandosi sul 19-15. Ancora un ace per le sannite con Miriam che approfitta di uno scontro tra Ivana e Leo.

Sul 21-16 c’è un’astuzia di Lonardo, che vede la difesa jonica troppo avanzata e appoggia il pallone nei pressi della linea di fondo. Adoro queste cose. Un giorno vorrei vedere una partita di sei palleggiatrici contro sei palleggiatrici.

Anche la nostra Ale, peraltro, sta disputando una partita magistrale distribuendo il gioco con precisione ed in tutte le direzioni.

Ace di Cristiana (22-18), ma ormai il set è compromesso e provvede un’ottima Agozzino a sigillarlo definitivamente con gli ultimi due suoi attacchi vincenti (25-19).

Tie-break

Con questo sono 40 set in nove partite. Soltanto l’Arzano domenica potrebbe raggiungerci.

Nel frattempo è arrivata in palestra una giornalista carina del Corriere del Sannio. Si è persa l’inizio, diciamo, ma è sorprendente la sua capacità di sintesi. Io ho già riempito cinque fogli di appunti mentre a lei sono sufficienti quattro righe (quattro righe contate) per riassumere la partita.

Il mini-set di spareggio comincia bene per noi. Sull’1-4 c’è un salvataggio mano a terra di Simona che l’arbitro sembra incline a considerare come punto avversario. Il nostro libero schizza in piedi e si ribella vivacemente. Già mi prefiguro il suo nome nel prossimo comunicato del giudice federale, ma l’arbitro non ha ancora esaurito il proprio encomiabile spirito di sopportazione e si limita a prescrivere alla nostra Ale il dosaggio di Valium da somministrare alla compagna.

Leo, comunque, aveva ragione e lo scambio viene opportunamente annullato. La ripetizione giova al Taranto: ace di Ivana (1-5).

Cristiana, bravissima anche oggi, mantiene le distanze (3-7), ma poi è Benevento a macinare cinque punti consecutivi, ai quali contribuiamo con un’irregolarità e due tiri fuori (8-7).

Mara e Bernardi replicano al muro jonico e sul 10-8 c’è – a mio avviso – un secondo passaggio-chiave di questa partita. Abbiamo perso un quarto set che ci vedeva in vantaggio e siamo stati rimontati anche nel tie-break; la ruota della superiorità psicologica gira a favore delle sannite e qui c’è il capolavoro caratteriale, prima ancora che tecnico, di un Taranto che non molla mai.

Attacco Gise, palla sulla rete del Benevento, pallonetto Cris ed invasione locale: 11-13.

Questa volta il miracolo difensivo lo compie Silvietta, ma lo vanifichiamo tirando fuori. Tredicesimo errore in battuta del Benevento (12-14).

Nell’azione successiva Cristiana è costretta ad assumere il ruolo di alzatrice, ma il suo palleggio è irregolare e Benevento annulla il primo match-point (13-14). Il sottotenente protesta, ma, sebbene non vistoso, neanche a me era sembrato un tocco da purista.

Ultimo lunghissimo scambio. Il caso vuole che Cristiana si trovi nuovamente nella necessità di giocare il secondo tocco; questa volta, però, la centrale piemontese non corre rischi ed alza in bagher un precisissimo passaggio per Gisela che piomba come un falco in posto quattro e mette a terra il pallone della vittoria (13-15).

Del valore di questa vittoria ho parlato in apertura. Degli effetti, invece, non c’è traccia. Le ragazze continuano a farsi un culo così eppure, dalla terza giornata in poi, occupano sempre la stessa posizione in classifica…

Intanto possiamo festeggiare con un buon trancio di pizza a due passi dalla Rocca dei Rettori. Ancora più coinvolgente è la visita alla citata pasticceria “Massimo”, dove Lisa brucia in dieci minuti quanto aveva vinto col gratta e vinci. Meno male che le pantofole personalizzate per Simona le aveva già acquistate. Al banco della pasticceria c’è un cugino di Marcello; alla cassa una gentile signora che avrà il mal di testa per una settimana.

‘A fava e ‘u scuèrcele

SIMONA: Non proprio perfetta in ricezione, Simona è stata letteralmente straordinaria in difesa. Per me, è lei l’immagine di questa vittoria con la sua grinta, la sua carica agonistica e la sua assoluta indisponibilità ad arrendersi. Per non parlare del suo inedito ruolo di “consulente rotazionale”, chiamiamolo così. Per rotazione s’intende sia la disposizione delle avversarie che il movimento degli attributi dell’arbitro. Magnifica Leonessa.

SILVIETTA: L’anno scorso era considerata una delle giocatrici più promettenti. Quest’anno, secondo me, è uno degli opposti più forti del campionato. Oltre alle note virtù umane e tecniche, che già aveva ed ha conservato, in questa stagione è anche sicura di sé, autorevole e soprattutto prolifica, con una media di quasi 3 punti a set. Oggi, però, è capitata la serata storta. Succede.

Tabellino: AS Benevento-TARANTO 2-3 (25-10, 22-25, 21-25, 25-19, 13-15)

AS Benevento: Agozzino 8, Ricci NE, V.Leone NE, Faiella NE, Mauriello 16, Bernardi 11, Piscopo 5, Lonardo 6, Balducci NE, Mi.Napolitano 12, Ma.Napolitano 15, Musto (L) – All. Feleppa (in panchina: Franzese).

Aces 11, errori in battuta 13, muri-punto 11.

Taranto: Zonca 17, Taddei NE, Scialacomo 19, Gallo Ingrao 7, Renna 16, Stufano NE, Mastandrea 2, Certa 3, S.Leone (L) – All. Presta.

Aces 4, errori in battuta 7, muri-punto 11.

Arbitri: Daniele botti (NA) e Andrea Giova (AV).

Durata set: 15’, 27’, 22’, 24’, 20’ – Durata totale dell’incontro: 2.00’.

Altri risultati: Centro Ester NA –Sarno 3-2, Salerno-Molfetta 0-3, Leonessa Altamura-Oria 3-1, Acquaviva delle Fonti-Livi Potenza 1-3, San Pietro Vernotico-V.Altamura 3-1, Battipaglia-Arzano 3-2, ASCI Potenza-Accademia BN 3-2.

Classifica: Centro Ester NA 22; Sarno e Molfetta 21; San Pietro Vernotico 20; Arzano 18; Battipaglia e Leonessa Altamura 16; AS Benevento 15 e ASCI Potenza 15; TARANTO 14; Livi Potenza 11; Oria e Accademia BN 9; V.Altamura 5; Acquaviva delle Fonti 4; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

E’ un campionato correttissimo; tutto fermo e soltanto 290,00 euri di multe in 8 giornate.

Prossimo turno: V.Altamura-TARANTO, domenica 22 novembre, ore 18.00.


MISTERO GISELA. NON E’ TORNATA IN ITALIA

13 novembre 2009

Gisela Scialacomo è scomparsa.

La schiacciatrice argentina si era recata per due settimane nel proprio Paese natale; il suo ritorno a Taranto era previsto per lunedì, ma nessuno l’ha vista e di lei non si hanno più notizie.

Sul viaggio nulla di strano: era stato concordato con la società sin dall’estate scorsa e le tre partite da non disputare erano quindi previste. Il mistero riguarda il mancato rientro.

Sono diverse le ipotesi formulate.

La prima è l’ipotesi Diego Armando. Al pari del grande calciatore, Gisela potrebbe aver deciso di prolungare arbitrariamente le proprie vacanze australi. Anche Maradona, in qualche occasione, si faceva attendere creando una certa agitazione nel Napoli.

Ma la Palafiom Taranto tende ad escludere questa possibilità: “Maradona era genio e sregolatezza; Gisela è soltanto genio. Lei è una professionista seria e corretta che non ha mai fatto bizze di questo genere. Noi temiamo che a trattenerla in Argentina siano ragioni indipendenti dalla sua volontà”.

Poi c’è l’ipotesi Diego (senza Armando). Dopo aver litigato sulla marca di birra da tenere nel frigo (Gisela pretendeva la Quilmes; Diego avrebbe preferito la Peroni), la schiacciatrice appulo-argentina avrebbe colto l’occasione del viaggio per porre fine ad un rapporto logorato da questo conflitto senza soluzioni.

Terza ipotesi. Gisela è stata sommersa di richieste: portami questi dolci, portami questi cd di tango, portami la maglia di Messi, portami una bottiglia d’acqua di cascate di Iguazu, portami questo e quello. La giocatrice potrebbe essersi trattenuta a Paranà per noleggiare un cargo necessario a trasportare tutto il materiale da distribuire agli amici.

L’unica certezza è che di Gisela per adesso non si hanno notizie.

L’allenatore Marcello Presta ha rotto gli indugi ed è partito per Buenos Aires affidando temporaneamente la squadra alla guida di Angelo Soranno. Il coach è preoccupato. Dopo aver chiesto informazioni ai familiari ed alle Forze dell’Ordine, ha deciso di unirsi alle madri di plaza de Mayo.

Dónde está Gisela?


LA POESIA NEI GESTI

12 novembre 2009

La foto mi sembrava suggestiva: i consigli dell’allenatore alla giovane palleggiatrice e la concentrazione di quest’ultima mentre ascolta con attenzione ed esprime con lo sguardo il costruttivo desiderio di perfezionarsi.

Ma questo è quello che si vede in primo piano.

La poesia del dialogo tra Davide e Federica viene irrimediabilmente compromessa da quanto sta avvenendo sullo sfondo.

C’è un altro gesto altrettanto significativo ma assai meno poetico.

Presumo che la capitana della Tempesta porti bene.


LA FINESTRA SULLA C: OSTUNI-TEMPESTA 3-0

11 novembre 2009

E finalmente vediamo giocare la Tempesta.

Il calendario quest’anno non è stato benevolo: le partite in casa della squadra jonica coincidono con quelle fuori della Palafiom; bisogna dunque approfittare delle trasferte.

Uso “trasferte” al plurale, ma non è detto che ne seguiranno altre per quello che mi riguarda. Coach Monopoli, il Velasco dei Due Mari, non mi vuole. Prima della partita mi ha invitato sarcasticamente a sistemarmi fra i tifosi dell’Ostuni (che poi sarebbero il signore e la signora Marcianò); al termine dell’incontro mi ha detto di non scrivere niente e di non venire più.

Tutto questo soltanto perché alla vigilia avevo espresso simpatia per l’Ostuni, sentimento che esisteva già ai tempi in cui le brindisine erano nostre avversarie dirette; figuriamoci adesso. Lo sport è amicizia, fermo restando il sostegno alla Tempesta (ed ho i testimoni…).

Dicevamo del pubblico. Sono tre anni che veniamo a Ostuni ed è veramente triste notare ogni volta un palazzetto tanto grande quanto vuoto e muto. Queste povere creature giocano sempre “in trasferta” ed oggi la rappresentanza di tifo rossoblu è nutrita e chiassosa. Di solito il più loquace è il signor Alfredo; questa volta sono state le gentili signore al seguito a distinguersi per il tifo caloroso. E per le vibranti contestazioni.

Luigi cerca di adattare la macchina fotografica alle condizioni di luce della struttura; io faccio lo stesso. Il palazzetto di Ostuni, da questo punto di vista, è perfido: è ben illuminato eppure si tratta di una luce che non giova molto alle fotografie; non bisogna esagerare con zoom e tempi di posa.

Una caratteristica positiva è invece la prossimità con le panchine; puoi tentare di ascoltare tutti i time-out.

Durante il riscaldamento il premio di giocatrice più bersagliata dalle pallonate va ad Adriana Cardone. E’ un brutto presagio per la Cubana, che si procurerà un lieve infortunio in partita.

Si comincia.

La Tempesta è ancora priva di Simona Muraglia ed il ruolo di palleggiatrice è nuovamente rivestito da Federica Pantile. L’opposto è Sonia Tinelli, le bande Francesca Cocca ed Eva D’Elia, le centrali Adriana Cardone e Bruna Clemente, il libero Alessandra Turchiarulo.

Nell’Ostuni di coach Solombrino vedo la nostra Paoletta (e questo si sapeva), la capitana Daniela Calò (e anche questo si sapeva), la veneta volante (e questo l’avevo saputo da poco) e Federica Cutaia (questa, invece, è stata una sorpresa). Le altre non le conosco, a parte l’amica di Ivana come libero.

Prima del fischio d’inizio, il libero Turchiarulo entra al posto di Bruna, ma anche la capitana Cocca si avvicina alla centrale per congedarsi. Manco stesse emigrando per dieci anni…

“Mandaci una cartolina dalla panchina, mi raccomando…”

L’avvio è equilibrato e Federica Pantile sembra in buona serata. Così a occhio, mi pare che abbia servito molto bene i posti quattro e le centrali; soltanto con Sonia è risultata un pochino imprecisa.

A metà del parziale Ostuni infila una serie positiva che non sarà più recuperata. Grande Paoletta, molto ispirata.

Speravo che la vicinanza con le panchine potesse permettermi di intercettare qualche utile considerazione tecnica; purtroppo, però, Solombrino è sempre molto pacato e non si sente niente mentre Davide parla a bassa voce quando fornisce indicazioni tattiche e urla quando è incavolato o agitato.

A un certo punto il Velasco dei Due Mari grida un “Oooh!” in direzione di Cofanetto, che in quel momento è in panchina. Federica cerca di interpretare il comando del coach ed elabora mentalmente alcune ipotesi: “Oooh!” potrebbe voler dire:

1) Preparati ché fra poco entri;

2) Finiscila di fare casino con le compagne ché mi stai distraendo;

3) Mi vai a prendere un caffè, per cortesia?

Direi che era buona l’ipotesi numero uno.

L’ingresso di Cofano, però, completa il raduno nazionale di Federiche sul parquet (oltre al libero rossoblu, ci sono Pantile, Litti, Tonon e Cutaia). Ancora una e si potrebbe giocare la partita delle Federiche contro le restanti giocatrici… Fra l’altro, con l’aggiunta di un opposto, sarebbe anche un sestetto ben equilibrato: Pantile in palleggio, Tonon e Cofanetto di banda, Cuti e Litti centrali. Niente male, davvero.

Il set è delle padrone di casa.

Oltre ad aver portato classe, esperienza, bravura, punti e – diciamolo – bellezza, Daniela deve aver portato ad Ostuni anche le maglie del Tuglie di tre anni fa: blu con bordi gialli.

Blu con bordi bianchi e rossi sono, invece, le divise della Tempesta. Entrambe sono molto fini, però sarebbe preferibile se anche nel volley valesse la prassi di altri sport per cui i colori delle due squadre in campo sono sempre diversi. Opinione personale.

Nel secondo set la Tempesta gioca bene solo a sprazzi; sembra non esserci una grande convinzione. Ostuni cresce e controlla il parziale.

Daniela realizza un punto aiutata dal nastro. Girandosi verso le compagne che la festeggiano mostra con un gesto eloquente quale parte del corpo è risultata determinante in questa fortunata conclusione. Viva la sincerità.

E’ il momento dei secondi tocchi di Paoletta. La piccina lo sa fare bene; è giusto che si conceda questa soddisfazione.

Sale un po’ di nervosismo in casa Tempesta per via di un paio di decisioni dei direttori di gara.

Un giovane tifoso tarantino, che sventola pericolosamente una bandiera nei pressi degli attributi di Gianluca, attribuisce al secondo arbitro l’appellativo di Caparezza.

E’ la pettinatura ad aver ispirato il nomignolo.

Il secondo set termina con un punto realizzato dal libero locale. Non me ne voglia la Tempesta, anzi auguro a Turchiarulo e a Cofanetto di mettere a terra almeno dieci palloni a testa, da liberi, nel corso del campionato, ma questa situazione per me assume sempre un certo fascino. La nostra Leo, peraltro, l’anno scorso ci ha abituati  bene.

E’ la prima volta, però, che mi capita di assistere ad un set-point messo a segno da un libero. La cosa non deve risultare molto divertente per coach Davide, ma congratulazioni a Simona Minetti.

Nel terzo set la migliore Tempesta.

Nonostante l’estro di Paoletta, i perentori primi tempi di Cuti, le strepitose diagonali di Daniela e i caratteristici lungolinea di Tonon, le ragazze tarantine lottano con i denti e ribattono colpo su colpo.

Se Sonia non ha molti palloni giocabili a disposizione, a farsi carico di un’esaltante rimonta è Eva D’Elia.

La Cubana è costretta ad uscire, ma Litti si impone con autorevolezza e con i muri, Cocca suona la carica e la Tempesta passa a condurre per 5-10.

Poi la formazione jonica cede terreno, viene scavalcata (13-16), ma ha un nuovo sussulto e si arriva così appaiati al 23-23. E’ un terzo set molto incoraggiante in prospettiva futura; la squadra può fare ottime cose.

Sul più bello, però, prevale l’esperienza e la saldezza di nervi delle brindisine che schiacciano i due palloni determinanti per la vittoria (23-25).

Ricordo che il sito della Tempesta è http://www.gruppotempesta.com.


TARANTO-SAN PIETRO VERNOTICO 0-3

8 novembre 2009

Sabato 7 novembre 2009 – ore 19.00

Avremmo dovuto appellarci all’Organizzazione Mondiale della Sanità: l’influenza suina dilaga e il campionato va sospeso per ridurre i rischi di contagio. Questo avremmo dovuto dire.

Una pausa straordinaria del campionato e la partita con il San Pietro ce la saremmo giocata fra qualche settimana. Con Gisela.

In realtà, se qualche funzionario dell’OMS avesse assistito alla partita di stasera, ad essere interrotta sarebbe stata la distribuzione dei vaccini visto che le giocatrici reduci dal malanno o ancora ammalate hanno disputato una gara eccelsa. Il riferimento è alla nostra Alessandra, che non ho mai visto difendere con tanto ardore, e al libero ospite Valentina De Mitri, praticamente perfetta.

Cosa ci fosse nello sciroppo della nostra palleggiatrice lo scopriremo quando saranno resi noti i risultati dell’antidoping.

Quando arrivo in palestra sta terminando l’allenamento della Tempesta. Si provano servizi e ricezioni. La capitana Cocca si tuffa anche sulle palle che finirebbero fuori ma nel momento stesso in cui riceve manda un messaggio alla battitrice: “E’ fuori ma la prendo lo stesso per farti vedere che la so prendere!”

Non si finisce mai di imparare cose nuove.

Arriva il San Pietro. Guardando le giocatrici brindisine, un autorevole membro del nostro staff tecnico fa una previsione che non brilla per finezza ma che si rivelerà pienamente azzeccata: “Queste ci fanno un culo così”.

La frase può essere la sintesi della partita; quasi quasi la mando a Forzaragazze come titolo dell’articolo.

Però, a parte le frasi ad effetto, il Taranto ha tenuto in equilibrio il primo set e non si è mai arreso nel secondo. Il terzo è andato come è andato, ma direi che le nostre piccine sono state nel complesso più che dignitose.

Formazioni.

Il Taranto ripropone la squadra di Salerno: Alessandra Certa in palleggio, Angela Stufano opposto, Silvia Mastandrea e Ivana Gallo Ingrao laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Simona Leone libero.

Coach Marcello Presta ha a disposizione Katia Taddei, Giulia Basile, Simona Mereu e Priscilla Pisani.

Mister Vincenzo Lapertosa manda sul parquet Marcella Scaglioso in palleggio, Emanuela Cafarella opposto, Michela Ristits e Loredana Corvino laterali, Claudia Carrozzo e Silvia Antonaci centrali, Dr.ssa Avv. Valentina De Mitri libero.

In panchina, Catia De Nicola fa da baby-sitter a Sabrina Ferraro, Annalisa Perrone e Giorgia Valente.

Primo set

Pallonetto vincente di Angela Stufano; siamo in vantaggio per 1-0.

Beh, chiudiamola qui la partita. La differenza di valori è emersa: vince Taranto, perde San Pietro; perché portarla per le lunghe? E’ sabato sera; prepariamoci ad uscire.

Purtroppo non funziona così. Dopo qualche errore su entrambi i fronti, le sempreverdi attaccanti del San Pietro, Corvino e Ristits, fissano il punteggio sul 5-8 e ci si può accomodare per il primo time-out tecnico.

Un fotografo che si era sistemato in linea con le panchine viene fatto allontanare. Che culo: proprio nei giorni scorsi avevo pensato di piazzarmi io in quella posizione. Mi sono risparmiato una tirata di recchie in pubblico.

Poi il fotografo approfitterà di un time-out per chiarirsi con il direttore di gara, disponibile a fornire spiegazioni. Beh, bisogna dire che gli arbitri di B2 sanno conciliare il rigore dei regolamenti con un buon grado di disponibilità al dialogo.

Riscossa Taranto: punto di Ivana e doppio muro di Cristiana. Siamo in vantaggio (10-9)! E mi pare che stiamo anche difendendo con una certa aggressività.

Mura anche Ristits e poi Corvino piazza un bel pallonetto; San Pietro è nuovamente avanti (12-16).

Grande cuore rossoblu, anzi biancoblu: attacco di Silvietta, ace di Ale e poi arriva il momento di Silvia Renna che piazza un muro e poi diventa l’utilizzatrice finale (introduciamo questa nuova espressione…) dei successivi tre attacchi delle padrone di casa (17-17).

Grandi difese di Ale e di Valentina De Mitri e poi la nostra ex Marcella decide di prendersi il set: muro, tocco di seconda ed ace (19-24).

Ivana e Cristiana tengono viva la speranza, ma poi Cafarella si sblocca proprio nel momento meno opportuno. Meno opportuno per noi, s’intende (21-25).

Secondo set

Siamo sotto di un set, ma ce la stiamo giocando. In tribuna si iniziano a fare scommesse. I pronostici dicono che questa sera, per la prima volta al Maria Pia, non finirà al tie-break; io metterei la firma anche per un 3-2 a nostro svantaggio. Marika, dal canto suo, si sofferma sul look delle nostre ospiti: quasi tutte scure di capelli e piuttosto magre.

L’unica bionda sta alimentando il proprio score personale e San Pietro passa a condurre per 2-8. La nostra ricezione è piuttosto in difficoltà, come peraltro testimonieranno gli 11 aces complessivi delle brindisine.

Dall’altra parte, invece, la neolaureata Valentina è sempre più a proprio agio nel ruolo di libero. Ha anche trovato un perfetto equilibrio tra lavoro e sport: da avvocato attacca, da giocatrice difende.

Prendiamo atto che gli avvocati stanno aumentando in questo sport; bisogna stare attenti a come ci si comporta altrimenti potrebbero piovere i ricorsi e le querele. A fine partita, ad esempio, io avrei avuto bisogno di un buon penalista, ma arriviamoci per gradi.

Il Taranto resta aggrappato alla partita con una Silvia sempre encomiabile (muro ed ace). Break da quattro punti del San Pietro con due aces di Cafarella e poi è il sottotenente di vascello a subentrare come terminale prediletto dei passaggi di Ale. Splendida la fast a pallonetto del 10-15.

In effetti, gli altri hanno gli avvocati, ma noi abbiamo le forze armate. Se ci querelano, li prendiamo direttamente a cannonate.

Si solleva qualche protesta dopo un mani-fuori di Cafarella che offre al San Pietro il massimo vantaggio (11-19), poi il Taranto reagisce con un break da quattro ed un muro di Angela (15-19). Le ragazze non mollano, brave!

Sul 18-23 c’è una palla sospesa sulla rete; Marcella la colpisce di pugno spedendola proprio sulla linea di fondo. Si levano altre proteste, ma mi pare che l’arbitro abbia visto giusto.

Cristiana e Silvietta annullano tre palle-set; poi Michela Ristits realizza il punto decisivo con un mani-fuori (21-25).

Terzo set

Claudia Carrozzo, su indicazione del direttore di gara, chiude la porta del lato bar. E’ giusto; c’è gente ammalata in campo e la corrente può essere dannosa.

L’andamento del terzo set è completamente diverso rispetto ai primi due.

Questa volta è Taranto a fare da lepre e questa volta sono le attaccanti e non più le centrali ad impensierire le ospiti: 2 azioni vincenti di Ivana e 4 di Silvietta (inclusi 2 aces consecutivi).

Sul 9-4, però, le biancoblu si stùtano.

La Nubile infila 10 punti consecutivi con ben 5 muri divisi tra Ristits e Carrozzo. Non passiamo più.

Però non è un bel modo di onorare il ventennale della caduta del muro di Berlino. Ecco, ancora una volta la FIPAV ha mostrato scarsa sensibilità: oltre a non aver sospeso i campionati per l’influenza suina, non ha saputo onorare lo storico anniversario. Per celebrare la riunificazione delle Germanie oggi avrebbe dovuto esserci una deroga al regolamento: vietati i muri su tutti i campi. E invece niente; ci tocca sorbirci Ristits e Carrozzo. Non abbiamo il senso della storia; non abbiamo rispetto per la memoria europea.

Sull’11-15 nuova striscia di punti per le brindisine e questa volta è Marcella a fare da mattatrice direttamente dalla zona di battuta: tre aces per lei, di cui uno col nastro-culo (11-23). Ne ha fatti 6 in tutta la partita. Ah – sospiro – il sangue del nostro sangue si rivolta contro.

“I parenti sono come le scarpe; più sono strette e più fanno male”… [1]

Dopo il record di sabato scorso, questa sera non c’è stata alcuna sostituzione. Peccato per lo stagista segnapunti (l’unico a non essere stato vittima di sgomberi coatti da parte dell’arbitro) che ha perso l’opportunità di imparare cose nuove.

Il Taranto realizza i punti della bandiera e l’esperta Corvino, sempre invocata dai propri tifosi, mette il punto finale alla partita (15-25).

Le mie considerazioni le ho già fatte. Una sconfitta con il San Pietro ci può stare dato che le brindisine hanno dimostrato di avere le carte in regola per puntare ad un traguardo che non nomino altrimenti Catia De Nicola, proprio adesso che mi sta rivalutando, si tocca in alto dove sappiamo.

Adesso bisogna concentrarsi sulla partita di Benevento; quella sarà forse la vera prova del nove per capire dove possiamo arrivare.

Il dottor Formoso, finalmente sugli spalti del Maria Pia, evita in extremis la citazione sulla busta del latte.

Concludiamo con la cronaca nera. La divulgazione degli scout individuali non convince una giocatrice del Taranto che minaccia di procurarmi punti di sutura in misura equivalente ai punti che le avrei negato nei miei conteggi. Farà fede la visione del video, ma non avrei mai immaginato che questo potesse essere un lavoro a rischio per la mia incolumità.

‘A fava e ‘u scuèrcele

LISA: Serata impegnativa. Prima deve occuparsi del fotografo molesto (o presunto tale) e poi dei tifosi che si sistemano a fondocampo. Svolge il compito di buttafuori con diligenza e cortesia. L’ex-magazziniere della Prisma avrebbe dato all’arbitro la stessa risposta che diede a Montali quando l’allora coach del Milano si lamentò della temperatura: “Cento squadre hann’ venùte a qua e nisciùne s’ha mai lamentàte…”

GISELA: Quando ca**o torni?!?!

Tabellino: TARANTO-San Pietro Vernotico 0-3 (21-25, 21-25, 15-25)

Taranto: Zonca 12, Taddei NE, Gallo Ingrao 6, Basile NE, Renna 9, Stufano 4, Mastandrea 10, Certa 1, Mereu NE, Pisani NE, Leone (L) – All. Presta.

Aces 5, errori in battuta 4, muri-punto 7.

Nubile Skylo San Pietro: Antonaci 2, Ferraro NE, Perrone NE, Carrozzo 8, Scaglioso 10, Corvino 9, De Nicola NE, Cafarella 8, Ristits 25, Valente NE, Dr.ssa Avv. De Mitri (L) 100 con encomio – All. Lapertosa.

Aces 11, errori in battuta 8, muri-punto 12.

Arbitri: Armando Minetti (BA) e Nicolò Visaggio (BA).

Durata set: 23’, 23’, 20’ – Durata totale dell’incontro: 1.12’.

Altri risultati: Sarno-Leonessa Altamura 3-0, Accademia BN-Centro Ester NA 1-3, Molfetta-ASCI Potenza 3-1, Arzano-Acquaviva delle Fonti 3-1, Oria-Battipaglia 3-0, Livi Potenza-AS Benevento 3-1, V.Altamura-Salerno 3-1.

Classifica: Centro Ester NA e Sarno 20; Molfetta 18; Arzano e San Pietro Vernotico 17; Battipaglia e AS Benevento 14; Leonessa Altamura e ASCI Potenza 13; TARANTO 12; Oria 9; Accademia BN e Livi Potenza 5; V.Altamura 5; Acquaviva delle Fonti 4; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

Zero sanzioni.

Prossimo turno: AS Benevento-TARANTO, sabato 14 novembre, ore 18.30.

NOTE:

(1) LAKHOUS, A., Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio, E/O, Roma, 2006, pag. 59.


IL BATTIPAGLIA GIOCA IN LATINO

7 novembre 2009

Nel consueto giro di siti internet del lunedì mi sono imbattuto in una bella sorpresa: la piattaforma web del Battipaglia è completamente rinnovata.

Per carità, non è che prima fosse un sito brutto, anzi; era un modello di concretezza: campagna acquisti descritta in modo puntuale, amichevoli, coppa e la sintesi essenziale di tutti gli incontri di campionato giocati.

Adesso, però, il sito (www.volleyclubbattipaglia.it) è più curato anche nell’aspetto. E’ più agile ed è più ricco. Non è ancora aggiornato; sono state caricate le partite pre-campionato, ma credo che per le altre sia soltanto una questione di tempo.

La grande novità è la riscoperta del latino.

Avranno assunto Pierpaola De Bonis come consulente culturale.

O forse l’appello di Ratzinger non è caduto nel vuoto; si torna alle origini della nostra lingua e della nostra liturgia e chissà che fino alla fine del campionato anche i referti non vengano scritti nella lingua che fu di Cicerone.

Cambia, naturalmente anche la numerazione: III. Borrelli, IV. Maio, V. Fusco, VI. Morone, VII. Longobardo, VIII. Montemurro, IX. Dello Monaco, X. Palladino, XII. Casale, XIV. Giello, XV. Cleopatra, XVI. Bonum Cor.

Per leggere gli articoli sul Battipaglia, però, d’ora in poi dovremo rivolgerci a Silvietta, che va al liceo classico.

A parte gli scherzi, il testo introdotto nel sito è un latino senza senso (così mi dicono) e viene abitualmente utilizzato come riempimento di prova nelle pagine web in costruzione. Curiosamente Internet è piena di questa “versioncina”, probabilmente a causa di siti che vengono impostati ma non più completati.

Ovviamente ci auguriamo che nel caso del Battipaglia il sito venga ultimato e magari arricchito con la scannerizzazione delle pagine della cartellina di Nello Caliendus e con gli mp3 di Vinicio Capossela (live at Palapuglisi).


STOP ENVIRONMENTAL DISASTER IN TARANTO NOW

6 novembre 2009

Ieri sera al Palamazzola si è giocata la partita di Eurolega (l’equivalente della Coppa dei Campioni) tra il CRAS e l’Ekaterinburg.

Qualcuno ha approfittato della ribalta internazionale per denunciare il livello catastrofico di inquinamento che affligge la nostra città ed ha esposto lo striscione che vedete nella foto sopra: “Stop environmental disaster in Taranto now!”

In inglese perché l’Europa potesse sapere.

Ma non poteva durare. Non poteva durare al cospetto di un presidente petroliere e di un vicepresidente che vende automobili. Lo striscione è stato rimosso.

L’encomiabile associazione Peacelink racconta l’episodio nel proprio sito http://www.peacelink.it/ecologia/a/30549.html (la foto è tratta da qui).

Nel mio piccolo non posso fare altro che rilanciare il messaggio.

Beh, il Taranto di pallavolo femminile non ha certamente la stessa visibilità mediatica del CRAS, ma credo che al Maria Pia quello striscione (se ci entrasse tutto…) sarebbe il benvenuto.


LE VITE DEGLI ALTRI (SAN VITO DEI NORMANNI-VICENZA 3-1)

5 novembre 2009

Domenica 1^ novembre è dedicata allo spettacolo dell’A2. Abbiamo questa fortuna in Puglia; sfruttiamola!

Fra l’altro a San Vito gioca la “nostra” Vittoria Repice, che ha iniziato la stagione con delle prove molto positive. Insomma, nessuna vertigine per lei nonostante il gran balzo dalla B2 all’A2.

In generale, San Vito è una squadra interessante, data anche la presenza della serba Sanja Hanusic e della brasiliana Elisangela.

Niente tifo stasera, per quello che mi riguarda. A Vicenza ho trascorso un periodo breve ma intenso della mia vita; è una città magnifica, gente splendida e la porto sempre nel cuore. Non posso tifarle contro.

Applaudirò il bel gioco. A fine partita rileverò che il bel gioco è stato quasi esclusivamente del San Vito; Vicenza ha vissuto di lampi ed si è mantenuta molto al di sotto delle proprie potenzialità. Comunque, Zuccollo promette bene.

Venendo da Ceglie non c’è un’indicazione che sia una per raggiungere il Palamacchitella; non so dalle altre direzioni. Per fortuna in paese basta chiedere:

“Scusi il Palamacchitella?”

“Eeeh?!”

“Dove ha giocato Alessandra Piccione…”

“Ah, sì, vada a destra e poi giri a sinistra dopo il semaforo. Troverà la statua equestre della Piccione e alle spalle c’è il palazzetto…”

Le indicazioni scritte, dunque, non ci sono; in compenso, c’è il cartello “Parcheggio del palazzetto” in corrispondenza del parcheggio del palazzetto. Grazie alla pizza.

Se al Palamacchitella non arrivi almeno tre ore prima, i posti a sedere te li puoi scordare. Buon segno. C’è passione, c’è calore, c’è entusiasmo.

Noto con rammarico che Vittoria non è titolare. Agghie venùte fin’ a qua a uecchio… Bah, magari entrerà nel corso della partita. Quando faccio queste riflessioni ancora non so che la centrale reggina ha un problema alla schiena e stasera sarà tenuta precauzionalmente a riposo.

Nel Vicenza c’è l’ex Giada Gorini, salutata con affetto dai suoi ex-tifosi. C’è anche una certa Popovic, che però non è la croata del calendario bensì una connazionale della Hanusic.

San Vito parte bene, subisce il ritorno delle ospiti e poi si assicura la conquista del primo parziale con un’ottima prova della centrale Zanotti.

Nei pressi delle riserve brindisine c’è anche un assistente spirituale. Noi ne siamo ancora sprovvisti.

Nell’intervallo faccio un giro esplorativo e raggiungo – non saprei come chiamarla – la lunga balconata di fronte alla gradinata. Si affaccia a picco sul parquet e sulle panchine. E’ meravigliosa; le foto da qui sono spettacolari.

A questo punto mi distraggo dall’incontro e mi godo i gesti tecnici da questa originale prospettiva. Sembra che le giocatrici ti guardino quando battono al salto oppure quando palleggiano nella tua direzione.

Io credevo che il fondocampo fosse il punto migliore per osservare la distribuzione del gioco delle alzatrici (“ammirare” è il verbo esatto nel caso di Alessandra), ma mi sbagliavo. Da quassù cogli sia le direzioni che le distanze. E’ soltanto un po’ distorta la percezione dell’altezza dei passaggi.

Secondo me, bisogna ripensare le progettazioni dei palazzetti del volley. Il pubblico non dovrebbe stare sulle gradinate, ma si dovrebbe costruire un soffitto trasparente su cui stazionare per guardare dall’alto l’intero incontro.

Matò, che bello. Veniamo a giocare qua pure noi…! In subordine veniamo a giocare un’amichevole così faccio tutte le foto che coprirebbero un’intera stagione.

L’unico problema è che da qui non puoi controllare il tabellone del punteggio. Non ci vuole molto, comunque, a capire che San Vito vince agevolmente anche il secondo set ma poi ha un vistoso calo nel terzo.

Osservo i time-out dall’alto.

Adesso, per ritorsione, potrei anche lanciare una pallina di carta sul buon Lorè se non fa entrare Vittoria ca’ ije agghie venùte apposta apposta…

Il quarto set inizia in equilibrio, ma poi San Vito riprende saldamente in mano le redini dell’incontro.

E offre un grande spettacolo tecnico con una Sanja Hanusic scatenata (top-scorer con 17 punti).

In tribuna c’è anche la Fenomena, peraltro rappresentata su una gigantografia della squadra di due anni fa. La gigantografia, in apparente stato di abbandono, è appoggiata dietro la cosiddetta “balconata”, Visto che nella foto c’è anche Marianna, quasi quasi, se non serve a nessuno, chiedo il permesso di portarmela al Palafiom, anche se nella Lancia Y non ci caccia.

A fine partita saluto Vittoria, che a sua volta rivolge un pensiero gentile alla nostra squadra. Vola Repice! ‘A prossima vota ha a sciucà pure tu.


NON LITIGATE! SI GIOCA TUTTE INSIEME…

4 novembre 2009

Il post relativo alla partita di sabato scorso l’ho preparato un po’ frettolosamente, soprattutto per quanto riguarda la scelta delle foto.

Poi, mettendo in ordine le immagini nel mio computer, ho potuto notare alcune situazioni curiose. Su una, in particolare, sarei lieto di avere dei chiarimenti.

La foto è stata scattata verso la fine del quarto set. C’è stato un time-out e le squadre stanno per rientrare in campo.

Cosa si stanno dicendo Leo e Ivana?

Sembra che litighino per il possesso del pallone:

“Dammelo, è mio!”

“No, voglio giocare io!”

Meno male che non ci sono state conseguenze sul risultato.

Anche l’autogrill in cui ci siamo fermati al ritorno presentava una strana caratteristica: il settore ristorazione e acquisti aveva una porta spalacata proprio in direzione del bagno delle donne. Forse il gestore ha pensato che la vista di una signora che butta gli assorbenti usati nel cestino o che si scaccola davanti al lavandino può avere un effetto di induzione agli acquisti per i clienti. Sarà una nuova tecnica di marketing. Mah.

Noi, comunque, ne abbiamo approfittato per immortalare nuovamente il nostro libero in compagnia di Silvia e di un paio di birrozze.

Nulla rispetto alla quantità di bottiglie fotografate e pubblicate altrove qualche ora più tardi…


SALERNO-TARANTO 1-3

1 novembre 2009

Sabato 31 ottobre 2009 – ore 17.00

Si parte presto per Salerno visto che l’orario d’inizio è fissato per le 17.00. Sul pulmino oggi si sta un po’ più larghi perché non c’è Gisela, bloccata da un’improvvisa colica, non ci sono le creature sottoposte all’obbligo scolastico e non c’è la sostituta di Marika, ossia la signora Zonca. Sostituta sul pulmino, s’intende; però chissà che un giorno non la si possa provare anche sul parquet. D’altra parte, se il DNA non è acqua fresca…

Dato l’orario si mangerà lungo la strada.

Nell’ormai abituale ritrovo di Salandra incontriamo la componente lucana dello staff con il vettovagliamento. L’aspetto e le modalità della distribuzione ricordano le mense per gli indigenti, ma la qualità del cibo contenuto nei vassoi è eccellente. La pasta al sugo, in particolare, è una meraviglia.

L’odore del cibo attira qualche uccellino che passeggia sull’asfalto in cerca di residui e poi vola via senza accompagnare la squadra alla partita.

PalaVestuti e bar di fronte. Ricordo il cordiale incontro con la squadra del Salerno dell’anno scorso e il meno cordiale incontro con le giocatrici del Taranto che volevano (ingiustamente) linciarmi per alto tradimento. Ricordo la crema di caffé freddo. Ricordo il borsone di Alessandra, che era davanti all’ingresso del bar e poi è sparito per una buona mezz’ora.

Il palazzetto apre un po’ in ritardo e le squadre in attesa ne approfittano per socializzare.

L’incontro presenta molte curiose peculiarità. Tanto per cominciare, dopo aver condiviso nove mesi nel grembo materno, si ritrovano sul parquet le sorelle Stufano: Angela con il Taranto e Maria Rosaria con il Salerno.

La squadra campana ha un’altra caratteristica piuttosto inconsueta: saranno contemporaneamente in campo madre e figlia, Anna Maria Orefice e Marianna Ferrara. Non solo: madre e figlia sono anche rispettivamente moglie e figlia dell’allenatore Vito Ferrara.

Come ci tiene a sottolineare con comprensibile orgoglio il presidente del Salerno, Marianna è una ragazza del ’96. Giocherà da titolare e senza paura disputando una partita molto valida e chiudendo con 8 punti all’attivo.

L’importante è che sul parquet pubblico e privato non si sovrappongano…

Tornando alle gemelle della serata, sembra che coach Marcello in settimana abbia dato indicazione di battere proprio su Stufano (intesa come Maria Rosaria). Speriamo che non si verifichino equivoci disdicevoli e che nessuno tiri pallonate sulla nuca o sulla schiena della Stufano nostra.

Una caratteristica positiva del PalaVestuti è la raccolta differenziata dei rifiuti.

Che tristezza, però, vedere gli spalti così vuoti. La provincia di Salerno è terreno fertile per la pallavolo femminile di serie B (Scafati, Pontecagnano, Battipaglia, Sarno, ecc.), ma forse il capoluogo non si è mai “riscaldato” per il volley come la provincia.

E certamente, dopo i fasti dello scorso campionato, una squadra ricostruita da zero ed in lotta per la salvezza non aiuta. Però, almeno i parenti, e che cavolo!

Ah, già, dimenticavo che nell’attuale Salerno i parenti si dividono tra parquet e panchina e forse anche per questo gli spalti sono semivuoti…

Formazioni.

Mister Vito Ferrara, oltre alla gentile consorte in posto due e alla promettente figliola in posto quattro, schiera Stefania Macera in palleggio, Maria Rosario Stufano laterale, Sabrina De Maio e Valeria Pappalardo centrali e Rita Fadda libero.

In panchina: Italia Lamberti, Marianna Chieppa (non è che pure lei ha prestigiosi parenti nel volley? Non è che è la figlia di Tony Chieppa…?), Roberta Izzo e G. Ventre, che Angela s’ha scurdàte di inserirla nella lista e quindi non so come si chiami di nome.

Taranto.

Alessandra Certa in regia, Angela Stufano opposto, Ivana Gallo Ingrao e Silvia Mastandrea laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Simona Leone libero.

Fanno compagnia a coach Marcello Presta: Katia Taddei e Simona Mereu.

Primo set

L’inizio è sconvolgente. Chi (come me, lo ammetto) credeva che il Salerno fosse una squadra destinata a fare da materasso, ha un brusco risveglio. Le atlete campane costruiscono gioco, difendono con i denti e in attacco passano da tutte le parti. Certo, anche il Taranto ci mette del suo con un avvio di partita sconcertante. La difesa, in questa fase, viene tagliata a fette e gli attacchi non sono mai incisivi. Beh, sì, è un sestetto inedito che necessita di tempo per amalgamarsi, ma la situazione si fa un po’ troppo pesante: 9-2.

Un punto Silvietta, uno Angela, uno Ivana; poi Alessandra decide di puntare in modo sistematico sul sottotenente di vascello e Cristiana sembra in grado di farsi carico della rimonta: dall’11-5 al 15-11 i sei punti del Taranto sono tutti suoi.

La salvezza viene dal centro, sia per i voltagabbana plurimi come Rutelli che per le biancoblu: dopo Cristiana è il momento di Silvia (19-14).

Ma Salerno non sta a guardare e trova l’affondo decisivo con un break da 4 punti in cui brilla la pipe di Marianna Ferrara (23-14).

Marcello puntella una ricezione in sofferenza introducendo Simona Mereu, ma un secondo tocco di Macera chiude il set con un punteggio piuttosto imbarazzante (25-17).

Secondo set

Bene Silvia e Silvietta (suoi gli unici due servizi vincenti delle ospiti) e poi fuga lanciata da una Cristiana strepitosa, baluardo sulla rete biancoblu (4-10).

Il vantaggio aumenta ancora grazie ai muri e ai primi tempi di Silvia, che qui è un’ex, e sul 10-19 i due allenatori si accordano per tentare di superare il primato mondiale di sostituzioni in un set (quattro a testa).

Marcello, in verità, non ha molte risorse umane a disposizione, ma quelle che ha le riversa sul parquet: prima Simona Mereu per dare sollievo a Silvietta in ricezione e poi, sull’11-22, è l’occasione buona per l’esordio assoluto di Katia Taddei in serie B2.

La schiacciatrice impiega soltanto due scambi per mettere a terra il primo punto della carriera nei campionati nazionali attaccando da posto quattro. Cioè, dal posto di Ivana…

Coach Ferrara richiama la figlia per una mezza rotazione introducendo al suo posto la Izzo; poi mette dentro la Chieppa e nel finale ci sarà spazio anche per la Lamberti.

Particolarmente vivace risulta la prestazione di Marianna Chieppa, che infatti non uscirà più dal parquet. I punti delle salernitane e gli errori offensivi del Taranto rischiano di provocare un mezzo patatrac: le padrone di casa ottengono un break da 8 e si portano sul 20-23.

Poi, per nostra fortuna, sbagliano un servizio ed un attacco e il pericolo svanisce (20-25).

Lo sguardo del presidente Di Grazio e l’agitazione nell’intervallo di coach Marcello comprovano che il Taranto non sta disputando una gara particolarmente convincente.

Terzo set

La figlia di Tony Chieppa appaga i propri bollenti spiriti con un muro, un primo tempo e un ace; è lei la giocatrice più incisiva del Salerno in questo frangente (4-4).

Quando ha finito di sfogarsi la brava centrale campana, è il turno delle brave centrali tarantine: due punti Silvia, uno Cristiana e un bel muro di Angela (vabbè oggi è opposto, ma di solito è centrale pure lei) sulla giovanissima Ferrara, che sul momento ci resta male ma poi saprà reagire. Siamo in vantaggio per 5-11.

C’è un problema istituzionale: chi comanda in campo? L’arbitro è per definizione il direttore di gara, ma Cristiana fa notare di essere più alta in grado del commilitone.

Nel frattempo, però, gli arbitri hanno altro a cui pensare e si dedicano al mobilio del PalaVestuti. Il tavolino del segnapunti ha qualcosa che non va, ma da lontano non si capisce cosa.

Ancora una volta il Taranto si rilassa ed è un lusso che con questo Salerno non ci si può permettere. Con gradualità e costanza le padrone di casa rosicchiano punti sino a sfiorare il pareggio (13-14).

Per fortuna Ivana è in crescita e Cristiana continua a piazzare muri e fast: manteniamo le distanze (18-21).

Poco dopo, però, Roberta Izzo, che ha appena sostituito Maria Rosaria Stufano, realizza la doppietta che vale il pareggio sorprendendo fatalmente la ricezione jonica (22-22).

Per fortuna, anche noi abbiamo una golden girl che sa assumersi responsabilità importanti: Silvietta ci regala due palle-set (22-24).

Orefice annulla la seconda (24-24) e Salerno sente l’odore del primo punto in classifica mentre il panico si diffonde tra i sostenitori appulo-lucani.

C’è uno scambio lunghissimo che mette a dura prova le nostre coronarie, ma un’epica Leone ribatte tutti i colpi del Salerno, poi Orefice riceve una palla molto decentrata che può solo far rimbalzare sul muro tarantino sperando che schizzi fuori; la palla, invece, cade dentro il campo salernitano. E’ stata Silvia ad averci tolto le castagne dal fuoco (24-25).

Ed è ancora Silvia ad opporre un muro magnifico all’ultimo attacco campano (24-26).

Quarto set

Mamma Orefice e figlia Ferrara mettono il pallone a terra e tengono in corsa il Salerno, ma il Taranto del quarto set è il più cazzuto della serata. La partita delle padrone di casa finisce sul 6-7, quando Silvia va servire mettendo in difficoltà la ricezione ospite e facilitando così il lavoro delle compagne.

La centrale salentina si è spesso concessa una batteria di servizi insidiosi nel corso di questo incontro; peccato che poi li abbia chiusi con un errore. Ma questo non attenua i meriti di quella che, secondo me, è risultata la MVP della partita. Sarebbe, cioè, la miglior giocatrice, però cosa cacchio indichi l’acronimo MVP non ‘nge l’agghie mai capìte…

Bene Cristiana, bene Angela con un pallonetto, bene soprattutto la difesa. Siamo 6-13 ed è finalmente un buon Taranto.

Ivana e Silvietta aumentano ulteriormente il vantaggio e sull’11-21 Marcello riconcede cinque minuti di celebrità a Katia Taddei (altro punto; questa volta da posto due, non da “posto Ivana”).

La girandola di sostituzioni di mister Ferrara non produce gli effetti del secondo set; Taranto amministra il parziale senza particolari difficoltà e il punto della vittoria è firmato da Ivana.

Bah, diciamo che la nostra storia ha conosciuto vittorie più esaltanti.

Diciamo pure che nonostante i cinque punti in due partite la classifica resta, per noi, sostanzialmente invariata dato che non abbiamo recuperato alcuna posizione. Tanta fatica pe’ nudd’…

In questo campionato non si capisce un tubo.

Indubbiamente con il San Pietro Vernotico servirà un altro Taranto perché in caso contrario non avremmo scampo. Anche se sembrava la stessa cosa alla vigilia della partita di Potenza.

Durante il viaggio di ritorno avvengono cose che preferisco non riferire.

Torniamo con una maniglia del bagno in più e con un po’ di “aria che ha preso l’ascensore” in meno. La serata delle giocatrici si conclude nel locale di Simona Mereu, che a quanto pare è diventata imprenditrice della ristorazione.

‘A fava e ‘u scuèrcele

SILVIA: Partita superba impreziosita da 17 punti personali. I due muri alla fine del terzo set hanno, inoltre, cancellato quello che stava manifestandosi come un incubo dalle conseguenze imprevedibili.

L’UCCELLO: L’uccello di Salandra si è avvicinato per mangiare, ma poi è volato via senza dare confidenza alle giocatrici. Insomma, appagati i bisogni dell’istinto, si è rivelato per l’egoista che è. Gli uccelli perbene non si comportano così.

Tabellino: Salerno-TARANTO 1-3 (25-17, 20-25, 24-26, 14-25)

Salerno: Lamberti 0, De Maio 3, Ferrara 8, Pappalardo 6, Ventre NE, Chieppa 7, Stufano 11, Orefice 9, Macera 3, Izzo 3, Fadda (L) – All. Ferrara.

Aces 4, errori in battuta 5, muri-punto 4.

Taranto: Zonca 16, Taddei 2, Gallo Ingrao 10, Renna 17, Stufano 8, Mastandrea 17, Certa 1, Mereu 0, Leone (L) – All. Presta.

Aces 2, errori in battuta 6, muri-punto 12.

Arbitri: Vincenzo Brasiello (NA) e Luigi Esposito (NA).

Durata set: 20’, 26’, 30’, 21’ – Durata totale dell’incontro: 1.45’.

Altri risultati: Centro Ester NA-Livi Potenza 3-0, Leonessa Altamura-Arzano 3-2, AS Benevento-V.Altamura 3-1, Acquaviva delle Fonti-Accademia BN 1-3, Battipaglia-Sarno 3-2, Oria-Molfetta 0-3, ASCI Potenza-San Pietro Vernotico 2-3.

Classifica: Centro Ester NA e Sarno 17; Molfetta 15; AS Benevento, Battipaglia, San Pietro Vernotico e Arzano 14; Leonessa Altamura e ASCI Potenza 13; TARANTO 12; Accademia BN 8; Oria 6; Livi Potenza 5; Acquaviva delle Fonti 4; V.Altamura 2; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.

Nessuna sanzione economica nella 6^ giornata.

Prossimo turno: Taranto-San Pietro Vernotico, sabato 7 novembre, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.