COSTRETTI A FARE I LAVAVETRI PER PAGARSI LE TRASFERTE

30 aprile 2010

La crisi è grave, la crisi è profonda.

C’è chi addirittura profetizza scenari greci e il mondo dello sport non è certamente immune dal disagio.

L’affitto delle palestre costa molto, in barba ai proclami delle scuole e delle amministrazioni locali che sbandierano l’importanza socio-educativa dello sport e poi taglieggiano le società con tariffe sconcertanti, salvo poi leccare il culo, in chiave elettorale, ai presidenti boriosi delle squadre di calcio, quelli che promettono traguardi favolosi e poi si ritrovano in zona play-out dopo aver cambiato quattro allenatori.

Le trasferte costano.

Le tasse gara sono quelle che sono.

Teoricamente ci sarebbero anche le giocatrici da pagare, ma quello non sembra essere un problema per le società. Nel senso che tanto non le pagano…

Per onorare fino in fondo la fine del campionato, lo staff della Pallavolo Taranto ha dovuto far ricorso ad un sistema di autofinanziamento che lascia sgomenti: il lavaggio dei tergicristalli ai semafori.

“Non è stato facile – ci spiega un dirigente – perché anche in questo settore, che pure non garantisce ampi margini di guadagno, la concorrenza è grande. Abbiamo dovuto conquistarci i nostri spazi affrontando le minacce di un gruppo di kosovari.

In giorni normali riusciamo a recuperare 30/35 euro, che, moltiplicati per sette, ci permettono quanto meno di pagare la tassa gara settimanale. Però a volte piove e con il maltempo nessuno, comprensibilmente, accetta di farsi lavare i vetri.

E’ un lavoro umile e faticoso, è vero, ma cos’altro possiamo fare? Dobbiamo garantire un futuro alle nostre piccine.

Resteremo ai semafori fino a maggio, poi si vedrà. La nostra vita è così, oggi qui, domani lì.

Speravamo di trovare asilo a Montescaglioso ma nessuno ci ha dato un aiuto. Promesse, parole, tante chiacchiere e adesso guardate come siamo ridotti…”


A MONTEPARANO RALLENTATE

29 aprile 2010

E giunse il giorno della mia prima multa per eccesso di velocità.

Poca cosa, s’intende: viaggiavo a 58 km/h, ma in ogni caso l’implacabile autovelox di Monteparano ha colpito ancora. Ho scoperto, infatti, di non essere l’unica vittima della polizia municipale del Monte, dove per Monte questa volta non s’intende Montescaglioso ma Monteparano.

Se ci fosse l’autovelox anche a Montescaglioso, il nostro vicecoach sarebbe rovinato per come ha guidato al ritorno da Arzano…

Beh, nulla da eccepire. Anzi, io sono d’accordo sul fatto che un ente locale rimpolpi le proprie casse sanzionando chi sbaglia. Magari si facesse lo stesso anche a Taranto, cominciando dai maiali che lasciano le cacate dei cani sui marciapiedi; il dissesto sarebbe definitivamente superato e gli autori di infrazioni pagherebbero servizi utili come gli asili, i trasporti locali, ecc.

Fra l’altro ho controllato la data e quel giorno, il 21 febbraio scorso, effettivamente ero transitato da Monteparano con destinazione San Pietro Vernotico, dove avrei poi assistito alla partita delle brindisine contro l’Acquaviva.

Non chiedetemi perché passo da Monteparano per andare a San Pietro; sarebbe troppo lungo da spiegare.

Fatto sta che il pensiero della Cosentino, evidentemente, deve avermi indotto a premere l’acceleratore più del dovuto; è proprio vero: la bellezza di una donna porta sempre a finire nei guai.

Ma non tutto il male viene per nuocere; questo episodio mi ha fatto venire un’idea.

Ecco dove potremmo giocare l’anno prossimo: a Monteparano!

Sul modello della PM Lore Lei Potenza (dove PM sta per Polizia Municipale) possiamo costruire un binomio invincibile: noi portiamo il volley nella ridente cittadina della nostra provincia e la Polizia Municipale ci finanzia a suon di multe.

Potremmo chiamarci PMP Monteparano, Polizia Municipale Palafiom Monteparano, e il ritorno di Clara sarebbe la sintesi perfetta tra volley di altissimo livello ed autofinanziamento mediante autovelox, tra fast che vanno in campo e auto troppo fast che vengono multate.

Pensiamoci.


LIVI POTENZA-TARANTO 3-1

26 aprile 2010

Domenica 25 aprile 2010 – ore 18.00

L’abbiamo tanto odiata a scuola, ma adesso la matematica è la nostra ultima speranza. La salvezza è ancora possibile: Accademia Benevento, Volley Altamura e magari anche l’Oria non dovrebbero più fare punti e noi dovremmo prenderne 6 vincendo contro l’Azzurra Molfetta e contro la capolista Sarno.

Bah, è un po’ difficilino.

Comunque, resta il dovere morale di provarci e di chiudere con dignità questo campionato travagliato.

A proposito di problemi, la nostra Cristiana non se la sente di disertare dalle Forze Armate ed è quindi costretta ad assentarsi dal parquet. Giocherà al suo posto Giulietta.

La novità più significativa, però, riguarda lo staff: si registra l’esordio su una panchina di B2 di Gabriella, che affianca così coach Marcello.

La signora Leone dev’essere, però, a disposizione degli arbitri e rinuncia così alla gita in centro del resto del gruppo. Una gita piuttosto lunga, si direbbe, e anche con qualche aspetto noir, come apprenderemo in seguito.

Lisa e compagnia bella arrivano al PalaCaliendo al termine del primo set.

Ufficialmente la palestra si chiamerebbe Caizzo; qualcuna legge male il cartello, saltando una vocale, diciamo così, e resta sorpresa dall’insolita denominazione; poi osserva meglio e scorge quella stretta lettera che prima era sfuggita.

Ho ancora la pistola giocattolo di Arzano e procedo al sequestro di Felice, il pupazzo di peluche che abitualmente si accomoda sulla panchina della Livi. Neanche il tempo di fotografare l’ostaggio e di consegnare la richiesta di riscatto che il presidente della squadra lucana riprende il pupazzo e lo riporta dalla nostra panchina a quella della Livi, accusandomi di essere un maleducato.

Formalmente non ha tutti i torti e rinnovo le mie scuse al buon Felice, ma in un contesto goliardico come quello in cui era maturato il sequestro a mano armata mi sembra un po’ eccessivo parlare di maleducazione.

Comunque ne prendo atto. Il problema è che anche questo blog ambisce ad avere un carattere scherzoso e a questo punto non vorrei urtare la suscettibilità delle nostre avversarie nel caso in cui mi sfuggisse qualche battuta maleducata. A scanso di equivoci, quindi, preferisco non nominarle affatto, se non per confermare che hanno coronato un’ottima stagione dimostrando di essere una squadra estremamente valida e ricca di atlete bravissime. I risultati, soprattutto nel girone di ritorno, parlano da soli.

Faccio un’eccezione per la nostra ex Michela: lei la conosciamo, le vogliamo bene e soprattutto sappiamo che sa stare allo scherzo; lei posso nominarla senza il timore che si offenda per la mia maleducazione. Almeno spero.

Coach Marcello Presta schiera Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Silvia Renna e Giulia Basile centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina Simona Mereu e Priscilla Pisani, sorvegliate da Gabriella perché non tocchino la crostata alla crema prima del tempo.

Primo set

Si inizia maluccio. Le nostre avversarie sembrano subito padrone della partita: loro fanno punti, loro concedono qualche errore (6-2).

Il nostro attacco, per il momento, non punge, ben contenuto da una difesa particolarmente reattiva.

Garantisce, però, buoni frutti la scelta di valorizzare la pipe di Gisela; nello scambio successivo c’è anche il muro di Pocahontas, in collaborazione con Silvietta. E’ pareggio: 8-8.

Michela inizia a scaldare il braccio e le padrone di casa ritornano in vantaggio (17-13).

La partita diventa sempre più intesa; si lotta punto a punto e poi il Taranto sfiora nuovamente il pareggio: muro di Silvietta e bella diagonale di Simona Leone, autrice di 5 punti in questo parziale (19-18).

Nuovo allungo lucano (21-18) e pronta reazione biancoblu: millimetrico lungolinea della Leonessa e pipe di Gisela con la palla che resta in bilico sul nastro e poi decide di atterrare dall’altra parte della rete dopo che i tifosi tarantini sono rimasti con il fiato sospeso per degli attimi sembrati infiniti (21-20).

Più che i tifosi tarantini, diciamo pure il signor Priscillo ed io, visto che gli altri stonn’ angòr’ a fa’ turisme…

Dopo un pallonetto potentino, spariamo fuori due attacchi consecutivi (24-20), Silvia annulla il primo set-point, ma poi subiamo un perentorio primo tempo che chiude il parziale (25-21).

Secondo set

Assisto ad un miracolo: coach Ivan Castillo senza il suo mitico berretto di lana.

L’esperto tecnico peruviano si accomoda in tribuna nell’intervallo tra il primo e il secondo set; poi, però, si allontana a conclusione del parziale e non lo vediamo più ritornare. Ha cambiato posto o se n’è proprio andato?

Che fortuna, comunque: ha assistito proprio al set vinto dal Taranto; avrà avuto una buona impressione della nostra squadra, avrà pensato che la classifica è bugiarda…

Una buona impressione ce la facciamo anche noi, in effetti: Silvia attacca, mura e con i tre punti della nostra centrale conduciamo 0-4.

Il vantaggio aumenta ulteriormente grazie ai mani-fuori e alle diagonali di Gisela, sempre molto efficace (2-8).

Ace della schiacciatrice appulo-argentina e ulteriore allungo del Taranto (3-10)!

L’allenatrice lucana corre ai ripari ed effettua una girandola di sostituzioni; i risultati le danno ragione perché la Livi rosicchia quasi tutto il gap (13-15).

Cambia anche la palleggiatrice e puntualmente si realizza la “legge di Roby” (Manzacca): doppia fischiata / all’alzatrice appena entrata. Che fa anche rima.

Bell’attacco di Silvietta da posto due ed ennesima pipe vincente di Gisela; il distacco è nuovamente rassicurante (15-21).

Michela dà libero sfogo alla propria creatività: adesso attacca da posto quattro piazzando la palla con due mani; nei set successivi verrà il momento dell’appoggio beffardo in bagher e delle celebri battute a uecchio.

Ma il Taranto è perfetto in questa fase: Silvietta infila pallette, Silvia mura e Gisela mette a terra la diagonale del 17-25.

E’ l’ora della riscossa o è il solito set che serve a prolungare l’agonia?

Terzo set

In questa partita chi ha fatto il primo punto ha poi sempre vinto il set. Oltre al primo, le nostre avversarie di punti ne fanno parecchi, sfruttando dal 4-2 in poi un turno in battuta particolarmente velenoso.

Il break, nel complesso, è di 8 punti e sull’11-2 è davvero difficile essere ottimisti.

Il cambio-palla proprio non riesce finché Ale non decide di azzardare la carta Pocahontas. Ed è proprio Giulietta a spezzare l’assedio con un bel primo tempo e a concedere il bis un minuto dopo (12-4).

Poi, però, le padrone di casa raggiungono il massimo vantaggio con un lungolinea di Michela (15-5).

In tribuna, iniziamo a pensare che il testamento biologico non sia poi una cattiva idea: adesso che ancora siamo in grado di ragionare potremmo decidere di interrompere le sofferenze prima che inizino a configurarsi come accanimento sportivo-terapeutico, così da non ripetere le lunghe agonie di Benevento, di Oria, a di Acquaviva, ad esempio.

Si dovrebbero consegnare in anticipo all’arbitro le proprie volontà, magari insieme alla formazione: se siamo sotto – chessò – di 9 punti, acconsentiamo a staccare la spina in anticipo; il set finisca lì anche se il punteggio è 13-4, per esempio.

Ma è il Taranto a smentirmi prima con il repertorio tradizionale (fast di Silvia, ace di Silvietta, pipe di Gisela) e poi con un inconsueto primo tempo di Leo (15-10).

Grande Silvietta con due attacchi consecutivi da seconda linea, ma quando il miracolo sembra avvicinarsi, le nostre avversarie impongono un parziale di 7-1, che ci tarpa le ali definitivamente.

Il punto del 24-14 è il citato bagher di Michela. Mi ricordo quando lo faceva in amichevole, seguito dalla chiassosa e caratteristica esultanza con ridarella annessa.

Ah, quanti ricordi. Quanta strada ha fatto ‘u cor’ d’ Tarand’…

Nell’annotare gli scout individuali mi confondo: cerco il nome di Michi nella parte di foglio con la tabella della nostra squadra.

Gisela annulla due palle-set, ma un lunghissimo scambio si conclude a favore della formazione locale: 25-17 ed è già un punto perso in classifica.

Quarto set

Il quarto set è emblematico di tante sconfitte subite in questa stagione: momenti di vuoto, in cui la squadra appare dimessa e deconcentrata, ma anche tanta dignità e tanto carattere con cui si riesce a sfiorare il risultato utile, salvo poi cedere nei momenti topici.

Purtroppo si parte dal 7-2 con Michela sempre più esplosiva nelle conclusioni ed una sua compagna particolarmente brava nel trovare il mani-fuori.

Spesso, in generale, non si riesce a capire se il mani-fuori sia voluto oppure se sia una botta di culo, ossia un attacco murato ma non abbastanza. Questa collega di Michela, invece, spinge proprio la palla sulle mani del muro avversario, cercandole – si vede. E trovandole quasi sempre.

I pallonetti e i servizi di Silvietta ci riportano a ridosso delle nostre avversarie, ma il punteggio degenera nuovamente con una Michela incisiva anche a muro (20-13).

Marcello ripropone il cambio Mereu-Pocahontas e la mossa si rivela azzeccata: Simo serve benissimo, trova un ace e difende; il muro di Silvia e gli attacchi di Silvietta fanno i resto. Improvvisamente la partita si è riaperta: 20-19.

Infrazione jonica e doppietta di Silvia: prima sfruttando una palla corretta in volo da Ale e poi andando nuovamente a muro. Siamo in parità (21-21)!

Sul più bello, quando la speranza sembrava rinascere, nuovo black-out del Taranto. Le attaccanti avversarie tagliano ripetutamente la nostra difesa e Michela realizza il 22^ punto personale (9^ nel set).

Finisce 25-21 e la nostra classifica rimane drammaticamente ferma.

Silvia si cosparge di benzina e tenta di darsi fuoco con un accendino.

L’ASCI, se mai fosse ancora da considerare in bilico, trova un punto d’oro a Battipaglia, l’Accademia ne prende due, la Volley Altamura uno, l’Oria addirittura tre (in attesa di affrontare il Salerno) e persino alle nostre spalle si muove la Leonessa (vittoriosa su un’AS Benevento che sembra essere ormai demotivata; no’ s’ potèvan’ demotivà già a u Maria Pia…?!). Giornata nera, insomma.

C’è ancora la matematica, è vero, ma forse a quest punto n’ servon’ pure a teologgie e l’astrologgie…

‘A fava e ‘u scuèrcele

GABRIELLA: Ligia ai doveri del dirigente accompagnatore: non perde i documenti, non insulta gli arbitri, sostiene le ragazze, non si siede sul posto riservato al coach e soprattutto non trasporta la borsa medica da una panchina all’altra in occasione degli intervalli. La crostata alla crema, inoltre, era una favola.

SIMONA: Ha giocato bene, attaccando molti palloni, concludendo in doppia cifra e dimostrando per l’ennessima volta di scendere sul parquet con il cuore e di uscirne senza fiato. Il problema è un altro. Mancano ancora tre giornate alla fine del campionato e già si è venduta il borsone al mercato della Salinella… Qua si smobilita prima del tempo.

Tabellino: Livi Volley Potenza-Taranto 3-1 (25-21, 17-25, 25-17, 25-21)

Taranto: Mastandrea 12, Scialacomo 19, Mereu 1, Basile 3, Renna 14, Certa 0, Pisani NE, Leone 11, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 5, errori in battuta 4, muri-punto 6.

Arbitri: Francesco Colamatteo (CE) e Giuseppe Della Gatta (CE).

Durata set: 25’, 22’, 27’, 27’ – Durata totale dell’incontro: 1.50’.

Altri risultati: Sarno-Salerno 3-0, Arzano-San Pietro Vernotico 2-3, Azzurra Molfetta-Centro Ester NA 1-3, Battipaglia-ASCI Potenza 3-2, Leonessa Altamura-AS Benevento 3-1, Accademia Benevento-V.Altamura 3-2, Oria-Acquaviva delle Fonti 3-1.

Classifica: Sarno 70; San Pietro Vernotico 67; Centro Ester NA 66; Battipaglia 61; Azzurra Molfetta 60; Arzano 58; Livi Potenza 45; AS Benevento 40; ASCI Potenza 36; Accademia BN 33; V.Altamura 32; Oria 30; TARANTO 27; Leonessa Altamura 26; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici: Sarno e San Pietro Vernotico sono sicure – quanto meno – dei play-off; in pratica lo è anche il Centro Ester Napoli, a cui basta un solo punto; l’Azzurra Molfetta e l’Arzano sono fuori dalla corsa per la B1. Dovrebbe essere salvo l’ASCI Potenza (se ho calcolato bene, le manca solo un set).

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Campionato correttissimo, specie se si considera che la capolista deve il primato ad un’inadempienza piuttosto che all’irruenza.

Prossimo turno: Taranto-Azzurra Molfetta, sabato 1^ maggio 2010, ore 18.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


LE VITE DEGLI ALTRI: AZZURRA MOLFETTA-CENTRO ESTER NAPOLI 1-3

25 aprile 2010

Sabato libero da sfruttare. Scelgo la partita-spareggio per i play-off: Azzurra Molfetta-Centro Ester Napoli, sia pure nei limiti della compatibilità di tempi ferroviaria.

Egoisticamente, forse, ci converrebbe un successo delle partenopee, ma sono calcoli che respingo: la salvezza avremmo dovuta costruirla con le nostre mani; non ha senso restare aggrappati alle ipotetiche motivazioni degli altri. Vado a Molfetta da appassionato di pallavolo; voglio soltanto assistere ad un grande spettacolo di sport.

Essendo innamorato del ruolo delle palleggiatrici, inoltre, ripongo molte aspettative nel fatto che stasera si affronteranno le due migliori del girone (dopo la Cosentino): Virginia Alfieri e Ginevra Fidora.

Del Centro Ester mi piacciono anche il vivaio e l’atteggiamento gioioso con cui hanno affrontato questo campionato; dell’Azzurra mi piacciono anche gli occhi di De Gennaro e la serietà della programmazione. E’ qualcosa a cui noi non siamo più abituati: siamo passati in pochi mesi dai deliranti proclami sull’acquisto del titolo di A2 al volley da accattonaggio.

In treno finisco di leggere La bellezza e l’inferno di Saviano:  “Chiedo alla mia terra se riesce ancora a immaginare di poter scegliere. Le chiedo se è in grado di compiere almeno quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, pensarsi libera”. [1]

Chiedo alla mia squadra se riusce a immaginare di potersi ancora salvare, di compiere quel primo gesto di libertà che sta nel riuscire a pensarsi diversa, vincente, in grado cioè di vincere tutte le ultime tre partite del campionato. Perché no?

A Molfetta ho tempo per una passeggiatina fino all’Adriatico. La città è piena di manifesti di don Tonino Bello. Altre suggestioni. A 17 anni dalla sua scomparsa ci sono convegni e momenti di preghiera nel suo ricordo.

Espressino al Caffé San Marco in corso Umberto e ne approfitto per chiedere quanto tempo ci vuole per raggiungere a piedi il PalaPoli. Oltre a fornirmi le indicazioni richieste, il personale del bar si offre di accompagnarmi in auto visto che c’è il cambio di turno. Devo rifiutare perché, in vista del ritorno, voglio imparare la strada e calcolare esattamente i tempi tra il palazzetto e la stazione, ma tanta generosità mi commuove in questo mondo di egoismi e di diffidenza. E’ proprio la città di don Tonino.

Beh, ricambio con un po’ di pubblicità gratuita; l’espressino era magnifico: cremoso e vellutato.

Qualche occhiata in giro: Farmacia Minervini; chissà che non siano parenti di Guglielmo Minervini, uno dei rari esponenti del PD pugliese che dispongono di una coscienza e di un senso dell’etica. Anche lui è di Molfetta. I suoi colleghi di partito hanno già iniziato la solita manfrina per le poltrone; fosse per loro l’assessore alla Sanità potrebbe farlo direttamente Gianpaolo Tarantini…

C’è anche l’autoscuola Azzurra. Non ho molte difficoltà a indovinare quale sia la scuola guida preferita dalle ragazze di una certa squadra di pallavolo…

Dopo aver provveduto all’acquisto delle focaccine con le patate al panificio Sant’Achille, posso accedere al PalaPoli.

Durante il riscaldamento, Simona Marasco disintegra il telefono cellulare di un tifoso; intanto coach Matera irrompe sul parquet per le ultime indicazioni tecniche pre-partita. Indicazioni molto perentorie, bisogna dire.

Non c’è ancora molta gente; il PalaPoli, spiega un tifoso evoluto sul piano informatico, si riempie a partita iniziata. Chissà se anche a Taranto ci sarà “l’invasione” dei sostenitori azzurri. Grazie alla presenza degli Afecionados, intanto, rievochiamo l’anniversario della promozione in B1 del Trani. Non è escluso che anche quest’anno il Taranto possa essere testimone di un’altra festa per la promozione. Sempre “imbucati” alle feste degli altri; quando c***o festeggiamo qualcosa di nostro?!

Il d.j. locale crea l’atmosfera. “Il cielo è sempre più blu” si diffonde nel palazzetto quando già le atlete sono schierate; il presidente Giancaspro è teso come una corda di violino.

L’Azzurra Molfetta gioca con Virginia Alfieri, Valeria Brattoli, Barbara Guglielmi, Simona Marasco, Mara Racanati, Angela Tralli e il libero Brigida Fortunato.

Il Centro Ester deve rinunciare a Marianna Iarnone; scendono sul parquet Ginevra Fidora, Brigida Vitascale, Carmen Imperato, Luciana Lauro, Valentina Russo, Annalaura Di Cristo e il libero Francesca Caggiula. Con Nello Caliendo nel cuore…

Grande concentrazione in avvio; l’equilibrio sul 5-5 lo spezzano Viscatale e il solido muro del Centro Ester, ma sul 10-10 è nuovamente parità.

Ace-culo di Imperato e il Centro va sul 15-17; ace-sporco di Tralli ed è ancora parità: 17-17. E’ una partita a scacchi.

Alfieri schiaccia e l’Azzurra impone un allungo (20-18); Marasco attacca da posto quattro e da posto due; Tralli piazza un bel pallonetto (24-21), ma Imperato permette alle partenopee di sfiorare il pareggio (24-23).

Coach Annagrazia chiama un time-out e dispone l’ingresso in tribuna di Alessandra Nappi, neo-dottoressa. La centrale molfettese si rivela decisiva perché in coincidenza con il suo arrivo l’Azzurra schiaccia il pallone del 25-23 e si aggiudica il primo set.

L’Azzurra è una squadra compatta e con ottime individualità, ma forse è la difficoltà a mantenere la concentrazione per tutta una partita ad aver vanificato i sogni di gloria in questa stagione.

Nel secondo set, infatti, invece di battere il ferro quando è caldo, concedono un vantaggio di 0-5 al Centro Ester. Non bastano le magie di Alfieri, che appoggia nei pressi della linea di fondo, e la grinta di Marasco ad recuperare (7-9); Carmen Imperato, ben caricata da Fidora, incrementa nuovamente il vantaggio delle ospiti.

Tina Di Matteo mi aggiorna in tempo reale sul risultato di Accademia Benevento-Volley Altamura. Non ho parole: la squadra campana ha un servizio di spionaggio di tutto rispetto…

Lauro cado male, ma poi trova un ace-culo (17-20), nel frattempo Viscatale diventa il terminale prediletto delle osservazioni del pubblico. Osservazioni tutte pulite, bisogna dire; più che altro sono inviti a sbagliare.

E’ anche vero, però, che il libero del Molfetta si chiama Brigida, proprio come il capitano esterino. E così ci si rivolge al cognome per invitarla a sbagliare (“Viscatale, tira fuori!”) e al nome per sostenerla (“Forza, Brigida!”).

Il tal modo la forte giocatrice napoletana rischia di essere vittima della teoria del doppio legame di Gregory Bateson: due messaggi contradditori (in questo caso, entrambi verbali) che mandano fuori di testa chi li riceve…

Guardando il Centro Ester, invece, ho la sensazione che siano proprio l’equilibrio e la serenità a rendere forte questa squadra. Non ha killer che fanno la differenza (del genere Piccione, per intenderci) e non ha neanche quella superiorità devastante che esibiva il Trani. Il Centro Ester sembra vivere le partite con distacco, facendo (benissimo) il proprio gioco e senza preoccuparsi apparentemente del risultato.

Ho come la sensazione che giochino sul 24-23 con la stessa emotività con cui giocano sul 10-0 o sullo 0-10. Applicano la teoria confuciana: prima o poi il cadavere del nemico scorrerà lungo il fiume.

Il secondo set finisce 19-25.

Il terzo parziale è il più intenso. Va detto che il Centro Ester ha un vantaggio psicologico: la sconfitta non compromette nulla mentre l’Azzurra sa che sta giocandosi una stagione. L’espressione è un po’ impropria perché in realtà, comunque vada, l’Azzurra ha disputato un ottimo campionato, costruito su fondamenta serie e durature. L’impressione è che siamo soltanto all’inizio.

A metà set è parità perfetta: 14-14.

La panchina del Molfetta è un po’ più discola di quella del Centro Ester. Mentre le napoletane dialogano amabilmente con il pubblico, mandano e ricevono sms e poco ci manca che non giochino a burraco, le riserve dell’Azzurra seguono la partita commentandone ogni azione. Qui preferisco non precisare in quali termini…

Un ace di Guglielmi porta avanti l’Azzurra, ma Viscatale e Russo effettuano il sorpasso (19-22). Entra Binetti per Brattoli. E soprattutto va in battuta Alfieri, che con due servizi vincenti ribalta la situazione (23-22).

Ecco, questo è il momento in cui il Centro Ester applica la teoria confuciana: nonostante un punto delicatissimo di Racanati (commentato con “e basta!” da Umile), la formazione campana non si scompone: attacca efficacemente con una strepitosa Imperato e sfrutta un errore in ricezione ed un tiro sulla rete delle padrone di casa conquistando così il terzo set (24-26).

A questo punto devo prendere il treno. Come ha giustamente detto qualcuno a fine partita: onore ai vincitori e ai vinti.

NOTE:

(1) SAVIANO, R., La bellezza e l’inferno, Mondadori, Milano, 2009, pag. 30.


UNDER 18: TEMPESTA TA-VALENZANO & CO. 1-3

23 aprile 2010

Lunedì 19 aprile 2010 – ore 18.00

Neanche una partita dell’Under quest’anno; bisogna colmare la lacuna anche se la pioggia non invoglia ad uscire.

Nella gara decisiva del girone eliminatorio si affrontano la Tempesta e il Valenzano-Castellana. Le ospiti hanno un vantaggio di tre punti in classifica e il compito delle tempestine risulta dunque piuttosto arduo.

Da una prima e sommaria ricognizione visiva delle due formazioni mi sembra, inoltre, che le ospiti abbiano in media mezzo metro di statura in più rispetto alle piccine nostre.

A fine partita mi toglierò lo sfizio di controllare: la statura media delle titolari (libero escluso) è 1,81 esatti. Le due squadre più alte del nostro girone di B2 (Arzano e San Pietro) sono 1,78 (però con liberi e riserve inclusi). Un sestetto titolare che mi impressionò per la statura (quello dell’AS Benevento) era 1,82, appena un centimetro in più delle under baresi.

Dopo che una massafrese ha sfracanato il dito a Rosanna Galiulo, coach Davide è costretto a schierare un sestetto con tre liberi, uno ufficiale e due occulti.

Formazioni.

Tempesta in campo con Federica Pantile palleggiatrice, Silvietta Mastandrea opposto (no’ t’ fa’ male…!), Federica Cofano e Alessandra Turchiarulo laterali, Giulia Basile (no’ t’ fa’ male mangh’ tu ca’ no’ s’ sape mai…) e Adriana Cardone centrali, Priscilla Pisani libero.

“Valenzano-arricchito”: Ramona Ricchiuti palleggiatrice, Marianna Arnone opposto, Alejandra Rodriguez e Angelica Tritto laterali, Dalila Lupo e Cristina Silvestri centrali, Simona Minervini libero.

Entrambe le squadre indossano maglie blu scure; quelle della Tempesta sono molto più belle di quelle cacate bianche che usa quest’anno la Palafiom. Non si potrebbe fare cambio?

E’ un lunedì e sono le 18. Mi chiedo: quante di queste ragazze (con particolare riferimento alle ospiti) hanno fatto i compiti per il giorno dopo? Se gli insegnanti fossero perfidi, dovrebbero interrogare dopo aver acquisito il calendario del torneo giovanile.

Il grido di battaglia pre-partita delle tempestine viene condiviso con Rosanna, che si affaccia dalla tribuna.

Primo set

Dopo le prime battute di gioco avverto subito la sensazione che il Valenzano-Castellana farebbe la sua bella figura in serie B2, e non soltanto per la statura. Passa a condurre per 3-7 e ben 5 punti sono dell’unica giocatrice che conosco, Alejandra Rodriguez.

La ragazza di origini venezuelane lo scorso anno giocava da centrale a Turi e si segnalò come una delle giovani più promettenti della categoria. In questa stagione è ritornata a Valenzano e nell’Under sta giocando da schiacciatrice. Inutile dire che è sempre più brava.

La riscossa jonica è affidata a Silvietta, che ci permette di sfiorare il pareggio (7-8). Purtroppo, però, il Valenzano-arricchito alza il muro e ne fa le spese Adriana, detta la Cubana.

E’ un duello… latino-americano con Alejandra. Il muro subìto non attenua il valore della prestazione epica che Adriana si accinge a sfoderare.

Sul 10-17 coach Davide chiama un time-out e spedisce in campo Francesca Nuzzo per Cofanetto fino alla conclusione del parziale.

Riduciamo lo svantaggio con un ace di Federica Pantile, ma Alejandra punge anche in battuta e il set termina 17-25.

Secondo set

La palleggiatrice tarantina non ha esaurito la scorta di servizi vincenti; ne piazza due consecutivi in avvio della seconda frazione e si parte in vantaggio.

Ottimo primo tempo di Adriana, che a mio avviso sarà la migliore in campo delle nostre.

L’impegno profuso da Silvietta (8-6) è vanificato dall’ennesimo ace del parziale, firmato questa volta dalla palleggiatrice Ricchiuti (10-10). Difficile valutare chi sia stata la migliore in mezzo a cotanta grazia; così a occhio, direi che l’alzatrice barese mi sembra destinata ad un’ottima carriera: tocco pulito, intelligenza tattica, astuzia (e centimetri, che non guastano).

In generale, qui al Maria Pia si sta disputando una partita estremamente valida sotto il profilo tecnico ed anche molto spettacolare, sicuramente una delle più gradevoli a cui ho assistito quest’anno.

Merito del Valenzano-Castellana, squadra favolosa, ma merito anche di una Tempesta che non ha nulla da rimproverarsi sul piano dell’impegno e può avere rimpianti soltanto per qualche distrazione in ricezione.

E dire che ero venuto qui con l’intenzione di rimproverare Silvietta: “Non ti vergogni, tu, titolare inamovibile in B2, a fare la gradassa con queste piccine…? Lasciale giocare…!”

Altro che. Qua è pieno di Silviette.

Davide introduce Fabiana Bozzetto nel ruolo di libero, ma il set ormai è andato visto che Ricchiuti ha deciso di continuare a dare spettacolo e Alejandra ha già raggiunto quota 18 punti personali.

Finisce 16-25.

Terzo set

Fabiana non delude la fiducia e tutta la squadra cresce.

Come già accennato, è strepitosa la prestazione di Adriana, grande protagonista della riscossa tarantina (7-4).

Momento di gloria per Alessandra Turchiarulo, unica superstite del clan delle fasanesi: recupera un pallone in bagher e lo spedisce all’indietro nella metà campo avversaria. E’ punto (8-4)!

Il pareggio arriva grazie a un ace di Alejandra.

Silvietta va a servire. Il nostro opposto non ha ancora iniziato a prendere la mira che già un’avversaria avverte le proprie compagne: “Scende!”

E come cavolo fa a saperlo? Hanno forse giocato insieme nelle selezioni regionali? Vedono le partita di Silvietta su Sky? Mah.

L’ace, comunque, lo realizza poco dopo Giulietta, che in questo modo dà un senso ad una serata non particolarmente brillante viste le sue notevoli potenzialità (12-11).

E’ ammirevole la difesa jonica in questa fase, che è la più entusiasmante per tutta la Tempesta: primo tempo di Adriana, attacco di Silvietta, primo tempo della Cubana, che poi impone anche il proprio muro imperioso (17-12)!

La solita Alejandra interrompe il break, ma subito dopo tocca a lei fermarsi di fronte al muro alzato da Silvietta (18-13). Rialzandosi dice cose che non riesco a decifrare.

Chissà se jastèma in italiano o in spagnolo; di solito sono le parolacce che fanno la differenza tra la lingua del cuore e dell’istinto e quella acquisita.

L’opposto jonico va ancora segno e gli ultimi punti sono un ace di Cofanetto ed un attacco di Alessandra (25-16).

I giochi si riaprono.

Quarto set

Durante l’intervallo coach Davide, gesticolando, dà una manata involontaria a Fabiana che si era silenziosamente avvicinata alle sue spalle.

Parte bene il Valenzano, spinto da un’ottima Arnone (1-4), ma Silvietta e Adriana recuperano (5-4).

Il gioco continua ad essere di altissimo livello. Dopo un’azione vincente di Federica Cofano (8-7), però, c’è il black-out letale per la Tempesta: attacchi fuori misura e ricezione impreparata sul servizio di Tritto (8-11).

“Quattro regali!” – urla il Velasco dei Due Mari durante il conseguente time-out.

Silvietta e Alejandra proseguono la sfida a distanza a suon di punti (la valenzanese raggiungerà i 27, l’opposto tarantino si fermerà a 23) e di giocate eccellenti.

La Tempesta lotta con il cuore, ma le ospiti ribattono colpo su colpo e il gap di tre punti resta invariato fino al 16-19.

Poi il Valenzano-arricchito accelera grazie ai devastanti attacchi di Arnone e ad un perfetto primo tempo di Lupo (17-23).

Bel mani-fuori di Turchiarulo, ultimo assalto di Silvietta, ma il secondo tocco di Ricchiuti è il coronamento della partita a dir poco pregevole della palleggiatrice ospite (19-25).

Valenzano vince con merito, la Tempesta lascia il parquet con onore. Con under 18 così, il futuro di questo sport è al sicuro.


AUGURI, MARCELLO!

22 aprile 2010


I GRANDI QUESITI DELL’UMANITA’ – 27

21 aprile 2010

La foto è stata scattata durante il 4^ set di Taranto-Accademia Benevento. Siamo sul 21-18, Gisela ha appena realizzato un ace e prova a fare il bis. Quello che mi colpisce di questa immagine, però, non è tanto il gesto tecnico della schiacciatrice appulo-argentina e neanche lo sguardo da lupi mannari di Gisela e Giulia quanto piuttosto lo stato contemplativo di Alessandra.

Mi chiedo, dunque: a cosa sta pensando la nostra palleggiatrice dalle mani fatate?

Ho formulato alcune possibili ipotesi:

A)    Potrei tentare il tocco di seconda.

B)     Pare brutto se inizio a chiedere il documento già da adesso?

C)    Il doppio turno alla francese può adattarsi al sistema istituzionale italiano?

D)    La realtà effettiva in senso hegeliano può davvero essere determinata dal pensiero logico oppure nasce da una volontà libera e non riconducibile alla mera razionalità?


TARANTO-ACCADEMIA BENEVENTO 3-1

18 aprile 2010

Sabato 17 aprile 2010 – ore 19.00

Ultima spiaggia.

La prima di una serie di finali.

Chiamiamola come vogliamo, ma questa con l’Accademia Benevento è una partita da vincere a tutti i costi: un successo pieno ci consentirebbe di sperare ancora; una sconfitta o una vittoria al tie-break sancirebbero la fine virtuale della stagione.

Ogni dettaglio è importante e la scaramanzia raggiunge livelli inauditi.

Per quello che mi riguarda, ho ancora la macchina in officina per il tagliando e proprio oggi ritorno da Roma. In mattinata, alle 6.01, ho avuto il piacere e l’onore di fare colazione al Caffé Trombetta, affianco alla stazione Termini.

Non ho capito piccé u cornett’ cu ‘a crem’ sullo scontrino viene definito “lieviti assortiti”…

Per la prima volta in assoluto raggiungo la palestra in autobus; in caso di vittoria so già che mi toccherà ripetere questa esperienza.

Non quella di andare a Roma prima della partita, s’intende, ma quella di usare l’autobus.

Angelo indossa una maglietta dal messaggio piuttosto esplicito. In caso di vittoria, dovrà indossarla di nuovo.

Ivana, prima della partita, tocca le tette di una compagna di squadra. In caso di vittoria, dovrà ripetere il palpeggiamento.

Non si potrebbe fare che Ivana viene con l’autobus e io tocco le tette delle giocatrici…? Magari vinciamo con meno patemi.

E poi che cavolo: cinque anni che seguo la squadra e nessuna mi ha mai fatto toccare niente; neanche una palpatina ad una chiappa…

Vorremmo abbandonare questi pensieri licenziosi e concentrarci sui contenuti tecnici della partita, ma la presenza in campo di Valeria Ricciardi non facilita questo percorso di purificazione mentale.

Gli spalti sono pieni di tifosi ospiti, un po’ perché lo staff è piuttosto nutrito e un po’ perché il gioiellino del Salento, Eleonora Carbone, ha attirato parenti e amici, giustamente orgogliosi della piccina.

Per fortuna il sonoro dei sostenitori jonici è affidato a Michele-re-della-curva con la trombetta azzurra.

E in ogni caso gli spettatori di prestigio non mancano: Clara Clemente (alla vigilia del suo compleanno) e Laura Passaro porteranno bene con la sola presenza. Le grandi campionesse si vedono anche da questo.

E c’è anche Rossella, ex Palafiom e oggi diretta avversaria nella lotta per la salvezza. Potremmo appiopparle un pestone sul piede in vista dell’incontro di domani oppure chiuderla nel bagno della scuola fino a lunedì…

Ma torniamo un attimo allo staff sannita.

Ho sempre additato questa società quale esempio di buon senso in un volley fin troppo affollato di millantatori e di bidonisti. All’Accademia hanno fatto programmi realistici rinunciando alla serie A2 e costruendo una squadra adeguata alle risorse reali. I risultati stanno dando loro ragione, senza contare che non hanno perso la faccia e la credibilità come certi personaggi pieni di parole e di promesse e poveri di soldi e di serietà.

Ma adesso ho un altro motivo per ammirare questa squadra: oltre all’organizzazione e a Valeria Ricciardi, devo sottolineare la multimedialità. Sono ben due le telecamere che riprendono la partita; tenuto conto che c’è anche la nostra, oggi il Maria Pia sembra la casa del Grande Fratello…

E poi c’è il celebre Renato Melillo, il miglior fotografo del campionato (oltre che uno dei più copiati…). Visto che finalmente avremo foto professionali, vi rimando al sito della società sannita: http://www.accademiavolley.it/home.asp

Nessuno, però, ci ha portato i cioccolatini Strega e questo è un errore che l’Accademia pagherà caro. Pagherà con la sconfitta.

Formazioni.

Il Taranto di Arzano è confermato in blocco: Alessandra Certa in palleggio, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

In panchina con coach Marcello Presta: Giulia Basile e Priscilla Pisani.

L’unica variazione di ruolo è la gastroenterite: Silvietta e Pocahontas l’hanno ceduta a Simona Mereu, che comunque è in tribuna.

L’allenatore Vittorio Ruscello ripropone Giuditta Tancredi, all’esordio da titolare sabato scorso, in diagonale con l’alzatrice Eleonora Carbone; Valeria Ricciardi e Daniela Stabile sono le bande, Anna Maria Ferrone e Rosa Principe le centrali, Emilia Gaudio il libero.

In panchina: Erica Lestini, Martina Labianca, Erika Mancini, Letizia Guadagnino, Roberta Basile ed Enrica Varricchio.

Primo set

Ottimo inizio; Taranto c’è e ci crede: fast di Silvia, doppio attacco di Gisela (con splendido pallonetto), magia di Ale, che piazza in rovesciata ad una mano un pallone vagante al centro della rete, e servizio vincente della nostra palleggiatrice (5-1).

Ma l’Accademia mura fin troppo frequentemente in questa fase: prima Ricciardi, poi Principe e infine Ferrone, a conclusione di un break da 5. Adesso siamo sotto (7-10).

E’ l’ora di Silvietta: prima schiaccia una perfetta alzata di Silvia e poi realizza due servizi vincenti consecutivi, il primo dei quali sfruttando il nastro-culo. Beh, non è detto che sia culo; ho sentito dire che alcuni giocatori mirano al nastro.

Certo è che Silvietta è una battitrice favolosa: questo è già il 41^ ace stagionale.

Le nostre centrali siglano il sorpasso, ma poi subiamo il pareggio di Ricciardi, autrice di un bel lungolinea (15-15).

Gisela è la protagonista della svolta del set: mura con Cris e poi attacca dalla banda, inaugurando e chiudendo un break da 4 (19-15).

Duplice attacco di Silvietta, reazione di Ferrone e poi una fast di Silvia, un ace di Simona ed un tiro fuori delle ospiti chiudono il primo parziale (25-20).

Secondo set

Coach Ruscello conferma Lestini, che alla fine del primo set era subentrata alla ragazza col turbante.

Quando trova spazio Ricciardi è micidiale, ma il nostro mitico sottotenente di vascello stoppa per due volte consecutive i tiri dell’avvenente schiacciatrice ospite (4-1).

Cristiana ha fretta di tornare alla base visto che il volo è stato cancellato per via della nube di cenere islandese.

Oggi ho capito cos’è la globalizzazione. Le eruzioni di uno sperduto vulcano dell’Islanda condizionano la presenza in campo di una giocatrice di pallavolo in una altrettanto sperduta palestra ai margini della Salinella…

Barack Obama ha annunciato che l’uomo andrà su Marte; chissà se – in un’ottica di globalizzazione – questo fatto avrà ripercussioni positive o negative sull’apertura di certi portafogli di Montescaglioso…

Torniamo alla partita. C’è una palla annullata tra le contestazioni.

Sul 5-3 (diagonale di Ricciardi) Taranto prende il volo con un parziale di 10-2 in cui c’è un po’ di tutto: primo tempo tostissimo di Cris, pipe di Gisela, ace nastro-culo di Silvietta (ha mirato) e fast di Silvia dopo una spettacolare alzata di Ale.

C’è stato anche un tentativo di secondo tocco da parte di Carbone. Non è riuscito, ma non ha neanche fatto danni. Nulla di irreparabile, insomma; però mentre la piccina lo eseguiva coach Ruscello è parso un po’ contrariato.

Perché gli allenatori non gradiscono i secondi tocchi? Io continuo a credere che sia la giocata più spettacolare della pallavolo.

Povere palleggiatrici; nessuno le capisce…

Con il quarto ace odierno di Silvietta il Taranto va sul 15-5 e il muro-difesa sta funzionando a meraviglia. Grandi centrali, ma molto brave anche Ivana e Gisela nelle retrovie.

Entra Varricchio per far rifiatare il gioiellino del Salento; l’Accademia rosicchia punti, ma Silvia offre alle compagne otto palle-set (24-16).

Le sannite ne annullano tre, ma Simona si allena a diventare la risolutrice del match (25-19).

Terzo set

Strepitosa Gisela che passa da sinistra e anche da destra, ma l’Accademia replica ad ogni colpo ed è in vantaggio alla prima pausa tecnica (6-8).

Tra le ospiti è rientrata Carbone, ma c’è una novità: Guadagnino junior al posto di Lestini. Il segnapunti prende un Moment dalla borsa medica del Taranto; mister Ruscello, infatti, non ci sta facendo capire più un tubo…

Anche sul parquet la situazione è critica: Benevento sta difendendo tutto e far cadere palla a terra è diventata un’impresa.

Ricciardi, Stabile e Principe aumentano il vantaggio (10-15).

Viene fischiata una doppia a Cristiana, che per cinque minuti buoni ha deciso di sperimentarsi come palleggiatrice. Non è male, ma purtroppo l’Accademia sta dominando.

Muro Ferrone, mani-fuori Stabile ed ace di Carbone (12-23) con urletto d’ordinanza.

Orgoglio tarantino (Silvietta, Leo e Silvia), ma è troppo tardi e a Stabile basta piazzare un tiretto nel vuoto della nostra metà campo per aggiudicarsi il set e per scatenare una certa irritazione di coach Marcello che non ha gradito il buco difensivo (16-25).

Quarto set

E’ un momento difficile. Il Taranto sembra stanco e l’Accademia ha perfezionato i meccanismi tattici. Il turno in battuta di Guadagnino è un ulteriore elemento di criticità per noi.

C’è uno scambio che dura tre quarti d’ora e che si conclude (a favore dell’Accademia) con un lungo applauso per tutte. Segue la richiesta di verifica delle formazioni ma è evidente che si tratta di una legittima scusa per rifiatare.

Sullo 0-5 Guadagnino junior serve di poco fuori. A fine partita, testimoni ben piazzati diranno che effettivamente era fuori; siccome, però, la sorella di Guadagnino è bona, io dico che era sulla linea…

Carbone smarca Principe che piazza la fast (3-6).

Gisela realizza il suo 300^ punto stagionale e Silvietta completa l’operazione sorpasso (8-6).

Miracolo Ricciardi su una bomba di Cristiana, ma il vantaggio del Taranto aumenta con Silvietta (13-9).

Diminuiscono le imprecisioni offensive delle ospiti e la difesa continua a viaggiare su rendimenti elevati; la conseguenza è che l’Accademia rimonta mentre il Taranto si innervosisce e si sfilaccia (14-16).

Ma è adesso che le ragazze compiono un capolavoro di cuore prima ancora che di tecnica. Perdere il set vuol dire perdere il campionato e nonostante la stanchezza dilagante, Gisela e compagne trovano le forze e l’orgoglio per reagire.

Ale pareggia con un ace (17-17), Cristiana scaraventa a terra un primo tempo al fulmicotone (19-18) e Gisela rafforza il vantaggio con l’ennesimo servizio vincente di squadra (21-18).

Vorrei che fosse già finita.

Facendo un paragone con i tempi gloriosi della serie C, qui non è come a Tuglie, una sfida da godersi in ogni istante, anche quando si è in svantaggio. Qui, semmai, è come a Corsano, una sofferenza da chiudere al più presto. E’ come un rigore che si preferisce non guardare.

Ferrone pareggia con un primo tempo (21-21).

Essendo l’ora del cuore, viene fuori una giocatrice dal grande carattere e dalla generosità infinita: Simona Leone.

E’ magnifica da posto quattro: ci riporta in vantaggio (22-21), replica a Ferrone (23-22) e poi piazza con grande precisione un pallone nell’incustodito posto uno avversario (24-22). Cuore di Leonessa!

L’Accademia attacca, ma il muro imperioso di Silvia respinge l’ultimo assalto e regala al Taranto la vittoria della speranza.

E’ inutile guardare la classifica. Dobbiamo vincere al PalaCaliendo con la Livi. Dura. Quasi impossibile sulla carta. Ma le partite “possibili” ci sono sfuggite di mano; se vogliamo salvarci adesso è l’ora dell’impresa.

A proposito di imprese, “Finalmente vincenti” è il titolo che esalta il nostro ritorno alla vittoria dopo tre lunghi mesi.

“Finalmente Vincenti” (con la V maiuscola) sono le mie personali congratulazioni a Viviana Vincenti, che in serata ci ha dato la notizia della promozione in B1. Il campionato era saldamente in pugno al Sala Consilina già da Natale, in pratica, ma il successo nello scontro al vertice con il Divino Amore Roma ha prodotto i punti che ancora mancavano alla matematica.

Ci fa piacere che Vivi abbia ritenuto opportuno rendere partecipi anche noi. Nel Taranto ci sono tanti suoi amici e altri ancora ce ne sono in provincia. Ovunque abbia giocato, Viviana ha lasciato ottimi ricordi perché è una grande giocatrice ed è soprattutto una splendida persona.

Tanti auguri, Vivi.

Siamo felici per te! Anzi, siamo… Felicetti.

‘A fava e ‘u scuèrcele

DANIELA: Oggi sarebbero tutte fave, in verità. Per non fare torto a nessuna delle atlete tecnica-e-cuore che abbiamo apprezzato stasera, vorrei rendere omaggio ad una ragazza che non indossa mai la maglia da gioco ma durante la settimana affida alla lavatrice un consistente numero di maglie da allenamento sudate. Non sappiamo come andrà a finire questa stagione; sicuramente Daniela ha già conquistato apprezzamento e riconoscenza. Senza contare che sa toglierci qualche castagna dal fuoco anche fuori dalla palestra.

SIMONA: Sei vittima del virus e vieni al Maria Pia a vedere la partita?! Non avresti dovuto essere qui. Io, al tuo posto, avrei fatto una visita di cortesia a casa di Michela visto che domenica prossima… Scherzo, Michi, lo sai che ti vogliamo bene.

Tabellino: TARANTO-Accademia Benevento 3-1 (25-20, 25-19, 16-25, 25-22)

Taranto: Zonca 12, Mastandrea 12, Scialacomo 14, Pisani NE, Basile NE, Renna 10, Certa 4, Leone 10, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 9, errori in battuta 7, muri-punto 6.

Accademia Benevento: Carbone 5, Ricciardi 13, Stabile 19, Lestini 0, Tancredi 0, Labianca NE, Mancini NE, Ferrone 13, Principe 9, Guadagnino 1, Basile NE, Varricchio 0, Gaudio (L) – All. Ruscello.

Aces 5, errori in battuta 6, muri-punto 7.

Arbitri: Vito Caragnano (BR) e Gianluca Mallardi (BA).

Durata set: 20’, 24’, 22’, 30’ – Durata totale dell’incontro: 1.45’.

Altri risultati: Acquaviva delle Fonti-Sarno 1-3, San Pietro Vernotico-Azzurra Molfetta 3-1, Centro Ester NA-Leonessa Altamura 3-0, V.Altamura-Arzano 3-1, AS Benevento-Battipaglia 0-3, Salerno-Livi Potenza 0-3, ASCI Potenza-Oria 3-0.

Classifica: Sarno 67; San Pietro Vernotico 65; Centro Ester NA 63; Azzurra Molfetta 60; Battipaglia 59; Arzano 57; Livi Potenza 42; AS Benevento 40; ASCI Potenza 35; Accademia BN e V.Altamura 31; TARANTO e Oria 27; Leonessa Altamura 23; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Verdetti matematici: Acquaviva delle Fonti retrocesso in C.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Tutto fermo.

Prossimo turno: Livi Potenza-Taranto, domenica 25 aprile 2010, ore 18.00, PalaCaliendo, via Cirillo 10.


AUGURI, IVANA!

17 aprile 2010


ARZANO-TARANTO 3-1

11 aprile 2010

Sabato 10/domenica 11 aprile 2010 – ore 20.30

La notte più lunga del campionato.

E’ tardissimo (o prestissimo, dipende) quando si rientra a Taranto ed è notte fonda anche in senso metaforico con il Taranto che continua a precipitare in classifica. Però, sul piano del gioco e della determinazione, non è stato buio pesto; tutt’altro: la squadra ha mostrato una vitalità che mantiene integra qualche residua speranza.

Ad Arzano, come è noto, le partite si giocano alle 20.30 e questo consente di pranzare con calma a casa propria (anche se Pocahontas forse non lo sapeva ed ha portato una batteria di 15 panini imbottiti di cui non è rimasta una briciola), ma, dall’altro lato, impone un rientro quando già sta per albeggiare. Il che non è bello.

Se l’anno prossimo le nostre strade si incroceranno nuovamente, ci vendicheremo: la sola partita contro l’Arzano al Maria Pia avrà inizio alle 23.30; tutte le altre alle 19.00 come al solito.

Nel pulmino c’è un po’ di disordine; in confronto la macchina di Marcello è ordinata come la scrivania di un funzionario dell’impero austroungarico. Sotto i sedili si trova di tutto, inclusa una pistola giocattolo con il tappo rosso. Una regressione infantile piuttosto acuta mi induce a maneggiarla per l’intera durata del viaggio, comprese le soste in autogrill, dove ho rischiato di fare la fine di Re Cecconi. Ad Arzano – mi dicono – ho rischiato di peggio.

L’idea era di consegnarla a Marcello così da risultare più convincente in occasione delle discussioni con gli arbitri, ma è probabile che il coach l’avrebbe utilizzata per essere più convincente con le proprie atlete.

Che bello: dopo due mesi, ossia dopo otto turni senza di lei, c’è Cristiana.

Non si è mai allenata con la squadra, ma la sua sola presenza regala sicurezza e migliora l’umore, a prescindere da quello che farà in campo (giocherà anche molto bene, fra l’altro).

Purtroppo, però, ci sono due giocatrici convalescenti, Giulia e Silvietta.

Nel comunicato stampa avevo accennato genericamente ad un lieve infortunio; il giovane opposto, però, irride la mia volontaria inesattezza volta a non divulgare particolari poco eleganti.

E vabbè, visto che Silvietta ci tiene alla precisione, chiamiamo le cose con il loro nome: la gastroenterite, ossia il vomito e la cacarella che stanno martoriando in questi giorni la nostra città hanno colpito anche la Pallavolo Taranto. Silvietta, in particolare, ha lasciato tre chili nella tazza del gabinetto.

Le due atlete convalescenti vengono tenute a distanza da un cordone sanitario e dalla diffidenza delle compagne.

Un altro tipo di diffidenza è quella che induce Angelo a chiedere informazioni solo ai passanti che rispondono ad una sorta di requisito “etnico”; prima di chiedere dov’è la palestra che stiamo cercando, il vicecoach chiede all’interlocutore se è italiano…

Italiano o non italiano, il giovane a cui ci rivolgiamo è più affidabile di un Tom Tom ed il rintraccio del II circolo si rivela un gioco da ragazzi.

La passeggiata ad Arzano è breve ma interessante. La signora Pocahontas rimane colpita dalle trippe in bella mostra da Zi’ Rosa.

Per tutta la durata dell’incontro (ed anche dopo) la mamma della nostra giovane centrale non penserà ad altro, tanto da chiedere (invano) una pizza con la trippa.

Altrettanto suggestiva è la visione di un comitato per la festa patronale in cui una dozzina di persone, circondate da statue religiose, quadri e icone, è riunita attorno al televisore che trasmette la partita del Napoli. I commenti non sono proprio da ritiro spirituale, soprattutto dopo la rimonta subìta dagli azzurri.

Due ragazzine si affacciano sulla suglia della palestra.

“Ma che c’è? La partita?”

“Sì, – viene loro risposto – inizia alle 20.30”.

“Uffa, che palle…” – commentano prima di andarsene.

Mi sono chiesto cosa abbia determinato tanta delusione nelle ragazzine e cosa si aspettassero di trovare in una palestra, il sabato, intorno alle 20, ma non sono giunto ad altra conclusione se non che al II circolo di Arzano, quando non gioca la Guerriero Volley, il sabato sera si tengono rave-party.

L’incontro con Nunzia Campolo avviene nei corridoi adiacenti agli spogliatoi.

Io sono appena uscito da quello del Taranto, in cui ho fotografato le convalescenti con il cartello degli infettivi, Dissenten e la carta igienica (e ho ancora… l’attrezzatura in mano); la schiacciatrice sta mangiando i crostini. Il saluto tra uno con la carta igienica in mano ed una che non può parlare con la bocca piena non è di quelli che vengono rappresentati nei quadri o nei film, comunque i crostini sono proprio buoni.

Per quello che riguarda il vitto della Pallavolo Taranto, l’idea di mangiare la pizza prima della partita, dato l’orario, piuttosto che dopo, secondo me, sarebbe stata una sperimentazione scientifico-nutrizionale interessante.

Durante il riscaldamento il libero dell’Arzano, Santa Guida, si impegna a respingere di piede i servizi delle giocatrici ospiti. Bah, ognuno ha i propri metodi di allenamento.

Certo è che questa atleta mi ispira un’istintiva simpatia sia per il nome da protettrice degli automobilisti e delle scuole-guida e sia per i continui sorrisi che dispensa sul parquet, anche durante la partita, così da ricordarci che la pallavolo è pur sempre un bellissimo gioco.

Ho un debole per le giocatrici sempre sorridenti, lo ammetto.

Formazioni.

Coach Nico Borghesio schiera Margherita Cozzolino in palleggio, Maria Cristina Guadagnino opposto, Nunzia Campolo e Maria Grazia Sforza laterali, Elisabetta Piscopo e Maria Russo centrali, Santa Guida libero.

In panchina: Maria Musella, Annamaria Totaro, Carmela Petrella e Federica Severino.

L’allenatore ospite Marcello Presta replica con Alessandra Certa palleggiatrice, Silvia Mastandrea opposto, Gisela Scialacomo e Simona Leone laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Ivana Gallo Ingrao libero.

A disposizione: Priscilla Pisani e Giulia Basile.

Primo set

Campolo: uno, due, tre, quattro, cinque… I primi punti dell’Arzano sono tutti suoi, ma in mezzo ci sono anche i punti del Taranto, che sorpendentemente conduce per 5-7 dopo un muro di Silvietta.

L’approccio è buono; ricorda un po’ la partita di andata con un Taranto concreto e attento ed un Arzano che non riesce a gestire la propria superiorità e commette errori per troppa foga.

Ad Ale vengono fischiati, con un eccesso di rigore, a mio avviso, molti tocchi irregolari e l’Arzano, spinto anche dai punti di Guadagnino, Sforza e Russo, si porta avanti (13-9).

Molto bene la nostra Gisela, ma il muro di Piscopo si oppone ad un attacco biancoblu (17-13).

Impresa del Taranto: pallonetto e muro di Cristiana, affondo di Gisela e duplice servizio vincente di Alessandra.

Adesso siamo avanti noi e il sogno di ripetere il miracolo dell’andata inizia ad affacciarsi tra i più ottimisti (17-19).

Purtroppo per noi, però, l’Arzano ha fatto tesoro dell’esperienza e replica al nostro break da 6 con una sequenza di azioni vincenti della stessa entità (23-19).

Da segnalare il pareggio di Maria Cristina Guadagnino che, nello stesso scambio, salva un pallone stendendo la mano a terra e poi va a concludere da posto due.

Gli ultimi due punti sono una diagonale stretta ed un ace di Nunzia Campolo (25-20).

Secondo set

Suona un po’ ingeneroso nei confronti delle compagne, ma giusto come semplificazione diciamo pure che il secondo parziale lo vince Nunzia. Dieci punti personali, che si sommano ai dieci del set precedente.

Invece di narrare il set, che evidentemente è stato monopolizzato dall’attaccante partenopea, soffermiamoci su qualche episodio significativo.

Non so se la gastroenterite abbia preso piede anche da queste parti; fatto sta che, a un certo punto, noto che il secondo allenatore dell’Arzano sta armeggiando con la carta igienica. O con qualcosa che le somiglia molto per forma e per colore.

Marcello se la prende con l’arbitro, reo di non apprezzare l’arte e in particolare il tocco fatato della nostra palleggiatrice. Il direttore di gara viene invitato ad utilizzare lo stesso metro di valutazione per le avversarie.

Silvia, nel tentativo di piazzare una fast, va a schiantarsi contro il seggiolone; lo scambio viene bloccato, ma per fortuna non si tratta di nulla di grave.

Qualche problema più serio deve averlo Sforza, che non rientrerà in campo dopo l’intervallo cedendo il posto a Totaro.

Il set di Nunzia finisce 25-20, ma poteva andare peggio se non avessimo recuperato qualche punticino nel finale.

Terzo set

Il Taranto più bello è quello del terzo set. Coach Marcello cambia le posizioni di partenza (me l’ha spiegato dopo; per due set io ero troppo occupato a capire se Totaro giocasse da opposto come a Taranto o da banda come Sforza) e il risultato più evidente è il contenimento di Campolo.

Eppure l’avvio non è promettente: 5-2.

Alessandra distribuisce il gioco in modo perfetto: comprende che non è il caso di puntare sulla debilitata Silvietta (preziosa a muro e in difesa, comunque), valorizza meglio le centrali, continua ad alimentare in modo costante ma non ossessivo la nostra fuoriclasse Gisela e nella fase decisiva del set farà entrare prepotentemente in partita un’encomiabile Leonessa.

Andando per gradi, il sorpasso avviene sul 6-5 con un break da sei (6-11).

Muro di Cris e reazione napoletana con Russo (10-13).

Splendida Gisela, a segno sia dalla banda che dalla zona di battuta (12-16).

A questo punto il duello è tra Campolo e Simona: l’atleta napoletana riprende i cannoneggiamenti, ma Leo replica colpo su colpo e si concede anche il primo muro-punto stagionale (14-19).

Molto belli i lungolinea di Guadagnino (molto bella anche lei, bisogna dire), ma il Taranto lotta con tecnica e cuore e il parziale viene messo in cassaforte con uno splendido pallonetto di Gisela ed un risoluto attacco del sottotenente di vascello: 18-25!

Quarto set

Un’ottima Silvia non basta a tener viva la speranza. Difesa e ricezione, grazie ad un’Ivana particolarmente precisa, contengono il volume di fuoco delle avversarie, ma in attacco siamo un po’ imprecisi.

Gisela è implacabile fino alla fine, ma i suoi punti e i muri di Cristiana riescono soltanto a tenerci agganciati fino all’11-9.

Guardo l’orologio: si sono fatte le 22.

E’ stranissimo guardare una partita a quest’ora. Più che un campionato di B2, mi sembra di assistere alla diretta televisiva di un’Olimpiade disputata in un continente distante qualche fuso orario, tipo Sydney o Pechino.

Una caratteristica simpatica è invece il segnalatore acustico dei time-out tecnici: una trombetta da stadio.

Con Russo in battuta, l’Arzano si porta sul 17-9: in evidenza una pipe di Totaro, un muro di Piscopo ed un mani-fuori di Campolo su cui stava accendendosi l’ennesima contestazione, subito spenta dall’onestà di Silvietta che ammette di aver toccato di striscio. Brava la piccina; abbiamo cresciuto una giocatrice di sani principi. Peccato che con questo nobile gesto si sia preclusa un’eventuale carriera in politica…

Arzano fa e disfa mentre il Taranto appare stanco.

L’ultima ad arrendersi è Gisela, che mette a terra due palloni di seguito (23-17), preludio agli ultimi attacchi con cui l’Arzano sigilla questo meritato successo: mani-fuori Totaro e fast Russo (25-17).

Contro una grande, l’ennesimo 1-3 che non ci serve a un tubo.

Accademia quasi salva; tre punti da spartire tra V.Altamura e Acquaviva; Oria che tenterà di valorizzare il fattore campo contro l’AS Benevento (sempre che Mauriello non ci dia un aiutino frantumando anche il parquet brindisino); insomma brutta situazione.

Le giocatrici joniche, comunque, hanno dimostrato di non aver gettato la spugna; la grinta e la crescita tecnica viste in Campania potranno tornare utili in questo delicatissimo finale di stagione.

Ora di cena. Tra il locale di Papi e Noemi nella vicina Casoria ed uno spartano ma apprezzato locale a pochi metri dalla palestra, si opta per la seconda soluzione.

Arriviamo a Taranto alle 4. Dopo aver accompagnato a casa Silvietta, veniamo fermati ad un posto di blocco dei Carabinieri.

“Dove state andando?”

“Andiamo a casa. Veniamo da una partita di pallavolo che abbiamo giocato a Napoli” – risponde Alfredo, che in quel momento è al volante.

Il maresciallo butta un occhio nel pulmino ed osservando la signora Basile, Lisa, l’unica giocatrice che non arriva a 1,65 e me non sembra molto convinto che siamo davvero una squadra di pallavolo… Solo Giulia, in effetti, ha le physique du role.

E meno male che non ha visto la rivoltella…

‘A fava e ‘u scuèrcele

GISELA: In pole-position (è proprio il caso di dire) c’era Angelo per come ha guidato all’andata. Al ritorno, però, nonostante il record del giro più veloce della Basilicata (anzi proprio per quello…), ha perso terreno. Meno male che Santa Guida ci ha protetto. Meglio, quindi, concentrarsi sulla partita. La scelta è difficile perché credo che tutte siano state molto brave. Gisela ha fornito un’ulteriore conferma di quanto meriterebbe di giocare in una squadra assai meno sfigata della nostra. E magari in un’altra categoria.

I SOLDI: Gli assenti hanno sempre torto. Ci hanno costretto ad un campionato penoso che è stato ed è una corsa ad ostacoli e in cui l’organizzazione delle trasferte non è neanche l’aspetto più deteriore. Più che il pulmino di una squadra, quello di oggi sembrava il pulmino di Little Miss Sunshine

Tabellino: Arzano-Taranto 3-1 (25-20, 25-20, 18-25, 25-17)

Arzano: Campolo N. 29, Guadagnino 6, Sforza 5, Cozzolino 0, Musella 0, Piscopo 8, Russo 9, Totaro 7, Petrella NE, Severino NE, Guida (L) – All. Borghesio.

Aces 1, errori in battuta 8, muri-punto 9.

Taranto: Zonca 8, Mastandrea 3, Scialacomo 18, Pisani NE, Basile NE, Renna 7, Certa 3, Leone 9, Gallo Ingrao (L) – All. Presta.

Aces 6, errori in battuta 4, muri-punto 8.

Arbitri: Paolo Tropeano (AV) e Francesco Colamatteo (CE).

Durata set: 18’, 25’, 20’, 25’ – Durata totale dell’incontro: 1.38’.

Altri risultati: Sarno-ASCI Potenza 3-0, Livi Potenza-San Pietro Vernotico 2-3, Battipaglia-Centro Ester NA 2-3, Azzurra Molfetta-Leonessa Altamura 3-0, Oria-AS Benevento 3-0, Accademia BN-Salerno 3-0, V.Altamura-Acquaviva delle Fonti 3-0.

Classifica: Sarno 64; San Pietro Vernotico 62; Centro Ester NA e Azzurra Molfetta 60; Arzano 57; Battipaglia 56; AS Benevento 40; Livi Potenza 39; ASCI Potenza 32; Accademia BN 31; V.Altamura 28; Oria 27; TARANTO 24; Leonessa Altamura 23; Acquaviva delle Fonti 21; Salerno -3.

Trofeo Bin Laden (multe in euro): Salerno 1.600,00; Azzurra Molfetta 470,00; Leonessa Altamura 400,00; Oria 200,00; V.Altamura 160,00; Sarno e Accademia BN 120,00; ASCI Potenza 105,00; Acquaviva delle Fonti 40,00; tutte le altre 0,00.

Giancaspro grande protagonista del torneo: terza squalifica stagionale, 160 euri di multa (con la collaborazione di un tifoso) e l’Azzurra vola al secondo posto dietro lo staccatissimo Salerno. Il presidente della società adriatica la prende con filosofia ed anzi lamenta il proprio “deprezzamento” a soli 15 giorni. Tornerà giusto in tempo per la gara con il Taranto. La multa non è un problema; si giri al nuovo sponsor…

Una piccola curiosità: anche quest’anno i dirigenti sono più focosi delle atlete. Ben il 75% delle sanzioni individuali (ammonizioni, squalifiche, ecc.) sono a loro carico.

Infine, tenuto conto delle sanzioni ai tesserati non pecuniarie (dunque, non valide ai fini del trofeo) inflitte nel corso della stagione a San Pietro, Taranto, Battipaglia e AS Benevento, sono rimaste soltanto in tre le squadre completamente “vergini” da provvedimenti pecuniari o a carico di tesserati: Centro Ester, Arzano e Livi Potenza. Ma c’è ancora un po’ di tempo per rimediare…

Prossimo turno: Taranto-Accademia Benevento, sabato 17 aprile 2010, ore 19.00, Istituto Maria Pia, via Galilei.


E’ SEMPRE IN MARE E NEANCHE LA PAGANO!

8 aprile 2010

Che il governo Berlusconi sia soltanto un set cinematografico è evidente a chiunque non si lasci prendere per il culo dalle favole servili del TG1.

All’Aquila i cittadini tolgono le macerie da soli, le forze dell’ordine lamentano la mancanza di risorse nonostante i proclami sulla sicurezza, l’economia presenta cifre allarmanti (le peggiori da 30 anni: calo del pil del 5%, debito al 115,8%, tasse aumentate, disoccupazione da 7 a 8,6% nell’ultimo anno) e sorvoliamo sugli scandali e sulle classifiche relative alla corruzione e alla libertà di stampa.

Adesso si viene a sapere che anche la Marina Militare è in crisi: a causa “dell’incapienza dei fondi” non è possibile pagare i “compensi forfettari di impiego”. In altre parole, i marinai e gli ufficiali imbarcati non percepiscono da 6 mesi i 50 euri al giorno a cui avrebbero diritto in aggiunta al normale stipendio.

Il pensiero va naturalmente alla nostra centrale, che ha rinunciato a ben 9 partite (fino adesso) per niente. E’ uno scandalo!

Meno male che la nostra atleta può contare sul lauto stipendio che le viene garantito con ammirevole puntualità dal patron della Pallavolo Taranto e da sponsor tanto corretti quanto affidabili.

Ma adesso serve un segnale forte. Noi invitiamo la nostra giocatrice ad ammutinarsi e a ripetere così le gesta dei marinai della corazzata Potemkin, quella dell’omonimo film di Sergej Ejzenstein del 1925 (poi citato da Fantozzi con modalità non proprio lusinghiere…).

Nel film i marinai si ribellano quando notano vermi nella carne che sono costretti a mangiare e prendono possesso della nave. Ma la ribellione è pagata a caro prezzo: il leader degli ammutinati viene ucciso e il suo corpo è esposto nei pressi della scalinata di Odessa suscitando così lo sdegno del popolo. La polizia zarista compie una carneficina non risparmiando donne, anziani e bambini. E’ celebre la scena della carrozzella che precipita lungo la scalinata.

Ecco, noi ci rivolgiamo alla nostra centrale.

Abbandona la nave, dove ti sfruttano senza retribuirti! Oggi ti negano i compensi forfettari; domani troverai i vermi nella carne…

Torna con noi e gioca con noi! Salva la tua squadra e salva l’onore delle Forze Armate, che non hanno saputo l’arginare la dilagante catastrofe del precariato!

Ribellati a queste umiliazioni e se il popolo di Taranto si solleverà come quello di Odessa, sapremo opporci alla Questura, costi quel che costi.

Forse una carrozzella precipiterà dalla scalinata affianco al liceo Aristosseno, ma conquisteremo la salvezza e la dignità di un popolo e di una squadra che vogliono la salvezza e le retribuzioni pattuite.


“LA PALLAVOLO TARANTO HA VINTO IL CAMPIONATO”. LUCIDA ANALISI DI PIERLUIGI BERSANI

6 aprile 2010

Una settimana dopo il voto regionale il gruppo dirigente del Partito Democratico ha analizzato l’esito della consultazione elettorale ed anche – a sorpresa – quello del campionato di serie B2.

Per la conferenza stampa il segretario Pierluigi Bersani ha scelto l’insolita cornice del Museo Egizio di Torino: “Crediamo che questa regione rappresenti al meglio la nostra strategia vincente. Invece di dialogare con i grillini e di raccogliere alcune istanze condivisibili, li abbiamo snobbati additandoli come rozzi qualunquisti ed eversivi (la richiesta di un Parlamento pulito è per noi particolarmente eversiva…). I risultati sono evidenti”.

Questa considerazione, in realtà, in un primo momento non è stata raccolta dai giornalisti, che avevano avvicinato i microfoni alle mummie egizie presenti nelle sale adiacenti in quanto le avevano scambiate per il gruppo dirigente del PD, anche se effettivamente erano più vitali e sincere.

Chiarito l’equivoco, Bersani ha sviluppato la sua analisi del voto. Come sappiamo, il centrosinistra ha perso quattro regioni: due (Campania e Calabria) le ha regalate candidando gentaglia, una (il Lazio) l’ha persa contro un’avversaria priva della lista più forte e del Piemonte si è già parlato.

Solo per un caso, non ha perso la Puglia, ma l’autolesionismo e la demenza senile di un partito incartapecorito qui hanno raggiunto ugualmente le vette più elevate.

Nonostante tutto questo e nonostante i proclami della vigilia (“L’aria tira dalla nostra parte”), il segretario del PD ritiene che le regionali 2010 siano state un successo. [1]

Se anche la minoranza interna usa espressioni politichesi come “chiediamo di sciogliere i nodi strategici che abbiamo di fronte in rapporto con la società italiana”, vuol dire che veramente questo partito è morto anche se ancora non se n’è accorto. [2]

Ma Bersani è andato oltre ed ha espresso il proprio parere anche sul campionato di pallavolo di serie B2.

“Mi sembra evidente – ha affermato il leader del PD – che la Pallavolo Taranto abbia vinto il campionato di serie B2…”

“Segretario, che cazzo sta dicendo? Il Taranto è quintultimo…” – hanno obiettato i giornalisti.

“Noi dobbiamo considerare questo dato non in rapporto alle due precedenti stagioni ma in relazione ad un processo storico più ampio e più complesso. Appena otto anni fa la Palafiom era in serie D e pertanto l’attuale quintultimo posto in B2 si configura come un risultato apprezzabile.

Dobbiamo, inoltre, considerare che la squadra non gode di visibilità mediatica tanto che il suo simbolo non è mai apparso in video in quanto, come è noto, le principali televisioni sono occupate militarmente da altre entità in una situazione di grave lesione del pluralismo che impone una seria riflessione sull’opportunità di rivedere gli attuali assetti radiotelevisivi”.

“Scusi – è intervenuto un giornalista – ma perché voi non avete mai fatto una legge sul conflitto d’interessi quando eravate maggioranza parlamentare?”

“E chi ha parlato di voler fare una legge sul conflitto d’interessi?! Io ho parlato soltanto di riflessione.

Ma non ho concluso. La Pallavolo Taranto ha affrontato il campionato senza disporre dei mezzi economici delle altre formazioni, appoggiate da potenti lobbies finanziarie ed ecclesiastiche, ed aggiungo che in considerazione delle vicissitudini patite dalla squadra jonica e del disdicevole spoil-system che ci ha danneggiati, il risultato del 12^ posto non è una sconfitta.

La Pallavolo Taranto ha inoltre battuto l’Arzano, che a sua volta ha vinto a Sarno, che è la capolista. Per la proprietà transitiva, anche il Taranto è più forte del Sarno e quindi è la migliore squadra del girone. Peccato che il Sarno abbia perso la Coppa Italia altrimenti avrei detto che il Taranto è la squadra migliore d’Italia…”

“E’ impazzito… E’ completamente fuori dalla realtà…” – hanno sussurrato tra loro i giornalisti.

“Non va poi sottaciuto, e con questo mi avvio alle conclusioni, che ben tre società tarantine di serie C potenzialmente sottraggono atlete alla Pallavolo Taranto, che dunque è ben lontana dalla pretesa di esclusività della rappresentanza pallavolistica provinciale ma è aperta ad un confronto costruttivo e programmatico sotto un profilo riformistico nel rispetto dell’identità”.

“Ma se il Taranto ha vinto – lo ha incalzato un cronista – allora cosa dobbiamo dire del Sala Consilina nel girone F?”

“Il Sala Consilina ha ingaggiato un’atleta che si chiama Vincenti e come poteva non imporsi nel proprio girone con un cognome del genere?

Il confronto tra Taranto e Sala Consilina non è omogeneo in quanto viziato da questa disparità che condiziona pesantemente il risultato politico-sportivo.”

Terminata la conferenza al Museo Egizio, abbiamo contattato al telefono l’allenatore Marcello Presta, a cui abbiamo chiesto un parere sulle parole di Bersani.

“Samuele? Beh, credo che la canzone Giudizi universali esprima…”

“Non Samuele, Pierluigi Bersani. Ha appena detto che avete vinto il campionato. Complimenti”.

“La mia opinione è nota. Come ho dichiarato alcuni giorni fa, abbiamo un piede e mezzo in serie C (si sente un rumore in sottofondo) e Bersani, come tutti i leader del PD dice solo – censura – …”

NOTE:

(1) G.C., Bersani: “Premier nervoso, sa che l’aria tira da un’altra parte”, “La Repubblica”, 21 marzo 2010, pag. 6.

(2) PERNICONI, C., Bersani brinda a una “non sconfitta”, “Il Fatto Quotidiano”, 31 marzo 2010, pag. 9.


BUONA PASQUA

3 aprile 2010


LA BUSTA DEL LATTE (8) – MARTIN STOEV

2 aprile 2010

Probabilmente il bulgaro Martin Stoev è stato il primo straniero di un certo peso nella storia della pallavolo tarantina ai tempi del trasferimento della Magna Grecia da Matera alla nostra città. Per straniero “di peso” ci si riferisce al suo valore tecnico, certamente in grado di fare la differenza in serie A2.

Più recentemente lo ricordiamo in televisione alle Olimpiadi di Pechino in veste di allenatore della Bulgaria. Allenatore di peso. Ma in questo caso il riferimento non è soltanto allo spessore tecnico…

Dov’è adesso Martin Stoev? Allena ancora la Bulgaria?