Domenica 22 maggio 2016 – ore 18.30
D come débacle.
La nostra, ma anche quella dell’intero girone B. Tutte retrocesse le squadre salentine impegnate nei play-out; solo il Tricase resiste tra quelle in lizza per la promozione.
D come dominio.
Quello assoluto, netto, indiscutibile, che è stato esercitato dalla Volley’s Eagles per tutta la partita di ritorno.
D come la categoria che dovrebbe toccarci l’anno prossimo (ma l’estate presenta spesso qualche sorpresa) e come la categoria dalla quale, invece, sale la Frascolla Taranto degli ex Marcello, Ivana e Pocahontas. Complimenti e tanti auguri.
D come dove cavolo stanno gli sponsor?
La loro assenza continua a compromettere gli investimenti societari. Mi viene quasi voglia di diventare imprenditore solo per poter sponsorizzare la squadra. Mo fondo ‘na start-up.
D come domani. Soprattutto come domani.
Archiviato questo campionato, si guarda avanti. Come dicono Mino e Rossella O’Hara, domani è un altro giorno.
Ma adesso mi tocca raccontare la partita, anche se ne farei volentieri a meno. Credo che sia stata la peggiore di tutta la stagione.
Gara 1 aveva lasciato l’amaro in bocca, la sensazione di un’occasione sprecata, ma anche la consapevolezza di parziali alti e di andamenti altalenanti nei set. In altre parole, la speranza di potercela giocare.
Il riscaldamento sembra sereno, uguale agli altri. Tony scrive qualcosa sul blocco-notes, mister Brattoli passa in rassegna le proprie truppe con l’aria da zio buono e sapiente che ha tante cose da raccontare. A volte anche un po’ burbero, ma stasera non ce ne sarà bisogno.
I roster dell’andata sono confermati.
New Volley Oria: Annacarla Cozzetto in palleggio, Simona Bianco opposta, Sara Zanzarelli ed Eleonora Calamo schiacciatrici, Federica Peluso ed Amy Leone centrali, Valeria Scarcia libero.
A disposizione di coach Tony Maggiore: Luana Turchiarulo, Chiara Catanzaro, Sara Caliolo e Daria Spina.
Non ho visto il referto né il Camp 3, ma – così a occhio – mi pare che le Eagles siano le stesse dell’andata: Annalisa Fusaro in palleggio, Alessia Paradiso opposta, Roberta Renna e Delia Girardi schiacciatrici, Simona Mininni e Isabella Francklin centrali, Francesca Martino libero.
A disposizione di coach Roberto Brattoli: Federica Trotta, Stefania Lazzari, Valeria Rizza e Giulia Barile.
Per una partita così importante bisognerebbe imitare quegli stadi in cui un cantante famoso va al centro del campo e canta l’inno nazionale.
Non dovremmo cercare neanche tanto lontano visto che in squadra abbiamo tutte le risorse che ci servono. Con le due formazioni allineate, Valeria potrebbe fare un passo avanti e interpretare al microfono una canzone di Adele.
Certamente il nostro libero farebbe meglio di questa Karen Harding che a Wembley si è un po’ imbambolata.
Primo set
Delia Girardi in battuta.
Come sarebbe bello se d’incanto la nostra ricezione si fosse aggiustata garantendoci percentuali da 100%. Almeno stasera. A compensazione di tutto un campionato di sofferenza. Ne abbiamo diritto.
Niente da fare: riceviamo a occhio, Annacarla percorre i suoi primi 5 metri da sprinter e poi attacchiamo fuori (0-1). Soffriremo un po’ anche stasera – deduco.
Ma mai avrei immaginato che l’avvio della partita sarebbe stato disastroso al punto da far scorrere il punteggio sino allo 0-9.
Sul fronte barese: Girardi inesorabile, muro invalicabile con Francklin padrona della rete, attacchi che non trovano resistenza e difesa reattiva in quelle rare volte in cui il pallone passa da quella parte.
Sul fronte oritano: due time-out già consumati.
“Non ci sto co’ ‘a testa” – direbbe Carlo Verdone interpretando l’approccio alla partita delle nostre ragazze.
E sì che era importante – se non proprio decisivo – partire bene.
Due gentili omaggi delle ospiti e poi riprende la discesa verso le tenebre: due ace di Francklin intervallati da un bel pallonetto di Renna che piazza la sfera alla propria sinistra, nel nostro posto due (2-13).
Ho bisogno di distrarmi per non cadere in depressione e allora mi concentro sul tatuaggio sulla spalla destra di Renna Non riesco a distinguere l’oggetto; vedo solo che è rosso e verde. Forse è un’anguria.
Amy spezza l’assedio con una pipe, Simonina rompe il ghiaccio e poi vanno a segno anche Eleonora da posto quattro e Pel direttamente in battuta (7-15).
Mai dire mai: nel primo set dell’andata rimontammo 10 punti di svantaggio e dunque tutto può succedere. Ma purtroppo stasera le cose vanno diversamente: noi sembriamo più scarichi, le ragazze di coach Brattoli sono perfette tatticamente, tecnicamente e mentalmente. Sanno come devono battere, sanno come devono attaccare, si tuffano in difesa di ogni pallone e sembrano aver risolto tutte le imperfezioni dell’andata. Un esempio su tutti: la palleggiatrice Fusaro, un po’ fallosetta all’andata, oggi incapperà in una sola doppia e neanche tanto vistosa (senza contare aperture da applausi e un secondo tocco rivelatore di una buone dose di coraggio e di legittima autostima).
Francklin scavalca il muro con un altro pallonetto, ma, dopo che la palla ha toccato terra, si continua a giocare per un’altra mezz’ora altrimenti il set finisce troppo presto.
Oltre che una battitrice spietata, Girardi si rivela anche insuperabile in difesa avviando un duello interno a colpi di salvataggi con il libero Martino.
Il gesto tecnico più bello dell’Oria è un salvataggio di piede di Annacarla sull’11-18.
Il set termina con un attacco vincente di Paradiso (16-25).
L’unico elemento di speranza è che, dopo l’avvio disastroso, sembriamo entrati in partita e l’andamento di mezzo set è stato apparentemente equilibrato. Ma si può parlare di gara equilibrata quando i punti di distacco oscillano tra 7 e 9?
Secondo set
Cambiamenti in casa oritana; Tony deve provarle tutte: Amy si sposta in posto quattro, Eleonora scala in due e il ruolo di centrale viene rilevato dalla giovane Chiaretta.
Purtroppo il copione del primo set si ripete: parziale di 1-8 con Girardi protagonista in attacco e in battuta.
Cade anche lo striscione della nostra società: un brutto presagio.
La situazione è disperata e quindi passiamo alla guerra non convenzionale. Pel scarica un primo tempo sulla faccia del libero ospite: non vale come tentato omicidio, ma come salvataggio e ci tocca elaborare altre strategie.
In ogni caso Amy è sempre encomiabile, qualunque ruolo rivesta. E’ un’atleta di categoria superiore che ha accettato di venire a Oria pur sapendo che sarebbe stato un campionato senza ambizioni. La vichinga si è confermata una grande professionista facendo il proprio dovere dalla prima all’ultima partita e inanellando una serie di performance stratosferiche.
Tra le tante qualità delle nostre avversarie non ho ancora citato la consapevolezza dei propri diritti sindacali. Le atlete baresi sanno che dopo il duro lavoro si ha diritto ad una pausa di riposo ed anche questa sera (sebbene in modo meno esasperato rispetto all’andata) si concedono 5 minuti di relax permettendo alle brindisine di recuperare (9-11).
Poi si torna a fare sul serio: primo tempo di Francklin, una bellezza rinascimentale che sembra uscita da un quadro di Botticelli, muro di Paradiso e secondo tocco di Fusaro (11-17).
Poi l’Oria migliore della serata: Eleonora e Valeria non hanno mai lesinato impegno e generosità; oggi non fanno eccezione. Chi le ha cresciute, le ha cresciute bene. La schiacciatrice ostunese attacca e poi serve un ace, Amy mette palla a terra e Chiara sigla il primo punto casalingo personale respingendo una ricezione lunga (15-17).
Sta facendo fare bella figura a Francesca, titolare della maglia…
Dopo un primo tempo di Francklin, applaudito anche da Brattoli, l’Oria ottiene il pareggio con una doppietta della Vichinga ed un errore ospite che segue un miracolo difensivo di Valeria (18-18)!
Ahimé, sul più bello, viene fischiata una doppia ad Annacarla.
Vado a controllare se l’osservatore arbitrale presente in tribuna è d’accordo.
La pipe di Amy tiene viva la speranza, ma il finale è tutto barese: punti per Paradiso, che esulta urtando il volto di Mininni, errori nostri e slash finale di Girardi, un’atleta a cui non manca il sangue freddo nei momenti delicati della gara (19-25).
Terzo set
Annacarla va in bagno.
Il terzo set inizia com’era finito il secondo: l’autrice della slash, in questo caso, è Mininni.
La giovanissima centrale pesca anche un ace facendosi aiutare dal nastro e da quello che i tifosi baresi definiscono “fattore C”. Cosa indicherà mai questa C…?
A parte questa osservazione, il monopolio vocale è appannaggio del solito mantra “palla in campo, mezzo punto” e della sorella di Isabella, che si è sgolata dal primo all’ultimo minuto (senza dire neanche una parolaccia, come risulta dalle registrazioni audio-video). I suoi sono, per lo più, suggerimenti tecnici, come l’invito a “chiamare la palla” che sarà presto assimilato dalle compagne sul parquet.
Il 4-10 diventa presto 7-15. E’ una fase in cui Eleonora continua a martellare senza sosta e l’arbitra estrae un cartellino giallo a nostro carico.
Stasera l’espressione “coppia arbitrale” è più di una prassi linguistica visto che i direttori di gara sono proprio marito e moglie.
Punto di Renna, ace di Fusaro, muro di Renna (8-18).
Non voglio guardare più.
Nel terzo set 12 dei nostri 18 punti sono errori ospiti. Non è segno di un disagio delle aquilotte (che, anzi, stanno giocando benissimo in ogni fase di gioco con salvataggi incredibili di Martino e attacchi convincenti di tutte); è segno che ormai noi non ci siamo più.
La pausa-caffè tra il 13-24 e il 17-24 serve soltanto ad allungare l’agonia.
Primo tempo di Francklin. L’arbitra rileva un’irregolarità; la centrale barese non è molto convinta, ma si limita ad esprimere il proprio dissenso con un’occhiata molto eloquente.
Poi una diagonale di Girardi fa calare il sipario su questo campionato (18-25) e le ospiti possono festeggiare con un girotondo nel corso del quale Mininni assesta una sonora pacca sul fattore C dell’autrice del punto finale.
Molto brave le ragazze baresi questa sera; l’abbiamo già scritto. Hanno vinto da tutti i punti di vista: mentale e tecnico. Aggiungo che mi sono sembrate anche ragazze molto corrette. E’ stato quasi un piacere retrocedere per colpa loro…
Concludiamo con un po’ di ringraziamenti.
Intanto ai tifosi e ai due supertifosi che ci sono stati vicini anche in una stagione avara di soddisfazioni. Poi ai genitori, pazienti, appassionati, costruttivi ed anche molto simpatici. E’ stato bello avervi conosciuto e speriamo di ritrovarci anche l’anno prossimo. Grazie anche a Giuseppe, a Francesco, a Maria Concetta, al signor Piceno, ai porcellini e alle paperelle che custodiscono il palazzetto. Grazie a Tony, che si è assunto un compito arduo in un momento delicato e ha sfiorato l’obiettivo impossibile. Grazie ad Aldo, che si è fatto il mazzo tutta l’estate ed ha composto un puzzle con tasselli tecnicamente difficili da mettere insieme. Grazie a Mino che, a costo di ulteriori sacrifici, ha regalato alla città un altro anno di pallavolo ed ha offerto ai bambini e ai ragazzi di Oria un’attività sana e formativa.
E naturalmente grazie alle giocatrici. Per ognuna è stata un anno dal significato e dal valore diverso: un’occasione per fare esperienza, un primo approccio col volley di un certo livello, un anno di transizione, un anno di maturazione, un anno di sacrificio in un ruolo inconsueto.
Abbiamo fallito l’obiettivo-salvezza, ma le emozioni non sono certo mancate. E’ stato bello condividere con voi questo cammino.
“Viaggiare animati dalla speranza è meglio che arrivare” – sosteneva lo scrittore Robert Louis Stevenson. Non siamo arrivati dove avremmo voluto, ma abbiamo viaggiato animati dalla speranza fino a poche ore fa. E’ stato bello lo stesso.
Tabellino: Oria-Volley’s Eagles Bari-Oria 0-3 (16-25, 19-25, 18-25)
New Volley Oria: Zanzarelli 1, Turchiarulo NE, Cozzetto 0, Peluso 3, Catanzaro 1, Bianco 3, Caliolo NE, Leone 13, Spina NE, Calamo 7, Scarcia (L) – All. Maggiore.
Muri-punto 0, ace 5, errori in battuta 2.
Volley’s Eagles Bari: Mininni 6, Renna 13, Paradiso 12, Trotta NE, Francklin I. 12, Girardi 9, Fusaro 2, Lazzari NE, Rizza NE, Barile NE, Martino (L) – All. Brattoli.
Muri-punto 7, ace 9, errori in battuta 9.
Arbitri: De Santis e Capozzo.
Prossimo turno: è finita. La vita non ha più senso.