Sabato 28 novembre 2009 – ore 19.00
Io, per primo, non ci credevo e vi chiedo perdono.
Avevo assicurato che mi sarei liberato presto dall’impegno al Maria Pia, ma non certo perché mi aspettavo l’esito che poi si è determinato. Che poi tanto presto la partita non è finita visto che i tre set sono stati tiratissimi.
Ho tentato di corrompere le fuoriclasse avversarie non perché perdessero ma perché non ci umiliassero e ci facessero arrivare almeno a 10 punti nei tre set previsti (i soldi offerti, però, erano pochi).
Ed ero in buona compagnia visto che – osservando Campolo e Sforza menare come bombardieri durante il riscaldamento – qualcuno evocava “culi a tarallo” che l’Arzano era in procinto di farci.
Insomma, vista dall’esterno, l’atmosfera era quella delle pecorelle in fila per entrare nel mattatoio; in realtà delle pecorelle le nostre giocatrici avranno soltanto il colore bianco delle maglie da gioco (bianco rosato nel caso della maglia numero 9…). Il cuore, invece, sarà quello delle tigri. Di tigri ferite e quindi incazzate nere.
Probabilmente, ancora una volta, ad aver interpretato correttamente la situazione è il giornalista del Corriere del Giorno, Giuseppe Di Cera: dopo lo storico “puff” con cui aveva descritto meglio di ogni trattato la dissoluzione del progetto Nati a Taranto, in mattinata aveva usato l’immagine delle “montagne russe” per descrivere il nostro strano campionato, fatto di successi importanti e di tracolli indecorosi. [1]
Vinciamo a Benevento e poi crolliamo ad Altamura, tanto per fare gli esempi più recenti.
Oggi batteremo l’Arzano senza cedere neanche un set (e mai quest’anno avevamo vinto 3-0…).
Visto che l’imprevedibilità del Taranto ormai è diventata… prevedibile, vi preannunciamo che perderemo male a Benevento con l’Accademia, batteremo la Livi Potenza, usciremo sconfitti da Molfetta, vinceremo nettamente con il Sarno.
In mattinata la gente di Taranto era scesa in piazza per ricordare di essere la città più inquinata d’Europa e ovviamente per esprimere il desiderio di non esserlo più. Quindicimila cittadini contro un inquinatore pregiudicato e contro i suoi rozzi pretoriani allergici ai microfoni e alla libertà di informazione. In piazza c’era anche parte della Palafiom, ad eccezione delle giocatrici che avevano preferito fare jogging al parco Cimino. Almeno così avevano detto.
L’Arzano arriva in città con congruo anticipo ma va al Palafiom invece che al Maria Pia. Alla Tekla Scafati questo equivoco portò bene.
Qui, come spesso accede nella vita, siamo di fronte ad una scelta etica: essere onesti danneggiando noi stessi oppure essere disonesti pur di trarre un bieco ma notevole beneficio immediato? Come scelta non avremmo dubbi, ma manca il tempo di renderla esecutiva. In sostanza, l’idea è quella di raccogliere dieci ragazze e di vestirle con la divisa del Taranto e poi di prendere due volontari compiacenti che, fingendosi arbitri, dirigerebbero una partita-farsa contro l’Arzano. Nel frattempo, al Maria Pia, i veri arbitri prenderebbero atto del mancato arrivo della squadra napoletana assegnandoci la vittoria a tavolino. L’idea non è male, ma – dicevo – manca il tempo per realizzarla; nell’immediato futuro dovremmo dotarci di una task-force di pronto intervento.
Tante novità, invece, al Maria Pia: una nuova segnapunti, l’acqua frizzante per il coach anche per le partite in casa, una nuova penna con cui annotare il sestetto, Michele in tribuna, Gabriella alla videocamera, Ivana con le treccine.
Dopo una settimana in cui ci si è allenati con una media di tre giocatrici a sessione, coach Marcello Presta non ha molto da scegliere: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Ivana Gallo Ingrao schiacciatrici, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Simona Leone libero.
In panchina: Priscilla Pisani, Simona Mereu con la schiena bloccata e Giulia Basile con la schiena di gomma.
Guerriero Arzano.
Margherita Cozzolino in palleggio, Annamaria Totaro opposto, Nunzia Campolo e Maria Grazia Sforza schiacciatrici, Maria Russo ed Elisabetta Piscopo centrali, Santa Guida libero.
Santa Guida è un nome meraviglioso. Dev’essere la patrona degli automobilisti. Se qualcuno si azzardesse a chiederle provocatoriamente chi le abbia dato la patente, alla giocatrice arzanese basterebbe esibire un documento: “Come ti permetti? Santa Guida c’è scritto qui, toh!”
In panchina con coach Nico Borghesio: Maria Musella, Carmela Petrella, Federica Severino e la splendida Maria Cristina Guadagnino.
Primo set
Taranto impreciso e Totaro implacabile: quattro nostri errori-punto e quattro conclusioni dell’opposto partenopeo. Coach Borghesio esprime con un certo trasporto la propria personale riconoscenza alla Totaro.
Siamo 2-8 e Nunzia e Sforza non hanno ancora toccato un pallone. Telefono agli amici e dico che sarò da loro ancora prima del previsto.
Ma c’è già qualcosa di diverso nel Taranto rispetto a sei giorni prima: la difesa. Simona e le compagne si buttano su ogni pallone come delle assatanate.
Le ospiti attaccano in modo scomposto, ma sembrano avere ancora il controllo della partita, che comunque è già gradevole per via del bel gioco espresso in campo.
Santa Guida respinge un pallone che cade nella nostra metà campo grazie anche alla fatale indecisione di due nostre giocatrici (11-13). E’ un punto subìto, ma ogni occasione è buona per esprimere ammirazione a tutti i liberi che mettono il pallone a terra.
Ace Campolo e siamo ancora sotto (12-15). A questo punto non è più soltanto la difesa del Taranto a meritarsi applausi; anche l’attacco: Angela, Silvietta a muro, Ivana e Gisela (16-15). Andiamo al secondo time-out tecnico in vantaggio ed è già un successo.
Approfitto del minuto di pausa per spostarmi e cambiare angolazione; voglio fare qualche foto dal gradino più in alto approfittando del fatto che stasera la palestra è meno affollata del solito.
Al rientro delle squadre sul parquet, lo spettacolo decolla. Un punto ciascuno, un batti e ribatti emozionante e si arriva al 20-19. Poi c’è una doppietta di Nunzia, che scaglia bolidi sconvolgenti (20-21).
Taranto non va in tilt. Come diligenti formichine, le ragazze riprendono a lavorare alacremente e soprattutto a non commettere errori. L’importante è arrivare agli ultimi scambi in una posizione di parità; quello sarà il momento per tirare fuori le unghie. Sbaglia, infatti, l’Arzano: errore in battuta e doppia (22-21).
Le unghie le tira fuori Ivana, che va a segno due volte da posto due con intermezzo di Totaro (24-22). E’ ancora la nostra “laterale storica” che va a servire e a piazzare una battuta vincente!
Secondo set
Il copione sembra ripetersi: SuperSforza e Arzano scatta in avanti (1-5), ma Taranto c’è e recuperiamo subito qualcosa (3-5).
Simona Leone sta salendo di livello e passa dalla reattività ai veri e propri miracoli mentre la nostra Ale passa, invece, in infermeria. Dagli spalti non comprendiamo il problema, ma notiamo un po’ di movimento attorno alle mani fatate della nostra alzatrice. La nostra apprensione sarà immotivata perché si tratta di una lievissima escoriazione; le mani della regista continueranno a dispensare opere d’arte.
Splendida fast di Silvia ed anomala serie di errori-punto napoletani (9-6).
Show di Nunzia Campolo, che prima stoppa un tocco di seconda di Ale causandomi un profondo dolore e poi spara una fucilata con urlo sul nostro libero (9-10).
Inizio a immaginare mentalmente il contenuto dell’articolo che devo preparare: grande Taranto per un set e mezzo poi viene fuori l’Arzano.
“Per paura di restare deluso, non mi abbandonai ad una generosa speranza”. [2]
Ale sbaglia il servizio e suo padre, riferendosi alle cure mediche di qualche minuto prima, fa la battutina: “Avrà perso sensibilità…”.
Di solito i genitori sono peggio degli hooligans quando si tratta di difendere le figlie; il signor Certa è l’unico che invece si diverte a fare del sarcasmo sugli errori della piccina.
In realtà, di errori stasera Alessandra ne farà ben pochi ed anzi sta per disputare uno degli incontri più brillanti e lodevoli della sua carriera. Non ho più aggettivi per definire questa palleggiatrice.
Pipe-culo di Gisela, aiutata dal nastro, muro di Russo e palla messa a terra di pugno dalla fuoriclasse Campolo (13-18).
La prestazione del Taranto è stata positiva nel suo complesso, ma si arriva ad un momento dei set in cui le biancoblu non sbagliano più niente o quasi. Ho fatto un calcoletto: prendendo in esame gli ultimi 20 scambi di ciascun set, Taranto ha commesso soltanto 2 errori-punto (Arzano 16). Due errori-punto in 60 scambi; non so se mi spiego.
Silvia Renna lancia l’ennesima rimonta e Gisela dimostra che le cannonate sa tirarle anche lei (18-19). La nostra centrale continua a giocare con un rendimento eccellente mentre il martello appulo-argentino è stato strepitoso in difesa e costante, come sempre, in attacco (4 punti nel primo set, 5 nel secondo, 4 nel terzo).
Troppa foga nelle azioni offensive partenopee e così, come sperato, si arriva agli ultimi scambi da una posizione di parità (21-21).
Gisela compie un salvataggio impossibile e poi va lei stessa a chiudere con successo lo scambio (24-22)!
Punto di Sforza e poi un altro scambio che sintetizza la partita: Simona Leone difende ben quattro attacchi ospiti e Silvietta conclude con un autorevole mani-fuori (25-23).
E’ il più bel Taranto della stagione.
Terzo set
Santa Guida viene sostituita da Maria Musella, circostanza che comporta un’annotazione sul referto.
Russo e Sforza pareggiano le azioni vincenti di Silvietta (3-3); Gisela spedisce un pallone addosso alla segnapunti, che inizia a pentirsi di aver fatto il corso trattandosi di un’attività a rischio.
Veramente sono due settimane che a provocare rischi per l’incolumità di terzi è la nostra schiacciatrice…
Forse dovremmo deciderci a nominare un referente della ex-626 (la legge sulla sicurezza negli ambienti di lavoro) e metterlo alle calcagna dell’atleta 24 ore su 24.
Doppio muro dell’Arzano e doppia realizzazione di una fantastica Silvia: prima spinge di pugno un pallone nei pressi della linea di fondo ospite, poi va a segno direttamente su battuta (6-8).
Fa un ace anche Ale, le cui mani devono aver ritrovato sensibilità.
Angela smorza spesso gli attacchi ospiti, Gisela riesce a contenere una bomba di Nunzia e poi Silvietta chiude lo scambio del 10-9. Sto godendo.
Vorrei scendere a scattare fotografie da altre angolazioni, ma siccome la mia posizione in piedi sull’ultimo gradino ha portato bene, mi viene impedito di scendere. Questa è violenza privata…
Finché lo impongono a me che sono dell’ambiente va ancora bene; il guaio è quando le postazioni scaramantiche vengono imposte con la forza anche ai giornalisti.
Andiamo avanti. Usiamo i pugni (uniti) anche in ricezione e Marcello non gradisce; nell’unico istante di silenzio in palestra echeggia nitidamente il suo urlo di rimprovero: “Ma che c***o…!!!”
Eppure facciamo punto anche alla fine di uno scambio nato in questo modo alquanto creativo. Un po’ di culo non guasta; questa è proprio una serata felice.
Di più: la ricezione a pugni chiusi è il primo passo di un favoloso break da sei punti in cui Gisela fa la parte del leone (con la elle minuscola).
L’Arzano, che – ci tengo a sottolinearlo – sta dimostrando di essere una bella squadra, non una buona squadra, ha un’arma segreta: Elisabetta Piscopo. La bionda centrale piazza quattro conclusioni in una fase favorevole per la propria squadra. Sul 19-17 viene giudicata fuori una conclusione di Nunzia, che non la prende bene (e a mio modesto parere, non aveva tutti i torti).
Servizio di Sforza con Gisela che si abbassa di proposito assicurandosi così la gaffe della serata (20-20).
Sul 20-22 Marcello nota qualche criticità in ricezione e decide di far riscaldare Simona Mereu; Lisa, allarmata, chiama sia il 118 che la Questura.
Ma non c’è bisogno né di Simona (né del 118 e della Questura) perché l’Arzano si complica la vita da solo: due errori-punto e siamo di nuovo in parità (22-22).
Poi è Silvietta a spingere a terra una palla vagante e a garantirci il primo (ed unico) match-ball. Il nostro giovane opposto ha realizzato 6 punti nel terzo set assumendosi responsabilità delicate.
Fuori l’ultimo attacco delle napoletane (25-23). Abbiamo vinto! Abbiamo vinto 3-0!
Questa è una delle partite che resteranno negli annali della Palafiom, una partita magnifica dal punto di vista tecnico-tattico e addirittura commovente sul piano caratteriale.
Prima del terzo tempo, la squadra, allenatore incluso, si raccoglie come se dovesse commemorare qualcuno che non c’è più e poi esplode nella canzone goliardica dei Righeira: No tengo dinero… In effetti, si commemora qualcosa che non c’è mai stato, per ora.
Beh, se la scaramanzia è una scienza esatta, se a me m’avìte tenùte appès’ a ‘u mure pe’ n’ora e ‘mminz’, a questo punto, per coerenza, bisogna continuare a giocare nelle stesse condizioni economiche.
Come direbbe l’uomo del Monte? No s’ cangia sciuech quann’ s’ vince…
‘A fava e ‘u scuèrcele
MARCELLO: Tutte fave questa sera: Alessandra per la regia impeccabile, Silvietta per la determinazione nei momenti delicati della partita e non solo in quelli, Gisela per l’ormai consueta caterva di punti distribuiti con costanza nei set (4-5-4), Ivana magnifica in difesa e decisiva soprattutto nel primo parziale, Silvia punto fermo della squadra, Angela che ha smorzato a muro parecchi attacchi avversari e Simona Leone, vero simbolo di questa riscossa grazie ad una partita fatta di grinta e concentrazione. Per sintetizzare la vittoria del gruppo scegliamo allora l’immagine del coach. Lui solo conosce le difficoltà che ha dovuto affrontare anche in questa settimana.
ALFREDO: Nulla da eccepire sulla sua preziosa multifunzionalità: programma la videocamera, fa da tutor alla nuova segnapunti e rende il parquet lindo come un piatto appena lavato. Il punto è proprio questo: a casa è altrettanto servizievole? Chiederemo a Gabriella se anche nei lavori domestici l’efficienza viaggia sugli stessi standard.
Tabellino: TARANTO-Arzano 3-0 (25-22, 25-23, 25-23)
Taranto: Scialacomo 13, Gallo Ingrao 7, Basile 0 in condotta, Renna 11, Stufano 2, Mastandrea 9, Certa 2, Pisani NE, Mereu NE, Leone (L) – All. Presta.
Aces 5, errori in battuta 2, muri-punto 3.
Arzano: Campolo 18, Guadagnino NE, Sforza 13, Cozzolino 0, Piscopo 6, Russo 5, Totaro 11, Guida 1 (L), Petrella NE, Severino NE, Musella (L) – All. Borghesio.
Aces 4, errori in battuta 9, muri-punto 6.
Arbitri: Vincenzo Gratis (LE) e Giuseppe Russo (LE).
Durata set: 25’, 27’, 31’ – Durata totale dell’incontro: 1.29’.
Altri risultati: Centro Ester NA-Battipaglia 3-0, Leonessa Altamura-Molfetta 0-3, AS Benevento-Oria 3-0, Salerno-Accademia BN 1-3, Acquaviva delle Fonti-V.Altamura 3-1, ASCI Potenza-Sarno 1-3, San Pietro Vernotico-Livi Potenza 2-3.
Classifica: Centro Ester NA 28; Molfetta e Sarno 27; San Pietro Vernotico 24; Arzano 21; Battipaglia 19; ASCI Potenza e AS Benevento 18; TARANTO 17; Leonessa Altamura 16; Livi Potenza 13; Accademia BN 12; Oria 9; V.Altamura 8; Acquaviva delle Fonti 7; Salerno 0.
Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.
Tutto fermo.
Prossimo turno: Accademia BN-TARANTO, sabato 5 dicembre, ore 18.30.
NOTE:
(1) Cfr. DI CERA, G., “Montagne russe” Palafiom: le ioniche sono alla ricerca della forma migliore, “Corriere del Giorno”, 27 nov 2009, pag. 41.
(2) BORGES, J.L., La memoria di Shakespeare, in Il libro di sabbia, Adelphi, Milano, 2004, pag. 137.