Sabato 24 ottobre 2009 – ore 19.00
“A mezzanotte, uscite a mezzanotte…”
Nel gergo del tifo questo ritornello gridato dagli ultras di casa agli ultras ospiti significa: siete sotto assedio; soltanto verso mezzanotte la polizia sarà in grado di provvedere alla vostra evacuazione dallo stadio o dal palazzetto.
Per “evacuazione” si intende l’uscita in sicurezza; ci tengo a precisarlo perché vista la natura degli argomenti che ultimamente trattiamo in questo blog…
Bene, per i frequentatori del Maria Pia il ritornello degli ultras non suona come una minaccia ma come un auspicio. Magari uscissimo a mezzanotte…! Tre partite in casa e tre tie-break. Stasera si è giocato per due ore e un quarto. Non ne possiamo più… Serate in fumo, appuntamenti rinviati, giustificazioni che viaggiano sui cellulari.
Il Taranto fino adesso ha giocato più set di tutti: 28 set in 6 partite. Seguono, nella speciale classifica, Arzano e Oria a 26, Molfetta e Accademia 24. Mentre scrivo, non si conosce il risultato della Livi, che però, al massimo, potrebbe arrivare a 25. Dateci un bonus, un punto in classifica una tantum…
Veniamo all’incontro.
Verso le 17.45 arriva l’Acquaviva. Per essere precisi, arriva mezzo Acquaviva; l’altrà metà tarda a raggiungere la palestra. Ogni due minuti Pasqua Salviola va alla porta per scrutare l’orizzonte. Immagino la scena adesso che arriveranno le ritardatarie; Salviola agiterà in aria il matterello: “Vi sembra questa l’ora di arrivare?! Questa squadra non è un albergo! Vi tolgo le chiavi e da domani non si esce per una settimana…”
Le giocatrici baresi hanno il nome di battesimo scritto sulla schiena, tranne una che sul numero 8 presenta la scritta “Ananas”. Almeno voglio sperare che non sia il nome di battesimo… Da un controllo sul verbale di gara, in effetti, risulta trattarsi di Anastasia Komarova.
Sull’altro fronte, anche il Taranto deve affrontare un primo problema: la maglia di Gisela. Il trattamento con la candeggina non ha avuto efficacia e la divisa di gioco della schiacciatrice appulo-argentina ha semplicemente assunto un colore più rosato mentre i bordi blu tendono ormai al violaceo.
Ogni tanto, pensando a questo blog, mi fermo a riflettere e mi chiedo con preoccupazione: riuscirò a trovare sempre l’ispirazione per scrivere cose originali? E se non accadesse più niente di particolare?
Bene, ringrazio questa squadra che mi permette di vivere ogni nuovo giorno come una sorpresa. Quando penso che tutto sia stato già scritto, ecco che capita una cosa nuova. Sempre più strana. Oggi è il turno della maglia bianca messa nella bacinella con le lenzuola rosse.
Mi chiedo a questo punto: si ha notizia di episodi simili nelle altre squadre? E’ mai successo, ad esempio, che la mamma di Westphal abbia lavato la maglia del figlio insieme a capi colorati o che la figlia di Rivaldo abbia inguacchiato la maglia del padre giocando con i colori a spirito? A me non risulta.
Diego, pensaci bene… Diego, rifletti…!
Sta di fatto che la maglia numero 9 è ormai inutilizzabile. Nessuno l’ha comprata su eBay e a questo punto potremmo regalarla proprio al libero dell’Acquaviva visto che il colore è identico.
Il punto adesso è: quale maglia indosserà Gisela? Ci sarebbe la maglia numero 18 di Marika, la soluzione più naturale. E’ appartenuta ad una schiacciatrice, 18 è il doppio di 9 e soprattutto 18 può diventare 9 aggiungendo un più tra l’1 e l’8. Siccome, però, si tratta di una “maglia ingravidante”, coach Marcello pone il veto: se resta incinta pure Gisela siamo rovinati. E questo vale pure come avvertimento per una certa persona il cui nome è lo stesso del più grande calciatore del mondo.
Gisela indossa la maglia numero 4 mentre la 18 è in ballottaggio tra Priscilla e Simona. Alla fine il coach decide che a correre il rischio di restare incinta sarà Simona, anche se l’addetto agli arbitri non è molto d’accordo.
Così impara ad asciugare il portadocumenti sul mio giaccone.
Possiamo finalmente passare alla partita, non prima, però, di aver fatto menzione dell’allenatore in seconda del Taranto, Angelo Soranno, che abbiamo immortalato nella foto qui sotto. Come scavalca lui le transenne non le scavalca nessuno; la prossima foto lo rappresenterà mentre ripropone la pubblicità di Olio Cuore.
Formazioni.
Il Taranto di Marcello Presta schiera Alessandra Certa in regia, Silvia Mastandrea opposto, Gisela scialacomo e Ivana Gallo Ingrao laterali, Cristiana Zonca e Silvia Renna centrali, Simona Leone libero.
In panchina: Katia Taddei, Giulia Basile, Angela Stufano, Simona Mereu e Priscilla Pisani.
L’Acquaviva delle Fonti: Nicla Marzano palleggiatrice, Raffaella D’Ambrosio opposto, Paola Armenise e Pasqua Salviola laterali, Marianna Lopane e Angela Ceo centrali, Daniela Caricato libero.
A disposizione di coach Francesco Bruno: Cesaria Ursini, Anastasia Komarova, Mary Miale, Ezia Salamida e Federica Marchesini.
Primo set
Un attacco fuori e un malinteso in fase di costruzione del gioco (0-2), recuperiamo con Gisela e Silvietta (3-2), ma poi mandiamo fuori una battuta ed un altro attacco (3-4). L’avvio di partita è sintomatico di quello che ci aspetta: un Taranto impreciso, confusionario e sempre in affanno.
Quando inizia a giocare anche l’Acquaviva sono cavoli amari: D’Ambrosio mette a terra un pallonetto ed un servizio vincente ed anche Ceo invia inequivocabili segnali di essere in buona forma (7-11).
In economia la sigla CEO indica Chief Executive Officer, in pratica amministratore delegato. Ora, però, non so dire se Ceo sia il cognome della brava centrale barese oppure la carica rivestita nell’organigramma.
Grande Ale, prima a muro e poi direttamente in battuta (9-11).
Sbaglia qualcosa anche l’Acquaviva e Silvietta, con due attacchi consecutivi, regala sollievo a un pubblico fino a quel momento piuttosto perplesso (14-12).
Nel difendere una cannonata tarantina, D’Ambrosio centra il neon del soffitto. Se non se ne accorge nessuno fino a lunedì, magari si potrà pensare che siano stati gli alunni del Maria Pia durante un’ora di educazione fisica, ma purtroppo mai come stasera Ugo non si è perso un solo scambio del match.
La partita non sarà ricordata negli annali della pallavolo mondiale; tra un errore e l’altro, comunque, arriviamo sul 21-17. Qui subentra l’autolesionismo delle biancoblu: Armenise va a segno e poi commettiamo una disdicevole sequela di errori (21-22).
Ahimé, tra questi c’è anche un tocco di seconda di Ale che finisce in rete. E’ una sensazione bruttissima. E’ come se al ristorante ti porgessero una mousse al cioccolato e poi, quando già i neuroni assaporano il piacere, il cameriere ci sputasse dentro.
La pipe di Gisela ha l’effetto di un’aspirina e il muro di Silvia, dopo un magnifico salvataggio mano a terra di Ivana, sembra mettere le cose a posto (24-22).
Sembra.
Angela Ceo annulla il primo set-point con una bomba che colpisce in mezzo ai sensi una nostra giocatrice (seguita dalle pronte scuse dell’amministratore delegato).
La stessa Ceo inventa un perfido servizio che atterra in posto quattro ed è seguito da un efficace mani-fuori di Salviola (24-24).
Seguono due attacchi fuori seguiti, invece, da qualche jastèma del pubblico locale (24-26).
Secondo set
Il Taranto che ritorna in campo sembra più determinato: Gisela va a segno per tre volte, Cristiana mura e palleggia, Silvietta completa l’opera (6-1).
Errori in battuta e palloni regalati (10-7); anche l’Acquaviva adesso sta giocando maluccio, il che è un bene per noi ma è un danno per lo spettacolo, già poco esaltante.
Viviamo di rendita del buon avvio di parziale; soltanto Silvietta, con 6 punti personali in questo set, regala soddisfazioni, ma anche Ivana sta offrendo un buon contributo con ulteriori salvataggi difensivi.
Il gioco langue. Meglio distrarsi con la tribuna dove c’è Paoletta che è sempre più bella.
Sul 18-13 Alessandra ripropone la mousse al cioccolato e questa volta non ci sputa sopra. Che magia.
A vivacizzare il set sono le proteste, che ormai tendono a susseguirsi su entrambi i fronti in modo – direi – equo.
Brividi di terrore: spinto da una Salviola strepitosa, l’Acquaviva infila un break di 4 punti (21-18). E’ sempre la schiacciatrice barese a realizzare il punto del 22-19 con una pipe mani-fuori.
Silvietta e una doppia ospite ci portano sulla soglia del traguardo. D’Ambrosio annulla il primo set-point; coach Bruno reintroduce Armenise, che era stata sostituita da Ursini, e vorrebbe spedire in campo anche Mary ma la domanda arriva fuori tempo massimo.
Per l’ultimo attacco il Taranto si affida a Gisela e l’argentina non delude le aspettative (25-20).
Terzo set
Il terzo parziale del Taranto è forse peggiore dei precedenti. Acquaviva passa in vantaggio per 0-3 e poi la nostra partita segue questo copione: un punto e un errore punto (ne elargiremo 10 nel solo parziale).
Ci si attende la svolta, il guizzo, la continuità capace di valorizzare tutte le energie spese (in parte) invano e invece sono le ospiti a premere sull’acceleratore: break da tre con Lopane, D’Ambrosio e Armenise (9-13).
Se l’Oria, nostra ospite due settimane fa, sembrava un esercito con divise perfettamente uguali (incluse le ginocchiere rosse, abbinate ai pantaloncini), l’Acquaviva si mette in evidenza per l’originalità delle scarpe che abbracciano tutte le tonalità dell’azzurro. In più c’è Angela Ceo che utilizza le scarpe del bowling.
Finalmente Taranto inizia a giocare in modo conforme alle proprie potenzialità: Ivana, Silvietta e Cristiana permettono il recupero (18-17), ma il vero incubo inizia adesso. Ale è insolitamente fallosa e l’Acquaviva va a segno da sinistra e dal centro (18-21).
Ivana arresta temporaneamente il tracollo ma è solo un’illusione perché le ospiti ci appioppano la mazzata finale. Gli ultimi due punti sono un ace-culo di Mary Miale, donna della provvidenza, e un muro del Chief Executive Officer (19-25).
Quarto set
Taranto dal rendimento altalenante: dopo il black-out della seconda metà del terzo set, adesso è il momento buono. La consapevolezza di aver già perso un punto sprona le ragazze a darci dentro: difendiamo come si deve, muriamo con Cristiana e poi c’è Gisela che conferma il suo rendimento eccellente (10-4).
Continuiamo a sbagliare in attacco, ma Silvia e Silvietta incrementano il vantaggio e la sola Salviola sembra in grado di replicare (17-9).
Girandola di sostituzioni per le ospiti. Entrano tutte o quasi: Ananas Komarova, (Lucr)Ezia Salamida, Mary Miale e Cesaria Ursini.
Perché non anche Marchesini, poverella?
Bisogna dire che le riserve non si limitano a fare atto di presenza in campo, ma realizzeranno ciascuna i propri buoni punti.
Comunque, Gisela non si ferma più ed anche Silvietta regala perle di bravura, come il pallonetto che vale il 20-11.
Acquaviva ritorna in partita ma ormai il set è in cassaforte; si tratta solo di amministrare fino al 25-15.
Tie-break
Si è fatto tardi e lo sa bene Gisela che rischia di perdere l’aereo. A proposito, buon viaggio! Divèrtiti, fai tante foto in quel meraviglioso Paese ricco di fascino e di suggestioni, mandaci una cartolina. Allènati. Portaci i dolci. Alla fine del matrimonio raccogli gli avanzi dicendo che sono per il cane.
Certo che tra ora solare e fusi orari tutti in un giorno… Se Gisela sistema l’orologio con la stessa attenzione con cui fa il bucato, partirà il 25 ottobre e arriverà il 5 settembre…
Intanto, comunque, ci sta conducendo verso la vittoria e questo è l’importante (4-2). Ace di Armenise con una ricezione di Ivana che mi ricorda quella del lontano 5 aprile 2006 proprio con l’Acquaviva… Beh, a parte questo episodio isolato, bisogna dire che stasera Ivana in difesa ha compiuto una serie incredibile di salvataggi.
Secondo tocco di Ale. Un’altra mousse (6-4).
A questo punto Pasqua Salviola, sorta di giocatrice e non solo di giocatrice, gela il Maria Pia: due punti che si sommano a quello dell’amministratore delegato e le ospiti passano avanti (6-7).
Ancora una mousse di Ale, poi un muro di Ivana e poi un punto furbetto di Silvietta che trova un buco in corrispondenza del posto cinque avversario (9-8). Sta diventando pure smaliziata la creatura.
Acquaviva ancora in vantaggio grazie al pallonetto di Armenise (10-11).
Poi, finalmente, scocca l’ora di Gisela. Quando il gioco si fa duro, i duri entrano in campo. Lei è una di quelle giocatrici che, come si suol dire, escono sempre dal parquet con la maglia sudata. E pure macchiata.
Non solo: si stanno anche staccando i nastri taping dalle braccia. In questo momento Gisela sembra la protagonista di uno di quei film in cui gli zombie escono dalle tombe scrollandosi dalle braccia le ragnatele e i frammenti di tessuto dei vestiti.
Uno-due-tre! Un attacco meglio dell’altro e poi c’è anche la ciliegina del muro di Cristiana (14-11).
Acquaviva non si arrende mai: punto del Chief Executive Officer e palletta di Salamida, subentrata a Marzano per alzare il muro (14-13). Oltre al muro delle ospiti, si alza anche la preoccupazione sugli spalti, ma è nuovamente la fantastica laterale appulo-argentina a dire l’ultima parola in questa partita: 15-13!
Bah, più ombre che luci: molti errori-punto (28), molte battute sbagliate (11), gioco un po’ confuso e paurosi cali di tenuta. In compenso, c’è stata la capacità di raddrizzare una partita che poteva avere un esito ancora più triste e poi la prestazione di Gisela è stata imperiosa.
Non dimentichiamo i meriti dell’Acquaviva, squadra tutt’altro che in crisi ed anzi particolarmente cazzuta e vivace.
E infine due punti in classifica che però non tolgono i dubbi sulle nostre potenzialità: chi siamo? Dove possiamo arrivare?
Passiamo alla fava e allo scuèrcele.
SIMONA: Felicitazioni in anticipo per l’imminente gravidanza. Tanti cari auguri.
ALE: Sì, tre tocchi di seconda li ha spinti a terra. Però quello che è finito sulla rete è stato per me un trauma sconvolgente che difficilmente riuscirò a risolvere…
Tabellino: TARANTO-Acquaviva delle Fonti 3-2 (24-26, 25-20, 19-25, 25-15, 15-13).
Taranto: Zonca 12, Taddei NE, Scialacomo 28, Gallo Ingrao 12, Basile NE, Renna 6, Stufano 0, Mastandrea 18, Certa 5, Mereu NE, Pisani NE, Leone (L) – All. Presta.
Aces 3, errori in battuta 11, muri-punto 10.
Volley 2000 Acquaviva: Lopane 5, Armenise 10, Ursini 1, Ceo 11, Marzano 3, Komarova 1, Miale 1, Salamida 1, D’Ambrosio 14, Salviola 14, Marchesini NE, Caricato (L) – All. Bruno.
Aces 7, errori in battuta 9, muri-punto 4.
Arbitri: Luca Garzia (LE) e Dario Murra (BR).
Durata set: 27’, 27’, 26’, 24’, 18’ – Durata totale dell’incontro: 2.14’.
Altri risultati: Sarno-Oria 3-1, Arzano-Centro Ester NA 3-1, Molfetta-AS Benevento 3-0, Accademia BN-Battipaglia 1-3, Livi Potenza-Leonessa Altamura 3-0, San Pietro Vernotico-Salerno 3-0, V.Altamura-ASCI Potenza 0-3.
Classifica: Sarno 16; Centro Ester NA 14; Arzano 13; Battipaglia, Molfetta, ASCI Potenza e San Pietro Vernotico 12; Leonessa Altamura e AS Benevento 11; TARANTO 9; Oria 6; Accademia BN e Livi Potenza 5; Acquaviva delle Fonti 4; V.Altamura 2; Salerno 0.
Trofeo Bin Laden (multe in euro): Oria 200,00; ASCI Potenza 50,00; Accademia BN 40,00; tutte le altre 0,00.
Con una multa da 200 euri Oria balza in testa alla classifica. La sanzione è dovuta alle intemperanze di un tifoso che ha lanciato un oggetto contundente contro l’arbitro, non colpendolo, e poi ha minacciato e offeso lo stesso direttore di gara.
Prossimo turno: Salerno-TARANTO, sabato 31 ottobre 2009, ore 17.00.