ACQUAVIVA DELLE FONTI-TARANTO 3-1

28 febbraio 2010

Sabato 27 febbraio 2010 – ore 18.30

La grinta di Pasqua Salviola, unitamente alla classe immensa di Sabrina Cosentino, è uno degli aspetti che hanno fatto la differenza tra Taranto ed Acquaviva sul piano caratteriale.

Da un lato una formazione agguerrita che ha avuto il merito di non arrendersi mai, al punto da annullare sei palle-set nell’unico parziale perso (che forse, paradossalmente, è stato quello della svolta).

Dall’altro lato una formazione spenta, quasi rassegnata, per l’ennesima volta spettatrice della rivitalizzazione di un’avversaria in deficit di punti (era già successo con la V.Altamura, con l’Accademia Benevento e con l’Oria).

Non è stato soltanto questo, ovviamente. L’Acquaviva ha giocato un’ottima partita dal punto di vista tecnico e tutte le atlete hanno contribuito in ugual misura a questo successo.

Al Taranto restano due buoni set giocati in equilibrio, una soglia salvezza che è rimasta invariata ed un finale di partita troppo brutto per non reclamare un riscatto immediato e totale.

Ma torniamo al pomeriggio di sabato.

Così come a Turi, scopriamo che anche ad Acquaviva il palazzetto rappresenta l’ultimo presidio urbano prima dell’aperta campagna. Oltre il PalaCosentino non c’è più nulla.

Poiché la nostra addetta agli arbitri è reduce da un intervento al piede, riprendiamo le auto per raggiungere il bar mentre le nostre atlete si accontentano del distributore creativo.

Lisa cammina in modo spedito e – con la scusa che deve tenere il piede alzato – ogni tanto si esibisce in qualche passo di danza appoggiandosi a cofani di macchine o a divani abbandonati. Farò una bella relazione per il medico che l’ha operata…

Il bar prescelto sembra uscito da un film americano anche se il ricorso alle carte napoletane da parte degli avventori ci riporta alle nostre tradizioni.

Quando torniamo al PalaCosentino notiamo una signora che lavora all’uncinetto dentro una Clio scura.

Finalmente ho modo di rivedere da vicino la mitica Sabri, sempre più bona. Niente foto insieme altrimenti tutti la commenterebbero con la frase più ovvia e inflazionata che ho letto ai tempi del Valenzano: la bella e la bestia…

Durante il riscaldamento una giocatrice locale viene praticamente mummificata: due compagne la avvolgono in uno strato di tessuto blu scuro. Forse era a questo che stava lavorando la signora nella Clio.

L’Acquaviva rinuncia alla guerra tattico-fisiologica e il bambino presente a San Pietro può godersi la partita senza dover bere due litri d’acqua a set; in compenso la direzione del gabinetto è indicata da Winnie the Pooh, un personaggio che non contribuisce al buon umore di coach Marcello. Questa sarà un’altra chiave di lettura della sconfitta.

Formazioni.

Coach Francesco Bruno punta su Sabrina Cosentino in palleggio, Raffaella D’Ambrosio opposto, Paola Armenise e Pasqua Salviola laterali, Angela Ceo e Lucrezia Salamida centrali, Daniela Caricato libero.

In panchina: Cesaria Ursini, Nicla Marzano, Anastasia Komarova e Maria Antonietta Miale.

Il Taranto schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

Fanno compagnia a coach Marcello Presta: Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani, oltre ovviamente ad Angelo Soranno, unico esponente montese questa sera.

Primo set

Gisela presenta il biglietto da visita con due attacchi consecutivi, ma i servizi di Paola Armenise ci fanno capire che anche oggi la ricezione jonica vivrà momenti difficili (5-3).

Come a San Pietro, si alza spesso e volentieri il muro delle baresi e gli attacchi di Silvietta non bastano a recuperare lo svantaggio.

Il pareggio lo conquista la nostra fuoriclasse appulo-argentina (11-11) e viene mantenuto da un mani-soffitto di Silvietta.

Scambio di primi tempi light, ossia con atleta sospesa nell’aria che attende l’ultimo istante prima di appoggiare dolcemente la palla a terra (Ceo da un lato, Angela dall’altro).

Entra in partita Salviola e Sabrina Cosentino ottiene un ace favorito dal nastro (17-14).

Poco dopo, però, l’arbitro commette un gesto sacrilego fischiando una doppia alla palleggiatrice catanese (io, veramente, avevo notato un’invasione di piede, ma si sa che la vista non è proprio il mio forte specie quando gli occhi sono distratti da cotanta meraviglia estetica).

Tre attacchi di Gisela (sette punti nel set) e un bel mani-fuori di Angela, molto positiva stasera, ci portano per la prima volta in vantaggio (20-21).

Dopo l’ennesimo bell’attacco di Silvietta (22-23), c’è la prima manifestazione di autolesionismo del Taranto, che manca di cattiveria e si impantana proprio ad un passo dal traguardo: vada per l’attacco di Salviola, ma i due tiri fuori consecutivi richiedono un’immediata confessione dal parroco di fiducia (25-23).

Non solo: gli ultimi sei punti dell’Acquaviva sono stati errori nostri (un servizio e quattro attacchi). C’è materia di riflessione.

Secondo set

Dopo due belle fast di Silvia e di Angela ed un muro di Silvietta (l’unico nostro muro-punto di tutta la partita, ahimé), scatta avanti l’Acquaviva grazie alle sue bocche di fuoco (Armenise, D’Ambrosio, Salviola).

Sul 7-5 c’è la reazione della Pallavolo Taranto ONLUS: due attacchi di Leo, un ace di Silvietta, un pallonetto delizioso di Gisela e una fast tosta di Silvia (7-11).

Altro punto di Silvia, che poi va a servire e lo fa egregiamente: grazie anche alle sue battute, questa volta il break è di sette punti, con Gisela martello implacabile.

Nel corso della striscia vincente, Silvietta si tuffa alla Del Piero e con la mano stesa sul parquet riesce a salvare l’azione; l’arbitro prima assegna il punto alle padrone di casa, poi ha l’onestà intellettuale di correggersi.

La serie positiva è chiusa da una magia di Angela: fast a pallonetto che spiazza il temibile muro locale ed atterra con precisione in posto quattro (10-19).

Coach Bruno effettua un cambio che non condivido assolutamente, anche perché la panchina è dalla parte opposta rispetto agli spalti. Molto lontana. Ma forse ha voluto concedere una standing-ovation alla sua giocatrice più rappresentativa.

Anche Gisela ottiene un punto creativo appoggiando nei pressi della linea di fondo.

Angela Chief Executive Officer sbaglia un servizio e concentra venticinque imprecazioni in due secondi netti. Nel quarto set le sue battute fungeranno da traino per il successo; intanto, però, siamo sul 16-24 ed abbiamo otto palle-set a disposizione.

Qui finisce virtualmente la partita del Taranto e si registra il secondo episodio di autolesionismo.

Punto di Salviola con urletto redarguito dall’arbitro, ace Marzano, attacco nostro sulla rete, muro D’Ambrosio, altro ace Marzano e mani-fuori Salviola. L’Acquaviva ha annullato sei palle-set e soltanto un’incertezza difensiva pone fine ad una situazione che stava diventando pericolosa (22-25).

Il set è nostro, ma nel finale è l’Acquaviva ad essersi caricato sul piano emotivo ed agonistico; forse è il caso di dire che la nostra è stata una classica vittoria di Pirro.

Terzo set

Silvia Renna è l’ultima ad arrendersi. Ben alimentata da Ale, la nostra centrale salentina scarica tre fast risolute nella metà campo delle padrone di casa; quella che vale l’8-6 costituisce, però, il canto del cigno biancoblu.

Da adesso in poi c’è soltanto una squadra sul parquet e purtroppo non è la Pallavolo Taranto ONLUS.

Due punti di Salviola, una pipe nastro-culo di Armenise, un muro di Salamida fanno parte del parziale di 7-0 con cui l’Acquaviva mette le mani sul set (15-6).

Con l’ingresso di Simona Mereu, coach Marcello tenta di sistemare una ricezione ed una difesa che stanno lasciando un po’ a desiderare.

Purtroppo Cosentino e compagne non si fermano più e ci riservano un altro break da quattro (21-9).

Se avessimo una radiolina e se le partite di serie C fossero trasmesse dalla RAI, potremmo almeno consolarci con l’impresa della Tempesta, che al Maria Pia sta battendo l’Ostuni.

Se, invece, fossimo dei rincoglioniti come Morgan, potremmo usare un po’ di cocaina come antidepressivo, ma per fortuna abbiamo un maggior rispetto della nostra vita e della nostra intelligenza.

Armenise e Ceo chiudono il terzo set; a noi non resta che confidare nel quarto, ignorando che sarà una delle pagine più infelici della storia del Taranto di B2.

Quarto set

Al rientro in campo, Raffaella D’Ambrosio si allaccia la scarpa.

Si comincia con un 3-0 frutto di una doppia, di un muro di Salamida e di un ace della Cosentino.

Angela attenua il distacco (3-2), ma poi riprende la marcia trionfale dell’Acquaviva (7-2).

I nostri attacchi si infrangono sul solido muro della squadra celeste (4 nel set; 12 nell’intero incontro) o sulle mani attente e reattive del libero Caricato.

I servizi delle padrone di casa cadono spesso e volentieri nei buchi di una ricezione distratta e confusa (6 aces nel set; 14 nell’intero incontro).

Tira Silvietta e la difesa locale non riesce a contrattaccare (8-5), ma ad ogni nostro punto segue una striscia di azioni efficaci dell’Acquaviva: primo tempo di Ceo e caratteristico “puntazzo” dell’opposto D’Ambrosio (12-5).

La fast di Silvia che vale il 13-8 è l’ultimo punto del Taranto. Con Angela Ceo in servizio, inizia una lenta e inesorabile tortura: tiri fuori biancoblu e tiri dentro dell’Acquaviva; anche Sabrina si concede un attacco da posto due (18-8).

Salviola appoggia abilmente la palla sulle mani del muro jonico e poi, un po’ meno abilmente, indrùppica a terra (19-8).

Poco più tardi avrà modo di lanciare l’ultimo urlo della serata (21-8).

Ceo ottiene il terzo ace grazie all’ennesimo errore di valutazione di una ricezione in tilt e le fast mani-fuori di Salamida pongono finalmente fine a questa sofferenza (25-8).

Non so in serie C, ma in B2 non eravamo mai rimasti fermi ad 8 punti in un set.

I parziali peggiori della storia erano tre 25-10:

a Trani nel 2007-’08;

a Benevento (AS Volley) quest’anno;

a Potenza (ASCI) quest’anno.

Beh, questi riferimenti “storici” un po’ mi consolano: sia a Benevento che a Potenza, dopo aver perso un set 25-10, poi abbiamo vinto la partita.

Conoscendo il carattere delle nostre ragazze, sono sicuro che sapranno riscattarsi ancora. Oggi l’unico obiettivo che è sfumato matematicamente è… la promozione in B1, ma la salvezza resta lì a 2 punti di distanza, esattamente dov’era prima.

E so che le nostre giocatrici lotteranno con le unghie per prendersela.

L’altra consolazione è verificare, a fine partita, che Sabrina Cosentino esiste veramente e non è un’illusione ottica. Fortunata la Puglia ad aver ritrovato una campionessa così.

Concludo con un piccolo grande mistero dell’umanità: se Giulia e Priscilla sono le uniche a non aver giocato (e quindi sudato), perché sono le ultime ad uscire dallo spogliatoio e a far aspettare così tanto tempo il signor Priscillo? Mah.

‘A fava e ‘u scuèrcele

ANGELA: Si è rivelata una buona soluzione offensiva per buona parte della gara, coronando la sua prestazione con otto punti personali di pregevole fattura. La chicca è stata il pallonetto piazzato nel posto quattro avversario nel corso del secondo set. Anche il nuovo look ideato dal parrucchiere merita un apprezzamento.

LISA: Caro medico dell’ospedale di Siena che hai appena operato al piede la nostra addetta agli arbitri, ecco cosa se ne fa la signora dei tuoi consigli: passeggia, corre, salta. Poco c’è mancato che scendesse anche in campo per giocare. Poi si lamenta che le dita sono nere e gonfie. Tanto si comunica in vista del controllo.

Tabellino: Acquaviva delle Fonti-Taranto 3-1 (25-23, 22-25, 25-11, 25-8)

Acquaviva delle Fonti: Cosentino 4, Armenise 18, Ursini NE, Ceo 14, Marzano 2, Komarova NE, Miale NE, Salamida 12, D’Ambrosio 9, Salviola 15, Caricato (L) – All. Bruno.

Aces 14, errori in battuta 10, muri-punto 12.

Taranto: Mastandrea 7, Scialacomo 15, Mereu 0, Basile NE, Renna 11, Stufano 8, Certa 1, Pisani NE, Leone 3, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 3, errori in battuta 3, muri-punto 1.

Arbitri: Giuseppe Stallone (FG) e Gianluca Delvecchio (FG).

Durata set: 20’, 24’, 20’, 18’ – Durata totale dell’incontro: 1.31’.

Altri risultati: Oria-Sarno 2-3, Centro Ester NA-Arzano 3-1, Salerno-San Pietro Vernotico 0-3, AS Benevento-Azzurra Molfetta 0-3, Battipaglia-Accademia BN 3-0, Leonessa Altamura-Livi Potenza 1-3, ASCI Potenza-V.Altamura 1-3.

Classifica: Sarno 50; Centro Ester NA 49; San Pietro Vernotico 48; Azzurra Molfetta, Battipaglia e Arzano 45; AS Benevento 37; Livi Potenza 32; ASCI Potenza 29; Accademia BN 25; Leonessa Altamura 23; TARANTO e Oria 21; Acquaviva delle Fonti 18; V.Altamura 16; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Classifica ferma. Al Taranto è andata bene visto che il coach ha rimediato soltanto una diffida. Se si resta a quota zero, aumentano le possibilità del consueto lancio di peluche ad Ale in occasione dell’ultima partita di campionato…

Prossimo turno: Taranto-Salerno, sabato 6 marzo 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


LA COSENTINO E’ STATA MINACCIATA

26 febbraio 2010

Se il trofeo Bin Laden quest’anno continua ad essere poco movimentato, è la cronaca nera, extrasportiva, a suscitare apprensione nel mondo pallavolistico.

Lo avevamo accennato domenica scorsa: un altro episodio gravissimo turba la pallavolo pugliese.

La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 febbraio scorso ha riportato una notizia inquietante: Sabrina Cosentino, la palleggiatrice dell’Acquaviva delle Fonti, è nel mirino di qualche malintenzionato.

“Temo di essere uccisa” – ha dichiarato l’atleta agli organi di informazione.

Di più la bella palleggiatrice siciliana non ha voluto precisare.

Secondo quanto si è appreso, però, gli inquirenti starebbero seguendo diverse piste.

La prima potrebbe aprire un ennesimo filone d’inchiesta relativo al famigerato Gianpaolo Tarantini, ex proprietario di Tecno Hospital.

Il faccendiere barese non avrebbe gradito il cambio di sponsorizzazione della squadra di Acquaviva, che fino all’anno scorso era griffata “Tecno Hospital”, ditta omonima di quella del magnaccia di Berlusconi nonché invitato alle cene elettorali del PD.

Il binomio Acquaviva-Tecno Hospital stava risollevando l’immagine compromessa dell’azienda e per costringere la società sportiva a prolungare il rapporto di sponsorizzazione con la ditta omonima (ma che nulla avrebbe a che fare con la Tecno Hospital del noto pappone), Tarantini avrebbe minacciato la giocatrice più rappresentativa.

La Cosentino avrebbe, infatti, trovato nel borsone un biglietto minatorio firmato proprio da Tarantini.

“Sarebbe la prima volta – afferma il procuratore Antonio Laudati – che l’autore di una minaccia si firma con il proprio cognome. Non mi convince. Io credo che occorra seguire un’altra pista investigativa: Tarantini potrebbe non indicare il procacciatore di escort di Berlusconi ma gli abitanti di Taranto”.

E’ un’ipotesi tutt’altro che campata in aria. Proprio sabato prossimo, infatti, Acquaviva e Taranto si affronteranno in una sfida-salvezza delicatissima e non si può quindi escludere che la società jonica stia ricorrendo anche a mezzi illeciti per raggiungere i propri obiettivi.

Skanderblog si è procurato in esclusiva una fotocopia del messaggio minatorio ricevuto da Sabrina Cosentino:

“Cara Sabrina, ci dispiace ricorrere a questi mezzi ma il fine della salvezza giustifica tutto. Tu sai quanta stima e quanta ammirazione nutriamo nei tuoi confronti; sei la palleggiatrice più forte d’Italia, ti abbiamo votata come pallavolista più rappresentativa della Sicilia e abbiamo esaltato le tue qualità umane oltre che tecniche ed estetiche.

Sei anche la palleggiatrice più bona del mondo, questo è evidente.

Detto questo, però, dobbiamo pensare anche ai nostri interessi. La classifica langue e servono punti. Hai due possibilità: o non giochi oppure devi giocare male di proposito. In caso contrario, saremmo costretti ad una terribile ritorsione bloccandoti per 48 in ascensore in compagnia di Pupo che ti canterà ininterrottamente tutte le sue cacate, soprattutto l’ultima.

Tarantini”.

Sono state disposte perizie grafologiche nei confronti di tutti i dirigenti della Pallavolo Taranto e sono state confrontate le impronte digitali trovate sul biglietto con quelle di Gianpi Tarantini e dei suoi amici spacciatori.

Non si esclude, tuttavia, il gesto di un maniaco isolato che avrebbe usato il plurale per depistare gli inquirenti. I sospetti si stanno concentrando sull’addetto stampa di una squadra di pallavolo femminile tarantina di serie B2.


LE VITE DEGLI ALTRI: SAN PIETRO VERNOTICO-ACQUAVIVA DELLE FONTI 3-1

24 febbraio 2010

A San Pietro Vernotico è di scena l’Acquaviva delle Fonti, prossima avversaria del Taranto. Coach Marcello è impossibilitato a raggiungere la città brindisina e mi incarica, pertanto, di filmare l’incontro. Più che essere incaricato, diciamo che mi offro volontario.

Se dovessi sintetizzare con un’espressione il succo di questa partita, mi viene in mente “trionfo di palleggiatrici”, senza nulla togliere alle altre protagoniste della gara.

Tempo fa stavo analizzando con la nostra Ale la lista delle palleggiatrici del girone; il mio intento era dimostrarle che lei vinceva o – in un paio di casi – pareggiava il confronto con tutte. Quando è in forma, la classe di Ale non teme confronti; è lei la migliore.

Si tornava da Benevento, l’unico incontro in cui Mani Fatate era partita dalla panchina. All’epoca, però, non aveva ancora fatto “irruzione” nel campionato Sabrina Cosentino, che dunque non era compresa nella lista. Beh, non me ne voglia Ale, ma Sabrina è speciale.

Non la vedevo giocare da due anni, da Massafra-Valenzano del 2008 [1], e avevo quasi dimenticato che Sabrina Cosentino appartiene ad un’altra categoria di pallavoliste. Intelligenza tattica, finte, fantasia, precisione. Qualità che hanno anche altre atlete, ma che in Sabrina sono accentuate alla massima potenza e sono espresse con sconvolgente naturalezza. Fantastica.

Mi addolora soltanto immaginare che tanta bravura sarà utilizzata ai danni della nostra squadra sabato prossimo.

Anche Marcella, però, ha giocato un’ottima partita e domenica mi sono convinto che quando ci sono due palleggiatrici così la qualità dello spettacolo raddoppia automaticamente.

Ma partiamo dall’inizio.

Ormai le gite a San Pietro seguono un preciso rituale in cui non può mancare la tappa al bar di via Brindisi. Fa parte dell’estetica del gioco. Dell’estetica più che del gioco.

La seconda tappa è l’elusione del biglietto d’ingresso.

La terza è la ricerca di una presa per la corrente. La più vicina mi sembra la centrale di Cerano. Forse mi sono messo nella parte di gradinata sbagliata, come mi fa notare un cortese dirigente locale.

Ora posso godermi la partita, ovviamente con un occhio particolare verso le future avversarie del Taranto, che nel frattempo hanno mutato maglia da gioco scalando dal blu al celeste.

Le prime indicazioni sono piuttosto allarmanti (per noi), ma ovviamente lascio che sia il coach a trarre le dovute considerazioni tecniche. Quando riesco a staccare lo sguardo dalla palleggiatrice, ho la sensazione che a muro siano molto forti e che il libero potrebbe essere un’ottima risorsa. Dico potrebbe, lasciando un margine di dubbio, perché la Caricato è riuscita a intercettare diverse cannonate della Ristits, salvando gli scambi ma mettendo a rischio braccia e polsi. Non so se riuscirà a recuperare in soli sei giorni.

Se fossi un allenatore direi alle mie giocatrici di farsi da parte quando attacca Ristits; prima la salute, poi tutto il resto.

Magia di Sabrina “in rovesciata” (7-4). E’ solo la prima di una lunga serie di prodezze.

Buona l’intesa tra Marcella e Carrozzo, che non lesina primi tempi risoluti (11-6).

Ma l’Acquaviva sa attendere il proprio momento.

“Raffaella ha fatto un puntazzo” – commenta un bambino barese sulle gradinate.

Servizi vincenti e muri permettono, in effetti, all’Acquaviva di rimontare quattro punti e di riportarsi ad una sola lunghezza dal San Pietro (21-20). Ma il mix di esperienza e freschezza della squadra brindisina conduce le padrone di casa al successo parziale: due punti Ristits, due punti Antonaci (25-20).

Grande spettacolo anche nel secondo set con scambi lunghi ed intensi.

Sull’8-9 la svolta. Un bambino al seguito dell’Acquaviva va in bagno a fare la pipì. E’ a questo punto che le ragazze baresi piazzano un break di cinque punti con Salviola martello infallibile (8-13). Il vantaggio aumenta sino al 12-20 e nell’ambiente dell’Acquaviva si fa strada la teoria secondo cui la brillante prestazione della squadra sarebbe conseguenza della pipì del bambino.

Un episodio simile è stato descritto da Luciano De Crescenzo nei Dialoghi di Bellavista.

“Maledetta ricezione” – commenta un dirigente barese quando Cafarella riduce le distanze con un ace (15-20). Non ha di questi problemi il San Pietro alla luce del rendimento sempre più elevato di Valentina De Mitri.

Attacco Salviola, muro Salamida ed ennesimo capolavoro di Sabrina: l’Acquaviva pareggia il conto dei set con un punteggio che suona come un monito anche per la nostra squadra (16-25).

La scaramanzia tende a degenerare. Nell’intervallo ci si procura una bottiglia  d’acqua direttamente dalla panchina e si induce il bambino a bere abbondantemente così da necessitare di nuovo del gabinetto. Può sembrare irriverente, ma sembra che la salvezza dell’Acquaviva dipenda dalle mani di Cosentino e dalla vescica del bambino in questione…

Nonostante l’impegno del piccino, però, lo stimolo tarda ad arrivare e San Pietro ne approfitta portandosi sull’8-0. Forse bisogna passare alla birra.

Le armi non fisiologiche del San Pietro sono, invece, i servizi di Carrozzo ed i muri sempre più frequenti. Imperiosa anche la partita di Giorgia Valente; mizzica che servizi.

Cosentino è spiazzata da un intervento difensivo ed è Ceo a trovarsi nella necessità di palleggiare.

“Uh, cazzo!” – commenta lei stessa quando la palla è ancora in volo. In effetti era un’alzata un po’ imprecisa, ma tutto sommato l’azione è andata avanti lo stesso.

Sabrina beffa la difesa locale con un tocco di seconda con una mano all’indietro (foto di apertura, sotto il titolo). Che splendore.

Entrano Ananas e Ursini, ma San Pietro domina sino al termine (25-14).

Oltre alla videocamera, ho con me un blocchetto di appunti dove annoto gli spunti che possono tornarmi utili per il blog.

Indubbiamente ho un’aria piuttosto professionale agli occhi di chi non mi conosce. E proprio mentre sto scrivendo qualcosa sull’imprecazione pronunciata da un’atleta barese o sul ricorso alla pipì scaramantica, un sostenitore dell’Acquaviva mi chiede se sto annotando le potenzialità oppure gli errori della squadra ospite. Vagli a spiegare che sto scrivendo solo studicarìe.

Penso anche al povero Marcello. Chissà cosa darebbe per avere un osservatore in grado di elaborare analisi ed osservazioni tecniche e invece si ritrova con un collaboratore che va a San Pietro solo per annotare imprecazioni, colori di maglia, vesciche, gabinetti e cose del genere.

Se non altro, per il coach ci sono le riprese video: credo che le zoomate e i primi piani non abbiano nulla da invidiare alle riprese di Rai Sport. Quando ci sarà la sessione-video, le giocatrici del Taranto sapranno tutto sulla caratteristica treccina del libero del San Pietro e sulle sfumature del colore degli occhi della palleggiatrice dell’Acquaviva. Non so se saranno elementi utili ai fini tattici, ma sono compiaciuto del mio lavoro.

Anche il quarto parziale è conquistato dal San Pietro, nonostante le buone giocate di Cosentino e Salviola, soprattutto nella fase centrale del set. Finisce 25-15.

A fine partita rappresento a Catia De Nicola che quest’anno, in mia presenza, la sua squadra ha vinto quattro volte su quattro (Leonessa Altamura 3-0, Battipaglia 3-1, ahimé Taranto 3-0 in trasferta, Acquaviva 3-1). A Valentina porto fortuna da ben sette incontri consecutivi.

Quando si giocherà il ritorno con il Taranto forse è meglio se resto a casa, mentre verrò ben volentieri a vedere la partita con l’Accademia Benevento…

Mi accorgo di aver dimenticato nella tasca del giaccone il metro che avevo usato per misurare Morone il giorno prima; spiego a Catia i termini della questione e la centrale sampietrana, che a questo punto sarebbe la giocatrice più alta del torneo, acconsente ad una verifica.

Non davanti al pubblico, però; Catia mi invita a seguirla nello spogliatoio.

Finalmente il mio sogno sta per avverarsi: sto per entrare nello spogliatoio di una squadra femminile mentre le atlete sono ancora sotto la doccia…

Avevo assaporato questa ebbrezza l’anno scorso quando Simona Corallo, entrando nello spogliatoio del Palafiom, disse “Michè, vieni, ti devo far vedere una cosa…”

In realtà, avevo frainteso: la schiacciatrice intendeva Michela (Benefico) e non Michele.

L’illusione si infrange anche in questo caso; la destinazione verso cui mi guida Catia non è lo spogliatoio ma il corridoio adiacente. Qui si può procedere alla misurazione: Catia De Nicola è alta 1,90 con le scarpe. Senza scarpe: 1,88. La cifra sull’Annuario è corretta e Catia è effettivamente la giocatrice più alta del campionato (oltre che la più simpatica, sia pure ex aequo).

Posso tornare a Taranto con due certezze: il primato della centrale brindisina e la consapevolezza che sabato con l’Acquaviva, se non ci si impegna al massimo, saranno cavoli amari.

Il PalaCosentino, d’altra parte, è già pieno di bottiglie d’acqua pronte per essere bevute dai bambini locali.

NOTE:

(1) A proposito, ancora nessuno mi ha riferito cosa si sono dette le giocatrici sotto rete a un certo punto di quella partita.


TARANTO-BATTIPAGLIA 1-3

21 febbraio 2010

Sabato 20 febbraio 2010 – ore 19.00

Rosso come il cartellino esibito a coach Marcello.

Rosso come il colore delle maglie del Battipaglia, vincitore (con merito) di questa partita.

Rosso come il conto in banca delle nostre atlete.

Rosso come la passione delle nostre atlete, protagoniste di una gara ammirevole e ben giocata.

Ma forse è meglio perdere come a Oria: 0-3 netto, senza storia, punto e basta.

Invece ecco l’ennesimo 1-3 al cospetto di una grande squadra: tanta fatica, una buona prestazione, la speranza di guadagnare almeno un punto e poi comunque non ti resta niente in classifica. Era già successo – recentemente – con il Sarno e con il Centro Ester. Che nervi.

Comunque, le ragazze sono state encomiabili.

Per quello che mi riguarda, è anche una partita che mi lascia dell’aggressività repressa.

Vorrei dire due paroline sull’arbitraggio, ma devo restare fedele ai miei sani propositi di non contestazione.

Mi ero prefisso di criticare il sostituto di Caliendo per solidarietà con il tecnico campano, ma scopro che è il marito di Norma Ruggiero e quindi devo contenermi per rispetto a una giocatrice che stimo.

Quasi quasi mi rimangio la pace stipulata con Dello Monaco così almeno mi posso sfogare su qualcuno…

No, devo trovare altre soluzioni. Mah, mi sa che domani compro un modellino del Duomo di Milano e lo tiro addosso all’ex-assessore al Bilancio del Comune di Taranto, se è ancora a piede libero (è difficile che venga Berlusconi a Taranto; tocca accontentarsi).

A proposito di lesioni, Valentina Borrelli porta ancora sulla mano i segni di un attacco di Simona Marasco. Chissà se tra un livido e l’altro le giocatrici di pallavolo ogni tanto non coltivano il desiderio di dedicarsi a sport più posati come il curling o il burraco.

Oggi al Maria Pia ci sono un’assenza ed una presenza particolari. L’assenza è quella di Vinicio Capossela. Avevamo preparato l’impianto audio per consentirgli di tenere un concerto al termine della partita, ma il noto cantautore ha preferito restare a Battipaglia.

La presenza particolare è quella di Emanuela Morone. Secondo l’Annuario della Pallavolo è la giocatrice più alta del girone (dopo che è stato appurato il refuso relativo ad Enza Ragone). Sono le stesse compagne di Emanuela ad esprimere qualche riserva.

In effetti, anche noi abbiamo un po’ imbrogliato con l’Annuario, ma l’abbiamo fatto con le giocatrici “più diversamente alte” e non con le “più effettivamente alte”.

L’unico modo per verificare il primato del giovane opposto battipagliese è misurarla con il metro. Mi dà una mano Ratiba perché io lassù non ci arrivo e – colpo di scena – Emanuela Morone è alta “solo” 1,83. Forse qualcosa in più perché non stava proprio dritta, ma, insomma, non è alta 1,90.

A questo punto il primato sarebbe condiviso da Catia De Nicola (San Pietro Vernotico), Anna Silvia Piscopo (AS Benevento) e Maria Russo (Arzano), tutte alte 1,88. Dobbiamo ancora affrontarle tutte e tre nel girone di ritorno, ma non credo che io possa permettermi di importunare col metro così tanta gente.

La tribuna del Maria Pia è piuttosto vuota anche oggi, la qual cosa permetterà di ascoltare alcune frasi pronunciate dalle panchine nei momenti salienti della gara. Tutte frasi piuttosto volgari, è chiaro.

Come ogni volta che sto per metterlo sulla busta del latte, compare tra gli spettatori il dottor Formoso.

Formazioni.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina: Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani.

Nel Battipaglia c’è Rossana Montemurro in palleggio, Emanuela Morone opposto, Tatiana Lombardo e Sara Casale laterali, Valentina Borrelli e Ratiba El Gamal centrali, Anna Maio libero.

A disposizione: Valeria Procida, Valentina Fusco, Maria Antonietta Dello Monaco, Giusy Palladino, Federica Buonocore.

Norma Ruggiero, fortunatamente, è in tribuna.

Il nuovo tecnico è Antonio Jimenez, ma qui si vuole ricordare Nello Caliendo, esonerato dopo la più brillante prestazione stagionale (3-1 al San Pietro Vernotico).

Lascia da vincente.

Primo set

Doppiette di Lombardo e Borrelli (un muro) e il Battipaglia è già in fuga sul 2-6. Il timore è che possa essere un’altra serata nefasta.

Massimo vantaggio sul 3-9, dopo un attacco di Casale.

Ma qui c’è la prima bella reazione del Taranto, che costringerà il coach ospite a consumare entrambi i time-out a disposizione.

Silvietta è magnifica: firma tre punti, inclusi due bellissimi pallonetti, e nel mezzo ci sono un attacco di Leo e un ace di Gisela. Siamo in parità (9-9) e stiamo difendendo ogni pallone con le unghie.

Battipaglia si ritrova e va a segno con Casale e Morone (11-12).

Proprio oggi che avrei esaltato il talento di Dello Monaco, l’atleta brindisina è in panchina. Si vede che era destino.

Grande Leonessa: un attacco e un servizio vincenti.

Dopo il muro di Borrelli, avanziamo con una diagonale di Silvietta e un pallonetto di Gisela (16-13).

Ottima Ivana in difesa e perfetto lungolinea di Silvietta.

Il nostro opposto sta disputando probabilmente il miglior set della sua carriera: non sbaglia nulla e piazza sette palloni sul parquet.

Il caso vuole che i genitori non siano presenti; arriveranno durante il secondo parziale.

Sul 19-14 il sostituto di Nello introduce Palladino per Montemurro, ma il Taranto dilaga con Gisela, Simona e con un incredibile ace a pallonetto di Angela Stufano. Sì, stiamo anche servendo in modo egregio (nessun errore in battuta fino a questo momento, tra l’altro).

Il set termina 25-16.

Secondo set

“Stiamo facendo una figura di merda” – dice una giocatrice campana durante l’intervallo per motivare le proprie compagne. Nel silenzio del Maria Pia – come ho già detto – si sente quasi tutto. Però si dice il peccato e non la peccatrice, che riveste un ruolo di responsabilità nella squadra e non è proprio campana, in verità.

Gisela è tornata in forma, ma dall’altra parte brilla la stella di Sara Casale.

Quanto mi piace l’atterraggio di questa ragazza dopo che colpisce la palla; che classe.

Sale il bottino di punti di Morone e Lombardo; il Taranto è costretto ad inseguire.

C’è un fatale break di sei punti, la metà dei quali realizzati dall’ex-Tempesta Ratiba El Gamal (7-20).

Nel libro dell’Esodo le acque del Mar Rosso si richiudono sugli egiziani; qui al Maria Pia, invece, gli egiziani non trovano molti ostacoli sul loro inseguimento. I due soli muri-punto del Taranto sono, in effetti, una delle poche note dolenti di questa serata. A questo riguardo credo che l’assenza di Cristiana si sia fatta sentire.

Ma le biancoblu hanno carattere e non alzano bandiera bianca: fast a pallonetto di Angela, muro di Gisela e lungolinea di Silvietta, i cui genitori sono nel frattempo arrivati al Maria Pia, ma vengono allontanati da uno scostumato che collega il loro arrivo con il brusco calo di rendimento della figlia.

A parte gli scherzi, questa partita è la dimostrazione che in posto due quest’anno ci sono diverse “promesse mantenute”: Silvietta e Morone, appunto, ma anche Brattoli, per fare un altro nome.

Battipaglia arriva a giocarsi 14 palle-set, un po’ troppe. Silvietta annulla la prima.

Gisela realizza un ace con un beffardo pallonetto che costringe Anna Maio a catapultarsi fin quasi sotto rete. E meno male ca so’ amiche…

Tatiana Lombardo chiude la questione (13-25).

Terzo set

Questa volta sono le padrone di casa a partire bene ed il servizio continua ad essere un fondamentale ricco di soddisfazioni: ace di Leo, ace di Ale e ace di Gisela.

Ma prima del servizio vincente l’argentina mette a terra altri 4 palloni.

Sull’8-7 c’è un break da 5 aperto da Borrelli e chiuso da Montemurro (8-12).

Coach Jimenez sostituisce temporaneamente Morone con Dello Monaco, che si rivela determinante nell’ulteriore allungo della squadra campana (9-14). Io non so come si possa lasciare in panchina una giocatrice del genere.

Grande cuore biancoblu: break da 6 con lungolinea di Leo, fast di Silvia e doppio ace di Silvietta (un tiro a sinistra e uno a destra). Adesso siamo in vantaggio noi (15-14).

Secondo tocco di Montemurro, fast di Silvia (16-16), ma purtroppo da adesso il Taranto esce di scena e il palcoscenico viene monopolizzato da coach Marcello.

Prima urla un “ma vaffanculo!” che è un incitamento motivazionale rivolto alla propria squadra. Poi, però, la stessa parolina la rivolge anche alla coppia arbitrale, tanto fiscale con le invasioni di piede di Jimenez oltre la linea dell’allenatore quanto tollerante con quelle delle giocatrici salernitane in occasione dello scambio del 16-19.

Tra tarantine e battipagliesi, in realtà, ci sono molti legami d’amicizia incrociati; evidentemente non si trattava di invasioni ma di visite di cortesia. Anzi, secondo me, sono state maleducate le nostre a non aver offerto neanche un té con i biscottini alle ospiti…

Marcello viene ammonito (16-20) e nello scambio successivo, dopo aver ribadito il concetto di cui sopra (quello che inizia con “v” e finisce con “ulo”), viene espulso.

Il primo cartellino rosso della carriera. Tocca a lui adesso portare i pasticcini in palestra?

Rimpiango solo di essere nei pressi dell’altra metà campo.

Il tecnico non si perde una bella fase della partita: molti errori-punto, soprattutto nostri, e Battipaglia che sa gestire con autorevolezza questa situazione confusa.

Gli ultimi punti sono di Lombardo e Morone (17-25).

Quarto set

Buon Taranto in avvio di quarto set, favorito anche da qualche errore di troppo delle ospiti.

Gisela è implacabile. Lo è stata in tutta la partita: 6 punti nel primo set, 5 nel secondo, 5 nel terzo e 6 nel quarto.

Sul 7-3 Palladino sostituisce nuovamente Montemurro, questa volta fino al termine della gara.

Le ospiti ribaltano il risultato spinte da Morone e soprattutto da El Gamal, padrona del centro della rete in questa fase (9-12). La stessa Palladino saprà ritagliarsi uno spazio positivo in questo set contribuendo al successo finale.

Montemurro indubbiamente non si discute, ma è un peccato vedere questa ragazza in panchina.

Nel frattempo mi sono seduto affianco al dottor Formoso, che commenta l’incontro facendo ricorso a raffinate metafore filosofiche.

Dall’11-13 l’incontro è palpitante: è una perfetta alternanza di cambi-palla: Scialacomo/Lombardo, Renna/Casale, Scialacomo/Casale, errore in battuta/Morone, Mastandrea/Morone.

E’ una fase bellissima della partita.

Palladino trova il coraggio per rischiare un tocco di seconda, ma un successivo errore in battuta vanifica la prodezza della palleggiatrice.

Sul 19-20 la svolta. Silvia schiaccia una fast, ma gli arbitri rilevano un’invasione della nostra centrale. Il possibile 20-20 diventa così 19-21 tra le vibranti proteste delle atlete joniche e del pubblico locale.

Don Lorenzo Milani, già negli anni Sessanta, auspicava una società e un mondo in cui si potesse invece “ridere dei sacri confini delle patrie”. [1]

L’Europa, in seguito, ha cancellato molte delle sue frontiere e qui stiamo ancora a sindacare sulle invasioni di un campo di pallavolo…

Ammesso che ci fosse l’invasione.

Ace di Lombardo e mani-fuori di Casale (19-23).

Valentina Borrelli, protagonista di un’ottima prestazione, offre al Battipaglia quattro palle-set (20-24).

Gisela annulla la prima siglando il 22^ punto personale (top-scorer dell’incontro) e Battipaglia manda a lato il successivo contrattacco (22-24).

Purtroppo, però, Sara Casale non fallisce l’attacco che vale la vittoria (22-25).

Battipaglia conferma di essere una squadra competitiva. D’altra parte, oltre a un parco atlete di ottimo livello, c’è la mano di un grande coach come Nello Caliendo.

Le polemiche su alcune decisioni arbitrali non offuscano certamente i meriti di questa formazione. Le attaccanti sono tutte in doppia cifra (Super Casale a quota 20); la coppia di centrali è probabilmente la migliore del campionato e Anna Maio può vantare sia una partita reattiva e precisa che una figlia magnifica presente in tribuna. E’ risultata un po’ sotto tono rispetto agli ottimi standard abituali la palleggiatrice, ma la sostituta Palladino ha saputo assumersi degnamente responsabilità delicate.

Il Taranto esce a testa alta da questa partita. Da dimenticare soltanto il secondo set e la parte finale del terzo. Per il resto, le ragazze sono state encomiabili e tra tante note positive c’è il ritorno a livelli di eccellenza della nostra fuoriclasse appulo-argentina.

Il carattere di combattenti copre i mille disagi che certamente non sono imputabili alle nostre ragazze. E’ una squadra di cui essere orgogliosi.

Però, che cavolo: abbiamo perso 1-3 (giocando bene) col Sarno, col Centro Ester, col Battipaglia… Almeno un punto di bonus una tantum in classifica ce lo meriteremmo…

‘A fava e ‘u scuèrcele

SILVIETTA: Le candidate a fava sono molte. Penso, in particolare, a Gisela, efficace e costante in tutti i parziali, compreso quello in cui cala il resto della squadra. Penso a Ivana, baluardo difensivo e protagonista di interventi miracolosi. Penso anche ad Angelo, che questa volta è stato più posato del coach. La Silvietta-fava è quella del primo set. Non ha sbagliato nulla e ha messo a terra di tutto: diagonali, pallonetti, lungolinea. Il 7 marzo ci sarà la cerimonia per i premi Oscar a Los Angeles; mandiamo il filmato del primo set e la statuetta di miglior attrice protagonista è assicurata. Però anche la continuità non guasterebbe.

GIULIA: Il riscaldamento viene interrotto per il riconoscimento e le atlete del Taranto si disfano dei palloni per raggiungere lo spogliatoio dell’arbitro. Pocahontas ha il cestino dei palloni a un metro di distanza. Riesce a mancarlo. In settimana ci saranno allenamenti mirati.

Tabellino: TARANTO-Battipaglia 1-3 (25-16, 13-25, 17-25, 22-25)

Taranto: Mastandrea 14, Scialacomo 22, Mereu NE, Basile NE, Renna 3, Stufano 2, Certa 1, Pisani NE, Leone 9, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 9, errori in battuta 6, muri-punto 2.

Cofimar Battipaglia: Procida 0, Borrelli 9, Fusco NE, Morone 12, Lombardo 13, Montemurro 4, Dello Monaco 33 (sono gli arretrati…), Palladino 2, Casale 20, El Gamal 9, Buonocore NE, Maio (L) – All. Jimenez.

Aces 6, errori in battuta 7, muri-punto 6.

Arbitri: Mancini (BA) e Salvemini (BA).

Durata set: 20’, 20’, 27’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.46’.

Altri risultati: Azzurra Molfetta-Sarno 3-0, V.Altamura-Centro Ester NA 0-3, Arzano-AS Benevento 3-1, San Pietro Vernotico-Acquaviva delle Fonti 3-1, Livi Potenza-Oria 3-1, Salerno-ASCI Potenza 0-3, Accademia BN-Leonessa Altamura 3-1.

Classifica: Sarno 48; Centro Ester NA 46; Arzano e San Pietro Vernotico 45; Azzurra Molfetta e Battipaglia 42; AS Benevento 37; ASCI Potenza e Livi Potenza 29; Accademia BN 25; Leonessa Altamura 23; TARANTO 21; Oria 20; Acquaviva delle Fonti 15; V.Altamura 13; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutti buoni anche se c’è stato un gravissimo fatto di cronaca di cui parleremo diffusamente nei prossimi giorni.

Prossimo turno: Acquaviva delle Fonti-Taranto, sabato 27 febbraio 2010, ore 18.30, PalaCosentino, via Saragat.

NOTE:

(1) MILANI, L., Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, ediz. 1996, pag. 22.


LA PALLAVOLO TARANTO SI AFFIDA AL FENG SHUI

18 febbraio 2010

Feng Shui in casa Taranto.

No, non è stata ingaggiata la sorella di Feng Kun, la straordinaria palleggiatrice della nazionale cinese. Né Feng Shui è il nuovo soprannome di Silvia Renna, che resta sempre Sciù Sciù.

Il Feng Shui nasce effettivamente in Cina ma è un’arte geomantica. Viene usata per costruire, orientare ed arredare le abitazioni in modo tale da valorizzare appieno quelli che secondo il taoismo sono i princìpi che guidano lo sviluppo degli eventi naturali.

Qualche esempio concreto: il lato nord della casa dovrebbe essere destinato alla carriera ed al successo; le scale interne non dovrebbero essere orientate verso la porta d’ingresso perché l’energia positiva potrebbe uscire ogni volta che la porta viene aperta; ad est dovrebbe essere posizionato un drago verde (non chiedetemi perché).

Se queste teorie funzionano per le case – ci si è detti alla Pallavolo Taranto – perché non dovrebbero funzionare anche sul parquet?

Da questa riflessione, la decisione di applicare il Feng Shui alla squadra che scende in campo, anche a costo di rivoluzionarne i ruoli. Tanto ormai più rivoluzionati di così…

Il nord-ovest, ossia il posto quattro, è il luogo degli scambi e dei viaggi: potrebbero giocarci indifferentemente Gisela, Silvia e Angela, le pendolari della squadra.

Il nord, quindi il posto tre, generalmente occupato dalla palleggiatrice, si riflette positivamente sulla carriera e se parliamo di carriera il pensiero corre al sottotenente di vascello Cristiana Zonca.

L’ovest è il luogo della famiglia e del matrimonio e quindi ci resterà Marika, ma è anche il luogo della creatività, ragion per cui i cinesi ci piazzano la stanzetta dei bambini. Lì giocheranno Giulia e Silvietta. Quest’ultima, quindi, abbandonerà il ruolo di opposto, ossia l’est.

L’oriente, infatti, ossia il posto due, evoca conoscenza ed illuminazione ed è adatto per chi studia all’università, quindi ci giocheranno Alessandra, Ivana e Katia.

Il sud, il posto sei, la retroguardia, è il settore della saggezza. Nelle case sarebbe la stanza del nonno; la Pallavolo Taranto potrebbe schierare – senza offesa – Angela, che è esperta e saggia.

Tornando a est, si è detto che bisognerebbe piazzarci un drago verde; anche un… leone, però, potrebbe andare bene e quindi Leo giocherà alle spalle degli opposti, come centrale.

E a proposito di centro, il Feng Shui sostiene che questa zona della casa deve permettere la circolazione delle energie e quindi non ci dovrebbero essere ostacoli ingombranti. Il ruolo di centrale, a rigor di geomantica cinese, dovrebbe essere rivestito da Priscilla e da Simona Mereu.

Riepiloghiamo. Il nuovo organigramma del Taranto adattato al Feng Shui è il seguente.

Palleggiatrice: Zonca.

Opposti: Certa, Gallo Ingrao e Taddei.

Schiacciatrici: Basile, Guerri, Mastandrea, Renna e Scialacomo.

Centrali: Leone, Mereu e Pisani.

Libero: Stufano.


AUGURI, GISELA!

17 febbraio 2010


ORIA-TARANTO 3-0

15 febbraio 2010

Domenica 14 febbraio 2010 – ore 18.00

La strage di San Valentino è la mattanza scatenata da Al Capone contro il clan rivale il 14 febbraio 1929. Come data ci siamo, come mattanza pure; per il resto, il paragone mafioso è solo una nota di colore visto che la vittoria dell’Oria è stata limpida, netta e dovuta esclusivamente ai meriti delle ragazze brindisine e ai demeriti nostri.

Non abbiamo raggiunto i livelli di Chicago, ma anche il nostro pomeriggio è stato piuttosto movimentato.

Il tamponamento in cui è stato coinvolto il fratello di Pocahontas ha costretto Giulia e Priscilla a fermarsi in città. Marcello ha disposto un piano di emergenza: “Bisogna recuperare il borsone di Silvietta”. Si sa che tra un calzino di una titolare e due riserve in carne ed ossa, il coach preferisce tutelare il calzino della titolare…

Anche senza Bertolaso, l’intervento di protezione civile ha successo. L’unica differenza è che noi siamo una ONLUS e non un comitato d’affari di sciacalli.

Il rammarico è esserci persi la passeggiata nel meraviglioso centro storico di Oria, ma oltretutto il tempo faceva schifo e non avrebbe comunque invitato al turismo.

Il palazzetto, quello in cui la Palafiom ha scritto alcune delle pagine più belle della propria storia, è piuttosto freddino sia in senso metaforico (pochissimi sostenitori locali) che in senso meteorologico. La squadra di casa si è attrezzata con pantaloncini che arrivano al ginocchio.

Ritroviamo il sorriso di Rossella e il fascino di Simona-di-metallo.

Meno sorridente è Angelo quando il distributore automatico gli fotte qualche moneta. Sul prossimo comunicato disciplinare leggeremo di una multa irrogata all’Oria “per avere il distributore di bevande e di merendine ingannevolmente derubato di euri 1,00 un tesserato ospite”.

E forse leggeremo anche di una multa irrogata al Taranto “per avere un proprio dirigente minacciato, offeso e percosso con pugni e calci il distributore di bevande e di merendine”.

Io in quel momento ho altri pensieri e mi sto godendo un “uno contro uno” come non mi capitava da mesi.

Formazioni.

Rispetto all’andata l’unica novità nell’Oria è rappresentata dall’innesto della centrale Laura Rochira, che disputerà una buona partita.

Il sestetto di coach Massimo Parentela è completato dalla palleggiatrice Lucia Sebastio, dall’opposto Ida Taurisano, dai martelli Simona Mucci e Rossella Garaguso, dalla centrale Monica Casalino e dal libero Annamaria Tateo.

In panchina: Annacarla Cozzetto, Francesca Parentela (che ha un legame di Parentela con Parentela… ahahah, che battuta!) e Daniela Lonoce.

Nel Taranto manca il sottotenente per motivi professionali.

Scendono sul parquet Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone di banda, Silvia Renna e Angela Stufano centrali, Simona Mereu libero nel palazzetto dove esordì sei anni fa.

Fanno compagnia a coach Marcello Presta: Giulia Basile, Priscilla Pisani e l’influenzata Ivana Gallo Ingrao, col velo islamico integrale.

Tutto è pronto.

“Fischia, arbitro!” – grida Simona Leone. E l’arbitro, purtroppo, fischia l’inizio.

Primo set

L’inizio, in realtà, è buono: Gisela appare in forma e schiaccia due dei quattro palloni che sembrano squarciare le nubi di questa cupa giornata di pioggia (0-4).

Le padrone di casa recuperano, con Rochira in evidenza (8-9), ma le joniche hanno un altro guizzo: ace di Silvietta e muro di Silvia (8-12).

Simona Mucci pareggia e il set, nella sua fase centrale, resta in equilibrio.

La ricezione è a disagio, ma in attacco ci arrabattiamo discretamente e lo spauracchio Taurisano sembra contenuto. Sembra.

Annoto due fast consecutive di Silvia a cui replica Rossella con altrettanti attacchi da posto quattro.

Il pallonetto di Silvietta è l’ultima cosa buona del Taranto in questo set, nonché l’ultima situazione di vantaggio (16-17).

Da questo momento in poi la marziana Taurisano non sarà più contenuta. Nel break da sette dell’Oria l’opposto firma tre attacchi, Rossella due aces e Rochira butta giù un pallone vagante al centro della rete (23-17).

Gli ultimi due punti per le brindisine sono ancora opera della Taurisano (25-19).

Secondo set

Questa volta il buon avvio è dell’Oria (4-1), ma le nostre sanno reagire: muro di Silvia, due attacchi di Gisela e due aces di Leo.

“Da 4-1 a 4-8!” – si lamenta coach Parentela con le proprie atlete in occasione del time-out tecnico.

E’ nuovamente la fuoriclasse locale a lanciare la rimonta mettendo a terra un pallone che sembrava impossibile.

La Leonessa salva uno scambio stendendo la mano a terra e Silvietta beffa la difesa brindisina con una pregevole pipe a pallonetto (7-10). Da questo momento in poi, però, la difesa dell’Oria farà cose egregie, sfruttando la reattività del libero Tateo.

In più si alza anche il muro: prima Casalino, poi Rochira, poi di nuovo Casalino; le padrone di casa hanno effettuato il sorpasso e ci hanno già distanziati (18-11).

Funziona il tocco di seconda di Ale, ma Rossellina replica con una doppietta (22-14).

E’ un brutto Taranto: la ricezione è in perenne difficoltà e la costruzione del gioco appare priva di idee e di fluidità. Quando l’Oria arriva a giocarsi sette palle-set (24-17), i motivi di ottimismo sono ridotti al lumicino.

Invece il Taranto ci crede. Gisela serve con criterio e Simona, da un insolito posto due, infila tre punti di seguito: due mani-fuori e un bellissimo lungolinea.

Sul 24-22, però, la marziana decide che è arrivato il momento di prendersi il set ricorrendo ad un pallonetto.

Ida Taurisano chiuderà con 16 realizzazioni personali.

Terzo set

L’ultimo parziale è inguardabile.

Estrapolando l’occhio dal tifo, si può solo ammirare la bellezza (estetica e tecnica) di Mucci, protagonista della prima metà del parziale: 10-3 con quattro punti del martello di metallo.

Taranto si avvicina (14-10), più per le imprecisioni delle nostre avversarie che per meriti propri (tre attacchi di Leo).

Poi cala il gelo nel palazzetto.

La nostra panchina sembra un centro di permanenza temporanea destinato alla pronta accoglienza di profughi a rischio di assideramento appena raccolti dal Canale di Otranto. In più c’è Ivana che sembra una terrorista cecena.

Ma il gelo si estende anche sul parquet.

La nostra ricezione attraversa un’altra fase critica e viene perforata per due volte da Sebastio. Per l’Oria l’incontro scorre liscio come l’olio Garaguso (autrice di un ace anche lei) e Taurisano non ha ancora esaurito tutte le cartucce.

Ora è proprio una mattanza (24-12).

Il muro di Angela e l’ace di Gisela servono soltanto a rendere il divario meno imbarazzante (25-15).

Finisce 3-0.

Le contemporanee sconfitte dell’Accademia e della Leonessa Altamura attenuano le conseguenze di questo brutto tracollo, ma dobbiamo considerare che noi abbiamo un finale di campionato particolarmente difficile e che perdere scontri diretti in questo modo non giova al raggiungimento dell’obiettivo.

In compenso, ricordiamo che questa stessa squadra è stata capace di vincere a Benevento e di battere 3-0 l’Arzano. Impossible is nothing. Crediamoci!

Statistiche. Non voglio annoiare con aride cifre; pesco un dato a caso: Taranto ha sbagliato soltanto un servizio; è il record stagionale. Non accadeva dai tempi della serie C. Evviva!

Un altro motivo di consolazione è costituito dalle chiacchiere della signora Basile.

‘A fava e ‘u scuèrcele

LA MAMMA DI GIULIA: Dopo la torta a Turi e i bigné celebrativi al Maria Pia, arrivano anche le eccellenti “chiacchiere” fatte in casa.

IVANA: Si è convertita all’islam e va bene; siamo pur sempre monoteisti figli dello stesso Padre. Ha aderito ad una corrente fondamentalista e questo già è più preoccupante. A Oria si è vestita da terrorista kamikaze cecena e forse anche per questo nel palazzetto non c’era quasi nessuno. I bambini, vedendola, si sono spaventati rifiutandosi di entrare. Avremmo potuto sopportare anche questo se solo Ivana fosse andata fino in fondo e si fosse fatta esplodere abbracciando la Taurisano quando eravamo ancora sul 16-17 nel primo set.

Tabellino: Oria-Taranto 3-0 (25-19, 25-22, 25-15)

Oria: Garaguso 11, Cozzetto NE, Casalino 8, Sebastio 7, Parentela NE, Mucci 8, Taurisano 16, Rochira 5, Lonoce NE, Tateo (L) – All. Parentela.

Aces 6, errori in battuta 8, muri-punto 8.

Taranto: Mastandrea 6, Scialacomo 9, Gallo Ingrao NE, Basile NE, Renna 5, Stufano 4, Certa 1, Pisani NE, Leone 10, Mereu (L) – All. Presta.

Aces 3, errori in battuta 1, muri-punto 4.

Arbitri: Armando Minetti (BA) e Liborio Percoco (BA)

Durata set: 22’, 25’, 22’ – Durata totale dell’incontro: 1.15’.

Altri risultati: Sarno-Livi Potenza 3-1, Battipaglia-San Pietro Vernotico 3-1, Centro Ester NA-Salerno 3-0, ASCI Potenza-Arzano 1-3, Azzurra Molfetta-Accademia BN 3-0, AS Benevento-Acquaviva delle Fonti 3-0, Leonessa Altamura-V.Altamura 2-3.

Classifica: Sarno 48; Centro Ester 43; San Pietro Vernotico e Arzano 42; Azzurra Molfetta e Battipaglia 39; AS Benevento 37; Livi Potenza e ASCI Potenza 26; Leonessa Altamura 23; Accademia BN 22; TARANTO 21; Oria 20; Acquaviva delle Fonti 15; V.Altamura 13; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura e Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Multa di 80 euri alla Volley Altamura per le proteste plateali e le frasi irrispettose rivolte da un dirigente al primo arbitro.

Prossimo turno: Taranto-Battipaglia, sabato 20 febbraio 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


LA FINESTRA SULLA C: ORCHIDEA TA-TREPUZZI 2-3

14 febbraio 2010

Monteiasi 13 febbraio 2010 – ore 18.00

L’avevo promesso alla capitana, mia capitana.

E la capitana m’ha fatt’ ‘u bidòn…

Per capirci: l’indimenticata Silvia Buso gioca quest’anno nella Mira Orchidea Taranto. Non proprio dall’inizio dell’anno, veramente, ma da quando un’atleta della squadra jonica ha scambiato l’arbitro per il ripostiglio dei borsoni.

Una decina di giorni fa, nell’ufficio di Marcello, le promisi che sarei andato a vedere una sua partita in occasione della prima trasferta domenicale della Pallavolo Taranto. Cioè oggi. Sono testimoni lo stesso Marcello e un’amica di Silvia.

Rinuncio così ad una partita che pure sembrava interessante (Tempesta-Corsano), ma a Monteiasi, dove – per motivi che sfuggono alla mia comprensione – gioca l’Orchidea, di Silvia non c’è l’ombra.

E vabbè. Ci sarà un’altra occasione in cui noi giocheremo di domenica. Massafra-Orchidea, per esempio. Vorrà dire che in quell’occasione, per vendetta, farò il tifo per Zaby e Vale.

In realtà, nella palestra dell’Orchidea dovrebbero riprodurre una mia foto ed appenderla alla parete perché con me, un paio di anni fa, hanno battuto il Cisternino 3-0, hanno battuto il Noci 3-1 e oggi conquisteranno un punto d’oro contro la seconda in classifica.

Visto che ormai mi trovo, quindi, vedo come si mette; se mi scoccio, il Maria Pia è a venti minuti.

D’altra parte qualche motivo di interesse c’è: una centrale tarantina già “attenzionata” da squadre di categoria superiore, la cugina omonima di Michela Benefico, una vecchia conoscenza della B2 (l’ex-tugliese Annamaria Isceri) e l’allenatrice in seconda delle salentine, che è proprio carina.

Ogni squadra che si rispetti ha un cane-mascotte; alla scuola Pascoli si tratta di un barboncino bianco chiamato Chicco.

E’ buono l’avvio dell’Orchidea, che passa a condurre per 4-1 e poi distanzia addirittura la vicecapolista di 6 punti (10-4). Ottima difesa e Jole scatenata (le chiamo per nome perché è il nome che tengono scritto sulla maglia).

Sul 14-8 la reazione del Trepuzzi è spietata. Il libero locale è un po’ in difficoltà e le salentine effettuano il sorpasso: da 15-13 a 15-19.

Entra una certa Anto, che ha un fermacapelli piuttosto vistoso, come se ne ne vedono pochi sui parquet.

Nulla, comunque, rispetto a tutto quello a cui ci ha abituati Sonia negli anni…

L’Orchidea supera la fase di stallo grazie alla nuova entrata, alle azioni di Roberta e ad un favoloso salvataggio di piede della palleggiatrice Rossana (18-20); poi, però, commettono qualche errore evitabile (di quelli che fanno diventare isterici gli allenatori) e Trepuzzi si assicura il parziale (18-25).

Oltre al piede reattivo, devo dire che la palleggiatrice ha un tocco particolarmente pulito e anche una faccia simpatica. Io ci farei un pensierino per quando Ale andrà in pensione. Manine fatatine.

Il secondo set sembra la copia del primo: buona partenza dell’Orchidea (10-6), rimonta folgorante del Trepuzzi (14-16), ma questa volta le joniche non ci stanno a farsi scavalcare. E’ di nuovo parità sul 17-17 e addirittura vantaggio sul 22-20. Le salentine sembrano in grado di effettuare un nuovo sorpasso sul filo di lana (23-23), ma gli ultimi due punti sono realizzati dalla squadra di casa (25-23).

Grande Orchidea.

La partita si fa appassionante; decido di restare.

Il Trepuzzi tenta di tutelarsi dalle brutte sorprese imponendo subito il proprio ritmo nel terzo set (4-6). Molto bene Perrone e Bianco, storica bandiera di questa formazione.

Si spegne un neon. Non in senso metaforico; proprio si stuta una lampada della palestra.

L’Orchidea raggiunge il pareggio (11-11) grazie anche agli efficaci servizi di Michela Benefico (il DNA non è acqua fresca…), ma poi il set sembra prendere inesorabilmente la strada di Trepuzzi.

Sul 18-23 va in battuta Anto, che bacia il pallone prima di servire. Il gesto porta bene, ma la ragazza è al corrente di quanti microbi vaghino su quell’oggetto sferico?

Nei momenti delicati viene cercata con particolare frequenza Roberta Pindinello, che non delude le aspettative: due attacchi consecutivi e l’Orchidea resta in corsa. Annullate tre palle-set: 24-24.

Fra l’altro, oltre che brava, Roberta sembra pure una ragazza educata che sa stare al posto suo, soprattutto adesso che il clima intorno si fa incandescente. Punto Isceri e invasione Trepuzzi (25-25).

Si stuta un altro neon. Ogni mezz’ora qua si stuta un neon; se si dovesse arrivare al tie-break, ogni spettatore sarà invitato a reggere una candela accesa.

Una giocatrice ospite manda a fanculo l’arbitro e viene ammonita (26-25). Il Trepuzzi annulla la prima palla set, ma poi sbaglia il servizio e l’Orchidea ne approfitta per conquistare questo rocambolesco set (28-26)!

Le atlete locali esultano come se avessero vinto lo scudetto oltre che la partita, tanto che istintivamente stavo per andarmene. Ma si gioca ancora.

Nell’intervallo, il tecnico ospite dice cose poco gentili all’arbitro; nel frattempo ci sono più giocatrici dell’Orchidea in bagno che sul parquet.

Alla ripresa del gioco, c’è l’ammonizione per il coach salentino. E’ un po’ nervoso, in effetti; io per questa sera abdicherei in favore dell’allenatrice in seconda che in questo momento è più lucida…

Sorprendente Orchidea: continua a giocare in modo favoloso e “rischia” di prendersi l’intera posta in palio (9-5). Il set, però, è lungo e le ospiti recuperano con una Claudia Trovè implacabile dal posto due.

Anche Isceri gioca bene, sostenuta da una claque personale ogni volta che va in battuta.

Efficaci gli attacchi di Michela Benefico junior e le tarantine sono ancora in vantaggio sul 17-15.

E’ qui la svolta della partita: il Trepuzzi ribalta il risultato e va a condurre per 18-21; la reazione è affidata alla solita Pindinello, che mette a terra primi tempi a ripetizione (21-22), ma ancora più travolgente è Trové con i suoi mani-fuori. Il punto finale è di Maria Grazia Borgia (21-25).

Praticamente perfetta la prestazione del libero Zeudi Mazzotta.

Dopo il consueto via vai dal gabinetto (ma quanto pisciano in due ore ‘ste giocatrici?!), può prendere avvio il tie-break.

L’Orchidea regge fino al 5-6, poi è un monologo del Trepuzzi che domina il mini-set di spareggio e vince la partita.

Silvia me la pagherà, ma comunque mi sono divertito.


SKANDERBLOG ADERISCE AL FONDO ANTIDIOSSINA TARANTO

13 febbraio 2010

Questa foto è tratta dal profilo su Facebook del Fondo Antidiossina di Taranto, che promuove una raccolta di fondi per finanziare analisi volte ad accertare gli effetti delle sostanze inquinanti sui cittadini di Taranto. Nella nostra città, come è noto, è concentrato il 90% della diossina prodotta in Italia.

La raccolta di fondi è trasparente tanto che il conto del Fondo Antidiossina è on-line e può essere monitorato da chiunque attraverso una password pubblica.

Per contribuire si può fare un versamento tramite bonifico bancario al codice IBAN IT29 Q 07601 15800 000001894105 oppure tramite un cc postale al n. 1894105 in favore di “Fondo Antidiossina Taranto – viale Virgilio 51 – 74100 Taranto”.

Per ulteriori informazioni, consultate e guardate le altre foto sulla bacheca di Facebook del Fondo Antidiossina Taranto oppure consultate il sito di un’altra associazione seria come Peacelink.

La foto in alto è stata scattata da Fabio Matacchiera nella notte tra venerdì e sabato. Cioè oggi. Approfittando delle tenebre, la fabbrica del pregiudicato Emilio Riva riversa sulla nostra questi fumi, alla faccia delle nuove leggi regionali, dei controlli, dei politicanti da strapazzo che non hanno fatto una mazza per 50 anni e adesso riempiono la città di manifesti con cui rivendicano risultati inesistenti e comunque non dovuti certamente alla loro atavica inerzia.

Non facciamoci ammazzare dal padrone delle ferriere; non andiamo al macello come i capi di bestiame delle campagne vicine all’ILVA.


GELMINI E BRUNETTA CONCORDI: BASTA PARTITE DI DOMENICA

11 febbraio 2010

Il ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini (lombarda di nascita, calabrese di abilitazione professionale), lamenta che le giocatrici frequentanti la scuola o l’università rincasano tardi dalle trasferte, spesso nel cuore della notte, e il giorno dopo dormono sui banchi oppure si assentano.

E’ un giorno di scuola sostanzialmente sprecato, magari dopo un viaggio per una partita domenicale in cui le studentesse hanno semplicemente fatto presenza in panchina.

Quando invece giocano, il lunedì si verificano altri strani fenomeni, altrettanto disdicevoli.

In classe tendono a raccontare gli episodi salienti della gara, spesso in modo inopportuno ed invadente. Agli insegnanti che le interrogano e chiedono loro della Critica della ragion pura rispondono con frasi come:

“La critica della… ah, professo’, prima senta che cosa ho fatto ieri: mi hanno passato una palla alta e tenevo il muro a due di fronte; beh, ho piazzato una diagonale che è stata la fine del mondo…”

“Interessante, però torniamo a parlare di Kant…”

“Dunque, sì, Kant sosteneva che… Ah, e sa che cosa mi ha detto l’allenatore? Che se continuo così è capace che mi fa giocare pure questa settimana. Minchia, professo’, si rende conto? Titolare contro la capolista…”

Se ci fosse la domenica di mezzo – sostiene il ministro – il ricordo e l’eccitazione per la partita sarebbero più attenuati e le atlete risulterebbero maggiormente concentrate sulla lezione.

Ancora più determinato è il ministro dell’innovazione Renato Brunetta.

“Abbiamo verificato un tasso di assenteismo superiore alla media nei lunedì successivi ad incontri di pallavolo” – ha affermato il fustigatore del pubblico impiego.

“Anche negli uffici della pubblica amministrazione, inoltre, ci sono funzionari stanchi e assonnati. Le pause-caffè sono decuplicate e molti dipendenti perdono tempo al telefono per confrontarsi con gli altri tesserati o per sfotterli. Per non parlare di coloro che utilizzano l’orario d’ufficio per sistemare gli scout delle atlete o per predisporre i comunicati-stampa.

Siccome so che con i sindacati statalisti e salvafannulloni che ci ritroviamo sarà arduo imporre le giuste sanzioni a questi dipendenti, l’unica soluzione è vietare le partite di domenica.

Insieme al cosiddetto ministro dell’Istruzione, sto preparando una diffida da trasmettere urgentemente alla FIPAV.”

NOTE:

Le foto di Gelmini e Brunetta sono tratte da http://www.corriere.it.


eBAY FADINI (3) – IL DOCUMENTO DI KATIA

10 febbraio 2010

L’andamento della stagione di Katia Taddei lo conosciamo: tanta panchina, un ottimo ma fugace esordio e poi l’infortunio proprio nel momento in cui la schiacciatrice avrebbe avuto la grande occasione di giocare con più continuità. Peccato.

Comunque l’intervento al ginocchio è andato bene e Katia è motivatissima a tornare sul parquet appena sarà possibile (prossima stagione).

Anche se la sua ultima apparizione a referto risale al 14 novembre 2009 (AS Benevento-Taranto), la carta d’identità è sempre nel portadocumenti della squadra.

Non che la cosa dia fastidio. Anzi. E’ un po’ come se ci portassimo Katia sempre con noi nei vari palazzetti in cui si va a giocare.

Però, a questo punto, dobbiamo dedurre che il documento non le serve e pertanto lo possiamo mettere all’asta.

Chi vuole la carta d’identità di Katia Taddei?

Si parte da un’offerta di 500 euri. Sembra tanto, ma immaginate quante cose si possono fare (per lo più illecite…) con un documento valido sino al 2012.


TARANTO-ASCI POTENZA 1-3

7 febbraio 2010

Sabato 6 febbraio 2010 – ore 19.00

Per il Taranto che affronta l’ASCI Potenza c’è l’ormai… ordinaria situazione emergenziale. Un conflitto di parole e di senso, un ossimoro, che tuttavia rispecchia questa fase del campionato biancoblu.

Per fortuna, anche stasera possiamo contare sulla nostra lodevole centrale da sbarco, giunta a Taranto poche ore prima della partita, e sul cuore di tutte le volontarie della Pallavolo Taranto ONLUS, associazione di atlete che giocano senza scopo di lucro. Loro malgrado.

Anche tra le ospiti c’è un’assenza: l’opposto Costanza Ghersetti non è al Maria Pia; dunque, niente rimpatriata con la nostra argentina Gisela.

Vistoso calo di spettatori in tribuna e questa è una nota spiacevole e – speriamo – occasionale.

Formazioni.

Taranto con Alessandra Certa in regia, Silvia Mastandrea opposto, Silvia Renna e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Angela Stufano centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Gisela Scialacomo, Simona Mereu, Giulia Basile e Priscilla Pisani.

Come sempre, c’è anche Angelo Soranno, che stasera sfoggia uno scaldacollo molto professionale. Oltre al collo, però, il capo d’abbigliamento scalda pure ‘a capa e i bollenti spiriti…

L’ASCI Potenza di coach Massimo Telesca: Viki Radkova palleggiatrice, Aurora Avena opposto, Francesca Nolè e Caterina Di Lucchio laterali, Barbara Arras e Katia Taddei centrali, Marianna Santangelo libero.

A disposizione: Livia Di Camillo, Michela Prete, Daniela Ridolfo, Morena Lancellotti ed Emanuela Caramuta.

Rispetto alla partita di andata, qualche numero di maglia è cambiato anche nel Potenza; chissà se anche le atlete lucane si imbranano con il bucato…

Primo set

“Forza! Con la testa!” – è l’ultimo incitamento urlato da coach Telesca prima del fischio d’inizio.

Un grido che cade nel vuoto perché Angela piazza subito due servizi vincenti consecutivi approfittando di una ricezione ancora deconcentrata.

Un bel pallonetto di Simona è il coronamento della vivace partenza del Taranto (5-1).

Ace-culo per Ale ed ace-culo per Arras, ma siamo sempre avanti noi (10-8).

Mi pare che stiamo difendendo molto bene (negli Annali resterà un miracolo di Angela) ed anche il servizio risulterà un fondamentale ben sfruttato dalle joniche (11 aces, 4 errori).

Doppietta di Leo da posto quattro ed ulteriore battuta vincente, questa volta firmata dalla specialista Silvietta; è il massimo vantaggio per la PTO (Pallavolo Taranto ONLUS): 15-10.

Pallonetto della Katia Taddei loro (la nostra è in tribuna), che subito dopo viene sostituita da Morena Lancellotti.

E’ una mossa che Telesca ripeterà ad ogni set e con cui tenterà di sfruttare la migliore disposizione della new entry per servizio e ricezione. Così presumo, almeno.

Certo, non mi dispiacerebbe veder giocare un giorno Lancellotti nella stessa squadra di Ginevra Fidora così da riprodurre in campo la versione sportiva della saga di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda.

Il vantaggio del Taranto resiste sino al 18-13, il momento in cui si scatena Barbara Arras: prima piazza un attacco, poi due servizi vincenti intervallati da un’azione di Avena (18-17).

Più volte, questa sera, Arras manderà in crisi la ricezione locale con i suoi servizi tesi (6 aces, infatti).

Potremmo ancora farcela, visto che manteniamo il vantaggio fino al 22-20.

Purtroppo Avena riesce a gestire efficacemente un pallone impossibile e Nolè realizza ben quattro punti consecutivi. Dopo il primo, colpisce fortuitamente alla caviglia il nostro sottotenente, che per poco non le trasmette una dichiarazione di guerra.

Il primo set, dunque, è dell’ASCI (22-25); Taranto si è ingolfata a pochi metri dal traguardo parziale.

Secondo set

Il gioco non sarà da manuale della pallavolo, ma le emozioni non mancheranno in questa partita: quattro set tirati ed equilibrati, con le due squadre che arrivano sempre più o meno appaiate sulla soglia dei 20 punti.

Il secondo set non fa eccezione: Arras punge ancora la nostra ricezione, ma Silvietta sigla tre attacchi consecutivi che ribaltano il lieve e momentaneo svantaggio (12-11).

E’ il momento del primo dei tanti muri di Cristiana (14-13), ma al secondo time-out tecnico è in vantaggio il Potenza (15-16).

Ancora una volta Taddei viene sostituita subito dopo la realizzazione di un punto; manco il tempo di esultare alla ragazza…

Le esultanze, veramente, non mancano e alcune sono un po’ troppo focose.

Quelle di Francesca Nolè, in particolare, alimentano il risentimento di una parte del pubblico e della panchina. Si apre così una sfida nella sfida, non molto piacevole in verità, ma sono gli oneri supplementari di cui devono farsi carico, in ogni sport, i giocatori più forti.

Il set sembra non avere padroni fino al 19-19.

La zampata decisiva questa volta è del Taranto: Silvietta da posto due, Leo con una magnifica diagonale, Cris a muro e ancora Simona dopo una sensazionale difesa di Ale (23-20).

L’ultimo punto è di Cristiana, che stoppa una pipe avversaria (25-20)!

Che ci sia qualcosa di atavico, qualcosa che nasce dalla storia risorgimentale, nella foga con cui il nostro ufficiale piemontese sta opponendosi alle ribelli lucane?

Terzo set

Il buon momento delle joniche prosegue nel terzo parziale: conduciamo per 6-2.

La rimonta dell’ASCI si concretizza qualche scambio dopo: 8-8.

Intanto la tensione è sempre alta.

Si lotta punto a punto. Bene Angela, che piazza un pallonetto, un muro e un ace (14-12).

Radkova va a prendere un pallone dalla pizzeria di fronte al palazzetto e lo rende nuovamente giocabile; lo scambio si chiude con una pipe di Nolè.

Solito turn-over Taddei-Lancellotti e quest’ultima realizza un ace dando un senso tangibile alla mossa di Telesca (15-15).

Un altro servizio, reso vincente dalla complicità della nostra ricezione, lo piazza l’esperta palleggiatrice bulgara dell’ASCI (17-18), ma anche la collega di ruolo Alessandra vanta questo colpo tra le sue specialità (20-20).

Se Nolè aveva posto la sua firma in calce al primo set, questa volta è il turno di Arras. La centrale infila un primo tempo, poi va a servire e ottiene altri due punti consecutivi direttamente in battuta (20-23).

A mio modesto avviso, è stata la migliore in campo; il muro, il servizio e gli occhi, le sue caratteristiche migliori.

Noi tiriamo fuori e Avena tira dentro; il set è andato (20-25).

Quarto set

Il clima è sempre più teso. Prima di dare inizio a quello che risulterà l’ultimo parziale, gli arbitri chiamano per l’ennesima volta le capitane e le incaricano di trasmettere un invito alla moderazione.

Non si moderano, invece, l’impegno ed il grande cuore del Taranto: Silvietta, Cristiana e Simona vogliono rimettere in discussione la partita: 5-1.

Questo sarà un set di break alternati: Potenza pareggia (5-5), Taranto si riporta avanti con i muri di Cristiana e di Silvia (8-5), ma le ospiti recuperano nuovamente (8-9).

Tra due attacchi di Silvia, la partita individua un’altra protagonista: Aurora Avena, autrice di tre punti all’interno di un break da quattro per le lucane (11-14).

Altri due… fiocchi d’Avena consecutivi, seguiti da un mani-fuori di Di Lucchio, incrementano il vantaggio dell’ASCI (13-17).

Si mette male.

Ma il Taranto – encomiabile – non si arrende e rosicchia punti importanti con l’instancabile Cris e con una Silvietta ancora una volta in doppia cifra.

Nolè realizza il suo 22^ punto della serata, ma adesso l’ASCI ci sta regalando qualche errore in battuta che ci tiene in corsa.

Sostituzione per il Taranto sul 19-22: dopo quasi due mesi di convalescenza entra sul parquet Gisela. L’applauso del Maria Pia è un abbraccio affettuoso per la nostra fuoriclasse ritrovata.

Dopo un periodaccio in cui non si sono contate le defezioni, il ritorno di Gisela è la prima cosa bella che ci capita dal giorno della vittoria con l’Arzano. Speriamo che sia l’inizio di un’inversione di tendenza.

Il tempo per l’ennesimo attacco vincente di Avena e poi è proprio la schiacciatrice argentina a realizzare il punto della speranza (21-23).

La speranza aumenta quando un attacco ospite finisce in rete (22-23).

Caterina Di Lucchio, che non è stata molto prolifica sino al terzo set, sceglie il momento per noi meno opportuno per estrarre una magia dal cilindro: un lungolinea millimetrico che regala due match-point all’ASCI.

Il primo lo annulla Simona, gagliarda (23-24)!

Il secondo, purtroppo, è l’ultimo fiocco d’Avena che si deposita nella nostra metà campo, il settimo del set, quello che chiude le ostilità (23-25).

Cioè, in realtà le apre…

Ero al corrente delle tensioni tra India e Pakistan nell’area del Kashmir, del conflitto tra hutu e tutsi in Ruanda, della guerriglia tamil soffocata dall’esercito cingalese, della guerra in Cecenia.

Sinceramente ignoravo che anche tra potentini e materani, qui, nel cuore dell’Unione Europea, vi fosse un conflitto etnico aperto. Dopo quello che è successo durante e soprattutto dopo la partita (diversi battibecchi con qualche parolina colorata di troppo – per la cronaca), credo che sia giunto il momento di sollecitare Bruxelles ad intervenire per appianare le divergenze tra le due popolazioni.

Comunque, a parte le battute, Angelo mi ha fatto sapere di essere pentito e dispiaciuto per quello che è successo e ci tiene a farlo sapere pubblicamente.

L’ASCI torna in posizioni di classifica più consone al valore della squadra; il Taranto, in ragione delle vittorie di Leonessa ed Accademia, ripiomba in zona retrocessione. Di poco, comunque.

E domenica si va ad Oria per una partita delicatissima, da vincere ad ogni costo.

Cambiamo girone. Mi è stata rimproverata una scarsa attenzione per il Sala Consilina, squadra in cui militano care amiche come Viviana Vincenti ed atlete verso cui pure nutro una profonda stima come Radice e Felicetti.

La matematica promozione in serie B1, ottenuta poco prima di Natale con ben 18 giornate d’anticipo, mi offre l’occasione per inviare un saluto alla formazione campana. Brave,  congratulazioni!

Adesso che avete ammazzato il campionato, cosa pensate di fare fino a maggio…?

‘A fava e ‘u scuèrcele

GIULIA: Purtroppo io me li sono persi, ma ho saputo che i pasticcini portati in palestra la settimana scorsa per festeggiare l’esordio in B2 erano sublimi. Sta bene alla piccina! Anzi, più precisamente, sta bene alla mamma della piccina!

SILVIA: In allenamento si è soliti indossare le maglie delle stagioni precedenti. E così Silvia esibisce le vecchie divise della Telcom, una maglia della nazionale militare che deve aver ricevuto da Cristiana e soprattutto la mitica maglia numero 3 del San Vito dei Normanni che fu di Alessandra Piccione. Le ho chiesto di fissare un prezzo, ma Silvia ha risposto che il prezioso cimelio non è in vendita. Cattiva.

Tabellino: TARANTO-ASCI Potenza 1-3 (22-25, 25-20, 20-25, 23-25)

Taranto: Zonca 14, Mastandrea 14, Scialacomo 1, Mereu NE, Basile NE, Renna 12, Stufano 6, Certa 3, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 11, errori in battuta 4, muri-punto 9.

ASCI Potenza: Avena 14, Di Camillo NE, Prete NE, Arras 16, Ridolfo NE, Radkova 3, Taddei 7, Lancellotti 1, Nolè 22, Di Lucchio 4, Caramuta NE, Santangelo (L) – All. Telesca.

Aces 10, errori in battuta 10, muri-punto 5.

Arbitri: Elio Donno (LE) e Fernando Papa (LE).

Durata set: 21’, 23’, 25’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.48’.

Altri risultati: V.Altamura-Sarno 0-3, San Pietro Vernotico-AS Benevento 3-0, Acquaviva delle Fonti con Sabrina Cosentino-Centro Ester NA 2-3, Arzano-Azzurra Molfetta 3-0, Livi Potenza-Battipaglia 3-2, Accademia BN-Oria 3-1, Salerno-Leonessa Altamura 0-3.

Classifica: Sarno 45; San Pietro Vernotico 42; Centro Ester Napoli 40; Arzano 39; Azzurra Molfetta 36 e Battipaglia 36; AS Benevento 34; Livi Potenza e ASCI Potenza 26; Leonessa Altamura e Accademia BN 22; TARANTO 21; Oria 17; Acquaviva delle Fonti con Sabrina Cosentino 15; V.Altamura 11; Salerno 0.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; Azzurra Molfetta 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; Salerno 100,00; V.Altamura 80,00; ASCI Potenza 50,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Il girone G fa incetta di multe: tre da 80 euri ciascuna. Colpite la Volley Altamura per le reiterate offese da parte del pubblico alla coppia arbitrale, l’Accademia Benevento per il ritardato inizio della gara e l’Azzurra Molfetta per la sospensione di un dirigente.

Prossimo turno: Oria-Taranto, domenica 14 febbraio 2010, ore 18.00, Palazzetto, via Crocefisso.


UN FANTASMA SI AGGIRA PER I PALAZZETTI

3 febbraio 2010

Di solito arriva in silenzio con almeno tre quarti d’ora di anticipo rispetto all’inizio della partita. E quasi sempre ha una valigetta.

A quell’ora non ci sono ancora spettatori; ci sono soltanto dirigenti, tifosi fedelissimi, parenti e fidanzati. Insomma, ci sono soltanto addetti ai lavori o presenze familiari. Almeno di vista ci si conosce tutti.

Anche per questo colpisce quella strana e misteriosa figura che si aggira in silenzio e che tenta di mimetizzarsi nell’ambiente per non farsi notare.

Chi è?

Un agente segreto? Un maniaco che sta per aprire l’impermeabile? Un attentatore in procinto di farsi esplodere con l’ordigno nascosto nella valigetta?

A giudicare dall’aspetto, la prima ipotesi sembra la più probabile.

Nell’imminenza del fischio d’inizio lo spettatore misterioso si accomoda in tribuna.

Sempre in silenzio. Isolato dalle altre persone.

Non dialoga, non dà confidenza; di solito non va neanche al bar a prendere un caffé. E neppure in bagno.

Quando la partita comincia a lui non ci si fa più caso perché si è distratti dal gioco, ma poi, negli intervalli, ti accorgi che Mister X si è spostato. Ha cambiato il proprio punto di osservazione. Ma è sempre solo. E in silenzio.

Chi è?

Talvolta è la direzione di gara a fornire la risposta: se gli arbitri, sin dalla fase protocollare che precede la partita, sono un tantinello fiscali; se rilevano irregolarità anche nei tatuaggi delle atlete; se ammoniscono anche per l’alito pesante, beh, allora non ci sono più dubbi.

Il fantasma dei palazzetti è l’osservatore federale.

Mi è capitato di fare lo speaker per due anni. Quando c’era l’osservatore in giro, gli arbitri mi raccomandavano in modo minuzioso tempi e modi di annunciare lo starting-six come da regolamento (“In ordine di numero di maglia!”); quando l’osservatore non c’era, avrei potuto anche raccontare barzellette o fare lo sgambetto alle atlete man mano che entravano in campo e gli arbitri non si sarebbero scomposti più di tanto…

Per la prova del 9, comunque, bisogna attendere la conclusione della partita.

Se gli arbitri restano chiusi nello spogliatoio fino all’alba del giorno dopo, con le giocatrici in fila nei sacchi a pelo fuori dalla porta per riavere i documenti, allora si trattava proprio dell’osservatore.